Sommario

4) Quello che abbiamo detto ci aiuta a capire il testo della Pontificia Commissione Biblica intitolato “Che cosa è l’uomo” pubblicato alla fine del 2019 … che sottilmente apre la porta alla legittimazione degli atti omosessuali.

 

 

Dio ci illumini.

Quello che abbiamo detto finora ci dona luce anche riguardo ad un documento della Pontificia  Commissione Biblica che è intitolato “Che cosa è l’uomo?” Ed. Libreria Editrice Vaticana, 2019, il testo ora è online.[1]  Abbiamo notato più sopra che una delle cause di errori e deviazioni di alcuni riguardo alla dottrina cattolica circa l’omosessualità va ravvisata in una “nuova” esegesi: “…  secondo cui la Bibbia o non avrebbe niente da dire sul problema dell’omosessualità, o addirittura ne darebbe in qualche modo una tacita approvazione, oppure infine offrirebbe prescrizioni morali così culturalmente e storicamente condizionate che non potrebbero più essere applicate alla vita contemporanea. Tali opinioni, gravemente erronee e fuorvianti, richiedono dunque speciale vigilanza.” [2]

Questa stessa linea di attacco ma in maniera più “discreta” mi pare venga usata nei nostri giorni  dai fautori del “cambio di paradigma” appunto con il documento di cui parliamo in questo paragrafo: il testo della Pontificia Commissione Biblica intitolato “Che cosa è l’uomo?” Ed. Libreria Editrice Vaticana, 2019.

Come mi ha precisato personalmente un grande esperto di esegesi,  tra i membri della PCB, di cui evito di rivelare il nome per il pericolo che potrebbe correre: il documento della PCB contiene alcune ambiguità molto preoccupanti sulla questione dell’omosessualità, che sembrano lasciare la porta aperta per una revisione dell’insegnamento della Chiesa, anche molti esegeti cattolici la pensano così, ma sfortunatamente nessuno ha scritto sul documento della PCB esternando tali pensieri, non mi meraviglio che evitino di parlare, se lo facessero rischierebbero probabilmente di essere messi totalmente da parte e di perdere il loro lavoro, Papa Francesco e i suoi collaboratori hanno chiaramente mostrato che quelli che si oppongono alla loro linea ribadendo la Verità, sono sanzionati con  l’allontanamento dalla docenza, si pensi al caso del prof. Melina …

Il documento in questione, sia per il fatto che è prodotto dalla Pontificia Commissione Biblica, e quindi dal suo Presidente che è il cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede,  sia per il fatto che tratta appunto di Scrittura Sacra, merita notevole attenzione.

Ricordo che la Pontificia Commissione in oggetto è “un organo consultivo, messo al servizio del Magistero e collegato alla Congregazione per la Dottrina della Fede, il cui Prefetto è anche il Presidente della Commissione (cf. art. 1). ”[3]; essa è composta da esperti in campo biblico che si distinguono: “per scienza, prudenza e cattolico sentire nei riguardi del magistero ecclesiastico” [4]

Preciso che il documento in oggetto è stato specificamente richiesto dal Papa alla Pontificia Commissione Biblica[5]; il Cardinale Ladaria ha parlato di una: “ … iniziativa di Papa Francesco di affidare alla Pontificia Commissione Biblica il mandato di preparare un Documento sull’antropologia biblica, quale base autorevole per gli sviluppi delle discipline filosofiche e teologiche, nella rinnovata consapevolezza che la Sacra Scrittura costituisce «la regola suprema della fede» (Dei Verbum, § 21) e «l’anima della sacra teologia» (Dei Verbum, § 24).” [6]

Un testo del genere sarà certamente citato in futuro (infatti è stato citato in un documento del Sinodo tedesco) … e quindi occorre conoscerlo ed esaminarlo bene per vederne con chiarezza quelle che appaiono le sue carenze.

Aggiungo che un testo va letto appunto alla luce del periodo storico in cui è pubblicato. Questo ovviamente lo sanno molto bene questi esperti della Pontificia Commissione Biblica e i loro superiori. Siamo in un tempo in cui l’ideologia LGBTQ è molto forte e vuole chiaramente arrivare ad avere dalla Chiesa la legittimazione degli atti omosessuali e di altri atti disordinati quindi è assolutamente importante in questo periodo ribadire con forza la verità cattolica contro gli errori omosessualisti, vedremo che questo non accade con questo documento della Pontificia Commissione Biblica (PCB) constateremo come questo testo è fondamentalmente un assist al “cambio di paradigma” promosso da Papa Francesco e quindi un assist alla legittimazione dell’attività omosessuale voluta dai gruppi gay, d’altra parte,come visto, questa Commissione è un organo al servizio del Papa e quindi è chiaro che l’attuale Pontefice, che sta operando per la sovversione della dottrina cattolica anche riguardo agli atti omosessuali, ha operato unitamente con il Cardinale Ladaria per indirizzare adeguatamente nella linea di tale sovversione, il testo che stiamo esaminando.

Dio intervenga!

 

 

a) Nel documento manca una chiara presentazione delle affermazioni della Tradizione che, da 2000 anni a questa parte, interpretano la Bibbia condannando l’attività omosessuale.

 

 

Dio ci illumini.

Il documento della Pontificia Commissione Biblica vuole essere strettamente biblico.

Gli autori sono esegeti cattolici e faccio notare che gli esegeti sono anzitutto teologi cattolici e devono parlare nella luce della sana esegesi cattolica che è strettamente unita alla sana dottrina che la Tradizione diffonde.

Abbiamo visto più sopra appunto che la Bibbia è strettamente legata alla Tradizione.

Ho parlato più sopra del giusto rapporto tra Bibbia, Tradizione (quindi Padri) e Magistero appunto per abbattere alla radice l’azione di coloro che anche oggi, come negli anni ottanta del secolo scorso cercano di normalizzare l’omosessualità partendo da una deviata interpretazione biblica, che escluda la Tradizione e il Magistero …

Vedemmo più sopra che la Dei Verbum è molto chiara nello spiegare come si deve interpretare la Bibbia e vedemmo anche come il Catechismo della Chiesa Cattolica nonché Papa Benedetto XVI spiegano con precisione come deve attuarsi la sana esegesi biblica ma di tutto questo non si trova traccia nel testo che stiamo esaminando nella parte relativa all’omosessualità.

Vedemmo che la Bibbia stessa invita a seguire le sante Tradizioni e più a fondo la Tradizione (2Ts2,15; 3,6; 1Cor. 11,2 etc.)

Presentai più sopra vari testi dei Padri e dei Dottori della Chiesa nonché testi del Magistero Pontificio ed episcopale che appunto basandosi sulla Bibbia hanno condannato chiaramente, nell’arco di 2000 anni, gli atti omosessuali come un peccato gravissimo, ma evidentemente di tutta questa documentazione che rientra nella Tradizione della Chiesa, e quindi della chiara testimonianza della Tradizione che condanna radicalmente tali atti sulla base della stessa Bibbia, non si trova indicazione nella parte relativa all’omosessualità del testo della Pontificia Commissione Biblica che stiamo esaminando.

Anche per la realizzazione del documento in oggetto i membri della Pontificia Commissione Biblica hanno tenuto conto conto della Tradizione, P. Bovati, che allora era segretario della Pontificia Commissione Biblica, precisò: “ Abbiamo tenuto presente – com’è logico – tutta la tradizione cristiana, perché nessun pensiero nasce dal nulla.”[7]

Il documento della Pontificia Commissione Biblica pur parlando di Bibbia, praticamente non riporta, in particolare nella sezione che a noi interessa, le affermazioni della Tradizione che interpretano la Bibbia da 2000 anni a questa parte, non riporta il Magistero che ha interpretato la Bibbia da 2000 anni a questa parte e non si richiama a tale Tradizione per una corretta interpretazione biblica. Il documento praticamente salta, con “intelligenza” la Tradizione che interpreta in modo unanime e vincolante la Bibbia.

Anche al termine della trattazione dell’omosessualità la Commissione non fa riferimento alla Tradizione ma dice “Certe formulazioni degli autori biblici, come anche le direttive disciplinari del Levitico, richiedono un’intelligente interpretazione che salvaguardi i valori che il testo sacro intende promuovere, evitando dunque di ripetere alla lettera ciò che porta con sé anche tratti culturali di quel tempo. Il contributo fornito dalle scienze umane, assieme alla riflessione di teologi e moralisti, sarà indispensabile per un’adeguata esposizione della problematica, solo abbozzata in questo Documento. Inoltre, sarà richiesta un’attenzione pastorale, in particolare nei confronti delle singole persone, per attuare quel servizio di bene che la Chiesa ha da assumere nella sua missione per gli uomini.” (n. 195)

Anche il prof. M. Tabet, un sacerdote e biblista cattolico, si è accorto di questo ed ha scritto: “Si osserva poi una separazione troppo tassativa fra l’esame puntuale dei brani biblici e l’alveo della Tradizione in cui i testi biblici si sono sviluppati, il quale, come si sa, lo accompagna intrinsecamente. È vero che gli autori hanno fatto una scelta programmatica, però il lettore può sentirsi a disagio nel vedere che non è stato dato un maggior risalto, almeno nelle conclusioni di ogni capitolo, alla luce proiettata dalla Tradizione sul tema trattato, che è insita e connaturale al testo, come sottolinea Dei Verbum, n. 9 quando afferma che la Tradizione «trasmette

integralmente la parola di Dio – affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli – ai loro successori, affinché, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano; ne risulta così che la Chiesa attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura e che di conseguenza l’una e l’altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza». Da qui ha origine anche l’affermazione per cui, grazie all’agire di Dio «in e per mezzo» degli agiografi, essi hanno potuto scrivere, quali veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte» (DV 11).”[8].

L’interpretazione biblica va attuata sotto la guida dello Spirito Santo, come vedemmo.

Avevano lo Spirito Santo tanti Padri, Dottori, Vescovi e Papi che, interpretando la Scrittura, hanno condannato chiaramente e unanimemente l’omosessualità da 2000 anni a questa parte; in questa linea le parole bibliche di Cristo per cui: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me.”(Luca 10,16) riguardano certamente l’insegnamento che la Tradizione ci offre, con cui vengono interpretate anche le chiare affermazioni bibliche e con cui vengono condannati radicalmente e unanimemente gli atti omosessuali.

La Chiesa con la sua Tradizione ha già intepretato i testi di cui parla il documento della Pontificia Commissione e appunto attraverso tale interpretazione ha condannato radicalmente gli atti omosessuali.

La Pontificia Commissione Biblica mancando di sottolineare come la Tradizione appunto interpretando la S. Scrittura  abbia nettamente e unanimemente condannato per 2000 anni l’omosessualità e mancando di sottolineare come tale condanna è evidentemente infallibile, come visto, e praticamente immutabile offre un grande assist al “cambio di paradigma” di Papa Francesco e alle rivendicazioni dei movimenti omosessualisti e si mostra poco affidabile nella trattazione di questi temi.

 

 

b) Il documento tace sulla condanna assoluta e unanime emessa dalla Tradizione riguardo agli atti omosessuali  e apre ad una nuova valutazione di essi.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Entrando poi più decisamente nell’analisi del testo che ci interessa (pagg. 161-170) mi pare importante partire esaminando le significative parole iniziali e la conclusione che il documento elabora su questo argomento.

Il testo inizia con queste parole “L’istituzione matrimoniale, costituita dal rapporto stabile tra marito e moglie, viene costantemente presentata come evidente e normativa in tutta la tradizione biblica. Non vi sono esempi di “unione” legalmente riconosciuta tra persone dello stesso sesso.”

Quindi il matrimonio è presentato dalla Bibbia come unica unione voluta da Dio. Il testo aggiunge che non vi sono esempi di “unione” omosessuale legalmente riconosciuta; mi domando perché abbiano parlato di riconoscimento legale e non di riconoscimento divino … In realtà Dio stesso non riconosce altre unioni.

Inoltre qui si parla di unione ma non si parla subito di atti … l’omosessualità riguarda anzitutto atti … e sappiamo bene che la Bibbia e la Tradizione condannano radicalmente tali atti … attraverso la sua Parola mai Dio ha legittimato gli atti omosessuali!

Il testo prosegue riportando le affermazioni di alcuni che dissentono rispetto all’approccio antropologico della Scrittura Sacra che viene trasmesso dalla Chiesa con le condanne morali che esso comporta; essi infatti ritengono che tale approccio sia riflesso di una mentalità arcaica appartenente ad un certo periodo storico. Spiega la Pontificia Commissione Biblica: “Sappiamo che diverse affermazioni bibliche, in ambito cosmologico, biologico e sociologico, sono state via via ritenute sorpassate con il progressivo affermarsi delle scienze naturali e umane; analogamente – si deduce da parte di alcuni – una nuova e più adeguata comprensione della persona umana impone una radicale riserva sull’esclusiva valorizzazione dell’unione eterosessuale, a favore di un’analoga accoglienza della omosessualità e delle unioni omosessuali quale legittima e degna espressione dell’essere umano. Di più, si argomenta talvolta che la Bibbia poco o nulla dice su questo tipo di relazione erotica, che non va perciò condannata, anche perché spesso indebitamente confusa con altri aberranti comportamenti sessuali.” (p.161) La Pontificia Commissione Biblica, si noti bene, non condanna radicalmente e subito queste affermazioni ma dice semplicemente che occorre esaminare i passi biblici in cui viene trattata la problematica omosessuale …    La conclusione che la PCB presenta al termine dell’esame dei vari testi biblici sul tema in oggetto è la seguente: “L’esame esegetico condotto …  ha fatto apparire elementi da considerare per una valutazione dell’omosessualità a livello etico.  Certe formulazioni degli autori biblici come anche le direttive disciplinari del Levitico, richiedono un’intelligente interpretazione che salvaguardi i valori che il testo intende promuovere, evitando dunque di ripetere alla lettera tratti culturali di quel tempo. Il contributo fornito dalle scienze umane assieme alla riflessione dei teologi e dei moralisti sarà indispensabile per un’adeguata esposizione della problematica appena abbozzata in questo Documento  ….”(p. 169-170)

Ricordo che la PCB nel realizzare il documento in oggetto ha ovviamente tenuto presente la Tradizione infatti il segretario di tale Commissione affermò:“ Abbiamo tenuto presente – com’è logico – tutta la tradizione cristiana, perché nessun pensiero nasce dal nulla.”[9]

Il testo della PCB, quindi, parlando di valutazione dell’omosessualità non ribadisce con forza le valutazioni magisteriali già fatte e usa alcuni verbi al futuro appunto per far capire che la valutazione deve essere ancora realizzata …

Quindi la valutazione di questi atti non è già stabilita dalla Chiesa, dopo 2000 anni di cattolicesimo e dopo tanti documenti scritti da Papi e da santi Dottori e Padri; non esiste, evidentemente, una valutazione assoluta e immutabile circa tali atti; per la nuova valutazione occorre tenere conto degli elementi che emergono da questo documento; i testi biblici presentati in questo documento richiedono un’intelligente interpretazione, che salvi i valori che tali passi promuovono ma tenga conto anche della dimensione culturale che essi presentano, per tale interpretazione occorre il contributo delle scienze umane e teologiche; in conclusione: per la PCB non c’è una valutazione netta di condanna dell’attività omosessuale nella Bibbia!

Questa valutazione, in realtà, è stata già fatta dalla Tradizione della Chiesa da 2000 anni a questa parte ed è unanime nel condannare tali atti e tali unioni omosessuali!

La Commissione indicata ha quindi attuato con discrezione ma efficacemente una vera sovversione sottile ma reale della Verità che lo Spirito Santo ha chiaramente proclamato e mille e mille volte ribadito; un chiaro e ovvio assist al “cambio di paradigma” che Papa Francesco sta attuando e ai gruppi LGBT in ordine alla legittimazione degli atti omosessuali e delle benedizioni alle coppie omosessuali.

 

 

c) La condanna biblica della pratica omosessuale è presentata in modo chiaramente riduttivo e impreciso, viene sottilmente appoggiata l’idea che la Bibbia parla pochissimo a questo riguardo.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

All’inizio  della sua trattazione circa l’omosessualità il testo della Pontificia Commissione Biblica riporta questa affermazione di coloro che si oppongono alla sana dottrina cattolica circa le relazioni omosessuali: “Di più – si argomenta talvolta – la Bibbia poco o nulla dice su questo tipo di relazione erotica, che non va perciò condannata, anche perché spesso indebitamente confusa con altri aberranti comportamenti sessuali.”

La trattazione che Commissione fa dell’omosessualità nella Bibbia dovrebbe e potrebbe rispondere molto efficacemente a queste affermazioni ma in realtà non lo fa, infatti, come vedremo meglio nelle prossime pagine, presenta in modo riduttivo l’ insegnamento biblico su questo argomento e così fondamentalmente avalla l’affermazione per cui la Bibbia dice poco a riguardo e apre la porta ad una revisione della dottrina cattolica circa l’omosessualità.

 

 

c,1) La Commissione non mette in evidenza che attraverso tutta la Bibbia Dio condanna radicalmente l’attività omosessuale.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

La Pontificia Commissione Biblica afferma che degli atti omosessuali la Bibbia tratta: “ in pochi testi, diversi fra loro per genere letterario e importanza.”(n. 185) in realtà, però, come vedemmo più sopra, è tutta la S. Scrittura che condanna negativamente o positivamente, direttamente o indirettamente, implicitamente o esplicitamente, tale attività.

Mai la Bibbia elogia la pratica omosessuale; non esiste un solo elogio di tali atti e di coloro che li praticano e nessun agiografo della Bibbia ha mai negato la condanna radicale degli atti impuri contro natura fatta da Lev. 18 e Lev. 20.

La condanna di tali atti permane dunque assoluta e intatta, tutta la Bibbia, in questo senso, la evidenzia negativamente cioè non parlando mai a favore dell’attività omosessuale o di coloro che praticano tale attività.

D’ altra parte, come detto, la portata dei testi biblici veterotestamentari e neotestamentari che invitano a seguire la Legge divina e a non compiere il peccato include, ovviamente anche il divieto di compiere atti omosessuali, come vedemmo.

Questo significa che molti testi biblici direttamente anche se con termini più generali condannano l’attività omosessuale.

Inoltre, come vedemmo, attraverso ogni prescrizione della sua Legge, Dio rimanda a tutta la Legge e comanda di osservare tutta la Legge, quindi anche il divieto degli atti omosessuali.

Più generalmente possiamo dire che la Bibbia non tratta solo in pochi testi degli atti omosessuali; tutta la Bibbia, in quanto comanda di osservare tutta la Legge divina, condanna radicalmente gli atti omosessuali.

Come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 134: “Tutta la divina Scrittura è un libro solo e quest’unico libro è Cristo; « infatti tutta la divina Scrittura parla di Cristo e in lui trova compimento ».”

Ma Cristo è assoluta santità e purezza, è carità perfetta e perfetta attuazione della Legge, quindi è totale opposizione agli atti omosessuali; Cristo attraverso la Scrittura e la Tradizione si manifesta come assoluta e radicale condanna degli atti omosessuali: quindi tutta la Scrittura condanna tali atti.

In questa linea occorre anche considerare che tutta la Sacra Scrittura è un solo libro (cfr. Catechismo della Chiesa cattolica n. 112) che ha per Autore Dio[10]  che attraverso esso, ci chiama a vivere tutta la sua Legge, in Cristo, e perciò attraverso tutta la Bibbia condanna la pratica omosessuale; Dio attraverso tutta la Bibbia ci vuole guidare al Cielo e quindi attraverso essa ci vuole tenere alla larga dall’attività omosessuale che oggettivamente è un peccato grave e ci esclude dalla vita eterna.

La Dei Verbum afferma: “Perciò, dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta, per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell’analogia della fede.” [11]

Ancora la Dei Verbum afferma chiaramente la: “Unità dei due Testamenti” e precisa che : “Dio dunque, il quale ha ispirato i libri dell’uno e dell’altro Testamento e ne è l’autore, ha sapientemente disposto che il Nuovo fosse nascosto nel Vecchio e il Vecchio fosse svelato nel Nuovo.” [12]

L’unità della S. Scrittura implica l’unità del suo insegnamento fondamentale e tale insegnamento contiene una radicale condanna dell’attività omosessuale.

Tutta la Bibbia, direttamente o indirettamente, negativamente o positivamente, condanna l’attività omosessuale.

Aggiungo che la Bibbia, come sappiamo, rimanda alla Tradizione.

La Congregazione per la Dottrina della Fede ha affermato che l’insegnamento della Chiesa che condanna radicalmente la pratica omosessuale è in continuità organica con la visione della S. Scrittura e con la costante Tradizione; la comunità cristiana vive un legame profondo e duraturo che la unisce alle generazioni che l’hanno preceduta  nel segno della vera fede[13]; in questa linea dobbiamo affermare che tutta la Bibbia e tutta la Tradizione, cui la Bibbia rimanda e che la interpreta, condannano radicalmente gli atti omosessuali. Dio attraverso tutta la Bibbia e la Tradizione ci parla e condanna radicalmente gli atti omosessuali.

Concludo notando che i pochi testi che in modo più diretto e specifico parlano dell’omosessualità sono appunto così pochi anche per due fondamentali ragioni:

1) gli autori biblici non mirano a pubblicizzare certi peccati al di là dello stretto necessario per non stimolare le persone a commetterli;

2) perché gli ebrei, secondo le affermazioni di qualche loro autore, non hanno mai avuto una speciale abitudine a compiere certi atti; nel popolo ebraico, come detto, specie in alcuni periodi il peccato impuro contro natura era poco praticato.[14]

Cristo regni.

 

 

c,2) La Commissione non presenta esplicitamente in tutta la sua crudezza la radicale detestazione circa gli atti omosessuali da parte di Dio.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

La Commissione afferma “L’istituzione matrimoniale, costituita dal rapporto stabile tra marito e moglie, viene costantemente presentata come evidente e normativa in tutta la tradizione biblica. … La legislazione veterotestamentaria in materia è assai limitata.  … Solo nel libro del Levitico troviamo un elenco preciso di divieti riguardanti atti sessuali riprovevoli, e fra questi anche quello del rapporto omosessuale fra maschi.” La Commissione aggiunge che sulla base dei testi biblici del Levitico (18,22 e 20,13) tale comportamento omosessuale era ritenuto “gravemente disdicevole dalla legge vetero testamentaria” … “la gravità dell’atto perpetrato, oltre che dalla qualifica di «cosa abominevole», è evidenziata dalla pena capitale”.

La Commissione cita le affermazioni divine che in Lev. 18,22 e 20,13 indicano l’abominio divino (tô‘ēbāh) per tali atti ma non parla delle ulteriori affermazioni divine che in Lev. 18, 24ss indicano l’abominio profondo che Dio ha per gli atti omosessuali; ritengo che sia importante offrirvele in diretta visione: “Non rendetevi impuri con nessuna di tali pratiche, poiché con tutte queste cose si sono rese impure le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. La terra ne è stata resa impura; per questo ho punito la sua colpa e la terra ha vomitato i suoi abitanti. Voi dunque osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni e non commetterete nessuna di queste pratiche abominevoli: né colui che è nativo della terra, né il forestiero che dimora in mezzo a voi. Poiché tutte queste cose abominevoli le ha commesse la gente che vi era prima di voi e la terra è divenuta impura. Che la terra non vomiti anche voi, per averla resa impura, come ha vomitato chi l’abitava prima di voi, perché chiunque praticherà qualcuna di queste abominazioni, ogni persona che le commetterà, sarà eliminata dal suo popolo.” (Lev. 18,24ss) Si noti quante volte si usano parole che indicano sommo odio di Dio per tali pratiche: “la terra ha vomitato” , “pratiche abominevoli” etc. la traduzione italiana riporta in modo molto diretto le affermazioni ebraiche . Dio evidentemente mostra di detestare sommamente la pratica omosessuale e queste affermazioni bibliche sono ulteriormente rafforzate da quelle che leggiamo in Levitico 20 e che ugualmente la Commissione manca di sottolineare “  Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte: il loro sangue ricadrà su di loro. … Osserverete dunque tutte le mie leggi e tutte le mie prescrizioni e le metterete in pratica, perché la terra dove io vi conduco per abitarla non vi vomiti.  Non seguirete le usanze delle nazioni che io sto per scacciare dinanzi a voi; esse hanno fatto tutte quelle cose, perciò ho disgusto di esse  e vi ho detto: Voi possederete il loro suolo; ve lo darò in proprietà. È una terra dove scorrono latte e miele. Io il Signore, vostro Dio, vi ho separato dagli altri popoli.” (Lev. 20, 22-24) Anche in questo testo troviamo termini che denotano sommo odio divino per i peccati appena indicati da Dio: “abominio” ,“la terra  … non vi vomiti” e “ho disgusto” con l’uso dell’ebraico quts che significa avere un odio profondo, orrore, vero disgusto … che si lega bene con “vomito” … Tra i peccati che Dio  abomina, odia e per cui la terra “rivomita” c’è il peccato impuro contro natura …

La Commissione non evidenzia questo radicale abominio divino per i peccati contro natura … un abominio mai rinnegato né nella Bibbia né nella Tradizione … e un abominio cui sono legati effetti così terribili.  Questo abominio implica ovviamente una radicale condanna divina per tale peccato e questo emerge da tutta la Scrittura e da tutta la Tradizione.

Guidata da Dio la comunità cristiana vive un legame profondo e duraturo che la unisce alle generazioni che l’hanno preceduta nel segno della vera fede, e in questo legame la Chiesa riafferma la condanna degli atti omosessuali.[15]

Dio, attraverso l’insegnamento della Chiesa che è in continuità organica con la visione della S. Scrittura e con la costante Tradizione condanna radicalmente l’attività omosessuale e in questa condanna occorre vedere il radicale abominio divino nei confronti dell’ attività omosessuale!

Questa condanna e questa detestazione divina, con tutte le pene connesse, per gli atti omosessuali, sono praticamente messe da parte nel testo della Commissione, essa infatti, come detto, quando presenta tale condanna e tale riprovazione di tali atti evita di nominare Dio. Tale omissione ha i suoi significativi risvolti che vedremo nelle prossime pagine.

 

 

c,2,1) Precisazioni sull’odio divino e sulla nostra imitazione di esso.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Riprendiamo quello che dicemmo nel primo volume riguardo ai vari tipi di odio e in particolare all’odio che è unito alla carità.

La Scrittura Santa riporta in vari passi la detestazione di Dio specialmente per alcuni peccati e per i peccatori e corrispondentemente essa riporta l’odio dei santi per i peccati e i peccatori.

Nei Salmi leggiamo …

“ … gli stolti non resistono al tuo sguardo. Tu hai in odio tutti i malfattori.  Tu distruggi chi dice menzogne. Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta.” ( Sal 5,6s)

“ Il Signore scruta giusti e malvagi, egli odia chi ama la violenza.” (Sal 11,5)

“… odio la banda dei malfattori” ( Sal. 26,5)

“ Quanto odio, Signore, quelli che ti odiano! Quanto detesto quelli che si oppongono a te! Li odio con odio implacabile, li considero miei nemici.” ( Sal 139,21s)

Nel libro della Sapienza leggiamo: “Perché a Dio sono ugualmente in odio l’empio e la sua empietà.”(Sap. 14,9)

Michel nel Grande Lessico del Nuovo Testamento[16], precisa efficacemente come va inteso l’odio di Dio verso varie realtà create, tra cui anche il peccatore, che la Bibbia in vari passi mette in evidenza (Dt. 12,31, ; 16,22; Ger. 44,4; Am. 5,21; Is. 1,14; Sap. 14,9; Sir. 12,6; 27,24 (LXX)), tale odio è ripudio del peccato, è lotta contro il peccato, è giudizio e rappresaglia contro il peccatore (colonna 331). L’articolo appena citato precisa anche che, come Dio, anche i giusti, stando con Dio, odiano il male cioè hanno in sé stessi un appassionato rifiuto del male o del malvagio (colonna 332); l’odio di cui qui si parla non è tanto un sentimento quanto un rifiuto del male e un’opposizione al male da parte della volontà e quindi dell’azione (colonna 333) anche nella tradizione rabbinica si trova un odio comandato contro alcuni peccatori: seduttori, epicurei etc. (col. 336 ss)

Nel Vangelo, prosegue Michel nell’articolo appena citato, chi vuole seguire Cristo deve odiare (Lc. 14,26; Mt. 10,37; Gv. 12,25) tutti coloro che d’altra parte deve amare tra le creature, compreso sé stesso, tale odio è cosciente rifiuto, distacco e rinuncia per essere legati esclusivamente a Cristo (colonna 343) in Ap. 2,6 si parla dell’odio di Gesù per le opere dei nicolaiti e in Eb. 1,9 si applica a Cristo l’odio per l’iniquità mettendo in evidenza il ministero di Cristo giudice e signore (colonna 344); in Giuda 23 si evidenza l’idea dell’odio voluto da Dio  che è messa in rilievo anche in Ap. 2,6. (colonna 349); anche nel N. T., conclude Michel, c’è un santo odio che è parte della vera carità verso tutti gli uomini (colonna 350).

Simili a quelle di O. Michel ma meno profonde sono le affermazioni di Briere riguardo all’odio in Dio e in noi secondo la Bibbia.[17]

Secondo s. Tommaso (“In psalmos Davidis expositio.”, Super Psalmo 24, n. 13) vi è:

1)  un buon “odio”per cui  viene odiato il peccato e il peccatore per la colpa e di questo odio parla il Salmo 138;

2) vi è un odio iniquo per cui si odia la natura o la giustizia e perciò si dice , nella Bibbia, “di odio iniquo mi hanno odiato” cioè ingiusto e senza causa  “perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge , poiché mi hanno odiato senza ragione”(Gv. 15).

Il buon odio si trova sommamente e metaforicamente in Dio, come spiega s. Tommaso : “Metaforicamente … si può dire che Dio odia certe cose. E questo per due motivi. Primo, perché Dio amando le cose, nel volere che esista il loro bene, vuole che il loro male non esista. …  Secondo, per il fatto che Dio vuole talora un bene maggiore il quale non può esistere, senza la soppressione del bene minore.”(“Somma contro i Gentili”, ed UTET, 2013, ebook, libro I c. 96)

Va precisato che l’odio è una passione e l’Impassibilità divina implica che in Dio non ci sono passioni; s. Tommaso spiega che, di per sé, nessuna passione degli affetti, che procede dalla parte sensitiva dell’uomo, può essere applicata a Dio che non ha sensi né conoscenza sensitiva[18]; ogni passione secondo che implica trasmutazione corporale è inapplicabile a Dio perché Egli non ha corpo[19]; le passioni appartengono ad esseri in potenza, ma Dio è purissimo Atto[20], quindi non ha passioni. L’odio di Dio è metaforico e si caratterizza come radicale opposizione al peccato e punizione giusta del peccatore che può giungere alla condanna alla dannazione. Si tratta di un “odio” che deriva dalla Carità divina perché Dio è Carità; il nostro odio deve ugualmente scaturire dalla carità ed essere partecipazione all’ odio metaforico che Dio ha verso il peccato e verso il peccatore e ci deve portare ad opporci sapientemente a tale peccato e quindi a coloro che lo commettono e in alcuni casi può giungere alla punizione del peccatore e anche all’uccisione dello stesso, si pensi al caso della legittima difesa nei confronti di un ingiusto aggressore, al caso della guerra giusta contro un ingiusto aggressore o al caso di giusta comminazione di pena capitale al reo di gravi crimini.

L’odio santo di cui parlo scaturisce dalla vera carità, come spiega s. Tommaso riportando una significativa affermazione di s. Gregorio: “Ut autem dominus demonstraret hoc erga proximos odium non de affectione procedere, sed de caritate, addidit  dicens adhuc  autem et  animam suam.  Constat ergo quia amando debet  odisse proximum qui sic eum odit sicut seipsum: seipsum: enim bene animam nostram odimus,  cum eius carnalibus  desideriis non acquiescimus,  cum  eius appetitum frangimus,  eius  voluptatibus reluctamur.”(Catena in Lc., cap. 14 l. 5.) Dunque vi è un “odio” (verso gli altri e verso noi stessi) che procede dalla carità e non dalla passione; colui che nella carità deve santamente “odiare” la sua anima (Gv 12,25) deve similmente “odiare” santamente il suo prossimo; per tale “odio” santo non accettiamo i desideri della carne, combattiamo contro i  piaceri delle nostre anime e frangiamo il desiderio peccaminoso delle nostre anime in noi; per tale santo “odio” dobbiamo sapientemente opporci ai peccati e al male in noi e negli altri.

Nella Somma Teologica s. Tommaso afferma: “Respondeo dicendum quod in peccatoribus duo possunt considerari, scilicet natura, et culpa.  … secundum naturam suam sunt ex caritate diligendi.  … secundum culpam, qua Deo adversantur, sunt odiendi quicumque peccatores, etiam pater et mater et propinqui, ut habetur Luc. XIV. Debemus enim in peccatoribus odire quod peccatores sunt, et diligere quod homines sunt beatitudinis capaces. Et hoc est eos vere ex caritate diligere propter Deum.”(II-II q. 25 a. 6)

Nei peccatori si possono considerare due cose: la natura e la colpa; per la loro natura essi devono essere amati con amore di carità, per la colpa, con la quale si oppongono a Dio, tutti i peccatori devono essere odiati, anche il padre, la madre e i parenti, come dice il Vangelo di Luca al cap. 14; infatti nei peccatori dobbiamo odiare il loro essere peccatori e amare il loro essere capaci della beatitudine, questo è amarli veramente in Dio con la carità.

Aggiunge s. Tommaso: “ … iniquos propheta odio habuit inquantum iniqui sunt, habens odio iniquitatem ipsorum, quod est ipsorum malum. Et hoc est perfectum odium, de quo ipse dicit, perfecto odio oderam illos. Eiusdem autem rationis est odire malum alicuius et diligere bonum eius. Unde etiam istud odium perfectum ad caritatem pertinet.”(II-II q. 25 a. 6 ad 1m)

Il profeta odiava i peccatori in quanto erano peccatori, avendo in odio la loro iniquità, che è il loro male. E questo è l’odio perfetto di cui egli stesso dice: “Con odio perfetto io li odierò” (Sl. 139,22).

La stessa regola prescrive di odiare il male di uno e amarne il bene. Perciò quest’odio perfetto appartiene alla carità.

Lo stesso s. Dottore spiega che in questa linea del s. odio unito alla s. carità vanno intese le imprecazioni bibliche contro i peccatori.(II-II q. 25 a. 6 ad 3m)

Vedemmo più sopra che: “L’uomo quindi per salvarsi bisogna che ami talmente Dio da indirizzare a lui tutti i suoi intenti e da non accogliere niente che reputi contrario al divino amore, e per conseguenza, per salvarsi, è necessario l’odio e l’abnegazione di se stesso.”[21] … è necessario l’odio santo di noi stessi in quanto peccatori … ed è necessario, in questa linea, l’odio santo degli altri in quanto peccatori; anche in questo dobbiamo avere Cristo come esempio: “Et ideo sciendum, quod in omnibus factis nostris factum Christi debet esse nobis exemplum. Deus enim diligit et odit. Quia in quolibet homine duo sunt consideranda: scilicet natura et vitium. Natura quidem in hominibus diligi debet, vitium vero odiri.”(“Collationes in decem praeceptis” a. 2) In tutto ciò che facciamo dobbiamo avere come esempio Cristo.

Dio, e quindi Cristo in quanto Dio, infatti odia e ama nell’uomo: ama la natura, odia il vizio; noi dobbiamo imitare Cristo anche in questo e perciò dobbiamo, in noi stessi e nel prossimo,  amare la natura, odiare il vizio. E questa verità è ribadita e precisata da s. Tommaso nel De virtutibus, q. 2 a. 8 ad 8. “Ad octavum dicendum, quod Deus non odit in aliquo quod suum est, scilicet bonum naturale vel quodcumque aliud, sed solum illud quod suum non est, scilicet peccatum; et sic etiam nos in hominibus debemus diligere quod Dei est, et odire quod est alienum a Deo;  et  secundum    hoc   dicitur  in   Psalm. CXXXVIII,  22:  perfecto odio oderam illos.”  Dio, e quindi Cristo, odia non ciò che è suo, cioè il bene, ma ciò che non è suo cioè il peccato e così anche noi dobbiamo amare, in noi e negli altri, ciò che è di Dio ed odiare ciò che è alieno da Dio cioè il peccato.

Questo si realizzava con somma perfezione in Cristo uomo per partecipazione somma alla carità e quindi al “santo odio” che abbiamo visto in Dio. La carità che risplende in Cristo, anche in quanto uomo, è una carità che santamente odia il peccato e santamente “odia” il peccatore secondo il Salmo 138 versetto 22; precisa  a riguardo il s. Dottore Angelico “Ad sextum dicendum, quod non  oderat  eos perfecto odio, nisi inquantum  Deo  inimici erant; hoc autem  est  inquantum peccabant; unde non  odiebat in  eis quos perfecto odio oderat,  nisi peccatum.” ( Super Sent., lib. 3 d. 30 q. 1 a. 1 ad 6.)

Il versetto  22 del Salmo 138 che parla di “odio” perfetto verso i nemici viene quindi interpretato da s. Tommaso nel senso che tale “odio” riguarda i loro peccati per i quali erano nemici di Dio.

Tale perfezione di odio santo era in Cristo sia come Dio che come uomo.

Egli, come uomo, volle assumere la passibilità, difatti l’anima sua soffriva i dolori del corpo e aveva le passioni umane, ma in Lui esse non inclinarono mai ad oggetti illeciti, non prevennero mai il giudizio della ragione, tanto meno poi travolsero la ragione.

In Cristo uomo vi era l’appetito sensitivo, ossia la sensualità, come s. Tommaso afferma chiaramente[22], anche in Lui tale appetito era distinto in concupiscibile e irascibile e ulteriormente si ritrovano in Cristo le affezioni di tale appetito, cioè le passioni, come dice chiaramente il s. Dottore[23].

Secondo s. Tommaso, più precisamente, in Cristo uomo vi erano le passioni ma vi erano diversamente da noi quanto a tre aspetti:

1) l’oggetto delle sue passioni non lo spingeva a compiere il peccato;

2) le sue passioni seguivano il giudizio della sua mente, della sua ragione, ed erano da tale giudizio orientate;

3) le sue passioni non tiravano a sé la ragione, come accade in noi, ma la lasciavano totalmente libera di compiere quello che conveniva. I moti naturalmente convenienti alla carne umana rimanevano nell’ appetito sensitivo di Cristo in modo che la ragione non veniva impedita a fare quelle cose che convenivano; perciò s. Tommaso accetta la dottrina per cui veramente Cristo ha incominciato a rattristarsi, in particolare nel Getsemani, ma, poiché tale passione non dominò nel suo animo, si dice che per propassione cominciò a rattristarsi, difatti si ha passione perfetta quando si intende che l’animo, ossia la ragione, è dominato da una tale affezione dell’appetito sensitivo, si ha propassione quando un tale dominio manca, quando cioè una tale affezione è iniziata nell’appetito sensitivo ma non si estende oltre[24] ; anche per propassione Gesù ha iniziato a temere[25].

In questa linea possiamo dire che Cristo patì sensibilmente e soffrì la tristezza e il timore, in Lui vi fu anche la meraviglia, non quanto alla scienza beata o quanto alla scienza infusa, ma quanto alla scienza sperimentale, altresì in Cristo vi fu l’ ira ma evidentemente una ira virtuosa, vale a dire quell’ira che è legata al santo zelo[26]; invece dobbiamo escludere in modo assoluto da Cristo l’ ignoranza e la concupiscenza, tali imperfezioni, infatti, sarebbero state sconvenienti alla sua missione[27].

Egli fu odiato con odio malvagio (cfr. Gv. 15) ma santamente “odiò” con l’ odio perfetto, pieno di perfettissimo amore, i peccatori ai quali appunto si oppose  in quanto operatori di male e per i quali diede anche la vita , per la loro salvezza. E questo santo odio, in Cristo era radicale e perseverante fino alla finale riprovazione del male, come possiamo capire da ciò che s. Tommaso precisa ulteriormente “Per hoc quod dicit odi intelligitur odium perfectum quo quis perseverat in detestationem mali usque ad finalem reprobationem ipsius,  de quo  dicitur  in Ps.  CXXXVIII,  22:  perfecto  odio oderam illos, scilicet malos, inquantum sunt peccatores.” (Super Rom., cap. 7 l. 3.) L’ “odio perfetto”, santo, è dunque quello per cui, imitando Dio, perseveriamo nel detestare il male fino alla riprovazione finale di esso e con tale odio dobbiamo odiare santamente i peccatori cioè gli altri e noi stessi  in quanto peccatori; questo santo e buon “odio” perfetto, come detto, fu pienamente in Cristo in quanto Dio e in quanto uomo e, per partecipazione a Lui, deve essere in noi. Occorre peraltro precisare che l’odio è una passione e come tale può essere buona o cattiva, la carità appunto ci aiuta ad usare l’odio in ordine al bene e in questo senso rende buona tale passione.

Cristo, in questa linea, odiò santamente i malvagi cioè si oppose radicalmente ai malvagi in quanto nemici di Dio e peccatori , si oppose al male che volevano compiere, ma li amò sommamente in quanto uomini creati da Dio e aventi per fine Ultimo il Paradiso. Per tale amore Cristo patì per loro appunto per convertirli e indirizzarli verso il Cielo.

La vera carità contiene dunque un santo e radicale “odio” per il peccato e per il peccatore, cioè una radicale opposizione al peccato e a chi vuole farlo.

In quanto partecipazione alla carità divina, la carità creata ci porta ad imitare Dio nell’amore per il bene e nella detestazione del male e ci porta anche ad amare e odiare maggiormente ciò che Dio ama e odia maggiormente.

Come scrissi nella mia tesi di dottorato: “… l’Eucaristia è il momento massimo di conversione e assimilazione dell’uomo a Cristo; perciò attraverso il Mistero Eucaristico sono sommamente riformate e santificate, in certo senso, la nostra sensualità e le nostre passioni. La vita spirituale, che si sviluppa per partecipazione a Cristo attraverso l’Eucaristia ci fa partecipare anche alla “perfezione” delle sue passioni, ci eleva in Lui a partecipare, in particolare, alle perfezioni divine della Gioia e dell’Amore e rende la nostra condizione, in certo modo, simile a quella dei nostri progenitori prima del peccato originale i quali avevano alcune passioni, dice s. Tommaso, ma esse erano totalmente sottomesse alla ragione[28].”[29]

La nostra vita spirituale si attua per partecipazione a Cristo, in Lui le nostre passioni, tra cui vi è l’odio, possono essere trasformate e ordinate al bene. Appunto in Cristo noi possiamo santamente odiare il peccato e il peccatore per partecipazione a Lui.

Afferma il Catechismo Tridentino al n. 249 :“…  come Dio è il primo dei beni da amare, così il peccato è il primo e il maggiore dei mali da odiare. Quindi, la stessa ragione che ci obbliga a riconoscere che Dio deve essere sommamente amato, ci obbliga anche a portare sommo odio al peccato. Ora, che l’amore di Dio si debba anteporre a ogni altra cosa, sicché non sia lecito peccare neppure per conservare la vita, lo mostrano apertamente queste parole del Signore: “Chi ama suo padre o sua madre più di me, non è degno di me” (Mt 10,37); “Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà” (Mt 16,25; Mc 8,35).”  (Dal  Catechismo Tridentino, ed. Cantagalli 1992, n.249)

La carità ci fa amare sommamente Dio e ci fa odiare sommamente il peccato quindi ci fa proporre di mai peccare.

Il Concilio di Trento afferma che colui che riflette su quelle esclamazioni dei santi: “Ho peccato contro te solo ed ho compiuto il male contro di te” (Sal 50, 6.); “sono stanco di gemere, vado lavando ogni notte il mio giaciglio”(Sal 6, 7); “ripenserò a tutti i miei anni, nell’amarezza della mia anima”(Is 38, 15.), e su altre simili, capirà facilmente che esse provenivano da un odio veramente veemente della vita passata e da una grande detestazione del peccato[30], cioè da una radicale detestazione dei peccati compiuti.

Il Concilio di Trento, come visto precisa anche che la contrizione che ha il primo posto tra gli atti del penitente è il dolore dell’animo e la detestazione del peccato commesso, con il proposito di non più peccare. Questa contrizione contiene non solo la cessazione del peccato e il proposito (di una vita nuova) e l’inizio di una nuova vita, ma contiene anche l’odio della vecchia vita, secondo le parole della S. Scrittura: Allontanate da voi tutte le vostre iniquità, con cui avete prevaricato e costruitevi un cuore nuovo ed un’anima nuova.(Ez 18, 31) [31]

S. Alfonso afferma :“Egli l’Eterno Verbo quanto amava il suo Padre, tanto odiava il peccato, di cui ben conoscea la malizia: onde per togliere il peccato dal mondo e per non vedere più offeso il suo amato Padre, egli era venuto in terra e s’era fatt’uomo, ed aveva intrapreso a soffrire una Passione ed una morte così dolorosa.”[32]

Il Catechismo di s. Pio X afferma in questa linea: “720. Perché il dolore deve essere sommo? Il dolore deve essere sommo, perché dobbiamo riguardare e odiare il peccato come sommo di tutti i mali, essendo offesa di Dio sommo Bene.”

L’atto di dolore che nel Catechismo di s. Pio X possiamo leggere è il seguente: “Mio Dio, mi pento con tutto il cuore de’ miei peccati, e li odio e detesto, come offesa della vostra Maestà infinita, cagione della morte del vostro divin Fígliuolo Gesù, e mia spirituale rovina. Non voglio più commetterne in avvenire e propongo di fuggirne le occasioni. Signore, misericordia, perdonatemi.”

S. Giovanni Paolo II, cambiando la parola odio con il suo sinonimo detestazione, disse: “Quanto all’umiltà, è evidente che senza di essa l’accusa dei peccati sarebbe un inutile elenco o, peggio, una proterva rivendicazione del diritto di commetterli: il “Non serviam”, per cui caddero gli angeli ribelli e il primo uomo perdette sé e la sua discendenza. L’umiltà invero si identifica con la detestazione del male … ”[33]

I santi, come s. Tommaso, che hanno amato veramente il prossimo in Cristo hanno santamente “odiato” il peccato ma anche il peccatore opponendosi a lui in quanto voleva peccare; i santi hanno amato e odiato maggiormente ciò che Dio amava e odiava maggiormente!

 

 

c,2,2) La detestazione cui siamo chiamati riguardo al peccato contro natura.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Le parole della S. Scrittura che indicano l’abominazione divina per i peccati contro natura indicano che anche l’uomo deve abominare tale peccato e deve santamente opporsi ad esso e a chi lo vuole compiere.

Riprendiamo uno dei passi visti più sopra: “Non rendetevi impuri con nessuna di tali pratiche, poiché con tutte queste cose si sono rese impure le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. La terra ne è stata resa impura; per questo ho punito la sua colpa e la terra ha vomitato i suoi abitanti. Voi dunque osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni e non commetterete nessuna di queste pratiche abominevoli: né colui che è nativo della terra, né il forestiero che dimora in mezzo a voi. Poiché tutte queste cose abominevoli le ha commesse la gente che vi era prima di voi e la terra è divenuta impura. Che la terra non vomiti anche voi, per averla resa impura, come ha vomitato chi l’abitava prima di voi, perché chiunque praticherà qualcuna di queste abominazioni, ogni persona che le commetterà, sarà eliminata dal suo popolo.” (Lev. 18,24ss)

In queste parole e in altre simili il Signore, quindi, non ci dice semplicemente il suo disgusto e la sua detestazione per tali pratiche ma ci sta dicendo che anche noi dobbiamo imitarlo in tale disgusto e tale abominazione.

Tale abominazione e detestazione non si oppone alla carità ma è parte di essa.

La vera carità contiene un santo e radicale “odio” per il peccato e per il peccatore, cioè una radicale opposizione al peccato e a chi vuole farlo; quindi la carità ci porta a santamente “odiare” l’adulterio, gli atti omosessuali e ogni peccato grave in noi stessi e negli altri.

La carità ci porta ad odiare in modo particolare il peccato contro natura che Dio, nella Scrittura mostra di odiare in modo particolare; infatti in quanto partecipazione alla carità divina, la carità creata ci porta ad imitare Dio nell’amore per il bene e nella detestazione del male e ci porta anche ad amare e odiare maggiormente ciò che Dio ama e odia maggiormente.

I santi, come s. Tommaso, che hanno amato veramente il prossimo in Cristo hanno santamente “odiato” il peccato ma anche il peccatore opponendosi a lui in quanto voleva peccare; i santi hanno amato e odiato maggiormente ciò che Dio amava e odiava maggiormente!

Dio ci vuole suoi imitatori e quindi ci mostra ciò che egli detesta perché anche noi possiamo detestarlo.

D’altra parte anche per far partecipare il suo popolo a questo abominio verso il peccato impuro e verso chi lo compie, l’ A. T. afferma chiaramente che coloro che cadono in tale peccato siano messi a morte (Lv. 18 e 20); cioè al santo odio divino per tale peccato deve corrispondere un attivo e santo odio degli uomini per esso e per chi lo attua.

Ugualmente le severissime pene ecclesiastiche comminate per tale peccato entrano in questa partecipazione, cui l’uomo è chiamato dal Signore, alla somma abominazione che Dio ha per tale peccato

La PCB non mette in evidenza con precisione né il radicale abominio divino per i peccati contro natura né il fatto che noi dobbiamo imitare tale abominio nell’opporci radicalmente e santamente a tale peccato e a chi vuole  attuarlo e diffonderlo.

Dio intervenga.

 

 

c,3)  La Commissione non offre precisazioni importanti circa l’inclinazione erotica omosessuale.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

La Commissione afferma: “Va subito rilevato che la Bibbia non parla dell’inclinazione erotica verso una persona dello stesso sesso, ma solo degli atti omosessuali.”

Questa affermazione non è precisa!

Dio attraverso tutta la Bibbia condanna radicalmente l’attività omosessuale, come visto, quindi ovviamente indica implicitamente come disordinata l’inclinazione erotica verso una persona dello stesso sesso.

Se gli atti omosessuali sono chiaramente vietati dalla Scrittura è evidente che secondo la stessa Scrittura è disordinata e tentatrice ogni tendenza che spinge a tali atti.

La prof.ssa Healy ha scritto: “… Old and New Testament texts also censure interior lustful passions, whether toward persons of the same or the opposite sex (e.g., Exod 20:17; Deut 5:21; Matt 5:28; Rom 1:26–27; Eph 4:22; 1 Thess 4:5; 2 Pet 2:10).”

I testi dell’ Antico e Nuovo Testamento condannano le passioni interiori di lussuria (Es. 20,17; Dt. 5,21; Matt. 5,28; Rm. 1,26-27; Ef. 4,22; 1 Ts. 4,5; 2Pt. 2,10)

In particolare la seconda Lettera di Pietro al cap. 2 non condanna solo gli atti ma anche il desiderio disordinato di essi, Keating, un esegeta cattolico nel suo commentario afferma:  “The final phrase of this section is difficult. Peter says that this judgment falls especially upon those who follow the flesh with its depraved desire and show contempt for lordship.[172] The condemnation of “disordered desire” marks the entire letter (1:4; 2:10, 18; 3:3) and is one of the most serious failings of the false teachers.”[34]

Pietro afferma che il giudizio divino ricade soprattutto su coloro che seguono la carne con i suoi desideri depravati e mostrano disprezzo per la signoria di Dio.

La condanna del “desiderio disordinato” segna l’intera lettera (1, 4; 2,10.18; 3, 3) ed è uno dei più gravi fallimenti dei falsi maestri. Il desiderio disordinato e contro natura dei sodomiti è stato giustamente e terribilmente punito da Dio.

Appunto in questa linea il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 2358: “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova.”

La Congregazione per la Dottrina della Fede affermò: “Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata. Pertanto coloro che si trovano in questa condizione dovrebbero essere oggetto di una particolare sollecitudine pastorale perché non siano portati a credere che l’attuazione di tale tendenza nelle relazioni omosessuali sia un’opzione moralmente accettabile. … le persone omosessuali …. quando si impegnano in un’attività omosessuale … rafforzano al loro interno una inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall’autocompiacimento. …”[35]

Conclusione: le affermazioni magisteriali appena viste sono profondamente radicate nella Bibbia che evidentemente ritiene come disordinata e tentatrice la tendenza a compiere atti omosessuali; la Commissione con le sue parole imprecise offre chiaramente un appoggio per coloro che si oppongono a tali affermazioni magisteriali e negano che l’omosessualità sia intrinsecamente disordinata.

 

 

c,4) La motivazione profonda della condanna degli atti omosessuali è presentata dalla Commissione in modo superficiale, manca la dimensione fondamentale, cristologica, di tale condanna: Cristo ci chiama alla vita nello Spirito e quindi alla castità e alla vittoria su satana.

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Per la Commissione la motivazione profonda della condanna degli atti omosessuali si può ritenere che risieda nella tutela e promozione di una sessualità aperta alla procreazione in conformità di Gen. 1,28; inoltre il sistema della diversità e della complementarità fissato da Dio Creatore ha la sua chiave di volta nella differenza tra uomo e donna il suo valore viene quindi contraddetto e minacciato dagli atti omosessuali (p. 165-6)

Gli atti omosessuali si oppongono chiaramente alla parola di Dio che afferma:”Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra” ( Gen 1,28 ).

La Commissione dà una motivazione in certo modo superficiale, però, perché manca di vedere la profonda motivazione cristologica che sta dietro tale condanna: quando Dio ha offerto agli israeliti la sua Legge l’ha offerta in ordine a Cristo; il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “La Legge antica è una preparazione al Vangelo. … Essa profetizza e presagisce l’opera della liberazione dal peccato che si compirà con Cristo … La Legge infine viene completata dall’insegnamento dei libri sapienziali e dei profeti, che la orientano verso la Nuova Alleanza e il regno dei cieli.”( Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1964)

Come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Dio, attraverso tutte le parole della Sacra Scrittura, non dice che una sola Parola, il suo unico Verbo, nel quale esprime se stesso interamente. (Cf Eb 1,1-3.) … ”  (Catechismo della Chiesa Cattolica n.  102)

S. Agostino diceva: “Tutto nelle Scritture parla di Cristo; purché ci siano orecchi ad ascoltare.”[36]

La profonda motivazione cristologica che sta dietro tale condanna della pratica omosessuale è che l’uomo è chiamato ad amare come Cristo ha amato, sotto la guida dello Spirito Santo, cioè in santa castità; s. Giovanni afferma: “Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato.” ( cfr. 1 Gv. 2), Gesù stesso dice: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.”(Gv. 15,12)

Cristo ha vissuto in pienezza la Legge: “ Gesù, il Messia d’Israele, … aveva il dovere di osservare la Legge, praticandola nella sua integralità fin nei minimi precetti, secondo le sue stesse parole. Ed è anche il solo che l’abbia potuto fare perfettamente (Cf Gv 8,46.).” (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 578)

Cristo ha osservato in pienezza la Legge: “ L’adempimento perfetto della Legge poteva essere soltanto opera del divino Legislatore nato sotto la Legge nella Persona del Figlio.( Cf Gal 4,4)… ”.(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 580)

Dice ancora lo stesso Catechismo “La legge morale trova in Cristo la sua pienezza e la sua unità. Gesù Cristo in persona è la via della perfezione. …  « Il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede » (Rm 10,4).”( Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1953)

Ulteriormente nello stesso testo leggiamo: “La sequela di Gesù implica l’osservanza dei comandamenti. La Legge non è abolita, ma l’uomo è invitato a ritrovarla nella persona del suo Maestro, che ne è il compimento perfetto.”( Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2053)

Ancora lo stesso Catechismo afferma “Quando crediamo in Gesù Cristo, comunichiamo ai suoi misteri e osserviamo i suoi comandamenti, il Salvatore stesso viene ad amare in noi il Padre suo ed i suoi fratelli, Padre nostro e nostri fratelli. La sua persona diventa, grazie allo Spirito, la regola vivente ed interiore della nostra condotta.” ( Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2074)

La motivazione profonda, cristologica, delle affermazioni del Levitico suddette, che condannano gli atti omosessuali, è dunque che Dio chiama l’uomo attraverso Cristo a vivere la Legge in Lui e con Lui, guidato dal suo Spirito; Dio chiama l’uomo a lasciarsi guidare, in Cristo, dallo Spirito Santo (Rm. 8,14) e lo Spirito Santo guida l’uomo ad una vita divinizzata, nella purezza e nella castità, una vita che è radicalmente opposta alla pratica omosessuale ( 1 Cor. 6,9; 1 Tim1,10; Rm. 1, 26-27; 2 Pt. 2, 6 -10; Giuda 5-7 ) (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 1965s. 1972)

Nella sesta beatitudine Cristo proclama: “ Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio “ (Mt 5,8).

Cristo è sommamente puro di cuore.  I “puri di cuore” sono coloro che, in Cristo e con Cristo, hanno accordato la propria intelligenza e la propria volontà alle esigenze della santità di Dio, in alcuni ambiti soprattutto: la carità, la castità o rettitudine sessuale, (Cf 1 Ts 4,7; Col 3,5; Ef 4,19.) l’amore della verità e l’ortodossia, cioè rettitudine, della fede.( Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2518)

Gesù è venuto a restaurare l’uomo, è venuto a ricreare in lui la somiglianza divina perché possa vivere in pienezza la santità e quindi la castità, Cristo è sommamente casto e ci dona di essere pienamente casti in Lui, il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 2336: “Gesù è venuto a restaurare la creazione nella purezza delle sue origini.”

Gesù è venuto a riportare l’uomo alla purezza delle sue origini, prima del peccato originale, alla piena somiglianza con Dio; in Cristo l’uomo è elevato alla vita di grazia, vita soprannaturale, e può essere pienamente casto. Cristo è sommamente casto e attraverso i Sacramenti ci immerge nella sua perfezione e ci chiama a partecipare ad essa che è radicalmente opposta ai peccati impuri contro natura.

Lo Spirito Santo guida, in questa linea, l’uomo a convertirsi dai peccati impuri e soprattutto dai peccati contro natura; lo Spirito Santo guida gli uomini ad aiutare i peccatori alla conversione e quindi guida ad aiutare coloro che commettono atti impuri contro natura a convertirsi.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma ai nn. 2348s.: “ Ogni battezzato è chiamato alla castità. Il cristiano si è rivestito di Cristo, (Cf Gal 3,27.) modello di ogni castità. Tutti i credenti in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato di vita. Al momento del Battesimo il cristiano si è impegnato a vivere la sua affettività nella castità.”

Cristo sommamente santo e casto ci dona di vivere in Lui la santità e la castità, in Cristo è possibile essere casti e quindi non cadere in adulterio o in altro peccato contro il sesto o il nono comandamento. Con il dono della castità, che Cristo ci fa, si realizza una perfetta integrazione della sessualità nella persona, secondo il progetto divino,  e conseguentemente  si compie l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale. (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2337)

Più a fondo possiamo dire che la  motivazione, cristologica, delle affermazioni del Levitico, è che l’uomo è chiamato da Dio  ad una vita divinizzata, in Cristo, nella purezza e castità, sotto l’azione dello Spirito Santo.

Il progetto originario di Dio era la divinizzazione dell’uomo: “Costituito in uno stato di santità, l’uomo era destinato ad essere pienamente « divinizzato » da Dio nella gloria. Sedotto dal diavolo, ha voluto diventare « come Dio » (Gn 3,5), ma « senza Dio e anteponendosi a Dio, non secondo Dio »[37].”(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 398) Tale divinizzazione era nella purezza e santità.

Cristo è venuto appunto per riportare l’uomo alla divinizzazione nella purezza e santità: “Il Verbo si è fatto carne perché diventassimo « partecipi della natura divina » (2 Pt 1,4): « Infatti il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio ».[38] « L’unigenito […] Figlio di Dio, volendo che noi fossimo partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura, affinché, fatto uomo, facesse gli uomini dei »[39].”(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 460)

Satana, che ha sedotto l’uomo al principio, lo guida ancora, come allora, ad una falsa divinizzazione nel peccato e soprattutto nel peccato grave e la pratica omosessuale è peccato molto grave; la prima lettera di Giovanni è illuminante a questo riguardo: “Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.”(1 Gv. 3,8) Il diavolo fin dall’inizio tenta gli uomini a camminare fuori dalla Legge di Dio (Gen.3) quindi tenta l’uomo anche a praticare atti omosessuali.

Cristo è venuto per liberare l’uomo dalle opere del diavolo cioè dai peccati, quindi anche dagli atti  omosessuali, e per divinizzare l’uomo stesso.

Questo lo hanno capito molto bene gli Apostoli e tutta la Tradizione, visto che, in maniera chiarissima, sotto la guida dello Spirito Santo e in nome di Cristo hanno sempre invitato gli uomini alla vita divina in Cristo e alla lotta contro le tentazioni di satana e perciò hanno sempre condannato radicalmente la pratica omosessuale come peccato molto grave.

Significativamente, in questa linea, prima del Battesimo i catecumeni devono rinunciare a satana e una delle domande che vengono premesse a tale rinuncia è questa: “Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?” …in questa rinuncia è ovviamente contenuta la rinuncia ad ogni peccato di omosessualità.

Nella I Lettera di Giovanni leggiamo “In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.” (1 Giovanni 3, 10)

Chi segue il diavolo, chi si lascia guidare dalle sue tentazioni, diventa parte della sua schiera, diventa in certo modo “suo figlio” e cammina verso la dannazione, dice s. Tommaso ” … sola caritas est, quae distinguit inter filios Dei et filios Diaboli” (Solo per la carità si distinguono i figli di Dio dai figli di satana) (Super Mt. [rep. Leodegarii Bissuntini], cap. 7 l. 2.) Cioè chi ha la carità è figlio di Dio, chi non la ha è figlio di satana.

S. Alfonso riporta un’affermazione significativa di s. Tommaso: “Dice s. Tommaso (In Iob. c. 31. ) che per ogni vizio l’uomo si allontana da Dio; massimamente si allontana per il vizio disonesto: Per luxuriam maxime recedit a Deo.”[40]

Il testo di s. Tommaso afferma precisamente : “ … per peccatum luxuriae homo maxime videtur a Deo discedere”. (In Iob c. 31)

Lo stesso s. Tommaso ha anche detto: “Diabolus dicitur maxime gaudere de peccato luxuriae, quia est maximae adhaerentiae, et difficile ab eo homo potest eripi, insatiabilis est enim delectabilis appetitus ut philosophus dicit, in III Ethic.” (I-II, q. 73 a. 5 ad 2) Il demonio si compiace massimamente di questo vizio, perché si lega massimamente all’anima umana e quelli che l’hanno difficilmente se ne possono liberare, l’appetito dilettevole dell’uomo, infatti, è insaziabile.

Satana spinge l’uomo alla lussuria e quindi agli atti omosessuali perché sa che con essi l’uomo si allontana massimamente da Dio e diventa massimamente figlio di satana.

Dio anche attraverso il divieto assoluto della lussuria e dell’attività omosessuale ci chiama alla piena divinizzazione, nella purezza, solo in Cristo, che è l’uomo per eccellenza, l’uomo vive in pienezza la sua umanità ma appunto tale pienezza si realizza nella purezza e quindi nel totale ripudio degli atti contro natura. La Commissione non mette in evidenza questa profonda motivazione cristologica che sta alla base del divieto degli atti omosessuali e che fa emergere in modo molto chiaro, forte e luminoso l’ assoluta bontà e la validità, per noi e per tutti gli uomini, di tale divieto.

Dimenticando questa profonda motivazione cristologica la Commissione ha attuato anche una deviazione da ciò che leggiamo nella presentazione, realizzata dal Cardinale Ladaria, dello stesso documento, infatti in essa il porporato spagnolo ha ricordato che: “solamente nel mistero del Verbo Incarnato trova luce il mistero dell’uomo” (Gaudium et Spes, § 22).

 

 

c,5) La Commissione  afferma che il “motivo dell’omosessualità” non è evocato nei Vangeli ma le cose non stanno precisamente così …

 

Dio ci illumini sempre meglio.

La Commissione  afferma che il “motivo dell’omosessualità” non è evocato nei Vangeli (n. 191) e ciò è una significativa imprecisione perché in realtà il Vangelo ne parla abbondantemente, come abbiamo già visto e come vedremo.

Certamente il Vangelo non usa le parole specifiche di condanna della omosessualità che troviamo in s. Paolo e ciò, secondo p. Gilbert, è dovuto, probabilmente, al fatto che il giudaismo del periodo di Cristo non era affetto da questo tipo di tendenza, che peraltro aborriva[41] tuttavia abbiamo già detto, qualche paragrafo più sopra, che tutta la Bibbia, condanna radicalmente gli atti omosessuali, ciò significa che anche tutto il Vangelo ne parla e li condanna!

Anzitutto faccio notare che si trova un solo passo del Vangelo che sia favorevole all’omosessualità, ma questo la Pontificia Commissione Biblica (PCB) non lo sottolinea!

Ricordo inoltre che Cristo ha detto: “Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosè e l’insegnamento dei profeti. Io non sono venuto per abolirla ma per compierla in modo perfetto.”(Mt. 5,17) Cristo non è venuto per abolire la condanna della legge divina contro il peccato omosessuale ma anzi è venuto per rendere tale condanna più perfetta affermando che anche il consenso al desiderio di compiere atti impuri è peccato grave.

S. Paolo, gli altri agiografi del Nuovo Testamento che hanno scritto e rinnovato la condanna all’omosessualità e tutta la Tradizione avevano capito molto bene che Cristo ribadiva e rafforzava la condanna degli atti impuri contro natura.

Lo Spirito Santo, cioè lo Spirito di Cristo, non ha taciuto riguardo all’omosessualità, ma la ha condannata nettamente e sempre, anche attraverso gli Apostoli e i loro successori, appunto nella linea fissata dall’A. T. e precisata da Cristo, come detto, ed era ovviamente Cristo stesso a parlare in loro, lui che, come visto, ha detto: “Chi ascolta voi ascolta me.” (Luca 10,16)

La portata delle parole di Cristo fissate nel Vangelo con le quali ha invitato a seguire lo Spirito Santo nella Legge di Dio e ha condannato i vari peccati è stata già precisata, da Cristo stesso, attraverso le parole degli Apostoli e della Tradizione sicché possiamo affermare con sicurezza che nelle parole di Cristo stesso presenti nel Vangelo dobbiamo leggere una netta e invalicabile condanna della pratica omosessuale.

Nel suo ribadire il comando di amare Dio con tutto il cuore l’anima etc. (Mc 12,29ss) Cristo affermava ovviamente la necessità di osservare la norma di Lev. 18,22 che proibisce la pratica omosessuale e questo lo hanno capito molto bene gli Apostoli e lo hanno ribadito nelle lettere del Nuovo Testamento , questo lo hanno capito molto bene i Padri, i Dottori e il Magistero che appunto hanno affermato in nome di Cristo che tale pratica è gravemente peccaminosa; la Tradizione è chiarissima  nell’affermare in nome di Cristo che tale pratica è gravemente peccaminosa e che quindi tale pratica è contraria alle parole di Cristo.

Inoltre attraverso le parole di Cristo: “ Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre” (Marco 10,19) Cristo stesso ovviamente ribadisce la necessità di osservare tutti i comandamenti al fine di salvarsi, anche se ne nomina solo alcuni; tra i comandamenti fissati nella Scrittura vi è quello di Lev. 18,22 che proibisce i peccati impuri contro natura. Con tali parole, ovviamente, Cristo ha chiaramente ribadito la necessità di seguire la Legge divina e quindi di evitare gli atti omosessuali; questo lo hanno capito molto bene gli Apostoli e tutta la Tradizione, visto che in maniera chiarissima e in nome di Cristo hanno sempre invitato i fedeli a seguire i divini comandi, a vivere nella castità e a fuggire il peccato impuro contro natura.

Solo chi manca dello Spirito Santo può pensare che Gesù abbia detto nel passo appena visto: devi vivere secondo tutti i comandamenti tranne quello che comanda di non commettere i peccati impuri contro natura.

Nel suo ribadire più generalmente la necessità di non peccare, Cristo affermava ovviamente la necessità di non cadere nel peccato impuro contro natura condannato in particolare da Lev. 18,22 e questo lo hanno capito molto bene gli Apostoli e lo hanno ribadito nelle lettere del Nuovo Testamento, questo lo hanno capito molto bene i Padri , i Dottori e il Magistero che appunto hanno affermato in nome di Cristo che gli atti omosessuali sono molto gravemente peccaminosi;  la Tradizione è chiarissima  nell’affermare in nome di Cristo che tale pratica è gravemente peccaminosa e che perciò va fuggita.

Perciò nelle parole di Cristo alla donna adultera: “μηκέτι ἁμάρτανε” , “non peccare più” (Gv. 8) era, ovviamente, incluso il comando: non commettere atti impuri contro natura; Gesù accettava pienamente l’A. Testamento e quindi Lev. 18,22, questo lo hanno capito molto bene gli Apostoli e tutta la Tradizione, visto che in maniera chiarissima e in nome di Cristo hanno condannato il peccato omosessuale. È ovviamente un errore gravissimo, per non dire una vera e propria eresia, dire che in tale affermazione di Cristo non sia incluso il comando: non commettere atti impuri contro natura, nella linea di Lev. 18,22.

La portata delle parole di Cristo: “convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15) include ovviamente anche la necessità di convertirsi dal peccato impuro contro natura, peccato molto grave, e di vivere secondo il Vangelo nella castità; il verbo μετανοέω infatti indica una conversione non solo mentale ma anche morale dal peccato[42] questo lo hanno capito molto bene gli Apostoli e tutta la Tradizione, visto che in maniera chiarissima e in nome di Cristo hanno sempre condannato radicalmente la pratica omosessuale come peccato molto grave e hanno sempre chiamato coloro che praticavano l’omosessualità alla necessaria conversione.

Solo chi manca dello Spirito Santo può pensare che Gesù abbia detto: dovete vivere secondo tutti i comandamenti tranne quello che comanda di non commettere i peccati impuri contro natura …

Solo chi manca dello Spirito Santo può pensare che Gesù abbia detto: dovete convertirvi da tutti i peccati tranne che dai peccati impuri contro natura.

Inoltre in Marco 7,22 Cristo condanna evidentemente l’ ἀσελγείᾳ, (sfrenatezza, lascivia, lussuria) e la portata di tali parole si estende alla condanna anche degli atti omosessuali perché è un termine che indica generalmente tutte le forme di peccati sessuali[43]; s. Pietro (2 Pt. 2, 7-8) usa questo termine per indicare l’immoralità contro natura dei sodomiti.

Il suddetto termine ἀσελγείᾳ include dunque chiaramente in sé anche gli atti omosessuali.

Il termine ἄνομος (uomo senza legge, violatore della Legge) che Cristo pronuncia in Luca 22,37 e che implica la condanna divina per l’ ἄνομος, include in sé anche coloro che praticano atti omosessuali visto che la Legge condanna nettamente tali atti, s. Pietro indica con questo nome gli atti dei sodomiti (2 Pt. 2, 7-8).

Nel Vangelo, Cristo quando parla generalmente di peccati della carne come in Mt. 15,19 o Mr. 7,21 usando il termine πορνεία certamente include in essi anche i peccati impuri contro natura, che sono i più turpi tra i peccati “carnali”.

Infatti, come spiega Zorell[44], in questa linea, il termine πορνεῖα (fornicazione) con le parole ad esso collegate indica più generalmente ogni peccato impuro … quindi anche il peccato impuro contro natura infatti, come spiegano F. Hauck e S. Schulz[45], sebbene in origine questo gruppo di termini si riferisse più direttamente alla prostituzione, già nel tardo giudaismo “ πóρνηῖα” e i termini ad esso collegati assumono un significato più ampio che indica più generalmente ogni peccato impuro e che include anche il peccato impuro contro natura.  In questa linea, ad es. Ap. 21,8 usa uno di tali termini per indicare come tutti coloro che si macchiano di peccati impuri, cioè gli “immorali”, sono destinati alla dannazione eterna; ovviamente in questi sono inclusi coloro che praticano l’omosessualità.

Il Cristo che condannava i peccati non è un altro Dio rispetto a Colui che parlava attraverso Paolo per condannare l’omosessualità, e il Cristo che parla nel Vangelo è lo stesso di cui parla s. Paolo quando afferma: non sono più io che vivo ma Cristo vive in me (Gal. 2,20). La vita e gli scritti di s. Paolo non sono altro che il prolungamento della vita e delle parole di Cristo stesso. Attraverso Paolo parla Cristo! Il Vangelo continua nelle lettere di s. Paolo e negli altri testi del Nuovo Testamento, perciò Cristo ha potuto affermare: “Chi ascolta voi ascolta me.” (Luca 10,16) … e appunto lo stesso s. Paolo e poi s. Pietro e s. Giuda e tutti gli Apostoli e i Dottori e i santi, in Cristo e nello Spirito di Cristo, hanno condannato radicalmente e sempre l’omosessualità praticata e Cristo l’ha condannata attraverso loro: “Chi ascolta voi ascolta me.” (Luca 10,16)

Più generalmente, come detto, dobbiamo ribadire che tutta la Bibbia e ogni suo passo, quindi tutto il Vangelo e ogni suo passo, in quanto la Sacra Scrittura è un solo libro (cfr. Catechismo della Chiesa cattolica n. 112) che ha per Autore Dio (cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. “Dei Verbum”, 11: AAS 58 (1966) 822-823), condanna la pratica omosessuale.

In conclusione: le affermazioni della PCB sull’omosessualità nei Vangeli appaiono superficiali  e fondamentalmente false, come detto. Tutta la Bibbia e in essa tutto il Vangelo insegnano direttamente o indirettamente, negativamente o positivamente la grave immoralità degli atti contro natura.

 

 

c,6)  Nella trattazione che fa la PCB, all’appello dei testi che condannano più direttamente l’omosessualità nel Nuovo Testamento ne manca qualcuno … anzi ne mancano molti …

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Quanto abbiamo visto nel precedente paragrafo ci porta a capire che tutta la Bibbia e quindi tutto il N. Testamento insegnano direttamente o indirettamente, negativamente o positivamente la grave immoralità degli atti contro natura.

Nei prossimi paragrafi vedremo come altri testi del Nuovo Testamento, oltre ai Vangeli e ai testi più direttamente citati dalla Commissione, condannano direttamente ma più genericamente tali atti.

Diciamo subito che , come afferma, R. Penna la mancanza di molti testi cristiani direttamente e specificamente contrari all’omosessualità  va cercata “.. non in un atteggiamento permissivo al riguardo, ma nel fatto che l’omosessualità è già tradizionalmente condannata in ambito giudaico, al quale in pratica tutti i primi scrittori cristiani sono debitori, e che altrettanto in ambito greco essa è bollata dalla predominante filosofia stoica come contraria alla natura. Così, per rimanere nel secolo I, Filone Alessandrino, che è il massimo esponente del giudaismo ellenistico, a più riprese nei suoi trattati riprova la sodomia e la pederastia in quanto «accoppiamenti illeciti» (Su Abramo 135) e coloro che le praticano come «nemici della natura» (Delle leggi speciali 3,36) … Il Nuovo Testamento quindi non aveva una particolare battaglia da condurre su questo fronte, dovendo soltanto allinearsi alle posizioni correnti nel mondo culturale del secolo I.”[46]

Quello che dice il prof. Penna ci fa capire perché solo pochi passi del N. T. parlino più direttamente  e specificamente di atti omosessuali, dobbiamo però aggiungere e sottolineare che più direttamente ma genericamente molti passi del Nuovo Testamento condannano tali atti.

Anzitutto va notato, a riguardo, come il testo della Commissione lasci da parte due testi che pure aveva citato in modo marginale quando parlava del peccato di Sodoma, sono due testi tratti uno dalla lettera di Giuda e uno dalla seconda lettera di Pietro, Quando parla più ampiamente del Nuovo Testamento in riferimento all’omosessualità, la Commissione ignora questi due passi, eppure essi contengono una doppia importante condanna al peccato contro natura. Preciso che torneremo più avanti ad esaminare più a fondo questi e testi con le loro forti affermazioni allorché criticheremo le affermazioni della Commissione circa il peccato di Sodoma, ci fermiamo però già ora su di essi perché sono molto significativi in relazione a ciò che sto dicendo in questa parte. Vedremo qui di seguito prima un passo della Lettera di Giuda, poi andremo ad altri testi del Nuovo Testamento e quindi esamineremo un passo della seconda Lettera di Pietro.

Concludo sottolineando che attraverso gli Apostoli e gli agiografi parla e si manifesta Cristo! Cristo ha potuto affermare: “Chi ascolta voi ascolta me.” (Luca 10,16). Tutti gli scrittori sacri del Vecchio e Nuovo Testamento e con essi s. Paolo e poi s. Pietro e s. Giuda e tutti gli Apostoli e i Dottori e i santi, in Cristo e nello Spirito di Cristo, hanno condannato radicalmente e sempre l’omosessualità praticata e Cristo l’ha condannata attraverso loro: “Chi ascolta voi ascolta me.” (Luca 10,16); attraverso il Nuovo Testamento, in particolare, parla più direttamente il Verbo Incarnato che è somma purezza e che è radicalmente opposto ai peccati contro natura, attraverso le parole del Nuovo Testamento parla il Cristo che abomina radicalmente tale peccato e che manifesta appunto attraverso i testi neotestamentari tale sua radicale abominazione; attraverso i testi del Nuovo Testamento parla il Cristo che desidera sommamente la conversione di coloro che sono dediti ai peccati di omosessualità e che è morto proprio perché si attui tale conversione.

 

 

c,6,1) Un significativo passo della lettera di Giuda.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Il testo della Lettera di Giuda che ci interessa è il seguente: “ Ora io voglio ricordare a voi, che gia conoscete tutte queste cose, che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d’Egitto, fece perire in seguito quelli che non vollero credere,  e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno.  Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.”( Giuda 5-7 )

Il testo greco è il seguente: “Ὑπομνῆσαι δὲ ὑμᾶς βούλομαι, εἰδότας ὑμᾶς ἅπαξ πάντα ὅτι Ἰησοῦς λαὸν ἐκ γῆς Αἰγύπτου σώσας τὸ δεύτερον τοὺς μὴ πιστεύσαντας ἀπώλεσεν,  ἀγγέλους τε τοὺς μὴ τηρήσαντας τὴν ἑαυτῶν ἀρχὴν ἀλλ’ ἀπολιπόντας τὸ ἴδιον οἰκητήριον εἰς κρίσιν μεγάλης ἡμέρας δεσμοῖς ἀϊδίοις ὑπὸ ζόφον τετήρηκεν,  ὡς Σόδομα καὶ Γόμορρα καὶ αἱ περὶ αὐτὰς πόλεις τὸν ὅμοιον τρόπον τούτοις ἐκπορνεύσασαι καὶ ἀπελθοῦσαι ὀπίσω σαρκὸς ἑτέρας, πρόκεινται δεῖγμα πυρὸς αἰωνίου δίκην ὑπέχουσαι. ”[47]

Ecumenio nel suo commento[48] a questo testo di Giuda mette in evidenza la condanna agli atti omosessuali.

Precisa, riguardo alle parole appena viste di Giuda, il “Greek-English lexicon of the New Testament: based on semantic domains” che  “ἀπελθοῦσαι  ὀπίσω σαρκο͂ς ἑτέρας” significa  essenzialmente praticare omosessualità.[49] La Revised Standard Edition del 1966 traduce  queste parole ugualmente nel senso appena visto: esse riguardano peccati contro natura; la “New Jerusalem Bible” ugualmente traduce “who with the same sexual immorality pursued unnatural lusts” cioè con uguale immoralità sessuale sono andate dietro a vizi contro natura, la Bibbia CEI del 2008 ugualmente traduce nel senso appena indicato : “sono andate dietro a vizi contro natura” cioè vizi omosessuali.

Sodoma e le città vicine, come spiega il testo, si sono abbandonate all’impudicizia: ἐκπορνεύσασαι; il prefisso ἐκ indica una lussuria che si riempie, si soddisfa completamente[50]

Il commentario della Lettera di Giuda realizzato nella “The Anchor Bible” nel 1993 sottolinea come il peccato di Sodoma indicato da Giuda è peccato di omosessualità.[51]

Nel Nuovo Grande Commentario Biblico laddove si tratta della lettera di Giuda e dei versetti 5-7 si dice chiaramente che Giuda indica i peccati di omosessualità di Sodoma con quelle parole : “ sono andati dietro a vizi contro natura”, tali parole si collegano con quanto si legge nella Genesi (Gen. 19,4-8)[52]. Anche il commentario del prof. G. Marconi a questi versetti mette in evidenza che in essi viene condannato il peccato di pederastia e sodomia, Marconi mette in evidenza in questa linea il legame tra il testo di Giuda e le tradizioni giudaiche che appunto indicano il peccato di Sodoma come peccato di omosessualità[53]. Le tradizioni rabbiniche che indicano il peccato di Sodoma come un peccato di omosessualità sono raccolte in un importante testo di Billerbeck e Strack[54].

Anche G. L. Green mette in evidenza come il testo di Giuda si riferisce al peccato di Sodoma come ad un peccato di tipo omosessuale[55].

Il verbo ἐκπορνεύω, presente nel testo di Giuda, è usato 47 volte nella Settanta, 1 volta nel Nuovo Testamento e significa commettere fornicazione, prostituirsi, in vari casi questo verbo traduce il verbo ebraico zanah  che a sua volta significa prostituirsi, commettere fornicazione , essere infedeli a Dio.

Questo verbo si collega a πορνεία la cui portata, come vedemmo più sopra, include anche i peccati impuri contro natura, che sono i più turpi tra i peccati “carnali”.

Infatti, come spiega Zorell[56],  il termine πορνεῖα (fornicazione) con le parole ad esso collegate indica più generalmente ogni peccato impuro … quindi anche il peccato impuro contro natura infatti, come spiegano F. Hauck e S. Schulz[57], sebbene in origine questo gruppo di termini si riferisse più direttamente alla prostituzione, già nel tardo giudaismo “ πóρνηῖα” e i termini ad esso collegati assumono un significato più ampio che indica più generalmente ogni peccato impuro e che include anche il peccato impuro contro natura.  In questa linea, ad es. Ap. 21,8 usa uno di tali termini per indicare come tutti coloro che si macchiano di peccati impuri, cioè gli “immorali”, sono destinati alla dannazione eterna; ovviamente in questi sono inclusi coloro che praticano l’omosessualità.

Il commentario dell’Università di Navarra afferma riguardo al testo della lettera di Giuda in oggetto: “ … las perversiones de Sodoma y Gomorra (Gn   18,16ss.) son prototipo de impureza. El v.   7 es una condena explícita de la homosexualidad (cfr Rm   1,24-27; 1   Co   6,9; 1   Tm   1,10). Apoyándose en estos y otros textos de la Escritura, «la Tradición ha declarado siempre que “los actos homosexuales son intrínsecamente desordenados” (Cong. Doctrina de la Fe, Persona humana, n.   8). Son contrarios a la ley natural. Cierran el acto sexual al don de la vida. No proceden de una complementariedad afectiva y sexual verdadera. No pueden recibir aprobación en ningún caso» (Catecismo de la Iglesia Católica, n.   2357).[58]

Le perversioni di Sodoma e Gomorra (Gn 18,16 ss.) sono un prototipo della lussuria. Il v. 7 della lettera di Giuda è una condanna esplicita dell’omosessualità (cfr Rm 1,24 – 27; 1 Co 6,9; 1 Tm 1,10). Basandosi su questi e altri testi delle Scritture, “La tradizione ha sempre dichiarato che” gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati “(Cong. Dottrina della Fede, Persona umana, n. 8), tali atti sono contrari alla legge naturale, chiudono l’atto sessuale al dono della vita e non provengono dalla vera complementarità affettiva e sessuale. Non possono comunque ricevere l’approvazione .( cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357).

Il testo di Giuda con un eufemismo vuole semplicemente indicare che il peccato di Sodoma era contro natura, era un peccato di omosessualità, come appunto affermano molti biblisti.

Letteralmente le parole “ἀπελθοῦσαι  ὀπίσω σαρκο͂ς ἑτέρας” significano andare dietro a carne diversa ma appunto sono un eufemismo che vuole indicare la pratica dell’ omosessualità.

Lo Zorell, grande esperto di greco ed ebraico biblico, autore di 2 Lexicon uno riguardante l’ebraico biblico e uno riguardante il greco biblico, nel suo famoso “Lexicon Graecum Novi Testamenti.” [59] ugualmente ritiene che l’affermazione della lettera di Giuda che stiamo vedendo significa seguire vizi contro natura cioè omosessuali.

Un altro grande esperto di lingua greca M. Zerwick afferma allo stesso modo che l’affermazione in oggetto significa seguire vizi contro natura, cioè omosessuali.[60]

Ci sono quindi grosse ragioni che indicano che la lettera di Giuda contenga una diretta condanna degli atti omosessuali e tali ragioni non vengono scalfite da ciò che vedremo qui di seguito.

Il prof. Vanni, infatti, resta in dubbio nell’interpretazione di questo passo tra due possibilità:

1)  che il testo in oggetto condanni l’attività omosessuale;

2) che il testo in oggetto condanni l’unione sessuale con angeli.

Comunque per il professore Vanni il testo condanna la lussuria perciò tale condanna implica almeno indirettamente anche la condanna degli atti omosessuali perché essi sono tra gli atti di lussuria. [61]

Le perplessità del prof. Vanni sono dovute al fatto che alcuni autori, nella scia della Bible de Jerusalem, hanno sviluppato altre traduzioni di questo testo della lettera di Giuda e hanno ritenuto che ciò che viene condannato non è l’atto omosessuale ma l’aver voluto unirsi sessualmente con angeli e hanno ritenuto che in questo modo Giuda seguirebbe in certo modo il libro di Enoch che parla di unioni sessuali tra angeli e uomini e riprenderebbe ciò di cui si parla nei primi capitoli della Bibbia laddove leggiamo di giganti che erano figli di angeli che si erano uniti a donne.

La ricostruzione della Bible de J. non convince per varie ragioni:

1) i primi capitoli della Bibbia non parlano di uomini che si uniscono con angeli ma di donne che si uniscono ad essi invece il peccato dei sodomiti era evidentemente un peccato che, nell’ipotesi della Bible de J., implicava l’unione di uomini con angeli come si vede in Gen. 19, gli uomini infatti volevano abusare dei due ospiti di Lot;

2) i sodomiti in Gen. 19 non mostrano di sapere che i due uomini che Lot accoglie sono angeli, quindi appare assurdo affermare che volevano unirsi ad angeli;

3) nessun testo tradizionale ebraico indicato dalla Bible de J.  afferma che i sodomiti volevano copulare con angeli: né Enoch né il Testamento dei Patriarchi; le citazioni della Bible di Jerusalem che si riferiscono al libro di Enoch e ai Testamenti dei Patriarchi non consta che parlino del peccato di Sodoma nel senso indicato dalla Bible;

a) il libro di Enoch non parla di Sodoma e non parla di unioni tra uomini e angeli ma di unioni tra donne e angeli;

b) il libro dei Testamenti dei Patriarchi precisa che i sodomiti non riconobbero gli angeli venuti a Sodoma (Testamento di Aser VII)

c) il libro dei Giubilei parla dei peccati degli angeli e di Sodoma come inerenti: “la … cattiveria e .. la fornicazione, l’impurità e la corruzione fra loro.”[62] ma non parla di unioni tra uomini e angeli. quindi non corrisponde a questi testi tradizionali l’idea di uomini di Sodoma che vogliono unirsi carnalmente ad angeli.

d) la tradizione ebraica, come vedremo meglio più avanti, attraverso vari testi condanna l’omosessualità nel caso di Sodoma e non il peccato di uomini con angeli, per quanto mi consta.

In conclusione la ricostruzione della Bible de J. non convince in nessun modo.

Va inoltre notato che, come spiega Zorell[63], il termine πορνεῖα,( peccato impuro) con le parole ad esso collegate indica più generalmente ogni peccato impuro, quindi anche il peccato impuro contro natura; infatti, come spiegano F. Hauck e S. Schulz[64] sebbene in origine questo gruppo di termini si riferisse più direttamente alla prostituzione, già nel tardo giudaismo tale gruppo assume un significato più ampio che indica più generalmente ogni peccato impuro e che include anche il peccato impuro contro natura.  In questa linea, ad es. Ap. 21,8 usa uno di tali termini detti per indicare come tutti coloro che si macchiano di peccati impuri, cioè gli “immorali”, sono destinati alla dannazione eterna; ovviamente in questi sono inclusi coloro che praticano l’omosessualità. Il verbo ἐκπορνεύσασαι , legato a πορνεῖα,  si trova appunto nel passaggio della Lettera di Giuda che stiamo vedendo e si riferisce ai peccati di Sodoma, la portata di tale verbo quindi si estende a tutti i peccati impuri e la condanna che esso contiene implica anzitutto la condanna dei peccati impuri più gravi, cioè degli atti omosessuali.

Aggiungo che le parole di s. Paolo: “ … non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” (Gal. 2,20) possono applicarsi a s. Giuda e agli altri apostoli, attraverso essi parla e si manifesta Cristo! Il Vangelo continua nella lettera di Giuda, Cristo ha potuto affermare: “Chi ascolta voi ascolta me.” (Luca 10,16). Tutti gli scrittori sacri  e con essi s. Paolo e poi s. Pietro e s. Giuda e tutti gli Apostoli e i Dottori e i santi, in Cristo e nello Spirito di Cristo, hanno condannato radicalmente e sempre l’omosessualità praticata e Cristo l’ha condannata attraverso loro: “Chi ascolta voi ascolta me.” (Luca 10,16); attraverso la lettera di Giuda parla il Verbo Incarnato che è somma purezza e che è radicalmente opposto ai peccati contro natura, attraverso le parole di Giuda parla il Cristo che abomina radicalmente tale peccato e che manifesta appunto attraverso le parole che abbiamo esaminato tale sua radicale abominazione; attraverso i testi la lettera di Giuda parla il Cristo che desidera sommamente la conversione di coloro che sono dediti ai peccati di omosessualità e che è morto proprio perché si attui tale conversione.

In conclusione il testo di Giuda contiene una forte e doppia condanna diretta degli atti impuri contro natura ma la PCB non ha registrato tale testo tra quelli che più direttamente realizzano tale condanna.

 

 

c,6,2) Altri testi che condannano più direttamente l’omosessualità nel Nuovo Testamento …

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Riprendo quello che dicevo alla fine del paragrafo precedente, stavo parlando dei termini collegati a  “πορνεῖα”.

Nessun   πόρνος ἢ ἀκάθαρτος  cioè nessun lussurioso di qualunque genere e tipo entrerà nel Regno di Dio, dice s. Paolo in Ef. 5,5, ovviamente includendo in questo gruppo anche chi pratica l’omosessualità, come dicevo appunto più sopra, e lo stesso insegnamento è ribadito da s. Paolo in 1 Cor. 6,9.

Occorre notare che ἀκαθαρσίᾳ significa impurità (F. Zorell “Lexicon Graecum Novi Testamenti” Roma 1990 col. 48) e viene più generalmente usata per indicare tutti i peccati sessuali.

In vari altri testi (in particolare 2 Cor. 12,21; Gal. 5,19; Ef. 5,3.5; Col. 3,5) i termini collegati a  “πορνεῖα” si uniscono con  termini collegati ad ἀκαθαρσίᾳ  per indicare tutti i peccati sessuali tra cui il peccato di omosessualità.

Particolarmente interessanti per noi le affermazioni che troviamo in Gal. 5,19 in cui vengono posti tra le opere della carne tutti i peccati di lussuria e troviamo citate insieme ἀκαθαρσίᾳ e πορνείᾳ  … ovviamente tra le opere della carne qui incluse è evidente che ci sia il peccato impuro contro natura …

Oltre che nei testi già visti, troviamo usato il termine ἀκαθαρσίᾳ per indicare ogni forma di lussuria  in  Ef. 4,19; Rm 1,24. 6,19; 1 Tess. 4,7  … e, sottolineo, ovviamente,  tra le varie forme di lussuria vi è anche il peccato di omosessualità, come indica la Sacra Scrittura , la Tradizione e il Magistero …

Quindi anche questi testi, appena visti, più direttamente e molti altri con essi, più genericamente, come dicemmo, nel Nuovo Testamento si uniscono nella condanna della pratica dell’omosessualità.

D’altra parte il testo della Pontificia Commissione Biblica afferma chiaramente alla p. 161, parlando della prostituzione, che vari testi del Nuovo Testamento condannano chi si dà alla prostituzione e a qualsiasi immoralità nell’ambito sessuale e cita Rm. 13,13; 1 Cor. 5, 9-11; 6,9; Gal. 5,19; Ef. 5,5; Col.3,5-7; 1 Tim. 1,10; Tt. 3,3; Eb. 12,16; 13,4; Ap. 21,8; 22,15 … ma ovviamente tra tali immoralità ci sono i peccati impuri contro natura … ma tali testi non vengono citati quando si parla del peccato di omosessualità.

Se la Commissione avesse incluso tutti i testi in cui si trovano tali affermazioni che riguardano direttamente anche l’ attività omosessuale con termini più generici, nel Nuovo Testamento, ciò  avrebbe portato ad un colossale aumento di passi biblici che in modo più diretto condannano tale peccato.

Concludo ricordando che tutto il N. Testamento mai elogia l’atto impuro contro natura o chi lo pratica; tutto il N. Testamento, come detto più sopra, insegna direttamente o indirettamente, negativamente o positivamente la grave immoralità degli atti contro natura.

 

 

c,6,3) Un significativo testo tratto dalla seconda Lettera di Pietro.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Il testo della II lettera di Pietro afferma che Dio:  “… condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente.  Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati.  Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie.  Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio,  soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore.”(2 Pt. 2, 6 -10)

Il testo greco è il seguente “ καὶ πόλεις Σοδόμων καὶ Γομόρρας τεφρώσας καταστροφῇ κατέκρινεν ὑπόδειγμα μελλόντων ἀσεβεῖν τεθεικὼς 7 καὶ δίκαιον Λὼτ καταπονούμενον ὑπὸ τῆς τῶν ἀθέσμων ἐν ἀσελγείᾳ ἀναστροφῆς ἐρρύσατο· 8 βλέμματι γὰρ καὶ ἀκοῇ ὁ δίκαιος ἐγκατοικῶν ἐν αὐτοῖς ἡμέραν ἐξ ἡμέρας ψυχὴν δικαίαν ἀνόμοις ἔργοις ἐβασάνιζεν· 9 οἶδεν κύριος εὐσεβεῖς ἐκ πειρασμοῦ ῥύεσθαι, ἀδίκους δὲ εἰς ἡμέραν κρίσεως κολαζομένους τηρεῖν, 10 μάλιστα δὲ τοὺς ὀπίσω σαρκὸς ἐν ἐπιθυμίᾳ μιασμοῦ πορευομένους καὶ κυριότητος καταφρονοῦντας. τολμηταὶ αὐθάδεις δόξας οὐ τρέμουσιν βλασφημοῦντες,”[65]

Il prof. Vanni afferma chiaramente che nel passo di 2 Pt. 6-8 si mette in evidenza la punizione di Sodoma e Gomorra “città peccatrici, piene di gente senza Legge morale e dedicata a una vita lussuriosa.”; a tali città, prosegue Vanni, “viene contrapposta la figura di Lot” che “sopporta con disagio l’immoralità che lo circonda” [66]. I termini che usa s. Pietro fanno chiaramente riferimento alla lussuria, la portata del termine ἀσελγείᾳ include le varie forme della lussuria[67]; come dice Bauerfeind nel “Grande Lessico del Nuovo Testamento”[68] il termine ἀσελγείᾳ indica dissolutezza, scostumatezza, e questo ovviamente ha particolare relazione con la lussuria.

Preciso subito che la seconda Lettera di Pietro è notoriamente strettamente collegata alla lettera di Giuda[69]

I termini “ὀπίσω σαρκὸς ἐν ἐπιθυμίᾳ μιασμοῦ πορευομένους” tradotti dalla Bibbia CEI del 2008 con “nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne” indicano chiaramente una sfrenata lussuria e si collegano alle affermazioni simili che abbiamo visto nella Lettera di Giuda[70] e includono la lussuria contro natura.

Ogni lussuria, infatti, è ovviamente condannata attraverso tali parole, specialmente quella più grave, cioè quella omosessuale di cui parla più direttamente la Lettera di Giuda.

Si noti che nei due testi vengono usate parole molto simili:

– nella Lettera di Pietro leggiamo: “ὀπίσω σαρκὸς ἐν ἐπιθυμίᾳ μιασμοῦ πορευομένους” cioè nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne;

– nella Lettera di Giuda leggiamo: “ἀπελθοῦσαι  ὀπίσω σαρκο͂ς ἑτέρας” che letteralmente significa: sono andate dietro ad altra carne; il testo è tradotto dalla Bibbia CEI del 2008 con : sono andate dietro a vizi contro natura.

Come è evidente i due testi sono simili, in entrambi troviamo due parole uguali usate di seguito e nello stesso ordine: “ὀπίσω σαρκο͂ς” che significano dietro alla carne; il famoso grande esperto di ebraico e greco il prof. F. Zorell nel suo Lexicon nota che in questi due passi il termine carne significa il corpo umano come sede e strumento delle cupidigie della lussuria che includono quelle relative agli atti omosessuali.[71]

Come visto e come vedremo meglio più avanti, e come risulta nell’interpretazione di molti autori, il peccato di Sodoma, di cui anche nella II Lettera di Pietro si parla, è un peccato di lussuria e in particolare di lussuria contro natura, che emerge da Gen. 19; tale peccato in questo passo della lettera di s. Pietro appare indicato più genericamente con vari termini: è empietà, comportamento immorale, andare dietro alle passioni della carne e quindi è condannato  più volte; a questo riguardo è importante considerare anche che la seconda Lettera di Pietro è notoriamente strettamente collegata alla lettera di Giuda[72], che abbiamo visto e che parla molto più manifestamente della lussuria contro natura riguardo a Sodoma; s. Pietro quindi parla dello stesso peccato e più genericamente di ogni tipo di lussuria e lo condanna radicalmente.

Esaminare seriamente questo testo della II Lettera di Pietro, porta a capire ancora meglio come in affermazioni contrarie ai peccati carnali, come quelle usate in questo testo, è inclusa, ovviamente, una condanna all’ attività omosessuale.

Per rispondere efficacemente alle obiezioni di chi ritiene che l’omosessualità sia poco trattata nella Bibbia, la Pontificia Commissione Biblica aveva ampie possibilità che, significativamente, non ha sfruttato!

 

 

c,7) Le affermazioni della Commissione circa i testi paolini.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

La Commissione si è fermata solo ad esaminare i passi paolini più evidentemente contrari all’omosessualità … 3 in tutto … e dopo averne esaminati due ha dovuto affermare : “per i cristiani la pratica omosessuale è ritenuta una colpa grave”…(p. 167) Domanda: ma i membri della Commissione non sono cristiani ? E allora perché non dire: per noi tutti la pratica omosessuale è peccato grave? Non valgono per gli esegeti della Pontificia Commissione Biblica le affermazioni del Magistero che ha ripetutamente e radicalmente condannato gli atti omosessuali?

Non semplicemente per i cristiani gli atti omosessuali sono colpa grave ma per la Chiesa, per la Bibbia e anzitutto per Dio.

Anzi, come Dio stesso ha affermato chiaramente, appunto attraverso la Bibbia, il Magistero e la Tradizione,  gli atti omosessuali sono, oggettivamente, un peccato molto grave, un peccato mortale di speciale gravità.

Inoltre, come detto, ci sono molti altri testi di s. Paolo che condannano più direttamente anche se con parole generiche i peccati sessuali infatti il testo della Pontificia Commissione Biblica afferma chiaramente alla p. 161, parlando della prostituzione, che i testi del Nuovo Testamento condannano chi si dà alla prostituzione e a qualsiasi immoralità nell’ambito sessuale e cita Rm. 13,13; 1 Cor. 5, 9-11; 6,9; Gal. 5,19; Ef. 5,5; Col.3,5-7; 1 Tim. 1,10; Tt. 3,3; Eb. 12,16; 13,4 … ovviamente tra tali immoralità ci sono i peccati impuri contro natura … ma di tali testi la Commissione non parla quando tratta dell’omosessualità …

La Commissione deve comunque affermare che per s. Paolo il peccato di omosessualità esclude dal regno di Dio (p. 167) ma non è semplicemente s. Paolo a dirlo, è Dio, Autore principale della Scrittura Sacra, ad affermarlo; infatti s. Paolo non parla di tale esclusione dicendo che è un suo parere e la s. Tradizione  che ha interpretato i testi di s. Paolo ha appunto ritenuto come insegnamento divino tale esclusione, infatti ha insegnato che gli atti omosessuali compiuti con piena avvertenza e deliberato consenso sono peccati gravi e quindi, se non sono riparati con la contrizione e la Confessione, conducono alla dannazione eterna.[73]

La disciplina della Chiesa ha sempre considerato gli atti omosessuali come peccati gravi.

Nessun testo paolino è favorevole agli atti omosessuali!

Tutta la Bibbia e quindi tutti gli scritti biblici di s. Paolo affermano direttamente o indirettamente, negativamente o positivamente che l’attività omosessuale è gravemente peccaminosa.

Non sono quindi solo tre i passi paolini che condannano l’attività omosessuale e neppure sono solo tre i testi che condannano più direttamente tale attività!

Devo comunque dare atto alla Commissione di avere scritto davvero con efficacia riguardo alle affermazioni di s. Paolo sull’omosessualità in Rm 1,26-27 . Le pagine 168s, del testo della PCB prima della conclusione, mi paiono veramente poderose nel trattare delle parole del grande Apostolo e del messaggio che ci viene da esso.

Aggiungo che la condanna biblica non riguarda solo l’omosessualità maschile ma anche quella femminile: anche la PCB lo afferma alla p. 169 esaminando le parole di s. Paolo.

Il prof. Edart ha scritto un importante articolo su questi testi paolini mettendo in evidenza come essi effettivamente condannano gli atti omosessuali e come tale condanna è assoluta e insuperabile e cita in questa linea anche M. Gilbert[74]; nello stesso articolo il professore Edart confuta le dottrine di autori che negano in varie forme queste affermazioni in particolare nelle lettere di s. Paolo.

Nel suo articolo appena citato sull’omosessualità nella Bibbia[75] M. Gilbert cita i testi paolini cui anche la Commissione fa riferimento.

Gilbert sottolinea, riguardo a 1 Cor. 6,9 che il termine malakos significa dolce, quindi si applica in contesto sessuale a uomini effemminati, specie giovani, che vivono come partner passivi il rapporto omosessuale; il termine arsenokoitai appare come un adattamento di Lv 18,22; 20,13 nella versione della LXX e significa che un uomo dorme con un altro uomo, il termine ebraico corrispondente è mishkav zekor.

Gilbert esclude che il testo di 1 Cor. 6,9 riguardi la sola pederastia, ritiene invece che sia una condanna generale degli atti omosessuali e precisa che tale condanna non riguarda semplicemente i Corinzi ma tutti.

L’esegeta belga aggiunge che il testo riguarda i soli uomini e che l’omosessualità femminile era, probabilmente, più rara quindi non c’era necessità di parlarne.

Riguardo al testo della Lettera ai Romani (Rm 1, 26-27) che condanna l’omosessualità, M. Gilbert sviluppa una serie di riflessioni e conclude: “Bref, pour Paul, toute homosexualité détourne du plan de Dieu (Gn 1, 27) et n’est que le fruit corrompu de la perte du sens de Dieu ; seule la foi dans le Christ peut libérer ce monde devenu païen et dépravé.”

In breve per s. Paolo ogni tipo di omosessualità, sia maschile che femminile, allontana dal piano divino sull’uomo ed è il frutto della perdita del senso di Dio; solo la fede in Cristo può liberare il mondo dal paganesimo e dalla depravazione. Gilbert esamina alcuni termini del testo e conclude : “Ces textes dénoncent tout autant l’homosexualité masculine que féminine.” Questi testi condannano l’omosessualità sia maschile che femminile.

Riguardo a 1 Tm 1,10 Gilbert si sofferma su alcuni termini tra cui arsenokoitai e conclude affermando che in questo passo viene condannata l’omosessualità maschile, in particolare; tuttavia c’è qualche indicazione che può far pensare che ogni tipo di atto omosessuale, anche quello tra donne, sia condannato con tale testo biblico.

Gilbert conclude affermando che i testi in oggetto denunciano l’omosessualità sia maschile che femminile, e lo fanno da varie prospettive: nella Lettera ai Romani Paolo vede l’omosessualità come il frutto dell’idolatria e in questo senso si vede un collegamento con Sap. 14,10-31; nella Lettera ai Corinzi gli atti omosessuali sono indicati dall’ Apostolo come ingiusti a livello morale e segno di assenza della giustizia  che viene da Dio in Cristo, tali atti escludono dalla salvezza; nella Lettera a Timoteo l’agiografo mette in evidenza come la Legge condanna gli atti omosessuali ed è chiaramente contrario alla sana dottrina praticare certi atti.

Inoltre è significativo, per l’esegeta belga, che gli atti omosessuali siano più volte inseriti in cataloghi di vizi gravi, l’omosessualità non è un vizio da nulla, è un vizio grave .

Gilbert conclude il suo articolo con alcune sottolineature significative da cui possiamo trarre che:

1) la Bibbia condanna tutte le forme di omosessualità, anche quella femminile, e quindi anche la pederastia;

2) ogni forma di omosessualità è condannata sia attiva che passiva;

3) il N. Testamento si collega alla condanna fatta dal Levitico contro gli atti omosessuali;

4) l’omosessualità, in quanto comportamento, è condannata in quanto contraria al piano di Dio sull’uomo;

5) i testi di s. Paolo  (Rm 1, 26-27; 1 Cor 6, 9-10)ma anche alcuni testi dell’ A. Testamento (Gn 19, 1-11 e Sap 14, 10-31) sono uno sguardo alla vita pagana che ci fanno capire che l’ omosessualità non può essere un comportamento cristiano; affermare il contrario sarebbe “una verbosità vuota” (1 Tm 1, 6) di persone che si presentano come dottori della Legge e non sanno che anche la Legge rifiuta questo comportamento, proprio come il Vangelo lo rifiuta;

6) l’uomo si può liberare dall’omosessualità con la grazia che Cristo ha portato;

7) non si può cancellare l’insegnamento della Chiesa e la condanna, basata sulla Bibbia, riguardo all’omosessualità. [76]

Come si vede chiaramente, la conclusione dell’articolo di Gilbert è ben diversa da quella della PCB giacché quest’ultima, a differenza del primo, e contrariamente a tutta la Tradizione, lascia aperta la porta ad una revisione della posizione cattolica sugli atti omosessuali.

 

 

c,8) La Commissione non cita un significativo testo del libro della Sapienza, correlato con Rom. 1, 26s., e non presenta altri testi del A. Testamento

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

La Commissione non evidenzia un interessante testo che leggiamo nel libro della Sapienza nella parte in cui mette in evidenza i pessimi frutti dell’idolatria e che dice: “ Tutto vi è mescolato:

sangue e omicidio, furto e inganno,

corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro,

sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori,

corruzione di anime, perversione sessuale,

disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia.”(Sapienza 14, 25-26)

Dice M. Gilbert riguardo a questo testo che esso probabilmente è stato scritto al tempo dell’imperatore Augusto e che in esso l’autore propone un’enumerazione di 22 vizi, che significa, perversione totale. L’esegeta belga nota che l’autore anche attraverso l’uso delle lettere ( le lettere T, ultima lettera dell’alfabeto ebraico e la lettera A che è la prima) mostra la perversione del mondo pagano; il passo di Sap. 14,25 è dipendente dal Decalogo attraverso Osea [77]

Il testo è in evidente correlazione con le affermazioni di s. Paolo in Rom. 1,26s perché mette in evidenza i vizi dei pagani tra i quali appare anche l’attività omosessuale infatti in Sap. 14,26 troviamo una interessante affermazione che è significativamente tradotta nel testo italiano con “perversione sessuale”  il termine greco è γενέσεως εναλλαγή  la cui traduzione letterale è: inversione della generazione; la Bibbia di Gerusalemme lo traduce con crimini contro natura, quindi con queste parole si parla dell’ attività omosessuale e la si condanna.

Tutti i commentatori vedono in tali parole una condanna dei vizi contro natura e quindi dell’attività omosessuale, dice M. Gilbert[78]. L’esegeta belga continua affermando che l’autore della Sapienza con tale condanna degli atti contro natura prende di mira gli uomini tanto quanto le donne e non distingue le età, nella linea di Lv 18; è quindi una condanna radicale dei peccati contro natura e dell’omosessualità nelle sue varie forme (pederastia, lesbismo, sodomia).

Peraltro nel testo in questione, Sap. 14,26, si condanna anche l’ ασέλγεια, tradotta in italiano con “impudicizia” la cui portata include gli atti omosessuali, come visto più sopra; s. Pietro (2 Pt. 2,7) usa questo termine greco per indicare, come abbiamo detto, l’immoralità contro natura dei sodomiti facendoci capire ancora meglio che nella condanna di Sap. 14,26 vanno inclusi “doppiamente” e in modo particolare anche coloro che praticano lo stesso vizio dei sodomiti.

Come ha rilevato M. Healy “The document does not treat the biblical texts referring to homosexual cult prostitution (Deut 23:17–18; 1 Kgs 14:24; 15:12; 22:46; 2 Kgs 23:7; Job 36:13–14), nor the story of Ham’s sin against Noah (Gen 9:20–27), which is arguably an act of incestuous homosexual rape (see Gagnon, The Bible and Homosexual Practice, 63–71; Nissinen, Homoeroticism, 52–53).” [79]

Il documento non tratta i testi biblici attinenti alla prostituzione sacra omosessuale e neppure della storia del peccato di Cam nei confronti di Noè, anch’esso di tipo omosessuale.

 

 

d) La chiara condanna e il terribile castigo di Sodoma per il peccato impuro contro natura  vengono negati nel documento, contrariamente a ciò che afferma la Bibbia!

 

 

Nelle pagine che seguono vedremo ciò che dice la Pontificia Commissione Biblica riguardo all’episodio di Sodoma, quindi criticheremo tali affermazioni anzitutto mostrando che il peccato di Sodoma fu principalmente un peccato di lussuria.

 

 

d,1) Le affermazioni della Commissione Pontificia Biblica.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Il documento della Pontificia Commissione Biblica alle pagg.162-4 afferma assolutamente che il peccato di Sodoma fu un peccato di mancanza di accoglienza rispettosa dello straniero, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità perché il rifiuto del diverso, bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in sé stesso una pena mortifera che merita una pena adeguata.

Per giungere a questa conclusione la Commissione afferma anzitutto che la sorte di Sodoma in Gen. 19 è una specie di contrappunto oppositivo con la vicenda dell’uomo marcato dalla benedizione e cioè di Abramo; Sodoma è indicata nella Bibbia (cfr. Dt. 29,22; Is. 1,9; 13,19; Ger. 49,18; Ez. 16,56; Lam. 4,6; Lc. 17,29 ecc.), precisa il documento, come paradigma della maledizione divina nella forma di punizione catastrofica.

Successivamente la stessa Commissione afferma che in altri passi della Bibbia ebraica che si riferiscono alla colpa di Sodoma non si allude mai ad una trasgressione sessuale omosesssuale e cita Is. 1,10; 3,9; Ger. 23,14; Ez. 16,49; Sir. 16,8; Dt. 32,32-34.

Il documento in oggetto parla quindi di un’ interpretazione diversa che traspare da qualche testo del Nuovo Testamento e che dal II secolo dell’era cristiana si è affermata divenendo lettura abituale del racconto biblico; per questa interpretazione il peccato di Sodoma è la sodomia. Il testo biblico, afferma la Commissione, sembrerebbe dare un chiaro supporto a tale interpretazione ma il racconto non intende presentare una città intera dominata da brame incontenibili di natura omosessuale; viene invece “denunciata la condotta di un’entità politica e sociale che non vuole accogliere con rispetto lo straniero e pretende di umiliarlo costringendolo con la forza a subire un trattamento di sottomissione”(p. 163)

Tale entità non sopporta, inoltre, chi al suo interno apre la casa al forestiero.

L’accoglienza realizzata da Lot ai due stranieri ottiene a lui la salvezza e ugualmente l’accoglienza realizzata da Abramo gli ottiene la benedizione, chi invece si oppone e offende gravemente lo straniero subirà la maledizione e a questo riguardo la Commissione cita Gen. 12,3 che francamente non mi pare abbia una stretta relazione con coloro che realizzano l’ospitalità verso lo straniero perché questo testo si riferisce in modo diretto a chi benedice Abramo e non a chi accoglie o benedice ogni straniero.

Questa modalità di lettura di Gen. 19, secondo la Commissione, sarebbe confermata da Sap. 19,13-17  e qualcosa di simile risulterebbe indirettamente da Mt. 10,14-5 e Luca 10,10-12.

Un’ulteriore più forte conferma di questa interpretazione verrebbe, secondo la Pontificia Commissione, dall’episodio narrato in Giudici 19.

Qui di seguito vedremo come le affermazioni della Pontificia Commissione Biblica sostanzialmente crollino dinanzi a varie evidenze bibliche e tradizionali e si manifestino come un discorso in certo modo ideologico che sottilmente ma decisamente appoggia gli errori di Papa Francesco e che conduce, contro le chiarissime affermazioni bibliche, a nascondere la terribile condanna e il terribile castigo che Dio stesso infligge per i peccati di sessualità depravata e in particolare per i peccati contro natura.

 

 

d,2) Testo e dati fondamentali per l’esegesi di Gen. 19

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

A) Il testo

Il cap. 19 del libro della Genesi è strettamente legato a Gen 18, 16-32, i due angeli di cui si parla in Gen. 19 sono parte del gruppo di tre “uomini” indicati in Genesi 18.

Il “Nuovo Grande Commentario Biblico” del 1997, della Queriniana, alla pag. 29 afferma che i primi tre versetti del capitolo 19 presentano un parallelismo con 18,1-8, Abramo accoglie i tre “uomini”, Lot accoglie i due uomini-angeli, Abramo riceve la promessa del figlio, Lot riceve l’indicazione di fuggire. [80]

In realtà i due angeli prima rifiutano l’offerta di Lot ma poi accettano, Lot sapendo bene che era pericoloso restare la notte fuori a Sodoma, a differenza di altre città, insiste.[81]

I sodomiti non vanno di giorno da Lot ma di notte (Gen. 19,4) e non mandano i loro soldati per il compimento di una legge della città, non pare sia il re a far eseguire questa azione perversa sui 2 ospiti, non è nella esecuzione di una legge che si compie tale perversione; eppure tutta la città, al completo si presenta da Lot per unirsi carnalmente ai due uomini-angeli.

Il fatto che tutta la città si disponga a unirsi carnalmente con i due ospiti è un dato presentato con enfasi dal testo e indica la totale mancanza di vergogna da parte di tutta la popolazione.[82]

Il peccato di Sodoma è quindi commesso in modo sfacciato, è ostentato, come preciserà Isaia ( Is. 3,9)

La parola ebraica (yada) usata dai sodomiti in Gn.19,5 per indicare l’unione sessuale contro natura che essi volevano attuare sui due ospiti è un eufemismo che significa ordinariamente conoscere ma è molto usato per indicare un rapporto sessuale (Gn. 4,1.17.25; 19,5.8; 24,16; Gdc. 19,22.25; 21,11-12) traducendo tale termine la LXX usa il verbo συγγίνομαι (unirsi sessualmente), lo stesso verbo che utilizzerà per indicare il peccato che voleva compiere la moglie di Potifar con Giuseppe anche se in quest’ultimo caso il verbo ebraico usato non è yada; lo stesso verbo συγγίνομαι, viene utilizzato in altri casi nella Settanta per indicare un rapporto sessuale peccaminoso (Gen 39,10 , Gdt 12,16 , Dan. 13, 11.39).

Confutando le affermazioni di J. Boswell, Lynne C. Boughton mette in evidenza come yada significhi davvero attività sessuale. [83]

Gli esegeti Davidson ed Hamilton sottolineano molto efficacemente che i termini usati (in particolare yada) non sono quelli della violenza o dell’abuso ma sono semplicemente quelli indicanti un rapporto sessuale contro natura, e quando Lot offre le sue figlie ai sodomiti non parla di violenza ma dice semplicemente che possono unirsi a loro, invece in Giudici 19,24, in un caso simile, il vecchio efraimita offre ai perversi di Gabaa sua figlia e la concubina del levita suo ospite perché possano “maltrattarle sessualmente.” [84]

Il peccato impuro contro natura, nota Skinner, era considerato in Israele come la più aberrante perversione.(cfr. Lv. 18 e 20; Ez. 16,50; Gdc. 19,22[85]

Lot si oppone ai sodomiti e offre le sue figlie vergini alle voglie impure di essi. (Gen. 19,6ss).

Lot fa notare che l’azione dei sodomiti va contro le regole dell’ospitalità e le azioni di Lot in questo caso sono quelle che si attendono da un padrone di casa; secondo la mentalità di allora, evidentemente, le figlie potevano essere consegnate per salvare gli ospiti[86]; chiaramente quella che viene presentata qui è una morale primitiva e per noi inaccettabile, in Cristo essa è radicalmente superata.

Occorre precisare che in Gen. 19,7.9 e Giudici 19,23 viene usato il verbo avente stessa radice dell’ aggettivo di Gen 13,13; Lot e l’efraimita usano  il verbo ra’a’  (essere malvagi)  per dire ai sodomiti e agli uomini di Gabaa  di non fare certi atti malvagi; in questi 3 casi quindi viene usato il verbo  ra’a’ che ha la stessa radice di  ra’ che si trova in Gen. 13,13.

Questi verbi e aggettivi, più precisamente, hanno tutti la radice r“ secondo il Grande Lessico dell’ Antico Testamento e indicano malvagità.[87]

Vedendo che i sodomiti vogliono vincere con forza l’opposizione di Lot per poi prendere i due uomini – angeli, questi ultimi intervengono: tirano dentro Lot, sbarrano la porta e fanno sì che i sodomiti si allontanino, quindi avvertono Lot di prepararsi e di andare via dalla città.

Chiaramente è l’atto impuro e poi la violenza usata dai sodomiti che causa le parole dei due angeli: ora il castigo è decretato. Lot e i suoi familiari sono molto esitanti nell’andare via da Sodoma, soprattutto la moglie, che morirà durante tale spostamento.

Allo spuntare del sole il castigo si abbatte: fuoco e zolfo bruciano radicalmente con Sodoma le altre città della valle nella regione meridionale del Mar Morto; si salva Soar, pur essendo vicina ad esse, perché Lot la prende per suo rifugio.

Abramo ritorna al luogo del suo incontro con Dio e guarda dall’alto la zona del cataclisma, il castigo divino è stato giusto, Sodoma con la sua perversione è stata distrutta, Lot, evidentemente l’unico giusto, è stato salvato. [88]

La punizione è stata irrogata direttamente da Dio Gn. 19,24, senza mediazione di alcuna creatura, ciò vuol dire anche che l’atto va contro la Legge di Dio e Dio si incarica di punirlo!

B) Il contesto.

Il contesto del cap. 19 è stato ampiamente esaminato da Peterson nel suo libro interamente dedicato al peccato di Sodoma, di tale contesto egli parla anche nel suo articolo sullo stesso tema.

Nel suo libro dice Peterson“ … scholars have also noted that the Sodom narrative is purposefully placed between the promise and fulfillment of the birth of the promised child, Isaac (cf. Genesis 18 and 21), to highlight the problem of “sterile” sex, which same-sex relations embody.”[89]

Quindi alcuni studiosi hanno notato che la narrativa di Sodoma si colloca intenzionalmente tra la promessa e il compimento della nascita del bambino promesso, Isacco (cfr Genesi 18 e 21), per evidenziare il problema del sesso “sterile”, che le relazioni omosessuali incarnano.

Anche la prof.ssa Healy, presentando il documento della PCB, fa notare che la posizione del capitolo 19 e il suo contesto nonché ben due testi del N. Testamento (Gd. 5-7; 2 Pt. 2,6-10) fanno capire che il messaggio che attraverso il capitolo viene offerto riguarda la sessualità.[90]

Il prof. Peterson inoltre afferma: “However, the sexual nature of Sodom’s sins does not only find support in the immediate context of chapters 13–19 … the broader context of Genesis 4–20 points in this direction as well.” [91]

La natura sessuale dei peccati di Sodoma non trova sostegno solo nel contesto immediato dei capitoli 13-19 ma anche il contesto più ampio di Genesi 4–20 punta in questa direzione.

In un suo articolo Peterson sottolinea anche che l’intero cap. 19 della Genesi è focalizzato sulla violazione della Legge divina sulla sessualità, prima con l’atto dei sodomiti e poi quello delle figlie di Lot, in entrambe i casi abbiamo un desiderio sessuale perverso chiaramente manifestato.[92]

C) Dati fondamentali per l’esegesi.

Ricordo anzitutto che il dato caratterizzante l’esegesi cattolica: “… è il suo situarsi consapevolmente nella tradizione vivente della Chiesa, la cui prima preoccupazione è la fedeltà alla rivelazione attestata dalla Bibbia. … L’esegesi cattolica si avvicina agli scritti biblici con una precomprensione che unisce strettamente la moderna cultura scientifica e la tradizione religiosa proveniente da Israele e dalla comunità cristiana primitiva. La sua interpretazione si trova così in continuità con il dinamismo ermeneutico che si manifesta all’interno stesso della Bibbia e che si prolunga poi nella vita della Chiesa. Corrisponde all’esigenza di affinità vitale tra l’interprete e il suo oggetto, affinità che costituisce una delle condizioni di possibilità del lavoro esegetico.

Ogni precomprensione comporta tuttavia i suoi pericoli. Nel caso dell’esegesi cattolica, esiste il rischio di attribuire ad alcuni testi biblici un significato che non esprimono, ma che è frutto di uno sviluppo ulteriore della tradizione. L’esegeta deve guardarsi da questo pericolo.”[93]

Papa Benedetto XVI affermò: “ … la Scrittura va proclamata, ascoltata, letta, accolta e vissuta come Parola di Dio, nel solco della Tradizione apostolica dalla quale è inseparabile[94].”[95]

Quindi l’esegesi di Gen 19 va realizzata nel solco della Tradizione, stando attenti a non cadere nell’errore di attribuire ad alcuni testi biblici un significato che non esprimono, ma che è frutto di uno sviluppo ulteriore della tradizione.

Inoltre, come affermò la stessa Pontificia Commissione Biblica nel documento sull’interpretazione biblica nella Chiesa: “I rapporti intertestuali acquistano una densità estrema negli scritti del Nuovo Testamento, pieni di allusioni all’Antico Testamento e di citazioni esplicite. Gli autori del Nuovo Testamento riconoscono all’Antico Testamento valore di rivelazione divina. Essi proclamano che questa rivelazione ha trovato il suo compimento nella vita, nell’insegnamento e soprattutto nella morte e risurrezione di Gesù … Alla luce degli eventi della Pasqua gli autori del Nuovo Testamento rilessero l’Antico Testamento.”[96]

Quindi occorre rivolgere una particolare attenzione alle riletture neotestamentarie di Genesi 19 e più generalmente di tutto il ciclo di Sodoma perché esse sono realizzate nella piena Luce di Cristo e quindi rivelano il significato più completo di tale ciclo.

Appunto per cogliere tale significato è importante avere presente che: “La maggior parte degli esegeti ammette che la redazione finale dei racconti patriarcali, di quelli dell’Esodo, della conquista e dei Giudici sia stata fatta dopo l’esilio babilonese, durante il periodo persiano.”[97]

Quindi, secondo la maggior parte degli esegeti, la redazione finale dei testi della Genesi in cui si parla più direttamente di Sodoma e del suo castigo (Gen. 13-19) è stata fatta dopo l’esilio babilonese, durante il periodo persiano.

Secondo il testo appena citato : “Come i popoli circostanti, gli israeliti del V-IV secolo a.C. hanno cominciato a raccontare il loro passato. Si trattava di racconti che riprendevano tradizioni antiche, non soltanto per dire che essi avevano un passato più o meno ricco, come gli altri popoli, ma anche per interpretarlo e valutarlo con l’aiuto della loro fede. … Più che i fatti concreti, conta la loro interpretazione, il senso che ne emerge nell’oggi della rilettura. … Gli scrittori biblici hanno meditato, con la loro viva fede in Dio, sulla sopravvivenza del loro popolo lungo i secoli, nonostante i tanti pericoli morali e le tremende catastrofi che ha dovuto affrontare, e sul ruolo che Dio e la fede in Lui avevano avuto per tale sopravvivenza; da ciò essi hanno potuto dedurre che fu così anche agli inizi della loro storia.”[98]

Precisando in modo definitivo il suo pensiero la PCB nel documento del 2014 affermò: “… per valutare la verità dei racconti biblici antichi, occorre leggerli come furono scritti e furono letti da Paolo stesso: “Tutte queste cose accaddero a loro [agli Israeliti] come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi” (1 Cor 10,11).”[99]

Come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 134: “Tutta la divina Scrittura è un libro solo e quest’unico libro è Cristo; « infatti tutta la divina Scrittura parla di Cristo e in lui trova compimento ».”

In questa linea occorre considerare che il “ciclo di Sodoma” (Gen. 13-20) parla di Cristo e trova in Lui compimento, e poiché Cristo ci chiama a imitarlo (Gv. 13,15; 15,12; Rm 15, 5; 1 Tess. 1, 6 etc) occorre rendersi conto che tale ciclo è scritto per darci un esempio di vita, per ammonirci affinché seguiamo la via retta, in Cristo e ci teniamo lontani dal peccato, che si oppone a Cristo. La lettera di Giuda e la II di Pietro appunto realizzano in modo particolare questa rilettura di Sodoma in Cristo e  affermano “Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.”( Giuda 5-7 )

Dio “… condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente.  Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati.  Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie.  Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio,  soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore.”(2 Pt. 2, 6 -10)

Come si vede, questi due testi ispirati e strettamente legati tra loro mettono in evidenza il peccato di Sodoma come un peccato di lussuria contro natura.

 

 

d,3)  Vari testi esegetici, alcuni dei quali  rientranti nella Tradizione, affermano che il peccato di Sodoma è attinente alla sessualità.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Clemente Alessandrino mise in evidenza la natura sessuale del peccato di Sodoma[100].

  1. Ambrogio sottolineò che Sodoma è lussuria e lascivia e Lot scelse male appunto scegliendo di stare presso Sodoma.[101] Il peccato di Sodoma è evidentemente molto grave e i sodomiti non se ne preoccupano, non si impegnano a pregare e riparare per il male fatto … e si preparano un terribile castigo : “Nam Sodomitae pro pietatis officiis impuritatis augebant flagitia.” (De Abraham” P.L. XIV col. 438)
  2. Ambrogio precisa che Dio è paziente … ma fino ad un certo punto; la pazienza di Dio non poteva più aspettare riguardo a Sodoma, la misura era completa … [102]

Il clamore, la protesta che giunge a Dio , secondo s. Ambrogio, è il grido dei crimini che commette Sodoma, come giunse a Dio il grido del sangue di Abele, ucciso da Caino.[103]

La giustizia di Dio non poteva più attendere.

I sodomiti erano attratti dagli uomini e appunto i due angeli vanno in forma di uomini sicché mentre il giusto Lot li accoglie, i sodomiti vogliono invece abusare di essi, in questo modo si manifesta  più fortemente il loro crimine, come dice s. Ambrogio: “Quid sibi autem vult quod illi qui ad Abraham simul cum Domino venerant, Sodomam petierunt viri, nisi ut acerbaretur crimen eorum, si quos justus honoraverat, his majore sacrilegio impii vim conarentur inferre? Nam quod viros dixit, evidens est ratio; quia speciem praeferebant virorum.”(“De Abraham” P.L. XIV col 439s.)

La lussuria dei sodomiti li spinse a volersi unire con i due uomini-angeli e fece che quei lussuriosi, appunto per soddisfare i loro appetiti sessuali, passassero sopra l’ospitalità, che pure tra i barbari è riconosciuta come inviolabile; il vizio impuro contro natura portò i sodomiti da Lot per chiedere che i due uomini uscissero e si consegnassero alle brame impure degli abitanti della città.  (cfr. “De Abraham” P.L. XIV col 440.)

S. Ambrogio aggiunge che tutti i sodomiti peccarono e chi non aveva possibilità di peccare con il corpo lo fece con l’affetto; le forze mancavano agli anziani di Sodoma ma la loro mente era piena di libidine; Lot offrì a quella gente piena di desiderio di peccato impuro le sue figlie vergini. (Cfr. “De Abraham” P.L. XIV col. 440) Occorre comunque dire che s. Ambrogio mette anche in particolare evidenza l’ospitalità di Lot ai due uomini- angeli e l’importanza grande che aveva per lui tale ospitalità e anche per gli antichi; s. Ambrogio aggiunge che gli angeli accecano gli impuri sodomiti che volevano unirsi carnalmente a loro e precisa che la lussuria è cieca e non vede davanti a sé. (cfr. “De Abraham” P.L. XIV col. 440)

Nella omelia 57  s. Giovanni Crisostomo, partendo dalla Scrittura, parla della gola come vizio che ha portato Sodoma ai suoi amori iniqui, cioè all’attività omosessuale.[104]

Lo stesso s. Giovanni Crisostomo, nella sua omelia sulle parole di s. Paolo: “Non voglio che voi ignoriate …”(1 Cor. 10,1) disse che il castigo di Sodoma non ebbe altra ragione che la punizione dei peccati degli abitanti di quella regione per cui si erano dati a unioni sessuali illecite, amori illegittimi e avevano sovvertito radicalmente le leggi della natura ( cfr. PG, 51 col. 243-245 )

S. Agostino affermava, anch’ egli nella linea delle Scritture viste: “Dopo questa promessa e dopo che Lot era stato fatto uscire da Sodoma tutto il territorio della città depravata fu incendiato da una pioggia di fuoco che veniva dal cielo, perché in essa gli atti carnali fra maschi avevano introdotto un costume più accreditato della liceità di quegli atti che le norme morali consentono. Il castigo fu un saggio del futuro giudizio divino.”[105]

S. Girolamo parla nei suoi scritti di un uomo adultero e sodomita … ovviamente volendo riferirsi alla sua depravazione sessuale.[106]

Lo stesso s. Dottore afferma che i sodomiti peccavano con ogni libertà e non avevano nessun pudore perciò dissero a Lot che facesse uscire i due stranieri per unirsi carnalmente con essi: “Sodomitæ cum  omni libertate peccantes , et ne pudorem quidem ullum habentes in scelere, dixerunt ad Lot : Educ ipsi ut concumbamus cum eis ( Gen . XIX , 5 )”[107]

S. Gregorio Magno dice riguardo al castigo di Sodoma: “Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodoma dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l’onta di quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto che i sodomiti, ardendo di desideri peccaminosi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinchè dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso”[108]

S. Beda affermò che i sodomiti non nascondevano i loro peccati ma peccavano sfacciatamente e volevano pervertire anche i due ospiti di Lot. [109]

Taius Cesaraugustanus , afferma: il castigo di Sodoma indica il crimine della stessa: coloro che arsero dietro ai perversi e perciò fetidi desideri della carne era giusto che perissero nel fetore dello zolfo e nell’ardore del fuoco.[110]

S. Pier Damiani afferma che la turpitudine del peccato impuro contro natura è giustamente considerata come il peggiore dei crimini tanto che Dio volle colpire questo vizio con la punizione della più rigorosa vendetta. “Non si può nascondere infatti che egli distrusse le due famigerate città di Sodoma e Gomorra … inviando dal Cielo la pioggia di fuoco e di zolfo”[111]

Ancora s. Pier Damiani affermava che questo vizio esclude dalla schiera degli uomini di Chiesa e costringe a pregare con i posseduti dal demonio, separa gli uomini da Dio per unirli a satana. Questo dannosissimo vizio che, come una regina, comanda sui Sodomiti rende, chi si lascia portare da esso, turpe agli uomini e degno di odio divino; tale vizio comanda di far parte dell’esercito di satana e di combattere orrende battaglie contro Dio, separa dal consorzio degli angeli, priva l’ infelice l’anima della sua nobiltà ponendola sotto il malvagio giogo del dominio del vizio stesso. [112]

Il Concilio Ecumenico Lateranense III, del 1179, al can. 11 indicò come peccato contro natura l’atto omosessuale, affermò che per esso piomba l’ira di Dio su coloro che resistono a Lui (Ef. 5,6) e che per esso appunto l’ira divina distrusse Sodoma e le altre città vicine.[113]

Innocenzo III Papa affermò della lussuria: “Hæc Pentapolim cum adjacente regione subvertit, Sodomitas et Sichen cum populo interemit, raptores Dinae percussit, Her Onam filios Juda percussit,  … Ammon in convivio interfecit …  Uriam occidit, presbyteros lapidavit, Ruben maledixit. Samsonem seduxit, Salomonem pervertit”[114] La lussuria ha sconvolto la Pentapoli , ha distrutto i sodomiti …

Lo stesso Papa nella stessa opera aggiunse che la pena insegnò ciò che la lussuria contro natura meritò ; Dio volle punire personalmente il peccato di Sodoma e fece piovere zolfo sul fetore della lussuria e fuoco sull’ardore della libidine sicché la pena fosse simile alla colpa. Dio fece piovere fuoco e zolfo cioè  punì con estrema grandezza e abbondanza. Dio non perdonò nessuno, tutti furono puniti e non solo punì gli uomini ma anche le città e la regione intera: è terribile cadere nelle mani del Dio vivente (Ebrei 10)![115]

S. Tommaso affermava: “Diluvium autem et poena Sodomorum sunt inducta propter peccata luxuriae praecedentia, ex gula occasionata.” ( Summa Theologiae II-II, q. 148 a. 3 ad 1 ) Il diluvio e la pena dei sodomiti furono mandate a causa dei precedenti peccati di lussuria, cui aveva dato occasione la gola.

Attraverso s. Caterina da Siena Dio ci parla e ci fa  capire che i sodomiti: “… fanno peggio, commettendo quello maladetto peccato contra natura. … ed èmmi tanto abominevole che per questo solo peccato profondaro cinque città per divino mio giudicio, non volendo più sostenere la divina mia giustizia, tanto mi dispiacque, questo abominevole peccato – ma non tanto a me, come detto t’ò, ma alle dimonia, le quali dimonia i miseri s’ànno fatti signori, lo’ dispiace. …  e però quella natura schifa di non vedere né di stare a vedere commettere quello enorme peccato attualmente. ”[116].

Queste parole sono presentate come parole di Dio attraverso s. Caterina e affermano che il peccato contro natura è tanto abominevole a Dio che Egli appunto per tale peccato ha punito Sodoma e le altre 4 città ad essa vicine. Questo vizio è tanto abominevole che esso dispiace non solo a Dio ma anche ai demoni i quali peraltro sono guide e signori di coloro che si abbandonano a tale vizio.

Anche un testo di s. Pio V indica che gli atti omosessuali sono stati i peccati che hanno attirato su Sodoma il terribile castigo divino.[117]

Il Catechismo Romano, in questa linea affermava: “Del resto numerosi appaiono nella sacra Scrittura gli esempi dell’ira divina, che il Parroco potrà evocare, per allontanare gli uomini dalla riprovevole libidine: la sorte di Sodoma e delle città confinanti (Gn 19,24); il supplizio degli Israeliti che avevano fornicato nel deserto con le figlie di Moab (Num. 25); la distruzione dei Beniamiti (Giud. 20).”[118]

Nel Catechismo di s. Pio X leggiamo riguardo ai peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, tra cui è la pratica omosessuale : “967. Perché si dice che questi peccati gridano vendetta al cospetto di Dio?

Questi peccati diconsi gridare vendetta al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la loro iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punirli con più severi castighi.”

Sottolineo: i peccati di omosessualità diconsi gridare vendetta al cospetto di Dio … perché la loro iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punirli con più severi castighi.

Ovviamente il fatto che l’omosessualità attiri terribili castighi si ricava, in particolare, dal passo biblico che parla della distruzione di Sodoma infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica in questa linea afferma al n. 1867 che: “ La tradizione catechistica ricorda pure che esistono “ peccati che gridano verso il cielo ”. Gridano verso il cielo: il sangue di Abele [cf. Gen 4,10 ], il peccato dei Sodomiti [cf. Gen 18,20; Gen 19,13 ], il lamento del popolo oppresso in Egitto [ cf. Es 3,7-10 ], il lamento del forestiero, della vedova e dell’orfano [cf. Es 22,20-22 ], l’ingiustizia verso il salariato [cf.  Dt 24,14-15; Gc 5,4 ].”

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica viene citato espressamente il caso di Sodoma quando si parla di atti omosessuali infatti in esso leggiamo: “L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. … Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, (Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10) la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». (Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85.).”(Catechismo Chiesa cattolica n. 2357)

Il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, che vedemmo sopra, e che nel 1986 trattò specificamente delle persone omosessuali affermò: “Così il deterioramento dovuto al peccato continua a svilupparsi nella storia degli uomini di Sodoma (cf. Gen 19, 1-11). Non vi può essere dubbio sul giudizio morale ivi espresso contro le relazioni omosessuali.” [119]

Sottolineo: non vi può essere dubbio sul giudizio morale negativo espresso contro le relazioni omosessuali in Gen. 19.

Vari testi della Tradizione qualificano, dunque, il peccato che ha attirato su Sodoma terribili castighi come peccato impuro contro natura.

 

 

d,3,1) Alcune considerazioni di importanti esegeti circa il peccato di Sodoma come peccato di omosessualità.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Il famoso commentario della “Bible de Jerusalem” indica chiaramente il peccato di Sodoma come un fatto di lussuria contro natura e sottolinea che l’aggravante pesantissima era che le due vittime dovevano essere due angeli![120]

L’esegeta Speiser afferma che per la tradizione jahvista fu la depravazione sessuale, la sodomia manifesta degli abitanti, che determinò l’unica ed evidente ragione per la terribile fine di Sodoma[121].

Il famoso storico ed esegeta  Giuseppe Ricciotti nella sua “Storia d’ Israele”,[122] afferma chiaramente, basandosi sui testi biblici, che Dio si preparava a distruggere Sodoma e Gomorra per il vizio impuro che vi imperversava e quando i viziosi sodomiti tentarono di avere rapporti sessuali anche con gli uomini-angeli il castigo si abbatté su loro.

L’esegeta Von Rad ugualmente vedeva il peccato di Sodoma come perversione sessuale, e considerava i due uomini angeli come estremamente belli sicché le cattive passioni dei sodomiti furono fortemente eccitate nei loro confronti.[123]

L’esegeta K. Westermann ribadisce che il peccato di Sodoma è la lussuria contro natura unita alla violazione del diritto dell’ospite di non essere maltrattato.[124]

In questa stessa linea anche nel Dizionario biblico diretto da Spadafora del 1963 si afferma: “Quattro città della Pentapoli (Deut. 29, 22; Gen 19, 28) andarono distrutte in un’annientatrice distruzione, causata da Dio col concorso di elementi naturali del luogo (bitume, esalazioni solforose), in punizione del loro pervertimento sessuale, che tentò intaccare la rettitudine dei patriarchi ebraici (Gen. 18, 16-19, 29). Fu risparmiata soltanto Bela’ (Segor), perché rifugio di Lot, fuggito da Sodoma e protetto da Dio (Gen. 19, 15, 29).”[125]

Il prof. Asensio nel suo libro sul “Pentateuco” sottolinea ugualmente la passione impura omosessuale degli abitanti di Sodoma che determina la divina condanna.[126]

Il prof. Vanni afferma chiaramente che nel passo di 2 Pt. 6-8 si mette in evidenza la punizione di Sodoma e Gomorra “città peccatrici, piene di gente senza Legge morale e dedicata a una vita lussuriosa.”; a tali città, prosegue Vanni, “viene contrapposta la figura di Lot” che “sopporta con disagio l’immoralità che lo circonda” [127].

Anche l’esegeta T. Fretheim sottolinea che in Gabaa è messo in particolare evidenza l’abuso sessuale come nel caso di Sodoma ma nel primo caso tale abuso è fatto tra israeliti mentre nel secondo caso viene tentato da parte di stranieri; il tentativo di abusi sessuali e violenza, sia omosessuali che eterosessuali costituisce sufficiente evidenza per procedere verso il castigo. [128]

Anche M. J. Mulder nel suo articolo nel Grande Lessico dell’ Antico Testamento mette in evidenza la lussuria e in particolare la lussuria contro natura nel peccato di Sodoma[129].

Il Commentario Biblico realizzato dall’Università di Navarra sottolinea come il peccato di Sodoma sia in particolare di omosessualità. A seguito di questo passaggio biblico, quindi, le relazioni omosessuali sono chiamate “sodomia”. Qui viene evidenziata la gravità di un tale peccato, ulteriormente aumentata, in questo caso, costituendo una violenza contro il diritto di asilo che accompagnava l’ospitalità. Nella Sacra Scrittura, i peccati dell’omosessualità sono presentati come gravi depravazioni: la Legge di Mosè li puniva con la morte (cfr Lv 20,13) e, nel Nuovo Testamento, sono considerati il culmine del degrado umano quando gli uomini non vogliono vivere secondo la legge di Dio (cfr Rm 1,26 – 27; 1 Cor 6,9; 1 Tm 1,10). Basandosi sulla Sacra Scrittura, la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti omosessuali sono intrinsecamente malvagi” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Persona humana, n. 8). “Sono contrari alla legge naturale. Chiudono l’atto sessuale al dono della vita. Non provengono dalla vera complementarità affettiva e sessuale. Non possono comunque ricevere l’approvazione » (Catechismo della Chiesa Cattolica n.2357) [130]

Un importante articolo di M. Gilbert afferma che gli abitanti di Sodoma sono colpevoli di desideri omosessuali.: “Les gens de Sodome sont coupables d’intention homosexuelle.”[131]

Nel 1992 l’esegeta M. J. Mulder parlando di Sodoma in un articolo nel “The Anchor Yale Bible Dictionary.” ha chiaramente affermato che il peccato di Sodoma consisteva essenzialmente in perversione sessuale, superbia, violazione delle leggi circa l’ospitalità[132].

Il prof. Hamilton nel suo commento alla Genesi sottolinea molto efficacemente come il peccato di Sodoma è di tipo omosessuale e che i termini usati (yada) non sono quelli della violenza o dell’abuso ma sono semplicemente quelli indicanti un rapporto sessuale contro natura, e quando Lot offre le sue figlie ai sodomiti non parla di violenza ma dice semplicemente che possono unirsi a loro, invece in Giudici 19,24, in un caso simile, il vecchio efraimita offre ai perversi di Gabaa sua figlia e la concubina del levita suo ospite perché possano “maltrattarle sessualmente.” [133]

In nota, nello stesso testo, Hamilton mette in evidenza che: per il libro della Genesi e per quello dei Giudici è evidente che gli atti omosessuali sono moralmente più gravi che lo stupro. [134]

Anche l’esegeta Davidson sottolinea come il verbo yada indica semplicemente un atto sessuale contro natura non una violenza sessuale. [135]

Le riflessioni di Hamilton ed Davidson sono molto interessanti e illuminanti e sono una risposta a ciò che afferma l’esegeta G. Wenham il quale mette in evidenza invece il peccato di Sodoma come peccato di omosessualità praticato con violenza, dice che tale peccato era punito con la morte nell’ A. Testamento e aggiunge che le popolazioni vicine a Israele permettevano tali peccati tra adulti consenzienti ma in questo caso abbiamo una violenza in ordine all’attuazione di tale peccato, contrariamente alle norme circa l’ospitalità;[136] lo stesso autore nello stesso testo, giustifica, più precisamente, la punizione divina in questi termini: l’atto omosessuale era accettato dalle popolazioni che erano intorno agli israeliti ma lo stupro di uomini non era accettato, era punito in Assiria con la pena di morte e altrove era previsto per i prigionieri di guerra ma non per gli ospiti, quindi gli uomini di Sodoma con la loro azione stavano andando non solo contro le norme di Israele ma contro le universali regole di comportamento accettate nell’ Oriente.[137]

Il ragionamento di Wenham è interessante, ma dinanzi alle sue affermazioni anzitutto occorre ribadire che il castigo di Sodoma non è legato solo a un peccato ma ad una serie di peccati culminati con il peccato di Gen. 19,5.

Inoltre va notato che il castigo di Sodoma viene direttamente da Dio e non dagli uomini quindi non bisogna ricercare semplicemente ciò che era sommamente vituperato dagli uomini ma ciò che è sommamente vituperato da Dio.

Anche se per gli uomini, che erano intorno a Israele l’omosessualità non era un grave peccato, per Dio lo era. L’omosessualità attuata, per sé stessa è sommamente detestata da Dio, produce che la terra “rivomiti” chi la pratica e Dio prevede per essa la morte!

Come ha detto Hamilton i termini usati da Lot e dai sodomiti indicano che l’idea fondamentale di essi non era quella di attuare uno stupro ma un rapporto sessuale contro natura; solo allorché Lot si oppone essi cercano di imporsi con la forza.

Se davanti a Dio l’atto omosessuale è grave, ancora più grave è lo stupro omosessuale, che i sodomiti probabilmente volevano attuare davanti alle resistenze di Lot e dei suoi ospiti!

Tale violenza che i sodomiti volevano attuare si arricchisce di ulteriori aggravanti perché riguarda gli ospiti di colui per cui Sodoma è stata salvata; infatti i due uomini angeli sono ospiti di Lot e appunto per salvare Lot, Abramo, suo zio, sconfisse coloro che stavano deportando i sodomiti (Gen. 14).

Inoltre tale stupro viene tentato su due uomini-angeli venuti proprio per giudicare Sodoma.

Il peccato di Sodoma indicato in Gen. 19 è, quindi, unito ai peccati gravi che già era stati perpetrati in tale città, straordinariamente grave e abominevole agli occhi di Dio e attira su Sodoma il più terribile castigo di Dio.

J. Clifford nel “Nuovo Grande Commentario Biblico” del 1997 afferma che il peccato di Sodoma è un peccato impuro contro natura e cita come riferimento il testo di Lev. 18,22, quindi aggiunge che è anche una mancanza di ospitalità, ma qui non dà nessun riferimento biblico[138].

Cortese, professore di Antico Testamento presso lo “Studium Biblicum Franciscanum” in un articolo del 1997 ha criticato coloro che affermano che il peccato condannato nel racconto della distruzione di Sodoma non sarebbe quello di omosessualità ed ha mostrato come in realtà ciò che indispone i sodomiti è l’opposizione di Lot alle loro pretese di unirsi sessualmente contro natura. Il peccato stigmatizzato da Gen. 19 è, quindi, la pratica omosessuale e il peccato di Sodoma è molto grande, precisa Cortese, come leggiamo in Gen. 18,20.[139]

Bergsma e Hahn in un interessante articolo hanno chiaramente sottolineato, insieme con altri autori, la natura sessuale del peccato di Sodoma realizzando un interessante parallelismo tra questo peccato e il suo castigo e il peccato che portò al diluvio e il diluvio stesso nonché tra la storia delle figlie di Lot e quella dei figli di Noè.

[140]

Gli autori citati notano: un parallelismo, che non appare fortuito, tra:

1)il peccato del diluvio, legato a mancanze particolarmente in campo sessuale e terribilmente castigato da Dio, cui segue il peccato dei figli di Noè (Gen. 9);

2)il peccato di Sodoma legato a mancanze particolarmente in campo sessuale e terribilmente castigato da Dio, cui segue il peccato delle figlie di Lot (Gen. 19).

Il parallelismo tra il diluvio e la distruzione di Sodoma è notato anche dalla Bibbia di Gerusalemme nella versione italiana del 2009 realizzata da EDB, si veda la nota a Gen. 19,31.

Come è evidente da Lv. 18,24ss e 20,23 i popoli che erano nella terra di Canaan erano soliti praticare l’omosessualità; spiega il commentario dell’Università di Navarra di Lv 18,21 che era necessario preservare Israele  dall’influenza dei popoli contemporanei confinanti, in essi si verificavano situazioni davvero immorali, a volte raggiungendo vere perversioni sessuali, come la prostituzione sacra, l’omosessualità, l’incesto e la bestialità, in Grecia le leggi di Solone consentivano l’unione tra i fratelli del padre; nonostante i precetti della Legge divina, in alcune occasioni anche Israele cadde in queste abominazioni (cfr Gdc 19,22; 2 Sam. 13,14; ecc.).[141]

Attraverso il racconto di Gen. 19, in modo molto forte, Dio comanda al suo popolo di non seguire  le pratiche lussuriose dei popoli vicini e sottolinea bene il castigo comminato a Sodoma anche per allontanare nella maniera più radicale il popolo da tali atti abominevoli.

In questa linea il prof. Giuntoli, uno dei membri della PCB,  in un testo del 2013 affermava che Gen. 19,5 fa capire che il peccato degli abitanti di Sodoma indicato in Gen. 13,13  viene a manifestarsi appunto in Gen. 19 come un peccato legato all’esercizio dell’omosessualità.[142]

Nel 2016 il prof. Peterson ha scritto un interessante articolo in cui afferma che il peccato di Sodoma era di tipo omosessuale.[143]

Nell’articolo appena citato leggiamo nella conclusione che: quando il peccato di Sodoma viene visto sia nel contesto immediato che in quello più ampio, la depravazione sessuale definisce meglio la ragione della loro distruzione. Nello stesso modo in cui la depravazione sessuale fu l’impulso che spinse i Cananei a essere distrutti/gettati fuori dal paese (Lev 18:3, 26–30), così anche i Sodomiti persero la loro terra e la loro vita prevalentemente a causa dell’unico peccato sessuale individuato come un abominio: atti omosessuali.[144]

Lo stesso autore ha pubblicato nello stesso anno un intero libro sulla questione del peccato di Sodoma in cui ribadisce le stesse affermazioni[145].

Chukwuma Okoye indica nel tentativo di abuso omosessuale e nella violazione dell’ospitalità da parte dei sodomiti due atti che colpiscono 2 valori importanti per la Bibbia e per la mentalità di quel tempo[146] e che evidentemente sono stati terribilmente puniti da Dio.

Va notato anche che, in contrapposizione con quanto afferma la PCB alla p. 162 del documento che stiamo esaminando, come dice Peterson: alcuni studiosi hanno notato che la narrativa di Sodoma si colloca intenzionalmente tra la promessa e il compimento della nascita del bambino promesso, Isacco (cfr Genesi 18 e 21), per evidenziare il problema del sesso “sterile”, che le relazioni omosessuali incarnano.[147]

Anche la prof.ssa Healy, presentando il documento della PCB, fa notare che la posizione del capitolo 19 e il suo contesto nonché ben due testi del N. Testamento (Gd. 5-7; 2 Pt. 2,6-10) fanno capire che il messaggio che attraverso il capitolo viene offerto riguarda la sessualità e perciò lei mostra il suo dissenso rispetto a ciò che dice la PCB infatti lei afferma: “In the eyes of the biblical narrator, the sin of Sodom consists neither in hostility to foreigners alone nor in sexual immorality alone. Rather, it consists of a depraved mélange of homosexual sex, violence toward strangers, and contempt for the messengers of the Lord.” [148] Cioè il peccato di Sodoma consiste in una depravata mistura di sesso omosessuale e violenza verso gli stranieri e disprezzo verso i messaggeri di Dio.

La stessa professoressa mette in evidenza varie omissioni ed esagerazioni che si notano nel testo della PCB. [149]

 

 

d,4) Focus sul caso di Gabaa (Gdc. 19), citato dalla Commissione a sostegno della sua tesi, e sulla lussuria che è alla base anche della eventuale umiliazione.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Un caso di violenza unita alla lussuria, simile a quello di Sodoma, è quello che viene indicato nel libro dei Giudici al cap. 19

Secondo la  PCB in Gdc. 19 e 20 viene tematizzato il medesimo peccato di Genesi 19, cioè un peccato di mancata accoglienza dello straniero unita a tentativo di violenza “… alcuni cittadini di Gabaa, «gente iniqua» si presentano dal padrone di casa, con la richiesta di «conoscere» l’ospite (Gdc 19,22); la loro violenza si sfoga sulla donna del Levita fino a farla morire (v. 28), il che dimostra che non erano sessualmente attratti dal maschio, ma solo desiderosi di imporsi sullo straniero, umiliandolo con un trattamento infamante, forse persino con l’intento finale di ucciderlo (cfr. Gdc 20,5).”

Da parte nostra notiamo anzitutto che il caso di Sodoma differisce ampiamente dal caso di Giudici 19 perché:

1) Sodoma, come dice Gen.13 e 18, già prima dell’arrivo dei due angeli peccava molto e perciò Dio si era orientato a punirla, lo stesso non si dice di Gabaa;

2) Sodoma venne visitata da 2 angeli in forma di uomini, Gabaa è visitata solo da alcuni uomini tra cui una coppia di israeliti;

3) i due uomini angeli che visitano Sodoma sono degli sconosciuti, gli uomini che visitano Gabaa sono israeliti;

4) tutti gli uomini di Sodoma si presentarono a casa di Lot per unirsi carnalmente con i due ospiti; nel caso di Gdc. 19, solo alcuni, malvagi, abitanti di Gabaa, operano per abusare degli ospiti appena arrivati;

5) su tutta Sodoma e sulle città vicine si abbatté il castigo diretto di Dio, ciò non accade a Gabaa;

6) Sodoma è punita con il fuoco e lo zolfo che proviene da Dio, Gabaa è punita da uomini attraverso una guerra;

7) il Nuovo Testamento non dice nulla del caso di Gabaa ma in  due testi (Giuda 5-7 e 2 Pietro 2) precisa il peccato di Sodoma, il suo protrarsi e il castigo divino causato da tale peccato.

Vi sono però anche significative somiglianze tra i due passi.

1) In entrambe i casi si vogliono abusare sessualmente degli ospiti.

2) In entrambe i casi il fatto si svolge di notte.

3) In entrambi i casi si tratta di un tentativo di atto impuro contro natura

4) In entrambe i casi un terribile castigo si abbatte sui malvagi.

Precisiamo subito che secondo alcuni esegeti non è chiaro che gli abitanti di Gabaa in Gdc 19 volessero abusare del levita, anzi sembra, per costoro, più sicuro ritenere che quegli uomini volessero dall’inizio abusare della donna e appunto quando l’uomo la cede a loro, essi si mostrano soddisfatti e lasciano in pace il marito e la famiglia dell’ospitante e passano tutta la notte a violentare la donna, inoltre il marito della donna in Gdc 20,5 non fa nessuna allusione ad un tentativo di sodomia[150]; la Bibbia dell’Ecole Biblique de Jerusalem permette di leggere Gdc. 19,5 nel senso che gli uomini di Gabaa volevano violare la donna e non l’uomo[151] e afferma che Giuseppe Flavio dice appunto questo[152]. La PCB va in questa linea.

Il prof. Gilbert in un famoso articolo sull’omosessualità nella Bibbia vede una radicale differenza tra Gen. 19 e Giudici 19: nel primo caso, secondo lui, il peccato è l’intenzione omosessuale, nel secondo caso non sembra che i perversi assalitori vogliano unirsi sessualmente con l’uomo.[153]

Il testo ebraico, però, è chiarissimo nel dire che i perversi volevano unirsi con l’uomo sessualmente (Gdc. 19,23) e non dice nulla del fatto che volessero umiliarlo; la parola ebraica (yada) usata dai perversi di Gabaa in Gdc. 19,22 e poi anche in Gdc. 19,25 per indicare l’unione sessuale significa ordinariamente conoscere ma significa anche conoscere carnalmente, cioè unirsi sessualmente ad una persona e in quest’ultimo significato è usato varie volte nella Bibbia (Gn 4,1.17.25; 19,5; 24,16 ; 38,26; 1 Sam. 1,19 ; Gdc. 19,22.25 ; 1 Re 1:4 etc.); è usata anche in Gn 19,5, cioè nel caso di Sodoma, appunto per indicare il rapporto sessuale che i sodomiti volevano avere con i due ospiti di Lot.

Appunto nella linea indicata chiaramente dal testo biblico B. G. Webb è molto netto nel riconoscere nel caso di Gabaa l’intenzione di compiere il peccato impuro contro natura da parte dei malvagi abitanti del luogo e nell’affermare che il levita di Gdc. 19 cercando di evitare le città dei forestieri e volendo trovare riparo in una città israelita fa tappa a Gabaa ma proprio qui si trova in un’altra Sodoma.[154]

Anche T. Fretheim sottolinea che in Gdc. 19 è messo in particolare evidenza l’abuso sessuale come nel caso di Sodoma ma nel primo caso tale abuso è fatto tra israeliti mentre nel secondo caso si compie da parte di stranieri.[155]

Il commentario della “Sagrada Biblia” dell’Universidad de Navarra afferma: la scena di Gdc 19 ricorda quella di Gen. 19; cioè un’ aggressione a sfondo sessuale,  qui però, aggiungo, essa è di tipo omo ed eterosessuale, mentre là era solo di tipo omosessuale.[156]

Cortese, che fu professore di Antico Testamento presso lo “Studium Biblicum Franciscanum”, in un articolo del 1997 ha affermato che in Giudici 19 “ciò che viene condannato e scongiurato come crimine (nebala) è il comportamento sodomitico (cfr. 19,23).”[157]

Anche P. Sacchi nel suo commento a questo passo dice che la “nebalà” (l’infamia) che il padrone di casa voleva evitare era il peccato contro natura commesso contro la sua casa![158]

Anche M. O’Connor, nel Nuovo Grande Commentario Biblico  afferma che il peccato degli abitanti di Gabaa è un peccato di tentata omosessualità a danno del levita e aggiunge che tale racconto è simile a quello di Gen. 19; gli uomini iniqui di Gabaa vogliono stuprare attraverso un rapporto omosessuale l’uomo e ciò è una nebala. [159]

L’ Enciclopedia Judaica afferma che la Bibbia si riferisce a episodi reali che coinvolgono l’omosessualità solo quando descrive le abominazioni della peccaminosa città di Sodoma, dove l’intera popolazione chiese a Lot la resa dei suoi visitatori affinché potessero “conoscerli” sessualmente con la sodomia (Gen. 19,5), e ancora quando riporta la storia di un comportamento simile attuato da parte di un gruppo di beniaminiti a Gabaa, che portò a una disastrosa guerra civile (Gdc 19-20).[160] Quindi anche per l’Enciclopedia Judaica,  che si situa nella tradizione ebraica, il peccato degli abitanti di Gabaa era di tipo omosessuale.

Il levita quando denuncia quello che gli è accaduto (Gdc. 20) non sottolinea la violazione delle norme circa l’ospitalità ma il fatto che volevano compiere un’azione delittuosa degna di morte[161] nei suoi confronti attraverso la sodomia, chiaro riferimento a Lv 18 e 20 che prevede la morte per un uomo che si unisce carnalmente ad un uomo; il levita aggiunge (Gdc. 20,5) che la sua concubina  è stata violentata e uccisa, e sottolinea che ciò è un’azione pessima, impura (“zimmah”)[162] ed è “nebalà”, questo termine indica più precisamente un atto contro la Legge di carattere immorale, in particolare uno stupro, un atto impuro contro natura.[163]

Le parole usate dal levita si concentrano, come è evidente, sulla grave violazione di norme attinenti alla sessualità, non all’ospitalità.

Il testo ebraico mostra come in particolare questa parola (“nebalà”) si trova in vario modo in Gdc. 19, 23-24 e indica precisamente l’atto impuro che volevano fare all’uomo e a sua moglie, poi si trova in 20,6 e poi in 20,10 indicando in particolare lo stesso atto[164]; la condanna di Gabaa, decretata dall’assemblea di Mispa è proprio per la nebalà che abbiamo indicato, una condanna che possiamo chiaramente collegare anche a Lv. 18 e 20, testi che prevedono la morte per chi compie rapporti sessuali contro natura, e ai testi che prevedono la morte per chi stupra una donna già unita ad altro uomo (Dt. 22:25–27).

I perversi di Gabaa sono colpevoli di azioni delittuose, in particolare di nebalà cioè di tentato stupro nei confronti dell’uomo e anche di stupro della donna fino alla sua morte.

Va notato che anche in Gen. 34,7, in Dt. 32 e in 2 Sam.13,12 il termine nebalà significa azione peccaminosa di tipo sessuale e che tale termine è usato 13 volte in tutto l’ A. Testamento e in almeno 7 casi significa una trasgressione di tipo sessuale.

Tutto ciò mi pare che faccia capire che hanno pienamente ragione Cortese e Sacchi etc. a sottolineare come il peccato che viene qui particolarmente condannato è proprio l’atto contro natura riguardante l’uomo; il termine nebalà in questi testi richiama il termine toebah che abbiam incontrato in Lv. 18 e 20.

Aggiungo che come dice l’ Encyclopedia Judaica: il passo biblico che parla degli abitanti di Gabaa che domandarono di poter compiere atti contro natura sulla coppia di forestieri, vuole mettere in evidenza, in particolare, che i beniaminiti di Gabaa condividevano gli stessi “valori” dei sodomiti e volevano attuare un rapporto omosessuale con il levita di Gdc. 19.[165]

Va precisato che, come fa notare V. Hamilton, il vecchio efraimita offre ai perversi di Gabaa sua figlia e la concubina del levita perché possano “maltrattarle sessualmente” cioè violentarle e fare loro quello che essi vogliono mentre Lot, in Gen. 19,8, offre ai sodomiti le sue figlie semplicemente perché possano fare loro ciò che è buono agli occhi di essi, cioè quello che ad essi piace.[166]

Il peccato gravissimo che a tutti i costi l’efraimita vuole evitare è quindi in particolare la nebalà in quanto lussuria contro natura[167], perciò propone agli assalitori di sfogare la loro passione impura su sua figlia e sulla donna dell’ospite.

Alla fine la brama sessuale degli assalitori si scarica su quest’ ultima che appunto resta in balia delle loro voglie perverse per l’intera notte e perciò muore.

Ciò che emerge in Gdc. 19 nell’assalto dei malvagi di Gabaa nei confronti del levita e della sua concubina è la brama sessuale dei primi, tale brama è sottolineata dalle parole dell’anziano.

Contrariamente a ciò che dice la PCB al n. 188, i dati biblici indicano che i  perversi di Gabaa sono bramosi di unirsi carnalmente al levita e alla sua concubina!

Inoltre, secondo la PCB,  l’abuso sessuale della donna da parte dei malvagi di Gabaa dimostra che non erano sessualmente attratti dal maschio ma erano desiderosi soltanto di imporsi sullo straniero; quanto dice la PCB presuppone, afferma la professoressa M. Healy, che solo coloro con inclinazioni esclusivamente omosessuali si sarebbero impegnati negli atti omosessuali, un’ipotesi non supportata da prove né nella Bibbia, né nella letteratura antica del Vicino Oriente in generale; inoltre, secondo la stessa professoressa, l’Antico Testamento non si occupa delle inclinazioni sessuali ma degli atti sessuali ed è appunto l’atto dei malvagi di Gabaa ad essere censurato.[168]

L’ostilità nei confronti di uno straniero, aggiunge la Healy, è certamente un aspetto spregevole del comportamento dei malvagi di Gabaa  ma, anche qui, un fattore che la PCB non spiega pienamente è che il vecchio di Gabaa (come Lot) considerava chiaramente la natura omosessuale degli atti previsti come parte del reato [169], cioè il peccato in questione era chiaramente anche di tipo omosessuale.

Contrariamente a ciò che dice la PCB il peccato dei malvagi di Gabaa era, quindi, anche di tipo omosessuale.

La professoressa Healy sottolinea poi che, dopo aver analizzato brevemente Gen. 19 e Gdc. 19, la PCB conclude così: “Non troviamo nelle tradizioni narrative della Bibbia indicazioni concernenti pratiche omosessuali, né come comportamenti da biasimare, né come atteggiamenti tollerati o accolti con favore”.(PCB n.188) Anche questo, spiega Heally, sembra essere una esagerazione, poiché in entrambi i resoconti la natura omosessuale degli atti malvagi è parte del ritratto complessivo della depravazione. [170]

Gli atti indicati in Gn. 19,5 e Gdc. 19,21-24 implicano chiaramente lussuria omosessuale, sia per i termini utilizzati (il termine yada indica appunto unione sessuale), sia per le caratteristiche degli atti stessi (sodomia), che implicano attrazione sessuale e quindi abbandono al piacere del sesso perverso.

I dati biblici sono molto chiari a riguardo.

La PCB mostra di seguire una linea non precisamente fondata sui dati della S. Scrittura.

 

 

d,4,1) Gli abitanti di Sodoma, come i malvagi di Giudici 19,22, erano  “figli di satana”.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Vedendo i peccati di Sodoma nella luce di tutta la Scrittura dobbiamo affermare che i suoi uomini non si lasciavano guidare dallo Spirito di Dio, che fa vivere secondo la Legge divina, ma erano guidati da un altro spirito, cioè, in fondo, dal “serpente” di Gen. 3, da satana che, come dice la Liturgia del Battesimo è “ … origine e causa di ogni peccato”[171] … e guidati da questo spirito andavano contro tutta la Legge divina  … andavano quindi certamente anche contro Levitico 18, 22, che è parte della Legge divina … anzi, come visto, andavano in modo particolare contro  Levitico 18,22.

Ricordo che in Lv. 18 e 20 Dio afferma di condannare i cananei anche per i peccati di omosessualità senza che essi abbiano una Legge divina scritta che comandi loro di astenersi da tali atti; il divieto di tali atti è evidentemente una norma di Legge naturale che tutti possono conoscere e della quale Dio domanda conto a tutti, contro questa norma vanno in modo particolare i sodomiti.

Gli uomini di Sodoma possiamo dire che, come i malvagi di Giudici 19, 22 e 20,13, sono  “figli di Belial”, la Nova Vulgata e la King James Version traducono questa espressione di Giudici 19, 22 e 20,13 appunto con “figli di Belial”, che possiamo tradurre con: figli di satana ;  in 1 Gv. 3,8 leggiamo: “Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.”, nel “Lexicon Graecum Novi Testamenti” il prof. Zorell alla voce Βελιάρ  spiega che questo nome o il corrispondente ebraico indica una potenza opposta a Cristo e quindi satana;  l’affermazione  “figli di Belial”,  figli di satana, ricorda le parole di Cristo ai suoi oppositori : “Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.” (Gv. 8,43 s.)

Il padre di tutti costoro è satana, cioè a lui obbediscono, in certo modo, e lui imitano …

S. Antonio di Padova dice in questa linea: “Le figlie di Moab, nome che s’interpreta “dal padre”, sono la gola, la lussuria e gli altri vizi che hanno per padre il diavolo: con queste “figlie di Moab” il popolo del mondo si dà alla fornicazione.”[172] La lussuria di Sodoma ha per padre satana … quindi i sodomiti erano, figli di satana.

Lo stesso s. Dottore dice ulteriormente: “Chi dunque potrà accusare di peccato colui, la cui legge

fu la volontà del Padre? (cf. Sal 1,2). Che obbedì non solo al Padre celeste, ma anche alla Madre sua poverella? “Chi di voi dunque mi potrà accusare di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?”. Non credevano alla verità perché erano figli del diavolo (cf. Gv 8,46), “che è menzognero, anzi padre della menzogna” (Gv 8,44), perché ne è l’inventore.”[173]

Ancora s. Antonio afferma, commentando Luca 16 : “Il padre del ricco fu il diavolo, perché egli visse imitandolo.”[174]

I figli di satana, a lui obbediscono, in certo modo, e lui imitano …

Il risultato della sequela di satana fu per Adamo ed Eva il giusto castigo fissato da Dio in Gen. 3, il risultato della “sequela” di satana da parte dei malvagi di Gabaa (Gdc. 19) fu la distruzione loro, il risultato della “sequela” di satana da parte dei sodomiti fu ovviamente il terribile castigo di cui parla Genesi 19 … il risultato della sequela di satana per il ricco della parabola evangelica ( Luca 16) e per chiunque muore in peccato grave, dunque anche chi muore nel peccato impuro, è la dannazione eterna.

Spiega s. Tommaso d’ Aquino: i figli di satana sono tali non in quanto creati da satana ma in quanto lo imitano (Super Io., cap. 8 l. 6).

Dice ancora s. Tommaso ” … sola caritas est, quae distinguit inter filios Dei et filios Diaboli” (Solo per la carità si distinguono i figli di Dio dai figli di satana) (Super Mt. [rep. Leodegarii Bissuntini], cap. 7 l. 2.) Cioè chi ha la carità è figlio di Dio, chi non la ha è figlio di satana.

Ovviamente i sodomiti non avevano la carità, erano figli di satana!

Spiega ancora s. Tommaso che il diavolo è la causa occasionale e indiretta di tutti i nostri peccati: perché fu lui a spingere al peccato il primo uomo, dal cui peccato derivò a tutto il genere umano una certa tendenza ad ogni tipo di peccato; invece satana è causa diretta dei peccati commessi dietro istigazione di lui stesso (I, q. 114 a. 3).

Tutti i peccati, gravi, rendono gli uomini figli del diavolo, sia quelli che sono compiuti per tentazione diabolica sia gli altri, perché attraverso tutti i peccati gli uomini imitano satana che fu il primo a peccare.[175]

Ciò è confermato ulteriormente da queste parole del s. Dottore Angelico: “… qui non exeunt a voluntate carnis et mundi, non sunt filii Dei, sed filii Diaboli …” (Super Mt. [rep. Petri de Andria], cap. 4 l. 1.)

Coloro che non escono dalla volontà della carne e del mondo sono figli di satana; cioè coloro che non si fanno guidare da Dio ma dalle tentazioni della carne e del mondo nel peccato grave non sono figli di Dio ma figli di satana e i sodomiti, come i malvagi di Gabaa, sono significativi rappresentanti di tali figli.

La malvagità satanica dei sodomiti risalta laddove si tenga presente che essi sono superbi, vari passi biblici evidenziano la loro superbia (Ez. 16, Sir. 10, Sir. 16,9) la superbia è propriamente diabolica, come spiega mons. Zenti in un suo intervento in cui riporta le affermazioni di s. Agostino: “Agostino è convinto che capo e origine di ogni male è la superbia, di cui satana è la personificazione. Sente pertanto il bisogno di precisare che cosa significa vivere secondo satana o, al contrario, secondo Dio: “Quando pertanto l’uomo vive secondo l’uomo non secondo Dio è simile al diavolo … Quando l’uomo vive secondo verità non vive secondo sé stesso ma secondo Dio… Se invece l’uomo vive secondo sé stesso, vive secondo menzogna… Non vivere secondo la norma con cui si è ordinati a vivere, questo è la menzogna … non invano ogni peccato può essere detto una menzogna. … dal vivere nell’umiltà secondo Dio o dal vivere nella superbia secondo satana traggono origine le due città, la città di Dio e la città terrena.”[176],

  1. Agostino parla del peccato di satana come un peccato di superbia: “Vi invito a considerare il diavolo: a lui, nel giudizio di Dio, non potranno essere imputati adulterio e fornicazioni, perché non può commetterli, non avendo la carne. Sarà la sola superbia, unita all’invidia, a mandarlo nel fuoco eterno.”[177]

Secondo la S. Scrittura la superbia è una stima esagerata di sé stesso con alterigia e disprezzo verso gli altri.[178]

La punizione somma cui Sodoma viene assoggettata è collegata ad un peccato sommo che la assimila sommamente a satana. La superbia di Sodoma la assimila in modo speciale a satana ma tale superbia appare fortemente segnata dalla lussuria e in particolare dalla lussuria contro natura o piuttosto la superbia somma di Sodoma si manifesta in particolare nel compimento di atti sommamente abominevoli per Dio: gli atti omosessuali.

Satana spinge in modo particolare alla lussuria, infatti dice s. Alfonso riguardo a tale peccato: “Del resto dice san Tommaso, che il demonio di niun peccato si compiace tanto, quanto del peccato disonesto: Diabolus dicitur maxime gaudere de peccato luxuriae, quod difficile ab eo homo potest eripi. Il demonio si compiace tanto di questo vizio, perché quelli che l’hanno difficilmente se ne possono liberare. E perché?

-Per 1., perché questo vizio accieca il peccatore e non gli fa più vedere l’offesa che fa a Dio, né lo stato miserabile di dannazione in cui vive e dorme. Dice il profeta Osea che questi tali perdono anche il desiderio di tornare a Dio. Non dabunt cogitationes suas ut revertantur ad Deum suum; (e perché?) “quia spiritus fornicationum in medio eorum”.

-Per 2., perché questo vizio indurisce il cuore, e lo rende ostinato.

-Per 3., perché da esso ne vengono poi cento altre specie di peccati, furti, odii, omicidii, spergiurii, mormorazioni.” [179]

S. Tommaso afferma precisamente: “Diabolus dicitur maxime gaudere de peccato luxuriae, quia est maximae adhaerentiae, et difficile ab eo homo potest eripi, insatiabilis est enim delectabilis appetitus ut philosophus dicit, in III Ethic.” (I-II, q. 73 a. 5 ad 2) Il demonio si compiace massimamente di questo vizio, perché si lega massimamente all’anima umana e quelli che l’hanno difficilmente se ne possono liberare, l’appetito dilettevole dell’uomo, infatti, è insaziabile.

Satana guida quindi i suoi figli massimamente alla lussuria e , aggiungo, soprattutto alle forme più gravi di lussuria, come quella contro natura, che si manifesta appunto in Gen. 19,5.

 

 

d,5) Peccati impuri e loro castigo nei primi libri della Bibbia.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Occorre precisare che, contrariamente al modo di pensare di molti, oggi, che giustifica, esalta e legalizza anche peccati molto gravi di natura sessuale, i primi libri della Bibbia mettono in grande rilievo i peccati riguardanti il sesso e i terribili castighi ad essi collegati, vedemmo più sopra ciò che afferma il Levitico ai cap. 18 e 20 , abbiamo visto e vedremo ancora meglio il ciclo di Sodoma, abbiamo visto il caso di Gabaa, vedremo nelle prossime pagine altri casi.

 

 

d,5,1) La lussuria come causa del diluvio e di altri castighi, nella Genesi.

 

 

1) Il diluvio in quanto causato dalla lussuria.

Dobbiamo ora evidenziare che anche un altro terribile castigo divino, appartenente ai primi capitoli del primo libro della Bibbia, quello relativo al diluvio universale, fu inviato, secondo vari commentatori, a causa di peccati che hanno a che fare, in particolare, con la sessualità.

Lo rivelano alcuni passi biblici che troviamo nel cap. 6 del libro della Genesi in cui leggiamo: “Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. Allora il Signore disse: “Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni”.

C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: “Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti”.”

Nel Vangelo Gesù sottolinea che “nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca.”( Matteo 24, 38; cfr. Luca 17,27) Evidente la sottolineatura, nella linea delle affermazioni bibliche di Gen. 6, riguardo alla vita sessuale disordinata che viene punita con il diluvio.

In questa linea s. Atanasio scrisse nella sua opera sui titoli dei Salmi che coloro che peccarono di adulterio morirono nel diluvio (P.L. 27 col. 1186)

S. Agostino ugualmente sottolinea come una sessualità perversa è la causa del castigo del diluvio[180];

Procopio afferma la stessa cosa [181] e lo stesso dicono i padri siriaci[182], anche Beda va in questa linea[183] e con lui Ruperto [184].

S. Tommaso affermava: “Diluvium autem et poena Sodomorum sunt inducta propter peccata luxuriae praecedentia, ex gula occasionata.” ( II-II, q. 148 a. 3 ad 1 ) Il diluvio e la pena dei sodomiti furono mandate a causa dei precedenti peccati di lussuria, cui aveva dato occasione la gola.

Il peccato che conduce al castigo del diluvio, somma punizione divina, è di natura sessuale, notava il famoso biblista Spadafora : “In una breve pericope introduttiva (6, 1-8), si descrive la ragione del diluvio. La malvagità degli uomini era tale che Dio si pentì di averli creati. La causa principale è posta nella relazione carnale fra i “figli di Dio” e le “figlie degli uomini” (ibid. 6, 2).” [185]

Von Rad ugualmente afferma che i peccati degli uomini del tempo del diluvio furono di lussuria, in particolare. [186]

Anche nel Commentario alla Bibbia realizzato dall’ Università di Pamplona leggiamo: i peccati che causarono il diluvio furono in particolare di natura sessuale, e questo lo dicono anche s. Agostino, s. Giovanni Crisostomo e s. Cirillo Alessandrino.[187]

N. Peterson afferma che il racconto del diluvio è preparato da brevi resoconti su persone che trasgrediscono l’ordine della creazione di Dio attraverso peccati di natura sessuale.[188]

Alcuni studiosi biblici hanno visto questo legame tra il diluvio e i peccati di natura sessuale, come Bergsma e Hahn[189]. Il primo peccato presentato in tali racconti del diluvio è una delle cause dell’inondazione e indica certamente un peccato di carattere  sessuale.

Bergsma e Hahn hanno chiaramente notato la somiglianza tra il passo biblico che tratta del diluvio e delle sue cause e il passo che tratta del castigo di Sodoma e delle sue cause “ The similarities between the two pericopes are numerous: in the aftermath of a calamitous divine judgment, instigated by the wickedness of men—particularly sexual wickedness (cf. Gen 6:4; 19:5), which destroys the earth or a large part of it … ” [190], in entrambe i passi abbiamo dei peccati di lussuria che producono un castigo di tipo catastrofico.

Anche la tradizione ebraica vede nella lussuria la causa del diluvio.

Il Targum mette in evidenza la lussuria come peccato degli uomini del diluvio.[191]

Nel testo denominato “Bereshit Rabba” leggiamo che “ …  ha detto R. Abbâ b. Kahanà: Poiché Io mi pento di averli fatti (Gen. 6, 7-8). E Noè…: anche Noè, superstite di loro, non l’avrebbe meritato: Ma trovò grazia. E Noè trovò grazia: poiché erano immersi nella lussuria e nel furto, furono cancellati dal mondo.”[192]

Nello stesso testo leggiamo: “Disse R. Ajbû: Perché pigiano l’uva allo strettoio ed hanno sete? Perché la maledizione stava sulla fatica del malvagio. Perché erano immersi nella lussuria e nel furto furono cancellati dal mondo: La fine di ogni creatura è venuta davanti a Me.” [193]

E ancora nello stesso testo leggiamo: “ R. Hunah in nome di R. Josef disse: La generazione del diluvio non fu cancellata dal mondo finché non scrissero contratti nuziali al maschio ed all’animale. Disse R. Simlaj: Dove c’è lussuria, viene la peste al mondo ed uccide i buoni ed i cattivi. R. Azarjah, R. Jehudah b. R. Shimon in nome di R. Jehoshua b. Levi disse: Il Santo, Egli sia benedetto, tutto sopporta pazientemente, all’infuori della lussuria.” [194]

Nel Testamento di Neftali leggiamo una significativa condanna del peccato sessuale contro natura riguardo al periodo precedente al diluvio: “(Non fate così), per non diventare come Sodoma, che cambiò l’ordine della sua natura. [5] Ugualmente anche i Vigilanti cambiarono l’ordine della loro natura, e il Signore li maledisse al tempo del diluvio. Così a causa loro fece la terra vuota di abitanti e di frutti.”[195]

Anche alcuni testi ebraici, dunque, presentano i peccati che condussero al diluvio come peccati di sessualità.

La punizione divina sia nel caso del diluvio che in quello di Sodoma è stata irrogata direttamente da Dio (Gn. 19,24) senza mediazione di alcuna creatura intelligente (angeli o uomini), ciò vuol dire anche che l’atto va contro la Legge di Dio e Dio stesso si incarica di punirlo!

2) Altri casi di lussuria nel libro della Genesi.

Nella Genesi troviamo anche i peccati di natura sessuale dei figli di Noè (Gen. 9) e delle figlie di Lot (Gen. 19).

Ricordo poi anche il caso emblematico di Onan che fu punito da Dio con la morte per un peccato relativo alla sessualità.  In Genesi 38, 9-10 leggiamo: “Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui”.

Aggiungo il caso della violenza sessuale su Dina da parte di Sichem, violenza che fu terribilmente punita con lo sterminio di tutti i maschi della tribù di lui (Gen. 34) e poi i casi indicati in Gen 20 e 26, in cui Abimelech fa capire che chi si unisce alla donna di un altro uomo attira su di sé la maledizione divina.

Il pensiero dei primi libri della S. Scrittura che stiamo vedendo mi pare che si accordi con ciò che dice circa la lussuria Platone il quale mette in evidenza la potente influenza di governo e persino, a volte, la sovranità assoluta che il perseguimento del piacere sessuale può avere sulle azioni e sulla vita di una persona. Si può diventare schiavi delle passioni in questa linea e ciò evidentemente non è secondo virtù; qualsiasi sessualità ha meno valore del perseguimento della virtù. [196]

La lussuria fa uscire dalla virtù l’uomo, può dominarlo completamente e attira su di lui terribili castighi divini.

Le due lettere cattoliche (Giuda e 2 Pietro) che indicano il peccato di Sodoma come di lussuria contro natura e che sottolineano come la punizione divina vada a colpire in particolare tale peccato sono quindi pienamente in linea con ciò che affermano i testi della Genesi visti in questo paragrafo.

Faccio notare che in Gn. 19,7-8 Lot sottolinea la malvagità dell’atto dei sodomiti e mette in evidenza la violazione, da parte dei sodomiti stessi, dell’ospitalità sua  nei confronti dei due uomini-angeli ma questo non significa che davanti a Dio la mancanza verso l’ospitalità fosse il peccato più grave, Lot non è un profeta né parla in nome di Dio, difende chiaramente la sua onorabilità di ospitante, ma la condanna divina di Sodoma, come spiegano le due lettere cattoliche (Giuda e 2 Pietro, 2) e nella linea degli altri testi della Genesi visti in questo paragrafo, nonché nella linea di Lv. 18 e 20,  appare piuttosto come una punizione del peccato di lussuria contro natura che è alla base della violazione dell’ospitalità.

Dio ci illumini sempre meglio.

 

 

d,5,2) Levitico 18 e Genesi 19 presentano cosa accade ad una società che calpesta i comandi divini circa la sessualità: caos, morte e distruzione familiare.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Il capitolo 18 del Levitico dopo aver elencato tutti i crimini sessuali che la Legge di Dio condanna, tra cui il peccato impuro contro natura, fa un’affermazione estremamente significativa: “… Non rendetevi impuri con nessuna di tali pratiche, poiché con tutte queste cose si sono rese impure le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. La terra ne è stata resa impura; per questo ho punito la sua colpa e la terra ha vomitato i suoi abitanti. Voi dunque osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni e non commetterete nessuna di queste pratiche abominevoli: né colui che è nativo della terra, né il forestiero che dimora in mezzo a voi. Poiché tutte queste cose abominevoli le ha commesse la gente che vi era prima di voi e la terra è divenuta impura. Che la terra non vomiti anche voi, per averla resa impura, come ha vomitato chi l’abitava prima di voi, perché chiunque praticherà qualcuna di queste abominazioni, ogni persona che le commetterà, sarà eliminata dal suo popolo.” (Lev. 18,24ss)

Si noti quante volte si usano parole che indicano somma ripugnanza di Dio per tali pratiche: “la terra ha vomitato” , “pratiche abominevoli” etc. la traduzione italiana riporta in modo molto diretto le affermazioni ebraiche .

In Lev. 20 leggiamo: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte: il loro sangue ricadrà su di loro. … Osserverete dunque tutte le mie leggi e tutte le mie prescrizioni e le metterete in pratica, perché la terra dove io vi conduco per abitarla non vi vomiti.  Non seguirete le usanze delle nazioni che io sto per scacciare dinanzi a voi; esse hanno fatto tutte quelle cose, perciò ho disgusto di esse  e vi ho detto: Voi possederete il loro suolo; ve lo darò in proprietà. È una terra dove scorrono latte e miele. Io il Signore, vostro Dio, vi ho separato dagli altri popoli.” (Lev. 20,13 . 22-24)

Anche in questo testo troviamo termini indicanti somma ripugnanza divina per i peccati appena indicati da Dio: “la terra  … non vi vomiti” e “ho disgusto” con l’uso di un termine che significa avere un odio profondo, orrore, vero disgusto … che si lega bene con “vomito” … Tra i peccati che Dio odia e per cui la terra “rivomita” c’è in modo particolare il peccato impuro contro natura.

In entrambi i testi troviamo condannato il peccato impuro contro natura e indicato come abominevole … Non mi consta che per la mancanza di ospitalità, tanto evidenziata nel documento della Pontificia Commissione Biblica, si parli ugualmente, nella Bibbia, di abominio e si dica che la terra rivomita chi attua tale mancanza.

Come si vede chiaramente dunque: per i peccati indicati in Lv. 18 e 20, tra cui la lussuria contro natura, la “terra ha rivomitato” i suoi abitanti, per essi Dio ha scacciato le nazioni dalla terra che poi ha donato a Israele … perciò non è strano o assurdo affermare, sulla base di queste affermazioni, che Sodoma sia stata terribilmente punita da Dio e distrutta per i peccati attinenti alla sessualità e in particolare per i peccati impuri contro natura, le parole della II lettera di s. Pietro (2,6) e della lettera di Giuda (5-7) e altre che rientrano nella Tradizione vanno appunto in questa linea affermando che tale castigo è collegato in particolare a tali peccati.

Come ha spiegato Peterson, un esegeta americano: il problema centrale degli uomini di Sodoma era la loro mancanza nei confronti della Legge divina; i comandi violati da Sodoma in nessuna parte sono più chiari che in Levitico 18 e 20 e in Genesi 1 e 2.[197]

Più precisamente: il problema centrale degli uomini di Sodoma era la loro mancanza nei confronti della Legge divina naturale, visto che essi non avevano una Legge rivelata.

Ricordo che in Lv. 18 e 20 Dio afferma di condannare i cananei anche per i peccati di omosessualità senza che essi avessero una Legge divina scritta che comandava loro di astenersi da tali atti; il divieto di tali atti era evidentemente una norma di Legge naturale che tutti potevano conoscere e della quale Dio domanda conto a tutti, contro questa norma agiscono i sodomiti.

Secondo Peterson, quando il peccato di Sodoma viene visto sia nei contesti immediati sia in quelli più ampi (Gen.4-20), la depravazione sessuale definisce meglio la ragione della sua distruzione.

Ripeto: quando il peccato di Sodoma viene visto sia nei contesti immediati sia in quelli più ampi (Gen.4-20), la depravazione sessuale definisce meglio la ragione della sua distruzione.

Allo stesso modo in cui la depravazione sessuale è stata importante impulso per la distruzione dei Cananei e perché fossero espulsi dalla terra (Lev 18. 3, 26–30; 20,23), così anche i Sodomiti persero la loro terra e la loro vita per una varietà di peccati, in particolare sessuali, e gli atti omosessuali sono al centro di tale varietà.[198]

Come parte della Torah, la Genesi presenta nel cap. 19 una narrazione che indica cosa avviene ad una società che calpesta tali leggi divine: caos, morte e distruzione familiare. [199]

 

 

d,6) Gen. 13 e i molti peccati di Sodoma; Gen. 18,20 il grido contro Sodoma è troppo grande.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Per delineare bene e a fondo la situazione di Sodoma sulla base dei racconti biblici occorre precisare che già prima dell’arrivo dei due angeli Sodoma peccava gravemente, leggiamo infatti nella Genesi : “Ora gli uomini di Sòdoma erano perversi e peccavano molto contro il Signore.”(Gen. 13,13) .. e ancora: “Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!”(Gen. 18,20s)

S. Tommaso riteneva che quando Gen. 13,13 afferma che i sodomiti erano malvagi e peccavano molto contro Dio si riferisse in particolare al peccato impuro contro natura che essi compivano.[200]

Da parte nostra notiamo anzitutto che il testo di Genesi 13,13 usa due aggettivi molto significativi che esamineremo qui di seguito.

1)Il primo aggettivo è ra’, lo troviamo anche in Gen. 2, 9.17; 3, 5.22 etc.; in Gen. 6,5, parlando degli uomini prima del diluvio, di cui è evidente la lussuria, questo aggettivo con il nome ad esso corrispondente è usato 2 volte; con i nomi ad esso corrispondenti  è usato circa 650 volte nella Bibbia ed ha più generalmente il significato di cattivo, malvagio; in Gn. 19,7.9 e Giudici 19,23 viene usato il verbo avente stessa radice di questo aggettivo; Lot e l’efraimita di Giudici 19 usano  il verbo ra’a’  (essere malvagi) per dire ai sodomiti e agli uomini di Gabaa  di non fare certe malvagità; in questi 3 casi quindi viene usato il verbo  ra’a’ che ha la stessa radice di  ra’ ; questi verbi e aggettivi, più precisamente, hanno tutti la radice r“ secondo il Grande Lessico dell’ Antico Testamento e indicano malvagità[201]. Il collegamento tra l’aggettivo (ra’) di Gen. 6,5 e Gen. 13,13 e il verbo corrispondente di Gen. 19,7.9 e di Giudici 19,23  porta a pensare che, probabilmente, il peccare molto dei sodomiti si riferisse in particolare alla lussuria contro natura, questo pensiero si rafforza con quanto vedremo qui di seguito.

2) Il secondo aggettivo è chatta ed è  rafforzato dall’avverbio  meod che significa eccessivamente.

Il termine chatta  significa peccatore o peccaminoso ed è usato circa 20 volte nella Bibbia. In Gen. 13 l’aggettivo chatta viene precisato nel senso che i sodomiti peccavano contro Dio, l’avverbio meod specifica l’atto dei sodomiti nel senso che essi peccavano eccessivamente contro Dio.

Il prof. Peterson ha fatto notare come nella Genesi la parola chatta unita a Dio  nel senso di peccato contro il Signore entra in un contesto che riguarda un disordine in materia sessuale.[202]

In Gen. 20, 6 si parla di peccato contro Dio ed è di tipo sessuale.

Lo stesso Peterson, dopo aver messo in evidenza che anche in Genesi 39, con riferimento al caso di Giuseppe con la moglie di Potiphar, si parla di peccato contro Dio, fa notare che: “Interestingly, the Jewish Talmud draws the same connections between the wickedness of Sodom and that eschewed  by Joseph (see b. Sanh. 109a).”[203] Anche il Talmud, quindi, realizza la stessa  connessione tra la malvagità di Sodoma e quella evitata da Giuseppe nel senso che si tratta di  peccati riguardanti la sessualità.

Ci sono ragioni abbastanza significative, quindi, per ritenere che Gen. 13,13 allorché afferma “Ora gli uomini di Sòdoma erano perversi e peccavano molto contro il Signore.” si riferisca in modo particolare al fatto che in Sodoma si compivano peccati di lussuria.

Le parole di Gen. 13,13  inoltre, confrontate con altre espressioni simili (Gen. 39 e Gen. 20,6) , indicano che il peccato di Sodoma era di speciale gravità in ambito sessuale.

Il peccato impuro contro natura che emerge nel racconto di Gen. 19 è appunto un peccato impuro di speciale gravità; in Lev. 18 e 20 si afferma che alcuni peccati, tra cui il peccato impuro contro natura, sono abominevoli (toebah)  e che la terra “vomita” (qo) chi li compie.

Il termine toebah (abominio) è usato circa 120 volte nella Bibbia e ricorre per ben 5 volte nel capitolo 18 del Levitico, una volta è usato per indicare il male del peccato impuro contro natura e altre 4 volte per sottolineare che questo peccato insieme ad altri là considerati è abominevole. Tra i peccati indicati in Lev. 18, quindi, il peccato impuro contro natura è in modo particolare abominevole.

Nel capitolo 20 del Levitico il termine toebah (abominio) si trova una sola volta e  si riferisce ancora e soltanto al peccato impuro contro natura.

Il peccato impuro contro natura è dunque particolarmente abominevole.

Preciso che il termine toebah (abominio) indica una violazione particolarmente grave della Legge di Dio e non è obbligatoriamente connesso a pratiche pagane.[204]

Il verbo vomitare  (qo) è usato solo otto volte nella Bibbia e in ben 4 volte esso indica il castigo che segue per i peccati indicati in Lev. 18 e Lev. 20 , tra i quali c’è, in entrambi i capitoli, il peccato impuro contro natura.

Il peccato impuro contro natura è quindi particolarmente abominevole, produce un castigo particolarmente grave e dai vari indizi visti è probabile che sia in modo particolare il peccato per cui in Gn.13,13 leggiamo: “… gli uomini di Sòdoma erano perversi e peccavano molto contro il Signore.”

Il prof. Giuntoli in un testo del 2013 affermava che Gen. 19,5 fa capire che il peccato degli abitanti di Sodoma indicato in Gen. 13,13, all’interno di questo episodio (Gen. 19), viene a manifestarsi come un peccato legato all’esercizio dell’omosessualità.[205]

Quello che abbiamo detto si conferma ulteriormente se esaminiamo meglio anche altre indicazioni che la Bibbia ci offre in Gen. 14 su Sodoma e le città vicine. I sodomiti e i loro vicini vengono infatti sconfitti in guerra, fuggono e tutti i loro beni sono loro tolti, anche Lot, con i suoi beni, viene deportato presumibilmente con la popolazione di queste città.

L’intervento di Abramo, che sconfigge i nemici di Sodoma e che riporta nelle città i beni trafugati e le persone deportate, risolve la situazione.

Come dice la stessa Pontificia Commissione Biblica nel documento che stiamo esaminando “In tutto il Vicino Oriente Antico (e dunque anche in Israele), la guerra veniva generalmente concepita come un’ordalia, come un evento cioè mediante il quale si realizzava il giusto giudizio di Dio nei confronti di due contendenti (due re, due eserciti), rivendicanti ciascuno il proprio diritto: la divinità – dal suo trono celeste, sede del supremo tribunale (Sal 9,5.8; 11,4) – concede la vittoria a chi ha ragione e determina la sconfitta di chi ha torto. L’imparzialità è la cifra di questa encomiabile giustizia (Dt 10,17; Sir 35,15).”(n. 250)

Nella vittoria di Abramo in Gen. 14 dobbiamo quindi vedere il giusto giudizio di Dio che dà la vittoria a chi ha ragione.

Abramo è un santo, un uomo di Dio che ha ragione.

Nell’azione di Abramo e dei suoi dobbiamo vedere l’azione vittoriosa di Dio attraverso coloro che gli appartengono, la vittoria di Abramo anticipa le grandi vittorie di Giosuè, Davide etc. ; Dio dà ad Abramo e ai suoi uomini, che probabilmente erano pochi rispetto al numero dei combattenti degli eserciti nemici, una importante vittoria. Abramo, evidentemente guidato da Dio, vince.

Invece  Sodoma, immersa nel peccato e non guidata da Dio, perde e i suoi abitanti vengono deportati. Il fatto che gli abitanti di Sodoma siano stati scacciati dalle loro abitazioni ci fa ricordare il capitolo 18 del Levitico: “ Non rendetevi impuri con nessuna di tali pratiche, poiché con tutte queste cose si sono rese impure le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. La terra ne è stata resa impura; per questo ho punito la sua colpa e la terra ha vomitato i suoi abitanti. Voi dunque osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni e non commetterete nessuna di queste pratiche abominevoli: né colui che è nativo della terra, né il forestiero che dimora in mezzo a voi. Poiché tutte queste cose abominevoli le ha commesse la gente che vi era prima di voi e la terra è divenuta impura. Che la terra non vomiti anche voi, per averla resa impura, come ha vomitato chi l’abitava prima di voi, perché chiunque praticherà qualcuna di queste abominazioni, ogni persona che le commetterà, sarà eliminata dal suo popolo.” (Lev. 18,24ss)

I sodomiti per i loro peccati sessuali, che Dio detesta sommamente, già con la guerra perduta in Gen. 14  appaiono “rivomitati” dalla terra e puniti da Dio… Ma tale punizione non è ancora definitiva … Sodoma e le altre città si salvano e tornano nelle loro case perché Lot, nipote di Abramo, vive là ed è stato deportato con gli abitanti di tali città; Sodoma e le città vicine si salvano grazie, in particolare, ad Abramo, uomo di Dio … Dio dà a Sodoma e alle altre città vicine, grazie ad Abramo, la salvezza e un’altra possibilità di vita …

Con questo segno, Dio vuole certamente richiamare queste città alla conversione … ma esse non ascoltano questo richiamo, proseguono nel loro male …

Dei suoi peccati non consta che Sodoma si sia pentita e che abbia cambiato strada, quindi ciò che ho appena detto mi pare che si colleghi molto bene anche con quanto si afferma in  Gen. 18,20: “Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!”

Il peccato, probabilmente di lussuria contro natura, di Sodoma è molto grave, è abominevole (toebah)  e produce che la terra “vomiti”  (qo )  chi lo compie; quindi non è strano che a Dio, che qui appare come Re e Giudice, giunga una colossale protesta, un colossale grido (zeaqah) contro Sodoma e Gomorra , una protesta, un grido grande,  il loro peccato è grave (rab) in modo eccessivo.

Di questa protesta contro Sodoma si parla anche in Gen. 19,13 usando lo stesso termine ebraico  zeaqah, dopo che i sodomiti hanno tentato di abusare sessualmente i due ospiti.

Anche del peccato di Caino contro Abele si afferma che esso grida al cospetto di Dio(Gn. 4,10).

S. Gregorio Magno afferma: il peccato grida a Dio quando è commesso pubblicamente, liberamente, senza timore[206]; effettivamente, come vedremo meglio, Sodoma appare come una città gaudente che non ha problemi a peccare pubblicamente, liberamente e senza timore (cfr. Is. 3; Gn. 19,5ss).

In questo grido causato dal peccato dobbiamo vedere una metafora che vuole mettere in evidenza che la Giustizia divina è da sé stessa chiamata a intervenire e non può tollerare l’impunità del peccato specie quando è fatto in modo particolarmente turpe, pubblicamente e in modo sfacciato.

Come un re è obbligato a intervenire quando il popolo grida dinanzi a un fatto ingiusto così Dio è chiamato a intervenire dalla sua stessa Giustizia per punire il peccato, specie appunto quando è fatto in modo turpe, pubblicamente e senza ritegno.

Possiamo vedere in questo grido anche le preghiere di coloro che soffrono o comunque sono disgustati per tali peccati e che chiedono a Dio di intervenire, quindi anche le preghiere di Lot che si affliggeva per essi(2 Pt. 2) e, possiamo pensare, anche alle preghiere degli angeli che vegliano sugli uomini e presiedono ai destini delle nazioni (Tb. 3,17;12,12; Sal.91,11; Dan. 3,49; 10.13-21).

Il prof. Cortese mostrava di riferire le affermazioni di Gen. 18,20 per cui “… il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave” al peccato impuro contro natura della stessa Sodoma.[207]

Quanto stiamo dicendo vuole farci capire in particolare che  Sodoma peccava già da molto tempo; ciò è confermato anche da alcuni testi della tradizione ebraica.

Il testo ebraico Bĕrēšît Rabbâ afferma: “ 7. E gli dissero: Tirati in là, vai via, e dissero: Uno venuto come straniero vuol giudicare? (Gen. 19, 9). Vuoi tu cambiare la sentenza che hanno dato gli antichi? R. Menahemah in nome di R. Bebaj: Così stabilirono fra loro gli uomini di Sodoma. Dissero: Ogni uomo che viene qui, noi lo conosceremo carnalmente, e prenderemo il suo denaro; ed anche colui per cui sta scritto: Ed osserva la via del Signore per agire con carità e giustizia (Gen. 18, 19), anche quello lo conosceremo carnalmente, e prenderemo il suo denaro.”[208]

Ulteriormente tale testo afferma: “Disse R. Jirmejah b. Eleazar: La prosperità di Sodoma durò solamente cinquantadue anni, ed in venticinque anni di questi il Santo, Egli sia benedetto, faceva tremare i monti e provocare i terremoti affinché facessero penitenza, e non la fecero, come sta scritto: Sposta i monti e non se ne avvedono, ed alla fine li sconvolge con la sua ira (Job. 9, 5).”[209]

Quindi per molto tempo Dio avvertì Sodoma perché si convertisse ma ciò non avvenne e alla fine furono sconvolti dall’ira divina.

I testi della lettera di  Giuda (Giuda 5-7) e della II lettera di Pietro, fanno emergere chiaramente che la “perversione” di Sodoma, il suo “peccare molto contro il Signore” e il suo peccato “molto grave” di Gen. 13 riguarda in particolare la sessualità, specie quella contro natura, che là si praticava; essi aiutano anche a capire che tale peccato era attuato già da tempo in tali zone.

La lettera di Pietro è abbastanza chiara in questa linea allorché afferma: “ Dio infatti  ….. Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati. Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie.  Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio, soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore.”(2 Pt. 2, 6-10)

Spiega Keating che le persone a volte limitano il peccato dei cittadini di Sodoma alla loro grave violazione dell’ospitalità, ma qui le Scritture ci dicono che è stata la loro immoralità sessuale a tormentare Lot. Giorno dopo giorno, dice Pietro, quel giusto che viveva in mezzo a loro fu tormentato nella sua anima giusta per le azioni immorali che vide e udì.[210]

Il testo di 2 Pt. 2,6s precisa che Lot era angustiato dal comportamento sessualmente depravato dei suoi concittadini tenuto da essi non una volta sola ma ogni giorno, ( ἡμέραν ἐξ ἡμέρας )… evidente appare qui il collegamento con quanto abbiamo detto sopra: il Signore ci presenta Sodoma come immersa nella lussuria e quindi come una grande peccatrice contro Dio appunto perché si era abbandonata alla depravazione sessuale non una volta sola ma per diverso tempo; il tentativo di avere relazioni contro natura con i due ospiti-angeli è il culmine dell’ immoralità dei sodomiti, già abbondantemente avvezzi a tale peccato.

Il famoso storico ed esegeta Giuseppe Ricciotti nella sua “Storia d’ Israele”[211] afferma chiaramente che Dio si preparava a distruggere Sodoma e Gomorra per il vizio impuro che vi imperversava e quando quei viziosi tentarono di avere rapporti sessuali anche con gli uomini-angeli il castigo si abbatté su loro.

Le parole di Ricciotti indicano che in Sodoma  questo vizio imperversava già da tempo.

Anche in Pirkei d’Rabbi Eliezer si mette in evidenza come la lussuria contro natura fosse usuale per i sodomiti.[212]

Gen. 18 ci presenta quindi Abramo che intesse un intenso dialogo con Dio proprio riguardo alla punizione di Sodoma … ed è significativo il fatto che Dio concluda il dialogo in questione con queste parole: “Non la distruggerò per riguardo a quei dieci.”(Gen. 18,32).  Dio non avrebbe distrutto Sodoma se ci fossero stati dieci giusti … purtroppo non c’erano neppure 10 giusti a Sodoma … l’immoralità aveva contaminato praticamente tutti … infatti giovani e vecchi volevano unirsi carnalmente contro natura con i due ospiti e il desiderio era così ardente che stavano forzando il blocco imposto da Lot (Gen. 19).

Ricordando quello che affermò la PCB in un documento del 2014 per cui: “… per valutare la verità dei racconti biblici antichi, occorre leggerli come furono scritti e furono letti da Paolo stesso: “Tutte queste cose accaddero a loro [agli Israeliti] come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi” (1 Cor 10,11).”[213] Mi pare che sia ovvio l’insegnamento che, in questa linea, veniva da tale racconto (Gn.13-19) per i giudei e che viene per noi: non bisogna peccare e se si pecca non bisogna reiterare tali azioni malvagie ma convertirsi, infatti se Dio non ci castiga definitivamente ai primi peccati lo fa perché ci convertiamo ma se perseveriamo nel male arriverà il castigo definitivo …

 

 

d,7) Precisazioni a proposito dei passi della Bibbia ebraica citati dalla Pontificia Commissione.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

La Pontificia Commissione Biblica afferma che in altri passi della Bibbia Ebraica che trattano della colpa di Sodoma si allude a: tradimento nei confronti del Signore (Is. 1,10), condotta peccaminosa generica perpetrata in modo sfacciato (Is. 3,9), adulterio (Ger. 23,14), lo si indica come: superbia e  spensieratezza gaudente (Ez. 16,49); la Commissione precisa quindi che in tali passi  “non si allude mai a una trasgressione sessuale praticata nei confronti di persone dello stesso sesso.” (n. 186)

Rispondo facendo notare anzitutto che il popolo ebraico ordinariamente non ha avuto una particolare tendenza a cedere ad atti omosessuali: la Bibbia solo in casi eccezionali parla di un tale peccato nel popolo ebraico, “Israele”, dice il Talmud, “è al di sopra del sospetto di sodomia o bestialità” (Kid. 82a), e quindi non sono state ritenute necessarie precauzioni preventive contro queste perversioni ( Yad, cit. Cit., 22: 2 e Sh. Ar., EH 24: 1).”[214], lo stesso afferma la lettera di Aristea del II secolo a. C.[215] quindi i paragoni non potevano riguardare inesistenti peccati sodomitici del tempo dei profeti e peccati contro natura di Sodoma, ma riguardavano peccati di vario tipo del tempo dei profeti con i peccati di Sodoma.

Sodoma appare nella Bibbia come il massimo della perversione morale sommamente punita da Dio, come fa capire anche il testo della Commissione quando afferma che Sodoma è “…un paradigma della maledizione nella forma di punizione catastrofica (cfr. Dt 29,22; Is 1,9; 13,19; Ger 49,18; Ez 16,56; Lam 4,6; Lc 17,29; ecc.).”(n.186), quindi non è strano che i profeti e anche Cristo abbiano paragonato ad essa gruppi di persone così da aprire gli occhi a queste ultime sulla loro malvagità.

Il paragone non veniva fatto in base alla stretta corrispondenza di tipologia del peccato ma in base alla malvagità che si riscontrava a Sodoma e nelle comunità ad essa paragonate, perciò abbiamo affermazioni di questo tipo: “sono tutti come Sòdoma”(Ger. 24,14), “Grande è stata l’iniquità della figlia del mio popolo, più del peccato di Sòdoma”(Lam. 4,6) “… nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!” (Mt. 11,24) e altre simili.

Sodoma appare paragonata dai profeti con le comunità dei loro tempi non già perché nelle due realtà i peccati erano precisamente identici ma perché era simile la malvagità e simile si riteneva che sarebbe stato il castigo.

Inoltre occorre sottolineare  che l’affermazione per cui il “peccato di Sodoma” è stato in particolare sessuale non significa che sia stato solo sessuale anche perché ai peccati molto gravi come quelli impuri contro natura si accompagnano normalmente altri peccati perché la lussuria è considerata madre di tutti i vizi come spiega s. Alfonso: “L’incontinenza è chiamata da s. Basilio peste viva, da s. Bernardino da Siena vizio il più nocivo di tutti: Vermis quo nullus nocentior; perché, secondo dice s. Bonaventura, l’impudicizia distrugge i germogli di tutte le virtù: Luxuria omnium virtutum eradicat germina. Perciò ella è da s. Ambrogio chiamata il seminario e la madre di tutti i vizj: Luxuria seminarium est, et origo omnium vitiorum; mentre questo vizio tira seco anche gli altri, odj, furti, sacrilegj e simili.”[216]

S. Ambrogio affermava: “Luxuria ergo nec fidem habet, nec observantiam disciplinae: luxuria seminarium et origo vitiorum est. Nec arbitremini me adversus Apostolum dixisse (I Tim. VI, 1) , quia ille ait avaritiam radicem esse vitiorum omnium, quoniam luxuria ipsius est mater avaritiae. Etenim cum exhauserit quis luxuriando proprias facultates, quaerit postea avara compendia.”[217]

La lussuria non ha fede né osservanza della disciplina, la lussuria è il seminario e l’origine dei vizi; la lussuria è la madre dell’avarizia, quindi non pensate che io vada contro s. Paolo che afferma che l’avarizia è l’origine di tutti i vizi (1 Tm. 6,1) e infatti quando uno attraverso la lussuria esaurisce i suoi beni, cerca di andare avanti con l’avarizia.

Anche la superbia è la madre di tutti i vizi (II-II q. 162 a.8 ) e la superbia di Sodoma è sottolineata da Ez. 16.

In questa linea i vari vizi di cui parlano i passi biblici che presentano paragoni con Sodoma possono essere anche considerati non come qualcosa che esclude la superbia e la lussuria contro natura dai peccati di Sodoma ma come un frutto della superbia e della lussuria contro natura che si praticava già da tempo in tale città.

Tenuto presente quanto appena detto andiamo a vedere cosa emerge più immediatamente dai testi della Bibbia ebraica indicati dalla PCB.

1) Anzitutto tali testi non negano direttamente che il peccato di Sodoma sia di carattere principalmente sessuale e in particolare di tipo omosessuale: nessuno di essi afferma chiaramente che il peccato di Sodoma non fu principalmente di natura sessuale e di tipo omosessuale. Il testo di Gn. 19,5 è troppo chiaro nel parlare dell’atto omosessuale che volevano perpetrare i sodomiti, nessun agiografo si è mai azzardato a negare una cosa così chiara ed evidente!

2) Tali passi biblici, sulla base delle indicazioni più generali dei peccati che presentano, e che sono presentate dalla PCB al n. 186, permettono di concludere che il peccato di Sodoma sia, in particolare, un peccato di natura omosessuale infatti;

a) quando Is. 1,10 mette in relazione Sodoma con i grandi peccatori e traditori di Dio del tempo del profeta (Is. 1-6) permette di concludere che il peccato di tale città sia stato principalmente di perversione sessuale perché tale peccato è molto grave e implica un tradimento di Dio e della sua legge, quindi come era stata traditrice di Dio Sodoma con la sua lussuria contro natura e con altri peccati ad essa collegati, in modo simile lo erano gli uomini del tempo del profeta;

b) quando Is. 3,9 paragona Sodoma con gli uomini del tempo del profeta per la condotta peccaminosa generica perpetrata in modo sfacciato, permette di inferire che il peccato di tale città sia stato di perversione sessuale perché tale peccato, come risulta in Gn.19, rientra nel genere della condotta peccaminosa e appare attuato in modo sfacciato;

c) quando 23,14 paragona Sodoma ai malvagi e lussuriosi del tempo del profeta permette di pensare che il peccato di tale città sia stato in particolare di omosessualità perché l’attività omosessuale è grandemente detestata da Dio ed è considerata un grande peccato e un grave atto di lussuria;

d) quando Ez. 16,49 afferma che il peccato di Sodoma consiste in superbia e spensieratezza gaudente, permette di inferire che il peccato di tale città sia stato, in particolare, di perversione sessuale contro natura perché essa implica superbia e perché la vita gaudente e la gola favoriscono i peccati di lussuria.

3) I suddetti passi addirittura offrono delle indicazioni più dirette per affermare che il peccato di Sodoma fu davvero un peccato attinente anzitutto alla sessualità e in particolare di sessualità contro natura; come vedremo qui di seguito.

  1. a) Notiamo anzitutto che nel cap. 1 di Isaia Sodoma è citata 3 volte, in Is. 1,7 leggiamo:

“La vostra campagna, sotto i vostri occhi,

la divorano gli stranieri;

è un deserto come la devastazione di Sòdoma.”

In Is. 1.9-10 leggiamo: “Se il Signore degli eserciti

non ci avesse lasciato qualche superstite,

già saremmo come Sòdoma,

assomiglieremmo a Gomorra.

Ascoltate la parola del Signore,

capi di Sòdoma prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio,

popolo di Gomorra!”

Le parole divine attuano un paragone tra il popolo di Dio e Sodoma, tra il castigo di Sodoma e il castigo del popolo di Dio.

Si noti bene: i capp. 1-6 di Isaia formano un blocco unico e riguardano gli anni 750-735 a. C. quindi tutto questo blocco deve essere utilizzato per capire le affermazioni per cui il popolo di Dio e in particolare Gerusalemme vengono indicati con il nome di Sodoma (Is. 1,7-10; 3,9) e appunto in questo blocco abbiamo che in Isaia 1,21 si parla di prostituzione (zanah) riguardo a Gerusalemme che Isaia ha indicato in precedenza  come Sodoma, appare qui diretto il riferimento alla lussuria di Sodoma: Gerusalemme è paragonata a Sodoma e la prostituzione e quindi la lussuria spirituale e materiale di Gerusalemme è paragonata alla lussuria contro natura di Sodoma[218]; questo riferimento alla lussuria di Sodoma si fa particolarmente forte in Is. 3,7-10 perché in questo testo la prostituta Gerusalemme viene paragonata a Sodoma per la sfacciataggine con cui compie il peccato, in Gn. 19 appunto i sodomiti volevano unirsi carnalmente ai due uomini angeli in modo sfacciato e senza alcuna riservatezza.

Inoltre le parole di Isaia alle figlie di Sion (Is. 3,16ss) sono presumibilmente in relazione con le parole di Amos alle “vacche di Basan” (Am. 4)[219] cioè alle donne di Basan il cui comportamento gaudente e impuro suscita la condanna del profeta; in entrambe i casi ci troviamo dinanzi a situazioni di lussuria unita a vita gaudente, ciò spiega le forti affermazioni  attinenti al castigo riguardante la dimensione sessuale che attende queste donne (cfr. Is. 3,16-17), il linguaggio usato qui è molto crudo e forte e dice che quelle donne dovranno scoprire le loro parti intime, presumibilmente per le violenze sessuali che riceveranno dai nemici d’Israele nel castigo che Dio invierà loro; tutto questo rafforza l’affermazione per cui Isaia allorché  assimila Gerusalemme a Sodoma lo fa offrendo varie allusioni al peccato contro natura di quest’ultima. [220]

Un’altra significativa somiglianza tra la Gerusalemme di Isaia e Sodoma in quanto operatrice di atti lussuriosi contro natura si può notare in Is. 1,13, in esso si afferma che le offerte di incenso sono un abominio, la parola usata è toebah, ma questa parola sappiamo che ha una speciale relazione con il peccato impuro contro natura, la si trova in vari testi collegati a tale peccato e in particolare al peccato di Sodoma (Lev. 18 e 20), si può vedere in queste affermazioni di Isaia un certo rimando a tale peccato: all’abominio attuato dai sodomiti con il tentato stupro dei due uomini angeli, Isaia assimila gli abomini attuati dai gerosolimitani attraverso la pratica di un culto peccaminoso.

Secondo alcuni esegeti il cap. 1 di Isaia ricapitolerebbe l’insegnamento di tutto il libro quindi tutto il libro potrebbe essere utilizzato per capire le affermazioni per cui Gerusalemme viene indicata con il nome di Sodoma, ovviamente anche in questo caso possono essere utilizzati i testi che abbiamo appena visto per spiegare i riferimenti a Sodoma come collegati più direttamente al suo peccato impuro contro natura.[221]

Concludo notando che nei testi in oggetto viene attuato un paragone tra il castigo di Sodoma e quello del popolo di Dio ma occorre precisare che l’ira e il furore divini si sono abbattuti su Sodoma in modo molto più forte rispetto a ciò che è successo al popolo di Dio ed è, probabilmente, significativo per spiegare la mancanza di un tale sommo castigo divino sul popolo di Dio anche il fatto che, a differenza di Sodoma, esso non si è totalmente immerso in pratiche sessuali contro natura, come si può vedere nelle affermazioni dello stesso Isaia.

b) Anche il testo di Geremia 23 offre significative indicazioni che paiono collegare i peccati del tempo del profeta con i peccati contro natura di Sodoma.

In Geremia 23, infatti, leggiamo:

“ La terra è piena di adùlteri;

per la maledizione tutta la terra è in lutto,

sono inariditi i pascoli della steppa.

La loro corsa è diretta al male

e la loro forza è l’ingiustizia.

… Ma tra i profeti di Gerusalemme

ho visto cose nefande:

commettono adultèri e praticano la menzogna,

danno aiuto ai malfattori,

e nessuno si converte dalla sua malvagità;

per me sono tutti come Sòdoma

e i suoi abitanti come Gomorra”.(Ger. 23,10-14)

Si noti come Sodoma e Gomorra sono citate in contesto di depravazione sessuale.[222]

Alla santità e purezza di Dio si oppone l’impurità di Sodoma, di Samaria e di Gerusalemme e il contesto in cui viene citata Sodoma è un contesto di depravazione sessuale che pare rimandare, in modo particolare, alla depravazione contro natura di cui parla il testo di Gen. 19,5ss.

c) Anche il testo di Ezechiele 16 offre significative indicazioni che paiono collegare i peccati del tempo del profeta con i peccati contro natura di Sodoma.

Innanzitutto il cap. 16 di Ezechiele ha una esplicita natura sessuale ed evidenzia fortemente peccati di natura sessuale[223], in esso il termine zanah (prostituta) e le parole ad esso affini sono usati ben 12 volte, il termine Sodoma è ripetuto per 6 volte!

In particolare Ez. 16, 44-50 afferma: “ Ecco, tutti quelli che usano proverbi diranno di te: “Quale la madre, tale la figlia”.  Tu sei degna figlia di tua madre, che ha abbandonato il marito e i suoi figli: tu sei sorella delle tue sorelle, che hanno abbandonato il marito e i loro figli. Vostra madre era un’Ittita e vostro padre un Amorreo.  Tua sorella maggiore è Samaria, che con le sue figlie abita alla tua sinistra. Tua sorella più piccola è Sòdoma, che con le sue figlie abita alla tua destra.  Tu non soltanto hai seguito la loro condotta e agito secondo i loro costumi abominevoli, ma come se ciò fosse stato troppo poco, ti sei comportata peggio di loro in tutta la tua condotta. Per la mia vita – oracolo del Signore Dio -, tua sorella Sòdoma e le sue figlie non fecero quanto hai fatto tu insieme alle tue figlie!  Ecco, questa fu l’iniquità di tua sorella Sòdoma: essa e le sue figlie erano piene di superbia, ingordigia, ozio indolente. Non stesero però la mano contro il povero e l’indigente.  Insuperbirono e commisero ciò che è abominevole dinanzi a me. Io le eliminai appena me ne accorsi.”

Il contesto sessuale è evidente!

Come si può notare questo testo parla di Sodoma e delle città vicine come piene di superbia, ingordigia e gola sicché non aiutarono i bisognosi e commisero ciò che è abominevole davanti a Dio. Ora il termine ebraico toebah (abominio) usato in Ezechiele 16,50 riferito a Gen. 19  appare chiaramente legato con il peccato impuro contro natura indicato in Gen. 19,5 infatti tale termine viene usato riguardo a tale peccato, direttamente o indirettamente, per ben 5 volte in Lev. 18 e poi in Lev. 20,13; quindi l’affermazione per cui Sodoma e “le sue figlie” : “ … commisero ciò che è abominevole dinanzi a me” (Ez. 16) indica il tentativo di sodomia attuato da Sodoma, come fa notare M. Greenberg.[224]

Sottolineo che nel capitolo 16 di Ezechiele il termine toebah e termini simili vengono usati per ben 9 volte.

Agli abomini delle persone cui Ezechiele si rivolge paiono chiaramente relazionati gli abomini contro natura di Sodoma. [225]

Peterson afferma, in questa linea: il cap. 16 di Ezechiele ha una esplicita natura sessuale, chi sottolinea solo la mancanza di ospitalità come peccato di Sodoma in Ez. 16 non presenta l’intero quadro del capitolo in oggetto.[226]

Ezechiele sottolinea in modo particolare la superbia di Sodoma, il libro del Siracide riprenderà questa sottolineatura e ribadirà la superbia di Sodoma (Sir. 10 e 16,9) .

Secondo la S. Scrittura la superbia è una stima esagerata di sé stesso con alterigia e disprezzo verso gli altri.[227]

Sodoma quindi aveva una stima esagerata di sé stessa, con alterigia e disprezzo per gli altri ed è proprio la superbia che la spinge a compiere ciò che è abominevole.

Secondo s. Tommaso: il peccato di superbia è un peccato speciale, cioè specificamente distinto dagli altri, poiché ha per proprio oggetto speciale, cioè specificamente distinto, il desiderio disordinato della propria eccellenza, ma tale peccato può avere una certa  causalità universale sugli altri peccati perché appunto per il desiderio disordinato della propria eccellenza l’uomo può compiere anche altri peccati; ciò significa che tutti i vizi possono a volte derivare da essa, non significa, invece, che tutti da essa sempre derivino. (cfr. IIª-IIae, q. 162 a. 2)

D’altra parte, come dice s. Tommaso citando s. Gregorio, la superbia è da considerarsi come la regina dei vizi infatti appena ha conquistato il cuore dell’uomo, subito lo consegna ai sette vizi capitali, da cui deriva tutta la moltitudine dei vizi.( IIª-IIae, q. 162 a. 8 co)

Abbiamo visto più sopra come la superbia è il peccato di satana, secondo s. Agostino[228], e come essa assimila in particolare a satana.

La superbia di Sodoma si unisce in particolare alla lussuria contro natura e assimila Sodoma così fortemente a satana da meritare un sommo castigo divino.

Ezechiele indica anche la gola come peccato di Sodoma, e anche tale peccato è significativamente collegato al peccato di lussuria, S. Tommaso afferma: “Diluvium autem et poena Sodomorum sunt inducta propter peccata luxuriae praecedentia, ex gula occasionata.” ( II-II, q. 148 a. 3 ad 1 ) Il diluvio e la pena dei sodomiti furono mandate a causa dei precedenti peccati di lussuria, cui aveva dato occasione la gola.

S. Tommaso precisa che tra le figlie della gola vi è la lussuria, cioè la gola produce la lussuria (IIª-IIae, q. 148 a. 6 co)

La relazione tra la gola e la lussuria è messa in evidenza anche da s. Antonio di Padova.

S. Antonio afferma: “La focosa lussuria dei demoni tende a distruggere la castità dei santi; i demoni li assalgono specialmente se li vedono abbandonarsi ai piaceri della gola, la quale riesce a dar fuoco anche ai rigori della castità. E attaccano soprattutto gli occhi, perché sanno che gli occhi sono i primi strali della lussuria.”[229]

Aggiunge il s. Dottore evangelico: “Parimenti quando lo stolto si rimpinza eccessivamente di cibo, si macchia di fornicazione, come si legge nel libro dei Numeri: Israele fornicò con le figlie di Moab, che chiamarono gli Israeliti a partecipare ai loro riti sacrificali e poi mangiarono le carni offerte agli idoli. Il Signore si adirò e in un sol giorno ne morirono ventitremila (cf. Nm 25,1-2.4.9). Ecco quindi dimostrato che dalla gola si passa alla fornicazione, e dalla fornicazione si arriva alla morte e alla dannazione.”[230]

Dice ancora s. Antonio: “Le figlie di Moab, nome che s’interpreta “dal padre”, sono la gola, la lussuria e gli altri vizi che hanno per padre il diavolo: con queste “figlie di Moab” il popolo del mondo si dà alla fornicazione. Mangiano e adorano i loro dèi, perché sono dediti alla gola e alla lussuria: per questo “i capi del popolo” devono essere appesi ai patiboli. I capi del popolo sono i cinque sensi del corpo, che a motivo dei peccati commessi devono essere appesi al patibolo della penitenza.”[231]

Molti altri testi della Tradizione mettono in evidenza come il vizio della gola spinge a quello della lussuria[232].

Occorre aggiungere che la gola può anche essere effetto della lussuria in quanto essa è madre di tutti i vizi, [233] come abbiamo detto.

Il fatto che Ezechiele 16 parli riguardo a Sodoma di gola non esclude la lussuria ma anzi la implica, come visto.

Inoltre le affermazioni del profeta Ezechiele, per cui il peccato di Sodoma consisteva in superbia, ingordigia, ozio indolente, e mancanza di aiuto ai bisognosi fanno emergere Sodoma come città gaudente ed egoista il che ovviamente si unisce bene con la pratica della lussuria più estrema e quindi con la pratica della sessualità contro natura.

Filone Alessandrino in questa linea fa notare che gli uomini di Sodoma erano molto facoltosi ed essendo incapaci di vivere rettamente nella ricchezza si diedero a calpestare le leggi della natura, si immersero nel disordine nel mangiare e nel bere e attuarono rapporti sessuali contrari alla Legge divina. Non solo impazzivano per le donne e contaminavano il letto matrimoniale degli altri, ma praticavano il sesso contro natura, sicché gli uomini erano desiderosi l’uno dell’altro per fare cose indegne e senza  rispettare la loro natura comune. In questa linea, prosegue Filone, Sodoma fu punita con la sterilità ma ciò, a causa della terribile forza della lussuria che li dominava,  non li sconvolse. Gli uomini si diedero appunto a svolgere la parte delle donne e furono gravati da una terribile malattia propria delle donne. Non solo hanno pervertito i loro corpi ma anche hanno degenerato le loro anime e Dio li ha terribilmente puniti.

Il testo di Filone  che abbiamo appena sintetizzato per sommi capi si trova nel suo libro su Abramo[234] ma testi simili si trovano in altre opere dello stesso autore.[235]

In conclusione, il testo di Ezechiele 16 offre, dunque, significativi dati che permettono di considerare il peccato di Sodoma come legato alla sessualità deviata oltreché alla superbia, alla gola, all’ozio e alla mancanza di misericordia verso i bisognosi.

d) Anche da questi testi appena visti tratti dai libri dei profeti Isaia, Geremia ed Ezechiele emerge che Sodoma è considerata come esempio di sommo peccato sommamente punito da Dio, come fa capire anche il testo della Commissione quando afferma che Sodoma è “…un paradigma della maledizione nella forma di punizione catastrofica…”(n.186); nella Legge divina l’omosessualità, indicata in Gen. 5, è considerata sommo peccato che attira grande abominio divino e terribili punizioni divine, come dice Lev. 18 e 20; quindi questi testi e le stesse affermazioni della Commissione, visti alla luce di Gen. 19 offrono significative indicazioni nel senso che il peccato di Sodoma sia stato di impurità contro natura e appunto perciò terribilmente punito da Dio.

In conclusione i testi della Bibbia ebraica citati dalla Pontificia Commissione Biblica non escludono, come vorrebbe la stessa Commissione, che il peccato di Sodoma sia di natura sessuale, questi testi infatti non solo non negano tale peccato ma permettono e in certo modo portano a pensare proprio che l’attività sessuale perversa sia parte importante del male compiuto da Sodoma, la lettera di Giuda e la seconda di Pietro, nella pienezza della luce di Cristo, preciseranno tale peccato sottolineando proprio la lussuria contro natura; non è strano perciò che molti esegeti cristiani e vari autori della tradizione ebraica, che conoscevano bene la ebraica Bibbia, abbiano, come abbiamo visto e come vedremo più avanti, sottolineato la natura sessuale della perversione di Sodoma.

A questo riguardo va notato che non è del tutto chiaro quando sia stati ultimati e definitivamente pubblicati questi testi biblici e la Genesi ma stando alle indicazioni della PCB la Genesi dovrebbe essere del periodo persiano (V-VI sec.) [236], e stando ad alcuni esegeti cattolici il libro di Isaia dovrebbe contenere nei capitoli 1-6 profezie di Isaia del VIII secolo[237], i testi di Geremia del capitolo 23 dovrebbero essere del VII secolo inizio VI secolo  mentre il libro di Ezechiele dovrebbe contenere testi del VI secolo pubblicati nello stesso VI secolo[238] … tutto questo deve farci considerare anche la possibilità che il testo della Genesi su Sodoma sia l’ultimo scritto che interviene su Sodoma e fa il punto definitivo su tale argomento e chiarisce ciò che hanno detto i profeti basandosi su tradizioni non scritte; in questo senso il testo di Gen. 19 chiarifica definitivamente il fatto che il peccato di Sodoma è essenzialmente inerente l’attività omosessuale.

In questa linea, quindi, il testo della Genesi arriva per ultimo, precisa definitivamente la questione di Sodoma e risolve radicalmente tutte le questioni che potevano sorgere basandosi solo sulle affermazioni profetiche.

 

 

d,8) Qualche altro testo significativo della Bibbia ebraica su Sodoma.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Vedremo qui di seguito qualche altro testo significativo su Sodoma che porta a ribadire quanto detto nel precedente paragrafo.

1) Nel Deuteronomio nel cap. 29 leggiamo che se il popolo di Dio non metterà in pratica la Legge di Dio, il Signore lo punirà terribilmente appunto per questo, il testo aggiunge riguardo a questa punizione: “Tutta la sua terra sarà zolfo, sale, arsura, non sarà seminata e non germoglierà, né erba di sorta vi crescerà, come dopo lo sconvolgimento di Sòdoma, di Gomorra, di Adma e di Seboìm, distrutte dalla sua ira e dal suo furore.” (Dt. 29,23) Il testo poi sottolinea che l’ira e la collera punitrici di Dio saranno causate appunto dal peccato del popolo e conclude  “Il Signore li ha strappati dal loro paese con ira, con furore e con grande sdegno e li ha gettati in un’altra terra, come avviene oggi”.

Per noi è importante notare che nel testo in oggetto viene attuato un paragone tra la punizione di Sodoma e      quella del popolo di Dio ma l’ira e il furore divini si sono abbattuti su Sodoma in modo molto più forte rispetto a ciò che è successo al popolo di Dio ed è significativo per spiegare la mancanza di un tale sommo castigo divino sul popolo di Dio anche il fatto che, a differenza di Sodoma, esso non si è totalmente immerso in pratiche sodomitiche, come si può vedere in particolare nei libri di Geremia ed Ezechiele …

Ancora nel Deuteronomio leggiamo: “La loro vite è dal ceppo di Sòdoma, dalle piantagioni di Gomorra.”( Dt. 32, 32)

Il testo si riferisce agli israeliti malvagi che non obbediscono a Dio e che sono destinati alla punizione, appunto come Sodoma e Gomorra; questi israeliti hanno lo stesso spirito di Sodoma e Gomorra, uno spirito superbo (Ez. 16, 49s), ribelle a Dio, cioè hanno le caratteristiche fondamentali (il “ceppo” e le “piantagioni”) uguali a quelle di Sodoma.

Va notato che questo cap. 32 del libro del Deuteronomio mette in evidenza una particolare relazione tra Sodoma e il popolo di Dio quando afferma:

“Iesurùn si è ingrassato e ha recalcitrato,

– sì, ti sei ingrassato, impinguato, rimpinzato –

e ha respinto il Dio che lo aveva fatto,

ha disprezzato la Roccia, sua salvezza.”(Dt. 32,15)

Vedemmo più sopra e vedremo meglio più avanti come Ezechiele e altri autori hanno messo in evidenza  come la vita gaudente di Sodoma ha portato tale città alla perdizione; in questo passo di Dt. 32 si mette in evidenza come anche per il popolo di Dio le ricchezze possono diventare una trappola e condurre il cuore degli israeliti lontano da Dio.

2) Nel libro di Isaia leggiamo: “Io punirò nel mondo la malvagità

e negli empi la loro iniquità.

Farò cessare la superbia dei protervi

e umilierò l’orgoglio dei tiranni. …

Babilonia, perla dei regni,

splendore orgoglioso dei Caldei,

sarà sconvolta da Dio come Sòdoma e Gomorra.” (Is. 13,11.19)

Babilonia per la sua malvagità ed iniquità sarà punità da Dio in modo simile a Sodoma.

Per noi è importante notare che nel testo in oggetto viene quindi attuato un paragone tra  il castigo di Sodoma  e quello di Babilonia; l’ira e il furore divini si sono abbattuti su Sodoma, in modo simile essi si abbatteranno su Babilonia. Simile è anche la superbia di Sodoma (Ez. 16,49s) con quella di cui parla qui Isaia (Is. 13,11).

Anche su Babilonia si abbatté il castigo divino, effettivamente; ma l’ira e il furore divini si sono abbattuti su Sodoma in modo molto più forte rispetto a ciò che è successo a Babilonia; ed è significativo per spiegare la mancanza di un tale sommo castigo anche il fatto che, a differenza di Sodoma, Babilonia, stando alle indicazioni bibliche, non si è totalmente immersa in pratiche sodomitiche.

3) Nel libro del profeta Geremia leggiamo: “Come nello sconvolgimento di Sòdoma e Gomorra e delle città vicine – dice il Signore -, non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà essere umano.” (Ger. 49, 18), nello stesso libro leggiamo: “Come quando Dio sconvolse Sòdoma, Gomorra e le città vicine – oracolo del Signore -, non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà essere umano.” (Ger. 50, 40)

Sono due profezie sul castigo divino che si abbatterà su Edom e su Babilonia.

Edom è punita per la superbia (Ger. 49,16) e Babilonia per l’arroganza (Ger. 50,29), qualcosa di simile con la superbia di Sodoma (Ez. 16,49s) ma l’ira e il furore divini si sono abbattuti su Sodoma in modo molto più forte rispetto a ciò che è successo a Babilonia ed Edom; ed è significativo, per spiegare tale differenza nel castigo, anche il fatto che, a differenza di Sodoma, Babilonia ed Edom non si sono totalmente immerse in pratiche sodomitiche … nella Legge infatti l’omosessualità attuata è considerata sommo peccato che attira terribili punizioni divine, come dice Lev. 18 e 20, coerenti con il terribile castigo di Sodoma.

4)  Nel libro delle Lamentazioni leggiamo:

“Grande è stata l’iniquità della figlia del mio popolo,

più del peccato di Sòdoma,

la quale fu distrutta in un attimo,

senza fatica di mani.” (Lam. 4, 6)

Il peccato del popolo di Dio è qui paragonato a quello di Sodoma.

Addirittura si afferma che il peccato di tale popolo è più grande di quello di Sodoma.

Eppure il castigo di Sodoma è stato molto più terribile di quello del popolo di Dio ed è significativo per spiegare tale differenza nel castigo anche il fatto che, a differenza di Sodoma, il popolo di Dio non si è totalmente immerso in pratiche sodomitiche, come leggiamo in particolare nei libri dei profeti Geremia ed Ezechiele … nella Legge infatti l’omosessualità attuata è considerata sommo peccato che attira terribili punizioni divine, come dice Lev. 18 e 20, coerenti con il terribile castigo di Sodoma.

5) Nel libro di Amos leggiamo: “Ascoltate questa parola,

o vacche di Basan,

che siete sul monte di Samaria,

che opprimete i deboli, schiacciate i poveri

e dite ai vostri mariti: “Porta qua, beviamo!”. …

Vi ho travolti

come Dio aveva travolto Sòdoma e Gomorra,

eravate come un tizzone

strappato da un incendio;

ma non siete ritornati a me”. Oracolo del Signore.” (Amos. 4,1. 11)

Le profezie di Amos risalgono all’ ottavo secolo a. C. e, come si vede, paragonano il castigo di Sodoma al castigo delle donne di Samaria e più generalmente della popolazione di Samaria.

Nel testo le donne vengono significativamente definite “vacche” sottolineando con questo termine la lussuria che si manifestava in loro e che Dio voleva punire insieme ad altre nefandezze; alla lussuria delle donne faceva presumibilmente da sostegno la lussuria degli uomini cui esse si concedevano; perdipiù Amos mette in evidenza come il rapporto uomo donna appare sovvertito, sicché sono le donne a comandare sugli uomini[239].

Il paragone è per noi molto significativo: la lussuria delle donne e degli uomini di Samaria è evidentemente paragonata a quella di Sodoma.

Dunque anche qui Sodoma appare esempio di sommo peccato sommamente punito da Dio e appunto nella Legge l’omosessualità attuata è considerata sommo peccato che attira terribili punizioni divine, come dice Lev. 18 e 20; inoltre qui viene chiaramente messa in relazione con Sodoma la lussuria delle donne e degli uomini di Samaria, offrendo così una buona base per sottolineare come il peccato di Sodoma fosse di tipo impuro e di sessualità.

6)   Nel libro del profeta Sofonia leggiamo:

“Perciò, com’è vero che io vivo

– oracolo del Signore degli eserciti, Dio d’Israele -,

Moab diventerà come Sòdoma

e gli Ammoniti come Gomorra:

un luogo invaso dai cardi, una cava di sale,

un deserto per sempre.” (Sof. 2, 9)

Moab e gli Ammoniti saranno puniti per gli oltraggi e l’insulto contro il popolo di Dio, non per la perversione sessuale.

Chiaramente il peccato di Moab e degli ammoniti è meno grave di quello di Sodoma, dunque il castigo divino non sarà certamente così terribile.

Sodoma è stata castigata nella maniera più orrenda, l’umanità del tempo di Noè è ugualmente stata castigata in maniera orrenda … e significativamente entrambi i peccati hanno a che fare con la lussuria, come spiegano i capitoli 18 e 20 del Levitico i peccati impuri attirano su chi li compie particolari e terribili castighi.

Qui occorre notare che il riferimento a Sodoma e Gomorra riguardo ai moabiti e agli ammoniti pare richiamare quanto si afferma in Gen 19: “ Così le due figlie di Lot rimasero incinte del loro padre. La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre dei Moabiti, che esistono ancora oggi. Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò “Figlio del mio popolo”. Costui è il padre degli Ammoniti, che esistono ancora oggi.”

Moab e Ammon vengono da un incesto attuato dalle due figlie di Lot, donne vissute a Sodoma, che erano vergini ma che avevano tratto presumibilmente cattivo esempio dalle loro esperienze di vita a Sodoma.

In conclusione, nei testi della Bibbia ebraica il peccato di Sodoma resta un unicum, caratterizzato dalle pratiche omosessuali (Gen. 19,5), e unicum è il suo terrificante castigo, anche questo appare molto significativo specialmente se si considera che anche un altro terrificante castigo come quello del diluvio è stato irrogato per peccati riguardanti la sessualità.

 

 

d,9) Alcuni testi del Siracide sul peccato di Sodoma.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Passiamo ora a vedere alcuni testi del Siracide che trattano di Sodoma.

Faccio notare anzitutto che il libro del Siracide è un libro appartenente alla tradizione ebraica che è ritenuto ispirato da noi cattolici e fa parte del nostro Canone biblico; gli ebrei invece non lo considerano parte della Sacra Scrittura e quindi non fa parte della Tanach ma è indubbiamente parte della tradizione ebraica.

Preciso subito che anche il Siracide, come ogni altro libro della Bibbia, non elogia il peccato impuro contro natura e anzi, come detto, lo condanna radicalmente perché anche nel Siracide parla il Verbo di Dio che, come visto, condanna radicalmente il peccato impuro contro natura.

Occorre anche notare che tra i  manoscritti greci che riportano questo libro della Bibbia: “alcuni conservano una forma testuale più corta (testo  breve), mentre altri vi inseriscono qua e là aggiunte e amplificazioni  (testo lungo). Allo stato attuale degli studi, il testo greco breve del  Siracide è  considerato più autorevole dal punto di vista critico e per  questo motivo esso era stato preferito nelle precedenti edizioni della  traduzione italiana della Bibbia per l’uso liturgico (1971 e 1974). La  Chiesa latina, però, ha costantemente privilegiato il testo lungo del  Siracide: così nella Vetus Latina, nella Vulgata e oggi nella Vulgata (1979, 1986).”[240] Qui di seguito troverete citato il testo lungo.

 

 

d,9,1) Sir. 10,12-18

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Questo è il testo in italiano, nella versione della CEI del 2008:

“Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore,

tenere il proprio cuore lontano da chi l’ha creato.

Principio della superbia infatti è il peccato;

chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l’abominio.

Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi

e lo flagella sino a finirlo.

Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti,

al loro posto ha fatto sedere gli umili.

Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni,

al loro posto ha piantato gli umili.

Il Signore ha sconvolto le regioni delle nazioni,

e le ha distrutte fin dalle fondamenta della terra.

Le ha estirpate e annientate,

ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.

Non è fatta per gli uomini la superbia,

né per i nati di donna l’arroganza.”(Sir. 10,12-18)

Diciamo subito che il testo lungo e il testo breve del Siracide in questo passo sono quasi identici, da quanto vedo nella Bibbia di Gerusalemme.

Poi notiamo che il testo in oggetto non nega che il peccato di Sodoma sia stato in particolare di tipo sessuale e contro natura.

Inoltre esso afferma che il principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore e che il principio della superbia è il peccato, poi il testo parla di incredibili castighi, parla di regioni sconvolte … e ovviamente qui non possiamo nasconderci che i sodomiti vanno fatti rientrare tra coloro che hanno sofferto tali castighi né possiamo nasconderci che il termine che viene tradotto con abominio (10,13) è, nella versione dei LXX, βδέλυγμα , questo termine è lo stesso che la versione dei LXX usa per tradurre  il termine ebraico toebah, termine usato in modo molto specifico più volte per indicare il peccato impuro contro natura in Lv. 18 e 20,13.[241] Più precisamente il termine ebraico toebah che significa abominio, tradotto in greco con βδέλυγμα, è presente in modo straordinario nel capitolo 18 del Levitico: ben 5 volte! Infatti toebah è presente nel versetto 22 e nei versetti 26, 27, 29, 30 e in tutti questi casi è tradotto in greco, nella LXX con  βδέλυγμα e con il verbo βδελύσσομαι che significa abominare e in tutti questi casi si riferisce al peccato impuro contro natura; Lv 18,22 è il versetto in cui si condannano in modo particolarei peccati contro natura.

Lv 20, 13 è un altro versetto in cui si condannano i peccati impuri contro natura; in esso l’ abominio divino per tali peccati è indicato ancora con il termine ebraico toebah e nel greco della LXX con il verbo βδελύσσομαι.

La portata di queste parole (βδέλυγμα e termini affini) tradotte con abominio (cfr. Sir.10,13) include quindi in modo particolare i peccati sessuali contro natura, che sono particolarmente abominati da Dio.

Per capire più a fondo quanto sta dicendo questo passo biblico dobbiamo notare che il versetto appena visto (Sir. 10,13) è strettamente legato a quello che lo precede e a quello che lo segue perciò è opportuno leggerli insieme:

“Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore,

tenere il proprio cuore lontano da chi l’ha creato.

Principio della superbia infatti è il peccato;

chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l’abominio.

Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi

e lo flagella sino a finirlo.” (Sir. 10,12-14)

In sintesi: la superbia inizia con il peccato, chi vi si abbandona produce l’abominio e quindi la punizione divina e tale punizione è incredibile, cioè terribilmente forte, e letale.

Mi pare chiaro che il messaggio che emerge da questo testo riguarda in modo molto diretto Sodoma, e i successivi versetti confermano questa indicazione.

Sodoma è in modo particolare tra quei popoli che sono stati incredibilmente puniti e annientati da Dio e le cui regioni sono state sconvolte da Lui a causa dei loro peccati particolarmente gravi e particolarmente abominati da Dio e quindi a causa della loro superbia; il peccato di lussuria contro natura  è particolarmente detestato da Dio, come detto, esso è capace di attirare il più terribile abominio (βδέλυγμα) e castigo divino su chi lo compie e fa che la terra “rivomiti” chi lo pratica (cfr. Lv. 18 e 20).

Il testo in oggetto quindi va riferito in modo particolare a Sodoma come la città che per la superbia e specialmente a causa della  lussuria contro natura, è stata abominata da Dio sommamente e sommamente punita da Lui fino a finirla.

 

 

d,9,2) Sir. 16,7-9

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Il secondo testo del libro del Siracide è il seguente:

“Dio non perdonò agli antichi giganti,

che si erano ribellati per la loro forza.

Non risparmiò i concittadini di Lot,

che egli aveva in orrore per la loro superbia.

Non ebbe pietà di nazioni di perdizione,

che si erano esaltate per i loro peccati.” (Sir. 16,7-9)

Il testo dell’edizione greca più breve e di quella più lunga qui coincidono, da quanto vedo nella “Bibbia di Gerusalemme” nell’edizione EDB del 2011.

Diciamo subito che il testo in oggetto non nega che il peccato di Sodoma sia stato in particolare di tipo sessuale e contro natura.

Se leggiamo il testo greco di Sir. 16,8 che si riferisce direttamente a Sodoma scopriamo che il termine italiano orrore traduce il verbo βδελύσσομαι che significa abominare ed è chiaramente collegato con βδέλυγμα. Il testo greco di Sir. 16,8 , più precisamente, è il seguente:

οὐκ ἐφείσατο περὶ τῆς παροικίας Λωτ οὓς ἐβδελύξατο διὰ τὴν ὑπερηφανίαν αὐτῶν.

Come abbiamo visto, βδέλυγμα è la parola che la versione dei LXX usa per tradurre  il termine ebraico toebah  indicante in particolare l’abominio che Dio ha per il peccato impuro contro natura in Lev. 18,22 e 20,13.[242]

Tuttavia in Sir. 16,7-9 si afferma che l’abominio divino in relazione a Sodoma era causato dalla sua superbia;  sappiamo, però, che la superbia è madre di tutti i vizi infatti, come dice  s. Tommaso, s. Gregorio Magno nei “Moralia in Iob” al cap. 31, notando l’influsso malvagio della superbia sulla vita degli uomini la considerò come “la regina e la madre di tutti i vizi”, sicché appena la superbia ha conquistato il cuore di una persona lo consegna ai sette vizi capitali (II-II q. 162 a.8 ).

La lussuria è uno dei sette vizi capitali è appunto la lussuria contro natura che si manifesta chiaramente in Gn.19,5.

Le parole del testo del Siracide in oggetto (Sir. 16,8) che citano Sodoma si concentrano certamente sulla sua superbia come realtà abominevole davanti a Dio, ma non cancellano e non escludono ciò che emerge chiaramente da Gn.19,5 cioè la lussuria contro natura, così come non cancellano e non escludono ciò che dice Ez. 16, 49-50 e cioè la gola, che è uno dei vizi capitali, e l’ozio, che è anch’esso un vizio, come peccati di Sodoma, essi infatti sono tutti “figli” della lussuria.

D’altra parte sappiamo che la lussuria può essere a sua volta madre di tutti i vizi e quindi madre della stessa superbia[243], sicché le affermazioni in oggetto possono anche significare che Dio, oltre ad abominare la lussuria contro natura di Sodoma, ben evidente in Gen. 19,5, abominava anche la sua superbia, frutto di tale lussuria.

 

 

d,9,3) Focus sulla superbia di Sodoma.

 

 

I testi che abbiamo appena visto sottolineano la superbia di Sodoma, in ciò essi si collegano chiaramente a Ez. 16.

Appunto in Ez. 16 leggiamo: “Ecco, questa fu l’iniquità di tua sorella Sòdoma: essa e le sue figlie erano piene di superbia, ingordigia, ozio indolente. Non stesero però la mano contro il povero e l’indigente. Insuperbirono e commisero ciò che è abominevole dinanzi a me. Io le eliminai appena me ne accorsi.”(Ez. 16,49-50)

Soffermiamoci sui termini tradotti con “superbia” e “insuperbirono”.

Nel testo greco i termini usati sono ὑπερηφανία (superbia) e ἐμεγαλαύχουν (insuperbirono) nel testo ebraico i termini usati sono ḡā·’ō·wn (superbia) e wat·tiḡ·bə·he·nāh (insuperbirono).

Nel testo greco del Siracide ugualmente la superbia nei due passi visti nei paragrafi precedenti è indicata ugualmente con ὑπερηφανία.

I termini ebraici, i termini greci e quelli italiani appena visti vogliono indicare essenzialmente un peccato o un vizio consistente nell’esaltazione disordinata di sé; secondo la S. Scrittura, infatti, la superbia è una stima esagerata di sé stesso con alterigia e disprezzo verso gli altri.[244]

Sodoma quindi aveva una stima esagerata di sé stessa, con alterigia e disprezzo per gli altri, in questa linea si capisce che Sodoma non aiutava i bisognosi, ed è proprio la superbia che la spingeva a compiere ciò che è abominevole davanti a Dio (Ez. 16,49-50).

Sottolineo che la superbia fa esaltare l’uomo in modo disordinato portandolo a non sottomettersi a Dio e quindi portandolo al peccato.

La malvagità satanica dei sodomiti risalta appunto laddove si tiene presente che essi sono superbi e che la superbia è propriamente diabolica, come spiega mons. Zenti in un suo intervento in cui riporta le affermazioni di s. Agostino : “Agostino è convinto che capo e origine di ogni male è la superbia, di cui satana è la personificazione. Sente pertanto il bisogno di precisare che cosa significa vivere secondo satana o, al contrario, secondo Dio: “Quando pertanto l’uomo vive secondo l’uomo non secondo Dio è simile al diavolo … Quando l’uomo vive secondo verità non vive secondo se stesso ma secondo Dio… Se invece l’uomo vive secondo se stesso, vive secondo menzogna… Non vivere secondo la norma con cui si è ordinati a vivere, questo è la menzogna… Egli vuole essere beato anche vivendo in modo da non poterlo essere. Che cosa c’è di più menzognera di questa volontà? Di conseguenza, non invano ogni peccato può essere detto una menzogna. Non si fa il peccato se non per quella volontà, mediante la quale vogliamo o non vogliamo che ci venga del bene” (De civ. Dei, XIV, 4.1). Proprio dal vivere nell’umiltà secondo Dio o dal vivere nella superbia secondo satana traggono origine le due città, la città di Dio e la città terrena.”[245]

S. Agostino parla del peccato di satana come un peccato di superbia: “Vi invito a considerare il diavolo: a lui, nel giudizio di Dio, non potranno essere imputati adulterio e fornicazioni, perché non può commetterli, non avendo la carne. Sarà la sola superbia, unita all’invidia, a mandarlo nel fuoco eterno.”[246]

Secondo s. Tommaso: il peccato di superbia è un peccato speciale, cioè specificamente distinto dagli altri, poiché ha per proprio oggetto speciale, cioè specificamente distinto: il desiderio disordinato della propria eccellenza, ma tale peccato può avere una certa  causalità universale sugli altri peccati perché appunto per il desiderio disordinato della propria eccellenza l’uomo può compiere anche altri peccati; ciò significa che tutti i vizi possono a volte derivare da essa, non significa, invece, che tutti da essa sempre derivino. (cfr. IIª-IIae, q. 162 a. 2)

D’altra parte, come dice s. Tommaso citando s. Gregorio, la superbia è da considerarsi come la regina dei vizi perché appena ha conquistato il cuore dell’uomo, subito lo consegna ai sette vizi capitali, da cui deriva tutta la moltitudine dei vizi.( IIª-IIae, q. 162 a. 8 co).

Il primo peccato dell’uomo fu di superbia. (II-II q. 163 a.1) e il peccato degli angeli fu ugualmente di superbia, per s. Tommaso( Iª q. 63 a. 2 co).

Il terribile castigo con cui Dio ha punito gli angeli condannandoli alla dannazione eterna appare quindi simile al terribile castigo di Sodoma.

I superbi demoni, essendo angeli, non hanno preso gusto alle oscenità dei peccati carnali ( Iª q. 63 a. 2 co) ma i superbi sodomiti in quanto uomini hanno preso gusto a tali oscenità e si sono immersi nella lussuria contro natura, il peccato di Sodoma è quindi simile e non uguale a quello degli angeli.

Come dicemmo più sopra: gli uomini di Sodoma, come i malvagi di Giudici 19, 22 e 20,13, sono  ḇə·nê- ḇə·lî·ya·’al, “figli di Belial”, la Nova Vulgata e la King James Version traducono questa espressione di Giudici 19, 22 e 20,13 appunto con “figli di Belial”, che possiamo tradurre con: figli di satana ; nel “Lexicon Graecum Novi Testamenti” il prof. Zorell alla voce Βελιάρ  spiega che questo nome o il corrispondente ebraico indica una potenza opposta a Cristo e quindi satana;  l’affermazione  “figli di Belial”,  figli di satana, ricorda le parole di Cristo ai suoi oppositori : “Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.” (Gv. 8,43 s.)

Il padre di tutti costoro, anche dei sodomiti, è satana, cioè a lui obbediscono, in certo modo, e lui imitano …

S. Antonio di Padova dice in questa linea: “Le figlie di Moab, nome che s’interpreta “dal padre”, sono la gola, la lussuria e gli altri vizi che hanno per padre il diavolo: con queste “figlie di Moab” il popolo del mondo si dà alla fornicazione.”[247] La lussuria e superbia di Sodoma ha per padre satana … quindi i sodomiti erano, figli di satana.

Lo stesso s. Dottore dice ulteriormente: “Chi dunque potrà accusare di peccato colui, la cui legge

fu la volontà del Padre? (cf. Sal 1,2). Che obbedì non solo al Padre celeste, ma anche alla Madre sua poverella? “Chi di voi dunque mi potrà accusare di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?”. Non credevano alla verità perché erano figli del diavolo (cf. Gv 8,46), “che è menzognero, anzi padre della menzogna” (Gv 8,44), perché ne è l’inventore.”[248]

Ancora s. Antonio afferma, commentando Luca 16 : “Il padre del ricco fu il diavolo, perché egli visse imitandolo.”[249]

I figli di satana, a lui obbediscono, in certo modo, e lui imitano …

Il risultato della sequela di satana fu per Adamo ed Eva il giusto castigo fissato da Dio in Gen. 3, il risultato della “sequela” di satana da parte dei malvagi di Gabaa fu la distruzione loro, il risultato della “sequela” di satana da parte dei sodomiti fu ovviamente il terribile castigo di cui parla Genesi 19 … il risultato della sequela di satana per il ricco della parabola evangelica ( Luca 16) e per chiunque muore in peccato grave, dunque anche chi muore nel peccato impuro, è la dannazione eterna.

Spiega s. Tommaso d’ Aquino: i figli di satana sono tali non in quanto creati da satana ma in quanto lo imitano (Super Io., cap. 8 l. 6).

Dice ancora s. Tommaso ” … sola caritas est, quae distinguit inter filios Dei et filios Diaboli” (Solo per la carità si distinguono i figli di Dio dai figli di satana) (Super Mt. [rep. Leodegarii Bissuntini], cap. 7 l. 2.) Cioè chi ha la carità è figlio di Dio, chi non la ha è figlio di satana.

Ovviamente i sodomiti non avevano la carità, ma avevano grande superbia, lussuria, gola etc. … insomma erano figli di satana, lo seguivano e lo imitavano.

Satana appunto spinge a compiere ogni peccato, specialmente se grave, e in modo particolare spinge a compiere i peccati di lussuria perché con essa massimamente l’uomo si allontana da Dio, come spiegano s. Alfonso e s. Tommaso; il s. Dottore napoletano, riporta un’affermazione significativa di s. Tommaso d’ Aquino a questo riguardo: “Dice s. Tommaso (In Iob. c. 31) che per ogni vizio l’uomo si allontana da Dio; massimamente si allontana per il vizio disonesto: Per luxuriam maxime recedit a Deo.”[250]

Il testo di s. Tommaso afferma precisamente : “ … per peccatum luxuriae homo maxime videtur a Deo discedere”. (In Iob c. 31)

Lo stesso s. Tommaso ha anche detto: “Diabolus dicitur maxime gaudere de peccato luxuriae, quia est maximae adhaerentiae, et difficile ab eo homo potest eripi, insatiabilis est enim delectabilis appetitus ut philosophus dicit, in III Ethic.” (I-II, q. 73 a. 5 ad 2) Il demonio si compiace massimamente di questo vizio, perché si lega massimamente all’anima umana e quelli che l’hanno, difficilmente se ne possono liberare, l’appetito dilettevole dell’uomo, infatti, è insaziabile.

Satana vuole allontanare l’uomo e soprattutto vuole allontanarlo sommamente da Dio, quindi spinge in modo particolare l’uomo alla lussuria e soprattutto, se gli è possibile alla lussuria contro natura perché per essa, che è la forma più grave di lussuria tra uomini, in modo speciale l’uomo si allontana massimamente da Dio.

 

 

d,9,4) Un testo illuminante sul caso di Sodoma: Sir. 23, 16.

 

 

Particolarmente significativo in questa linea è il testo che segue: “ Due tipi di persone moltiplicano i peccati,

e un terzo provoca l’ira:

una passione ardente come fuoco acceso

non si spegnerà finché non sia consumata;

un uomo impudico nel suo corpo

non desisterà finché il fuoco non lo divori;

per l’uomo impudico ogni pane è appetitoso,

non si stancherà finché non muoia.” (Sir. 23, 16s)

Il testo greco è il seguente:

“δύο εἴδη πληθύνουσιν ἁμαρτίας καὶ τὸ τρίτον ἐπάξει ὀργήν ψυχὴ θερμὴ ὡς πῦρ καιόμενον οὐ μὴ σβεσθῇ ἕως ἂν καταποθῇ ἄνθρωπος πόρνος ἐν σώματι σαρκὸς αὐτοῦ οὐ μὴ παύσηται ἕως ἂν ἐκκαύσῃ πῦρ ἀνθρώπῳ πόρνῳ πᾶς ἄρτος ἡδύς οὐ μὴ κοπάσῃ ἕως ἂν τελευτήσῃ”

Il testo non nomina direttamente Sodoma ma illustra molto bene un meccanismo che sembra illuminante per capire ciò che è avvenuto a Sodoma: un uomo impudico nel suo corpo non desisterà finché il fuoco non lo divori. Sodoma davvero non ha desistito nella sua lussuria fino a quando il fuoco non l’ha divorata!

Il testo in oggetto offre anche un’ulteriore luce sulla lussuria e sui sodomiti: per l’uomo impudico ogni pane è appetitoso, non si stancherà finché non muoia, cioè l’uomo lussurioso è attratto sessualmente, in certo modo, da tutto ciò con cui può avere rapporto sessuale, un tale uomo non si ferma dal peccare se non con la morte.

I sodomiti nella loro lussuria straordinaria arrivarono ad essere sessualmente attratti dai due uomini che in realtà erano angeli; non hanno trovato requie da tale appetito sessuale se non con la morte e con la morte nel fuoco appunto come dice il testo in oggetto!

 

 

d,10) Autori della tradizione ebraica, che conoscevano bene la Bibbia ebraica, e che affermavano che il peccato di Sodoma è di natura sessuale.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

La Pontificia Commissione Biblica, come visto, fa riferimento alla Bibbia ebraica per affermare che i testi di essa non parlano direttamente di peccato sessuale di Sodoma ma gli stessi ebrei hanno capito che il peccato di Sodoma era certamente un peccato di lussuria, come vedremo qui di seguito.

I rabbini ebrei, afferma Peterson, che ovviamente conoscevano bene il testo ebraico e si basavano su di esso, scrivendo prima e dopo la venuta di Cristo, interpretarono in vari casi il peccato di Sodoma come depravazione sessuale : “Rabbinic literature from the Intertestamental period and onward also shows evidence that writers interpreted Sodom’s sin as deviant sexual acts.”[251]

La Commissione afferma riguardo a coloro che ritengono che il peccato di Sodoma sia in particolare di tipo sessuale: “Vi è però un’interpretazione diversa, che traspare da qualche testo del Nuovo Testamento (come 2 Pt 2,6-10 e Gd 7), e che, a partire dal secondo secolo dell’era cristiana, si è affermata diventando lettura abituale del racconto biblico.”

Vedremo nelle prossime pagine che tale interpretazione emerge e quindi si afferma ben prima del II secolo dopo Cristo nella tradizione ebraica e che Filone e Giuseppe Flavio la seguono.

 

 

d,10,1) Autori ebraici precedenti al II secolo a. C.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Alcuni testi pseudoepigrafici antichissimi  parlano del peccato di Sodoma come di un peccato che riguarda la sessualità :  “Several passages in the Pseudepigrapha address the sin of Sodom as being sexual in nature. In particular, the Testament of the Twelve Patriarchs and Jubilees draw these connections.”[252]

Negli Apocrifi del Vecchio Testamento (precedenti al 70 a. C.), in particolare, che  sono documenti del pensiero giudaico e sono “una parte della letteratura giudaica, accanto a quella accettata dalla grande chiesa e/o dalla sinagoga.”[253] leggiamo vari affermazioni riguardo al peccato sessuale di Sodoma che vedremo qui di seguito. Nel Libro dei Giubilei , che secondo alcuni dovrebbe essere datato al II sec. a. C., leggiamo al cap. XVI:

“E in questo mese il Signore fece la condanna di Sodoma e Gomorra e di Sebuem e di tutte le regioni del Giordano: le bruciò con fuoco e zolfo e le ha, fino ad oggi, distrutte in conformità a come io ora ti ho annunciato tutto il loro modo di agire: come (erano) malvagi e grandi peccatori, [6] e (come) essi erano impuri, fornicatori e facevano cose turpi sulla terra. Così il Signore, là dove si operi in conformità della corruzione dei Sodomiti e della loro condanna, fa giustizia ovunque.”[254]

Nello stesso libro leggiamo anche, al cap. XX: “E disse loro la condanna dei giganti e quella di Sodoma e come essi furon condannati per la loro cattiveria e per la fornicazione, l’impurità e la corruzione fra loro. E anche voi guardatevi da ogni fornicazione, impurità e da ogni contaminazione del peccato, sì che non diate il nostro nome alla maledizione e tutta la vostra vita alla vanagloria e i vostri figli alla perdita nella turpitudine ; (altrimenti) sarete maledetti come Sodoma e quelli che rimarranno di voi (saranno) come i figli di Gomorra . Io vi dico: «figli miei, amate il Dio del cielo e sottostate a tutti i suoi ordini. Non andate dietro alla loro impurità e ai loro idoli …”[255]

Nel Testamento di Neftali (scritto tra il 170 a. C. e il II sec. d. C. ) leggiamo: “Ma voi non (fate) così, perché conoscete, nel fondamento (del cielo), nella terra e nel mare, e in tutte le opere della creazione, il Signore, che ha creato tutte le cose. (Non fate così), per non diventare come Sodoma, che cambiò l’ordine della sua natura.(n.d.r. per non diventare come Sodoma: cfr. II Pietro, II, 6 e Giuda, I, 7)”[256]

Nel Testamento di Beniamino (scritto tra il 170 a. C. e il II sec. d. C. ) leggiamo “Interpretando i discorsi di Enoc il giusto, dico che fra voi vi saranno anche azioni non belle. Ché commetterete l’impudicizia di Sodoma fino a essere ridotti in pochissimi; ma poi rivolgerete di nuovo la vostra passione alle donne.”[257]

In un suo articolo su un importante dizionario biblico M. J. Mulder afferma che nella letteratura apocrifa e pseudoepigrafica ebraica Sodoma appare caratterizzata da violazione della legge dell’ospitalità, da fornicazione e da perversione dell’ordine della natura.[258]

Come fa notare Peterson, Filone (Alessandria 20 a. C- 45 d. C. circa) mette in particolare evidenza l’omosessualità tra i vari peccati dei sodomiti: “The Sodomites were certainly guilty of more than homosexual acts, aggressive or otherwise; according to Philo, they were also guilty of adultery and general depravity, which led to men becoming like women! And based upon the last line of the above quotation, homosexuality is certainly the focus.”[259]

Filone fa notare[260]  che gli uomini di Sodoma erano molto ricchi ed essendo incapaci di vivere rettamente nella ricchezza si diedero a calpestare le leggi della natura, si immersero nel disordine nel mangiare e nel bere e attuarono rapporti sessuali contrari alla Legge divina; non solo impazzivano per le donne e contaminavano il letto matrimoniale degli altri, ma praticavano il sesso contro natura, sicché gli uomini erano desiderosi l’uno dell’altro per fare cose indegne e senza  rispettare la loro natura comune; in questa linea, prosegue Filone, Sodoma fu punita con la sterilità ma ciò, a causa della terribile forza della lussuria che li dominava,  non li sconvolse; gli uomini si diedero appunto a svolgere la parte delle donne e furono gravati da una terribile malattia propria delle donne; non solo hanno pervertito i loro corpi ma anche hanno degenerato le loro anime e Dio li ha terribilmente puniti.

Il testo di Filone  che abbiamo appena sintetizzato per sommi capi si trova nel suo libro su Abramo[261] ma testi simili si trovano in altre opere dello stesso autore.[262]

Giuseppe Flavio ( 37 d. C. –  dopo il 100 d. C.) sottolinea la lussuria nei sodomiti e afferma che essi non si ricordavano neppure dei benefici ricevuti da Dio, odiavano i forestieri e li abusavano con pratiche sodomitiche; perciò Dio aveva deciso di sterminarli e mandò gli angeli per distruggere Sodoma [263]

Aggiunge lo stesso autore che i Sodomiti quando videro quei giovani meravigliosamente e straordinariamente belli che erano andati da Lot, decisero di godere di essi attraverso la forza e la violenza; Lot li scongiurava a frenare la loro passione, a non attuare tale perversione sessuale verso i forestieri, a tenere presenti i doveri dell’ospitalità; Lot promise che se essi non riuscivano a calmarsi, avrebbe abbandonato le proprie figlie alla loro lussuria ma neppure così si pentirono del male che volevano fare; la loro lussuria scatenò la collera di Dio: prima li accecò, poi li condannò allo sterminio con il fuoco.[264]

Il desiderio omosessuale dei sodomiti li portò a violare l’ospitalità e attirò su di essi il terribile castigo divino.

Una testimonianza molto significativa mi pare che venga dalla lettera d’Aristea del II secolo a. C. che afferma che la maggior parte degli altri uomini si contamina con le relazioni impure omosessuali, commettendo quindi un grande crimine, e interi paesi, intere città se ne vantano; aggiunge che gli ebrei sono rimasti lontano da questi vizi. [265]

Il testo non parla di Sodoma ma presenta popoli che si vantano di atti omosessuali e che vivono in grande depravazione sessuale e afferma che gli ebrei si tengono alla larga da questi peccati.

Il passo ci fa capire che a quei tempi esistevano popoli che si vantavano di tali perversioni mentre gli ebrei “ortodossi” si tenevano alla larga da esse.

La Genesi fu scritta, nella sua redazione finale, qualche secolo prima, se anche allora vi erano popoli che si vantavano di tali perversioni mi pare evidente che il passo di Sodoma in Gen. 19 fu scritto anche per tenere gli ebrei lontani da certe perversioni e per donare ai lettori una chiara luce sul castigo che Dio ha fissato per tali popoli così radicalmente immersi in tali abomini.

Sorga Dio e i suoi nemici siano dispersi.

 

 

d,10,2) Autori ebraici successivi al II secolo a. C.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Nel Talmud (scritto tra 200 e il 400 d. C.) leggiamo: “But the men of Sodom were wicked and sinners before the Lord exceedingly. “And sinners” implies that they were guilty of illegal unions; “before the Lord” implies that they were guilty of desecration of the Holy name; “and exceedingly,” that they sinned wilfully.”[266]

Quindi l’ affermazione per cui i sodomiti erano “molto peccatori davanti a Dio” (cfr. Gen. 13) implica che erano colpevoli di unioni contro la Legge, cioè, evidentemente, di unioni omosessuali, che dissacravano il nome di Dio e che peccavano con piena adesione del volere.

Ancora nel Talmud leggiamo: “But the men of Sodom were wicked and sinners before the Lord exceedingly.” “Wicked”–one with another; “sinners”–in consanguinity; “before the Lord”– inasmuch as they desecrated the name of God; “exceedingly”–they did all that intentionally. …”[267]

Quindi il testo appena visto afferma che i sodomiti erano  “malvagi”  uno con l’altro; “peccatori”: in consanguineità; “davanti al Signore” – in quanto profanavano il nome di Dio; “eccessivamente” – hanno fatto tutto ciò intenzionalmente. Ed aggiunge che è scritto [Sal. 1, 5]: “Perciò i malvagi non potranno sostenere il giudizio, né i peccatori nella congregazione dei giusti”. La prima parte del testo, continua il passo che stiamo esaminando, riguarda la generazione del diluvio, e la seconda gli uomini di Sodoma.

Chiari appaiono i riferimenti, fatti con discrezione per non scandalizzare i lettori, alla pratica omosessuale.

In un testo, tratto da Bĕrēšît Rabbâ (scritto intorno al 300-500 d. C.), leggiamo: “Abramo risiedette nella terra di Canaan, ecc. R. Meir dice: Tra le città non ve n’è una cattiva quanto Sodoma: quando un uomo è malvagio, lo chiamano Sodomita. … Disse R. Josê: Fra le città non ve n’era una più bella di Sodoma, poiché Lot passò per tutte le città della valle e non trovò un luogo bello quanto Sodoma, ed i Sodomiti erano i più importanti fra essi (gli abitanti della città della valle), e gli uomini di Sodoma erano uomini malvagi e molto peccatori verso il Signore. Malvagi: gli uni verso gli altri; peccatori, incestuosi; verso il Signore: con l’idolatria; molto: con l’omicidio.”[268]

Peterson, dopo aver messo in evidenza che anche in Genesi 39, con riferimento al caso di Giuseppe con la moglie di Potiphar, si parla di peccato contro Dio, fa notare che: “Interestingly, the Jewish Talmud draws the same connections between the wickedness of Sodom and that eschewed  by Joseph (see b. Sanh. 109a).” [269]Anche il Talmud, quindi, realizza la stessa  connessione tra la malvagità di Sodoma indicata in Gen. 13,13 e quella evitata da Giuseppe in Gen. 39 nel senso che si tratta di  peccati riguardanti la sessualità …

Il testo ebraico Bĕrēšît Rabbâ insegna anche:“ 7. E gli dissero: Tirati in là, vai via, e dissero: Uno venuto come straniero vuol giudicare? (Gen. 19, 9). Vuoi tu cambiare la sentenza che hanno dato gli antichi? R. Menahemah in nome di R. Bebaj: Così stabilirono fra loro gli uomini di Sodoma. Dissero: Ogni uomo che viene qui, noi lo conosceremo carnalmente, e prenderemo il suo denaro; ed anche colui per cui sta scritto: Ed osserva la via del Signore per agire con carità e giustizia (Gen. 18, 19), anche quello lo conosceremo carnalmente, e prenderemo il suo denaro.”[270]

Quindi secondo questo testo ebraico la regola che si erano dati già da molto tempo i sodomiti era questa: ogni uomo che viene qui, noi lo conosceremo carnalmente, cioè ci uniremo a lui in rapporto contro natura, e prenderemo il suo denaro.

Ancora nello stesso testo leggiamo: “R. Jehoshua b. Levi in nome di R. Pedajah disse: Tutta quella notte Lot chiedeva misericordia per i Sodomiti e gli angeli erano ben disposti. Quando quelli dissero: Mandali fuori, ché li vogliamo conoscere (carnalmente), (gli angeli) dissero a lui: C’è ancora qui qualcuno dei tuoi? (Gen. 19, 12). Fin’ora  potevi difenderli, da ora in poi non hai più il diritto di difenderli.”[271]

Come vedemmo più sopra  questo stesso commento alla Genesi sottolinea come i peccati sessuali siano stati la causa del diluvio universale:  “ …  ha detto R. Abbâ b. Kahanà: Poiché Io mi pento di averli fatti (Gen. 6, 7-8). E Noè…: anche Noè, superstite di loro, non l’avrebbe meritato: Ma trovò grazia. E Noè trovò grazia: poiché erano immersi nella lussuria e nel furto, furono cancellati dal mondo.”[272]

Nello stesso testo leggiamo: “Disse R. Ajbû: Perché pigiano l’uva allo strettoio ed hanno sete? Perché la maledizione stava sulla fatica del malvagio. Perché erano immersi nella lussuria e nel furto furono cancellati dal mondo: La fine di ogni creatura è venuta davanti a Me.” [273]

E ancora nello stesso testo leggiamo: “ R. Hunah in nome di R. Josef disse: La generazione del diluvio non fu cancellata dal mondo finché non scrissero contratti nuziali al maschio ed all’animale. Disse R. Simlaj: Dove c’è lussuria, viene la peste al mondo ed uccide i buoni ed i cattivi. R. Azarjah, R. Jehudah b. R. Shimon in nome di R. Jehoshua b. Levi disse: Il Santo, Egli sia benedetto, tutto sopporta pazientemente, all’infuori della lussuria.” [274] Queste parole sono molto significative sui grandi castighi che può provocare la lussuria e quindi anche sul castigo provocato dai peccati impuri di Sodoma.

La lussuria di Sodoma è messa anche in evidenza nel Midrash Rabba del libro dei Numeri 20,22.[275]

Conclusione: molti testi ebraici anteriori e posteriori alla venuta di Cristo, scritti da autori che ben conoscevano e studiavano a fondo la Bibbia ebraica, ritenevano che il peccato di Sodoma comprendesse in particolare la lussuria.

 

 

d,11) Affermazioni del Nuovo Testamento riguardo al peccato di Sodoma.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Il nome di Sodoma appare per ben nove volte in testi del Nuovo Testamento: Matteo 10,15; 11,23–24; Luca 10,12; 17,28–30; Romani 9,29; 2 Pietro 2,4–8; Giuda 6–7; Apocalisse 11,8.

Da questi nove testi emerge la natura sessuale del peccato di Sodoma e la radicale condanna di esso: nessuno di essi le nega, due di essi le affermano (2 Pietro e Giuda) il testo di Giuda mette bene in evidenza la dimensione omosessuale di tale peccato.

L’Apocalisse usa simbolicamente il nome di Sodoma (Apocalisse 11,8) senza particolare precisazione del suo peccato ma evidentemente indicando tale città come un luogo in cui si compirono gravissime iniquità, e sappiamo che tra tali gravissime iniquità la Bibbia inserisce i peccati impuri contro natura di cui si parla in Gn. 19 e prevede per essi pene terribili, coerenti con la pena ricevuta da Sodoma.

Gli altri testi indicano più direttamente la straordinaria gravità di tale peccato, la rapidità con cui arrivò il suo castigo (cfr. Matteo 10,15; 11,23–24; Luca 10,12; 17,28–30) e la distruzione totale di Sodoma (cfr. Romani 9,29) e sappiamo che tra le gravissime iniquità la Bibbia inserisce i peccati impuri contro natura di cui si parla in Gn. 19 e prevede per essi pene terribili, coerenti con la pena ricevuta da Sodoma.

Dunque possiamo dire che il Nuovo Testamento afferma la natura essenzialmente sessuale e in particolare omosessuale del peccato di Sodoma e la radicale condanna di esso.

Ricordo che, come affermò la stessa Pontificia Commissione Biblica nel documento sull’interpretazione biblica nella Chiesa: “I rapporti intertestuali acquistano una densità estrema negli scritti del Nuovo Testamento, pieni di allusioni all’Antico Testamento e di citazioni esplicite. Gli autori del Nuovo Testamento riconoscono all’Antico Testamento valore di rivelazione divina. Essi proclamano che questa rivelazione ha trovato il suo compimento nella vita, nell’insegnamento e soprattutto nella morte e risurrezione di Gesù … Alla luce degli eventi della Pasqua gli autori del Nuovo Testamento rilessero l’Antico Testamento.”[276]

Nella luce di questa piena rivelazione che ha trovato il suo compimento nella vita, nell’insegnamento e soprattutto nella morte e risurrezione di Gesù e nella luce della piena Verità che Gesù ci ha donato, gli autori del Nuovo Testamento hanno riletto il ciclo di Sodoma.

Esamineremo nelle prossime pagine alcuni testi del Nuovo Testamento, ci soffermeremo in particolare su due di essi: uno che emerge dalla seconda Lettera di Pietro e uno che emerge dalla Lettera di Giuda.

Per introdurci allo studio di questi testi è importante ricordare che :

1) come dice il Vangelo, Cristo parla per mezzo dei suoi (Lc. 10,16) e quindi nelle parole degli Apostoli dobbiamo riconoscere Cristo che parla e che insegna;

2) i termini, visti meglio più sopra, usati nella Bibbia (Lev. 18 e 20) per manifestare le pene e la condanna divine per l’attività omosessuale sono molto forti e indicano un vero e sommo odio divino per tali pratiche; i testi del Nuovo Testamento, in particolare 2 Pietro 2,6 e Giuda 5-7, seguono in maniera chiara questa linea di Lev. 18 e 20 e la precisano mostrando i peccati di Sodoma come peccati portati avanti nel tempo e che per sé stessi conducono al fuoco dell’inferno; il fuoco di Sodoma, a differenza del fuoco che ha elevato al Cielo Elia (2 Re 2), è anche segno del fuoco infernale verso cui camminano coloro che si immergono in tali abomini.

Il prof. Peterson afferma: “In this regard, the NT authors use the Sodom narrative no differently than the OT writers …  Peter and Jude highlight the sexual nature of their sin (cf. Isa 3:9–16; Ezek 16:50; Jer 23:14).[277] Secondo Peterson, quindi, gli autori del N.T. usano i testi riguardanti Sodoma nella linea degli autori del Vecchio Testamento; in particolare, nella linea di Is. 3,9-16, Ez. 16,50, Ger. 23,14, Pietro e Giuda nelle loro lettere sottolineano la natura sessuale del peccato di Sodoma.

Anche la professoressa Healy mette in evidenza l’importanza delle affermazioni della lettera di Giuda e della seconda lettera di Pietro riguardo al peccato di Sodoma infatti afferma: “Moreover, two references to Sodom in the later New Testament letters (2 Pet 2:6–10 and Jude 7) interpret the sin of Sodom as erotic relations with persons of the same sex, a fact of importance to canonical biblical interpretation and to later Christian tradition.” [278]

Due riferimenti a Sodoma nelle lettere del Nuovo Testamento indicano che il peccato di Sodoma è di tipo erotico e omosessuale, un fatto importante per l’interpretazione biblica canonica e per la successiva tradizione cristiana.

 

 

d,11,1) Esame di Mt 10,14-15 e Lc 10,10-12

 

 

La PCB spiega che in : “Mt 10,14-15 e Lc 10,10-12 … si parla della punizione per il rifiuto degli inviati dal Signore, punizione che sarà più severa di quella che si è abbattuta sulla città di Sodoma.”(n. 187)

Questi passi affermano quanto segue:

“Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città.” (Mt 10,14-15)

“Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.” (Lc 10,10-12)

I passi appena visti sottolineano la terribile condanna di Sodoma cui paragonano la condanna di coloro che non accoglieranno gli inviati del Signore Gesù.

Vedemmo più sopra che Sodoma, nell’ A. T., appare esempio di sommo peccato sommamente punito da Dio.

Gesù non collega in modo diretto la mancata accoglienza degli inviati di Dio al castigo di Sodoma ma semplicemente paragona il terrificante castigo di Sodoma a quello che aspetta chi non accoglierà o non ascolterà i suoi inviati; il castigo di Sodoma, infatti, non appare anzitutto collegato a tale mancanza di accoglienza, ma all’atto impuro contro natura che i sodomiti volevano compiere nei confronti dei due ospiti di Lot: nel passo di Gen. 19 il castigo terrificante è decretato nel momento in cui i sodomiti tentano con la forza di raggiungere i due ospiti di Lot per abusare di essi.

Già Sodoma aveva commesso molti peccati ma “la goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stata la situazione che ho appena precisato e il castigo terrificante è coerente con il castigo fissato in Lv. 18 e 20 per i peccati impuri specie quelli contro natura.

Il peccato di Sodoma in questo senso appare essenzialmente un peccato di lussuria e in particolare di lussuria contro natura; il Cristo che parla nel Vangelo è lo stesso che parla attraverso i suoi Apostoli, quindi è lo stesso che parla attraverso le lettere di Giuda e Pietro che appunto mettono chiaramente in evidenza il peccato di Sodoma come peccato di sessualità, come vedremo meglio nei prossimi paragrafi.

Il terrificante castigo di Sodoma è coerente con il terribile castigo previsto per chi compie gli abominevoli peccati impuri contro natura (Lv. 18 e 20).

Questi passi dei Vangeli di Matteo e Luca vanno quindi intesi non in opposizione ma in profonda unità con le lettere suddette e vogliono in tale linea sottolineare che per i molti peccati, soprattutto impuri e specialmente di lussuria contro natura, Sodoma è stata terribilmente punita e che più terribilmente saranno puniti coloro che non accoglieranno e non si lasceranno guidare dagli inviati di Cristo.

In Cristo e nei suoi veri annunciatori Dio si manifesta più chiaramente di quanto si manifestò a Sodoma e quindi chi non accoglie tale manifestazione sarà più terribilmente condannato.

La prof. Healy ha affermato: “In the eyes of the biblical narrator, the sin of Sodom consists neither in hostility to foreigners alone nor in sexual immorality alone. Rather, it consists of a depraved mélange of homosexual sex, violence toward strangers, and contempt for the messengers of the Lord.” [279]

Cioè il peccato di Sodoma consiste in una depravata mistura di sesso omosessuale, violenza verso gli stranieri e disprezzo verso i messaggeri di Dio.

Dobbiamo domandarci: i sodomiti potevano riconoscere i due angeli che erano giunti sotto forma di uomini? I sodomiti dovevano riconoscere questi due messaggeri divini?

La Bibbia non lo afferma esplicitamente e i due messaggeri non compiono davanti ai sodomiti atti che possano rivelare il loro ministero, Lot non li riconosce come angeli appena essi si presentano né li indica mai come angeli, essi non si mostrano ma a lui in modo da fargli credere che siano angeli ma si fida di essi anche se indugia a seguire il loro ordine di fuggire da Sodoma.

Ricordo che nel libro di Tobia l’angelo Raffaele non è riconosciuto da alcuno finché lui stesso non si presenta come tale e tale mancanza di riconoscimento non è considerata una colpa da addebitare a Tobia e al figlio.

I sodomiti quindi non sembra fossero tenuti a riconoscere i due angeli, erano invece sicuramente tenuti a riconoscere e osservare la Legge di Dio che, invece, essi calpestavano; in questo consiste il peccato di Sodoma: nel non osservare la Legge di Dio.

Le parole del Vangelo che stiamo studiando e che comparano il castigo di Sodoma a quello di coloro che non ricevono gli inviati di Cristo indicano, in questa linea, che in Cristo e nei suoi veri annunciatori Dio si manifesta più chiaramente di quanto si manifestò a Sodoma la Legge divina e quindi chi non accoglie tale manifestazione e non segue tale insegnamento sarà più terribilmente condannato.

 

 

d,11,2) Esame approfondito di Giuda 5-7 riguardo al peccato impuro di Sodoma e alla sua condanna.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Esaminammo già più sopra  Giuda 5-7 ora torniamo a riconsiderarlo in diretta relazione con l’episodio di Sodoma di cui abbiamo lungamente parlato nelle pagine precedenti.

Rivediamo il testo italiano di Giuda 5-7: “Ora io voglio ricordare a voi, che gia conoscete tutte queste cose, che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d’Egitto, fece perire in seguito quelli che non vollero credere, e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno. Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.”( Giuda 5-7 )

Il testo greco è il seguente: “Ὑπομνῆσαι δὲ ὑμᾶς βούλομαι, εἰδότας ⸂ὑμᾶς ἅπαξ⸃ ⸀πάντα, ὅτι ⸀Ἰησοῦς λαὸν ἐκ γῆς Αἰγύπτου σώσας τὸ δεύτερον τοὺς μὴ πιστεύσαντας ἀπώλεσεν,  ἀγγέλους τε τοὺς μὴ τηρήσαντας τὴν ἑαυτῶν ἀρχὴν ἀλλὰ ἀπολιπόντας τὸ ἴδιον οἰκητήριον εἰς κρίσιν μεγάλης ἡμέρας δεσμοῖς ἀϊδίοις ὑπὸ ζόφον τετήρηκεν· ὡς Σόδομα καὶ Γόμορρα καὶ αἱ περὶ αὐτὰς πόλεις, τὸν ὅμοιον ⸂τρόπον τούτοις⸃ ἐκπορνεύσασαι καὶ ἀπελθοῦσαι ὀπίσω σαρκὸς ἑτέρας, πρόκεινται δεῖγμα πυρὸς αἰωνίου δίκην ὑπέχουσαι.”

Come è evidente, nella lettera di Giuda l’autore parla prima del peccato degli angeli che determina la loro condanna alla dannazione eterna e poi tratta del peccato dei sodomiti che ugualmente li ha condotti all’inferno.

Gli angeli non conservarono la loro preminenza ma, ribellandosi al loro Creatore, furono esclusi dalla gloria del Cielo e precipitati all’inferno.

Similmente Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia e sono andate dietro a vizi contro natura, sono state condannate severamente da Dio all’inferno eterno il cui fuoco è iniziato già con la pena da loro irrogata da Dio in questo mondo.

Precisa, riguardo alle parole appena viste di Giuda, il “Greek-English lexicon of the New Testament: based on semantic domains” che  “ἀπελθοῦσαι  ὀπίσω σαρκο͂ς ἑτέρας” significa  essenzialmente praticare omosessualità.[280] La Revised Standard Edition del 1966 traduce  queste parole ugualmente nel senso appena visto: esse riguardano peccati contro natura; la “New Jerusalem Bible” ugualmente traduce “who with the same sexual immorality pursued unnatural lusts” cioè con uguale immoralità sessuale sono andate dietro a vizi contro natura, la Bibbia CEI del 2008 ugualmente traduce nel senso appena indicato : “sono andate dietro a vizi contro natura” cioè vizi omosessuali.

Il testo di Giuda con un eufemismo vuole semplicemente indicare che il peccato di Sodoma era contro natura, era un peccato di omosessualità, come appunto affermano molti biblisti  come indica chiaramente Gn. 19.

Letteralmente le parole “ἀπελθοῦσαι  ὀπίσω σαρκο͂ς ἑτέρας” significano andare dietro a carne diversa ma appunto sono un eufemismo che vuole indicare la pratica dell’ omosessualità che emerge chiaramente nel cap. 19 della Genesi, specie al versetto 5.

Lo Zorell, grande esperto di greco ed ebraico biblico, autore di due Lexicon uno riguardante l’ebraico biblico e uno riguardante il greco biblico, nel suo famoso “Lexicon Graecum Novi Testamenti.” [281] ugualmente ritiene che l’affermazione della lettera di Giuda che stiamo vedendo significa: seguire vizi contro natura cioè omosessuali.

Un altro grande esperto di lingua greca M. Zerwick afferma allo stesso modo che l’affermazione in oggetto significa seguire vizi contro natura, cioè omosessuali.[282]

Il commentario della Lettera di Giuda realizzato nella “The Anchor Bible” nel 1993 sottolinea come il peccato di Sodoma indicato da Giuda è peccato di omosessualità.[283]

Nel Nuovo Grande Commentario Biblico laddove si tratta della lettera di Giuda e dei versetti 5-7 si dice chiaramente che Giuda indica i peccati di omosessualità di Sodoma con quelle parole : “ sono andati dietro a vizi contro natura”, tali parole si collegano con quanto si legge nella Genesi (Gen. 19,4-8)[284].

Anche il commentario del prof. G. Marconi a questi versetti mette in evidenza che in essi viene condannato il peccato di pederastia e sodomia, Marconi presenta in questa linea il legame tra il testo di Giuda e le tradizioni giudaiche che appunto indicano il peccato di Sodoma come peccato di omosessualità[285]. Le tradizioni rabbiniche che indicano il peccato di Sodoma come un peccato di omosessualità sono raccolte in un importante testo di Billerbeck e Strack[286].

Anche G. L. Green mette in evidenza che il testo di Giuda si riferisce al peccato di Sodoma come ad un peccato di tipo omosessuale[287].

Secondo la professoressa M. Healy il testo di Giuda 7 che afferma che Sodoma e Gomorra si abbandonarono all’immoralità sessuale e seguirono altra carne (Σόδομα καὶ Γόμορρα… ἐκπορνεύσασαι καὶ ἀπελθοῦσαι ὀπίσ ω σαρκὸς ἑτέρας), significa che “nella loro brama di rapporti sessuali con altri uomini, gli uomini di Sodoma si misero inavvertitamente nella posizione sacrilega di perseguire rapporti sessuali con gli angeli.”[288]

Ci sono quindi evidenti ragioni che indicano che la lettera di Giuda contiene una diretta condanna degli atti omosessuali e tali ragioni non vengono scalfite da ciò che vedremo qui di seguito.

Il prof. Vanni resta in dubbio nell’interpretazione di questo passo tra due possibilità:

1)  che il testo in oggetto condanni l’attività omosessuale;

2) che il testo in oggetto condanni l’unione sessuale con angeli.

Comunque per il professore Vanni il testo condanna la lussuria perciò tale condanna implica almeno indirettamente anzitutto la condanna degli atti omosessuali che determinano la lussuria più gravemente peccaminosa tra uomini. [289]

Le perplessità del prof. Vanni sono certamente legate al fatto che alcuni autori, nella scia della Bible de Jerusalem, hanno sviluppato altre traduzioni di questo testo della lettera di Giuda e hanno ritenuto che ciò che viene condannato non è l’atto omosessuale ma l’unione sessuale con angeli e hanno ritenuto che in questo modo Giuda seguirebbe in certo modo il libro di Enoch che parla di unioni sessuali tra angeli e uomini. Sottolineo che i sodomiti in Gen. 19 non mostrano di sapere che i due uomini che Lot accoglie sono angeli, infatti dicono a Lot: “Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte?”(Gen. 19,5) quindi appare assurdo affermare che volessero unirsi ad angeli. Il libro dei Testamenti dei Patriarchi precisa che i sodomiti non riconobbero gli angeli venuti a Sodoma (Testamento di Aser VII). Faccio notare che il libro di Enoch non cita direttamente Sodoma e non mi consta che parli di unione tra uomini maschi e angeli, parla invece di unioni tra donne e angeli. Il libro dei Giubilei parla dei peccati degli angeli e dei peccati di Sodoma[290] ma non parla di unioni tra uomini e angeli quindi non corrisponde a questi testi tradizionali ebraici l’idea di uomini di Sodoma che vogliono unirsi carnalmente ad angeli.

Il testo di Giuda non vuole condannare ipotetiche unioni di uomini con angeli ma piuttosto vuole condannare l’attività sessuale contro natura che emerge in Gen. 19,5.

Il famoso esegeta Sales affermava riguardo al passo della lettera di Giuda in oggetto che esso spiega quale sia stato: “… il peccato commesso dai Sodomiti, mostrando con un eufemismo che si tratta del peccato contro natura (Cf. Gen. XIX,5; Rom. I, 27).”[291]

In questa linea il commentario dell’Università di Navarra afferma riguardo a questo testo biblico che le perversioni di Sodoma e Gomorra (Gn 18,16 ss.) sono un prototipo della lussuria. Il v. 7 della lettera di Giuda è una condanna esplicita dell’omosessualità (cfr Rm 1,24 – 27; 1 Co 6,9; 1 Tm 1,10). Basandosi su questi e altri testi delle Scritture, “La tradizione ha sempre dichiarato che” gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati “(Cong. Dottrina della Fede, Persona umana, n. 8), tali atti sono contrari alla legge naturale, chiudono l’atto sessuale al dono della vita e non provengono dalla vera complementarità affettiva e sessuale. Non possono comunque ricevere l’approvazione. (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357). [292]

Va ulteriormente notato che nei versetti di 2 Pt. 2,9-10 troviamo un’ affermazione simile a quella che stiamo esaminando; nel testo di s. Pietro infatti  leggiamo: “Il Signore dunque sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui, soprattutto coloro che vanno dietro alla carne con empie passioni e disprezzano il Signore.” Andare dietro alla carne (ὀπίσω σαρκὸς …  πορευομένους)  è affermazione che significa essenzialmente cercare persone con cui poter soddisfare la propria lussuria , questa affermazione è rafforzata dalle empie passioni di cui si parla nel testo con l’espressione: “ἐπιθυμίᾳ μιασμοῦ”,  che indica immersione nel desiderio di commettere peccato impuri.

Nella lettera di Giuda, come visto, troviamo l’espressione “sono andate dietro a vizi contro natura” (ἀπελθοῦσαι  ὀπίσω σαρκο͂ς ἑτέρας).

In entrambi i passi biblici (Gd e 2 Pt) troviamo le stesse parole ὀπίσω σαρκο͂ς ma la  lettera di Pietro in questo pasaggio parla più generalmente di lussuria, invece la lettera di Giuda specifica queste parole con altri termini che indicano più direttamente il peccato impuro contro natura che emerge in Gen. 19, 4-10.

Sodoma e le città vicine, come spiega il testo  di Giuda, ἐκπορνεύσασαι, cioè si sono abbandonate alla lussuria; il verbo ἐκπορνεύω, legato a πορνεῖα (fornicazione) da cui deriva la parola pornografia, è usato 47 volte nella versione dei Settanta della Bibbia, 1 volta nel Nuovo Testamento e significa commettere fornicazione, prostituirsi, e più generalmente commettere atti impuri, in vari casi questo verbo traduce il verbo ebraico zanah  che a sua volta significa prostituirsi, commettere fornicazione, essere infedeli a Dio; il prefisso ἐκ di tale verbo indica una lussuria che si riempie, si soddisfa completamente.[293]

Come spiega F. Zorell[294], in questa linea, il termine πορνεῖα (fornicazione) con le parole ad esso collegate indica più generalmente ogni peccato impuro, quindi anche il peccato impuro contro natura, infatti, come spiegano F. Hauck e S. Schulz[295]; sebbene in origine questo gruppo di termini si riferisse più direttamente alla prostituzione, già nel tardo giudaismo i termini collegati a “ πóρνηῖα” assumono un significato più ampio che indica più generalmente ogni peccato impuro e che include anche il peccato impuro contro natura. In questa linea, Ap. 21,8 usa uno di tali termini per indicare come tutti coloro che si macchiano di peccati impuri, cioè gli “immorali”, sono destinati alla dannazione eterna; ovviamente in questi sono inclusi coloro che praticano l’omosessualità.

Il verbo ἐκπορνεύω, include quindi tutti i peccati impuri e in particolare i più gravi tra uomini, cioè gli atti omosessuali.

La Pontificia Commissione Biblica, che ritiene che il peccato di Sodoma riguardi l’accoglienza priva di rispetto e umiliante per lo straniero, ha dovuto affermare che : “Vi è però un’interpretazione diversa, che traspare da qualche testo del Nuovo Testamento (come 2 Pt 2,6-10 e Gd 7), e che, a partire dal secondo secolo dell’era cristiana, si è affermata diventando lettura abituale del racconto biblico. La città di Sodoma è allora biasimata per una pratica sessuale disdicevole, chiamata appunto “sodomia””(n. 186)

La lettera di Giuda fa rilevare con chiarezza, come abbiamo visto in tutto questo paragrafo, che il castigo di Sodoma è stato causato in particolare dalla lussuria e specialmente dai peccati contro natura di Sodoma.

Questi peccati gravi che Sodoma ha compiuto fanno sì che essa stia “subendo le pene di un fuoco eterno”.

Aggiunge lo stesso commentario spagnolo citato in precedenza:“«El castigo de un fuego eterno» (v.   7) manifiesta el carácter irrevocable del juicio divino. La fe de la Iglesia se ha hecho eco de esta expresión al ilustrar las penas que los condenados sufren en el infierno (cfr nota a Ap   20,7-10).”[296]

“La punizione di un fuoco eterno” (v. 7 della lettera di Giuda) manifesta il carattere irrevocabile del giudizio divino. La fede della Chiesa ha fatto eco a questa espressione illustrando le pene che i condannati subiscono all’inferno.

Questo ovviamente significa anche la gravità dei peccati impuri e della loro condanna, essi infatti sono oggettivamente gravi, e, in quanto commessi con piena avvertenza e deliberato consenso, escludono l’uomo dal regno di Dio e lo incamminano verso il fuoco della dannazione eterna.

Considerando le parole della lettera di Giuda possiamo notare come tale fuoco è in certo modo iniziato con la punizione terrena di Sodoma: i sodomiti sono passati dal fuoco della punizione terrena di Sodoma a quello della punizione eterna.

Sales affermava che Sodoma e la città vicine: “…  stanno davanti agli occhi, come esempio ai peccatori. Tale esempio consiste in questo, che soffrono la pena di un fuoco eterno. L’Apostolo considera la pena inflitta alle città perverse come se durasse sempre, perché gli effetti di essa rimangono tuttora visibili (Cf. Sap. X, 6 e ss.).” [297]

Sodoma che appare nell’ A. Testamento e in diversi testi della tradizione ebraica come la città gaudente e perversa e quindi sommamente peccatrice e punita terribilmente da Dio, appare tale molto più fortemente nella lettera di Giuda, infatti qui tale punizione non è solo temporale ma eterna.

La lettera di Giuda appare in questa linea come la piena manifestazione, nella luce di Cristo, del peccato di Sodoma come peccato di sessualità contro natura e della sua terribile punizione sulla scia di Gen. 19,5 dell’ A. Testamento e della tradizione ebraica.

Sottolineo che la lettera in oggetto e la seconda lettera di Pietro sono in stretta relazione tra loro[298]; la lettera di Giuda, come la seconda lettera di Pietro, è scritta per contrastare alcuni che si opponevano alla sana dottrina.

Come la II lettera di Pietro anche la lettera di Giuda si oppone in particolare ai falsi maestri che volevano mettere in discussione la validità della legge morale di Dio e promuovere pratiche sessualmente immorali tra i fedeli; Giuda vede costoro come un grave pericolo per la Chiesa e parla contro di loro con termini molto forti [299] e appunto per mostrare cosa è avvenuto nella storia biblica a coloro che hanno seguito false dottrine in campo morale e hanno agito peccando gravemente, specialmente in ambito sessuale, l’ Apostolo cita, come detto, il caso di Sodoma e la sua terribile condanna.

La lettera di Giuda invita a lottare per la sana dottrina della fede[300], specie in ambito morale, e invita a opporsi ai falsi maestri che diffondono errori in questa materia.

La Pontificia Commissione Biblica, che ha praticamente rigettato, nel suo esame del peccato di Sodoma, le affermazioni di Gd. 5-7  ha, quindi, rigettato:

1) un passo biblico, quindi appartenente alla Rivelazione divina;

2) un passo scritto nella luce della pienezza della Rivelazione attuatasi in Cristo e attraverso cui parla Cristo  (Lc. 10,16);

3) un passo che getta luce e chiarisce in profondità Gen. 13-14 e Gen. 19, sulla base di ciò che proprio Gen. 19 presenta chiaramente, affermando precisamente il contrario di quanto la PCB dice;

4) un passo il cui insegnamento su Sodoma è nella linea della sana tradizione biblica ebraica e le cui affermazioni sono confermate e rafforzate da 2 Pt. 2, come vedremo.

La PCB, più precisamente, non solo ha rigettato le chiare indicazioni di Giuda ma si è opposta radicalmente  ad esse affermando con totale sicurezza che il peccato di Sodoma fu un peccato di mancata accoglienza dello straniero bisognoso e un tentativo di umiliazione dello stesso.

Dio intervenga!

 

 

d,11,3) Esame approfondito di 2 Pietro 2,6-10 riguardo al peccato impuro di Sodoma e alla sua condanna.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Esaminammo già più sopra  2 Pt. 2, 6-10, ora torniamo a riconsiderarlo in diretta relazione con l’episodio di Sodoma di cui abbiamo lungamente parlato nelle pagine precedenti.

Il testo greco è il seguente “καὶ πόλεις Σοδόμων καὶ Γομόρρας τεφρώσας ⸀καταστροφῇ κατέκρινεν, ὑπόδειγμα μελλόντων ⸀ἀσεβέσιν τεθεικώς, 7 καὶ δίκαιον Λὼτ καταπονούμενον ὑπὸ τῆς τῶν ἀθέσμων ἐν ἀσελγείᾳ ἀναστροφῆς ἐρρύσατο— 8 βλέμματι γὰρ καὶ ἀκοῇ ⸀ὁ δίκαιος ἐγκατοικῶν ἐν αὐτοῖς ἡμέραν ἐξ ἡμέρας ψυχὴν δικαίαν ἀνόμοις ἔργοις ἐβασάνιζεν— 9 οἶδεν κύριος εὐσεβεῖς ἐκ πειρασμοῦ ῥύεσθαι, ἀδίκους δὲ εἰς ἡμέραν κρίσεως κολαζομένους τηρεῖν, 10 μάλιστα δὲ τοὺς ὀπίσω σαρκὸς ἐν ἐπιθυμίᾳ μιασμοῦ πορευομένους καὶ κυριότητος καταφρονοῦντας.”

Il testo italiano è il seguente: “Così pure condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, lasciando un segno ammonitore a quelli che sarebbero vissuti senza Dio.  Liberò invece Lot, uomo giusto, che era angustiato per la condotta immorale di uomini senza legge.  Quel giusto infatti, per quello che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, giorno dopo giorno si tormentava a motivo delle opere malvagie.  Il Signore dunque sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui,  soprattutto coloro che vanno dietro alla carne con empie passioni e disprezzano il Signore.” (2 Pietro 2,6-10)

Diciamo subito che il testo in oggetto e più generalmente tutta la seconda lettera di Pietro è in stretta relazione con la lettera di Giuda e da entrambe emerge il peccato di Sodoma come peccato di lussuria contro natura, la Pontificia Commissione Biblica ha dovuto affermare, perciò, che da 2 Pt. 2 traspare l’interpretazione per cui il peccato di Sodoma fu la sodomia: “Vi è però un’interpretazione diversa, che traspare da qualche testo del Nuovo Testamento (come 2 Pt 2,6-10 e Gd 7), e che, a partire dal secondo secolo dell’era cristiana, si è affermata diventando lettura abituale del racconto biblico. La città di Sodoma è allora biasimata per una pratica sessuale disdicevole, chiamata appunto “sodomia””(n. 186)

Sottolineo che per la Commissione, dunque, il testo di 2 Pt.2 fa emergere che il peccato di Sodoma è, in particolare, un peccato di lussuria contro natura.

Nel commentario della Università di Navarra leggiamo che  il peccato più diffuso tra i falsi maestri, e che ha maggiormente travolto i fedeli, al tempo della realizzazione della lettera di Pietro che stiamo vedendo, sembra fosse quello della lussuria (v. 10), come era accaduto a Sodoma e Gomorra e come afferma anche la lettera di Giuda. Questo vizio offusca la mente in modo tale che chiunque sia immerso in essa disprezzi “l’autorità del Signore” (cfr Giuda 8-10). D’altra parte, la castità “è una virtù che onora l’essere umano e che gli consente un amore vero, disinteressato, generoso e rispettoso per gli altri”[301]

Quindi il peccato di Sodoma era principalmente sessuale e quello che accadde a Sodoma, Pietro lo vede ripetersi, in certo modo, ai suoi tempi.

M. Sales nel suo famoso commento affermò che nel testo in oggetto l’ Autore presenta : “ Sodoma e Gomorra … che, abbandonatesi al vizio provarono, gli effetti del’ira di Dio (Cf. Gen. XIV, 2; Deut. XXIX, 23, ecc.).” [302]

Lo stesso Sales spiega ancora che anche nel libro della Sapienza Lot viene chiamato giusto e che i termini biblici greci usati nei versetti in oggetto indicano che lo stesso Lot era : “ … grandemente afflitto. Il motivo

della sua afflizione era la condotta impudica di uomini infami, ossia di uomini senza leggi … che violavano i precetti di Dio e della natura.” [303]

Appunto in quanto giusto, prosegue Sales, Lot si addolorava per ciò che vedeva e sentiva in Sodoma.[304]

Il testo di 2 Pt. 2,6s precisa che Lot era angustiato dal comportamento sessualmente depravato dei suoi concittadini tenuto da essi non una volta sola ma ogni giorno (ἡμέραν ἐξ ἡμέρας); il Signore ci presenta qui Sodoma come immersa nella più perversa lussuria e più generalmente nel più abominevole peccato da molto tempo; il tentativo di avere relazioni contro natura con i due ospiti-angeli è il culmine dell’ immoralità dei sodomiti, già abbondantemente avvezzi, probabilmente, a tale peccato.

Ripeto e sottolineo: Sodoma era immersa nella più perversa lussuria e più generalmente nel più abominevole peccato da diverso tempo; il tentativo di avere relazioni contro natura con i due ospiti-angeli è il culmine dell’ immoralità dei sodomiti, già abbondantemente avvezzi, probabilmente, a tale peccato.

Quindi il peccato di Sodoma fu principalmente sessuale, contro natura, durò molto tempo e in particolare per tale peccato Dio la punì.

Scrive Keating che Pietro combatte l’influenza dei falsi maestri perché sa che molti seguiranno le loro vie licenziose e, a causa loro, la via della verità sarà disprezzata. Il testo di 2 Pietro parla di  “attività sessuale disordinata” o “comportamento dissoluto” questa è una delle principali accuse che Pietro fa a questi falsi maestri (2 Pietro 2, 2. 7. 18) e d’altra parte ciò è quello che l’apostolo vede in Sodoma.[305]

Aggiunge Keating che il Signore giudicherà e punirà gli ingiusti nel suo giudizio;  come ci fu un giudizio e un castigo per gli angeli, per gli uomini del tempo del diluvio e per Sodoma, così ci sarà un giudizio e un castigo per gli immorali di tutti i tempi .

Pietro sottolinea questa verità perché questo sembra essere proprio ciò che i falsi insegnanti negavano. Come dice Keating: i falsi insegnanti stavano respingendo la sana dottrina morale, stavano respingendo anche un giudizio finale di Dio e stavano diffondendo una dottrina in radicale contrasto con la sana dottrina in campo morale e in ambito escatologico.[306]

Keating va avanti nel suo commentario affermando che Pietro afferma che il giudizio divino ricade soprattutto su coloro che seguono la carne con i suoi desideri depravati e mostrano disprezzo per la signoria di Dio.

La condanna del “desiderio disordinato” segna l’intera lettera (1, 4; 2,10.18; 3, 3) ed è uno dei più gravi errori dei falsi maestri. Il desiderio disordinato e contro natura dei sodomiti è stato giustamente e terribilmente punito da Dio; ugualmente sarà punito il desiderio impuro cui i falsi maestri guidano i loro seguaci.[307]

Spiega ancora Keating in questa linea che proprio come i cristiani ai tempi di Pietro, Lot viveva tra i malvagi ed era angosciato dalla loro condotta immorale. Le persone a volte limitano il peccato dei cittadini di Sodoma alla loro grave violazione dell’ospitalità, ma qui le Scritture ci dicono che è stata la loro immoralità sessuale a tormentare Lot. Giorno dopo giorno Pietro era tormentato dalle perversioni che vedeva.[308]

Quindi anche per Keating il peccato di Sodoma riportato da s. Pietro era un peccato di lussuria e in particolare un peccato di desiderio impuro. L’atto precisato in Gn. 19,5 indica che tale desiderio impuro era in particolare di tipo omosessuale.

Nei versetti in oggetto (2 Pietro 2,6-10) troviamo la parola  ἀσελγείᾳ che significa in particolare “attività sessuale disordinata”  cioè lussuria … il che ovviamente include anche i peccati contro natura.

L’affermazione ἀθέσμων ἐν ἀσελγείᾳ (2 Pietro 2,7) indica mancanza di restrizioni, totale sfrenatezza nella lussuria … il che ovviamente include in modo particolare i peccati contro natura.

La Bibbia CEI traduce 2 Pietro 2, 7 con “Liberò invece Lot, uomo giusto, che era angustiato per la condotta immorale di uomini senza legge.” (2 Pietro 2,6-10) ma la traduzione più precisa mi pare sia: “Liberò invece Lot, uomo giusto, che era angustiato per la condotta di uomini senza freni nella lussuria.” Cioè questi uomini erano abbandonati alla più radicale sfrenatezza sessuale … come si vede da Gen. 19,5.

Nei versetti  9-10 leggiamo: “Il Signore dunque sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui, soprattutto coloro che vanno dietro alla carne con empie passioni e disprezzano il Signore.”

Andare dietro alla carne (ὀπίσω σαρκὸς …  πορευομένους)  è affermazione che significa essenzialmente cercare persone con cui poter soddisfare la propria lussuria , questa affermazione è rafforzata dalle empie passioni di cui si parla nel testo con l’espressione: “ἐπιθυμίᾳ μιασμοῦ”, che indica immersione nel desiderio di commettere peccati impuri  (Zorell“Lexicon Graecum Novi Testamenti” Roma 1990, col. 844)

S. Pietro quindi usa termini molto forti per indicare grande perversione sessuale e quindi peccati contro natura di Sodoma, che emergono da Gn. 19,5 e dalla lettera di Giuda cui la II lettera di Pietro è profondamente unita. Vengono sottolineati qui in maniera particolare i desideri perversi di Sodoma.

Viene poi evidenziato il terribile castigo che attende coloro che si abbandonano a tali peccati

La sentenza generale che la lettera di Pietro enuncia è, quindi, che Dio soccorre e salva i giusti ma punisce terribilmente i malvagi, specialmente alcuni fra essi e cioè: “ … coloro che vanno dietro alla carne con empie passioni e disprezzano il Signore.” (2 Pietro 2,6-10)

I primi capitoli della Bibbia che evidenziano i tremendi castighi per i peccati impuri offrono a Pietro di poter sottolineare in modo particolare le terribili punizioni che attendono coloro che si immergono in tali perversioni.

Ripetiamo quello che dicemmo per la lettera di Giuda: la PCB che ha fondamentalmente rigettato le affermazioni di 2 Pt.2 su Sodoma ha, quindi, rigettato le forti affermazioni di:

1) un passo appartenente alla divina Rivelazione, che afferma precisamente il contrario di quanto la Commissione dice;

2) un passo scritto nella luce della pienezza della Rivelazione attuatasi in Cristo e attraverso cui parla Cristo  (Lc. 10,16);

3) un passo che chiarisce in profondità, nella luce di Cristo, Gen. 13-14 e Gen. 19, sulla base di ciò che emerge chiaramente in Gen. 19;

4) un passo il cui insegnamento su Sodoma è confermato e rafforzato da Gd. 5-7;

5) un passo il cui insegnamento su Sodoma è nella linea della sana tradizione biblica ebraica, come vedremo meglio nel prossimo paragrafo.

La PCB inoltre si oppone radicalmente alle affermazioni di questo passo affermando con totale sicurezza che il peccato di Sodoma fu un peccato di mancata accoglienza dello straniero bisognoso e un tentativo di umiliazione dello stesso.

Mi pare che la posizione della PCB sia del tutto insostenibile.

Concludo notando che la seconda lettera di Pietro, come la lettera di Giuda, in quanto Parola di Dio che ha valore per gli uomini di tutti i tempi e che attacca i falsi maestri che diffondono false dottrine specialmente riguardo alla morale sessuale e alla fede, attacca anche il Papa Francesco e i suoi collaboratori che, come visto, stanno sovvertendo la dottrina cattolica in particolare riguardo alla morale sessuale, perciò non è strano che la Commissione, che rientra tra i collaboratori del Papa, metta praticamente da parte questo testo.

Dio intervenga!

 

 

d,11,4) Precisazioni riguardo al fatto che i testi di 2 Pietro 2,6-10 e di Giuda 5-7 sono nella linea di vari testi della tradizione ebraica.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

I testi della lettera di  Giuda (Giuda 5-7) e della II lettera di Pietro, seguendo la tradizione ebraica[309], fanno emergere chiaramente che la “perversione” (cfr. Genesi 13,13; 18,20; 19.5) di Sodoma, il suo “peccare molto contro il Signore” e il suo peccato “molto grave”, consiste in particolare in peccati sessuali, specie contro natura, che là si praticavano già da tempo e quindi il castigo mandatole da Dio colpisce in particolare tali peccati.

Dunnett, che ha scritto un articolo proprio sull’uso delle tradizioni ebraiche e cristiane nelle due lettere, che stiamo esaminando, è molto chiaro in questo senso infatti afferma che  riassumendo le procedure ermeneutiche di Giuda possiamo dire che:

1) Giuda ha affermato un certo grado di continuità tra le Scritture ebraiche generalmente riconosciute, alcuni scritti intertestamentari e gli scritti cristiani;

2)  Giuda è più preoccupato per il messaggio che per la fonte e quindi ha mostrato flessibilità nell’uso dei materiali;

3) Giuda consente una distinzione tra “Scrittura” e “canone”. [310]

La lettera di Giuda si pone nella linea biblica e tradizionale ebraica e appunto lega questa linea agli scritti cristiani.

Giuda non è semplicemente un ripetitore della tradizione ebraica[311], egli nella luce del Cristo prende ciò che ritiene giusto in essa e lo elabora sotto la guida dello Spirito Santo.

Anche il commentario del prof. Marconi a questi versetti (Gd. 5-7) mette in evidenza che in essi viene condannato il peccato di pederastia e sodomia e fa rilevare, in questa linea, il legame tra il testo di Giuda e le tradizioni giudaiche[312] raccolte in un importante testo di Billerbeck e Strack[313].

Anche per Keating la lettera di Giuda riprende le tradizioni ebraiche.[314]

Lo stesso, riguardo al rapporto con le tradizioni ebraiche, si può dire della seconda lettera di s. Pietro, scrive Dunnett, perché i due testi sono chiaramente in stretta relazione tra loro sicché ciò che si dice dell’uno si riferisce anche all’altro. [315]

Spiega anche Keating in questa linea che  proprio come i cristiani ai tempi di Pietro, Lot viveva tra i malvagi ed era angosciato dalla loro condotta immorale. Le persone a volte limitano il peccato dei cittadini di Sodoma alla loro grave violazione dell’ospitalità, ma qui le Scritture ci dicono che è stata la loro immoralità sessuale a tormentare Lot. Giorno dopo giorno, dice Pietro, quel giusto che viveva in mezzo a loro fu tormentato nella sua anima giusta per le azioni immorali che vide e udì. Questi dettagli sull’esperienza di Lot non si trovano nella Bibbia, probabilmente sono tratti dalla più ampia tradizione ebraica dei tempi di Pietro. L’identificazione dei vicini di Lot come “senza legge” anticipa anche le accuse di Pietro contro i falsi insegnanti come “senza legge”.[316]

La seconda lettera di Pietro, come la prima, è chiaramente situata in relazione con la tradizione ebraica che riprende e che precisa. [317]

Schreiner nel commento alla lettera di Giuda e alle due lettere di Pietro dimostra in modo molto dettagliato il legame tra 2 Pietro 2 e la tradizione ebraica, in particolare alle pagg. 342 ss.[318] e nella nota 54 alla p. 344 ci fa sapere che secondo Makujina occorre ricorrere alla tradizione ebraica e ad una variante testuale rappresentata dalla LXX in Gen 19,16 {che recita “ed erano turbati” invece di “esitava”) per spiegare l’origine dell’affermazione per cui Lot era turbato ogni giorno per l’immoralità dei sodomiti[319].

Come dice la Catholic Encyclopedia riguardo alla LXX: “The Apostles and Evangelists utilised it also and borrowed Old Testament citations from it, especially in regard to the prophecies.”[320]

Gli Apostoli ed Evangelisti conobbero e citarono la LXX quindi è ben possibile che l’affermazione di s. Pietro abbia come fonte il testo della Settanta indicato sopra. Per noi, comunque, è importante semplicemente sottolineare il legame stretto che questi autori notano tra le tradizioni ebraiche e le affermazioni della II lettera di s. Pietro. Le affermazioni di s. Pietro sono, quindi, nella linea della tradizione ebraica, quindi di coloro che conoscevano bene, direttamente, i testi ebraici indicati dalla Pontificia Commissione Biblica, anzi sono nella linea di coloro che conoscevano forse testi ebraici anche più vicini all’originale, almeno in qualche caso, rispetto a quelli che si trovano nella Bibbia Ebraica attuale.

La prof.ssa M. Healy afferma che l’interpretazione offerta dalla lettera di Giuda e dalla lettera di Pietro circa il peccato di Sodoma è l’interpretazione standard di tale peccato nella letteratura giudaica del periodo intertestamentale e del periodo del Nuovo Testamento, si veda  Filone, “Abramo”135; Giuseppe Flavio, “Antichità Giudaiche” 1.11.3; si vedano anche “Libro dei Giubilei”  16:5–6; 20:5–6; “Testamento di  Levi” 14:6; “Testamento di Beniamino” 9.1; “Testamento di Neftali” 3.4;  “Secondo Libro di Enoch” 34,1–2. [321]

Gli autori della seconda lettera di Pietro e della lettera di Giuda rilessero quindi l’episodio di Sodoma sotto la guida dello Spirito Santo riprendendo anche tradizioni ebraiche.

Affermò la Pontificia Commissione Biblica nel documento sull’interpretazione biblica nella Chiesa: “I rapporti intertestuali acquistano una densità estrema negli scritti del Nuovo Testamento, pieni di allusioni all’Antico Testamento e di citazioni esplicite. Gli autori del Nuovo Testamento riconoscono all’Antico Testamento valore di rivelazione divina. Essi proclamano che questa rivelazione ha trovato il suo compimento nella vita, nell’insegnamento e soprattutto nella morte e risurrezione di Gesù … Alla luce degli eventi della Pasqua gli autori del Nuovo Testamento rilessero l’Antico Testamento.”[322]

Nella luce di questa piena rivelazione che ha trovato il suo compimento nella vita, nell’insegnamento e soprattutto nella morte e risurrezione di Gesù e tenendo conto di altri scritti della tradizione ebraica, come visto, s. Pietro e s. Giuda ci hanno offerto una fondamentale “rilettura” del ciclo di Sodoma.

 

 

d,12)Precisazioni importanti.

 

 

d,12,1) Precisazioni sugli autori antichi che vedevano il peccato di Sodoma come atto omosessuale.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Scrive la PCB “Vi è però un’interpretazione diversa, che traspare da qualche testo del Nuovo Testamento (come 2 Pt 2,6-10 e Gd 7), e che, a partire dal secondo secolo dell’era cristiana, si è affermata diventando lettura abituale del racconto biblico. La città di Sodoma è allora biasimata per una pratica sessuale disdicevole, chiamata appunto “sodomia”, consistente nel rapporto erotico con persone dello stesso sesso.”(n. 186)

Le affermazioni della Commissione sono significativamente imprecise. Esse non dicono che tale interpretazione si trova in importanti testi ebraici anteriori al Nuovo Testamento, quindi anteriori al II secolo dell’era cristiana, come abbiamo visto più sopra, non precisano che tale interpretazione era quella standard nel periodo intertestamentale[323] e non dicono che le due lettere cattoliche che parlano di Sodoma più direttamente e condannano in essa in particolare la lussuria contro natura (2 Pt. 2 e Gd) seguono tale tradizione, come abbiamo visto.

Questa tradizione interpretativa si basa anzitutto su Gn.19 e in qualche modo anche sui testi dell’ A. Testamento della Bibbia ebraica e greca che sono stati meditati dagli autori ebraici e poi dagli autori cristiani che hanno diffuso tale tradizione.

 

 

d,12,2) Israele non era una comunità di uguali e l’atto omosessuale era per sé stesso condannato; la prof. Dolansky è fuori strada affermando il contrario.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Una professoressa ebraica, Shawna Dolansky, afferma[324], citando numerosi studi importanti, che dall’esame delle antiche culture mediorientali si rileva che i rapporti omosessuali maschili erano illegali solo se comportavano il trattamento sessuale di un maschio superiore sociale o di un pari come una femmina[325]; quindi era la penetrazione sessuale di un superiore da parte di un inferiore o di un uomo dello stesso rango che era considerata così vergognosa da essere spesso punita con la morte. Si riteneva che tale attività degradasse l’uomo, lo derubasse del suo status sociale “femminilizzandolo”. Invece la penetrazione sessuale di un maschio di stato sociale inferiore da parte di uno di stato sociale superiore non era considerata un comportamento problematico ed era consentita.[326]

Secondo la professoressa citata, nella S. Scrittura, differentemente da altri testi antichi mediorientali, gli atti omosessuali sarebbero condannati sempre e ovunque perché nessun’altra raccolta di leggi antiche[327] concepiva tutti gli uomini in una comunità come socialmente uguali. A differenza di altre culture antiche, l’autore di Levitico 18 e 20 dichiara: “Avrai una sola legge per lo straniero e per il cittadino” (Lv 24,22).

Secondo la studiosa ebraica quindi, l’omosessualità sarebbe condannata perché degraderebbe socialmente la persona e non per la pratica sessuale in sé stessa[328].

Diciamo subito che lo straniero di cui parla Lv. 24 è il ger, non qualsiasi straniero ma un particolare straniero che aveva particolari legami con la comunità ebraica, cioè il proselita; questa norma non valeva per altri soggetti differenti dal ger come il nokri, secondo alcuni, o lo zar[329]. La comunità ebraica non era una comunità di socialmente uguali!  Infatti : “Allo straniero potrai prestare a interesse, ma non al tuo fratello, perché il Signore, tuo Dio, ti benedica in tutto ciò a cui metterai mano, nella terra in cui stai per entrare per prenderne possesso.”(Dt. 23,21)

E ancora: “… non potrai costituire su di te uno straniero che non sia tuo fratello.”( Dt. 17,15) etc.

Il prof. Penna afferma a riguardo all’amore del prossimo nel Vecchio Testamento: “In ogni caso, questo concetto non comprende certo il proprio nemico (Altra documentazione in Nissen, Gott und der Nächste im antiken Judentum, 285-308). Anzi, commentando Es 21,35, dove si fa il caso del bue di un uomo che cozza e ammazza «il bue del suo prossimo », il midrash Mekilta spiega testualmente: «Ciò esclude il bue di un subordinato, il bue di un Samaritano, il bue di uno straniero, e il bue di un residente forestiero». Da parte sua, Mosè Maimonide intenderà solo «il correligionario» ….”[330] Quindi lo straniero che non era correligionario non rientrava nel gruppo delle persone da amare.

Invece il comando che vieta l’attività omosessuale riguarda assolutamente tutti gli uomini, l’attività omosessuale era considerata come qualcosa di abominevole. Infatti anche per i forestieri  non ger e anche per i nemici appartenenti ad altre comunità e catturati in guerra, non era previsto che venissero sottoposti ad un rapporto sessuale contro natura.

Tale radicale divieto di atti omosessuali, che li rende sempre illeciti, si basa sul fatto che essi sono contrari al progetto di Dio che prevede l’unione sessuale solo tra uomo e donna, sono contrari alla santità che l’uomo deve avere secondo la volontà di Dio, sono contrari alla natura umana. Dio insegna all’uomo un grande rispetto verso la sessualità e condanna, come visto, in modo radicale gli atti impuri, specie quelli contro natura; tale condanna è radicale e assoluta, la Scrittura Sacra lo afferma chiaramente e con essa la Tradizione.

Accanto alla condanna degli atti omosessuali vi è la condanna dell’incesto, della bestialità, dell’adulterio e non per questioni di degradazione sociale di chi riceve il membro virile ma per la contrarietà alla Legge divina dell’atto stesso.

La professoressa Dolansky quindi sbaglia radicalmente su più fronti. In particolare sbaglia nel pensare che l’atto sessuale sia condannato dalla Bibbia in quanto umiliante e degradante a livello sociale e non in quanto intrinsecamente malvagio.

Gli ebrei, nella Scrittura, mai sottoposero nessuno, neppure i loro nemici a tale atto per umiliarli, appunto perché esso era vietato sempre e con chiunque al di là di ogni appartenenza alla comunità.

La stessa Commissione conferma chiaramente quello che ho appena detto laddove afferma che: “La prospettiva antropologica che la Bibbia promuove è infatti quella che riconosce nel rapporto amoroso tra uomo e donna la realizzazione del progetto voluto per l’essere umano dal Creatore (Gen 1–2). Il costante e unanime apprezzamento della relazione sponsale, con il suo coronamento nella procreazione ed educazione dei figli, diventa un elemento basilare nell’impianto etico e religioso del testo ispirato. La Scrittura non esplicita direttamente le ragioni per una tale concezione, ma fornisce degli spunti importanti, che sono stati sviluppati dottrinalmente e disciplinarmente dalla tradizione interpretativa ebraica e cristiana.”(n. 171)

Aggiunge la Commissione che  la normativa del Levitico intende tutelare e promuovere un esercizio della sessualità aperto alla procreazione, in conformità con il comando del Creatore agli esseri umani (Gen 1,28), avendo cura naturalmente che tale atto sia iscritto nel quadro di un matrimonio legittimo. (n. 190)

L’atto omosessuale, in questa linea, è intrinsecamente malvagio e disordinato e merita per sé la pena capitale, come vediamo in Lev. 18 e 20, e più generalmente merita una forte condanna, indipendentemente dal fatto che sia degradante per lo status sociale della persona.

 

 

d,12,3) L’atto indicato con yada desiderato dai sodomiti era malvagio in sé stesso ed era un atto di sodomia, quindi di lussuria, e non di umiliazione.

 

 

Secondo la Commissione,  in Gn. 19 viene  “denunciata la condotta di un’entità politica e sociale che non vuole accogliere con rispetto lo straniero e pretende di umiliarlo costringendolo con la forza a subire un trattamento di sottomissione”(p. 163)

Già dal 1998 l’esegeta M. Nissinen affermava[331] che l’atto dei sodomiti tendeva a umiliare i due ospiti, era un’antica usanza umiliante degli uomini per mostrare dominio e quindi non era precisamente un atto di lussuria[332].

La PCB segue Nissinen in questa linea.

Come vedemmo più sopra, però,  il contesto del cap. 19 porta a capire che il messaggio che tale capitolo offre riguarda la sessualità;  la narrativa di Sodoma si colloca intenzionalmente tra la promessa e il compimento della nascita del bambino promesso, Isacco (cfr Genesi 18 e 21), per evidenziare il problema del sesso “sterile”, che le relazioni omosessuali incarnano.

Anche la prof.ssa Healy, presentando il documento della PCB, fa notare che la posizione del capitolo 19 e il suo contesto nonché ben due testi del N. Testamento (Gd. 5-7; 2 Pt. 2,6-10) fanno capire che il messaggio che attraverso il capitolo viene offerto riguarda la sessualità.[333]

Il prof. Peterson inoltre afferma: la natura sessuale dei peccati di Sodoma non trova sostegno solo nel contesto immediato dei capitoli 13-19 ma anche il contesto più ampio di Genesi 4–20 punta in questa direzione.[334]

Peterson sottolinea anche che l’intero cap. 19 della Genesi è focalizzato sulla violazione della Legge divina sulla sessualità, prima con l’atto dei sodomiti e poi con quello delle figlie di Lot, in entrambe i casi abbiamo un desiderio sessuale perverso chiaramente manifestato e, nel caso delle figlie di Lot, anche attuato. [335]

Nel paragrafo precedente, abbiamo visto che per sé stesso il desiderio dei sodomiti di unirsi sessualmente, secondo la morale biblica, era perverso, e contrario alla Legge divina, e meritava una somma punizione.

Più precisamente possiamo affermare che tale atto andava contro la Legge naturale infatti è un atto che Dio condanna e punisce nei cananei (cfr. Lv. 18 e 20) cioè anche in coloro che non avevano una Legge rivelata scritta che condannasse tale peccato; si trattava dunque di un atto condannato dalla Legge naturale che tutti potevano e dovevano conoscere.

La Bibbia parla appunto in Gen. 19 dell’atto in sé stesso e non sottolinea l’aspetto dell’umiliazione.

Ricordo che l’unione contro natura produce un piacere cui alcune persone sono particolarmente attratte, il teologo Reck afferma: “il desiderio omosessuale significa per le persone interessate una non piccola delectatio …” [336]!

Nella linea che ci offre direttamente il verbo yada usato dai sodomiti, costoro sono desiderosi dell’unione carnale e del relativo piacere e non precisamente dell’umiliazione ad essa connessa, infatti Lot propone loro di unirsi con le sue figlie e quindi di trovare piacere sessuale con loro, volendo assolutamente evitare che essi sfoghino la loro brama sessuale sui due ospiti; nelle parole di Lot e dei sodomiti non c’è alcun accenno diretto all’umiliazione ma bensì all’unione carnale.

La parola ebraica (yada) usata dai sodomiti in Gn.19,5 per indicare l’unione sessuale contro natura è un eufemismo che significa ordinariamente conoscere ma significa anche conoscere carnalmente, cioè unirsi sessualmente ad una persona, nella Bibbia è usata varie volte con questa accezione specialmente nella Genesi (Gn 4,1.17.25; 24,16 ; 38,26; 1 Sam. 1,19 ; Gdc. 19,22.25 ; 1 Re 1,4 etc.); traducendo tale termine la LXX usa il verbo συγγίνομαι (unirsi sessualmente), lo stesso verbo che utilizzerà per indicare il peccato che voleva compiere la moglie di Potifar con Giuseppe anche se in quest’ultimo caso il verbo ebraico usato non è yada; lo stesso verbo συγγίνομαι, viene utilizzato in altri casi nella Settanta per indicare un rapporto sessuale peccaminoso (Gen 39,10 , Gdt 12,16 , Dan. 13, 11.39).

Confutando le affermazioni di J. Boswell, Lynne C. Boughton mette in evidenza come yada significhi davvero attività sessuale. [337]

Il prof. Hamilton nel suo commento alla Genesi sottolinea molto efficacemente che i termini usati (in particolare yada) in Gen. 19 dai sodomiti e da Lot non sono quelli della violenza o dell’abuso ma sono semplicemente quelli indicanti un rapporto sessuale contro natura[338], con lui anche Richard afferma che è fuorviante concludere che yada‘ significhi stupro in Genesi 19. [339]

Anche l’esegeta Davidson sottolinea che il verbo yada indica semplicemente un atto sessuale contro natura non una violenza sessuale. [340]

Alla richiesta dei sodomiti che attraverso la parola “yada” indicano di volersi unire sessualmente ai due ospiti, Lot risponde offrendo le sue due figlie e usando ancora il verbo “yada” con cui precisa che le sue figlie non erano state ancora conosciute sessualmente, questa precisazione fa capire anche che egli stava offrendo ai sodomiti un piacere simile a quello del rapporto contro natura con uomini, che presumibilmente mai erano stati sodomizzati.

Ricordo inoltre che per aversi sodomia il soggetto che penetra deve essere sessualmente eccitato ed attratto da tale rapporto contro natura  altrimenti non riesce a penetrare, quindi seppure i sodomiti avessero voluto umiliare i due uomini angeli avrebbero dovuto essere sessualmente attratti da loro.

L’atto indicato in Gn.19,5 è, quindi, di sodomia, sia per le caratteristiche dell’atto sia in quanto è un abbandono al piacere del sesso perverso; l’oggetto dell’atto, il “finis operis”, è la “conoscenza carnale” dei due uomini, stando al testo biblico, conoscenza che implica attrazione sessuale; va notato che l’atto che volevano realizzare i sodomiti non è semplice penetrazione ma rapporto intimo con effusione seminale e quindi con piacere orgasmico, infatti il termine yada non indica una semplice penetrazione ma un vero rapporto sessuale con piacere orgasmico; i sodomiti appaiono catturati dalla brama di unirsi sessualmente con i due ospiti, il loro non appare un atto pubblico della comunità sodomita, realizzato dai governanti con la collaborazione dei soldati, appare come un atto realizzato sotto la spinta della passione impura nella notte.

Tale atto non appare un atto religioso, non interviene nessun sacerdote o personaggio legato ad una religione.

Tutta la popolazione, però, si presenta dinanzi alla casa di Lot, per l’attuazione di atti impuri contro natura con i due uomini-angeli.

Ben due testi del N. Testamento (Gd. 5-7; 2 Pt. 2,6-10)  confermano che il messaggio che attraverso il capitolo viene offerto riguarda la sessualità.[341]

Si noti bene : i sodomiti non appaiono dei sanguinari che vogliono godere nel massacrare o umiliare i due angeli, i sodomiti non appaiono degli uomini barbaramente inospitali che vogliono godere nello scacciare dalla loro città i due angeli magari togliendo loro tutti i loro averi, i sodomiti vogliono godere sessualmente e contro natura dei due uomini-angeli che, probabilmente, avevano un aspetto straordinariamente bello, come dice Giuseppe Flavio.[342]

Quando i sodomiti videro i due giovani uomini di straordinaria bellezza, ospiti di Lot, decisero di godere di essi.

Tutto questo mi pare che azzeri le affermazioni della PCB e di Nissinen[343], secondo cui l’atto dei sodomiti con cui volevano penetrare i due uomini-angeli sarebbe solo un atto di umiliazione e non di lussuria.

Conclusione: ci sono serie ragioni che confutano a fondo le affermazioni della PCB secondo cui l’atto dei sodomiti non è di lussuria e che mettono in evidenza piuttosto l’estraneità di tali affermazioni ai dati biblici. Le affermazioni della PCB sembrano piuttosto ideologiche che bibliche, paiono attuate in ordine alla depenalizzazione e legittimazione dell’omosessualità che papa Francesco sta portando avanti.

 

 

d,12,4) La lussuria che genera la violenza nella Tradizione e nella Bibbia, in particolare negli episodi riguardanti Sodoma e Gabaa.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Abbiamo visto che il peccato di Sodoma consiste essenzialmente in superbia e lussuria.

Abbiamo visto anche come la superbia sia madre di tutti i vizi, qui vogliamo esaminare meglio come la lussuria che è madre di tutti i vizi in particolare sia madre della violenza di cui parla Gen.19 riferendosi ai sodomiti.

La Scrittura ci dà vari esempi del potere della lussuria in ordine all’ allontanamento dell’uomo dalla legge di Dio:

– si pensi a quanto si afferma nella Genesi riguardo agli uomini del tempo di Noè;

– si pensi al caso della donna egiziana, moglie di Potiphar, che prima attira al peccato Giuseppe e poi, visto che egli non acconsente, lo accusa falsamente e lo fa mettere in prigione (Gen.39);

– si pensi al caso dei giudici perversi, in Daniele 13, di essi si dice che appunto per il desiderio della lussuria nei riguardi di Susanna “persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.” sicché dopo aver tentato di corrompere Susanna, poiché essa non cedeva, la condannarono a morte dichiarando il falso ;

– si pensi al caso del giovane preso nei lacci della lussuria in Proverbi 7,6ss.;

– si pensi al caso di Davide che peccò con Betsabea … etc.

S. Ambrogio afferma:“Quid sibi autem vult quod illi qui ad Abraham simul cum Domino venerant, Sodomam petierunt viri, nisi ut acerbaretur crimen eorum, si quos justus honoraverat, his majore sacrilegio impii vim conarentur inferre? Nam quod viros dixit, evidens est ratio; quia speciem praeferebant virorum.”(“De Abraham” P.L. XIV col 439s.) La lussuria dei sodomiti li spinse a volersi unire con i due uomini-angeli e fece che quei lussuriosi, appunto per soddisfare i loro appetiti sessuali, passassero sopra l’ospitalità, che pure tra i barbari è riconosciuta come inviolabile; il vizio impuro portò i sodomiti da Lot. (cfr. “De Abraham” P.L. XIV col 440.)

Alla base della violenza dei sodomiti c’è la lussuria, secondo s. Ambrogio!

S. Alfonso, nella linea dell’insegnamento biblico, riporta un’affermazione significativa di s. Tommaso d’ Aquino a questo riguardo: “Dice s. Tommaso (In Iob. c. 31) che per ogni vizio l’uomo si allontana da Dio; massimamente si allontana per il vizio disonesto: Per luxuriam maxime recedit a Deo.”[344]

Il testo di s. Tommaso afferma precisamente : “ … per peccatum luxuriae homo maxime videtur a Deo discedere”. (In Iob c. 31)

Lo stesso s. Tommaso ha anche detto: “Diabolus dicitur maxime gaudere de peccato luxuriae, quia est maximae adhaerentiae, et difficile ab eo homo potest eripi, insatiabilis est enim delectabilis appetitus ut philosophus dicit, in III Ethic.” (I-II, q. 73 a. 5 ad 2)

Il demonio si compiace massimamente di questo vizio, perché si lega massimamente all’anima umana e quelli che l’hanno difficilmente se ne possono liberare, l’appetito dilettevole dell’uomo, infatti, è insaziabile.

Leggiamo in un’altra opera di s. Alfonso: “ Il demonio si compiace tanto di questo vizio (della lussuria ), perché quelli che l’hanno difficilmente se ne possono liberare. E perché? per 1., perché questo vizio accieca il peccatore e non gli fa più vedere l’offesa che fa a Dio, né lo stato miserabile di dannazione in cui vive e dorme. Dice il profeta Osea che questi tali perdono anche il desiderio di tornare a Dio. Non dabunt cogitationes suas ut revertantur ad Deum suum; (e perché?) quia spiritus fornicationum in medio eorum7. Per 2., perché questo vizio indurisce il cuore, e lo rende ostinato. Per 3., il demonio si compiace tanto di questo vizio, perché da esso ne vengono poi cento altre specie di peccati, furti, odii, omicidii, spergiurii, mormorazioni.”[345]

Sottolineo: dal peccato di lussuria ne vengono poi cento altre specie di peccati.

In questa linea lo stesso s. Alfonso M. de Liguori, seguendo s. Ambrogio, afferma che la lussuria è la madre di tutti i vizi[346].

Spiega s. Tommaso (De Malo q. 15 a. 4) che il piacere sessuale, che è il fine della lussuria, è il più forte tra i piaceri corporei e ha otto figlie cioè otto pessimi frutti che sono prodotti da essa, vale a dire: cecità della mente, mancanza di riflessione, incostanza, fretta, amore per se stessi, odio verso Dio, attaccamento al mondo attuale e disperazione del mondo futuro, come risulta dai Moralia di San Gregorio (cfr. XXXI, 45). Quando l’intenzione dell’anima viene applicata con veemenza all’azione di un potere inferiore, i poteri superiori sono indeboliti e disordinati nel loro atto. Ed ecco perché quando, nell’atto di lussuria, l’intera intenzione dell’anima è guidata dalla veemenza del piacere verso le forze inferiori ( il concupiscibile e il senso del tatto) è necessario che i poteri superiori, vale a dire la ragione e la volontà, ne soffrano un danno. Ora ci sono quattro atti della ragione per dirigere gli atti umani: il primo è un certo atto di intelligenza con cui si giudica giustamente il fine, che è come il principio nelle operazioni, e nella misura in cui questo atto viene impedito, si considera come figlia della lussuria la cecità dello spirito, secondo questa parola di Daniele (13, 56): “La bellezza ti ha portato fuori strada e il desiderio ha pervertito il tuo cuore “.

Il secondo atto è la deliberazione su cosa fare, che il desiderio sopprime. Parlando dell’amore sensuale s. Tommaso riporta un passo di  Terenzio  per cui l’amore sensuale non ammette in sé nessuna deliberazione e nessuna misura, non è possibile regolarla mediante la riflessione; da questo punto di vista, abbiamo la mancanza di riflessione come frutto della lussuria.

Il terzo atto è il giudizio su cosa fare; e la lussuria lo ostacola. Si dice infatti nel libro di Daniele (13, 9) che i due anziani malvagi  “persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.” e da questo punto di vista abbiamo, come frutto della lussuria, la fretta, quando l’uomo, attirato dal piacere impuro, si affretta a dare il proprio consenso senza aspettare e osservare il giudizio della ragione. Il quarto atto è l’ordine di agire, che è anche impedito dalla lussuria in quanto l’uomo non persiste in ciò che ha deciso sicché nonostante abbia preso la decisione di non peccare poi cede e da questo punto di vista abbiamo il frutto della lussuria detto incostanza.

D’altra parte, dal lato del disordine dell’affetto, due cose devono essere considerate. La prima è il desiderio del piacere, verso il quale la volontà tende come a fine e da questo punto di vista abbiamo come frutto della lussuria l’amore di noi stessi, quando desideriamo il piacere per noi stessi in modo disordinato e, al contrario, abbiamo, come frutto della lussuria, l’odio verso Dio, nella misura in cui ci opponiamo a Dio che proibisce il piacere che desideriamo.

L’altra cosa da considerare è il desiderio delle cose con le quali si raggiunge questo scopo; e da questo punto di vista, abbiamo, come frutto della lussuria, l’ attaccamento al mondo attuale, vale a dire a tutto ciò con cui arriviamo al fine previsto, che appartiene a questo mondo presente; e al contrario, abbiamo, come frutto della lussuria, la mancanza di speranza in ordine al mondo futuro, perché quando siamo troppo attaccati ai piaceri carnali, abbiamo piuttosto disprezzo per le cose spirituali.[347]

S. Antonio di Padova afferma, in questa linea: “ … che il peccato di fornicazione distrugga il cuore è dimostrato dall’esempio di Salomone, che si diede all’adorazione degli idoli (cf. 3Re 11,4). Dice l’Apostolo: «Con il cuore si crede per ottenere la giustizia» (Rm 10,10), ma la fornicazione distrugge il cuore, nel quale risiede la fede. a causa della fornicazione si perde la fede.”[348]

Si rifletta: “Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio,  soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore.”(2 Pt. 2, 6-10) … chi segue le impure passioni disprezza Dio … e disprezza anche l’uomo fatto a immagine di Dio, perciò disprezza sé stesso appunto abbassandosi a compiere tali peccati, e disprezza anche gli altri arrivando anche ad usare violenza su di loro e ad ucciderli.

La violenza che vediamo negli abitanti di Sodoma nei confronti di Lot e dei due angeli appare in questa linea, come emerge dallo stesso testo biblico, il frutto pessimo della lussuria più estrema e più diffusa tra i sodomiti; tutta la città, in cui non c’erano neppure 10 giusti (cfr. Gen. 18,32), sotto l’impulso della lussuria e quindi di satana, si rende presente per il compimento di atti peccaminosi pubblicamente sui due uomini-angeli, ma poiché i due giovani e Lot con essi si opposero, i sodomiti tentarono di assaltare la casa e calpestarono, quindi, l’ospitalità offerta da Lot.

Ripeto: i sodomiti non appaiono dei sanguinari che vogliono godere nel massacrare o umiliare i due angeli, i sodomiti non appaiono degli uomini barbaramente inospitali che vogliono godere nello scacciare dalla loro città i due angeli magari togliendo loro tutti i loro averi, i sodomiti vogliono godere sessualmente e contro natura dei due uomini-angeli che, probabilmente, avevano un aspetto straordinariamente bello, come dice Giuseppe Flavio.[349]

Quando i sodomiti videro i due giovani uomini di straordinaria bellezza, ospiti di Lot, decisero di godere di essi ma poiché i due giovani e Lot con essi si opposero, i sodomiti tentarono di assaltare la casa e calpestarono, quindi, l’ospitalità offerta da Lot.

L’ atto dei sodomiti non appare un atto religioso, non interviene nessun sacerdote o personaggio legato ad una religione.

Tutta la popolazione, però, si presenta dinanzi alla casa di Lot, per l’attuazione di atti impuri contro natura con i due uomini-angeli.

Non si sa se tutta la popolazione volesse unirsi sessualmente ai due ospiti o se volesse semplicemente vedere tale unione realizzata solo da alcuni.

Non si sa se era prevista un’orgia di tutta la città cui avrebbero dovuto partecipare i due ospiti.

Tutta la popolazione, comunque, appare responsabile e immersa nel peccato di lussuria e in quello di tentata violenza e su tutta la popolazione piomba il terribile castigo.

 

 

d,12,5) Il meccanismo della tentazione di Sodoma.

 

 

Qui mi interessa cercare di capire meglio il meccanismo della tentazione di Sodoma sulla base dei dati in nostro possesso.

Varie indicazioni, soprattutto attraverso il libro del profeta Ezechiele (Ez. 16) portano a pensare che sia stata la ricchezza di Sodoma a far intraprendere a Sodoma una vita gaudente e quindi superba e lussuriosa.

Nel libro della Genesi leggiamo: “Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte – prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra – come il giardino del Signore, come la terra d’Egitto fino a Soar. Lot scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso oriente.”(Gn. 13)

Le parole appena citate portano effettivamente a pensare che Sodoma si trovasse in un luogo ideale per vivere: era come il “giardino del Signore”, la parola tradotta con giardino è in ebraico  “gan” e l’espressione rimanda al giardino di Eden di cui si parla molto nei primi capitoli della Genesi (Gn. 2 e 3); Sodoma era una specie di paradiso terrestre in cui si viveva molto bene, era quindi una zona ricca.

Filone fa notare che gli uomini di Sodoma erano molto ricchi ed essendo incapaci di vivere rettamente nella ricchezza si diedero a calpestare le leggi della natura, si immersero nel disordine nel mangiare e nel bere e attuarono rapporti sessuali contrari alla Legge divina. Non solo impazzivano per le donne e contaminavano il letto matrimoniale degli altri, ma praticavano il sesso contro natura, sicché gli uomini erano desiderosi l’uno dell’altro per fare cose indegne e senza  rispettare la loro natura comune. In questa linea, prosegue Filone, Sodoma fu punita con la sterilità ma ciò, a causa della terribile forza della lussuria che li dominava, non li sconvolse. Gli uomini si diedero appunto a svolgere la parte delle donne e furono gravati da una terribile malattia propria delle donne. Non solo hanno pervertito i loro corpi ma anche hanno degenerato le loro anime e Dio li ha terribilmente puniti.

Il testo di Filone  che abbiamo appena sintetizzato per sommi capi si trova nel suo libro su Abramo[350] ma testi simili si trovano in altre opere dello stesso autore.[351]

La vita gaudente pare quindi avere condotto Sodoma alla lussuria contro natura e alla superbia più estrema.

In questo senso la storia di Sodoma appariva un significativo monito per il popolo d’ Israele e appare un significativo monito per ogni uomo: la ricchezza, la vita agiata possono condurre l’uomo alle più grandi perversioni.

Certamente la ricchezza è un dono di Dio e non è in sé stessa malvagia ma confidare in essa è un male (Prv. 11,28; Ger, 9,22)

La ricchezza e quindi la sazietà possono essere occasione di rinnegamento di Dio: “Io li ho fatti pascolare,

si sono saziati e il loro cuore si è inorgoglito,

per questo mi hanno dimenticato.” (Osea 13,6)

Nel Deuteronomio leggiamo: “Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato, quando avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni tua cosa, il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri, per umiliarti e per provarti, per farti felice nel tuo avvenire.” (Dt. 8,12ss)

Difficile è per l’uomo rimanere fedele a Dio nella prosperità[352]: “Quando lo avrò introdotto nel paese che ho promesso ai suoi padri con giuramento, dove scorrono latte e miele, ed egli avrà mangiato, si sarà saziato e ingrassato e poi si sarà rivolto ad altri dèi per servirli e mi avrà disprezzato e avrà infranto la mia alleanza, e quando lo avranno colpito malanni numerosi e angosciosi, allora questo cantico sarà testimone davanti a lui, poiché non sarà dimenticato dalla sua discendenza. Sì, conosco i pensieri da lui concepiti già oggi, prima ancora che io lo abbia introdotto nella terra che ho promesso con giuramento”.(Dt. 31,20 ss)

“Iesurùn si è ingrassato e ha recalcitrato,

– sì, ti sei ingrassato, impinguato, rimpinzato –

e ha respinto il Dio che lo aveva fatto,

ha disprezzato la Roccia, sua salvezza.” (Dt. 32,15)

Nel libro di Giobbe leggiamo: “ … ha steso contro Dio la sua mano,

ha osato farsi forte contro l’Onnipotente;

correva contro di lui a testa alta,

al riparo del curvo spessore del suo scudo,

poiché aveva la faccia coperta di grasso

e pinguedine intorno ai suoi fianchi.” (Gb. 15,27)

E’ sapienza diffidare di oro e argento e ripetere la preghiera di Agur [353] :

“Io ti domando due cose,

non negarmele prima che io muoia:

tieni lontano da me falsità e menzogna,

non darmi né povertà né ricchezza,

ma fammi avere il mio pezzo di pane,

perché, una volta sazio, io non ti rinneghi

e dica: “Chi è il Signore?”,

oppure, ridotto all’indigenza, non rubi

e abusi del nome del mio Dio.”(Prv. 30,8s)

Il N. Testamento fa sue tutte le riserve del Vecchio Testamento nei confronti della ricchezza[354], s. Paolo afferma significativamente:

“A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non porre la speranza nell’instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne. Facciano del bene, si arricchiscano di opere buone, siano pronti a dare e a condividere: così si metteranno da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera.” (1 Tim. 6,17ss)

Cristo chiede un radicale distacco anzitutto interiore dalla ricchezze per amare Dio con tutto il cuore; il Vangelo annunzia e offre il dono totale di Dio all’uomo, la comunione perfetta come era all’inizio prima del peccato originale, ma per ricevere tale dono occorre distaccarsi da tutto. Per acquistare la perla preziosa e il tesoro nascosto occorre vendere tutto (Mt 13,45 s), e non si possono servire due padroni: o si serve Dio o si serve Mammona, cioè il denaro (Mt 6, 24), l’attaccamento al denaro è un padrone spietato: “soffoca nell’uomo la parola del vangelo (Mi 13, 22); fa dimenticare l’essenziale, la sovranità di Dio (Lc 12, 15-21); blocca sulla via della perfezione i cuori meglio disposti (Mt 19, 21 s)” [355]. Gesù sottolinea questo distacco profondo dal denaro per fare in tutto la volontà di Dio: “Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi beni, non può essere mio discepolo” (Lc. 14, 33; cfr. 12, 33).

Più a fondo il Signore Gesù ci dice che non siamo veramente proprietari di nulla quaggiù ma semplici amministratori (parabola dell’amministratore disonesto Lc 16,1-9), e quando moriremo non porteremo nulla  (Lc 12,16–21), con noi se non le virtù o i peccati e su questo saremo giudicati (Mt 25,31-46), perciò dobbiamo relazionarci con i beni ma anche con noi stessi considerando  che tutto ciò che abbiamo appartiene a Dio e anche noi stessi apparteniamo a Dio e quindi in tutto e riguardo a tutto dobbiamo fare ciò che lui vuole (Mt 7,21).

Ovviamente Cristo donandoci questi insegnamenti ci tiene alla larga dall’azione del diavolo del mondo e della “carne” che anche attraverso la ricchezza tentano di allontanarci dalla via di Dio.

Sodoma è invece, nella linea che stiamo vedendo, precipitata nelle spire di queste potenze delle tenebre ed è giunta a commettere in modo abituale come dice 2 Pt. 2,-10 molti peccati per molto tempo, in particolare peccati di superbia, di lussuria, peccati impuri contro natura e molti altri gravi peccati, visto che lussuria e superbia sono fonti di ogni vizio, tutto ciò ha attirato su di essa i noti e terribili castighi, chiaramente collegati a ciò che dice Lv. 18 e 20.

 

 

d,12,6) Possibile sviluppo storico delle trattazioni bibliche circa Sodoma.

 

 

Da quanto emerge dagli studi biblici non è del tutto chiaro quando sia stati ultimati e definitivamente pubblicati i testi della Bibbia ebraica e la Genesi ma stando alle indicazioni della PCB la Genesi dovrebbe essere del periodo persiano (V-VI sec.) [356], e stando ad alcuni esegeti cattolici il libro di Isaia dovrebbe contenere nei capitoli 1-6 profezie di Isaia del VIII secolo[357], i testi di Geremia del capitolo 23 dovrebbero essere del VII secolo o inizio VI secolo e quelli del cap. 50 dovrebbero essere successivi[358],  mentre il libro di Ezechiele dovrebbe contenere testi del VI secolo pubblicati nello stesso VI secolo[359], il libro di Amos dovrebbe essere del VIII secolo[360], il Deuteronomio dovrebbe essere del VI secolo[361]  … tutto questo deve farci considerare anche la possibilità che il testo della Genesi su Sodoma sia l’ultimo scritto che interviene su Sodoma e fa il punto definitivo su tale argomento e chiarisce ciò che hanno detto i profeti basandosi su tradizioni non scritte; in questo senso il testo di Gen. 19 chiarificherebbe definitivamente il fatto che il peccato di Sodoma è essenzialmente inerente l’attività omosessuale.

In questa linea, quindi, il testo della Genesi arriverebbe per ultimo, precisando definitivamente la questione di Sodoma e risolvendo radicalmente tutte le questioni che potevano sorgere basandosi solo sulle affermazioni profetiche.

Dopo questi testi della Bibbia ebraica verranno altri testi della LXX che ugualmente parleranno di Sodoma (Sap. 19,13-17; Sir. 10,12-18; 16,7-9), con il Nuovo Testamento Dio chiarirà definitivamente e radicalmente, attraverso la lettera di Giuda e la II di Pietro (2,6-10)  la questione circa il “peccato” di Sodoma precisando che si tratta principalmente di un peccato di lussuria contro natura sulla base anzitutto di Gn. 19.

 

 

d,13) Focus sulle affermazioni della Commissione che definiscono il peccato di Sodoma come una mancanza verso l’ospitalità e un atto di violenza verso persone indifese.

 

 

La PCB ritiene che  il peccato di Sodoma sia una: “mancanza di ospitalità con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata.” (n. 188)

Nelle prossime pagine esamineremo più direttamente queste affermazioni della Commissione in relazione con i dati biblici riguardanti l’ospitalità per verificare la fondatezza di tali affermazioni.

Già adesso, però, possiamo dire che, sulla base di quanto visto nelle pagine precedenti, tali affermazioni risultano false nella misura in cui non mettono in evidenza:

1) la lussuria contro natura come parte molto importante e assolutamente preminente del peccato di Sodoma (Gen. 19,5; Giuda 5-7; 2 Pt. 2,6-10);

2) la superbia e poi la gola e l’ozio (cfr. Ez. 16,49-50; Sir. 16,9).

 

 

d,13,1) Le affermazioni della Commissione sono superficiali e non sono giustificate solidamente.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

La Commissione afferma che in Gen. 19 è denunciata la condotta di un popolo che non accoglie con rispetto lo straniero e lo umilia terribilmente e aggiunge: “Questa modalità di lettura della vicenda di Sodoma è confermata da Sap 19,13-17, dove il castigo esemplare sui peccatori (prima Sodoma e poi l’Egitto) viene motivato dal fatto che «avevano mostrato un odio profondo verso lo straniero».”

La Commissione aggiunge: “Un’ulteriore e più forte conferma viene poi dal racconto di Gdc 19, in un certo senso parallelo a quello di Sodoma.”

Il testo della Commissione quindi conclude che il peccato di Sodoma è stato: “un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata.” (n. 188)

Diciamo subito che tali affermazioni appaiono superficiali e non fondate solidamente infatti la Commissione non esamina la questione dei molti peccati di Sodoma, compiuti per diverso tempo, come evidenziano i capitoli 13-19 della Bibbia; inoltre la Commissione basa le sue affermazioni essenzialmente su questa affermazione della Genesi detta da Dio riguardo ad Abramo “benedirò coloro che ti benediranno, e coloro che ti malediranno maledirò” (Gen. 12,3), tale affermazione, però, riguarda Abramo non ogni straniero, inoltre essa è vaga e non prevede direttamente una punizione catastrofica come quella comminata a Sodoma infatti la Commissione non cita nessuna punizione di tale tipo per tali peccati.

La maledizione minacciata da Dio può comportare pene varie e non necessariamente una pena catastrofica.

La PCB afferma anche che in Gen. 19 : “ … viene piuttosto denunciata la condotta di una entità sociale e politica che non vuole accogliere con rispetto lo straniero, e pretende perciò di umiliarlo, costringendolo con la forza a subire un infamante trattamento di sottomissione.”

Il testo di Gen. 19, tuttavia, come già visto, non indica che i sodomiti volessero umiliare i due forestieri, essi volevano unirsi carnalmente a loro, ardevano di desiderio sessuale per loro infatti, come fa notare V. Hamilton, il vecchio efraimita offre ai perversi di Gabaa la figlia e la concubina dell’uomo perché possano “maltrattarle sessualmente”(Gdc. 19) mentre Lot, in Gen. 19 non parla di aggressione sessuale né parla di umiliazione ma semplicemente di un grave peccato contro natura attraverso la “conoscenza carnale”[362], Lot offre le sue figlie sottolineando che non sono mai state conosciute sessualmente da uomo appunto evidenziando che i sodomiti volevano “conoscere carnalmente”, erano desiderosi di unirsi carnalmente e non di umiliare.

Più sopra ho esposto più ampiamente molti altri dati dati che portano ad affermare quanto ho appena detto.

La prof.ssa Healy ha affermato significativamente: “The PBC document concludes, however, that the interpretation given in 2 Peter and Jude lacks “clear support in the biblical account.” As evidence for this conclusion, the document states that Genesis does not intend to present “an image of an entire city dominated

by overwhelming cravings of a homosexual nature,” which would presumably be unrealistic. But it may be asked whether this observation overstates the case.” [363]

La professoressa Healy dice cioè sommessamente ma chiaramente: le affermazioni della PCB esagerano la realtà laddove affermano che il testo biblico di Gn. 19 non sostiene l’interpretazione data da 2 Pt. e Gd. e dove affermano che la Genesi non intende presentare l’immagine di una città intera dominata dalla lussuria.

Spiega infatti la stessa professoressa a continuazione che:

1) le parole della Genesi indicano la generale perversione dei sodomiti;

2) la perversione sessuale dei sodomiti è sottolineata e condannata da Lot e ciò dà fastidio a quelli;

3) la collocazione del cap. 19, cioè il suo contesto indica chiaramente che il peccato che è in esso condannato è di tipo sessuale oltre che di mancanza di ospitalità e di mancata accoglienza degli inviati di Dio;

4) 2 passi del Nuovo Testamento (Gd. 5-7 e 2 Pt. 2,6-10) parlano chiaramente del peccato di Sodoma come sessuale.[364]

La professoressa Healy mette in evidenza nella sua trattazione come la PCB omette qualcosa di importante  allorché afferma che in Gn. 19: “… viene piuttosto denunciata la condotta di una entità sociale e politica che non vuole accogliere con rispetto lo straniero, e pretende perciò di umiliarlo, costringendolo con la forza a subire un infamante trattamento di sottomissione. Questa pratica degradante viene minacciata anche per Lot (v. 9), che si è reso responsabile dello straniero «entrato all’ombra del suo tetto» (v. 8); e ciò rivela il male morale della città di Sodoma, che non solo rifiuta l’ospitalità, ma non sopporta che, al suo interno, vi sia chi, invece, apre la sua casa al forestiero.”

Dice infatti Healy: la descrizione della PCB, pur essendo accurata, omette di menzionare per intero il motivo addotto dagli uomini di Sodoma del loro rancore verso Lot: la sua condanna del loro previsto stupro omosessuale come “fare del male”, inoltre, come detto qui sopra, la collocazione del cap. 19, cioè il suo contesto indica chiaramente che il peccato che è in esso condannato è di tipo sessuale oltre che di mancanza di ospitalità e di mancata accoglienza degli inviati di Dio.[365]

In conclusione la Commissione presenta delle inferenze che, per varie ragioni, appaiono superficiali, non  solidamente fondate nella Bibbia e devianti dall’integrale realtà delle cose; ciò si confermerà e si preciserà ulteriormente esaminando i testi dei libri della Sapienza e dei Giudici (che la stessa Commissione cita a sostegno della sua tesi) e sviluppando varie riflessioni in questa linea, come vedremo nelle prossime pagine.

 

 

d,13,1,1) Precisazioni sulla violenza dei sodomiti nei confronti di persone indifese.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Dice la PCB “il racconto riguardante la città di Sodoma (così come quello di Gabaa) illustra un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata.”(n. 188)

Riguardo alla violenza nei confronti di persone bisognose e indifese occorre precisare che vari commentatori, partendo dalle affermazioni dei profeti circa Sodoma, hanno finora presentato il peccato di tale città come ingiustizia sociale.[366]

Una interpretazione di questo tipo emerge nel testo ebraico del II secolo d.C., Tosefta Sotah (3,11) in cui l’autore afferma che i sodomiti maltrattavano gli stranieri per tenerli alla larga e non condividere con essi la loro ricchezza.

Il testo dell’ A. Testamento che più sostiene l’interpretazione per cui il peccato di Sodoma è di ingiustizia sociale è Ez. 16,49-50 che afferma: “Ecco, questa fu l’iniquità di tua sorella Sòdoma: essa e le sue figlie erano piene di superbia, ingordigia, ozio indolente. Non stesero però la mano contro il povero e l’indigente. Insuperbirono e commisero ciò che è abominevole dinanzi a me. Io le eliminai appena me ne accorsi.”

Certamente il peccato di Sodoma così come emerge da Gn. 19 contiene violenza su persone apparentemente deboli (i due ospiti di Lot) quindi esso include anche ingiustizia sociale, ma tale ingiustizia appare strettamente legata alla lussuria: i sodomiti usano violenza per poter attuare le loro voglie impure sui due ospiti.

Il motore che spinge i sodomiti alla violenza è la lussuria.

A questo riguardo occorre considerare che il capitolo 16 di Ezechiele, infatti, è fortemente sessualizzato; Peterson afferma che per lui è  in qualche modo divertente, e allo stesso tempo sconcertante, che studiosi interpretino Ezechiele 16 in difesa del peccato “non sessuale” di Sodoma senza rendersi conto della natura veramente grafica del contesto in cui Ezechiele fa riferimento a Sodoma.[367]

Il cap. 16 di Ezechiele ha una esplicita natura sessuale ed evidenzia fortemente peccati di natura sessuale[368], in esso il termine zanah (prostituta) e le parole ad esso affini sono usati ben 12 volte, il termine Sodoma è ripetuto per 6 volte!

Gli interpreti ebrei utilizzavano l’allegoria per attenuare il linguaggio sessuale di questo capitolo o affermavano che appunto per tale linguaggio non fosse adatto per la lettura sinagogale; va precisato che Ezechiele non usò quel linguaggio per spingere gli uditori alla lussuria o per essere volgare ma per scuotere la nazione dal suo sonno spirituale peccaminoso. [369]

In tale contesto sessuale Ez. 16,49 sottolinea l’ingiustizia sociale ma Ez. 16,50 parla anche di abominazione compiuta da Sodoma; questa affermazione, attuata con l’uso di toebah, come vedemmo più sopra, si collega in modo particolare con Lev. 18 e 20 e quindi con il peccato di sessualità contro natura che i sodomiti hanno tentato di attuare nei confronti dei due ospiti di Lot (Gn. 19,5) e con l’offerta che Lot fa delle proprie figlie vergini alle brame dei sodomiti. Sottolineo che nel capitolo 16 di Ezechiele il termine toebah e termini simili vengono usati per ben 9 volte.

Agli abomini delle persone cui Ezechiele si rivolge paiono chiaramente relazionati gli abomini contro natura di Sodoma. [370]

Ezechiele, quindi, non restringe, come fa la PCB, il peccato di Sodoma alla sola mancanza di ospitalità e alla violenza verso persone indifese, ma la estende anche all’ “abominio” cioè alla sessualità contro natura che emerge chiaramente in Gen. 19 e che sarà poi sottolineata in modo particolare nella Lettera di Giuda e nella seconda lettera di Pietro.

Questa abominazione, che i sodomiti volevano attuare, li spingeva anche ad usare violenza.

La PCB negando la dimensione sessuale del peccato di Sodoma, nega anche la fonte da cui promana la violenza di Sodoma, come si vede chiaramente in Gn. 19.

Ripeto quanto dissi più sopra: i sodomiti non appaiono dei sanguinari che vogliono godere nel massacrare o umiliare i due angeli, i sodomiti non appaiono degli uomini barbaramente inospitali che vogliono godere nello scacciare dalla loro città i due angeli magari togliendo loro tutti i loro averi, i sodomiti vogliono godere sessualmente e contro natura dei due uomini-angeli che, probabilmente, avevano un aspetto straordinariamente bello, come dice Giuseppe Flavio[371] e quando i due giovani e Lot si opposero, i sodomiti cercarono di ottenere con violenza ciò che volevano.

 

 

d,13,2) Sap. 19, 13-17, citato dalla Commissione a sostegno della sua tesi, in realtà la confuta!

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

La Pontificia Commissione Biblica afferma che la sua interpretazione del passo di Sodoma secondo cui il peccato dei sodomiti era la mancanza di accoglienza e di rispetto verso ospiti bisognosi e indifesi è sostenuta anche da un testo del libro della Sapienza: “Questa modalità di lettura della vicenda di Sodoma è confermata da Sap 19,13-17, dove il castigo esemplare sui peccatori (prima Sodoma e poi l’Egitto) viene motivato dal fatto che «avevano mostrato un odio profondo verso lo straniero».”(n. 187)

Va notato che il libro della Sapienza non rientra nel Pentateuco di cui invece fa chiaramente parte la Genesi insieme con il Levitico e altri. Il libro della Sapienza è stato scritto da un ebreo ellenizzato ed è stato realizzato probabilmente negli ultimi decenni del I sec. a. C., quindi è il più recente tra i libri del Vecchio Testamento.

Anche questo libro, come ogni altro della Bibbia, non elogia il peccato impuro contro natura e anzi, come detto, lo condanna radicalmente perché segue strettamente la tradizione ebraica e perché anche nella Sapienza parla il Verbo di Dio che, come visto, condanna radicalmente il peccato impuro contro natura.

Il testo italiano di Sap. 19, 13-17 afferma: “Sui peccatori invece caddero i castighi non senza segni premonitori di fulmini fragorosi; essi soffrirono giustamente per la loro malvagità, avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo straniero. Altri non accolsero ospiti sconosciuti; ma costoro ridussero schiavi ospiti benemeriti. Non solo: ci sarà per i primi un giudizio, perché accolsero ostilmente dei forestieri; ma quelli, dopo averli festosamente accolti, poi, quando già partecipavano ai loro diritti li oppressero con lavori durissimi. Furono perciò colpiti da cecità, come lo furono i primi alla porta del giusto, quando avvolti fra tenebre fitte ognuno cercava l’ingresso della propria porta.”

Il testo greco è il seguente: “και αι τιμωρίαι τοις αμαρτωλοίς επήλθον ουκ άνευ των προγεγονότων

τεκμηρίων τη βία των κεραυνών· δικαίως γαρ έπασχον ταις ιδίαις αυτών πονηρίαις, και γαρ χαλεπωτέραν μισοξενίαν επετήδευσαν οι μεν γαρ τους αγνοούντας ουκ εδέχοντο παρόντας, ούτοι δε ευεργέτας ξένους εδουλούντο και ου μόνον, αλλ ‘ ή τις επισκοπή έσται αυτών, επεί απεχθώς προσεδέχοντο τους αλλοτρίους· οι δε μετά εορτασμάτων εισδεξάμενοι τους ήδη των αυτών μετεσχηκότας δικαίων, δεινοίς εκάκωσαν πόνοις. επλήγησαν δε και αορασία, ωσπερ εκείνοι επί ταις του δικαίου θύραις, ότε αχανεί περιβληθέντες σκότει, έκαστος των αυτού θυρών την δίοδον εζήτει.

Il testo, come si può vedere, parla di Sodoma pur non nominandola direttamente e la mette in paragone con l’Egitto: Sodoma, non ha accolto forestieri, sconosciuti; l’Egitto ridusse in schiavitù ospiti benemeriti.

Diciamo subito che il testo, come altri visti più sopra, non nega assolutamente che Sodoma abbia commesso peccati di lussuria ma sottolinea il fatto che Sodoma non ha accolto forestieri, sconosciuti.

Il passo in oggetto parla anzitutto di castighi che caddero sui peccatori, cioè sugli egiziani, “non senza segni premonitori di fulmini fragorosi”.

Sottolineo che le affermazioni di Sap. 19,13, contrariamente a ciò che afferma la PCB, non hanno nulla a che fare con Sodoma ma hanno solo a che fare con l’Egitto, su di esso infatti caddero castighi preceduti da segni premonitori consistenti in fulmini fragorosi (cfr. Es. 9,23), nessun segno premonitore di fulmini raggiunse Sodoma prima del castigo!

Va notato inoltre che Sap. 19 sottolinea che il peccato degli Egiziani fu evidentemente più grande di quello commesso da coloro che non accolsero ospiti sconosciuti, cioè dai sodomiti, e precisa che questi ultimi accolsero  “ostilmente dei forestieri” infine mette in evidenza come la pena dei primi e dei secondi fu la cecità (Sap. 19,17; Gen 19,11).

Ripeto: la pena di cui parla Sap. 19,13-17 è la cecità e la attribuisce all’odio nell’accoglienza di sconosciuti.

Commentando questo passo, The New Interpreter’s Bible sottolinea appunto che la pena per l’indegna accoglienza degli ospiti è, per l’Egitto e per Sodoma, l’accecamento.[372]

Ma Sodoma non è stata colpita solo da cecità … è stata distrutta e annientata, con i suoi abitanti, da fuoco e zolfo, il che ben si collega con le terribili pene stabilite per il peccato omosessuale in Lv. 18 e 20.

Quanto appena visto mostra dunque che:

1) il testo che la stessa Commissione porta come prova per giustificare le sue affermazioni (Sap. 19,13-17),  nega tali affermazioni;

2) la PCB altera chiaramente i dati biblici anche ritenendo erroneamente che Sap. 19,13 riguardi Sodoma.

Concludo precisando che quanto afferma questo testo della Sapienza pone in realtà importanti questioni sul peccato di Sodoma riguardante l’ospitalità che riprenderemo più avanti dopo aver parlato delle pene che hanno colpito Sodoma ed aver visto i “protocolli dell’ospitalità”.

 

 

d,13,2,1) Riflessioni sulla cecità e su varie pene irrogate da Dio a Sodoma.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Quanto detto nel precedente paragrafo ci conduce a soffermarci meglio sulle pene che Dio ha irrogato a Sodoma. Qui ci soffermeremo in particolare sulle 3 pene indicate nel precedente paragrafo: quella della cecità e quelle del fuoco e dello zolfo.

Nel libro della Sapienza è scritto  significativamente che uno è punito attraverso le stesse cose con cui pecca: “… con quelle stesse cose per cui uno pecca, con esse è poi castigato.”(Sap. 11,16)

Il testo appena visto presenta la pena del contrappasso, con questa espressione si intende la corrispondenza della pena alla colpa, consistente nell’infliggere all’offensore la stessa lesione o una lesione analoga a quella da lui provocata all’offeso; il termine contrappasso viene dal latino ed è un  composto “di contra «contro» e pati «soffrire»”. [373]

Vedremo che le pene che stiamo per studiare possono essere intese come contrappasso in particolare per i peccati impuri di Sodoma.

1) La pena della cecità.

Abbiamo visto nel precedente paragrafo che la cecità dei sodomiti è una pena collegata dalla Scrittura alla mancanza di ospitalità che si manifesta in essi (cfr. Sap. 19, 13-17).

Abbiamo notato anche che Sodoma era lussuriosa e che la lussuria è la madre di ogni peccato[374], quindi essa possiamo considerarla anche la madre della mancata accoglienza dei due uomini-angeli.

In questa linea non è strano che s. Ambrogio veda in tale cecità anche una punizione per contrappasso della lussuria dei sodomiti e ciò sembra coerente con le caratteristiche del peccato impuro, come vedremo.

Il s. Vescovo milanese fa notare infatti che gli angeli accecano gli impuri sodomiti che volevano unirsi carnalmente a loro e precisa che la lussuria è cieca e non vede davanti a sé (cfr. “De Abraham” P.L. XIV col. 440)

Le riflessioni di s. Ambrogio sono coerenti con ciò che dice la Bibbia e con quello che dicono altri Dottori.

Nel libro di Daniele (13, 56) leggiamo : “La bellezza ti ha portato fuori strada e il desiderio ha pervertito il tuo cuore “. Nello stesso libro (Dan. 13, 9) leggiamo anche che i due anziani lussuriosi  “persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.”

La lussuria quindi produce cecità interiore.

S. Tommaso riprendendo s. Gregorio Magno afferma appunto che la lussuria acceca (cfr. De Malo q.15 a.4 in c.) Secondo s. Alfonso la lussuria è un terribile vizio che determina anche l’accecamento dello spirito riguardo alle cose spirituali : ” questo vizio accieca il peccatore e non gli fa più vedere l’offesa che fa a Dio, né lo stato miserabile di dannazione in cui vive e dorme. Dice il profeta Osea che questi tali perdono anche il desiderio di tornare a Dio. Non dabunt cogitationes suas ut revertantur ad Deum suum; (e perché?) quia spiritus fornicationum in medio eorum. ” [375]

La pena della cecità che colpì i sodomiti appare quindi contrappasso per la lussuria e per l’ostile accoglienza dei due ospiti.

Come detto, la lussuria è madre di ogni peccato; accecati dalla lussuria, probabilmente, i sodomiti accolgono indegnamente i due forestieri e violano l’ospitalità nel modo visto in Gen. 19; giustamente la pena che li colpirà per tale violazione sarà quella della cecità.

2) Le pene del fuoco e dello zolfo.

Sodoma fu punita e distrutta con fuoco e zolfo (Gen. 19, 24). La pena del fuoco e dello zolfo appare in vari passi della Bibbia come il castigo supremo, che è riservato a satana e ai dannati ( Ap. 19,20; 20,10; 21,8) ed è profetizzato in vari casi anche per gli uomini in questo mondo (Sal. 11,6; Ez. 38,22).

Ora va notato che in vari passi biblici il fuoco è collegato con la passione dell’amore:

“forte come la morte è l’amore,

tenace come il regno dei morti è la passione:

le sue vampe sono vampe di fuoco,

una fiamma divina!” ( Ct. 8,6)

“Per la bellezza di una donna molti si sono rovinati,

l’amore per lei brucia come un fuoco.” (Sir. 9, 8)

Particolarmente significativo in questa linea è il testo che segue:

“Due tipi di persone moltiplicano i peccati,

e un terzo provoca l’ira:

una passione ardente come fuoco acceso

non si spegnerà finché non sia consumata;

un uomo impudico nel suo corpo

non desisterà finché il fuoco non lo divori …” (Sir. 23, 16)

In questa linea non è strano che il castigo di Sodoma si sia compiuto attraverso il fuoco e lo zolfo.

S. Gregorio Magno diceva riguardo al castigo di Sodoma: “Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodoma dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l’onta di quel crimine perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde; era quindi giusto che i sodomiti, ardendo di desideri peccaminosi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinchè dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso”[376]

La distruzione di Sodoma attraverso il fuoco e lo zolfo è quindi considerata da s. Gregorio come una specie di pena del contrappasso, analoga ai peccati di lussuria compiuti da Sodoma.

Taius Cesaraugustanus, affermava: “In Genesi scriptum est :  Pluit Dominus super Sodomam et Gomorrham sulphur et ignem. » Quid in sulphure nisi fetor carnis, et quid per ignem, nisi ardor desiderii carnalis exprimitur? Cum ergo habitantium Sodomis vel Gomorrhæ carnis scelera punire Dominus decrevisset, in ipsa qualitate ultionis notavit maculam criminis; sulphur quippe fetorem habet, ignis ardorem. Qui itaque ad perversa desideria ex carnis fetore arserant, dignum fuit ut simul sulphure et igne perirent, quatenus ex justa {{? discerent ex injusto desiderio quid fecissent ..” (P.L. LXXX, 946. 947) Il castigo di Sodoma indica il crimine della stessa: coloro che arsero dietro ai perversi desideri per la puzza della carne era giusto che perissero nel fetore dello zolfo e nell’ardore del fuoco.

La distruzione di Sodoma attraverso il fuoco e lo zolfo è quindi considerata anche da Taius Cesaraugustanus come una specie di pena del contrappasso, analoga ai peccati di lussuria compiuti da Sodoma.

Innocenzo III Papa affermò della lussuria: “Hæc Pentapolim cum adjacente regione subvertit, Sodomitas et Sichen cum populo interemit, raptores Dinae percussit, Her Onam filios Juda percussit,  … Ammon in convivio interfecit …  Uriam occidit, presbyteros lapidavit, Ruben maledixit. Samsonem seduxit, Salomonem pervertit”[377] In sintesi: la lussuria ha sconvolto la Pentapoli, cioè ha distrutto i sodomiti e ha provocato molti altri castighi …

Lo stesso Papa nella stessa opera aggiunse, riguardo al castigo di Sodoma, che la pena insegnò ciò che la lussuria contro natura meritò; Dio volle punire personalmente il peccato di Sodoma e fece piovere zolfo sul fetore della lussuria e fuoco sull’ardore della libidine sicché la pena fosse simile alla colpa; nel testo di Gen. 19  si dice che Dio stesso si incaricò di irrogare la pena e fece piovere fuoco e zolfo cioè punì con estrema grandezza e abbondanza i sodomiti; nessuno fu perdonato, tutti furono puniti, compresa la moglie di Lot che pur essendo fuggita, guardò indietro; Dio non solo punì le città ma tutta zona fu trasformata in un mare morto e in una valle di sale: è terribile cadere nelle mani del Dio vivente (Ebrei 10)[378]!

Anche per Innocenzo III il castigo cui Sodoma e le città ad essa vicine furono sottoposte (fuoco e zolfo) appare dunque come una pena del contrappasso per castigare la lussuria contro natura.

 

 

d, 13, 3) L’ospitalità nella Bibbia, nella Tradizione cristiana ed in quella ebraica.

 

 

L’ospitalità è qualcosa di estremamente radicato nella Bibbia, Dio ospita Adamo ed Eva nel giardino di Eden e insegna più generalmente ad essere saggiamente ospitali  con le precisazioni che vedremo più avanti.

Terrò particolarmente presente da qui in avanti, riguardo all’A. Testamento e alla letteratura rabbinica, ciò che afferma l’Encyclopedia Judaica in un articolo sull’ospitalità[379].

La Bibbia contiene molti esempi di accoglienza ospitale. Abramo è accolto da varie popolazioni, anzitutto, mentre era con suo padre Terach, dagli abitanti di Carran (Gn. 11,31), poi dagli egiziani (Gn.12) poi a Gerar (Gn. 20) Abramo accoglie i tre uomini (Gn. 18) Lot accoglie i due forestieri (Gn. 19) Labano accoglie il servo di Abramo (Gn. 24,28–32 ), Jethro il Madianita accoglie Mosè (Es. 2 ), Manoach accoglie l’angelo che lo visita (Gdc. 13 ), la donna Sunammita accoglie il profeta Eliseo ( 2 Re 4 ) etc..  La legge biblica parla specificatamente di accoglienza verso il “ger”, un particolare tipo di straniero, spiegando che anche gli israeliti erano “ger” in terra straniera (Lv. 19,34 Es. 12,49 ). Era anche dovere degli anziani delle città di rifugio soccorrere, oltre che proteggere, colui che avesse ucciso senza consapevolezza e che cercava accoglienza nelle loro città (Nm. 35,9–34 ). Una delle affermazioni di Giobbe è che “All’aperto non passava la notte il forestiero (ger) e al viandante aprivo le mie porte.” ( Giobbe 31,32 ). Le violazioni dell’ospitalità, invece, venivano punite. Gedeone castigò gli anziani di Succoth e Penuel per la loro pessima accoglienza (Gdc. 8,5–9 ) esempi di pessima accoglienza sono rinvenibili in Gn. 19 e Gdc 19 e certamente anche questi peccati vennero puniti con i castighi seguiti a tali atti.

L’uccisione di Sisara da parte di Giaele è l’unica violazione dell’ospitalità lodata nella Bibbia (Gdc. 4 e 5), ma non pare che sia precisamente “ospitale” neppure Abramo quando allontana Agar dall’accampamento lasciandola sola con il suo bambino in pieno deserto e rischiando di farla morire. (Gn. 21).

Come spiega un interessante articolo che traggo dall “Anchor Bible Dictionary”[380] nell’ A. Testamento è molto evidente da parte degli agiografi l’idea di essere ospiti di Dio, la consapevolezza di essere discendenti di un “arameo errante”, Israele conobbe e fece tesoro della sua identità di popolo pellegrino (Dt 26,5-22), e si considerò ospitato da Dio, che lo nutrì  soprattutto durante il viaggio dell’Esodo quando ricevette le quaglie, l’acqua e la manna da Dio nel deserto (Es. 16-17). Avendo preso possesso della terra promessa, gli Israeliti tuttavia si ricordarono che la loro casa apparteneva a Yahweh (Lv 25,23) e che essi, come i loro antenati, erano fondamentalmente forestieri e ospiti temporanei agli occhi di Dio (Sl 39,12). Come abitanti di terra promessa, si immaginarono condotti in verdi pascoli e festeggiati alla tavola del re divino, la “casa del Signore” nella quale speravano di dimorare per sempre era essenzialmente l’ospitalità perpetua di Dio (cfr. Sl 23; Sl. 104).

Quando i profeti di Israele attendevano un’era di perfezione rettitudine e pace, è significativo che immaginassero che Dio, di cui si sentivano ospiti, intrattenesse il suo popolo in un momento di

festa senza fine (Am 9,13-I5; Gl 3,18; Isa 25,6-8); per Isaia, questo grande banchetto sarebbe stato imbandito per tutti “Preparerà il Signore degli eserciti

per tutti i popoli, su questo monte,

un banchetto di grasse vivande,

un banchetto di vini eccellenti,

di cibi succulenti, di vini raffinati.” (Is. 25, 6) [381]

Nel Nuovo Testamento Gesù considera fatto a lui stesso ciò che si compie a favore dei più piccoli “ Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.

Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?

Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.

Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;

ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me.  E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”. (Mt. 25)

Cristo considera come fatto a sé ciò che si compie a favore dello straniero, cioè l’accoglienza e l’ospitalità.

Gesù appare come ospite in vari passi del Vangelo (Lc. 7,36; Gv. 2,2; 12,2 etc.)

Ovviamente l’ospitalità in questa linea era altamente lodata e in alcuni casi era considerata assolutamente obbligatoria infatti Gesù indica tra le cause della condanna di un’anima il fatto che ella non abbia ospitato i forestieri (Mt. 25)

Più precisamente di φιλοξενία (ospitalità) si parla in due occasioni nel Nuovo Testamento.

Nella lettera ai Romani leggiamo : “Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.”(Rm. 12,13)

Nella lettera agli Ebrei leggiamo: “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli.” (Eb. 13,2)

L’ aggettivo φιλόξενος (ospitale) si trova nel Nuovo Testamento in 3 testi che vedremo qui di seguito.

In 1 Pt. 4,9 leggiamo : “Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare.”; si tratta di un chiaro invito al compimento di questa pratica.

In 1 Tm. 3,2 leggiamo “Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare …”

Ciò significa che nella comunità cristiana è il Vescovo, in particolare, che deve occuparsi anche dell’ospitalità dei forestieri, come ci conferma anche il seguente testo,  “Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, deve essere irreprensibile: non arrogante, non collerico, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagni disonesti, ma ospitale, amante del bene …”( Tt. 1,7-8 )

Nel N. Testamento nella luce dell’ospitalità divina viene vista la vita con Dio quaggiù e poi nel Cielo ( Luca 14,16-24, Matteo 22,1-14)

Per quanto riguarda la pratica dell’ospitalità va segnalato che essa era positivamente vietata riguardo agli eretici, come spiega s. Giovanni nella sua II lettera (2 Gv. 9-11).

L’Eucaristia è somma espressione di ospitalità e di nutrimento che Dio ci offre, donandoci Sé Stesso.

L’ospitalità rientra tra le opere di misericordia e quindi, per essere meritoria, deve essere frutto della carità.

La Chiesa primitiva ha vissuto in modo straordinario l’ospitalità, come scrive R. Stark : alle città piene di senzatetto e di poveri, il cristianesimo offriva carità e speranza; alle città piene di nuovi arrivati ​​e di stranieri, il cristianesimo offriva una base immediata per i legami; alle città piene di orfani e vedove, il cristianesimo fornì un senso di famiglia nuovo e più ampio; alle città lacerate da violenti conflitti etnici, il cristianesimo offrì una nuova base per la solidarietà sociale, e alle città colpite da epidemie, incendi e terremoti, il cristianesimo offriva servizi infermieristici efficaci.[382]

I Padri della Chiesa hanno trattato dell’ospitalità abbondantemente, raccomandandola; un articolo del Dictionnaire de Spiritualité mette in evidenza molti interventi dei Padri su questo tema, in particolare del Pastore d’ Erma, di s. Clemente Romano, s. Giovanni Crisostomo, s. Agostino etc. [383]

[384].

Già s. Giustino affermava che la comunità cristiana assiste le persone bisognose tra cui i forestieri, l’ospitalità praticata dai cristiani attirava molti alla fede in Cristo e la Didaché offriva varie indicazioni prudenziali per coloro che ospitavano i forestieri, in ordine all’attuazione di una ospitalità illuminata; una regola che appunto guidava l’esercizio dell’ospitalità cristiana era quella per cui era vietata  l’accoglienza degli eretici, come aveva già indicato s. Giovanni nella sua II lettera.[385]

S. Girolamo e altri Padri citano in particolare Abramo e la sua accoglienza degli inviati di Dio come opera che ha meritato per questo Patriarca la sua discendenza e dunque l’inizio e la realizzazione delle divine promesse.

Gli eremiti dei primi secoli e i monaci si distinsero nella pratica dell’ospitalità, s. Basilio dedica vari passi della sua regola all’ospitalità, la Regola di San Benedetto al capitolo 53 afferma: “Lasciate che tutti gli ospiti che arrivano siano ricevuti come Cristo, perché Egli dirà: “Sono venuto come ospite e mi avete accolto”, in tale Regola sono offerte varie indicazioni appunto per ordinare efficacemente l’ospitalità e impedire che essa danneggi i monaci.[386]

La storia della Chiesa è piena di straordinarie testimonianze di ospitalità, l’opera dei Vescovi e dei diaconi, gli addetti all’ospitalità, gli ordini religiosi ospedalieri e via via tante altre comunità religiose hanno svolto nei secoli in modo illuminante questo apostolato di misericordia

La letteratura rabbinica, spiega il suddetto articolo dell’ Encyclopedia Judaica[387], ha ampliato la portata della virtù dell’ospitalità, considerata  un’espressione di gentilezza specialmente quando è estesa ai poveri ( Shab. 127a–b ; Maim., Yad, Evel 14:1–2).  Una delle virtù per cui si godono i frutti in questo mondo e si ottiene la principale ricompensa nel mondo a venire, l’ospitalità è, secondo R. Johanan, ancora più importante della preghiera o , secondo R. Judah, del ricevere la divina presenza. Una persona che offre ospitalità a uno studente rabbinico è considerata come se avesse offerto un sacrificio quotidiano ( Ber. 10b , e vedi anche Ber. 63b ; Kid 76b).

Definizione dei doveri di ospite e dell’ospitante:

1) all’ospitante era proibito mettere a disagio il suo ospite, sia apparendo infelice (DEZ 9,6), sia osservando il suo ospite con troppa attenzione (Maim., Yad, Berakhot 7:6 ), o trascurando di servire lui stesso il suo ospite (Kid. 32b);

2) l’ospite non doveva fare il parassita, a lui veniva chiesto di mostrare gratitudine ( Ber. 58a ), di seguire le indicazioni dell’ospitante e di recitare una benedizione speciale per il suo ospitante dopo i pasti ( Ber. 46a ; Maim., Yad, Berakhot 2:7 e 7:2; Sh. Ar., OḤ 201:1)etc. [388]

L’ospitalità ha effetto espiatorio dei peccati, secondo l’insegnamento rabbinico. [389]

 

 

d,13,4) Precisazioni sull’ospitalità: nell’A. T. il prossimo da amare era il correligionario; nel N. T. il prossimo è ogni uomo.

 

 

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L’ospitalità rientra nell’esercizio dell’amore verso il prossimo, occorre però precisare che il prossimo, nell’A. T., non era ciò che oggi noi cristiani intendiamo come tale.

Nell’ A. Testamento, infatti, il prossimo era solo il correligionario[390], il comando dell’amore del prossimo riguardava appunto colui che faceva parte dello stesso gruppo religioso.

Secondo Spadafora l’affermazione di Gesù, “odierai il tuo nemico” non è precisamente biblica ma rende efficacemente il messaggio di molte pagine del Vecchio Testamento, dove troviamo espressioni di vendetta contro i pagani e contro gl’Israeliti malvagi. Ci troviamo dinanzi ad una attitudine  di odio nei riguardi dei nemici che gli scribi traevano dalle prescrizioni fissate per Israele, nel Deuteronomio, in particolare, riguardo ai Gentili (cf. Deut. 20, 13-17; 23, 4-7; 25, 17-19). Quest’ attitudine fu rafforzata dalla letteratura giudaica post-biblica.[391]

Per il Vecchio Testamento l’amore per il prossimo è amore per il compatriota, uomo della stessa famiglia o della stessa tribù, per la gente della stessa razza, o comunque per quanti, ed esclusivamente essi, sono entrati con la circoncisione o rito equivalente a far parte della collettività, secondo il principio di solidarietà, allora vigente; ma tutti gli altri ne sono esclusi.[392]

La “letteratura rabbinica commenta concordemente le leggi riguardanti il prossimo precisando sempre che si tratta del solo israelita e «non del Samaritano, dello straniero o del proselita»[393]”.[394]

Per prossimo, spiega A. Penna, nel Vecchio Testamento non si intende ogni uomo, piuttosto si intende il membro del popolo di Dio, connazionale e correligionario, e lo straniero domiciliato tra il popolo eletto, cioè il ger (proselita) e la molteplice espressione del comando di amare il prossimo è lasciata alla responsabilità e alla sensibilità dell’individuo.[395]

Il prof. Penna afferma che il concetto di prossimo (da amare) nel Vecchio Testamento: “… non comprende certo il proprio nemico (Altra documentazione in Nissen, Gott und der Nächste im antiken Judentum, 285-308). Anzi, commentando Es 21,35, dove si fa il caso del bue di un uomo che cozza e ammazza «il bue del suo prossimo », il midrash Mekilta spiega testualmente: «Ciò esclude il bue di un subordinato, il bue di un Samaritano, il bue di uno straniero, e il bue di un residente forestiero». Da parte sua, Mosè Maimonide intenderà solo «il correligionario» …”[396] Quindi lo straniero, che non era correligionario, non rientrava nel gruppo delle persone da amare come prossimo.

Il Cardinale Ravasi ha scritto in questa linea riguardo al testo del Levitico che comanda l’amore al prossimo (Lv. 19,18) : “In esso, innanzitutto, si parla esplicitamente dei «figli del tuo popolo», cioè di Israele. L’impegno dell’amore è, quindi, circoscritto a un orizzonte preciso, quello della comunità ebraica.”[397]

Dice Spadafora “Vendetta e rancore sono proibiti agli Israeliti nei riguardi dei membri del popolo eletto” [398]

non verso gli altri infatti la Scrittura non condanna la vendetta di Sansone (Gdc. 15), il perdono resta confinato ai fratelli di razza e non si estende a tutti[399]. In questa linea il comando di Dio riguardo all’accoglienza dello straniero non è assoluto come il comando riguardante la proibizione degli atti omosessuali, Giaele sarà infatti lodata per avere ucciso Sisara suo ospite (Gdc. 4-5).

È vero che nella Scrittura leggiamo: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.” (Es 22,20) “Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto.” (Es 23,9 ) ma questi testi vanno ben intesi, considerando che in essi non si parla di ogni forestiero, ma del ger[400], come vedremo meglio nel prossimo paragrafo.

In questa linea il messaggio di Genesi 19 in quanto testo appartenente all’ Antico Testamento non era certamente nel senso di amare ogni uomo e di accogliere qualsiasi forestiero.

Nel Nuovo Testamento, in Cristo, il prossimo diventa ogni uomo e il comando dell’ amore del prossimo diventa qualcosa di “nuovo”(Gv. 13,34s).[401]

Attraverso il Nuovo Testamento, come visto nel primo volume, nel capitolo sulla carità, Dio ha perfezionato ciò che conteneva l’ A. Testamento manifestando nella maniera più piena sia la carità nella vita intima di Dio, sia la carità nella relazione di Dio con gli uomini, sia la carità che deve animare il rapporto nostro con Dio, sia la carità che dobbiamo avere verso noi stessi, sia la carità che dobbiamo avere verso il nostro prossimo.

L’ospitalità, con il N. Testamento, si estende più generalmente ad ogni prossimo.

Visto nella luce di Cristo e sotto l’ispirazione divina, Gen. 19 evidenzia certamente delle mancanze circa l’ospitalità ma evidenzia soprattutto mancanze contro la castità infatti la lettera di Giuda e la seconda lettera di Pietro che rileggono Gen. 19  mettono in evidenza tali mancanze in particolare.

Dio ci illumini sempre meglio.

 

 

d,13,5) I “protocolli dell’ospitalità”; precisazioni su categorie di persone cui non veniva data ospitalità.

 

 

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In un interessante articolo un esegeta, T. R. Hobbs, afferma: “Traditional Mediterranean society was ‘agonistic’, life was a struggle against the elements over which humans had no control, but it was also against perceived hostile forces, who were members of groups outside one’s own moral community of close kin.( … ) This is the context of various expressions of hospitality in ancient Israel/Judah.”[402]

La società mediterranea tradizionale era “agonistica”, la vita era una lotta contro gli elementi su cui gli umani non avevano alcun controllo, ma era anche una lotta contro le forze ostili che erano membri di gruppi al di fuori della propria comunità morale di parenti stretti. Questo è il contesto di varie espressioni di ospitalità nell’antico Israele / Giuda.

L’ospitalità aveva particolari caratteristiche che Hobbs precisa accuratamente.[403]

I “protocolli dell’ospitalità” sono stati presentati in varie opere[404].

Gli elementi  materiali dell’ ospitalità sono cibo e riparo, per entrambi i quali i tempi sono limitati, cioè all’ospite venivano assicurati cibo e riparo per un tempo limitato.[405]

Gli ospiti erano persone in viaggio e l’ospitalità era un costume che serviva per proteggere la famiglia dell’ospitante e per migliorare la sua reputazione e il suo onore essendo generosa con i parenti in viaggio o con i membri di una comunità più grande, spesso tribale[406]. Il motivo dell’ospitalità stava nel fatto che l’ospite è senza parenti immediati ed è, quindi, temporaneamente, fuori posto.

Coloro che vengono ospitati sono lontani dalle loro residenze normali, ma non senza terra. Nel Vecchio Testamento coloro che sono senza terra e viaggiano sono coinvolti in una dinamica diversa dall’ospitalità. Abramo soggiornò a Canaan con piccolo contatto con la gente del posto non con ospitalità e dove ha contatti che coinvolgono offerta di regali (Gen. 14 e 23), chiarisce che non dovrà niente ai suoi “padroni di casa” cioè rifiuta l’ospitalità.[407]

Genesi 34 è un eccellente esempio di due gruppi residenziali che negoziano l’estensione della terra e della parentela ma non è un caso di ospitalità.

Testi classici di ospitalità sono nell’A. Testamento: Genesi 18; 19; 24; 29; Esodo 2; Giosuè 2,1-21; Giudici 19; 1 Re 17.

Le caratteristiche comuni che si riscontrano nei testi circa l’ospitalità sono le seguenti:

1)l’ospite è ordinariamente in viaggio (Giudici 4 ;19; Gen. 18; 19; 29);

2)l’ invito a ricevere  l’ospitalità è offerto da maschi  (Gen. 18; 19; 29; Esodo 2; Giudici 19) e femmine (Gen. 24; Esodo 2; 1 Re 12; 1 Sam. 25; 2 Re 4);

3)uno dei servizi prestati all’ospite è il lavaggio dei piedi (Gen. 18; 19; 24; 1 Re 17);

4)ulteriore servizio è l’offerta di cibo all’ospite (Gen. 18; 19; 24; Esodo 2; Giudici 19; 1 Sam. 25; 1 Re 17);

5)offerta di rifugio è menzionata in particolare in alcuni testi (Gen. 19; 24; 29; Esodo. 2;

Giudici 4,19; 1 Re 17; 2 Re 4);

6)la protezione degli ospiti è inclusa nell’ospitalità (Gen. 19; Giosuè 2; Giudici 4,19);

7)l’ospite è considerato come un parente e il suo status è sommamente importante (soprattutto in Gen. 18; 19; 24; Giudici  19);[408]

Questi protocolli sono molto importanti anche per capire a chi veramente veniva offerta l’ospitalità e a chi era negata.

Si consideri che il viaggio, nell’antichità, era pericoloso e l’ospitalità non veniva offerta a tutti, ovviamente; il viaggio, nell’antichità, come spiega Hobbs, era pericoloso e alcuni viaggiatori, come eserciti e commercianti, si cautelavano viaggiando in gran numero; questi viaggiatori, tuttavia, sono sempre considerati vagabondi intenzionali e intenzionati alla distruzione e / o allo sfruttamento, sono permanentemente senza casa e quindi costituiscono una minaccia perpetua. Queste categorie di persone non ricevono l’ospitalità suddetta.  [409]

Altri viaggiatori, continua Hobbs,  come le persone volontariamente lontane dalla loro patria, tra cui assassini e fuggitivi dalla legge, come Sansone (Gdc. 15), David (1 Sam. 21) e Giacobbe (Gen. 35) non hanno ricevuto ospitalità, secondo Hobbs, tranne che per minaccia, intimidazione e promessa di reciprocità.

Nel caso di assassini rei di omicidio involontario (Num. 35,11-29) vi era la protezione legale che rientra nella categoria del santuario e non dell’ ospitalità detta.[410] Per i rei di omicidio volontario non c’era ospitalità. I casi a parte erano quelli dei profeti Eliseo, Samuele e forse anche Elia che erano regolarmente fuori dal loro immediato territorio, e si può presumere che, a causa del loro status sociale di uomini santi, costoro abbiano goduto dell’ospitalità dei sostenitori su tutto un territorio di villaggio in villaggio.[411]

L’ospitalità non era per tutti … altrimenti i nemici sconfitti in guerra potevano chiedere di essere ospitati e così sfuggire alla pena cui dovevano essere assoggettati …

Esaminando alcune particolari categorie di persone indicate più specificamente dalla Bibbia possiamo dire quanto segue.

1) Il caso del “ger”.

La parola ebraica ger è tradotta da Zorell nel suo Lexicon Hebraicum Veteris Testamenti con “accola, advena, peregrinus”[412] quindi è uno straniero, un pellegrino. Come spiega il Grande Lessico dell’ Antico Testamento la parola ger ha probabile etimologia nell’accadico gerù “essere ostile” e significa risiedere come straniero; ger probabilmente ha una radice comune con altre parole ebraiche che indicano assalire e temere.[413] Lot era un ger (Gen. 19,9) e Abramo pure (Gen. 12,10). Il ger poteva dunque avere delle proprietà (mandrie, servi e serve) e una casa di proprietà, come Lot.[414]

Il ger si distingue  dal nokri (straniero) e da altre figure simili; nell’Israele antico ger è termine che indica persone che hanno una posizione assimilabile ai meteci della Grecia, successivamente il termine passò a indicare sempre più i proseliti non israeliti che accoglievano la fede nel Dio d’Israele.[415] In epoca antica, più precisamente, il ger era considerato un senza-patria e non apparteneva alla comunità con pieno diritto.[416]

Nel Vecchio Testamento, come spiegano Hobbs e Martin, non c’è caso di ospitalità per il “ger” cioè per lo straniero: “In the Old Testament, there is no case where hospitality is extended to a stranger (ger) (Hobbs 2001:20–21)”. [417]

Come precisa Hobbs il ger era già ben protetto dalle leggi antiche del popolo di Israele. Il ger non è precisamente uno straniero, non è un alieno rispetto alla comunità, cioè non è un pericolo  :“ The ger was already well-protected by existing ancient Israelite/Judaean laws (Exod. 22.21; 23.9; Deut. 1.16; 24.17)  …. The exact nature of the ger is still a matter of considerable debate, but he is not one who is by nature an outsider to the community, that is, a threat.( …) In the classic texts of hospitality in the First Testament there are no examples of hospitality being extended to the ‘stranger’ or ‘resident alien’ (NRSV).”[418]

Il ger era protetto ma  l’ospitalità non era estesa a lui, secondo  Hobbs.

Su questa figura del ger nella Bibbia e nella tradizione ebraica mi pare interessante anche ciò che afferma la Jewish Encyclopedia alla voce “proselytes”[419]

Gli interpreti moderni, secondo questo articolo, ritengono che con la parola ger si indichi nella Bibbia , inizialmente, uno sconosciuto (o un “cliente”, nel senso tecnico della parola) residente in Palestina, che si era messo sotto la protezione delle persone (o di uno di loro) tra cui aveva preso la sua dimora; l’uso post-esilico dello stesso termine indica con esso una conversione alla religione ebraica. Tuttavia secondo l’articolo  qualunque sia stata l’implicazione originale della parola ebraica, è certo che con essa gli autori biblici si riferiscono ai proseliti, ai convertiti alla religione giudaica sebbene li descrivano in parafrasi; nella Settanta e nel Nuovo Testamento l’equivalente greco, proselita, ha quasi invariabilmente il significato di conversione al giudaismo, sebbene nella Settanta la parola implichi anche la residenza in Palestina da parte di uno che in precedenza aveva risieduto altrove.

Secondo l’Encyclopedia Judaica al ger veniva data ospitalità infatti afferma: “Biblical law specifically sanctified hospitality toward the ger (“stranger”) who was to be made particularly welcome “for you were strangers in a strange land” (Lev. 19:34 and see Ex. 12:49)”.[420]

Tuttavia l’ Encyclopedia Judaica non pare seguire nel suo ragionamento i “protocolli dell’ospitalità” come Hobbs, quindi non mi pare si debbano mettere in radicale contrasto le affermazioni di quest’ultimo con la prima, cioè al ger era riservata l’accoglienza ma non l’ospitalità in senso preciso.

In un altro articolo dell’ Encyclopedia Judaica, a firma di D. Lieber, leggiamo che la parola Ger prima dell’ esodo significava semplicemente uno straniero, come era Abramo e altri (Gen. 15,13; cf. Gen. 23:4; Es. 2:22), con l’esodo si determina la classe del ger cioè del residente straniero, formata da cananei e immigranti, essi non avevano terra, quindi erano dipendenti ed erano in una posizione di inferiorità nella società israelita, erano in gran parte poveri ed era concesso loro di racimolare nei campi secondo le indicazioni della Legge biblica e sempre secondo tale Legge vi erano altre possibilità per aiutarli nella loro indigenza (Dt. 14,29; Lv. 25,6); essi erano protetti in vario modo dalla Legge. Con il passare del tempo  essi furono assimilati agli israeliti a livello religioso e sociale e dovevano compiere alcune pratiche religiose ( Lv. 17,16; Es. 20,10; Dt. 5,14) che non erano richieste al nokri; alcuni ger furono trattati meglio di altri; vi erano comunque significative differenze tra i diritti del ger e quelli dell’israelita; nel periodo del tardo secondo tempio la parole ger equivale a proselita. [421]

Al ger si riferisce la Bibbia nei passi che vedemmo sopra e in cui leggiamo “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.” (Es 22,20)
“Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto.” (Es 23,9)

In questi due passi il termine ebraico tradotto con forestiero è ger, queste affermazioni riguardano essenzialmente l’accoglienza da offrire al ger.

Secondo Hobbs i casi di Giudici 19 e Gen. 19 non riguardano ger o nokri.[422]

Quindi gli uomini-angeli che visitano Abramo e poi Lot sarebbero, secondo Hobbs, da considerare come degli appartenenti alla parentela o alla comunità morale dell’ ospitante, cioè di Lot, e non dei ger.

2) Il caso del “nokri”.

Un’altro tipo di forestiero indicato nell’A. T. è il nokri (forestiero, straniero).

Su questa figura nella Bibbia e nella tradizione ebraica penso si possa vedere utilmente ciò che afferma la Jewish Encyclopedia alla voce gentile[423] o alla voce akkum[424] alla voce aliens[425]

Secondo questa Encyclopedia il termine  nokri era un altro equivalente di proselita, un convertito:”Nokri” (ξένος =”stranger”) is another equivalent for “proselyte,” meaning one who, like Ruth, seeks refuge under the wings of Yhwh (Ruth II. 11-12; comp. Isa. II. 2-4, XLIV. 5; Jer. III. 17, IV. 2, XII. 16; Zeph. III. 9; I Kings VIII. 41-43; Ruth I. 16).”[426]

Il nokri è dunque, secondo questo testo, un altro proselita, un convertito, uno che, come Ruth, cerca rifugio sotto le ali del Dio di Israele. Questo termine è tradotto nella Settanta  con xenos ( ξένος, straniero) (Ruth. 2,10) o con altri termini.

Probabilmente in quasi tutti questi passaggi in cui si parla di nokri si presume che i “convertiti” siano residenti in Palestina. Sono quindi “ger”, ma circoncisi.

Non pare che le affermazioni della Jewish Encyclopedia siano precise su questo argomento.

Spiega infatti il Grande Lessico dell’ A. Testamento che la radice nkr è largamente diffusa nelle lingue semitiche e significa estraneo, straniero, ostile[427] , il significato di tale parola è vario:

– un’altra persona, chiunque egli sia;

– estraneo non appartenente alla famiglia;

– qualcuno che non è del popolo di Israele e come tale è trattato peggio del ger, anzi è trattato peggio di tutti quelli con cui l’ebreo intrattiene contatti; alla base del libro di Ruth c’è l’atteggiamento di ostilità degli istraeliti verso gli stranieri indicato chiaramente in Rut 2,10; i nokri erano esclusi dal sistema di culto e della parentela.

Secondo l’Encyclopedia Judaica il nokri e lo zar erano forestieri di passaggio a differenza del ger che era un residente straniero; il nokri manteneva i legami con la comunità di origine, alcuni di essi vennero come invasori (2 Sam. 22,45–46; Abd. 11). Le leggi ordinarie non li proteggevano, tradizioni popolari miravano alla loro difesa o accordi tra governanti dei vari popoli. [428]

Il nokri, spiega Hobbs, è colui che può minacciare la comunità, è un residente temporaneo, un prigioniero di guerra, il cui destino è la morte, la schiavitù o in rari casi, rimpatrio. In genere è un invasore, un seduttore di donne, dissacratore del tempio, inquinatore; egli è una minaccia per la comunità. Non è un ger, poiché al ger è consentita la residenza in Israele e l’ingresso nel santuario come gli altri israeliti. :[429]

Secondo Hobbs il Vecchio Testamento non prevede l’ospitalità per il nokri :“The ‘foreigner’ (nokri) is another category of persons who would be denied hospitality (Clines 2009:274).”[430]

Nel Vecchio Testamento, secondo Hobbs, non ci sono esempi di ospitalità estesa al nokri. [431]

Secondo Hobbs l’ospitalità era diretta solo a quei viaggiatori relativamente sconosciuti che erano ritenuti membri della più larga comunità di una persona, i forestieri come nokri e ger non ricevevano ospitalità.[432]

Secondo l’ Encyclopedia Judaica al nokri era data ospitalità infatti afferma: “Foreign travelers, although not protected by law (Dt. 15,3; 23,21), could count on the custom of hospitality.” I nokri sono appunto I soggetti di cui si parla in Dt 15,3; 23,21.

Va notato però che Hobbs parla di ospitalità intesa in senso tecnico cioè secondo le indicazioni offerte dai “protocolli dell’ospitalità”, quindi non penso che ci sia assoluto contrasto tra ciò che dice l’Encyclopedia Judaica e ciò che afferma Hobbs, probabilmente il nokri era accolto ma non precisamente ospitato.

3) Il caso dello “zhr” o zar.

Abbiamo anche lo zhr  che in alcuni casi designa lo straniero, il nemico[433] e in quanto tale certamente non pare riceva ospitalità. Su questa figura nella Bibbia e nella tradizione ebraica penso si possa vedere utilmente ciò che afferma la Jewish Encyclopedia alla voce “aliens”[434]

Secondo l’Encyclopedia Judaica, come detto, lo zar era un forestiero di passaggio, manteneva i legami con la comunità di origine, alcuni di essi vennero come invasori (2 Sam. 22,45–46; Abd. 11). Le leggi ordinarie non li proteggevano, miravano alla loro difesa tradizioni popolari o accordi tra governanti dei vari popoli. [435]

Questo termine, secondo il Grande Lessico dell’ Antico Testamento, è utilizzato nel testo ebraico del Siracide laddove afferma: “Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa e ti renderà estraneo ai tuoi.” (Siracide 11,34); il testo greco è il seguente: “ενοίκισον αλλότριον και διαστρέψει σε εν ταραχαίς, και απαλλοτριώσει σε των ιδίων σου.”  [436].

Le affermazioni di Hobbs riguardo all’ospitalità concessa solo a pochi, devono certamente farci riflettere bene su un dato fondamentale messo in rilievo dal testo appena visto: l’ospitalità richiede prudenza . Ci sono infatti ospiti che entrando in casa nostra la sconvolgono e portano contrasti, peccati, scandali …

 

 

d,13,6) Precisazioni sull’ospitalità nell’ A.T. ai bisognosi: il caso di Giaele, lodata dalla Bibbia per aver ucciso un suo ospite.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Un caso particolare di “ospitalità” su cui riflettere bene è certamente quello di Giaele che ospita Sisara, generale dell’esercito di Canaan, e poi lo uccide (Gdc 4-5). Secondo la Jewish Encyclopedia, come vedremo, si tratta di un vero caso di ospitalità. In due articoli questa Encyclopedia parla dell’ accoglienza fatta da Giaele come di vera ospitalità.

V. H. Matthews, un esegeta, in un interessante articolo, fa notare che nell’episodio di Sisara e Giaele vengono rotti vari aspetti del rituale di ospitalità.[437]

Alcuni commentatori notano in Giaele una potente ed erotica seduzione di Sisara, alcune fonti antiche hanno caratterizzato gli atti di Giaele come erotici  altri hanno affermato che Sisara avesse intenzione di prenderla come prigioniera e portarla a casa sua ; sia che si critichi o difenda l ‘”ospitalità / inospitalità” di Giaele’, sia che si legga la sessualità erotica nel rapporto tra Giaele e Sisara all’interno della sua tenda, è chiaro che Giaele emerge come uno strumento di cui Dio si serve per realizzare la profezia da Lui realizzata.[438]

Di certo Giaele ospitò, accolse in casa, sfamò e poi uccise Sisara che era solo, bisognoso, indifeso,  fuggiva dagli israeliti dopo essere stato sconfitto da loro e chiedeva di essere nascosto.

Ricordo che la PCB ha affermato: “il racconto riguardante la città di Sodoma (così come quello di Gabaa) illustra un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata.”(n.188)

Sulla base di tali affermazioni Giaele dovrebbe essere stata terribilmente punita da Dio, ma, secondo la Scrittura, costei non solo non è punita ma è elogiata dalla Bibbia come strumento di Dio per la distruzione dei nemici del suo popolo. Vediamo meglio: Sisara era il generale dell’esercito di Iabin, re di Canaan, e, dopo essere stato sconfitto dagli israeliti,  “… Sìsara era fuggito a piedi verso la tenda di Giaele … Giaele uscì incontro a Sìsara e gli disse: “Férmati, mio signore, férmati da me: non temere”. Egli entrò da lei nella sua tenda ed ella lo nascose con una coperta. … Ella aprì l’otre del latte, gli diede da bere e poi lo ricoprì. … Allora Giaele … prese un picchetto della tenda, impugnò il martello, venne pian piano accanto a lui e gli conficcò il picchetto nella tempia, fino a farlo penetrare in terra. Egli era profondamente addormentato e sfinito; così morì… Così Dio umiliò quel giorno Iabin, re di Canaan, davanti agli Israeliti.” (Gdc. 4,15 ss)

Ecco l’elogio che la Bibbia fa di Giaele:

“Sia benedetta fra le donne Giaele,

… benedetta fra le donne della tenda!

Acqua egli chiese, latte ella diede,

in una coppa da prìncipi offrì panna.

Una mano ella stese al picchetto

e la destra a un martello da fabbri,

e colpì Sìsara, lo percosse alla testa,

ne fracassò, ne trapassò la tempia.

Ai piedi di lei si contorse, cadde, giacque;

ai piedi di lei si contorse, cadde;

dove si contorse, là cadde finito.”(Gdc 5)

Nella Bereshit Rabba l’autore si domanda perché Jael fu benedetta più di Sara e di altre donne dell’antichità e la risposta è la seguente: “Esse hanno generato e conservato il mondo. E che giovò a loro? Se non fosse stato per lei, per Jael, sarebbero tutti andati distrutti. R. Shemuel b. Nahman disse: Più delle matriarche che hanno generato e conservato il mondo. E che giovò loro? Se non fosse stato per lei, sarebbero andati tutti distrutti.”[439]

La Jewish Encyclopedia parla dell’atto di Giaele in questi termini: il racconto poetico dell’azione di Giaele sebbene non fornisca tutti i dettagli del racconto in prosa (Giudici 4) non è affatto in conflitto con esso ma è complementare. L’atto di Giaele, prosegue l’articolo, elogiato in Giudici 5, 24, è contrario alle idee moderne di diritto e agli obblighi di ospitalità oggi riconosciuti in Oriente; Giaele era una kenita, che aveva strette relazioni parentali con Israele e la storia contiene molti precedenti per giustificare una violazione della fede in tali circostanze; sebbene barbaro per il sentimento moderno, il suo atto non era al di sotto della moralità dei suoi tempi.[440]

Aggiunge la stessa Encyclopedia: in un caso , quello di Giaele e Sisara raccontato in Giudici 4 e 5, è narrata e lodata, nella Bibbia, una rottura del principio di ospitalità e ciò è dovuto probabilmente al forte contrasto tra gli israeliti oppressi e i loro vicini cananei, altrimenti una trasgressione del genere non sarebbe mai stata tollerata.[441]

Nel Dizionario Biblico leggiamo: “Giaele apparteneva ad un clan imparentato a Mosè (Iudc. 1, 16; 4, 11) e perciò agli Israeliti (cf. I Sam 15, 6); il suo intervento contro Sisara, si spiega per il principio di solidarietà che impone il dovere alle tribù parenti di intervenire contro il nemico in guerra (cf. Iudc. 8, 5-9. 15 sc. 21; I Sam.14; 21; 29). Perciò le lodi di Deborah (Iudc. 5, 24-27), mentre è maledetta la città israelita di Meroz (= K. Marus, vicina a Hasor) che non si è mossa per la distruzione dei Cananei superstiti. Tale dovere, derivato dalla solidarietà, supera anche quello dell’ospitalità.”[442]

Se Spadafora ha ragione possiamo affermare che il dovere della solidarietà è più grande di quello di ospitalità sicché l’ospite può essere ucciso in quanto nemico dei parenti dell’ospitante; quindi l’ospitante, in questo caso, non deve proteggere ma anzi uccidere l’ospite.

Y. Amit mette in rilievo l’ospitalità di Giaele (pag. 97-8) e il piano molto preciso che lei aveva architettato per uccidere Sisara (pag. 98), forse anche con l’approvazione del marito di lei, Heber, e per far conoscere tale omicidio a Barach che inseguiva Sisara.[443]Probabilmente Heber e Giaele, sapendo come era andata la battaglia e sapendo dell’inseguimento di Barach nei confronti di  Sisara avevano fissato in anticipo il comportamento da tenere per affrontare la difficile situazione che si stava determinando per la loro famiglia, essendo amici di Iabin, capo di Sisara, ma anche avendo legami parentali con gli ebrei.

In un articolo della studiosa ebrea  Tikva Frymer-Kensky leggiamo: Giaele adempie così la profezia di Debora, ma confonde altre aspettative. Qualunque siano le sue motivazioni, la storia considera la sua azione come attuazione della volontà di Dio. [444] Dio quindi si serve di Jael per uccidere Sisara come profetizzato da Debora.

In conclusione il ciclo di Giaele certamente non vuole insegnare che l’ “ospitalità” e gli obblighi collegati ad essa fossero da estendersi sempre e a tutti i bisognosi invalicabilmente per l’ A. Testamento, tale ciclo infatti afferma che l’ospitante può uccidere l’ospite se questi è nemico dei parenti dell’ospitante e comunque se questi è il nemico del popolo di Dio.

Più generalmente il ciclo di Giaele afferma quanto abbiamo già detto: secondo la Bibbia non si è sempre tenuti a dare ospitalità ai forestieri bisognosi.

Le parole della PCB per cui: “il racconto riguardante la città di Sodoma (così come quello di Gabaa) illustra un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata.”(n.188), appaiono affermazioni non in linea con ciò che insegna precisamente la Bibbia, per tali affermazioni Giaele andava condannata terribilmente, e invece Dio, appunto attraverso la S. Scrittura, la loda.

 

 

d,13,7) Precisazioni sul peccato di Sodoma riguardo all’ospitalità.

 

 

La Bibbia presenta Sodoma come città perversa per eccellenza quindi non è strano che abbia mancato all’ospitalità, era superba e non si curava delle persone indigenti (Ez. 16) quindi la sua ospitalità non poteva essere perfetta ma anzi era molto manchevole.

Cerchiamo di delineare più precisamente le mancanze di Sodoma riguardo all’ospitalità.

Domandiamoci anzitutto: erano tenuti i sodomiti a riconoscere i due angeli a loro inviati?

In quanto angeli di Dio dovevano essere accolti, ospitati, obbediti e venerati; ma i due uomini-angeli si sono presentati semplicemente come uomini e non come angeli, quindi non mi pare che ci fosse uno specifico obbligo dei sodomiti di riconoscerli, nel libro di Tobia lo stesso Tobia e il figlio non riconoscono l’angelo Raffaele ma questo non è considerato come un peccato, invece i sodomiti dovevano riconoscere e attuare la Legge di Dio che tutti potevano intendere e che essi non praticavano.

Domandiamoci ancora: i due uomini angeli erano bisognosi?

Dal testo non consta che fossero bisognosi, che fossero affamati o assetati, semplicemente erano due sconosciuti (Sap. 19,13) che erano arrivati a Sodoma, ma era probabilmente molto pericoloso restare fuori di notte a Sodoma, data la malvagità e lussuria sfrenata dei suoi abitanti; i sodomiti dovevano, probabilmente, ospitarli per proteggerli.

Sulla base di quanto abbiamo detto finora i sodomiti erano obbligati a dare ospitalità ai due uomini-angeli?

Ritengo di sì perché dovevano evitare che essi fossero esposti ai pericoli notturni, o quanto meno dovevano predisporre per loro una difesa da tali pericoli.

Lot li ospita come Abramo li aveva ospitati, ma perché lo fa?

Li riconosce come parenti lontani?  Ritiene che ci sia una norma che obblighi a ciò?

La risposta che sembra più interessante e calzante è che Lot voleva toglierli dalla pubblica piazza, conoscendo il modo di agire dei sodomiti; secondo Skinner Lot ha spinto i due uomini-angeli ad andare a casa sua per toglierli dalla piazza e dal pericolo di rimanere fuori la notte a Sodoma.[445] Lot quindi agisce, probabilmente, per salvare i due forestieri dalla perversione sessuale e dalla malvagità dei sodomiti.

Probabilmente la malvagità e lussuria dei sodomiti li portava a non dare accoglienza e protezione nelle loro case ai forestieri per poter poi unirsi sessualmente più facilmente a loro mentre erano accampati nella piazza.

Lot incontra i due uomini angeli e li spinge ad andare a casa sua, gli angeli prima rifiutano l’ospitalità poi l’accettano, Lot li accoglie e li ospita, i sodomiti non si oppongono dunque sembrano approvare, sul momento, ma poi sappiamo come è andata.

Il fatto che i due angeli prima rifiutino poi accettino ci ricorda che l’accoglienza e l’ospitalità creavano in capo agli ospiti dei doveri verso l’ospitante; l’ospite poteva non gradire tali doveri e non accettare l’ospitalità, Abramo p.es. ci tiene a precisare che si presenta non come ospite, scrive Hobbs: Abramo soggiornò in Canaan con pochi contatti con la gente del posto; laddove ha un contatto che coinvolge offerta di doni (Gen. 14 e 23), chiarisce che non sarà indebitato con i suoi “ospiti”, cioè rifiuta l’ospitalità.[446]

La Scrittura comunque mi pare evidenzi chiaramente il peccato commesso dai sodomiti nel voler violare ingiustamente l’ospitalità di Lot.

Il peccato dei sodomiti in questo ambito dell’ospitalità, affermato da Sap. 19, 13-17 e indicato come accoglienza ostile, va visto soprattutto, quindi, nel fatto che, sotto la spinta della lussuria e al fine di attuare un abominevole unione omosessuale con i due ospiti, i sodomiti hanno calpestato ingiustamente il diritto di Lot alla protezione dei suoi ospiti, cioè hanno calpestato ingiustamente le leggi comuni riguardanti l’ospitalità.

Accanto a questo, come detto occorre mettere, probabilmente, il peccato di mancata accoglienza-protezione notturna dei due ospiti.

Il peccato per l’accoglienza ostile riservata ai due ospiti da Sodoma si aggiunge e si collega al peccato impuro contro natura desiderato dai sodomiti nei confronti dei due ospiti, ed è punito in particolare con la pena della cecità, come vedemmo più sopra (Sap. 19).

Riprendendo quanto dicemmo più sopra riguardo a tale pena, sottolineo che con essa, probabilmente, Dio punì con la cecità coloro che si erano fatti accecare dal desiderio del peccato impuro a tal punto da lasciare senza protezione notturna i due stranieri e da violare la sacra ospitalità offerta da Lot ai due uomini-angeli, in questo senso essa è una pena del contrappasso.

Il peccato riguardo all’ospitalità di Sodoma è evidentemente secondario, rispetto al peccato di lussuria, perciò il N. Testamento non ne parla chiaramente.

 

 

d,13,8) Il peccato di Sodoma circa l’ospitalità sulla base dell’attuale dottrina cattolica.

 

 

L’ospitalità rientra nella carità verso il prossimo e va attuata bene, con prudenza, perché può determinare anche grossi mali, contrari alla volontà di Dio; Gesù invita ad essere prudenti come serpenti e candidi come colombe (Mt. 10,16).  Come spiega s. Tommaso parlando più generalmente della beneficenza nella quale rientra l’ospitalità: “ … siccome l’amore di carità si estende a tutti, deve estendersi a tutti anche la beneficenza, sia pure secondo i tempi e i luoghi: infatti tutte le azioni virtuose devono essere limitate secondo le circostanze.”  L’amore di carità si estende a tutti, deve estendersi a tutti, e anche la beneficenza e quindi l’ospitalità deve essere estesa a tutti ma secondo i tempi e i luoghi: infatti tutte le azioni virtuose devono essere limitate secondo le circostanze.  La carità e la beneficenza e quindi l’ospitalità vanno estese a tutti, anche ai peccatori ma sostenendone la natura e non la colpa (cfr. IIª-IIae q. 31 a. 2 ad 2) e nella debita misura (cfr. IIª-IIae q. 31 a. 2 ad 3) La prudenza è la “recta ratio agibilium”[447], cioè la virtù che insegna la retta regola di ciò che deve essere fatto; l’affermazione di Aristotele va  precisata nel senso che la prudenza può essere acquisita (imperfetta) o infusa (perfetta), la prudenza infusa e perfetta suppone la fede ed è informata dalla carità (I-II q.65 a.2) la prudenza perfetta o infusa consiglia, giudica e comanda rettamente le cose in ordine al fine di tutta la vita, solo questa è veramente e pienamente prudenza e non può essere nei peccatori ma è solo in coloro che hanno la grazia e la carità (II-II q.47 a.13). Sotto la guida di tale prudenza l’uomo è tenuto a vedere come attuare nella sua vita la carità in relazione all’ospitalità verso le persone bisognose.

Le regole fondamentali a riguardo possono essere tratte da ciò che i moralisti[448] affermano circa l’elargizione dell’elemosina:

1) dal diritto divino e dal diritto naturale è stabilito il comando di elargire elemosine corporali,  l’obbligazione legata a tale comando è di per sé grave;

2) l’obbligo dell’elemosina sorge da due elementi:

a) il fatto che il donante abbia la facoltà morale o il superfluo per fare l’elemosina;

b) il fatto che vi sia vera necessità da parte dell’indigente.

Riguardo al donante occorre notare che si distinguono tre generi di beni che una persona può possedere:

a,1) beni necessari per la vita;

a,2) beni necessari per conservare il proprio stato;

a,3) beni superflui.

Riguardo alla situazione dell’indigente occorre considerare tre situazioni fondamentali in cui una persona può venire a trovarsi in relazione con l’obbligo dell’elemosina:

b,1) necessità estrema;

b,2) necessità grave;

b,3) necessità comune. [449]

Ordunque …

1) In caso di necessità estrema dell’indigente non è necessario dare ciò che è necessario per la propria vita a meno che l’indigente sia una persona di particolare importanza per la comunità, vi è invece obbligo grave di dare ciò che è superfluo per la propria vita e ciò che è necessario per il proprio stato per togliere tale necessità, anche nel caso che ciò risulti grandemente difficoltoso, a meno che ciò sia massimamente difficoltoso e richieda mezzi straordinari. [450] Trasponendo questi dati nell’ambito dell’ospitalità possiamo dire che: in caso di necessità estrema dell’indigente non è necessario dare l’ospitalità nel caso che ci privasse del necessario per la nostra vita a meno che l’indigente sia una persona di particolare importanza per la comunità, vi è invece obbligo grave di dare ospitalità anche se ci priva di ciò che è superfluo per la nostra vita e di ciò che è necessario per il nostro stato per togliere tale necessità dell’indigente, anche nel caso che ciò risulti grandemente difficoltoso, a meno che ciò sia massimamente difficoltoso e richieda mezzi straordinari.

2) In caso di necessità grave vi è la grave obbligazione di dare ciò che è superfluo per lo stato in quanto è necessario per togliere tale necessità grave, come spiega B. Merkelbach: l’ordine della carità postula che con lieve difficoltà  liberiamo il prossimo da una grande difficoltà, e postula che con grande difficoltà  liberiamo la comunità da una grande necessità. [451]

Trasponendo questi dati nell’ambito dell’ospitalità possiamo dire che: in caso di necessità grave dell’indigente vi è la grave obbligazione di offrire ospitalità anche se essa ci priva di ciò che è superfluo per il nostro stato in quanto è necessario per togliere tale necessità grave dell’indigente, come spiega B. Merkelbach: l’ordine della carità postula che con lieve difficoltà  liberiamo il prossimo da una grande difficoltà, e postula che con grande difficoltà  liberiamo la comunità da una grande necessità.

3) In caso di necessità comune vi è l’obbligo di dare alcune cose superflue per il proprio stato a volte a qualche povero.[452]

Trasponendo questi dati nell’ambito dell’ospitalità possiamo dire che: in caso di necessità comune vi è l’obbligo di dare alcune cose superflue per il proprio stato a volte a qualche povero, non pare che l’accoglienza sia obbligatoria, in questo caso.

L’amore di carità, quindi, si estende a tutti, deve estendersi a tutti anche la beneficenza, sia pure secondo i tempi e i luoghi: infatti tutte le azioni virtuose devono essere limitate secondo le circostanze.

L’ ospitalità va fatta con santa carità e quindi con santa prudenza se vogliamo che sia veramente un’azione virtuosa.

Occorre ricevere sempre e accogliere la visita Dio attraverso i suoi messaggeri, come hanno fatto Abramo e Lot (Gen. 18 e 19) ma occorre essere prudenti nell’ospitare gli uomini.

Andando ad esaminare più direttamente il caso di Sodoma mi pare di dover dire che la situazione dei due forestieri era di grande pericolo per questo Lot è intervenuto in loro soccorso, data la malvagità dei sodomiti era molto pericoloso pernottare in piazza. I due forestieri erano in necessità estrema o grave e quindi andavano accolti, vi era un obbligo, disatteso dai sodomiti ma onorato da Lot.

Quando Lot ha accolto i due ospiti i sodomiti, hanno tentato di violare l’ospitalità offerta da Lot.

Il peccato di Sodoma circa l’ ospitalità è quindi, probabilmente, almeno duplice: mancata protezione dei due ospiti e ingiusta violazione dell’ospitalità offerta ad essi.

Probabilmente tutte e due le violazioni vanno ricondotte alla lussuria dei sodomiti che volevano mantenere in piazza i due forestieri per poter più facilmente unirsi sessualmente a loro e poi volevano violare l’ospitalità di Lot per abusare dei due ospiti.

Dio ci illumini sempre meglio.

 

 

d,14) Precisazioni conclusive sul peccato di Sodoma

 

 

Abbiamo visto finora come il peccato di Sodoma non sia un solo peccato ma un’insieme di peccati che si sono attuati per un considerevole periodo di tempo (cfr. Gen. 13.18.19) e che hanno amareggiato grandemente l’anima di Lot, spettatore degli abomini di Sodoma (2 Pt. 2,6-10), abbiamo visto come tale insieme consista in particolare in:

1) lussuria contro natura (Gen. 19,5; Giuda 5-7; 2 Pt. 2,6-10);

2) superbia e poi  gola e ozio (cfr. Ez. 16,49-50; Sir. 16,9);

4) mancanza di protezione dei due forestieri e mancanza di rispetto dell’accoglienza attuata da Lot nei confronti dei due uomini, che erano appunto  messaggeri di Dio (Gen. 19,9-10);

5) tentativo di violenza sessuale (Gen. 19, 9-10).

La prof.ssa Healy ha affermato: “In the eyes of the biblical narrator, the sin of Sodom consists neither in hostility to foreigners alone nor in sexual immorality alone. Rather, it consists of a depraved mélange of homosexual sex, violence toward strangers, and contempt for the messengers of the Lord.” [453]

Cioè il peccato di Sodoma consiste in una depravata mistura di sesso omosessuale, violenza verso gli stranieri e disprezzo verso i messaggeri di Dio.

Tuttavia in tale mistura, sulla base dei dati a nostra disposizione, una singolare preminenza ha il peccato impuro contro natura (Gen. 19,5; Giuda 5-7; 2 Pt. 2,6-10); Sodoma e le città vicine ad essa si immersero, probabilmente, per molto tempo in tale peccato e non si accorsero dei segni divini che Dio aveva inviato loro perché si convertissero.

Finalmente Dio inviò due angeli sotto forma di uomini per giudicare quegli uomini ma anche, probabilmente, per offrire a Sodoma e alle città vicine ad essa un’ultima possibilità; i sodomiti, tuttavia, non solo non riconobbero in essi gli inviati di Dio ma vollero unirsi a loro carnalmente e usarono violenza per ottenere ciò che volevano.

Come detto più sopra non pare che i sodomiti fossero obbligati a riconoscere nei due forestieri i messaggeri di Dio; erano obbligati a riconoscere e attuare la Legge di Dio non a riconoscere i due angeli che si presentavano come semplici uomini e non davano segni della loro speciale missione.

I niniviti riconobbero Giona come profeta che, però, si presentò a loro portando la Parola del Signore, ascoltarono le sue parole, si convertirono e Dio li perdonò; i sodomiti non si convertirono ma nel loro abbrutimento morale giunsero a voler violentare due uomini, che in realtà erano messaggeri di Dio.

La venuta dei due messaggeri di Dio a Sodoma appare come un momento decisivo ma anche estremamente rivelativo di Sodoma; la venuta degli angeli è sommo momento di giudizio di Sodoma, in cui si rivela fino in fondo chi essa è. Le parole di Dio con cui egli afferma: “Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!”(Gen. 18) indicano che Dio vuole manifestare definitivamente cosa è veramente Sodoma e il cap. 19 della Genesi lo dimostra chiaramente: è una città accecata e abbrutita dal peccato, in particolare dal peccato impuro contro natura, è una città abitata da “figli di satana”, che non merita più di vivere, che non può più aspettarsi misericordia e che perciò viene orribilmente punita da Dio.

I sodomiti appaiono come figli di satana, guidati dallo spirito del male, che, come il loro “padre”, devono essere giustamente e terribilmente puniti; la punizione che Dio irroga ad essi è appunto, in particolare, la pena del fuoco e dello zolfo, quella che appare in vari passi della Bibbia come il castigo supremo, che è riservato a satana e ai dannati ( Ap. 19,20; 20,10; 21,8).

 

 

d,15) Conclusione sul “ciclo di Sodoma”(Gen. 13-19) e sulle affermazioni della Pontificia Commissione Biblica riguardo a tale testo.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

L’esame realizzato ci porta a dire che non corrisponde all’insegnamento biblico esaminato in profondità e nella sua unità, l’affermazione della Commissione Pontificia Biblica, per cui il testo di Genesi 19 : “non intende presentare l’immagine di un’intera città dominata da brame incontenibili di natura omosessuale; viene piuttosto denunciata la condotta di una entità sociale e politica che non vuole accogliere con rispetto lo straniero, e pretende perciò di umiliarlo, costringendolo con la forza a subire un infamante trattamento di sottomissione.”(n. 187) Neppure corrisponde all’insegnamento biblico esaminato in profondità e nella sua unità, l’affermazione della Commissione Pontificia Biblica per cui il peccato di Sodoma e delle città vicine ad essa: “… consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata.” (n. 188)

I passi che la PCB porta a difesa delle sue tesi non le sostengono e in alcuni casi le confutano.

L’articolo della professoressa Healy, un’esegeta cattolica americana, mette con molta pacatezza e discrezione in evidenza come la PCB ha praticamente “manipolato” i dati biblici: esagerando alcuni aspetti ed omettendo ciò che attiene alla sessualità … e quindi all’omosessualità.  [454]

Peterson nel 2016 aveva già notato che la tattica per distorcere le affermazioni bibliche da parte di quelli che volevano cancellare la dimensione sessuale dal peccato di Sodoma era quello di trascurare o minimizzare alcuni dati biblici[455]; la PCB ha seguito appunto questa tattica, come visto.

Nella luce della piena Rivelazione che ha trovato il suo compimento nella vita, nell’insegnamento e soprattutto nella morte e risurrezione di Gesù e nella luce della piena Verità che Gesù ci ha donato, gli autori del Nuovo Testamento, in particolare Pietro e Giuda, hanno riletto il ciclo di Sodoma mettendo in particolare evidenza in esso la lussuria, specie quella contro natura, come causa principale del castigo orrendo indicato in Gen. 19, come dice la stessa PCB al n. 186. La lettura fatta da Pietro e Giuda degli eventi di Sodoma e delle città vicine ad essa segue, sotto l’ispirazione divina, una linea biblica e tradizionale ebraica e si basa essenzialmente su Genesi 19.

La PCB ha messo praticamente da parte questi e altri testi biblici e della Tradizione che parlano di Sodoma come città gaudente immersa nella lussuria, specialmente in quella contro natura, ed ha negato, contrariamente a ciò che afferma la Bibbia, la totale perversione dei sodomiti, messa in evidenza anche dalla prof.ssa Healy[456]; così facendo la PCB ha tolto all’attività omosessuale il severissimo castigo divino di Gen. 19 ed ha reso meno difficile o più facile la sua legittimazione, offrendo un chiaro assist all’azione che il Papa e alcuni suoi collaboratori stanno realizzando in ordine a tale legittimazione.

Non posso fare a meno, concludendo questo paragrafo, di notare come la radicale distorsione nell’interpretazione di Gen. 19 da parte della PCB, organo che opera al servizio di Papa Francesco, sia simile alla radicale distorsione della realtà che si nota nelle parole di Papa Francesco per cui la causa degli abusi sessuali ai minori da parte di sacerdoti è il clericalismo [457]. Sono due radicali e assurde distorsioni della realtà dei fatti e dei testi che appaiono significativamente accomunate dal nascondimento della dimensione sessuale, specialmente omosessuale, in ordine alla perversione della morale sessuale cattolica e in particolare in ordine alla legittimazione dell’attività omosessuale.

Dio intervenga.

 

 

e) Significativi commenti al documento che fanno emergere che esso “apre” alla revisione della dottrina cattolica sull’omosessualità.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Che la Pontificia CommissioneBiblica, con il documento che sto esaminando e criticando, abbia aperto le porte ad una revisione della dottrina cattolica sulla pratica omosessuale  e che quindi abbia tolto a tale pratica sia la certa e netta condanna divina sia il castigo divino se ne sono accorti vari commentatori, l’ Adista ha scritto: “La Pontificia Commissione Biblica ha pubblicato uno studio sistematico sulla visione antropologica della Scrittura, dalla Genesi all’Apocalisse – Che cosa è l’uomo? …  per i tipi della Libreria Editrica Vaticana – che rimette in discussione la tradizionale visione dell’omosessualità nella Chiesa.”[458]

Addirittura Adista ritiene che la PCB, pur non facendole proprie, presenti come autorevoli le affermazioni di alcuni che dissentono rispetto all’approccio antropologico della Scrittura Sacra e che  ritengono che tale approccio sia riflesso di una mentalità arcaica appartenente ad un certo periodo storico: “Certo, il testo non assume come proprio questo punto di vista, ma lo presenta come autorevole e per questo ammette (ed è un fatto rilevante) che ormai fedeli, teologi, biblisti considerano legittime le unioni Lgbt al pari di quelle eterosessuali.”

Secondo Adista, quindi: la Pontificia Commissione Biblica rimette in discussione la tradizionale visione dell’omosessualità nella Chiesa e presenta come autorevoli le affermazioni di alcuni che dissentono rispetto all’approccio antropologico e ammette così che ormai fedeli, teologi, biblisti considerano legittime le unioni Lgbt al pari di quelle eterosessuali.

Il commento di Adista dice in buona parte la verità, purtroppo. Nel testo della PCB, però, non mi pare che vi sia l’ammissione che l’Adista presenta. Non è la PCB che ammette che ormai fedeli, teologi, biblisti considerano legittime le unioni Lgbt al pari di quelle eterosessuali, è il Papa che sta aprendo, in vario modo, le porte alla legittimazione degli atti omosessuali e delle unioni omosessuali con relativa benedizione omosessuale.

Dio intervenga!

Parlando di questo documento p.  Martin SJ afferma, significativamente : “New Vatican study on Bible looks at, among other topics, Sodom (Gen 19) and Gibeah (Judges 19). In both cases, says the study, what is condemned is not “a sexual transgression,” but pride and aggression toward a stranger or strangers needing assistance.”[459] Quindi il nuovo studio della Pontificia Commissione Biblica esaminando i casi di Sodoma (Gen. 19) e Gabaa (Gdc 19)  dice che ciò che viene condannato in essi non è l’aggressione sessuale ma l’aggressione verso uno straniero etc.. P. Martin cita a questo riguardo un articolo che mi pare molto significativo, scritto da Cindy Wooden, nel quale si sottolinea che solo pochi testi biblici parlano di atti omosessuali, che in Genesi 19 e Giudici 19  ciò che viene condannato non è “una trasgressione sessuale”, che nell’A. T. solo nel Levitico ci sono divieti circa l’esercizio della sessualità e tra questi vi è il divieto di atti omosessuali ma tali norme mirano a “salvaguardare e promuovere un esercizio di sessualità aperto alla procreazione” e inoltre il testo indica che i cristiani devono preservare “i valori che il testo sacro intende promuovere, evitando la ripetizione letterale di ciò che porta tracce della cultura del tempo”.[460]

Un articolo che, come si vede, nota nel documento in oggetto una grossa apertura all’omosessualità praticata, che non appare più radicalmente condannata dalla Chiesa.

Dio intervenga!

Padre Gerald Murray ha capito molto bene il danno che tale documento produce alla sana dottrina e alle anime perciò ha affermato riguardo a questo testo della Pontificia Commissione Biblica: “In this volume the topic of the Bible and homosexuality is treated, but in a corrosive way that is destructive of the truths taught by the Church concerning the inherent immorality of homosexual acts. … Since when is it the practice of the institution, founded by Pope Leo XIII to promote knowledge of the true meaning of the Sacred Scriptures, to cite widespread and grave errors without clearly condemning them? Should erroneous notions that would attempt to use the Bible to justify “homosexuality and homosexual unions as a legitimate and worthy expression of the human being” be offered to the faithful for a thoughtful consideration of their possible legitimacy? Should not such offensive impostures be refuted and anathematized?”[461]

Murray dice essenzialmente che il testo in oggetto tratta la questione dell’omosessualità in un modo che corrode la sana dottrina per cui gli atti omosessuali sono intrinsecamente immorali. Come anche ho detto io più sopra p. Murray fa notare che il documento non condanna le tesi radicalmente contrarie alla sana dottrina sull’omosessualità. Il sacerdote americano ha poi concluso dicendo che: di fronte a questo grave danno alla missione della Chiesa, dobbiamo riaffermare la nostra fede nelle verità immutabili della Fede, respingendo tutti i tentativi di indebolire e distruggere ciò che Dio ha rivelato e la Chiesa ha sempre insegnato.

Molto interessante mi pare l’articolo di Steve Skojec.[462] che anzitutto fa una rassegna di recensioni al testo della Pontificia Commissione Biblica e quindi sviluppa una sua analisi in cui nota come nella parte relativa all’omosessualità non viene condannata la tesi radicalmente contraria alla sana dottrina sull’omosessualità; egli riprende anche l’analisi fatta da Diane Montagna su Lifesite news che afferma che il documento non ribadisce la sana dottrina e tende a spostare la dottrina cattolica verso le posizioni LGBT.

Skojec nota che è stato Papa Francesco colui che ha commissionato questo studio, il giornalista americano situa molto sapientemente tale testo della Pontificia Commissione Biblica all’ interno della linea seguita da Papa Francesco durante il suo Pontificato, una linea che è di “apertura” verso la legittimazione degli atti omosessuali e verso coloro che portano avanti l’agenda omosessuale o lo stile di vita omosessuale, tra i quali Skojec cita Pena Parra, Coccopalmerio, Forte, i Vescovi tedeschi più radicali, p. J. Martin ed altri prelati.

Quindi Skojec conclude affermando: “ …  the fact that homosexuality is discussed in a 11124 document without clear condemnation and with a “marketplace of ideas” approach offering equal time to opposing views is sufficiently concerning in and of itself.” cioè il fatto che il documento della Pontificia Commissione Biblica non condanni chiaramente la pratica omosessuale e mantenga su tale questione un approccio al “mercato delle idee” che offre lo stesso spazio a opinioni opposte è sufficientemente preoccupante in sé e per sé.[463]

Anche alcuni esperti in materie bibliche hanno commentato il documento della Pontificia Commissione Biblica , tra essi sottolineo che M. Healy afferma che tale testo, contrariamente alle affermazioni di certa stampa, non vuole toccare la dottrina cattolica[464]. La Healy afferma precisamente: “This article assesses that claim by carefully examining the relevant sections of the document in the perspective of its wider reflections on biblical anthropology and on the biblical vision of the institution of marriage. While the document situates the biblical texts concerning homosexuality within their literary and cultural contexts and emphasises the pastoral sensitivity with which this topic must be approached, it does not promote a revision or reversal of the Church’s teaching on sexual morality.”, in sintesi la professoressa afferma: il testo della PCB non promuove una revisione o un capovolgimento dell’insegnamento della Chiesa sulla moralità sessuale.

Purtroppo il testo della PCB afferma il contrario, infatti nella conclusione parlando di valutazione dell’omosessualità non ribadisce con forza le affermazioni magisteriali già fatte e usa alcuni verbi al futuro appunto per far capire che la valutazione deve essere ancora realizzata ; sottolineo poi che Papa Francesco è molto determinato nella sua opera di deformazione e perversione della dottrina cristiana e la Pontificia Commissione Biblica è un organo al servizio del Pontefice, quindi è evidente, per chi ha capito chi è davvero questo Papa e come opera, che un tale testo doveva sostenere l’azione del Papa ed è evidente che questo documento ha aperto con discrezione le porte alla revisione della dottrina sulla omosessualità. Appunto tale discrezione ha probabilmente ingannato la professoressa Healy.

Dio intervenga!

 

 

f) Alcune riflessioni sulle affermazioni di mons. Morandi e su un articolo dell’Avvenire riguardo al documento della Pontificia Commissione Biblica.

 

 

f,1) Le parole di mons. Morandi riguardo al documento della Pontificia Commissione Biblica.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Sono stato contento che l’allora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede abbia affermato, poco tempo dopo l’uscita del testo della PCB, che il documento della Pontificia Commissione Biblica di cui parliamo non apre alle unioni gay e che abbia detto in particolare : “ … alcuni affermano che una nuova e più adeguata comprensione della persona umana imporrebbe una radicale riserva sull’esclusiva valorizzazione dell’unione eterosessuale, a favore di un’analoga accoglienza della omosessualità e delle unioni omosessuali quale legittima e degna espressione dell’essere umano. … Si tratta di un approccio ideologico e parziale all’antropologia.”[465] Purtroppo però, come abbiamo visto, tali parole non possono cancellare quanto il documento afferma né tante altre indicazioni chiarissime di apertura alla legittimazione dell’ omosessualità, inoltre tali parole (di mons. Morandi) non sono né del Papa né del cardinale Ladaria, Presidente della Commissione.

Mons. Morandi non ha nessun incarico all’interno della Pontificia Commissione Biblica quindi le sue parole hanno davvero valore molto limitato  e anzi  rischiano di essere “fumo negli occhi” di molti per evitare che la gente capisca bene e si opponga in modo forte più generalmente al progetto di “cambio di paradigma” e più particolarmente alle aperture riguardo all’omosessualità praticata.

Che sia in atto, durante questo Pontificato, un’“apertura” verso la legittimazione degli atti omosessuali e verso le unioni omosessuali nonché verso le benedizioni alle coppie omosessuali è evidente a tutti coloro che esaminino le prove che porto in questo volume; ed è altresì evidente che il documento della PCB segue discretamente questa linea parlando praticamente di una nuova valutazione possibile circa l’attività omosessuale e quindi mettendo da parte la condanna assoluta per tale attività fissata dalla Tradizione.

Mons. Morandi mi pare sia stato sincero nel parlare e dire ciò che lui pensa e quindi nel ribadire la sana dottrina, ma le cose non stanno come lui ha detto.

Nel 2022 questo prelato è stato allontanato dall’importante incarico di Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è stato mandato a fare il Vescovo a Reggio Emilia[466]; un interessante articolo ha riferito a tale riguardo quanto segue: “In effetti, il Papa ha rimosso il funzionario della CDF a cui era stato attribuito il documento del 2021” riguardante il divieto delle benedizioni delle coppie omosessuali. “ L’arcivescovo Giacomo Morandi è stato nominato vescovo della diocesi italiana di Reggio Emilia-Guastalla, in quella che è stata definita una mossa per allontanarlo dalle stanze del potere vaticano. Morandi era il segretario della CDF, quindi il numero due dell’alta congregazione vaticana. Il gesto del Papa è stato descritto in diverse occasioni come un segno deliberato del suo disappunto nei confronti del documento. Nell’aprile del 2022, suor Jeannine Gramick – cofondatrice, più volte condannata, del gruppo dissidente LGBT New Ways Ministry – ha sostenuto che i funzionari della CDF erano stati rimossi, poiché Papa Francesco aveva approvato il documento “senza averne piena conoscenza”. “Il modo in cui lo annulla [il documento del 2021] è quello di rimuovere la persona che ha fatto il danno e di inserire persone che non faranno danni in futuro”, ha detto. “È tutto molto sottile”. Nelle ultime settimane, il confidente papale Juan-Carlos Cruz, apertamente omosessuale, ha fatto eco a questa affermazione e ha detto che Papa Francesco ha licenziato i funzionari responsabili del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede; secondo Cruz il Papa gli ha rivolto queste parole:  “Dovete fidarvi di me che le persone che hanno scritto quella lettera non fanno più parte della CDF”.[467]

Ho l’impressione che anche il commento rilasciato riguardo al documento della PCB da parte di mons. Morandi abbia avuto la sua importanza in ordine al suo allontanamento dalla Congregazione (ora Dicastero) per la Dottrina della Fede, il Papa infatti sta portando avanti la sovversione della sana dottrina anche riguardo agli atti omosessuali e a questioni affini e ovviamente non vuole ostacoli in tale sua azione; più generalmente abbiamo visto che i collaboratori del Pontefice che si permettono di dire la Verità scomoda sono quanto prima allontanati e declassati (si pensi, tra gli altri, ai Cardinali Müller e Burke, si pensi al famoso teologo mons. Melina)  invece quelli che, come il Cardinale Marx o il Cardinale Hollerich o i Vescovi belgi diffondono affermazioni gravemente contrarie alla sana dottrina (nella linea del “cambio di paradigma”), rimangono saldamente ai loro posti; quindi non sarebbe strano che mons. Morandi avesse pagato le sue parole e i suoi atti in favore della sana dottrina con l’allontanamento dalla Congregazione di cui era Segretario.

Dio intervenga!

 

 

f,2) Un significativo articolo di L. Moia.

 

 

f,2,1) Le affermazioni di L. Moia.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Significativamente, proprio lo stesso giorno in cui usciva l’intervista di mons. Morandi, usciva anche un importante articolo di L. Moia su l’ Avvenire, giornale della CEI[468] riguardo al documento della Pontificia Commissione Biblica; l’articolo riporta le parole di p. Bovati SJ un famoso biblista cattolico che è segretario della stessa Commissione. Conosciamo già L. Moia e le sue affermazioni sconvolgenti con le sue interviste a d. Guenzi e d. Chiodi, sul quotidiano dei Vescovi, che vedemmo più sopra e che aprono le porte alla legittimità degli atti omosessuali. Ovviamente l’articolo in oggetto, essendo sul quotidiano dei Vescovi italiani, è in modo particolare l’eco delle volontà e dei desideri del Papa e dei Vescovi … e perciò mi pare estremamente importante …

Anzitutto il titolo dell’articolo di Moia sottolinea che i biblisti della Commissione non hanno fatto nessuna confusione sul divorzio e nel sottotitolo l’ autore spiega che il testo indaga la storia della salvezza e non dà indicazioni pastorali.

Moia riporta le parole di p. Bovati secondo cui: “Ha equivocato chi ha letto nel nostro studio svolte clamorose su temi coniugali o sull’omosessualità” …

L’articolo sottolinea in maniera particolare l’importanza di questo documento come “base autorevole per gli sviluppi delle discipline filosofiche e teologiche”, secondo le parole del cardinale Luis Ladaria Ferrer che della Pontificia Commissione Biblica è il presidente.

L. Moia riporta alcune parti in neretto, sottolineando ovviamente l’importanza di esse, e in una di esse leggiamo: “La parola “sviluppo” collegata alla dottrina della Chiesa su temi come forme matrimoniali, divorzio, omosessualità farà storcere la bocca agli assertori di una dottrina statica e immutabile del tempo.” Il giornalista di Avvenire ovviamente fa capire che lo sviluppo è possibile e attacca gli assertori della dottrina statica e immutabile …

Moia continua riprendendo un testo sulla Pontificia Commissione Biblica che afferma che essa è composta da esperti in campo biblico che si distinguono: “per scienza, prudenza e cattolico sentire nei riguardi del magistero ecclesiastico” e che precisa che tale Commissione è autorevole “organo consultivo collegato alla Congregazione per la Dottrina della Fede”

Il giornalista in oggetto sottolinea quindi che la Parola di Dio è incarnata nella storia e non offre soluzioni prefabbricate ma pone problemi.

Moia prosegue sottolineando che su varie questioni come sul caso di Sodoma : “ …  la lettura attenta delle Scritture apre la strada a scenari tutt’altro che scontati.”, egli poi riprende il testo secondo cui il racconto biblico relativo a Sodoma: “non intende presentare l’immagine di un’intera città dominata da brame incontenibili di natura omosessuale”.

Moia poi afferma che, sebbene , secondo il testo della Pontificia Commissione Biblica,  il peccato di Sodoma non fu un peccato di lussuria ciò non significa che l’omosessualità nella Bibbia sia considerata un comportamento da tollerare o da accogliere con favore, i giudizi etici, però, dice Moia, vanno depurati dai tratti culturali del tempo, lasciando che la pastorale intervenga per operare il bene verso gli uomini; da tutto questo emerge “un invito alla speranza nella misericordia accogliente di Dio che ci sorprende sempre”.

Si noti bene: L. Moia non parla di dottrina biblica che condanna assolutamente gli atti omosessuali, non parla di condanna unanime di tutta la Tradizione per tali atti, ma parla, come la PCB, di depurare i giudizi etici dai tratti culturali del tempo e parla di “speranza nella misericordia accogliente di Dio che ci sorprende sempre”.

Inserite nel quadro della situazione attuale sono chiaramente affermazioni che presentano la non assolutezza del divieto di atti omosessuali e che aprono le porte ad una revisione della dottrina cattolica su tali atti, più a fondo esse entrano nel “fiume” di interventi che sotto questo pontificato stanno, in vario modo, portando verso la legittimazione degli atti omosessuali.

Le aperture del Papa e di altri con lui all’omosessualità praticata sono dunque ormai biblicamente possibili, secondo questo documento e questo articolo … Ovviamente tutto questo si fa con “discrezione” … e con le frasi adatte … infatti dice Moia : “Vietato banalizzare, ma vietato anche trarre da queste riflessioni conclusioni semplicistiche…”

Dio intervenga!

 

 

f,2,2) Mia risposta a L. Moia e a p. Bovati.

 

 

Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tua Luce.

Dico anzitutto che, contrariamente alle affermazioni di L. Moia il documento della PCB dà indicazioni pastorali perché non afferma chiaramente quello che dice Dio attraverso la Bibbia, toglie la  condanna divina, assoluta, a certi atti umani e quindi apre le porte a ciò che Dio, in realtà, condanna.

Va notato che la Pontificia Commissione Biblica ha come “capo” il Cardinale Ladaria che a sua volta ha per “capo” il Papa. Le aperture della PCB hanno quindi alle spalle la protezione e il sostegno del Papa e sono di estrema gravità anche in campo pastorale perché è evidente che rappresentano un segnale appunto di “apertura” e di “cambiamento” anche in ambito pastorale su questioni di estrema importanza per la salvezza delle anime.

Le affermazioni che fa il documento si inseriscono bene nel “cambio di paradigma”, cioè nella sovversione della sana dottrina, cui il Papa con i suoi collaboratori sta lavorando da tempo, come visto; il testo della Pontificia Commissione Biblica con le sue affermazioni dà appunto un significativo assist a questo “cambio” e a questa sovversione; in alcuni casi, contrariamente a ciò che dice p. Bovati, le affermazioni del documento sono vere e proprie “svolte clamorose”, come abbiamo visto più sopra; ovviamente, secondo la nota strategia di Papa Francesco e di molti suoi collaboratori, tali “svolte” sono state presentate in modo estremamente discreto e coprendole con affermazioni che escludono cambiamenti dottrinali infatti p. Bovati nega che si sia perpetrato un cambiamento radicale (“una svolta radicale”)  in tale documento.

Particolarmente significative sono le affermazioni di L. Moia con cui parla di sviluppo su temi come forme matrimoniali, divorzio, omosessualità e attacca gli assertori della dottrina statica e immutabile …

Ricordo al giornalista che già s. Paolo parlava di condanna che grava su coloro che diffondono un Vangelo diverso da quello annunciato dagli Apostoli: “Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!”(Galati 1, 6ss) La sana dottrina è molto chiaramente e immutabilmente delineata su varie questioni e appunto su di esse non può essere cambiata.

In questa linea s. Vincenzo di Lerins diceva riguardo allo sviluppo della dottrina cattolica: “Qualcuno forse potrà domandarsi: non vi sarà mai alcun progresso della religione nella Chiesa di Cristo? Vi sarà certamente e anche molto grande. … Bisognerà tuttavia stare bene attenti che si tratti di un vero progresso della fede e non di un cambiamento. Il vero progresso avviene mediante lo sviluppo interno. Il cambiamento invece si ha quando una dottrina si trasforma in un’altra. È necessario dunque che, con il progredire dei tempi, crescano e progrediscano, quanto più possibile, la comprensione, la scienza e la sapienza … di tutta la Chiesa. Devono però rimanere sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto.  … Anche il dogma della religione cristiana deve seguire queste leggi. Progredisce, consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l’età. È necessario però che resti sempre assolutamente intatto e inalterato. … . È anzi giusto e del tutto logico escludere ogni contraddizione tra il prima e il dopo.” [469]

Le affermazioni di questo grande padre della Chiesa furono riprese da Pio IX nella “Ineffabilis Deus”[470] e dalla “Dei Filius” del Concilio Vaticano I che affermò: “La dottrina della fede che Dio rivelò non è proposta alle menti umane come una invenzione filosofica da perfezionare, ma è stata consegnata alla Sposa di Cristo come divino deposito perché la custodisca fedelmente e la insegni con magistero infallibile. Quindi deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza. Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l’intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione [Vinc. Lir. Common., n. 28].”[471] Sottolineo: “ Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l’intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione.”

Il problema non è lo sviluppo vero, ma lo sviluppo falso della dottrina cattolica che è in realtà cambiamento e sovversione della stessa; questo sviluppo falso è appunto ciò che Papa Francesco sta portando avanti con l’appoggio di parecchi suoi collaboratori.

Lo sviluppo vero e retto della dottrina cattolica rimane fermo sulle affermazioni immutabili per la loro Verità che la dottrina cattolica contiene.

Non tutto nella dottrina cattolica è immutabile ma ci sono verità immutabili e assolute. E dire il contrario, come sembra fare Moia, è semplicemente eretico.

In questa linea affermare che la Parola di Dio non offre soluzioni “prefabbricate”, come dice Moia, è falso perché ciò che la Bibbia rivela è l’ Unica e Immutabile Verità divina, eternamente “prefabbricata”, che fissa per noi alcune Verità immutabili da credere e quindi da accogliere.

Aggiungo che le parole dell’articolo a sostegno di ciò che dice la PCB sul “ciclo di Sodoma” difendono affermazioni che sono in contrasto:

1) con quanto affermano chiaramente testi biblici che incredibilmente la PCB ha messo da parte:

2) con quanto affermano vari testi della Tradizione e con essa molti esegeti.

Faccio notare inoltre che significativamente in tutto l’articolo, come nel testo sull’omosessualità della Pontificia Commissione Biblica, non si parla mai di Tradizione nel senso veramente cattolico, si parla solo una volta di “tradizione” con queste parole: “Un testo quindi che … sgombera anche il campo da alcuni luoghi comuni consolidati nella nostra tradizione.” … eppure la Bibbia , come visto, rimanda alla Tradizione ed è intimamente unita ad essa.

Benedetto XVI affermò: “…  esiste una inscindibile unità tra Sacra Scrittura e Tradizione … : «…  Perciò l’una e l’altra devono esser accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di riverenza» (Dei Verbum, 9). Come sappiamo, questa parola “pari pietatis affectu ac reverentia” è stata creata da San Basilio … Essa esprime proprio questa inter-penetrazione tra Scrittura e Tradizione. Soltanto il contesto ecclesiale permette alla Sacra Scrittura di essere compresa come autentica Parola di Dio  … ”[472]

La Dei Verbum afferma in questa linea:” È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l’azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime. ”[473]

Ripeto: “… la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l’azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime.”

In un importante discorso proprio ai membri della Pontificia Commissione Biblica, Benedetto XVI, riprendendo ciò che afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica ai numeri 112 ss. , affermò che tre sono i criteri validi per una interpretazione della Scrittura conforme allo Spirito Santo che è il principale Autore di essa: “Anzitutto occorre prestare grande attenzione al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura … In secondo luogo occorre leggere la Scrittura nel contesto della tradizione vivente di tutta la Chiesa. … Come terzo criterio è necessario prestare attenzione all’analogia della fede … Per rispettare la coerenza della fede della Chiesa l’esegeta cattolico deve essere attento a percepire la Parola di Dio in questi testi, all’interno della stessa fede della Chiesa. …  Inoltre, l’interpretazione delle Sacre Scritture …  deve essere sempre confrontata, inserita e autenticata dalla tradizione vivente della Chiesa.”[474]

Sganciata dalla Tradizione, la Bibbia diventa facilmente uno strumento nelle mani del potente di turno che attraverso varie sottigliezze può abilmente guidare gli esperti che lui sceglie a far dire alla Bibbia ciò che Dio non dice … Sappiamo bene quanti gruppi non cattolici traggono dalla Bibbia indicazioni false e devianti a causa appunto di una pessima interpretazione che non riconosce il valore decisivo della Tradizione.

Appunto sganciando la Scrittura dalla Tradizione e presentando un’esegesi contraria a ciò che dice fondamentalmente la stessa Scrittura, come abbiamo visto, il documento della Pontificia Commissione Biblica in oggetto apre le porte “discretamente” alla legittimazione degli atti omosessuali e delle unioni omosessuali e “ovviamente” “azzera” la radicale condanna di essi, chiaramente indicata nell’episodio di Sodoma.

Il  “cambio di paradigma” che Papa Francesco sta portando avanti continua indisturbato e si assicura il prezioso sostegno di questo documento della Pontificia Commissione Biblica.

Tale sostegno, però, si ripercuote, per coerenza, oltretutto, anche contro lo stesso Papa e contro tutta la morale cattolica perché, le affermazioni che fa la Pontificia Commissione Biblica  nella parte relativa all’omosessualità, riguardo alla necessità di evitare di ripetere ciò che porta i tratti culturali di quel tempo, si potrebbero fare riguardo a tutti comandi della Legge divina, anche a quelli che condannano i massacri, gli aborti, la pederastia, la pedofilia cioè abusi sessuali sui minori prepuberi, i furti, le bestemmie, l’odio etc. e perfino a quelli che condannano la disobbedienza al Papa … tutto risulterebbe, così, incerto.

Grazie a Dio la sana dottrina ci insegna con certezza la retta interpretazione della Bibbia e la stretta connessione tra la stessa Bibbia e la Santa Tradizione e in questa linea ci insegna che i dieci comandamenti sono leggi assolute che valgono sempre, che gli atti omosessuali sono inammissibili sempre e per sempre e che appunto in quanto peccati molto gravi attirano sul mondo terribili punizioni divine, l’episodio di Sodoma è estremamente significativo a questo riguardo.

Dio liberi presto la sua Chiesa dagli errori che diffonde Papa Francesco con il sostegno dei suoi collaboratori tra cui la Pontificia Commissione Biblica.

 

 

g) Conclusione sul testo della Pontificia Commissione Biblica riguardante gli atti omosessuali.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce.

Riepiloghiamo in sintesi ciò che abbiamo visto riguardo al documento della Pontificia Commissione Biblica intitolato “Che cos’è l’uomo”.

Innanzitutto la PCB contrariamente a tutta l’esegesi cattolica di tutti i tempi realizzata dalla Tradizione e in particolare dal Magistero cattolico, e contro le stesse affermazioni bibliche, ha aperto la porta alla revisione della dottrina cattolica sulla legittimità morale degli atti omosessuali, il che è gravissimo e inaccettabile, già vari commentatori lo hanno rilevato.

La dottrina circa l’assoluta illiceità degli atti omosessuali è stata quindi messa chiaramente in dubbio con evidente danno delle anime che possono, così, considerare appunto tale dottrina dubbia e insicura e quindi possono trovare appigli per praticare tali atti.

Inoltre …

1) Nel documento manca una chiara presentazione delle affermazioni della Tradizione che, da 2000 anni a questa parte, interpretano autoritativamente la Bibbia condannando in modo assoluto e, come visto, immutabile l’attività omosessuale.

2) Il documento pubblicizza e non condanna gli errori di coloro che si oppongono alla sana dottrina cattolica circa l’omosessualità perché ritengono che essa sia frutto di un approccio sbagliato alla Bibbia.

3) Il documento fa pensare che solo pochissimi passi della Bibbia condannino l’attività omosessuale e non mette in evidenza molti altri passi che più generalmente la condannano; in realtà, come visto, tutta la Bibbia condanna in vario modo tale attività.

4) Il documento non presenta esplicitamente in tutta la sua forza la radicale detestazione divina circa gli atti omosessuali e la detestazione radicale che noi dobbiamo avere per tali atti.

5) La PCB non offre precisazioni importanti circa il disordine intrinseco dell’inclinazione erotica omosessuale.

6) La motivazione profonda della condanna degli atti omosessuali è presentata dalla PCB mettendo da parte la dimensione fondamentale, cristologica, di tale condanna.

7) La PCB afferma che il “motivo dell’omosessualità” non è evocato nei Vangeli ma le cose non stanno precisamente così …

8) Nella trattazione che fa la PCB, all’appello dei testi che condannano più direttamente l’omosessualità nel Nuovo Testamento ne manca qualcuno … anzi ne mancano molti …

9) La PCB non cita un significativo testo del libro della Sapienza, correlato con Rom. 1, 26s.

10) Non corrisponde all’insegnamento biblico esaminato in profondità e nella sua unità, l’affermazione della Commissione Pontificia Biblica, per cui il testo di Genesi 19 : “non intende presentare l’immagine di un’intera città dominata da brame incontenibili di natura omosessuale; viene piuttosto denunciata la condotta di una entità sociale e politica che non vuole accogliere con rispetto lo straniero, e pretende perciò di umiliarlo, costringendolo con la forza a subire un infamante trattamento di sottomissione.”(n. 187)

11) Non corrisponde all’insegnamento biblico esaminato in profondità e nella sua unità, l’affermazione della Commissione Pontificia Biblica per cui il peccato di Sodoma: “… consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata.” (n. 188)

12) La lettura che la Pontificia Commissione Biblica fa di Genesi 19 appare particolarmente inaffidabile allorché:

– mette da parte l’insegnamento di due decisivi passi neotestamentari (2 Pietro 2 e Giuda 5-7), che seguono anche la tradizione ebraica e rileggono il ciclo di Sodoma nella luce di Cristo;

–  si oppone all’insegnamento che essi offrono;

– mette da parte quanto afferma la S. Scrittura circa Sodoma come città gaudente e del tutto pervertita;

– nega che il peccato di Sodoma sia una lunga serie di peccati tra cui ha particolare rilievo l’attività omosessuale.

13) Anche l’analisi della PCB sui testi dell’ A. Testamento riguardo a Sodoma appare imprecisa e superficiale.

L’articolo della professoressa Healy, un’esegeta cattolica americana, mette con molta pacatezza e discrezione in evidenza come la PCB ha praticamente “manipolato” i dati biblici riguardo all’omosessualità in particolare riguardo a Sodoma: esagerando alcune realtà e omettendo ciò che attiene alla sessualità … e quindi all’omosessualità. [475]

Come mi ha precisato personalmente un grande esperto di esegesi, di cui evito di rivelare il nome per il pericolo che potrebbe correre: il documento della PCB contiene alcune ambiguità molto preoccupanti sulla questione dell’omosessualità, che sembrano lasciare la porta aperta per una revisione dell’insegnamento della Chiesa, anche molti esegeti cattolici la pensano così, ha continuato l’esperto, ma sfortunatamente nessuno ha scritto sul documento della PCB esternando tali pensieri, non mi meraviglio che evitino di parlare, se lo facessero rischierebbero probabilmente di essere messi totalmente da parte e di perdere il loro lavoro, Papa Francesco e i suoi collaboratori hanno chiaramente mostrato che quelli che si oppongono alla loro linea ribadendo la Verità, sono adeguatamente sanzionati con l’ allontanamento dalla docenza, si pensi al caso del prof. Melina …

Tutto quello che abbiamo detto finora ci porta a capire che la PCB, attraverso il testo che abbiamo esaminato, non solo non ha difeso efficacemente le basi dell’insegnamento cattolico riguardo agli atti omosessuali ma ha anche aperto significativamente e con discrezione le porte per una revisione di tale insegnamento.

Appunto perciò il professor Fumagalli ha citato questo documento della Pontificia Commissione Biblica a sostegno delle sue affermazioni con cui dichiara la liceità degli atti omosessuali in certi casi. [476]

La PCB ha, quindi, indubbiamente realizzato, con discrezione, nella linea bergogliana, un passo estremamente significativo, errato e scandaloso, nei nostri tempi; molti commentatori, indipendenti, se ne sono chiaramente accorti, invece vari commentatori che operano per le istituzioni cattoliche pare non se ne siano accorti.

Tutto questo non è strano se si considera che la Commissione Biblica Pontificia opera alle dipendenze della Santa Sede e del Papa, il suo Presidente, al tempo del documento in oggetto era il fedele collaboratore di Francesco, il Cardinale Ladaria, il testo in oggetto è stato specificamente richiesto dal Papa alla Pontificia Commissione Biblica[477] e ovviamente lui con i suoi fedeli collaboratori lo hanno certamente in vario modo supervisionato; il Papa sta operando per la legittimazione degli atti omosessuali, e sta diffondendo colossali errori, dunque possiamo capire che una Commissione che opera alle strette dipendenze del Papa sviluppi una esegesi che appunto, con discrezione, offra la base per tali errori.

Il documento della Pontificia Commissione Biblica intitolato “Che cos’è l’uomo” è quindi discretamente ma radicalmente inaffidabile nel presentare l’antropologia biblica, ed è un chiaro sostegno alla perversione dottrinale, anche antropologica, che il Papa Francesco sta attuando.

Leggendo questo testo della PCB mi tornano alla mente le parole dette da Papa Francesco a mons. Forte: “Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati  questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fa in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io.”[478].

Anche nel testo della Commissione Biblica Pontificia troviamo, presentate “con discrezione”, le premesse per la legittimazione degli atti omosessuali sicché il Papa e altri suoi collaboratori possano tirare le conclusioni, come ha già fatto il sacerdote e professore Aristide Fumagalli …

Dio intervenga presto.

 

 

5) Esame critico di alcuni libri “significativi” apparsi negli ultimi anni e riguardanti la valutazione morale della pratica omosessuale.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio per esaminare efficacemente alcuni libri apparsi negli ultimi anni.

 

 

a) Un libro del 2010: il testo del prof. Giannino Piana intitolato “Omosessualità”

 

 

Dio ci illumini sempre più.

Nel 2010 fu pubblicato un significativo, in senso negativo, testo sull’omosessualità dal prof. G. Piana, intitolato “Omosessualità”, Cittadella Editrice . Il testo è interessante in sé stesso ma anche perché è stato ripreso, come vedremo, nel 2020 da A. Fumagalli in un libro che esamineremo più avanti e che avrà la postfazione proprio di Piana.

Piana mette in evidenza le difficoltà di definire l’omosessualità, spiega che il termine in questione è stato coniato nel 1800 per sostituire il termine di sodomia, precisa che l’omosessualità va distinta dalla omofilia (attrazione senza connotazioni precisamente sessuali per persone dello stesso sesso) e dalla omotropia (cioè l’inclinazione globale dell’individuo verso persone dello stesso sesso) e che è accettabile la definizione di Marmor per cui l’omosessualità è una decisa attrazione erotica preferenziale verso persone dello stesso sesso. Piana sottolinea la stabilità di tale preferenza come elemento di particolare importanza per connotare tale attrazione (p. 14ss). Le cause dell’omosessualità, precisa Piana, appaiono sconosciute con precisione, alcuni sottolineano le cause fisiologiche, altri sottolineano le cause psicologiche e culturali, particolare importanza hanno i processi di sviluppo della sessualità, il fattore psicoeducativo è indiscutibile (p. 17ss).

 

 

a,1) Errori di Piana riguardo alla condanna biblica della pratica omosessuale.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Piana sviluppa una trattazione fuorviante ed estremamente riduttiva della condanna dell’ omosessualità nella Bibbia (“Omosessualità” pp. 21-36),

Per Piana (p. 33) l’attività omosessuale non provoca l’ira di Dio

Piana afferma che l’obiettivo dei testi biblici non è quello di fornire un codice di etica sessuale finalizzato a condannare tale attività, dice che fondamentale è la fede e che il comportamento morale è una conseguenza e riveste significato subordinato, precisa che  la valutazione etica dell’attività omosessuale risente, in modo determinante, di fattori culturali, aggiunge che il giudizio negativo di tale attività può essere considerato frutto del condizionamento culturale piuttosto che espressione di una vera e propria condanna e quindi conclude affermando che è difficile trarre dalla Bibbia valutazioni etiche decisive a questo riguardo.

Per questo moralista la Bibbia  offrirebbe prescrizioni morali così culturalmente e storicamente condizionate che non potrebbero più essere applicate alla vita di oggi e in particolare alla questione del giudizio morale circa l’attività omosessuale.

Contrariamente alle affermazioni di Piana la Bibbia, rettamente interpretata nella Tradizione, come vedemmo, condanna radicalmente gli atti di tale inclinazione, commina per essi pene durissime e appunto li considera terribilmente puniti da Dio (cfr. Lev. 18 e 20; 2 Pietro 2; Giuda ).

Il Levitico (c. 18 e c. 22), pienamente accettato da s. Paolo, e interpretato rettamente nella Tradizione, condanna radicalmente tale attività e s. Paolo ribadisce questa radicale condanna facendo notare anche che coloro che praticano l’omosessualità non entreranno nel Regno di Dio (1 Cor 6, 9-11); con il s. Apostolo anche la lettera di Giuda e la II di Pietro sottolineano molto fortemente il castigo orrendo di Dio per tali peccati  e il castigo di Sodoma è molto indicativo in questo senso.

Come vedemmo, la Bibbia, interpretata rettamente nella Tradizione, mostra di dare molta importanza alla dimensione sessuale dell’uomo perché Dio vuole l’uomo santo e non dedito alla sodomia o alla bestialità e sa bene come certi peccati possano essere attraenti per alcuni e quali danni colossali portino alle persone e ai popoli.

Il moralista italiano mette in appendice al suo libro le affermazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede su questo tema e proprio tali affermazioni (alla p. 87 del libro che stiamo esaminando) condannano radicalmente le affermazioni  per cui la Bibbia  offrirebbe prescrizioni morali così culturalmente e storicamente condizionate che non potrebbero più essere applicate alla vita di oggi e in particolare alla questione del giudizio morale circa l’attività omosessuale.

In tal modo è il Magistero, riportato nel libro di Piana, che condanna le affermazioni dello stesso moralista.

Più generalmente, alla trattazione che Piana fa della pratica omosessuale nella Bibbia, fa da radicale contraltare il testo appena visto della Congregazione per la Dottrina della Fede[479] che, come vedemmo, mette in evidenza che la Bibbia e  poi la Tradizione, sotto la guida dello Spirito Santo, hanno radicalmente condannato la pratica omosessuale.

Tutta la Tradizione, in quanto interprete della Bibbia, e molti testi magisteriali condannano radicalmente gli atti omosessuali!

Tutta la Bibbia, ben interpretata, condanna tale attività, e attraverso tutta la Bibbia è Dio che condanna gli atti omosessuali e mostra la sua radicale detestazione per essi!

 

 

a,2) Errori di Piana riguardo alla condanna degli atti omosessuali da parte dei Padri della Chiesa.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Ugualmente imprecisa, debole e fuorviante è la trattazione che Piana riserva all’insegnamento della Tradizione e quindi ai Padri della Chiesa riguardo agli atti omosessuali.

Piana afferma che i Padri hanno condannato la pratica omosessuale basandosi molto su correnti di pensiero non bibliche e poco sulla Bibbia ma non offre nessun preciso e sicuro studio a riguardo, non dà prove a riguardo e francamente non penso possa darle.

Faccio notare che: “I caratteri, dai quali la dottrina cattolica riconosce un Padre della Chiesa, sono … l’ortodossia della dottrina, la santità della vita e l’approvazione, che può essere più o meno esplicita, da parte della Chiesa; infine l’antichità. … ”.[480]

Appunto in quanto ortodossi, i Padri basavano la loro dottrina sulla Bibbia che condanna radicalmente gli atti omosessuali e su di essa appunto condannavano la lussuria e quindi la lussuria contro natura.

I Padri della Chiesa sulla base del Vecchio e del Nuovo Testamento hanno condannato nettamente la pratica omosessuale; infatti il primo testo che Piana propone riguardo alle affermazioni dei Padri è l’affermazione fortissima di s. Giovanni Crisostomo contro gli atti omosessuali ma tale affermazione fu realizzata durante il commento della lettera ai Romani, e appunto basata sul testo biblico che condanna radicalmente la pratica omosessuale ( In epistulam ad Romanos PG 60 c. IV p. 416ss)

Nella omelia 57 (o 58) lo stesso s. Dottore, partendo dalla Scrittura, parla della gola come vizio che ha portato Sodoma ai suoi amori iniqui[481]

Lo stesso s. Giovanni Crisostomo, nella sua omelia sulle parole di s. Paolo : “Non voglio che voi ignoriate …”(1 Cor. 10,1) disse che il castigo di Sodoma non ebbe altra ragione che la punizione dei peccati degli abitanti di quella regione per cui si erano dati a unioni sessuali illecite, amori illegittimi e avevano sovvertito radicalmente le leggi della natura ( cfr. PG, 51 col. 243-245 ) …e non pare che queste parole siano state dette sulla base di testi extra biblici …

Se andiamo a Tertulliano, che è certamente un autore di rilievo anche se non è un Padre,  il testo del De Pudicitia mostra chiaramente come la condanna della lussuria e soprattutto della pratica omosessuale che egli realizza si basa sulla Scrittura[482]

S. Ambrogio tratta della lussuria contro natura dei sodomiti e la indica come particolarmente grave commentando la Bibbia e non sulla base di testi extra biblici (“De Abraham” P.L. XIV col 438ss.)

S. Agostino sulla base della Bibbia afferma : “Dopo questa promessa e dopo che Lot era stato fatto uscire da Sodoma tutto il territorio della città depravata fu incendiato da una pioggia di fuoco che veniva dal cielo, perché in essa gli atti carnali fra maschi avevano introdotto un costume più accreditato della liceità di quegli atti che le norme morali consentono. Il castigo fu un saggio del futuro giudizio divino.”[483]

S. Girolamo parla nei suoi scritti di un uomo adultero e sodomita … ovviamente volendo riferirsi alla sua depravazione sessuale e non pare che condanni questo peccato in base a testi extra biblici[484]

S. Girolamo parla di sodomita volendo indicare una persona che ha commesso un peccato impuro contro natura … quindi fin da allora tali peccatori erano indicati con tale termine evidentemente tratto da ciò che afferma la Bibbia …

Lo stesso s. Dottore afferma che i sodomiti peccavano con ogni libertà e non avevano nessun pudore perciò dissero a Lot che facesse uscire i due stranieri per unirsi carnalmente con essi : “Sodomitæ cum  omni libertate peccantes , et ne pudorem quidem ullum habentes in scelere , dixerunt ad Lot : Educ ipsi ut concumbamus cum eis ( Gen . XIX , 5 )”[485]. S. Girolamo  non pare che condanni la pratica omosessuale con testi extra biblici …

Nella luce della dottrina biblica del Vecchio e Nuovo Testamento e sotto la guida dello Spirito Santo i Padri e la Chiesa hanno sempre chiaramente condannato la sodomia.

Quindi, che i Padri condannino la sodomia non in base a testi biblici ma in base a filosofie extrabibliche mi pare un colossale errore … uno dei tanti errori che contiene il libro di Piana che sto esaminando.

 

 

a,3) Il teologo Reck e il testo di Piana .

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Piana si appoggia sulle affermazioni di Reck e ciò mi pare significativo … basta leggere l’articolo di Reck citato da Piana (“Desideri pericolosi. I discorsi cattolici sull’ omosessualità” in Concilium 1/ 2008 ) ; Reck è un teologo definito cattolico e gay [486]. Le  affermazioni di Reck sul racconto biblico di Sodoma sono molto superficiali[487], rimando alla mia trattazione, realizzata più sopra, in questo capitolo, della storia dell’esegesi di questo racconto e dell’ attuale interpretazione di esso, per vedere come in realtà il racconto di Sodoma è evidentemente collegato alla condanna dell’omosessualità praticata; tale condanna è chiaramente esplicitata nel Levitico; l’autore dei due testi, secondo la testimonianza tradizionale e secondo la Bibbia è unico.[488]

Il Levitico (cc.18 e 20) indica chiaramente come per tale peccato i popoli siano stati castigati …  La tradizione ebraica, in questa linea, era già chiarissima nel condannare l’omosessualità praticata e nel parlare di lussuria e pratica omosessuale a Sodoma come vedemmo più sopra, la Chiesa ha rafforzato tale condanna; i testi di Giuda e della II lettera di Pietro precisano la condanna di Sodoma nel senso della lussuria contro natura e quindi precisano ulteriormente la radicale opposizione della lussuria, specie se contro natura, alla legge divina …

La trattazione che Reck fa dell’omosessualità appare chiaramente orientata a non dire la piena verità, dopo uno studio rigoroso, riguardo alla dottrina cattolica sull’omosessualità e sul peccato di Sodoma: non viene fatto un serio studio ordinato e approfondito sul tema, parte dalla condanna di Sodoma poi fa un esame frettoloso dei Padri su questo argomento … poi va al Medioevo e a s. Pier Damiani … parla di sodomia senza notare che già s. Girolamo definì sodomita chi commetteva certi atti impuri …

Reck afferma che “ … in Gregorio Magno († 604): Sodoma diventa la quintessenza della punizione di Dio per il «crimine carnale» (scelera carnis – che in quel racconto, tuttavia, non viene affatto compiuto)”[489]

Nella nota che Reck inserisce a questo punto leggiamo: “Cf. Gregorio Magno, Moralia in Iob, 30.18.60; Regula pastoralis, 3.27. Questa errata interpretazione – ancora più ristretta agli atti omosessuali – continua fino al presente: cf. per esempio il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1993, che parla del fatto che in Gen 19 la “omosessualità” viene indicata come una «grave depravazione» (n. 2357).”

Reck non si rende bene conto di ciò che scrive; il passo del Catechismo che egli cita afferma: “L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, (Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10) la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». (Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85.) Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.”(Catechismo Chiesa cattolica n. 2357)

Come si può vedere le affermazioni del Catechismo ribadiscono perfettamente la sana dottrina cattolica, quindi non c’è nessuna errata interpretazione della Bibbia, è Reck a sbagliare, non s. Gregorio o il Catechismo.

Reck non conosce evidentemente bene s. Tommaso d’ Aquino (IIª-IIae, q. 154 a. 2 co.) e non conosce bene la Bibbia e la Tradizione , non si rende conto che la via del Cielo è la Croce e che la vita sulla terra non ci è stata data per appagare i desideri sessuali, specie quelli contro natura, ma per fare ciò che Dio vuole e guadagnarci il Cielo; nella luce dell’insegnamento che Dio ci ha donato il rapporto sessuale, come insegna la Tradizione interprete sapiente della Bibbia, è lecito solo nel Matrimonio[490] non fuori di esso, il Matrimonio è fra uomo e donna …

Questo è il progetto di Dio sull’uomo in relazione agli atti intimi di unione: l’unione sessuale va compiuta tra uomo e donna solo nel santo Matrimonio e non in modo sodomitico ma aperto alla procreazione. S. Tommaso (IIª-IIae, q. 154 a. 2 co.) e la Tradizione[491] sono molto chiari nell’affermare questa verità!

La pratica omosessuale è un gravissimo peccato e lo è anche il desiderio di essa! Reck invece afferma: “il desiderio omosessuale significa per le persone interessate una non piccola delectatio e non causa ad altri alcun danno; non è perciò nulla di ripugnante …”[492]

Reck non vede i grandi danni che fa la lussuria anche perché evidentemente non conosce bene cosa dice s. Tommaso (cfr. II-II q. 153 a. 4.) o s. Antonio[493] e cosa dice il Catechismo di Trento[494] e più generalmente cosa dice la sana dottrina a riguardo di tali danni.

S. Tommaso spiega che la lussuria turba terribilmente le potenze superiori, ragione e volontà, ed ha per “figlie” cioè come effetti: “ … accecamento, inconsiderazione, precipitazione, amore di sé, odio di Dio, attaccamento alla vita presente, orrore o disperazione per la vita futura”[495].

S. Alfonso dice la stessa cosa[496].

Va notato che questi grandi Dottori parlano di lussuria in generale, la lussuria contro natura porta, evidentemente, danni ancora maggiori per la sua particolare perversione.

Reck poi critica le affermazioni magisteriali per cui: “La particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza più o meno forte verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa deve essere considerata come oggettivamente disordinata (n. 3).”[497]  Reck non trova argomenti rigorosi in tale affermazione[498] … ma il problema non è nell’affermazione è in Reck che come stiamo vedendo ha idee molto “disordinate” e non si rende conto o non vuole rendersi conto che il progetto di Dio sull’uomo è molto chiaro e prevede unione sessuale solo dopo il Matrimonio, che è tra uomo e donna. Reck rigetta l’affermazione per cui la parola di Dio va interpretata nella Tradizione[499], senza rendersi conto che nella Tradizione parla lo Spirito Santo e che la Bibbia è opera anzitutto di Dio …

Reck non parla di Paradiso, di Croce , di combattimento spirituale … la sua non è più teologia cattolica , le sue affermazioni appaiono piuttosto come semplici considerazioni umane per un vivere “sereno”, e “accettato dagli altri”, nel peccato …

Il fatto che Piana segua Reck è ovviamente molto significativo, come potete capire da quanto ho detto in questo paragrafo o andando a leggere direttamente qualche testo di quest’ultimo autore.

 

 

a,4) Significative affermazioni di Piana in ordine al giudizio morale sugli atti omosessuali.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Diciamo subito che a  p. 44 Piana cita un testo del Catechismo, al n. 2357, che era nella prima edizione e che non è più presente nell’edizione tipica del 1996. Il n. 2357 nella edizione tipica del Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: ““L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. … Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, (Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10) la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». (Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85.) Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.”(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2357)

Ovviamente queste parole sono molto nette e chiare nel condannare gli atti omosessuali e non è strano che Piana le tenga fuori dal suo testo.

Secondo l’autore in oggetto la Chiesa ha un atteggiamento negativo verso l’omosessualità e questo modo di atteggiarsi è in netto contrasto con le posizioni assunte da molte chiese cristiane   (cfr. Piana “Omosessualità” pp. 45s) … ovviamente egli non dice che le antiche chiese ortodosse sono nettamente contrarie alla pratica omosessuale.

Poi Piana dice chiaramente che né la Bibbia né la Tradizione possono aiutare a formulare una valutazione morale dell’omosessualità praticata perché nei contesti in cui furono emesse quelle affermazioni non si avevano le conoscenze che abbiamo noi oggi e c’erano pesanti pregiudizi ideologici (cfr. Piana “Omosessualità” pp. 48) e quindi l’autore in oggetto realizza un giudizio morale sulla base della “ sostanza … del Vangelo” … Tale giudizio implica il superamento della prospettiva naturalista abbandonando “ … la logica della spiegazione per interpretare il significato dell’omosessualità nell’ ottica personalista della comprensione”( cfr. Piana “Omosessualità” p. 51) Questo giudizio mette in discussione la condanna degli atti omosessuali che la Chiesa ha sancito  considerandoli intrinsecamente malvagi perché contrari all’ordine della natura; la ragione principale di tale condanna sarebbe venuta meno, secondo il moralista italiano, per ragioni di carattere antropologico e scientifico, le scienze biologiche avrebbero dimostrato che la vita umana è frutto di unione tra elementi maschili e femminili e a livello antropologico ci sarebbe stato il recupero del valore intrinseco del rapporto sessuale indipendentemente dalla funzione procreativa; tutto questo vanificherebbe le argomentazioni tradizionali  (cfr. Piana “Omosessualità” p. 51-53) Per Piana occorre abbandonare il terreno naturalista e adottare uno schema personalista e relazionale ; nel mondo umano l’unità precede la differenza sessuale, le differenze vanno considerate incluse in una unità originaria e dipendenti da essa e sono più limitate degli elementi comuni; i racconti biblici andrebbero in questa linea mostrando un’unità iniziale da cui l’uomo trae origine, da Adamo trae origine Eva.  (cfr. Piana “Omosessualità” pp. 52-55) L’immagine divina non andrebbe ricercata nella differenza sessuale ma nell’uomo nella sua unità e nella relazione che è incontro di persone; il tema fondamentale che Piana sottolinea è quello della relazionalità: l’uomo si realizza in relazione con l’altro; in questa prospettiva sarebbero superate le teorie naturalistiche sulle quali si basa il giudizio negativo della Chiesa nei confronti dell’omosessualità praticata; lungi dal negare le differenze sessuali questa interpretazione le esalterebbe come fattori che spingono all’incontro con l’altro e d’altra parte farebbe emergere il primato della relazione su di esse mettendo in luce come il rapporto uomo-donna, anche se paradigmatico, non possa esaurire in sé stesso le modalità espressive della relazionalità che deve diventare il nuovo modello paradigmatico cui devono ispirarsi tutte le altre forme di relazione (cfr. Piana “Omosessualità” pp. 55-58). Piana cerca appoggio nelle indicazioni bibliche per sottolineare molto la relazione e per evidenziare come la relazione tra uomo e donna non è l’unica possibile; la comunione trinitaria  conferirebbe un’assoluta priorità alla relazione rispetto alle modalità secondo cui essa si realizza al punto che la differenza tra le Persone divine sarebbe effetto e non causa della relazione; Gesù avrebbe operato nel senso di relativizzare alcune istituzioni deputate a dare statuto giuridico alla relazione uomo donna in quanto le ha subordinate alle istanze radicali che derivano dall’ingresso del Regno nella storia umana e s. Paolo con il testo di Gal. 3,28 confermerebbe il superamento delle differenze sessuali.

In questa linea ogni differenza sarebbe colta nel suo significato vero solo se la si inserisce in una lettura unitaria della realtà umana e la si pone in dipendenza della struttura relazionale che è ciò che veramente conferisce a tale differenza il suo decisivo valore, in questa linea il giudizio morale su un atto viene dato sulla base della bontà della relazione; la bontà dell’atto va commisurata alla capacità che esso ha di esprimere in modo autentico il mondo interiore delle due persone, cioè di riconoscere, da parte dei soggetti in relazione, l’altro nella sua dignità assoluta, la relazione che si compie tra uomo e donna è il livello più alto di comunione relazionale ma ciò non dovrebbe portare al misconoscimento della relazione omosessuale perché anche in essa è possibile sviluppare una forma alta di reciprocità e anzi in essa alcuni realizzerebbero una pienezza vitale ed esprimerebbero la loro identità in modo altrimenti impossibile; fondamentale è la maturità della persona e in tale maturità il rapporto omosessuale diverrebbe anche in certo modo fecondo attraverso forme di servizio alla comunità.(cfr. Piana “Omosessualità” pp. 58-65).

In sintesi Piana afferma con questa sua proposta il primato della persona sulla natura, il  primato della relazione sulle sue modalità storiche “restituendo” dignità al rapporto omosessuale a condizione che ci si liberi da pregiudizi arcaici, perché, a suo parere, ha valore ogni relazione autentica la quale presuppone la presa di coscienza della propria identità in un clima di pacificazione interiore e nel superamento di ogni sentimento di colpevolezza paralizzante; d’altra parte la relazione omosessuale ha delle difficoltà che devono aiutare la persona ad essere aperta e a non concepire le proprie scelte come definitive  (cfr. Piana “Omosessualità” pp. 58-65) Sulla base di tutto questo , Piana afferma che sarebbe sbagliato imporre agli omosessuali l’obbligo della castità perfetta , tale imposizione sarebbe violenza, perché la castità perfetta sarebbe un dono che non può essere esercitato da chi non l’ha ricevuto , e l’ essere omosessuali non comporterebbe una vocazione al celibato. La dottrina cattolica secondo Piana sarebbe viziata da un profondo dualismo per il fatto che condanna i peccati di omosessualità e definisce disordinata la tendenza omosessuale e poi manifesta comprensione e cautela nel trattare gli omosessuali, in particolare coloro che hanno una stabile omosessualità di carattere “permanente”, occorre invece, per il moralista italiano, dare orientamenti liberanti e responsabilizzanti e lasciare che la castità la viva chi si senta di viverla.(pp. 65-8)

 

 

a,5) Errori di Piana in ordine al giudizio morale circa gli atti omosessuali.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Dio ci illumini perché possiamo analizzare bene, nella luce di Dio, le affermazioni di Piana.

Diciamo innanzitutto che viste le debolissime e devianti basi teologiche, bibliche e tradizionali e viste le assurde affermazioni di Piana per cui Bibbia e Tradizione sono praticamente inservibili per un giudizio sulla omosessualità è ovvio che Piana va totalmente fuori linea, fuori dalla sana dottrina cattolica nel suo giudizio morale sull’omosessualità.

La condanna dell’omosessualità praticata è un dato biblico ma anche di tutta la Tradizione, se vogliamo fare teologia morale cattolica dobbiamo restare ancorati saldamente a questo dato; se abbiamo fede sappiamo che Dio ha parlato chiaramente attraverso la Bibbia e la Tradizione anche per condannare gli atti omosessuali.

La Legge di Dio non ha cessato di valere in questi ultimi anni, i comandamenti continuano a conservare intatto il loro valore e continuano a condannare la fornicazione e gli atti omosessuali.  Alle affermazioni di Piana sulla Bibbia si applicano molto bene le parole di un famoso documento della Congregazione per la Dottrina della Fede : “Una delle dimensioni essenziali di un’autentica cura pastorale è l’identificazione delle cause che hanno portato confusione nei confronti dell’insegnamento della Chiesa. Tra esse va segnalata una nuova esegesi della Sacra Scrittura, secondo cui la Bibbia o non avrebbe niente da dire sul problema dell’omosessualità praticata, o addirittura ne darebbe in qualche modo una tacita approvazione, oppure infine offrirebbe prescrizioni morali così culturalmente e storicamente condizionate che non potrebbero più essere applicate alla vita contemporanea. Tali opinioni, gravemente erronee e fuorvianti, richiedono dunque speciale vigilanza.”[500]

L’errore di Piana è radicale e porta con sé altri gravi errori.

Piana infatti non mostra di rendersi conto del progetto fondamentale di Dio sull’uomo né dell’intervento dell’uomo che si oppone a tale progetto … e non mostra di rendersi conto neppure del fine cui mira tale progetto,  né  della strada per giungere a tale fine e neppure dei nemici di tale progetto cioè della carne, del diavolo e del demonio.

Vedemmo più sopra come tutta la Scrittura, in Cristo, svela l’uomo all’uomo e gli fa conoscere la sua altissima vocazione.

Il Concilio Vaticano II afferma: “ Cristo […], proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione.”[501]

Come dice anche il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1701 Cristo svela l’uomo all’uomo; Cristo svela ad ogni uomo, anche all’omosessuale, chi è l’uomo e quale è la sua vocazione; Cristo rivela che l’uomo, ogni uomo anche l’omosessuale, è stato creato ad  immagine e somiglianza del Creatore.

È in Cristo, cioè nella Luce che viene da Cristo, che l’uomo scopre il peccato che ha colpito dall’inizio l’uomo. È in Cristo, Redentore e Salvatore, che l’immagine divina, deformata nell’uomo, in ogni uomo, anche nell’omosessuale, dal primo peccato, è stata restaurata nella sua bellezza originale e nobilitata dalla grazia di Dio. In Cristo l’uomo è ad immagine e somiglianza della Trinità e deve agire a immagine e somiglianza della Trinità, quindi deve agire nella volontà di Dio, nella Legge di Dio che è per tutti gli uomini perché tutti la osservino.

L’uomo era stato creato a immagine e somiglianza di Dio nella grazia santificante originale e aveva una straordinaria armonia, inoltre era immortale. Con il peccato originale entra la corruzione … entra il disordine, entrano le malattie, entra la morte (cfr. Catechismo della Chiesa n. 398-401).

La deformazione di tale immagine si è compiuta con il peccato originale, come il Catechismo della Chiesa Cattolica  afferma al n. 400.

Come vedemmo più sopra, la tendenza omosessuale ha origine a livello radicale nel peccato originale ma può svilupparsi anche grazie a peccati attuali.

È in Cristo, Redentore e Salvatore, che l’immagine divina, deformata nell’uomo, in ogni uomo, anche nell’omosessuale, dal primo peccato, è stata restaurata nella sua bellezza originale e nobilitata dalla grazia di Dio sicché l’uomo possa vivere in pienezza l’immagine e somiglianza divina in cui è stato creato.

In Cristo l’uomo ritrova la grazia santificante, cioè la partecipazione alla vita divina che era stata perduta con il peccato originale …  in Cristo l’uomo può vivere in pienezza nella Legge divina che Cristo ha vissuto in pienezza e che tutti siamo chiamati a vivere, in Cristo l’uomo può vivere i comandamenti che Lui ha vissuto e che noi siamo chiamati a vivere nella carità.

La carità si manifesta e splende in Cristo, che non è venuto ad abolire la Legge ma a darle compimento, Gesù ha detto infatti: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.” (Mt. 5, 17) e Cristo ha fatto perfettamente la volontà del Padre ed ha osservato perfettamente i comandamenti del Padre infatti ha detto: “ Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco…. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.”( Gv. 14, 30s ; 15, 10s )

La volontà umana di Cristo era pienamente e perfettamente sottoposta alla sua volontà divina e, quindi, ha osservato pienamente la Legge divina. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 578 : “Gesù, il Messia d’Israele, il più grande quindi nel regno dei cieli, aveva il dovere di osservare la Legge, praticandola nella sua integralità fin nei minimi precetti, secondo le sue stesse parole. Ed è anche il solo che l’abbia potuto fare perfettamente.(Cf Gv 8,46.)”.

Cristo porta a pieno compimento la Legge, spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica: “ In Cristo è la Parola stessa di Dio …  a farsi  sentire … Questa Parola non abolisce la Legge, ma la porta a compimento dandone in maniera divina l’interpretazione definitiva: « Avete inteso che fu detto agli antichi […]; ma io vi dico » (Mt 5,33-34).”(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 581)

In Cristo possiamo e dobbiamo di nuovo vivere la Legge santa di Dio in pienezza, nella grazia, nella carità. In Cristo possiamo e dobbiamo camminare decisamente verso il Cielo, verso il Paradiso. Il fine ultimo dell’uomo, che Piana non mette in evidenza, è il Cielo! E la via che conduce al Cielo la conosce Dio e Lui ce l’ha rivelata … non andiamo in Paradiso seguendo le nostre voglie ma sottomettendoci alla volontà di Dio.

La strada che conduce al Cielo è una sola: la Croce! Gesù è chiarissimo: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.”(Luca 9,23) e la strada della Croce è via di attuazione della Legge di Dio in Cristo e con Cristo; in Lui e con Lui siamo chiamati a percorrere la sua stessa strada, la strada della santità, della castità, strada opposta a quella del peccato e degli atti omosessuali!

Piana, ovviamente, non mette in evidenza la Croce: unica strada che conduce al Cielo.

Lo Spirito Santo e Cristo stesso hanno parlato chiaramente del cammino dell’uomo in questo mondo, verso il Paradiso, come di un cammino difficile, di rinnegamento di sé, di sequela di Cristo sulla via della Croce, di un cammino che è un terribile combattimento contro le potenze delle tenebre che ci tentano al peccato, anche al peccato di omosessualità; la via che conduce alla dannazione è larga, dice il Vangelo, stretta è la via che conduce al Cielo!

Il cammino cui Cristo ci chiama è cammino di lotta …

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 2015: “Il cammino della perfezione passa attraverso la croce. Non c’è santità senza rinuncia e senza combattimento spirituale.”(Cf 2 Tm 4.)

Ovviamente questa via di combattimento, questa via stretta che è la via della Croce è via di obbedienza alla Legge di Dio …

Ora, come visto più sopra, è chiaro che la Legge di Dio condanna radicalmente gli atti omosessuali. Più a fondo possiamo dire che Dio attraverso la sua Legge che emerge dalla Parola di Dio e dalla Tradizione condanna  radicalmente gli atti omosessuali ed è evidente appunto dalla Scrittura e dalla Tradizione che il disegno di Dio sull’uomo esclude in modo radicale la pratica omosessuale. L’uomo non è creato per vivere nei peccati di omosessualità ma nella castità santa per la quale l’unione sessuale è lecita solo all’interno del matrimonio[502] tra uomo e donna e non fuori di esso.

Afferma chiaramente la Congregazione per la Dottrina della Fede: ” … l’uso della funzione sessuale ha il suo vero senso e la sua attitudine morale soltanto nel matrimonio legittimo.[503]

Dio attraverso la Bibbia, la Tradizione e il Magistero ci ha chiamato alla divinizzazione e alla santità, alla castità, ed ha chiaramente condannato gli atti impuri contro natura.

L’uomo, in Cristo, deve essere immagine e somiglianza di Dio, quindi deve manifestare nella sua vita la santità di Dio la purezza divina e non l’immoralità dell’attività omosessuale.

La via che conduce al Cielo non è quella della fornicazione o degli atti impuri contro natura … ma è la via della santità e della castità.

Lo Spirito Santo che guida la Chiesa e ha guidato gli autori biblici e i santi Dottori e tutti i santi scrittori ecclesiastici ha sempre indicato che la via che conduce al Cielo, la via che l’uomo deve percorrere, la via di Cristo, non è la via della pratica omosessuale ma quella della castità; tale castità prevede  atti sessuali  santi e leciti solo all’interno del matrimonio.

Dio non ci ha creato perché ci immergessimo nei piaceri peccaminosi eterosessuali o omosessuali! Dio ci ha creato per vivere nella sua volontà, nella castità.

Le tendenze omosessuali vanno santamente rinnegate e non assecondate; gli atti omosessuali sono peccati gravissimi da evitare assolutamente, a tutti i costi!

I nemici spirituali ci spingono al peccato, anche a quello di omosessualità, ma noi , con l’aiuto di Dio possiamo e dobbiamo resistere.

Dio che ci comanda di non peccare e quindi di non commettere atti omosessuali ci aiuta a osservare i suoi comandi.

Contrariamente a ciò che afferma Piana, la Chiesa non è guidata da un pensiero dualista quando afferma l’obbligo di non commettere atti impuri contro natura. La Chiesa sa che Cristo è venuto a salvare tutti gli uomini e che in Lui viene ricostituita, in certo modo, la situazione precedente al peccato e l’uomo pur ferito nella sua natura a causa del peccato può in Cristo partecipare alla natura divina, vivere in pienezza secondo la Legge divina ed evitare i peccati di omosessualità.

La Scrittura e la Tradizione, con il Magistero indicano chiaramente che esiste una natura, esiste una Legge Naturale … quindi sono evidentemente fuori dalla sana dottrina le affermazioni di Piana che tendono ad accantonare il concetto di natura e la Legge naturale nonché la Legge divina positiva e presentano un approccio personalista ed ermeneutico che superi quello naturalista e conduca a legittimare gli atti omosessuali.

Peraltro nel “Manuale di Bioetica” del Cardinale Sgreccia leggiamo che, a suo parere, l’etica personalista coincide con il Magistero cattolico nel condannare la pratica omosessuale[504] .

Come dice un interessante documento della Commissione Teologica Internazionale che si intitola “Alla ricerca di un’etica universale. Nuovo sguardo sulla legge naturale” e che tratta proprio della legge naturale  : “Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) e l’enciclica “Veritatis splendor” (1993) assegnano un posto determinante alla legge naturale nell’esposizione della morale cristiana [505].”[506]

Esiste una Legge naturale e condanna gli atti omosessuali , esistono una Legge Antica e una Legge Nuova che ugualmente condannano, tutte, chiaramente, tali atti, dice s. Tommaso.[507]

Nel Commento a Isaia s. Tommaso afferma: “Ad quod dicendum, quod, sicut dicit philosophus, coniunctio maris et feminae in hominibus non est tantum propter generationem, sicut in brutis, sed etiam ad commodum vitae: unde et maris et feminae sunt diversae operationes, in quibus auxiliantur sibi invicem. Secundum ergo quod aliquid diversimode ordinatur ad hos fines, secundum hoc diversimode dicitur naturale vel innaturale. Id enim quod nullo modo potest stare cum fine dicto, est omnino innaturale, et nunquam potest esse bonum, sicut vitium sodomiticum: et sicut hoc, quod una mulier habeat plures viros, quia una non fecundatur a pluribus: et quantum ad vitam civilem, quia una non regitur a pluribus; sed e contrario”. (Super Isaiam, cap. 4 l. 1. )

L’unione sessuale è tra uomo e donna ed è ordinata alla procreazione e all’aiuto reciproco. Ciò che esula dal rapporto tra uomo e donna e che è assolutamente incompatibile con il fine detto della procreazione e dell’aiuto reciproco è del tutto innaturale e non può mai essere un bene, come il peccato di sodomia. Dice significativamente il s. Dottore, dopo aver svolto un discorso basato su principi di ragione: “Queste nostre conclusioni sono confermate dall’autorità di Dio. Che infatti sia illecita l’emissione dello sperma da cui non può derivare la prole, è evidente; poiché sta scritto: «Non commettere l’abominazione di usare con un uomo come fosse una donna, e non ti accoppiare con nessuna bestia» (Lev., XVIII, 22 ss.). E S. Paolo afferma: «Né gli effeminati, né gli omosessuali… possederanno il regno di Dio» (I Cor., VI, 10). Ed è pure evidente che è illecita la fornicazione e ogni altro atto sessuale fuori che con la propria moglie”.[508]

Quindi la Legge Naturale già condanna l’omosessualità praticata ma poi la Legge Antica è stata chiarissima nel condannare gli atti omosessuali e ancora di più lo è la Legge Nuova, come indicano anche i testi riportati da s. Tommaso.

Sottolineo che Piana attraverso la negazione  dell’approccio naturalistico arriva a negare, in realtà, le affermazioni della Legge Naturale, della Legge Antica e della Legge Nuova contrarie all’omosessualità praticata e faccio notare altresì che la persona suppone la natura perché la persona è appunto un sussistente in natura intellettuale. Un vero approccio personalistico non cancella mai un serio approccio naturalistico, un vero approccio personalistico suppone un serio approccio naturalistico, quindi un serio approccio personalistico suppone la legge naturale … e non va contro la Legge naturale …

Il modo di pensare di Piana appare in certo modo figlio del nostro tempo in cui, come afferma giustamente la Commissione Teologica Internazionale nel documento sulla legge naturale, da molti non viene più accettata la Legge Naturale, più precisamente dal tardo Medioevo in poi la visione cristiana legata alla Legge naturale ha perso terreno  : “71. Per diversi motivi storici e culturali, che si ricollegano in particolare all’evoluzione delle idee durante il tardo Medioevo, tale visione del mondo ha perduto la sua preminenza culturale. La natura delle cose non è più legge per l’uomo moderno e non è più un riferimento per l’etica….

72 Con l’eclissi della metafisica dell’essere, la sola capace di fondare sulla ragione l’unità differenziata dello spirito e della realtà materiale, e con la crescita del volontarismo, il regno dello spirito è stato radicalmente opposto al regno della natura. La natura non è più considerata come un’epifania del Logos, ma come «l’altra» dello spirito. …

74 L’evoluzione della comprensione del rapporto dell’uomo con la natura si traduce pure nella rinascita di un dualismo antropologico radicale che oppone lo spirito e il corpo, poiché il corpo è in qualche modo la «natura» in ciascuno di noi (..).

75 … Ogni riferimento a una normativa proveniente da Dio o dalla natura come espressione della sapienza di Dio, cioè ogni «eteronomia», è percepita come una minaccia per l’autonomia del soggetto. La nozione di legge naturale appare allora incompatibile con l’autentica dignità del soggetto.”[509]

Non è quindi strano che nel contesto culturale in cui ci troviamo, Piana abbia messo da parte la Legge naturale  e quindi un sano approccio naturalistico.

La dottrina di Piana è quindi deviata e deviante sia a livello filosofico, sia a livello teologico.

Dio ci liberi dalle perversioni dottrinali che questo autore con questo suo libro ha veicolato.

 

 

a,6) Piana perde la dimensione liturgica che è alla base della lecita attività sessuale cristiana; la sessualità è lecita solo nel Matrimonio, che è Sacramento.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Piana non si rende conto che Dio ha chiaramente manifestato nella Scrittura e nella Tradizione e in particolare nella Liturgia che il suo progetto sull’uomo non prevede che l’uomo compia atti omosessuali, infatti il progetto di Dio sull’uomo in Cristo è progetto di grazia e di castità che prevede vita sessuale solo all’interno di un matrimonio … e quindi tra uomo e donna e solo dopo che Dio li ha uniti.[510]

S. Tommaso ugualmente affermò che: ” … in isto praecepto, non moechaberis, prohibetur non solum adulterium, sed omnis carnalis corruptio, praeter eam quae est matrimonii”[511]In questo precetto, non commetterai atti impuri, è proibito non solo l’adulterio ma ogni unione carnale, eccetto quella che si compie nel matrimonio.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica è molto chiaro nell’affermare che il Sacramento del Matrimonio è tra uomo e donna e che Dio unisce attraverso tale Sacramento i due sposi.

Tale Catechismo sottolinea come il matrimonio entra nel vero disegno di Dio (n. 1602) e nel vero ordine della creazione (1603ss).

Si noti bene che è Dio che unisce i due sposi: “Il consenso, mediante il quale gli sposi si donano e si ricevono mutuamente, è suggellato da Dio stesso. …  L’alleanza degli sposi è integrata nell’Alleanza di Dio con gli uomini: « L’autentico amore coniugale è assunto nell’amore divino ». [512]” (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1639)

Il vincolo coniugale è stabilito da Dio e non può essere sciolto (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1640)

In questa luce occorre vedere l’alterità sessuale e la fecondità che caratterizzano il rapporto lecito: solo l’alterità uomo-donna consacrata da Dio nel Sacramento e quindi solo la fecondità che si attua nel rapporto uomo-donna consacrato da Dio nel Sacramento sono elementi del rapporto lecito; fuori da questo ambito il rapporto è illecito e immorale.

Il matrimonio rimanda alla relazione sponsale tra Cristo e la Chiesa, il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 1661 : “Il sacramento del Matrimonio è segno dell’unione di Cristo e della Chiesa. Esso dona agli sposi la grazia di amarsi con l’amore con cui Cristo ha amato la sua Chiesa … ” Solo in questa grazia matrimoniale sono leciti i rapporti sessuali, non fuori di essa.

Il Matrimonio unisce in Cristo i due sposi, li rende una sola carne e nel loro amore manifesta l’amore di Cristo per la Chiesa e in questa linea rende leciti gli atti sessuali aperti alla vita ma, si noti bene, non rende leciti gli atti contro natura come la sodomia.

L’unione che Dio ha attuato nei due sposi attraverso il Sacramento è necessaria perché gli atti sessuali siano leciti e santi.

Il Matrimonio implica, peraltro, una vocazione dei nubendi, il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “La vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell’uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore.” (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1603)

Tale vocazione, tale Sacramento, tale unione e tale santa attività sessuale evidentemente non esistono e non possono esistere per le coppie omosessuali!

L’orientamento omosessuale è un orientamento disordinato appunto perché si oppone a questa vocazione fondamentale divina e a ciò che da essa consegue: una Liturgia sacramentale attraverso cui Dio unisce la coppia sicché diventano “una sola carne”. Piana evidentemente mette da parte questa dimensione fondamentale della vita cristiana e va fuori dalla sana dottrina cattolica.

La Liturgia cristiana, aggiungo, è alla base della vita cristiana e in particolare della vita degli sposi cristiani … ma non c’è nessuna Liturgia alla base della vita cristiana delle coppie omosessuali anzi c’è una radicale contrarietà alla Liturgia cristiana che chiama alla santità e alla castità e quindi la pseudo liturgia inventata dai Vescovi belgi con la quale vengono benedette coppie omosessuali, come abbiamo visto, non è un Matrimonio e non è da considerarsi Liturgia essendo chiaramente in opposizione alla fede cristiana.

Ricordo a questo riguardo che  “ … Quando la Chiesa celebra i sacramenti, confessa la fede ricevuta dagli Apostoli. Da qui l’antico adagio: « Lex orandi, lex credendi » (oppure: « Legem credendi lex statuat supplicandi », secondo Prospero di Aquitania [secolo quinto]).[513]”(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1124) La legge della preghiera è la legge della fede, ma d’altra parte la legge della fede è alla base della legge della preghiera, sicché una “liturgia” che benedica situazioni di peccato pubblico, come è il caso delle coppie omosessuali, non è Liturgia cattolica.

La Liturgia è fons e culmen della vita cristiana, Piana lo dimentica, evidentemente, o vuole dimenticarlo e fa quindi un discorso che di cristiano ha veramente poco o nulla … anzi fa un discorso che va contro la sana dottrina cristiana!

 

 

a,7) Domanda: perché Piana e altri con lui non sono stati bloccati prima, cioè ai tempi di Benedetto XVI, visto che già da allora “pontificavano” diffondendo i loro chiarissimi errori?

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Ultima questione su cui riflettere: il libro di G. Piana è del 2010, come mai il Papa di allora, Benedetto XVI non è intervenuto per condannare nettamente tale testo così come la S. Sede fece per i libri di Farley, di Vidal, di Gramick e Nugent ?

Non so rispondere a questa domanda, né so rispondere ad altre domande simili che riguardano, per esempio, le affermazioni di p. Maggi con i colossali errori per non dire eresie che diffonde riguardo all’omosessualità [514] : perché non hanno bloccato p. Maggi già ai tempi di Benedetto XVI, visto che già nel 2011 faceva affermazioni del tutto errate?[515]

Dio ci illumini.

Comunque è ovvio da quello che vediamo che quello che il Papa attuale sta realizzando non è un qualcosa che è apparso improvvisamente … era qualcosa che si andava preparando già da tempo … e che purtroppo non è stato sradicato quando doveva esserlo.

Probabilmente le responsabilità per la situazione attuale vanno anche messe sulle spalle di coloro che c’erano prima e non hanno vigilato e non sono intervenuti come dovevano.

Certamente Benedetto XVI su questi temi è stato irreprensibile nelle sue affermazioni e certo non appoggiava certi errori ma resta la domanda: perché non è intervenuto e perché i suoi collaboratori non sono intervenuti in maniera veramente forte per liberare la Chiesa da certi errori?

Probabilmente occorre tenere conto del fatto che non tutti i collaboratori di Papa Benedetto condividevano le sue idee … probabilmente alcuni avevano anch’essi idee deviate sul tema dell’omosessualità e magari facevano parte della lobby gay perciò hanno lasciato che personaggi come Piana, Maggi e altri operassero praticamente indisturbati … ricordo che uno dei collaboratori di papa Benedetto alla Congregazione per la Dottrina della Fede, K. Charamsa, sacerdote che allora era anche professore di teologia, ha fatto un clamoroso “coming out” e rivelato la sua omosessualità nei primi anni del pontificato di Francesco ed ha cominciato a convivere con un uomo[516].

Potrebbe anche darsi che il libro di Piana, come le affermazioni di p. Maggi non siano stati fatti conoscere alla Congregazione per la Dottrina della Fede sicché potessero studiarli e condannarli.

Comunque sia è chiaro, dalle stesse parole di Benedetto XVI che da dopo il Concilio si è sviluppata tra i teologi tutta una potente azione pervertitrice della dottrina cattolica specie in campo morale[517], azione che evidentemente non è stata sradicata come si doveva a quei tempi e anche dopo, e che ora, grazie a Papa Francesco, sta portando ora in pienezza i suoi frutti marci e velenosi.

 

 

b) Il libro di A. Oliva op, “L’amicizia più grande. Un contributo teologico alle questioni sui divorziati risposati e sulle coppie omosessuali”, e un articolo dello stesso autore

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Abbiamo visto nei paragrafi precedenti i colossali errori di G. Piana … qui possiamo vedere come tali errori sostengono altri errori … Esamineremo qui di seguito il testo di un padre domenicano, p. Oliva, che, come Piana e sulla sua scia, apre le porte alla liceità della pratica omosessuale.

P. Oliva cita G. Piana e il suo libro “Omosessualità” quale testo cui egli si collega per giungere ad affermare la liceità della pratica omosessuale, infatti afferma: “L’étude présente, qui peut apparaître anachronique par son style, a pour but de montrer qu’un changement souhaitable de la part du Magistère concernant l’homosexualité et l’exercice de la sexualité par des couples homosexuels correspondrait non seulement aux recherches anthropologiques, théologiques et exégétiques actuelles (4) aussi aux développements d’une tradition théologique (5), thomiste en particulier. ”[518]

Traduzione indicativa: il presente studio, che può apparire anacronistico nello stile, mira a mostrare che un auspicabile mutamento da parte del Magistero in materia di omosessualità e di esercizio della sessualità da parte delle coppie omosessuali non corrisponderebbe solo a ricerche antropologiche, teologiche ed esegetiche attuali ma anche agli sviluppi di una tradizione teologica, tomista in particolare.

Le ricerche teologiche che p. Oliva cita nel passaggio appena visto sono quelle che si possono leggere in:

– B.   Brogliato, D. Migliorini L’amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e pastorale. In dialogo per una nuova sintesi, Assisi, Cittadella Editrice, 2014  ;

– G.   Piana, Omosessualità. Una proposta etica, Assisi, Cittadella Editrice, 2010.[519]

A differenza di Piana, però, il padre domenicano Oliva nel suo libro[520] si occupa molto della dottrina di s. Tommaso distorcendola gravemente. Data l’importanza dell’autore, membro della Commissio Leonina, data l’importanza della dottrina tomista per la teologia morale, specie dopo che il Papa ha detto che l’Amoris Laetitia è tomista[521], e tenendo conto del fatto che le affermazioni di p. Oliva sono state riprese da alcuni moralisti, è importante esaminare con una certa profondità gli errori di questo autore e confutarli.

Buona parte degli errori di p. Oliva si basa su una distorta interpretazione di un testo di s. Tommaso (cfr. I-II q. 31 a. 7) e sull’emarginazione di punti fondamentali della dottrina tomista.

Per procedere con ordine, quindi, prima di affrontare direttamente tali errori e confutarli mi sembra opportuno esaminare il testo del Dottore Angelico e tali punti fondamentali della dottrina tomista .

Dio intervenga!

 

 

b,1) Il testo di s. Tommaso I-II q. 31 a. 7 e la causa teologica dell’omosessualità.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Nell’articolo in questione s. Tommaso spiega anzitutto che: “ … nell’uomo la natura si può prendere in due sensi.

Primo, in quanto la natura dell’uomo consiste specialmente nell’intelletto, ossia nella ragione …

Secondo, nell’uomo natura può prendersi in antitesi con la ragione: e allora indica quanto è comune all’uomo e agli altri esseri, specialmente quanto non obbedisce alla ragione. …”[522] Secondo questi due sensi, continua il s. Dottore, vi sono dei piaceri naturali e secondo entrambi i sensi vi sono alcuni piaceri innaturali, sebbene siano connaturali secondo qualcosa per alcuni; p. es. per i cannibali , spiega ancora s. Tommaso, è connaturale e piacevole mangiare gli uomini; per gli omosessuali è connaturale il coito con uomini  e ciò accade per una corruzione dei principi della natura in alcune persone. (cfr. I-II q. 31 a. 7  in c.)

Occorre sottolineare l’importanza che ha nell’articolo l’affermazione di s. Tommaso per cui: “Secundum utrasque autem delectationes, contingit aliquas esse innaturales, simpliciter loquendo, sed connaturales secundum quid.” (I-II q. 31 a. 7)

I due termini simpliciter e secundum quid vanno rettamente intesi secondo la mente di s. Tommaso. Il termine simpliciter significa due cose[523]:

-assolutamente, cioè secondo la natura propria dell’essere , senza nessuna aggiunta a tale natura;

-totalmente, cioè universalmente.

I piaceri antropofagici o omosessuali sono semplicemente innaturali per l’uomo cioè sono assolutamente innaturali, sono innaturali secondo la natura propria dell’essere umano, senza nessuna aggiunta a tale natura, e sono anche totalmente, cioè universalmente, per tutti gli uomini, innaturali.

Il termine secundum quid si oppone a simpliciter e significa secondo qualcosa, quindi non assolutamente, cioè non secondo la natura propria dell’essere , ma riguardante qualcosa di aggiunto a tale natura e significa altresì non totalmente, cioè non universalmente.

Nel Lexicon tomista di Deferrari leggiamo p. es. : “ bonum secundum quid and bonum simpliciter, the good in a certain respect or the relatively good, and the simple or plainly good, that which has all the perfection, substantial and accidental, which is due to it. Quod autem non habet ultimam perfectionem, quam debet habere, quamvis habeat aliquam perfectionem, inquantum est actu, non tamen dicitur perfectum simpliciter nec bonum simpliciter, sed secundum quid, I. Q. 5. Art. 1 ad 1; si quidem aliquid defuerit de debita essendi plenitudine, non dicetur simpliciter bonum, sed secundum quid, I-II. Q. 18. Art. 1 c”[524]

Bonum secundum quid e bonum simpliciter significano rispettivamente il bene sotto un certo aspetto o relativamente bene, e il bene semplicemente o chiaramente, cioè il bene che ha tutta la perfezione sostanziale e accidentale che gli è dovuta. Ciò che non ha l’ultima perfezione che deve avere, sebbene abbia una certa perfezione, non è semplicemente buono ma è buono secundum quid, cioè secondo qualcosa.

I piaceri antropofagici o omosessuali sono connaturali per l’uomo secondo qualcosa, quindi non assolutamente, cioè non secondo la natura propria dell’uomo ma riguardo a qualcosa di aggiunto a tale natura; tali piaceri sono inoltre connaturali per l’uomo non totalmente, cioè non universalmente, non per tutti ma per alcune persone.

Questo vuol dire che anche per i cannibali e per gli omosessuali  i piaceri provenienti da antropofagia e rapporti contro natura sono semplicemente innaturali cioè sono assolutamente innaturali, sono innaturali secondo la natura propria dell’essere umano senza nessuna aggiunta a tale natura, e sono anche totalmente, cioè universalmente, innaturali per ogni uomo e quindi per ogni omosessuale.

I piaceri omosessuali e antropofagici sono, invece, connaturali ad alcuni uomini secondo qualcosa, cioè non assolutamente, non secondo la natura propria dell’essere, ma riguardo a qualcosa di aggiunto a tale natura e inoltre tali piaceri sono connaturali non universalmente, non per tutti gli uomini.

Ciò che è aggiunto alla natura propria dell’essere umano e che rende naturali ad alcuni secondo qualcosa i piaceri omosessuali o antropofagici è la corruzione dei principi naturali della specie e il fatto che tali piaceri siano connaturali per alcuni secondo tale corruzione significa che queste persone sono spinte da tale corruzione a compiere certi atti omosessuali o antropofagici, cioè significa che questa “connaturalità” li spinge al peccato.

Ora, la corruzione dei principi naturali della specie si è compiuta nell’uomo a causa del peccato  e la “connaturalità” che ne è scaturita  è il fòmite, che appunto spinge l’uomo al peccato; s. Tommaso, infatti, precisa appunto che l’opera di corruzione della natura umana si compie nel singolo uomo attraverso il peccato originale e anche attraverso i peccati personali (cfr. I-II q. 85 a.3); lo stesso santo Dottore precisa inoltre che: “ Ad quintum dicendum, quod pronitas ad malum, quae dicitur fomes, non consequitur naturam sicut habilitas ad bonum, sed consequitur corruptionem naturae, quae est ex culpa; et ideo fomes totaliter per gratiam tolli potest, non autem bonum naturae per culpam.”( De malo, q. 2 a. 12 ad 5.)

L’inclinazione dell’uomo al male, determinata dal peccato originale e dal peccato attuale, e indicata con il termine tecnico di carne o fomite non è conseguenza della natura come un’abilità per il bene ma è conseguenza della corruzione della natura causata dalla colpa.

La corruzione della natura, causata dal peccato, e non la vera natura dell’uomo, è ciò che produce questa inclinazione al male e quindi la tendenza alla pratica omosessuale e all’antropofagia.

Volendo indagare più a fondo su tale corruzione della natura dobbiamo affermare che il peccato originale ha diminuito, secondo s. Tommaso, il bene di natura dell’uomo e per bene di natura si possono intendere:

1)gli stessi principi della natura umana dai quali essa è costituita, come le potenze dell’anima etc..; questi principi non sono stati né diminuiti né cancellati dal peccato originale;

2)l’inclinazione dell’uomo alla virtù; questa inclinazione è diminuita con il peccato originale;

3)il dono della giustizia originale che fu data nel primo uomo a tutta l’umanità; questo bene è andato totalmente perduto con il primo peccato (Cfr. S.Th., I-II q. 85 a.1)

Prima del peccato originale, le forze inferiori dell’anima erano sottoposte alla ragione la quale era sottomessa a Dio e da Dio perfezionata; il peccato e in particolare il peccato originale, ha determinato e determina nell’anima dell’uomo quattro “ferite” cioè ha disordinato l’anima umana su quattro aspetti:

1)la ragione è stata destituita dal suo ordine al vero e si è determinata nell’uomo l’ignoranza per cui la ragione è come inebetita soprattutto nell’agire,

2)la volontà è stata destituita dal suo ordine al bene e si è determinata nell’uomo la “ferita” della malizia, per cui la volontà stessa è indurita nella sua tensione verso il bene;

3)l’appetito irascibile è stato destituito dal suo ordine verso le cose ardue e si è determinata nell’uomo la “ferita” dell’infermità;

4)l’appetito concupiscibile è stato destituito dal suo ordine a ciò che è dilettevole secondo la moderazione dettata dalla ragione e si è determinata la “ferita” della concupiscenza (Cfr. S.Th., I-II q. 85 a.3 ).

S. Tommaso conclude dicendo: “Siccome però l’inclinazione al bene viene menomata in ciascuno anche dal peccato attuale, come sopra abbiamo dimostrato, queste quattro piaghe accompagnano pure gli altri peccati; col peccato, cioè, la ragione si offusca, specialmente in campo pratico; la volontà diviene restia al bene; cresce l’interna difficoltà a ben operare; e la concupiscenza si accende.”[525]

In queste 4 ferite consiste il fomite di cui parla s. Tommaso e appunto effetto del fomite sono le tendenze disordinate e quindi i piaceri innaturali (delectationes innaturales) tra cui le tendenze e i piaceri omosessuali o antropofagici  di cui s. Tommaso parla, come visto, in I-II q. 31 a. 7  in c.

Tali tendenze e piaceri disordinati possono essere cancellati radicalmente dalla grazia di Cristo (cfr. De malo, q. 2 a. 12 ad 5)

Queste tendenze e piaceri, come detto, sono semplicemente innaturali per tutti gli uomini perciò, come s. Tommaso afferma, la Legge naturale impone all’uomo di non seguire tali tendenze e di non gustare tali piaceri; la Legge naturale, in particolare, condanna la lussuria, specie se contro natura, e tale condanna è confermata dalla Legge rivelata[526]

Nel Commento a Isaia s. Tommaso afferma: “Ad quod dicendum, quod, sicut dicit philosophus, coniunctio maris et feminae in hominibus non est tantum propter generationem, sicut in brutis, sed etiam ad commodum vitae: unde et maris et feminae sunt diversae operationes, in quibus auxiliantur sibi invicem. Secundum ergo quod aliquid diversimode ordinatur ad hos fines, secundum hoc diversimode dicitur naturale vel innaturale. Id enim quod nullo modo potest stare cum fine dicto, est omnino innaturale, et nunquam potest esse bonum, sicut vitium sodomiticum: et sicut hoc, quod una mulier habeat plures viros, quia una non fecundatur a pluribus: et quantum ad vitam civilem, quia una non regitur a pluribus; sed e contrario”(Super Isaiam, cap. 4 l. 1. )

L’unione sessuale è tra uomo e donna ed è ordinata alla procreazione e all’aiuto reciproco. Ciò che esula dal rapporto tra uomo e donna e che è assolutamente incompatibile con il fine detto della procreazione e dell’aiuto reciproco è del tutto innaturale e non può mai essere un bene, come il peccato di sodomia.

Dice ulteriormente il s. Dottore: “Queste nostre conclusioni sono confermate dall’autorità di Dio. Che infatti sia illecita l’emissione dello sperma da cui non può derivare la prole, è evidente; poiché sta scritto: «Non commettere l’abominazione di usare con un uomo come fosse una donna, e non ti accoppiare con nessuna bestia» (Lev., XVIII, 22 ss.). E S. Paolo afferma: «Né gli effeminati, né gli omosessuali… possederanno il regno di Dio» (I Cor., VI, 10). Ed è pure evidente che è illecita la fornicazione e ogni altro atto sessuale fuori che con la propria moglie”[527].

La pratica omosessuale è contraria alla vera natura dell’uomo perciò è condannata dalla Legge naturale ed è condannata anche dalla Legge rivelata. La condanna di tale pratica è assoluta e rientra tra i comandi negativi della Legge divina che mai possono essere violati, in particolare rientra nel comando: non commettere atti impuri.

S. Tommaso affermò in questa linea che: ” … in isto praecepto, non moechaberis, prohibetur non solum adulterium, sed omnis carnalis corruptio, praeter eam quae est matrimonii”.[528]

Il sesto comandamento proibisce qualunque atto sessuale fuori dell’unione matrimoniale, quindi proibisce la pratica omosessuale. Tale proibizione è assoluta e vale sempre e per sempre, infatti, come dicemmo, Tommaso precisa che i precetti negativi del Decalogo obbligano sempre e per sempre, sempre e in ogni circostanza, in modo assoluto, mentre i precetti affermativi obbligano sempre ma non “ad semper”, cioè obbligano a luogo e tempo convenienti[529]

Nella Somma Teologica leggiamo: “… i precetti negativi della legge vietano gli atti peccaminosi, i precetti affermativi portano ad atti di virtù. Ma gli atti peccaminosi sono malvagi per se stessi, e possono  essere fatti in modo buono in nessuna maniera, in nessun luogo e in nessun tempo: poiché sono legati per se stessi a un fine malvagio, come dice Aristotele. E così i precetti negativi obbligano sempre e in tutti i casi.” [530]

In molti passi delle sue opere s. Tommaso ribadisce questa dottrina per cui precetti negativi del Decalogo  obbligano sempre e per sempre [531]

Cristo è venuto e ci ha portato la sua grazia appunto per risanare la nostra natura corrotta, per farci osservare in pienezza la Legge divina e per farci vivere non secondo la corruzione della natura ma secondo la nostra vera natura e secondo la grazia, cioè secondo la natura divina partecipata.

 

 

b,2) L’opera di Cristo e della grazia sulla natura umana corrotta a causa del peccato. L’opera di Cristo attraverso la Liturgia.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

La venuta di Cristo e della sua grazia opera per risanare l’uomo e per renderlo capace di realizzare azioni soprannaturali meritorie in ordine al raggiungimento della beatitudine eterna. Per la grazia riceviamo una “nuova natura” cioè una “super natura” che è partecipazione alla natura divina, per tale natura è connaturale all’uomo camminare sulla via della santità e per questa “super natura”, in modo particolare, è innaturale compiere il peccato, come atti impuri, pratiche omosessuali etc.. Per tale super natura si superano le miserie della natura corrotta e l’uomo può camminare verso il Cielo nella Legge divina.

S. Tommaso conosce molto bene la grazia e se dice che certi atti oggettivamente gravi sono connaturali a qualcuno secondo qualcosa vuole spiegare la pronitas (inclinazione) al peccato che si riscontra negli uomini.

All’uomo, ferito a causa del peccato e avente tale pronitas al peccato, la grazia è necessaria quanto a due aspetti: affinché l’uomo sia sanato, nella sua natura, dalle ferite del peccato e perché operi il bene della forza soprannaturale, ossia realizzi le azioni soprannaturali meritorie (Cfr.  I-II q. 109 a. 2), e giunga alla gloria eterna, cioè alla beatitudine perfetta (cfr. I-II q.109 ).

Riguardo alla necessità dell’azione risanatrice della grazia S. Tommaso spiega che a causa del peccato originale:

1)l’uomo ha contratto una “macchia” da cui l’uomo stesso non può essere risanato se non con una nuova illuminazione realizzata da Dio attraverso un dono abituale che è precisamente il dono della grazia (abituale);

2) si sono corrotti i beni di natura dell’uomo e l’ordine della natura infranto con il peccato non può essere riparato in modo che la volontà dell’uomo sia sottomessa a Dio se Cristo non attira la volontà dell’uomo attraverso la grazia;

3)l’uomo è incorso nel reato di pena eterna ma tale reato non può essere rimesso se non attraverso la grazia da Dio, contro cui è stata commessa l’offesa e che è il giudice degli uomini;

per tutto ciò è necessario l’aiuto della grazia, cioè il dono di Dio, sia quanto al dono abituale, sia quanto alla mozione interiore divina, affinché l’uomo risorga dal peccato (Cfr.  I-II q.109 a. 7). In particolare attraverso il Battesimo riacquistiamo la grazia santificante e la disposizione al male che è detta concupiscenza e fomite è diminuita ma non è tolta del tutto, normalmente; nell’anima permane quindi, anche dopo il Battesimo, la carne, cioè il fomite, la concupiscenza (cfr. Super Sent., II d. 32 q. 1 a. 1 in co.), che impegna l’uomo alla lotta spirituale fino al raggiungimento della perfetta beatitudine nel Cielo. L’Eucaristia unendoci sommamente a Cristo glorioso e comunicandoci, in certo modo, questa beatitudine, opera precisamente per sanare ulteriormente, rispetto al Battesimo, le ferite causate dal peccato (cfr. IIIª q. 79 a. 6 ad 3 ) e per farci realizzare nella pienezza possibile a noi quaggiù il bene soprannaturale in ordine al conseguimento della divina beatitudine.

In questa linea s. Pio X affermò che il desiderio di Gesù che i fedeli ricevano ogni giorno la s. Eucaristia consiste nel fatto che i cristiani uniti a Dio attraverso questo Sacramento ne traggano forza per reprimere la libidine, per purificare le colpe lievi e impedire quelle più gravi cui è esposta l’umana fragilità.[532]

Inoltre, attraverso la grazia il fomite può essere totalmente cancellato : “Pronitas ad malum qui dicitur fomes, non sequitur naturam sicut habilitas ad bonum sed consequitur corruptionem naturae quae est ex culpa; et ideo fomes totaliter per gratiam tolli potest.”(De Malo q.2 a.12 in c. et ad 5 )

Per la grazia la tendenza dell’uomo al male (che è detta fomite) può essere, quindi, completamente tolta. Riguardo alla necessità della grazia per attuare il bene soprannaturale e meritare la beatitudine del Cielo, occorre notare che già nello stato di natura integra l’uomo aveva bisogno dell’aiuto della grazia solo per praticare tale bene; oggi l’uomo è in uno stato di natura corrotta a causa del peccato, e quindi ha bisogno della grazia sia per essere sanato e sia per praticare il bene soprannaturale (cfr. I-II   q. 109 a.2 ).

In questa linea l’uomo, che già nello stato di natura integra non avrebbe potuto vivere nella carità senza la grazia di Dio, dopo il peccato originale ha ancora più bisogno della grazia per vivere nella carità (cfr. I-II q. 109 a. 4. ); nello stato di natura integra l’uomo poteva astenersi dal peccato con l’aiuto di Dio ma nello stato di natura corrotta l’uomo ha bisogno non solo dell’aiuto di Dio ma anche della grazia sanante affinché si astenga del tutto dal peccato (cfr.  I-II, q. 109 a. 8 in co.).

Si noti che tale bisogno di grazia non è solo per coloro che hanno perso la grazia ma anche per coloro che sono già in grazia: chi già ha conseguito la grazia e non l’ha persa di nuovo, non ha bisogno dell’ausilio della grazia intesa come dono abituale infuso nell’anima, ma ha bisogno dell’aiuto della grazia nel senso che ha bisogno che Dio lo muova ad agire rettamente e questo per due ragioni:

1)noi non possiamo compiere un atto senza che Dio ci muova ad agire;

2)pur avendo la grazia, l’uomo sanato dal peccato originale e dagli altri peccati, non è mai, solitamente, sanato integralmente; finché è in questo mondo, rimane sempre in lui, ordinariamente, come visto, il fomite, vale a dire la concupiscenza; e sebbene l’uomo è sanato quanto alla mente attraverso la grazia, pure permane in certo modo oscurato nell’intelletto, per cui non si rende pienamente conto di quello che gli occorre e perciò è necessario che sia protetto e diretto da Dio, che tutto conosce, perché possa giungere alla beatitudine eterna (Cfr. S.Th.. I-II q. 109 a.9 in c.)

La grazia permette all’uomo, ad ogni uomo, anche a chi ha tendenze omosessuali, di vivere secondo la Legge di Dio nella carità, come detto, e quindi nei divini comandi.

S. Tommaso è molto chiaro nell’affermare che la salvezza non consiste nel vivere secondo la corruzione della natura umana ma consiste nel vivere secondo la grazia, cioè secondo la natura umana perfezionata dalla grazia santificante; la salvezza non consiste nel vivere secondo la tendenza omosessuale e nel compiere atti omosessuali ma consiste nel vivere secondo la grazia, secondo la Legge divina nella vera castità.

Attraverso i Sacramenti e più generalmente attraverso la Liturgia, Cristo comunica la grazia e rende la coppia, sacramentalmente unita a Lui, capace di vivere secondo la Legge di Dio in ordine al Cielo.

Attraverso la Liturgia Cristo fonda con il Matrimonio la vita della coppia in Cristo, unisce gli sposi rendendoli una sola carne e quindi li rende capaci di compeiere atti di unione intima leciti e santi, come abbiamo visto poco più sopra

 

 

b,3) Vari errori del p. Oliva e mie risposte ad essi.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

  1. Oliva commette gravissimi errori dottrinali e perverte in modo colossale la dottrina del Dottore Angelico.

Anzitutto egli afferma che la posizione attuale della Chiesa riconosce che gli omosessuali non scelgono la loro condizione omosessuale ( Oliva cita il n. 2359 del Catechismo della Chiesa Cattolica), ma insegna che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” (Catechismo della Chiesa Cattolica  n. 2357); ora, continua il domenicano, poiché l’agire è determinato dall’essere (agere sequitur esse), obbligare un omosessuale a non porre atti omosessuali significherebbe impedirgli di agire secondo la sua condizione di vita e lo costringerebbe al celibato privandolo della possibilità di scegliere la propria direzione nella vita e discriminandolo rispetto alle persone eterosessuali.[533]

Rispondo a p. Oliva notando anzitutto che nella edizione tipica del Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2359 io non leggo quanto afferma lui, ma leggo: “Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.” Quello che dice P. Oliva non lo leggo neppure negli altri numeri del Catechismo dedicati all’omosessualità … sarebbe bene che p. Oliva si aggiornasse … [534]. Probabilmente il testo citato da p. Oliva è il testo che era nel Catechismo della Chiesa Cattolica nella prima edizione che poi è stata migliorata e corretta con l’edizione tipica.

Inoltre ricordo a tutti che è Cristo che svela l’uomo all’uomo, svela ad ogni uomo, anche all’omosessuale, chi è l’uomo e quale è la sua vocazione. Nella Gaudium et Spes leggiamo  “« Cristo […], proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione ».[535]

In Cristo noi sappiamo che gli atti omosessuali sono peccato grave e che l’ omosessualità è una tendenza disordinata; in Lui possiamo capire anche che: gli omosessuali sono uomini, hanno natura umana, e sono obbligati a osservare i comandamenti divini, anche il comando che vieta l’omosessualità; in Lui, ulteriormente, possiamo intendere che anche gli omosessuali sono uomini feriti dal peccato originale, e che anzitutto da questo peccato e dal disordine che ha portato nell’uomo derivano le tendenze omosessuali.

In Cristo possiamo comprendere anche che Lui è venuto a restaurare la nostra natura ferita dal peccato e a donarci di poter vivere secondo la sua Legge per giungere al Cielo; quindi Cristo è venuto anche a restaurare la natura ferita di coloro che hanno tendenze omosessuali e a donare loro di poter vivere secondo la Legge divina; in Lui l’uomo, anche l’omosessuale, ha la grazia per vivere secondo la volontà di Dio e per vincere le tendenze che lo deviano da tale volontà e che lo spingono appunto a compiere anche il peccato.

Come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1701: “È in Cristo, « immagine del Dio invisibile » (Col 1,15),(Cf 2 Cor 4,4.) che l’uomo è stato creato ad « immagine e somiglianza » del Creatore. È in Cristo, Redentore e Salvatore, che l’immagine divina, deformata nell’uomo dal primo peccato, è stata restaurata nella sua bellezza originale e nobilitata dalla grazia di Dio.[536]

È in Cristo, « immagine del Dio invisibile » (Col 1,15),(Cf 2 Cor 4,4.) che l’uomo,  ogni uomo, anche l’omosessuale, è stato creato ad « immagine e somiglianza » del Creatore. È in Cristo, Redentore e Salvatore, che l’immagine divina, deformata nell’uomo, in ogni uomo, anche nell’omosessuale, dal primo peccato, è stata restaurata nella sua bellezza originale e nobilitata dalla grazia di Dio, sicché in Cristo ogni uomo, anche l’omosessuale, è ad immagine e somiglianza della Trinità e può agire a immagine e somiglianza della Trinità nella volontà di Dio, nella Legge di Dio che comanda anche di non commettere peccati di omosessualità. La posizione della Chiesa semplicemente aiuta l’omosessuale a vivere secondo la sua vera natura, a capire e a realizzare la sua vera vocazione in Cristo e quindi a giungere al Cielo.

La posizione della Chiesa (che, nella linea di quanto appena detto, condanna gli atti omosessuali e considera disordinata l’inclinazione ad essi) quindi non costringe l’omosessuale a non vivere la sua “condizione” di vita, non  lo priva della possibilità di scegliere la propria direzione nella vita, limitando la scelta al celibato, e non discrimina  gli omosessuali nei confronti delle persone eterosessuali.

P. Oliva afferma inoltre che in s. Tommaso vi sarebbe la chiara distinzione tra l’omosessualità, che tende all’amore e all’unione sessuale, e il vizio impuro contro natura con persone dello stesso sesso per cui si attua un uso smodato del piacere puramente venereo.[537]

Rispondo subito a questa affermazione del p. domenicano e dico che essa è falsa ed è una distorsione del pensiero del Dottore Angelico che, ovviamente, non ha nessun supporto nelle opere di s. Tommaso, infatti p. Oliva non cita nessun testo di s. Tommaso su cui basare le sue affermazioni. Per s. Tommaso gli atti impuri contro natura rientrano chiaramente tra gli atti contrari ai precetti negativi della Legge di Dio, tali atti sono vietati “semper et pro semper” o “semper et ad semper” (In Gal, c.6, l.1; II-II q. 33 a. 2 in c.;De malo, q. 7 a. 1 ad 8  etc.)  come abbiamo detto varie volte in questo libro, quindi per s. Tommaso non esistono atti omosessuali leciti. La tendenza alla pratica omosessuale è, inoltre, per s. Tommaso semplicemente una tendenza impura contraria alla natura, infatti è una tendenza che porta a compiere atti radicalmente vietati da Dio, quindi è una tentazione, è una tentazione provocata in noi dal nemico spirituale che è detto carne o fomite. La tendenza omosessuale è una tendenza evidentemente disordinata, è il frutto del peccato (originale e attuale) e tende al peccato e quindi tende ad un amore peccaminoso, e non alla carità, e tende ad un’unione peccaminosa . La carità, per s. Tommaso, come abbiamo visto in questo libro nel capitolo sulla carità, nel I volume, ci porta a vivere secondo i comandamenti e non nel peccato di omosessualità. Il peccato di omosessualità, peccato oggettivamente molto grave, esclude da noi la carità quando è compiuto con piena avvertenza e deliberato consenso.

Un altro errore di p. Oliva sta nell’affermare che il piacere insito nel rapporto omosessuale poiché si trova dalla parte dell’anima, ha il suo principio nell’essere razionale, nell’intelligenza e volontà, della persona omosessuale, perciò per questa persona, singolare, l’omosessualità non può essere considerata innaturale, sebbene non corrisponda alla natura generale della specie.[538]

Oliva sbaglia grandemente perché per s. Tommaso, come visto, il piacere insito nel rapporto omosessuale ha la sua origine nella corruzione che il peccato ha determinato nella natura umana; secondo s. Tommaso e la sana dottrina, per ogni uomo, anche per l’omosessuale, l’omosessualità praticata è qualcosa di radicalmente contrario alla vera natura umana e che fa male all’uomo, è qualcosa che non aiuta l’uomo a realizzarsi in Cristo; l’omosessualità praticata è quindi un male che fa male, come l’antropofagia (cfr. I-II q. 31 a.7) anche se, come visto, la natura corrotta può considerare come piacevoli tutte queste pratiche. La tendenza alla pratica omosessuale è semplicemente una tendenza contraria alla natura, è una tendenza verso ciò che fa male all’uomo e che lo spinge a dannarsi e non a salvarsi. Cristo è venuto perché l’uomo sia risanato anche riguardo alle sue tendenze omosessuali e viva non guidato da esse ma dallo Spirito Santo nella purezza e nella Legge divina. Cristo è venuto perché l’uomo non si lasci guidare dalle tendenze omosessuali ma segua Cristo sulla via della santa Legge di Dio.

Cristo reintegra l’uomo nella sua vera natura e gli permette di vivere secondo essa: gli atti omosessuali sono radicalmente contrari a tale natura.

Oliva afferma che il comandamento “non uccidere” vieta all’antropofago di seguire la sua connaturale inclinazione a nutrirsi di altri uomini ma poi afferma che non può esserci un principio naturale che renda illegale l’inclinazione omosessuale in quanto tale, poiché è connaturale all’individuo omosessuale e ha come fine l’amore per una persona[539]… in realtà s. Tommaso dice chiaramente, come visto, che tali inclinazioni (antropofagiche e omosessuali) sono semplicemente innaturali, contrarie alla vera natura dell’uomo e disordinate, esse provengono dal disordine e dalla corruzione della natura umana e non propriamente dalla natura umana e non vanno seguite.

S. Tommaso pone sullo stesso livello, in I-II q. 31 a. 7, varie immoralità cui l’uomo è spinto: antropofagia, omosessualità praticata; p. Oliva non si rende conto di questo e costruisce un castello di assurdità sulla “connaturalità” della omosessualità …

Dice poi p. Oliva che l’omosessuale è chiamato, come ogni altra persona, a partecipare al mistero dell’amore redentore di Gesù Cristo e alla comunione di grazia in Cristo[540] ma evidentemente non si rende conto, o non vuole rendersi conto, del fatto che Cristo e la grazia operano per sanare l’uomo dalla corruzione della natura e quindi per sanarlo dalla sua tendenza deviata che sia omosessuale o antropofagica o di altro tipo e per indirizzarlo non alla pratica omosessuale o antropofagica ma alla pratica della santità.

Il domenicano aggiunge che nel suo cammino di vita cristiana, la persona omosessuale deve cercare la sua vera vocazione e se non si sente incline alla vita consacrata o al celibato, può innamorarsi di una persona del suo stesso sesso perché questo, pur non essendo connaturale alla specie umana in generale, è comunque connaturale per le persone omosessuali.[541]

Come si vede, p. Oliva realizza una colossale distorsione e perversione del messaggio cristiano e del messaggio di s. Tommaso. La sana dottrina cattolica con s. Tommaso precisa molto bene che la tendenza omosessuale è semplicemente contro natura, è cioè contraria alla natura umana e non va mai seguita; Dio non chiama nessuno a compiere atti omosessuali o a una vita di coppia con un omosessuale. Seguire la tendenza omosessuale è peccato molto grave. Cristo è venuto anche per donarci appunto di non seguire tale tendenza e per farci conoscere la nostra vera vocazione alla santità, in Lui e con Lui.

Oliva parla di carità nella relazione omosessuale[542] ma occorre ricordare che, come ho detto nel capitolo dedicato alla carità, nel I volume, s. Tommaso e la sana dottrina affermano che la carità ci porta ad osservare i comandamenti e non a infrangerli con peccati contro natura. Cristo è venuto per insegnarci la vera via della carità e tale via non passa per la pratica della omosessualità ma per la pratica della vera purezza e per la lotta contro le tendenze omosessuali. Chi si lascia volontariamente e liberamente guidare dalle tendenze omosessuali pecca gravemente e perde la carità. L’attività sessuale lecita è solo quella che si compie all’interno del Matrimonio, tra donna e uomo.[543]

Oliva cita il testo della Summa contra Gentiles l. III c. 122 ma non dice che proprio in esso s. Tommaso afferma: “è illecita la fornicazione e ogni altro atto sessuale fuori che con la propria moglie; poiché sta scritto: «Non vi sia meretrice tra le figlie

d’Israele, né fornicatore tra i figli d’Israele» (Deut., XXIII, 17). E altrove:

«Guardati da qualsiasi fornicazione, e all’infuori della tua moglie tienti lontano

dal peccato» (Tob., IV, 13); «Fuggite la fornicazione» (I Cor., VI, 18).”

La stessa dottrina s. Tommaso ribadisce in altri passi.[544]

Quindi non è lecito nessun atto sessuale tra due uomini!

P. Oliva cita il testo della Somma contra Gentiles l. III c. 122 e quindi afferma: “Ce qui semble curieux, c’est que saint Thomas continue à condamner les péchés contre nature en tant que transgression du commandement de Gn   1, 28 ..”[545]

Ciò che sembra curioso a p. Oliva è che san Tommaso continua a condannare i peccati contro natura come trasgressione del comandamento di Gen 1, 28.

Rispondo a p. Oliva che la lettura del c. 122 del III libro della Somma Contro i Gentili, non manifesta quello che il p. domenicano afferma, infatti s. Tommaso non cita Gen. 1,28 e dice chiaramente che la pratica omosessuale va contro molti passi biblici : Deut. 23, 17; Tob., 4, 13; I Cor. 6, 18. Nella Somma Teologica (cfr. II-II q. 154 a. 11 ) s. Tommaso indica altri passi biblici che condannano l’attività omosessuale. P. Oliva evidentemente non segue veramente s. Tommaso e ne stravolge le affermazioni.

Lo stesso padre domenicano afferma anche :” … le   Magistère actuel de l’Église, en affirmant que le commandement de Gn 1, 28 n’est plus absolu et en permettant aux conjoints légitimes l’usage de la sexualité sans le but de la procréation, permet de développer l’enseignement de saint Thomas.”[546] Cioè l’attuale Magistero della Chiesa, affermando che il comandamento di Gen 1, 28 non è più assoluto e consentendo agli sposi legittimi l’uso della sessualità senza scopo di procreazione, consente di sviluppare l’insegnamento di s. Tommaso.

Rispondo a p. Oliva notando che:

1) la Chiesa è molto chiara e netta nell’affermare anzitutto che  la sessualità è lecita solo nel matrimonio.[547] S. Tommaso ugualmente affermò che: ” … in isto praecepto, non moechaberis, prohibetur non solum adulterium, sed omnis carnalis corruptio, praeter eam quae est matrimonii”[548] nel sesto precetto è vietato ogni peccato carnale ad eccezione di quello che si attua nel matrimonio, il matrimonio è tra uomo e donna e quindi gli atti omosessuali contrastano radicalmente e in maniera insuperabile la dottrina cattolica;

2) la Chiesa ha chiaramente affermato il principio per cui non è mai lecito scindere la dimensione unitiva da quella procreativa dall’atto di unione sessuale[549], quindi l’atto di unione sessuale deve essere fatto da uomo e donna uniti in matrimonio e deve essere fatto mantenendolo sempre aperto alla generazione di una vita nuova, perciò è vietata ogni sodomia e ogni atto contro natura anche tra persone sposate, ancora di più sono vietati gli atti omosessuali;

3) all’interno di una relazione matrimoniale e aperta alla vita la Chiesa permette in alcuni casi di particolare necessità l’uso dei mezzi naturali di regolazione della fertilità e questo già dal 1800[550], successivamente  Pio XI, in particolare, affermò: “E poiché l’atto del coniugio è, di sua propria natura, diretto alla generazione della prole, coloro che nell’usarne lo rendono studiosamente incapace di questo effetto, operano contro natura, e compiono un’azione turpe e intrinsecamente disonesta.

Quindi non meraviglia se la Maestà divina, come attestano le stesse Sacre Scritture, abbia in sommo odio tale delitto nefando, e l’abbia talvolta castigato con la pena di morte … Pertanto, essendovi alcuni che, abbandonando manifestamente la cristiana dottrina, insegnata fin dalle origini, né mai modificata, hanno ai giorni nostri, in questa materia, preteso pubblicamente proclamarne un’altra, la Chiesa Cattolica … proclama altamente, per mezzo della Nostra parola, in segno della sua divina missione, e nuovamente sentenzia che qualsivoglia uso del matrimonio, in cui per la umana malizia l’atto sia destituito della sua naturale virtù procreatrice, va contro la legge di Dio e della natura, e che coloro che osino commettere tali azioni, si rendono rei di colpa grave.” [551] Dunque già Pio XI definiva la contraccezione come intrinsecamente malvagia, intrinsecamente disonesta e citava a sostegno di tale sua affermazione la Scrittura e la Tradizione.

Pio XII ha precisato meglio tale dottrina affermando che:  “Il Nostro Predecessore Pio XI di felice memoria nella sua Enciclica Casti Connubii del 31 dicembre 1930 proclamò di nuovo solennemente la legge fondamentale dell’atto e dei rapporti coniugali : che ogni attentato dei coniugi nel compimento dell’atto coniugale o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, attentato avente per scopo di privarlo della forza ad esso inerente e di impedire la procreazione di una nuova vita, è immorale; e che nessuna « indicazione » o necessità può mutare un’azione intrinsecamente immorale in un atto morale e lecito ( cfr. Acta Ap. Sedis vol 22, p. 559 e segg.).  …”[552] Quindi il Pontefice italiano spiegò che riguardo all’uso di mezzi naturali di regolazione della fertilità consistenti nell’osservazione dei periodi agenesici occorre notare anzitutto che il Matrimonio è nullo se uno degli sposi nell’atto del Matrimonio intendeva “restringere ai tempi di sterilità lo stesso diritto matrimoniale … in modo che negli altri giorni l’altro coniuge non avrebbe neppure il diritto di richiedere l’atto”.

Il Papa proseguiva dicendo: “Se invece quella limitazione dell’atto ai giorni di naturale sterilità si riferisce non al diritto stesso, ma solo all’uso del diritto, la validità del matrimonio resta fuori discussione tuttavia la liceità morale di una tale condotta dei coniugi sarebbe da affermare o da negare, secondo che l’intenzione di osservare costantemente quei tempi è basata, oppure no, su motivi morali sufficienti e sicuri. …”[553]

Il Papa spiegava queste sue affermazioni precisando che dalla prestazione positiva obbligatoria dell’unione sessuale da parte della coppia unita in matrimonio in ordine alla conservazione della specie umana: “i coniugi possono esimersi “per lungo tempo, anzi per l’intera durata del matrimonio” per “seri motivi, come quelli che si hanno non di rado nella cosiddetta «indicazione» medica, eugenica, economica e sociale. Da ciò consegue che l’osservanza dei tempi infecondi può essere lecita sotto l’aspetto morale; e nelle condizioni menzionate è realmente tale.”[554]

In sostanza i coniugi sono ammessi a unirsi carnalmente in modo oggettivamente retto e aperto alla vita, questo loro diritto implica un dovere cioè quello di provvedere alla generazioni di figli, tale dovere decade per seri motivi sicché i coniugi possono lecitamente usare del loro diritto senza dover provvedere alla generazioni di figli; perciò è lecito, per seri motivi unirsi carnalmente, come detto, osservando i tempi agenesici e quindi praticando i metodi naturali di regolazione della fertilità, per la stessa dottrina è lecito unirsi sessualmente da parte delle coppie di sposi incapaci di procreare. Questa dottrina non è una novità, la troviamo chiaramente affermata già con Pio XI laddove egli insegna che: “Né si può dire che operino contro l’ordine di natura quei coniugi che usano del loro diritto nel modo debito e naturale, anche se per cause naturali, sia di tempo, sia di altre difettose circostanze, non ne possa nascere una nuova vita. Infatti, sia nello stesso matrimonio, sia nell’uso del diritto matrimoniale, sono contenuti anche fini secondari, come il mutuo aiuto e l’affetto vicendevole da fomentare e la quiete della concupiscenza, fini che ai coniugi non è proibito di volere, purché sia sempre rispettata la natura intrinseca dell’atto e, per conseguenza, la sua subordinazione al fine principale.”[555]. Questa stessa dottrina ritroviamo nei documenti magisteriali successivi: la “Humanae Vitae” di Paolo VI e la “Familiaris Consortio.” di s. Giovanni Paolo II.

Gli sposi hanno dunque un diritto a unirsi carnalmente rettamente, tale diritto non lo hanno coloro che non sono sposati né tantomeno lo hanno gli omosessuali a unirsi carnalmente tra loro.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica è molto chiaro nel riproporre queste verità e nel condannare, con s. Tommaso, la pratica omosessuale (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2338 ss. , in particolare nn. 2357 ss.) in questi testi troviamo peraltro affermato che, come visto, non solo tutta la Bibbia ma anche tutta la Tradizione condannano radicalmente l’omosessualità praticata.

P. Oliva eviti di cercare falsi appigli in testi appartenenti alla Tradizione per diffondere le sue affermazioni ampiamente e radicalmente condannate da sempre dalla Chiesa, dalla Bibbia e dalla Tradizione.

P. Oliva eviti in particolare di dire che grazie alle novità dell’Humanae Vitae 10, sebbene l’organo sessuale sia fisiologicamente ordinato all’altro sesso, nulla proibirebbe di usarlo nei rapporti con lo stesso sesso nel contesto del vero amore omosessuale, unico, fedele e gratuito, tenendo conto della connaturalità, per alcune persone, del “contro natura”, nonché delle eccezioni consentite dalla legge naturale, dai principi metafisici, antropologici, teologici, esegetici e magisteriali che egli cita[556]

Humanae Vitae e tutto il Magistero cattolico  sbarrano radicalmente la strada alla legittimazione di ogni atto sessuale realizzato fuori del matrimonio, mentre riconoscono, nella linea di Pio XI un diritto dei coniugi a unirsi intimamente rettamente, diritto che permane e può essere esercitato, con le precisazioni fatte più sopra, anche in tempi agenesici.

Oliva eviti di fare affermazioni di questo genere appena visto perchè sono gravissimi errori condannati fondamentalmente da s. Tommaso, dal Magistero, da Papa s. Paolo VI e prima ancora dalla Bibbia e poi da tutta la Tradizione, come abbiamo visto chiaramente finora; le novità di Humanae Vitae non hanno nulla a che fare con la legittimazione della pratica omosessuale, esse riguardano le persone unite in matrimonio e ribadiscono la dottrina cattolica … quindi ribadiscono implicitamente la condanna degli atti omosessuali.

P. Oliva per legittimare le pratiche contro natura fonda i suoi errori sulle distorsioni mentali che egli segue e non sulla verità cattolica e tomista; sempre a questo scopo egli mette da parte molte delle condanne magisteriali alla pratica omosessuale e nasconde le forti ragioni che s. Tommaso presenta ben valide per sostenere la condanna degli atti impuri contro natura.[557]

Oliva aggiunge[558]che tutti gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso compiuti per puro piacere venereo rimangono ovviamente peccati, perché sono contrari alla virtù della castità, ma non perché sono atti sessuali tra persone dello stesso sesso.

Rispondo dicendo che questo è un altro colossale errore visto che gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso sono tutti gravissimi peccati contrari alla castità come emerge chiaramente anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr.   Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2338 ss. ), gli atti omosessuali sono vietati sempre e in ogni circostanza dalla Legge di Dio appunto in quanto atti sessuali tra persone non sposate e dello stesso sesso.

Il p. Oliva parla di legge naturale[559] cercando di giustificare attraverso essa la pratica omosessuale ma si dimentica stranamente che proprio s. Tommaso afferma che tale pratica è semplicemente contraria alla natura umana (cfr. I-II q. 31 a. 7) e che, quindi, tale pratica è contraria alla Legge naturale e alla Legge rivelata[560]

P. Oliva parla di Legge naturale cercando appigli, inesistenti, per affermare la liceità della pratica omosessuale; la strategia di p. Oliva è simile, per alcuni aspetti, a quella usata nell’Amoris Laetitia ai nn. 304s, come vedemmo, per aprire la porta a immoralità: si parla di legge naturale e ci si focalizza su essa, in modo impreciso e deviante, non evidenziando che esiste una Legge divina rivelata molto più precisa della Legge naturale e quindi non evidenziando che la Legge divina ha comandi negativi molto precisi che vanno osservati sempre e per sempre (si veda il capitolo sugli errori dell’Amoris Laetitia circa la carità, nel I volume di questo libro) e tale Legge condanna radicalmente la pratica omosessuale, come condanna l’adulterio … in tale Legge divina è peraltro contenuta la stessa Legge naturale, rettamente intesa, che condanna radicalmente gli atti omosessuali sempre e per sempre.

Insomma, il libro di p. Oliva è un coacervo di errori e distorsioni del pensiero di s. Tommaso e della dottrina cattolica.

In un successivo articolo, pubblicato sul blog de “Il Regno”, p. Oliva ha ribadito gli errori scandalosi affermati nel libro appena esaminato[561]

In tale articolo leggiamo tra l’altro: “E questa individualità, spiega Tommaso, permette di orientare la propria vita secondo le inclinazioni personali, come scegliere di sposarsi o di vivere nel celibato[…]. La legge naturale, che comporta diversi livelli di obbligatorietà[…], contempla delle eccezioni proprio al livello delle inclinazioni individuali, quale è l’omosessualità. E la legge divina, che condanna i peccati di sodomia, riconosce che l’atto sessuale ha un valore di amore in se stesso, se inserito in una relazione che comporti unicità, fedeltà e gratuità[…]”

Queste affermazioni contengono ulteriori errori di p. Oliva che vogliono legittimare la pratica omosessuale; in realtà l’attività omosessuale, come detto, secondo s. Tommaso è contraria alla natura umana e la Legge naturale la condanna radicalmente, la Legge divina rivelata condanna ugualmente tale attività e, come visto, tale condanna è assoluta e vale sempre e per sempre come afferma s. Tommaso e il Magistero. Non esiste atto omosessuale che sia moralmente lecito! P. Oliva è in grande errore! … e il suo errore si manifesta ulteriormente in queste sue affermazioni che traiamo dallo stesso articolo: ” La persona amata da un omosessuale, considerata in quanto persona, rende buono l’amore tra i due, se esso è unico, fedele e gratuito: amore che emana dall’anima e che realizza pienamente l’esistenza delle persone omosessuali, senza frustrare le loro capacità di amare. Una coppia omosessuale, che vive nella propria relazione la scelta consapevole di un amore unico, fedele e gratuito … è fondata sulla naturalità dell’inclinazione omosessuale di persone prese nella loro singolarità, che vivono l’amore loro connaturale.”

Come abbiamo ampiamente visto finora gli atti omosessuali sono radicalmente condannati sempre e per sempre da Bibbia, Tradizione e Magistero e da s. Tommaso; mai ci può essere un santo amore omosessuale, l’omosessualità è una tendenza disordinata che spinge a compiere atti contrari alla natura umana, alla Legge naturale e  alla Legge divina rivelata; la dottrina cattolica e s. Tommaso sono chiarissimi a riguardo.  P. Oliva stravolge completamente la sana dottrina cattolica e tomista.

Aggiungo che, nella linea del libro del prof. Piana, anche il testo di Oliva mette completamente da parte la dimensione liturgica che fonda la liceità degli atti intimi.

Gli unici atti intimi leciti, secondo la sana dottrina cattolica, sono quelli che hanno alla base il Sacramento del Matrimonio; tale Sacramento unisce profondamente i coniugi e li rende capaci di atti intimi santi, secondo il volere di Dio; ovviamente il Matrimonio implica necessariamente la differenza sessuale tra uomo e donna quindi è radicalmente impossibile che gli atti omosessuali siano leciti!

Dio liberi la Chiesa dagli errori di p. Oliva.

 

 

b,4) Alcuni professori domenicani condannano radicalmente e giustamente gli errori di p. Oliva; la S. Sede invece, significativamente, tace …

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Gli errori di p. Oliva nel suo libro che stiamo esaminando sono messi bene in rilievo da un gruppo di studiosi suoi confratelli domenicani in un articolo[562].

In questo articolo i padri domenicani fanno notare che il libro ha causato uno scandalo significativo e che p. Oliva realizza quattro principali interpretazioni errate e abusi della dottrina di Tommaso d’Aquino.:

1) separa il vincolo del matrimonio dal bene dei bambini;

2) afferma che la Chiesa può consentire formalmente alcuni atti sessuali extraconiugali;

3) afferma che le coppie divorziate e risposate non peccano quando falliscono nella continenza;

4) afferma che gli atti omosessuali possono essere naturali e salutari.

Esaminando più a fondo il secondo errore circa la dottrina di s. Tommaso gli autori dell’articolo affermano che la sorprendente affermazione di Oliva non ha nulla a che fare con Tommaso d’Aquino e deriva direttamente dalla sua errata interpretazione di Tommaso d’Aquino sul matrimonio, una lettura errata che si estende anche a vari testi magisteriali. Oliva addirittura si rifa all’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI (paragrafi 8-10) per sostenere che l’esercizio della sessualità da parte di una coppia legittimamente sposata è separato dalla necessità di procreare. Papa Paolo VI insegnerebbe, secondo Oliva, che il sesso non ha necessariamente nulla a che fare con i bambini. Gli autori dell’articolo precisano che questa affermazione di Oliva è semplicemente oltraggiosa alla memoria di s. Paolo VI.

Esaminando il quarto errore di p. Oliva nella critica fattagli dai padri domenicani vediamo che per costoro: l’intera argomentazione del domenicano italiano si basa fondamentalmente sulla sua separazione del matrimonio dal bene dei bambini e su un’errata interpretazione di un singolo testo nella Summa Theologiae dell’Aquinate: I-II, questione 31, articolo 7. Oliva si concentra su questo testo e pensa che dimostri che gli atti omosessuali sono naturali per le persone omosessuali e ciò che è naturale deve essere buono. Inoltre, per Oliva, l’Aquinate pone l’origine dell’inclinazione per il sesso gay nell’anima della persona omosessuale sicché questa inclinazione proviene dalla parte più intima del suo essere e si spinge fino all’unione sessuale.

Ora se, come propone Oliva, Tommaso volesse affermare che l’inclinazione omosessuale proviene dalla parte più intima dell’anima della persona, allora la stessa lettura dovrebbe applicarsi alla menzione dell’Aquinate del cannibalismo e della bestialità sicché cannibalismo e bestialità sarebbero per alcune persone naturali e buone. Eppure questo è chiaramente assurdo.

Il domenicano italiano, proseguono i teologi americani, afferma che possiamo distinguere tra:

gli atti omosessuali ricercati semplicemente per il piacere fisico sotto la spinta di pulsioni passionali e gli atti omosessuali provenienti da un amore fedele e guidato dalla carità e dalla castità. Le persone omosessuali, infatti, secondo p. Oliva sono chiamate a vivere l’inclinazione omosessuale che è loro naturale nella luce del vero amore, quindi nella fedeltà ad un’altra persona dello stesso sesso, e quindi a godere degli atti sessuali come espressioni d’amore.

Secondo Oliva la Chiesa dovrebbe benedire le unioni omosessuali.

Il problema fondamentale delle affermazioni di p. Oliva appena viste, secondo  teologi americani, è  nella valutazione morale delle azioni omosessuali.

Le persone omosessuali non sono fatte per compiere peccati impuri contro natura ma sono chiamate alla castità vera, sono chiamate a vivere la Legge divina che è chiara nel rifiutare assolutamente gli atti omosessuali. Rientrando tra gli atti condannati dai precetti negativi del decalogo, gli atti omosessuali sono vietati sempre e per sempre! Per le virtù dell’autocontrollo che insegnano loro la libertà interiore, anche con il sostegno di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, gli omosessuali possono e devono incamminarsi appunto sulla via della vera castità e dell’attuazione dei comandi divini a riguardo.

La conclusione dei professori domenicani stronca radicalmente il libro del p. Oliva: “Nel complesso, troviamo la lettura di Oliva dell’Aquinate non solo discutibile ma irresponsabile. I principi fondamentali per interpretare i testi non vengono rispettati. Inoltre, il genere popolare del libro ha il potenziale per creare grande confusione tra i fedeli cattolici. Per questo motivo, avvertiamo un forte obbligo morale di rispondere alle affermazioni di Oliva.”[563]

Il libro di p. Oliva meriterebbe una condanna da parte della S. Sede … ma evidentemente dato l’andazzo, cioè dato il “cambio di paradigma” in atto e le sue aperture alla liceità degli atti omosessuali, non solo non si trovano condanne pontificie a tale testo falso e scandaloso ma tale testo è pubblicizzato in un articolo del blog della famosa rivista “Il Regno”, come visto [564]

Dio intervenga.

 

 

b,5) P. Cavalcoli, domenicano, risponde a p. Oliva, anch’egli domenicano.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Il domenicano p. Cavalcoli, noto studioso di s. Tommaso e professore ha pubblicato un’ articolata risposta[565]  alle affermazioni di p. Oliva, in essa ha detto: “Il Padre Oliva infatti non tiene conto del fatto che, per Tommaso, un piacere, per esser lecito, dev’essere secondo ragione, per cui non basta che si ponga al livello ontologico o psicologico dell’individuo, ma occorre che sia superindividuale, ossia secondo ragione, corrispondente alle finalità della vita umana. E questo appunto è il bene morale.  … Siccome Tommaso parla per l’omosessuale di un piacere “naturale”, basta questo semplice fatto a Padre Oliva per credere che Tommaso legittimi il piacere omosessuale. … Tommaso ammette altresì senza esitare che ciò che è secondo natura, è piacevole, e di per sé è lecito e onesto. Tuttavia ci ricorda che quei piaceri che, nell’individuo, sono graditi alla sua natura individuale in quanto corrotta, non sono piaceri “simpliciter loquendo”, ma solo “secundum quid”, ossia non possono essere piaceri umani in senso pieno ed assoluto, sotto ogni aspetto, perché frustrano le finalità della natura umana. … Per questo non sono piaceri leciti ed onesti, ma proibiti e peccaminosi. E il piacere omosessuale è uno di questi. …

… per San Tommaso, un atto umano è lecito e buono, se è l’applicazione, da parte dell’individuo, della norma morale, che è regola universale dell’agire, legge uguale per tutti, perché è legge della natura umana come tale, natura identica in tutti; e quindi tutti gli individui, in quanto membri della specie umana, sono tenuti ad osservarla. Per questo, un peccato secondo la specie, per Tommaso, è peccato anche per l’individuo che lo commette. …

Ora, l’omosessualità … è una condotta contraria alla legge universale della natura umana, che anche l’omosessuale deve cercare di praticare, per quanto gli costi fatica. Questo è il pensiero ineccepibile dell’Aquinate. … purtroppo, il Padre Oliva, credendo forse di comprendere e di avvicinare con carità la particolare situazione degli omosessuali, al fine di riconoscerne la dignità umana, e proporre una soluzione ad hoc, ha messo in campo un’infelice distinzione tra individualità e specie in campo morale, concedendo all’individuo ciò che è negato alla specie; e … fraintende completamente il pensiero dell’Aquinate, facendogli dire l’opposto di quello che di fatto dice. … Padre Oliva sorvola sulle chiare espressioni tomiste con le quali viene espressamente condannata l’omosessualità, considerandole superate e figlie del suo tempo; mentre, a suo dire, il vero, profondo pensiero di Tommaso darebbe un avallo “metafisico” all’omosessualità, laddove egli parla del “bene connaturale all’individuo”, senza tener conto del fatto che l’Aquinate qui parla esplicitamente di natura individuale “corrotta”. …”[566]

Anche p. Cavalcoli rigetta radicalmente, quindi, gli errori gravissimi di p. Oliva.

 

 

b,6) Un teologo spagnolo riprende e sostiene gli errori di p. Oliva; il prof. Pieri gli risponde.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Un sacerdote spagnolo, J. Martinez Gordo, ha incredibilmente appoggiato e rilanciato come valide le affermazioni di p. Oliva arrivando a dire che : ” … gli atti umani – come coronamento dell’inclinazione connaturale – sono buoni o cattivi a seconda se la relazione che un omosessuale intrattiene con la persona amata è unica, fedele e gratuita. … “[567]

Quindi gli atti omosessuali sarebbero leciti se si attuano in una relazione di questo genere, altrimenti andrebbero evitati perché si cadrebbe nella sodomia.

J. Martinez Gordo continua dicendo che alla luce del contributo offerto da s. Tommaso, secondo p. Oliva: “ … è stato possibile distinguere la naturalità e la connaturalità dell’inclinazione omosessuale – applicabile alla bisessualità e alla transessualità – dalla sodomia. Quest’ultima sarebbe un atto moralmente riprovevole perché mantiene un rapporto in cui non esistono affatto amore esclusivo, fedeltà e gratuità.”[568]

Quindi, per questo autore, l’inclinazione omosessuale come quella transessuale e bisessuale è ordinata se mantiene un rapporto che abbia amore esclusivo, fedeltà e gratuità; ovviamente gli atti causati da tali inclinazioni sono, per questo autore, evidentemente buoni appunto se mantengono un rapporto che abbia  amore esclusivo, fedeltà e gratuità. E andando a concludere, l’autore spagnolo afferma che la relazione omosessuale vissuta con amore esclusivo, fedeltà e gratuità: ” …  è difficile non riconoscerla come abitata da elementi di verità e come una via di santificazione. Pertanto, non dovrebbe esserci nessun problema per gli omosessuali cattolici di poter partecipare ai sacramenti né di essere pienamente integrati nella comunità ecclesiale.”[569]

Quanto abbiamo detto degli errori di p. Oliva vale ovviamente per le affermazioni di Martinez Gordo con l’aggravante che Martinez Gordo approva gli errori di Oliva nonostante eminenti domenicani le abbiamo già radicalmente e giustamente condannate come colossali errori.

Nella discussione è entrato don Francesco Pieri che ha criticato le affermazioni di Oliva e di Gordo [570] notando in particolare che nel Commento ad Isaia s. Tommaso  afferma: “Ad quod dicendum, quod, sicut dicit philosophus, coniunctio maris et feminae in hominibus non est tantum propter generationem, sicut in brutis, sed etiam ad commodum vitae: unde et maris et feminae sunt diversae operationes, in quibus auxiliantur sibi invicem. Secundum ergo quod aliquid diversimode ordinatur ad hos fines, secundum hoc diversimode dicitur naturale vel innaturale. Id enim quod nullo modo potest stare cum fine dicto, est omnino innaturale, et nunquam potest esse bonum, sicut vitium sodomiticum: et sicut hoc, quod una mulier habeat plures viros, quia una non fecundatur a pluribus: et quantum ad vitam civilem, quia una non regitur a pluribus; sed e contrario”(Super Isaiam, cap. 4 l. 1. ) L’unione sessuale è tra uomo e donna ed è ordinata alla procreazione e all’aiuto reciproco. Ciò che esula dal rapporto tra uomo e donna e che è assolutamente incompatibile con il fine detto della procreazione e dell’aiuto reciproco è del tutto innaturale e non può mai essere un bene, come il peccato di sodomia. Nel Commento alle Sentenze s. Tommaso scrive che: “Omnis culpa mortalis est contra gratiam; sed quaedam est contra rationem, ut perjurium; quaedam etiam contra na­turam, ut sodomia.” che Pieri traduce così «Ogni peccato mortale è contrario alla grazia, ma alcuni sono contrari alla ragione come lo spergiuro; altri anche contro la natura, come il vizio della sodomia»( 4, dist. 14, q. 2, a. 5, exp. Textus) Continua Pieri : “… evidentemente è indebito trarre da questa connaturalità per accidens affermata da Tommaso in I-II q. 31 a. 7  l’idea di un carattere congenito o innato dell’omosessualità nel singolo individuo, dato che egli la fa risalire ad una disposizione viziata. Nemmeno è onesto leggere del suo pensiero una qualsiasi intenzione di legittimazione morale per la sodomia (coitus masculorum): sarebbe altrettanto assurdo che attribuirgli l’intenzione di legittimare moralmente la bestialità o il cannibalismo, che completano nel medesimo contesto la sua esemplificazione.”[571]

Pieri fa anche rilevare che diverse indagini empiriche dimostrano la ridotta incidenza statistica dei legami esclusivi e fedeli tra le coppie dello stesso sesso: le coppie omosessuali si basano nella stragrande maggioranza su legami non esclusivi e non fedeli. In questa linea si è giunti a dire che: “… la stabilità dell’unione [omosessuale] è tanto maggiore quanto più la coppia è aperta”.[572]

Pieri ricorda anche che: “… secondo l’epidemiologo M. Xiridou, le relazioni omosessuali durano in media un anno e mezzo e gli uomini con tendenze omosessuali hanno mediamente otto partner in un anno fuori dal rapporto principale.”[573]

Dio liberi la Chiesa da errori ed eresie, e in particolare da queste dottrine immorali di p. Oliva e don Martinez Gordo che tendono a legittimare l’omosessualità.

 

 

c) Il libro del prof. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.”

 

 

Dio ci illumini sempre meglio .

Esaminiamo qui di seguito le affermazioni di A. Fumagalli , sacerdote della Diocesi di Milano e professore alla Facoltà di Teologia dell’ Italia settentrionale, il quale, riprendendo le affermazioni del libro di G. Piana che abbiamo esaminato più sopra[574], giunge a legittimare l’amore omosessuale nel libro “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 [575].

Premetto che il prof. Fumagalli tiene un corso nell’ambito della Morale Speciale I, nella Facoltà Teologica dell’ Italia settentrionale intitolato: “L’amore omosessuale e fede cristiana.”[576] Tale corso è presentato dallo stesso professore con queste parole: “Il corso intende assumere la questione omosessuale in ambito teologico, indagando il rapporto tra l’amore omosessuale e la fede cristiana, al fine di promuovere una rinnovata interpretazione antropologica ed offrire criteri per la sua valutazione morale.” …

Nel libro suddetto questo autore presenta il fenomeno dell’omosessualità definendolo e distinguendolo dalla transessualità, dal travestitismo, dall’intersessualità etc., quindi traccia il percorso dell’omosessualità lungo la storia e mette in luce l’evoluzione della sua comprensione, notando significativamente come dal XIX secolo si va diffondendo l’idea che gli omosessuali non agiscono contro natura ma appartengono ad una diversa natura, il termine “omosessuale”entra in questa linea[577].

Vedemmo più sopra che il termine omosessualità è stato coniato dallo scrittore Karoly Maria Kertbeny, pseudonimo di Karoly Maria Benkert, sostenitore dei diritti degli omosessuali, nel 1869; nel termine in oggetto si rifletteva il pensiero essenzialista per cui l’ “omosessuale” apparteneva ad un terzo sesso; questo termine evidentemente era realizzato con lo scopo di indicare in modo neutro, ciò che era additato fino ad allora con termini di notevole negatività quali “pederastia” e “sodomia”. [578]

Considerata come condizione esistenziale, l’omosessualità viene successivamente depatologizzata e considerata una “variante psicologicamente sana della sessualità umana”, una normale determinazione dello sviluppo umano[579]. Fumagalli offre, poi, le interpretazioni delle scienze umane su tale fenomeno, e a questo proposito afferma significativamente che i vari studi realizzati finora non forniscono evidenze che affermino chiaramente l’origine genetica dell’omosessualità, non hanno prodotto risultati significativi i tentativi di trovare le basi genetiche dell’orientamento omosessuale[580].

Il moralista milanese quindi delinea la dottrina cattolica sul tema degli atti omosessuali così come emerge dalla Bibbia, dalla Tradizione e in particolare dal Magistero; successivamente spiega come possa essere superata tale dottrina e come possano essere legittimati gli atti omosessuali (pp. 153-185).

In particolare, secondo Fumagalli il principale argomento che la Chiesa oppone alla legittimità dell’amore omosessuale è la strutturale assenza di alterità sessuale da cui consegue l’assenza di fecondità procreativa (pp. 153-162). Entrambi gli aspetti possono essere superati, secondo Fumagalli, e quindi il giudizio morale sugli atti omosessuali va aggiornato nel senso di ritenere tali atti come leciti (pp.153-185). Per arrivare a tale conclusione Fumagalli richiama le affermazioni di Amoris Laetitia riguardanti l’ideale da raggiungere, la gradualità, il discernimento … e cita Amoris Laetitia n. 297 (p. 174). L’amore omosessuale con gli atti omosessuali realizzerebbe, secondo Fumagalli,  la vocazione all’amore dell’omosessuale secondo ciò che a lui è possibile. Tali atti sarebbero dunque leciti purché vissuti nell’amore indicato da Cristo (Gv. 13,34) un amore vissuto fino alla fine (Gv. 13,1) e pronto a dare la vita per i propri amici (Gv. 15,34) (p. 175). Tale amore implicherebbe nel caso degli atti omosessuali, secondo Fumagalli:

1)una responsabilità per l’altro, per amarlo come Cristo ama;

2)una responsabilità per sé stessi per cui la persona è chiamata a vivere nella castità intesa non come continenza ma come attuazione sessuale controllata in modo liberatorio;

3)una responsabilità per il mondo, con i relativi doveri verso la società;

4)una responsabilità per la storia di vita, per cui occorre domandarsi: verso dove è diretta questa relazione? (pp. 175-185)

Dove si dirige, devono domandarsi le coppie omosessuali, la loro relazione? … si dirige  verso il bene o verso il male ? … tale relazione si dirige verso una promozione della persona nel senso di vivere per l’altro ?

Gli atti omosessuali sono leciti, secondo Fumagalli, quando sono belli e puri  (p. 182 ) … cioè quando sono atti di donazione interpersonale, sono atti di unificazione personale, sono atti di interazione sociale con l’ambiente e sono atti che vanno inseriti in una “narrazione storica”(p. 183-185), in tali atti si manifesta l’amore cristiano (p. 182)

Al di là delle belle parole usate da Fumagalli resta il fatto che secondo lui gli atti omosessuali sono leciti, in alcuni casi e ciò è un gravissimo errore.

 

 

c,1) Errori di base di Fumagalli.

 

 

Dio ci illumini sempre più.

Seguendo le orme di Piana, il testo di Fumagalli ne eredita alcuni errori fondamentali, infatti l’autore in questione  non mostra di rendersi conto del progetto fondamentale di Dio sull’uomo né dell’intervento dell’uomo che si oppone a tale progetto … e non mostra di rendersi conto neppure del fine cui mira tale progetto … più generalmente mi pare di poter dire che l’orizzonte teologico in cui si muove l’autore non appare pienamente cattolico.

 

 

c,1,1) Perdita del vero progetto di Dio sull’uomo e in particolare dell’opera di Cristo per la nostra salvezza.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Il progetto di Dio come emerge dalla Bibbia inizia con la creazione dell’uomo a immagine e somiglianza di Dio, in Cristo.

“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gn 1,27)

In un interessante documento della Commissione Teologica Internazionale leggiamo a questo riguardo che : “Uno sviluppo significativo del racconto biblico è dato dalla distinzione che fa sant’Ireneo tra immagine e somiglianza, secondo la quale «immagine» denota una partecipazione ontologica (methexis) e «somiglianza» (mimēsis) una trasformazione morale (Adv. Haer. V, 6, 1; V, 8, 1; V, 16, 2). Secondo Tertulliano, Dio ha creato l’uomo a sua immagine e gli ha trasfuso il suo soffio vitale in quanto sua somiglianza. Mentre l’immagine non potrà mai essere distrutta, la somiglianza può essere perduta tramite il peccato (Bapt. 5, 6. 7). … In Tommaso d’Aquino, l’imago Dei possiede una natura storica, in quanto passa attraverso tre fasi: l’imago creationis (naturae), l’imago recreationis (gratiae) e l’imago similitudinis (gloriae) (S. Th. I q. 93 a. 4). Per l’Aquinate, l’imago Dei è fondamento della partecipazione alla vita divina. L’immagine di Dio si realizza principalmente in un atto di contemplazione nell’intelletto (S. Th. I q. 93 a. 4 e 7) … ”[581]

L’immagine divina, spiega ancora la Commissione Teologica Internazionale, non si perde con il peccato ma si deforma: “46. Gli esegeti cattolici e protestanti sono attualmente concordi sul fatto che l’imago Dei non può essere totalmente distrutta dal peccato, poiché definisce l’intera struttura della natura umana. Da parte sua, la tradizione cattolica ha sempre insistito che, mentre l’imago Dei può essere sfigurata o deformata, non può però essere distrutta dal peccato.”[582]

Invece la somiglianza si perde con il peccato … e il peccato originale ha appunto fatto perdere all’uomo la somiglianza divina lasciandogli un’immagine divina deformata, in Cristo tale immagine viene riformata; il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 705 “Sfigurato dal peccato e dalla morte, l’uomo rimane « a immagine di Dio », a immagine del Figlio, ma è privo « della gloria di Dio »,(Cf Rm 3,23) della « somiglianza ». La Promessa fatta ad Abramo inaugura l’Economia della salvezza, al termine della quale il Figlio stesso assumerà « l’immagine »( Cf Gv 1,14; Fil 2,7.) e la restaurerà nella « somiglianza » con il Padre… ».”

Lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al  n.734 “…  È « la comunione dello Spirito Santo » (2 Cor 13,13) che nella Chiesa ridona ai battezzati la somiglianza divina perduta a causa del peccato.”

Il Catechismo della Chiesa Cattolica è illuminante nel mostrare insieme cosa era l’uomo prima del peccato e cosa è divenuto dopo tale peccato , al n. 399 di tale documento leggiamo: “ La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale. (Cf Rm 3,23.)”, lo stesso Catechismo afferma al n. 400 : “ L’armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta …  La morte entra nella storia dell’umanità. (Cf Rm 5,12.)”

L’uomo era stato creato a immagine e somiglianza di Dio nella grazia santificante originale e aveva una straordinaria armonia, inoltre era immortale. Con il peccato originale entra la corruzione … entra il disordine, entrano le malattie, entra la morte.

La natura umana viene ferita dal peccato originale, come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.1714 : “L’uomo, ferito nella propria natura dal peccato originale, è soggetto all’errore ed incline al male nell’esercizio della sua libertà.”

Per s. Tommaso il peccato originale è una disposizione disordinata della natura umana, ossia un abito cattivo che ha ragione di colpa in quanto è derivato dai nostri progenitori (cfr. I-II q. 82 a.1). Il peccato originale, in particolare, ha diminuito il bene di natura dell’uomo (cfr. I-II q. 85 a.1) ed ha ferito tale natura; prima del peccato originale, le forze inferiori dell’anima erano sottoposte alla ragione la quale era sottomessa a Dio e da Dio perfezionata; il peccato originale, ha determinato e determina nell’anima dell’uomo quattro “ferite” cioè ha disordinato l’anima umana su quattro aspetti ; anche i peccati personali realizzano in noi queste ferite (cfr. I-II q. 85 a.3 ).

Questo disordine causato dal peccato originale e dai peccati personali, questo ferimento della natura umana, è all’origine dell’omosessualità come di ogni altra tendenza deviata dell’uomo.

Da questo profondo disordine causato dal peccato originale e dai peccati personali è originato il disordine per cui, come dice s. Tommaso, per i cannibali è in certo modo connaturale e piacevole mangiare gli uomini, per gli omosessuali è in certo modo connaturale il coito con uomini (cfr. I-II q. 31 a. 7 ) Da questo disordine si ha infatti che alcuni piaceri siano assolutamente parlando, innaturali, sebbene siano connaturali secondo qualcosa ad alcune persone, si pensi appunto al cannibalismo, all’ omosessualità etc.

Cristo è venuto appunto a ridonarci la somiglianza e a riformare la nostra immagine deformata.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma significativamente al n.518: “Tutta la vita di Cristo è mistero di ricapitolazione. Quanto Gesù ha fatto, detto e sofferto, aveva come scopo di ristabilire nella sua primitiva vocazione l’uomo decaduto …”

S. Pietro Crisologo ebbe a dire proprio riguardo a questa opera di Cristo“… Perciò, ormai rigenerati, ormai riformati ad immagine del nostro creatore, compiano ciò che comanda l’Apostolo: «Come abbiamo portato l`immagine dell`uomo di terra, così porteremo l`immagine dell`uomo celeste» (1 Cor 15, 49). Rinati ormai a somiglianza di nostro Signore e adottati da Dio come figli, portiamola tutta l’ immagine del nostro Autore, portiamola con totale somiglianza, non nella maestà che a lui solo compete, ma in quella innocenza, semplicità, mitezza, pazienza, umiltà, misericordia, pace, con cui si è degnato di diventare come noi ed essere a noi simile.”[583]

Più profondamente, come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1701: “… È in Cristo, « immagine del Dio invisibile » (Col 1,15),(Cf 2 Cor 4,4.) che l’uomo è stato creato ad « immagine e somiglianza » del Creatore. È in Cristo, Redentore e Salvatore, che l’immagine divina, deformata nell’uomo dal primo peccato, è stata restaurata nella sua bellezza originale e nobilitata dalla grazia di Dio.[584]

E il Concilio Vaticano II afferma:“ Cristo […], proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione”.[585]

Cristo svela l’uomo all’uomo, svela ad ogni uomo, anche all’omosessuale, chi è l’uomo e quale è la sua vocazione. In Cristo abbiamo piena luce sull’uomo e  sul peccato dell’uomo.  È in Cristo, « immagine del Dio invisibile » (Col 1,15; cfr.  2 Cor 4,4) che l’uomo,  ogni uomo anche l’omosessuale, è stato creato ad « immagine e somiglianza » del Creatore.

È in Cristo, Redentore e Salvatore, che l’immagine divina, deformata nell’uomo, in ogni uomo, anche nell’omosessuale, dal primo peccato, è stata restaurata nella sua bellezza originale e nobilitata dalla grazia di Dio.

In Cristo l’uomo è ad immagine e somiglianza della Trinità e deve agire a immagine e somiglianza della Trinità nella volontà di Dio, nella Legge di Dio che appunto è per tutti gli uomini perché tutti la osservino.

In Cristo l’uomo ritrova la grazia santificante, cioè la partecipazione alla vita divina che era stata perduta con il peccato originale …

Il Catechismo afferma al n. 1999: “La grazia di Cristo è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla. …”

Come spiega lo stesso Catechismo al n.1997: “La grazia è una partecipazione alla vita di Dio; ci introduce nell’intimità della vita trinitaria. Mediante il Battesimo il cristiano partecipa alla grazia di Cristo, Capo del suo corpo…”

In Cristo, nella sua grazia, l’uomo può vivere nella Legge divina che Cristo ha vissuto in pienezza e che tutti siamo chiamati a vivere, in Cristo l’uomo può vivere i comandamenti che Lui ha vissuto, per questo Gesù dice: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.” (Gv 15,12).

Cristo ha osservato in modo perfetto la Legge; solo Lui, Dio-uomo, poteva attuare questa osservanza perfetta (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 580).

In Cristo, nella grazia santificante e nella carità, possiamo vivere la Legge santa di Dio in pienezza. In Cristo possiamo camminare decisamente verso il Cielo, verso il Paradiso, che è il fine ultimo dell’uomo.

Cristo appunto è venuto non per lasciare l’uomo nel disordine e quindi nella fornicazione o nel compimento degli atti omosessuali ma è venuto perché l’uomo sia veramente immagine e somiglianza di Dio e manifesti nella sua vita la santità di Dio e non l’immoralità dell’ attività omosessuale.

Come visto più sopra, è chiaro che la Legge di Dio,  quella naturale, quella Antica e quella Nuova, condanna radicalmente tale attività ed è chiaro che il disegno originario di Dio la esclude in modo radicale, l’uomo non è creato per vivere nell’omosessualità ma nella castità, l’unione sessuale è prevista nel disegno divino ed è lecita solo all’interno del matrimonio tra uomo e donna[586]. Appunto in Cristo l’uomo può vivere secondo il progetto originario di Dio, può vivere nella santa Legge divina per cui la sessualità è lecita solo nel matrimonio.

Lo Spirito Santo che guida la Chiesa e ha guidato gli autori biblici e i santi Dottori e tutti i santi scrittori ecclesiastici ha sempre indicato che la via che conduce al Cielo, la via che l’uomo deve percorrere, la via della salvezza non è la via del compimento degli atti omosessuali ma è quella della castità, che prevede  atti sessuali  santi e leciti solo all’interno del matrimonio.

Cristo è venuto appunto per donarci di vivere secondo questa sana dottrina e quindi per farci camminare verso il Cielo.

 

 

c,1,2) Perdita della dimensione liturgica che è alla base della lecita attività sessuale cristiana. La sessualità è lecita solo nel Matrimonio, che è Sacramento.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Fumagalli sviluppa una trattazione molto riduttiva circa l’alterità sessuale e l’assenza di fecondità procreativa nei rapporti omosessuali, in tale trattazione afferma che in realtà una certa alterità e una certa “fecondità” si trova anche in tali rapporti …  quindi, conclude, gli atti omosessuali in alcuni casi sono leciti …(p. 159-185)

Il “problema”, però, non è semplicemente se vi sia una qualche alterità tra due individui e se vi sia una qualche “fecondità”, il “problema” è che Dio ha chiaramente manifestato nella Scrittura e nella Tradizione che il suo progetto sull’uomo non prevede che l’uomo compia atti omosessuali … il progetto di Dio sull’uomo in Cristo è progetto di grazia e di castità che prevede vita sessuale solo all’interno di un matrimonio … e quindi tra uomo e donna e solo dopo che Dio li ha uniti.[587]

Il Catechismo della Chiesa Cattolica è molto chiaro nell’affermare che il Sacramento del Matrimonio è tra uomo e donna e che Dio unisce attraverso tale Sacramento i due sposi.

Tale Catechismo sottolinea come il matrimonio entra nel vero disegno di Dio (n. 1602) e nel vero ordine della creazione (1603ss).

Si noti bene che è Dio che unisce i due sposi: “Il consenso, mediante il quale gli sposi si donano e si ricevono mutuamente, è suggellato da Dio stesso. …  L’alleanza degli sposi è integrata nell’Alleanza di Dio con gli uomini: « L’autentico amore coniugale è assunto nell’amore divino ». [588]” (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1639)

Il vincolo coniugale è stabilito da Dio e non può essere sciolto (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1640)

Dio unisce la coppia e dà loro la facoltà di atti di unione intima!

Gli atti di unione intima sono leciti solo perché Dio ha già unito tale coppia.

In questa luce occorre vedere l’alterità sessuale e la fecondità che caratterizzano il rapporto lecito: solo l’alterità uomo-donna consacrata da Dio nel Sacramento e quindi solo la fecondità che si attua nel rapporto uomo-donna consacrato da Dio nel Sacramento sono elementi del rapporto lecito; fuori da questo ambito il rapporto è illecito e immorale.

L’unione che Dio realizza nella coppia è una unione in Cristo, il matrimonio rimanda alla relazione sponsale tra Cristo e la Chiesa, il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 1661 : “Il sacramento del Matrimonio è segno dell’unione di Cristo e della Chiesa. Esso dona agli sposi la grazia di amarsi con l’amore con cui Cristo ha amato la sua Chiesa … ” Solo in questa unione e in questa grazia matrimoniale sono leciti i rapporti sessuali, non fuori di esse.

Occorre aggiungere che il Matrimonio implica una vocazione dei nubendi, il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “La vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell’uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore.” ( Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1603)

Tale vocazione, tale Sacramento, tale unione e tale santa attività sessuale evidentemente non esistono e non possono esistere per le coppie omosessuali!

L’orientamento omosessuale è un orientamento disordinato e peccaminoso appunto perché si oppone a questa vocazione fondamentale divina e quindi al Sacramento e alla grazia.

Fumagalli non accetta questo, purtroppo, e perciò il suo libro è radicalmente deviato e deviante dalla sana dottrina.[589]

La Liturgia cristiana, ribadisco, è alla base della vita cristiana e in particolare della vita degli sposi cristiani … ma non c’è nessuna Liturgia alla base della vita cristiani delle coppie omosessuali anzi c’è una radicale contrarietà alla Liturgia cristiana che chiama alla santità e alla castità e quindi la pseudo liturgia inventata dai Vescovi belgi con la quale vengono benedette coppie omosessuali, come abbiamo visto, non è un Matrimonio e non è da considerarsi Liturgia essendo chiaramente in opposizione alla fede cristiana.

Ricordo a questo riguardo che  “ … Quando la Chiesa celebra i sacramenti, confessa la fede ricevuta dagli Apostoli. Da qui l’antico adagio: « Lex orandi, lex credendi » (oppure: « Legem credendi lex statuat supplicandi », secondo Prospero di Aquitania [secolo quinto]).[590]”(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1124) La legge della preghiera è la legge della fede, la legge della preghiera fissa la legge della fede.

Non esistono Sacramenti o Liturgie alla base della vita omosessuale, la vita omosessuale e le coppie omosessuali contraddicono in modo assoluto il progetto divino; d’altra parte la legge della fede è alla base della legge della preghiera, sicché una “liturgia” che benedica situazioni di peccato pubblico, come è il caso delle coppie omosessuali, non è Liturgia cattolica.

La Liturgia è fons e culmen della vita cristiana, Fumagalli lo dimentica, evidentemente, e fa quindi un discorso che di cristiano ha veramente poco o nulla … anzi fa un discorso che va radicalmente contro la sana dottrina cristiana!

 

 

c,2) Altri errori di Fumagalli

 

 

c,2,1) Errori vari e imprecisioni riguardo alle affermazioni di s. Tommaso, alla corretta dottrina cristiana e alla sua corretta evoluzione.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Anzitutto il teologo milanese parlando di Aristotele e s. Tommaso afferma che per il Dottore Angelico l’inclinazione sodomitica è una malattia perché va contro il fine proprio della sessualità e che per lo stesso Dottore e per Aristotele tale inclinazione può essere connaturale a qualcuno per una corruzione della natura; tale inclinazione, appunto in quanto connaturale per corruzione di natura, non può mai legittimare gli atti omosessuali.[591] Nonostante queste affermazioni, Fumagalli riprende il testo di p. Oliva op ed evidentemente ne accetta alcune affermazioni e perciò  cade nello stesso errore, riguardo alla dottrina tomista, che abbiamo ampiamente esaminato più sopra allorché parlammo proprio del testo di questo domenicano: ritiene che s. Tommaso affermi che l’omosessualità sia semplicemente connaturale a certe persone [592].

Su questo errore Fumagalli si appoggia per affermare che s. Tommaso colloca l’omosessualità a livello dell’identità sessuale e non come qualcosa che si aggiunge alla sua identità già predefinita. In questo modo Fumagalli sostiene che l’omosessualità è naturale per alcune persone sicché la Legge naturale affermerebbe per loro la possibilità di compiere atti omosessuali. Anche questo è un colossale errore di Fumagalli che non ha nessun supporto nella dottrina tomista; per s. Tommaso l’ essere umano è uomo e donna e non esiste una identità sessuale differente da queste due, l’orientamento omosessuale si aggiunge a tale identità e non va seguito ma santamente combattutto in quanto è una tentazione, come vedemmo più sopra; s. Tommaso è chiarissimo , proprio per questo, nel dichiarare che gli atti omosessuali sono radicalmente vietati dalla Legge naturale e dalla Legge divina positiva, come vedemmo più sopra, parlando del testo di Oliva op; tali atti sono radicalmente contro natura per l’uomo e perciò non si devono attuare; in quanto, però, la natura umana è stata ferita dal peccato tali atti sono in certo modo connaturali a qualcuno, ma tale connaturalità è appunto nella linea del peccato ed è fonte di tentazioni, perciò tali atti mai vanno compiuti.

Inoltre l’idea dello sviluppo della dottrina cattolica come “continuità difforme” citata da Fumagalli (p. 127) non mi pare sia stata ben esaminata da lui; alcune verità di dottrina cattolica sono immutabili e Fumagalli non esamina ciò che è immutabile nell’insegnamento della Chiesa  riguardo ai 10 comandamenti e specificamente riguardo all’omosessualità.

Come ho spiegato più sopra la dottrina cattolica ha fissato in modo netto e invalicabile la verità per cui solo nel matrimonio è lecita l’unione sessuale, solo dopo l’unione realizzata da Dio nel matrimonio è lecita l’unione carnale tra 2 persone, perciò sia la fornicazione, sia gli atti omosessuali sono atti gravemente disordinati;  quindi è considerata dottrina infallibile della Chiesa quella che condanna la fornicazione come atto oggettivamente grave, ovviamente questo implica come infallibile anche la condanna della pratica omosessuale.

La Congregazione per la Dottrina della Fede, infatti, nel 1998, precisò che: “Altri esempi di dottrine morali insegnate come definitive dal magistero ordinario e universale della Chiesa sono: l’insegnamento sulla illiceità della prostituzione (Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2355.) e sulla illiceità della fornicazione. (Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2353.)”[593]

La fornicazione è peccato perché atto sessuale compiuto fuori del Matrimonio , la dottrina della Chiesa è chiarissima nel condannare ogni atto sessuale che si compie fuori dal Matrimonio[594]. La pratica omosessuale è attività sessuale che  si compie sempre fuori del Matrimonio. Se la fornicazione è condannata in modo definitivo e assoluto dalla Chiesa, tanto più lo sono gli atti omosessuali che alla malvagità dell’ unione sessuale compiuta fuori del Matrimonio aggiungono quella del rapporto contro natura tra persone dello stesso sesso. Infatti, come vedemmo, nel 1999 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicò un testo di chiara condanna delle affermazioni di suor Gramick e padre Nugent, in cui tra l’altro affermava  “…    Suor Gramick, pur esprimendo il suo amore per la Chiesa, semplicemente rifiutava di esprimere ogni qualsivoglia assenso all’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità.  …  Padre Nugent …  non era disposto a sottoscrivere che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati ed aggiungeva un paragrafo che metteva in questione la natura definitiva ed immutabile della dottrina cattolica su questo punto.

…  la Congregazione per la Dottrina della Fede è obbligata a dichiarare per il bene dei fedeli cattolici che le posizioni espresse da Suor Jeannine Gramick e da Padre Robert Nugent in merito alla malizia intrinseca degli atti omosessuali ed al disordine oggettivo dell’inclinazione omosessuale sono dottrinalmente inaccettabili perché non trasmettono fedelmente il chiaro e costante insegnamento della Chiesa Cattolica su questo punto [Cfr Gn 19, 1-11; Lv 18, 22; 20, 13; 1 Cor 6, 9; Rom 1, 18-32; 1 Tim 1, 10; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2357-2359, 2396; Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Persona humana 8 (AAS 68 [1976] 84-85); Lettera Homosexualitatis problema (AAS 79 [1987] 543-554).]. ”[595]

Quindi la natura definitiva ed immutabile della dottrina cattolica su atti omosessuali è parte della dottrina cattolica!

Nel 2001 furono condannate alcune affermazioni di p. Vidal, tra esse ve ne erano alcune che attengono al nostro argomento: “L’Autore sostiene che la dottrina della Chiesa sull’omosessualità possiede una certa coerenza, però non gode di un sufficiente fondamento biblico (…) e risente di importanti condizionamenti(…) ed ambiguità.( …) In essa si riscontrano i difetti presenti «in tutto l’edificio storico dell’etica sessuale cristiana».(…) Nella valutazione morale dell’omosessualità — aggiunge l’Autore — si deve «adottare un atteggiamento di provvisorietà» e dopo «si deve formulare in chiave di ricerca e di apertura».( …) Per l’omosessuale irreversibile un giudizio cristiano coerente «non passa necessariamente attraverso l’unica via di uscita di una morale rigida: passaggio all’eterosessualità o astinenza totale».( … ) Tali giudizi morali non sono compatibili con la dottrina cattolica, secondo la quale esiste una valutazione precisa e ferma sulla moralità oggettiva delle relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso.(…)”[596]

Nel 2012 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato una notificazione che condanna alcuni errori di suor Farley che riguardano gli atti omosessuali e le unioni omosessuali :“ Sr. Farley scrive: «Dal mio punto di vista […], le relazioni e gli atti omosessuali possono essere giustificati, conformemente alla stessa etica sessuale, proprio come le relazioni e gli atti eterosessuali. Perciò, le persone con inclinazione omosessuale, così come i loro rispettivi atti, possono e devono essere rispettati, sia che abbiano o non abbiano l’alternativa di essere altrimenti» (p. 295).

Tale posizione non è accettabile.  … Quanto agli atti omosessuali, invece, il Catechismo afferma: «Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. … In nessun caso possono essere approvati»[597].  … La Congregazione rende avveduti i fedeli che il suo libro Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics non è conforme alla dottrina della Chiesa.”[598]

Gli atti omosessuali sono intrinsecamente malvagi e quindi assolutamente e immutabilmente condannati dalla Chiesa.

Gli errori di Fumagalli vanno nel senso della discontinuità e del cambiamento della sana dottrina … cioè vanno nella linea dell’opposizione alla sana dottrina che la Chiesa ha sempre sostenuto e che è immutabile.

Ricordo che perché lo sviluppo della dottrina si compia rettamente e non sia una deformazione o una distruzione della verità diffusa da Cristo ,  san  J. H. Newman, famoso teologo inglese, ha offerto sette principi: “

1)Preservazione del tipo…

2)Continuità dei principi …

3)Potere di assimilazione …

4)Conseguenza logica …

5)Anticipazione del futuro …

6)Influsso preservatore del passato …

7)Vigore duraturo …”[599]

Le affermazioni di Fumagalli, in particolare, non sono una logica conseguenza di quanto ha affermato sempre la Chiesa in campo morale, tali affermazioni non manifestano continuità con i principi che la Chiesa ha sempre affermato.

Fumagalli tradisce in modo chiaro ed inequivocabile la sana dottrina cattolica e Cristo che ce l’ha donata.

Imprecise o addirittura erronee appaiono le affermazioni di Fumagalli per cui la dottrina della Chiesa sulla sessualità ha il suo “fondamento nella teologia della creazione e il suo sviluppo in un’antropologia della sessualità … la teologia della creazione si nutre della S. Scrittura, l’antropologia della sessualità si avvale della filosofia contemporanea”[600]

Fumagalli non dice che l’antropologia della sessualità che la Chiesa segue è anzitutto antropologia teologica basata sulla Parola di Dio e sulla Tradizione quindi sulla Liturgia e che si avvale anche, in particolare, della sana filosofia della tradizione cristiana.

Appunto in quanto basata sulla Parola di Dio, sulla Tradizione e sulla Liturgia nonché sulla sana filosofia cristiana, che condannano chiaramente e definitivamente gli atti omosessuali e che chiamano l’uomo a seguire Cristo nella santità, nella vera castità, sulla via della Croce, una sana antropologia teologica mai potrà sostenere le affermazioni di chi, come Fumagalli, vuole legittimare tali atti.

L’antropologia filosofica della tradizione cristiana e in particolare quella tomista non permette di affermare che gli atti omosessuale siano leciti, l’etica filosofica tomista è chiarissima nell’affermare che tali atti sono chiaramente e assolutamente vietati dalla Legge naturale.  S. Tommaso afferma che gli atti omosessuali sono contrari alla natura umana (cfr. I-II q. 31 a. 7) e  contrari alla legge naturale e alla Legge rivelata.[601]

Fumagalli cita a sostegno delle sue affermazioni [602] il testo, da me ampiamente criticato più sopra per i suoi errori, della Pontificia Commissione Biblica “Cosa è l’uomo” LEV 2019 e si appoggia su di esso che, come visto, appunto per i suoi errori apre uno spiraglio per la legittimazione degli atti omosessuali.

Purtroppo per Fumagalli gli errori di tale documento della Pontificia Commissione Biblica e gli errori dello stesso Fumagalli sono condannati da tutta la Bibbia e da tutta la Tradizione che la interpreta, dalla Liturgia, dal santo e sicuro Magistero e da tutto l’insegnamento unanime di Padri e Dottori. Gli atti omosessuali sono da sempre condannati da Dio, e sottolineo da Dio, e sempre saranno condannati da Dio stesso … la Tradizione e con essa la Scrittura sono chiarissime su questo punto.

La condanna biblica della pratica omosessuale non è un fatto semplicemente legato alla cultura del tempo ma un fatto che manifesta l’avversione eterna, radicale di Dio per tali atti impuri contro natura.  La sana antropologia teologica non è quella che emerge dal testo della PCB in questione ma è quella che sempre la Chiesa  ha proclamato e che condanna radicalmente gli atti omosessuali, è quella che emerge dalla intera Tradizione, unanime, e dalla Sacra Scrittura rettamente intesa, cioè intesa al di fuori dell’ideologia omoeretica che oggi cerca di sottomettere tutto a sé.

 

 

c,2,2) A proposito delle affermazioni del prof. Fumagalli per cui occorre avere una visione  “più integrata dell’identità sessuale”.

 

 

Ulteriore errore di Fumagalli è affermare che l’identità sessuale non è precostituita ma diviene nella vicenda storica della persona; la dottrina cattolica e la stessa osservazione naturale affermano precisamente il contrario: il sesso è dato e l’uomo deve accogliere questo dono iscritto chiaramente nel suo corpo,[603] il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 2333: “Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare.”

L’identità sessuale ci viene donata da Dio che ha creato l’uomo e la donna, con caratteristiche fisiche molto precise che distinguono l’uomo dalla donna … noi dobbiamo riconoscerla e accettarla.

Dio creò l’uomo … maschio e femmina (Gn 1,27; 5,1-2), non esistono altre identità sessuali.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 2360 “La sessualità è ordinata all’amore coniugale dell’uomo e della donna.”

La sessualità di cui qui si parla e ordinata all’amore coniugale è evidentemente un dato originario che ci viene dato e che dobbiamo accettare.[604]

L’identità sessuale non è sganciata dal proprio corpo ma è conforme al corpo, il corpo dell’uomo implica identità sessuale maschile, il corpo della donna implica identità sessuale femminile.

Contrariamente a quanto dice Fumagalli, il quale afferma che occorre avere una visione “più integrata dell’identità sessuale, definita non dalla sola natura corporea ma dal complesso concorrere di altre variabili”[605]; la linea che ha sempre seguito la Chiesa non è essenzialista[606] ma biblica, tradizionale, liturgica e profondamente radicata nella realtà; appunto in questa linea il famoso “Manuale di bioetica” di mons.  E. Sgreccia[607], che, come vedemmo più sopra, sviluppa una trattazione scientifica della sessualità afferma che nella corporeità si manifesta la differenziazione e la complementarietà dei sessi. Il corpo all’interno di una struttura omologa rivela fattori di differenziazione che contrassegnano l’intera personalità di base: fattori cromosomici, fattori endocrino-neurologici … più generalmente tutta la corporeità è segnata dalla differenziazione sessuale, nella sua struttura fondamentale identica e omogenea.

L’essere sessuati è per l’uomo un dato fondamentale, originario. [608]

La corporeità non esiste se non differenziata sessualmente e la sessualità segna tutta la personalità: è lo spirito e l’io personale che è uomo o donna, e non soltanto il corpo, proprio perché è lo spirito che anima e informa e fa vivere la corporeità; quindi la persona non ha solo un sesso ma è uomo o donna. La vocazione personale del soggetto non potrà realizzarsi armonicamente se non accettando e valorizzando quel determinato modo di essere. La sessualità è una conformazione strutturale della persona che l’uomo deve accogliere. [609]

La sessualità contrassegna tutto l’essere umano ma non lo esaurisce, l’esercizio dell’attività genitale non è l’unico modo per esprimersi come uomo o donna.[610]

Sgreccia tratta anche di sesso corporeo e sesso psicologico e ribadisce come la Chiesa spiega profondamente il contrasto tra sessualità corporea e sessualità psicologica attraverso la verità del peccato originale; lo stesso autore precisa che “la concezione della psiche va intesa in senso ilemorfico”, come risultante dei due principi: fisico e spirituale, le differenze psicologiche non si possono attribuire solo a influssi socio-culturali, la psiche è radicata nel corpo e nello spirito e la differente psicologia uomo-donna va vista in particolare in questa luce.[611]

Il problema dell’orientamento sessuale disordinato e in particolare dell’omosessualità è trattato, come vedemmo, molto efficacemente da Sgreccia nello stesso “Manuale” che tiene conto anche delle indicazioni della scienza sull’argomento.

Sottolineo che secondo Sgreccia anche l’etica personalista afferma l’intrinseca malvagità degli atti omosessuali.[612]

Fumagalli dice che la visione integrata di cui lui parla è più conforme a quanto afferma un documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica nel seguente passo: “ 4. La sessualità è una componente fondamentale della personalità un suo modo di essere di manifestarsi, di comunicare con gli altri, di sentire, di esprimere e di vivere l’amore umano. Perciò essa è parte integrante dello sviluppo della personalità e del suo processo educativo: « Dal sesso, infatti, la persona umana deriva le caratteristiche che, sul piano biologico, psicologico e spirituale, la fanno uomo o donna, condizionando così grandemente l’iter del suo sviluppo verso la maturità e il suo inserimento nella società ».[613][614]

Questo testo della Congregazione per l’Educazione Cattolica, bene inteso, non solo non afferma quanto dice Fumagalli ma anzi confuta a livello intrinseco l’errore di questo moralista. Il testo in questione fa emergere una verità sottolineata anche da Sgreccia[615], per cui l’identità sessuale fisicamente definita, segna a livello biologico, psicologico e spirituale la persona. La persona non ha solo un sesso, ma è uomo o donna, e la vita dell’individuo non può realizzarsi armonicamente se non accettando e valorizzando quel modo di essere, cioè accettando e valorizzando la sua maschilità o femminilità[616]. Il sesso fisicamente determinato manifesta che quella persona ha una certa struttura biologica, psicologica e spirituale che è propria di coloro che hanno tale sesso; quella persona ha una corrispondente chiamata divina conveniente con quel sesso.

Tale identità rimane sempre e ovviamente si mostra sempre, perché agere sequitur esse, anche se l’orientamento è disordinato e potrebbe far pensare che l’identità sia diversa.

Un altro passo dello stesso testo della stessa Congregazione afferma, in questa linea,: “22. Nella visione cristiana dell’uomo, si riconosce al corpo una particolare funzione, perché esso contribuisce a rivelare il senso della vita e della vocazione umana. La corporeità è, infatti, il modo specifico di esistere e di operare proprio dello spirito umano. Questo significato è anzitutto di natura antropologica: « il corpo rivela l’uomo »,[617] « esprime la persona »[618] ed è perciò il primo messaggio di Dio all’uomo stesso, quasi una specie di « primordiale sacramento, inteso quale segno che trasmette efficacemente nel mondo visibile il mistero invisibile nascosto in Dio dall’eternità ».[619]. … Di fronte a questa capacità del corpo di essere nello stesso tempo segno e strumento di vocazione etica, si può scoprire un’analogia tra il corpo stesso e l’economia sacramentale, che è la via concreta attraverso la quale giunge all’uomo la grazia e la salvezza. … 29 « Solamente nel mistero del Verbo Incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo »[620] e l’esistenza umana acquista il suo pieno significato nella vocazione alla vita divina. …

30 Alla luce del mistero di Cristo, la sessualità ci appare come una vocazione a realizzare l’amore che lo Spirito Santo infonde nel cuore dei redenti. Gesù Cristo ha sublimato tale vocazione col Sacramento del Matrimonio.”[621]

Come si vede: il corpo rivela l’uomo, esprime la persona, contribuisce a rivelare il senso della vita e della vocazione umana; la corporeità è, infatti, il modo specifico di esistere e di operare proprio dello spirito umano. Come si vede: è Cristo che rivela l’uomo all’uomo … e Cristo attraverso la Chiesa ha chiarito in modo molto netto che gli atti omosessuali sono peccati gravi e che l’unione sessuale è lecita solo dopo che l’uomo e la donna sono stati uniti in matrimonio.

Il testo della Congregazione in questione, quindi, non è in contrasto con la dottrina della Chiesa e non spinge alla visione “più integrata dell’identità sessuale” di cui parla Fumagalli. Il testo in questione fa capire che un uomo che ama sarà sempre un uomo che ama, appunto con le caratteristiche dell’uomo, e non diverrà mai una donna che ama, proprio perché il fatto di essere fisicamente uomo segna radicalmente la persona anche a livello psicologico e spirituale, come dice il testo esaminato. E una donna che ama non sarà mai uomo che ama perché il fatto di essere fisicamente donna segna radicalmente la persona anche a livello psicologico e spirituale, come dice il testo appena esaminato. L’amore in quanto passione è radicalmente legato alla dimensione fisica quindi alla reale mascolinità o femminilità fisica della persona.

Come spiega il “Manuale di bioetica” del Cardinale Sgreccia l’orientamento sessuale difforme dalla natura non entra nella natura vera e propria dell’uomo ma va spiegato, a livello teologico, alla luce del peccato originale e dei danni che esso ha portato. [622]

In conclusione, non è il testo della Congregazione in questione che apre le porte agli errori di Fumagalli ma è Fumagalli che interpreta male il testo della Congregazione.

Il testo della Congregazione ripropone semplicemente la dottrina della Chiesa, dottrina che è radicata nella Verità che viene da Dio, Realtà Suprema, e dottrina che, proprio perciò, è profondamente radicata nella realtà biologica, quindi non è essenzialista ma realista.

Non occorre quindi passare ad una visione “più integrata dell’identità sessuale”, come dice il moralista italiano che sto criticando, ma occorre farsi guidare sempre più dallo Spirito Santo e penetrare sempre più nella sana dottrina che Dio ci ha donato per aiutare gli omosessuali a riordinarsi e santificarsi in Cristo. In questa linea occorre comprendere sempre più a fondo in Cristo le cause della tendenza omosessuale per poter aiutare, coloro che ne sono affetti, a liberarsi da essa, a ritrovarsi in Cristo e a vivere sempre meglio secondo la Legge rivelata.

 

 

c,2,3) Evidenti errori di Fumagalli sull’intrinseca malvagità degli atti omosessuali, sulla legge di gradualità e sulla vera carità.

 

 

Contrariamente a ciò che dice Fumagalli la sana dottrina biblica e tradizionale condanna gli atti omosessuali come immorali semper et pro semper e non solo quando compiuti liberamente a causa di idolatria religiosa o di egoismo edonistico.[623]

Il divieto di atti omosessuali è uno dei comandi negativi della Legge divina, come visto più sopra in questo capitolo allorché trattammo della condanna biblica e tradizionale della pratica omosessuale, esso è proclamato chiaramente già nel Pentateuco ed è accettato chiaramente e nettamente in tutta la Scrittura, esso rientra nel VI precetto del decalogo. Come dicemmo: i comandi negativi della Legge divina mai possono essere violati lecitamente, valgono semper et pro semper … la Veritatis Splendor, che Fumagalli dovrebbe conoscere, è molto chiara a riguardo …

“ I precetti negativi della legge naturale sono universalmente validi: essi obbligano tutti e ciascuno, sempre e in ogni circostanza. Si tratta infatti di proibizioni che vietano una determinata azione semper et pro semper, senza eccezioni, perché la scelta di un tale comportamento non è in nessun caso compatibile con la bontà della volontà della persona che agisce, con la sua vocazione alla vita con Dio e alla comunione col prossimo. È proibito ad ognuno e sempre di infrangere precetti che vincolano, tutti e a qualunque costo, a non offendere in alcuno e, prima di tutto, in se stessi la dignità personale e comune a tutti. ….  La Chiesa ha sempre insegnato che non si devono mai scegliere comportamenti proibiti dai comandamenti morali, espressi in forma negativa nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Come si è visto, Gesù stesso ribadisce l’inderogabilità di queste proibizioni: « Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti…: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso » (Mt 19,17-18).” (VS n. 52)

Ancora nella Veritatis Splendor leggiamo “Ma i precetti morali negativi, cioè quelli che proibiscono alcuni atti o comportamenti concreti come intrinsecamente cattivi, non ammettono alcuna legittima eccezione; essi non lasciano alcuno spazio moralmente accettabile per la «creatività» di una qualche determinazione contraria.” (VS n. 67)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica  precisa ulteriormente al n. 1756 che :“ …  Ci sono atti che per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze e dalle intenzioni, sono sempre gravemente illeciti a motivo del loro oggetto; tali la bestemmia e lo spergiuro, l’omicidio e l’adulterio. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene.”

Contrariamente a ciò che dice Fumagalli non è il Magistero recente che ha ampliato il giudizio negativo della Tradizione e della Bibbia riguardo agli atti omosessuali[624] è Fumagalli che non ha inteso rettamente la dottrina cattolica che da sempre ha condannato radicalmente tali atti e non ha mai ammesso una lecita attività omosessuale. Contrariamente a ciò che dice Fumagalli non è mai stata ritenuta lecita dalla Chiesa la pratica omosessuale, neppure quella compiuta con atti “intenzionati dall’amore personale cristiano”[625] per il semplice motivo che la Chiesa ha sempre capito molto bene che tale pratica è radicalmente contro la Legge di Dio e che la carità, cioè il vero amore cristiano, non porta a compiere atti omosessuali, quindi non esistono atti omosessuali “intenzionati dall’amore personale cristiano” … La carità viene da Dio e porta a seguire la Legge di Lui che condanna radicalmente gli atti omosessuali, la carità si perde con il compimento dei peccati gravi, tra i quali ci sono gli atti omosessuali, come vedemmo molto precisamente nel capitolo in cui parlammo della carità.

Ricordo poi a fronte di certe affermazioni di Fumagalli [626] che la gradualità ammessa dalla dottrina cattolica è la legge di gradualità e non la gradualità della Legge. Tutti sono chiamati a vivere tutti i comandamenti in Cristo!  Nessuno può dispensarsi o dispensare dai comandamenti …

A questo riguardo è importante ricordare che, come il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 2072: “Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro contenuto essenziale, obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell’essere umano.”

Nessuno può dispensarsi o dispensare dai comandamenti, permettendo a sé o ad altri di compiere atti oggettivamente gravi (come adulterio, atti omosessuali, omicidio, pedofilia, stupro etc.) condannati dai divini comandamenti.

La legge di Dio è indispensabile, come insegna anche s. Tommaso (cfr. Iª-IIae q. 100 a. 8 co.) ; questo implica che nessuno possa dispensare altri o sé stesso dal compimento della Legge e questo vale in particolare riguardo a ciò che di oggettivamente grave essi condannano; cioè nessuno può dispensare sé o gli altri dall’osservanza dei comandamenti permettendo a sé o ad altri di compiere atti oggettivamente gravi (come adulterio, atti omosessuali, omicidio, pedofilia, stupro etc.) condannati dai divini comandamenti, e questo vale anche per il confessore e per il penitente …

 

 

c,3) Un articolo elogiativo di questo libro su “Avvenire” a firma di L. Moia.

 

 

Sulla base di quanto detto finora il testo di Fumagalli merita una radicale disapprovazione e condanna e quindi appaiono del tutto errati e fuori luogo gli elogi che tributa ad esso Giannino Piana alla fine del libro stesso e francamente appare fuori luogo la presentazione di mons. Semeraro. Dato che, come visto, questo Papa sta diffondendo errori e sta aprendo le porte alla liceità degli atti omosessuali, non è strano né l’elogio di G. Piana, né la prefazione di mons. Semeraro, ora Cardinale, né l’articolo elogiativo che si trova nel giornale dei Vescovi, l’Avvenire [627] …

Fermiamoci su qualche affermazione che leggiamo nell’articolo appena citato, firmato da L. Moia [628].

Anzitutto si noti quanto segue: “La condanna degli atti omosessuali, spiega l’autore del libro Fumagalli, “non contempla la possibilità, sconosciuta sino all’epoca contemporanea, che gli atti omosessuali corrispondano alla natura della persona ed esprimano l’amore personale” cioè siano “espressione di amore personale cristiano”.

Queste parole sono particolarmente gravi:

-in quanto implicano praticamente che la natura degli omosessuali non è natura umana e quindi per loro non valgono la Legge naturale né la Legge Antica né la Legge Nuova fissate per la salvezza degli uomini (e che condannano radicalmente gli atti omosessuali);

-in quanto affermano che gli omosessuali possono esprimere un vero amore personale cristiano attraverso gli atti omosessuali.

Se gli omosessuali non sono uomini, cioè non hanno la comune natura umana, bisogna capire cosa sono … bisogna capire se per loro c’è una salvezza eterna, infatti Cristo si è fatto uomo, ha preso la natura umana per salvare gli uomini, come diciamo nel Credo …

Se gli omosessuali non sono uomini il libro di Fumagalli non ha nulla da dire a loro in quanto la dottrina cattolica di cui parla e che egli presenta partendo dalla Bibbia e dal Magistero riguarda gli uomini e non esseri di altra natura … Se gli omosessuali non sono uomini bisogna capire quale Legge Dio ha fissato per loro … bisogna capire che tipo di anima hanno … e bisogna capire se per loro esiste una vita eterna …  inoltre non penso siano validi i Sacramenti da essi ricevuti o da essi amministrati … perché i Sacramenti sono per gli uomini e devono essere amministrati da uomini …

Se gli omosessuali non sono uomini, l’uccisione di un omosessuale non è omicidio … Se l’omosessuale non è uomo non è dunque aborto la sua uccisione nel grembo materno … Peraltro, ci sarebbe da domandarsi come farebbe ad essere generato dall’unione sessuale di un uomo e una donna, come tutti gli uomini, un individuo di natura non umana …

Se Fumagalli è uomo c’è da domandarsi fino a che punto possa parlare di omosessuali visto che essi hanno un’altra natura …

Le affermazioni dell’articolo sono ovviamente dei colossali e gravissimi errori.

Gli omosessuali sono uomini, hanno la comune natura umana, e sono chiamati a vivere secondo la Legge naturale e secondo la Legge rivelata … sono chiamati a vivere tutti i comandamenti in Cristo, compreso quello che vieta assolutamente gli atti omosessuali; con la grazia che viene da Cristo, Dio-uomo, e con Cristo sono chiamati a camminare in preghiera incessante, e con l’aiuto dei Sacramenti, sulla strada della Croce … verso il santo Paradiso … combattendo contro le tentazioni del diavolo , della carne e del mondo che li spingono al peccato di omosessualità e ad altri peccati!

Un’altra affermazione significativa che trovo nell’intervista è questa:” Non l’idealismo astratto del “tutto o niente”, ma la ragionevolezza del “meglio possibile”. Il frutto che questa teologia ha prodotto in riferimento alle cosiddette situazioni matrimoniali irregolari, si legge ancora, “può istruire adeguatamente il discernimento morale e l’accompagnamento pastorale delle persone omosessuali nel cammino dell’amore cristiano”.[629]

Dio ci illumini …

Se per Fumagalli gli omosessuali non hanno natura umana eviti di parlare di accompagnamento e discernimento spirituale come si fa con gli uomini …  perché occorre vedere di che natura sono e quale è il loro fine ultimo, quale è la Legge che Dio ha fissato per loro etc. etc.

Se, per Fumagalli, gli omosessuali non hanno natura umana, non sono idealisti quelli che, ritenendo gli omosessuali uomini, continuano a ribadire l’intrinseca malvagità degli atti omosessuali, è fuori strada lui che insiste nel voler applicare a esseri di altra natura tutto ciò che riguarda gli uomini … è fuori strada Fumagalli che appunto considera di altra natura gli omosessuali …

Visto però che gli omosessuali sono uomini, Fumagalli è appunto,  evidentemente e gravemente, in errore perché, contrariamente all’insegnamento della Scrittura e della Tradizione, ritiene che gli atti omosessuali siano in alcuni casi legittimi[630].

Ricordo che il divieto di compiere atti omosessuali è assoluto e quindi ognuno deve, con l’aiuto di Cristo, opporsi a qualsiasi costo al compimento di tali atti e deve fuggire le occasioni prossime di peccato in tali ambiti, inoltre deve aiutare gli altri ad opporsi ugualmente a tali atti e a fuggire le occasioni prossime di essi.

Tutti sono chiamati a vivere integralmente i comandamenti in Cristo, nessuno può dispensare sé o altri dalle esigenze che emergono dai comandamenti, soprattutto dai comandi negativi; ognuno deve, con l’aiuto della grazia e della preghiera, impegnare sé e aiutare gli altri nell’attuazione dei divini comandi.

La carità cristiana è una virtù soprannaturale per la quale, sotto la guida dello Spirito Santo onnipotente, detestiamo il peccato (e quindi gli atti oggettivamente gravi), evitiamo assolutamente di peccare e quindi di esporci alle occasioni prossime di peccato.

Inoltre la carità ci porta ad aiutare gli altri: a detestare il peccato, a non peccare più e a fuggire le occasioni prossime di peccato.

La “ragionevolezza del meglio possibile” di cui parla Fumagalli e che lo porta a legittimare in alcuni casi gli atti omosessuali[631], in quanto implica gradualità della Legge è un colossale errore. Tale ragionevolezza del meglio possibile è presa dall’Amoris Laetitia che Fumagalli appunto cita in questo contesto[632].

Il fatto poi che Fumagalli citi il principio di Amoris Laetitia (di cui parlammo nel I volume più ampiamente)  per cui  ognuno è chiamato al ““massimo bene possibile” qui ed ora” senza dire che siamo chiamati a fare la volontà di Dio e a lasciarci guidare dalla sua grazia che supera la natura e ci porta a vivere secondo la Legge divina, mette l’affermazione di Fumagalli fuori dalla dottrina evangelica e tradizionale: l’uomo non è chiamato a fare semplicemente il possibile, è chiamato a fare l’impossibile che Dio gli dona di poter fare, Gesù ha detto chiaramente che impossibile è per noi salvarci ma tutto è possibile a Dio[633] e appunto Dio ci vuole salvare e ci aiuta con la sua grazia a fare ciò che per noi è impossibile e a salvarci… preciso: Dio ci vuole salvare e ci aiuta con la sua grazia a fare ciò che per noi è impossibile, cioè a vivere secondo la sua Parola, secondo la sua Legge e a salvarci …

Certamente i grandi moralisti cattolici hanno citato la classica frase “ad impossibilia nemo tenetur” indicando che dobbiamo fare il possibile ma hanno sempre inteso per possibile ciò che umanamente è impossibile ma Dio rende possibile. I grandi moralisti cattolici in questa linea hanno sempre considerato come possibile con l’aiuto di Dio vivere secondo la Legge di Dio ed evitare gli atti omosessuali; i grandi moralisti hanno sempre affermato che gli atti omosessuali sono sempre assolutamente vietati. Certamente i moralisti hanno parlato anche di impossibilità assoluta ad attuare la Legge ma hanno spiegato con grande precisione quando si verifica nella luce della Verità. Il Papa Francesco, i suoi collaboratori e soprattutto il prof. Fumagalli, invece, la pensano ben diversamente da tali grandi moralisti, purtroppo, e distorcono questi grandi principi teologici per aprire le porte a vere perversioni dottrinali.

Le porte che Papa Francesco ha aperto alle immoralità attraverso Amoris Laetitia vengono chiaramente  e legittimamente (nella linea bergogliana) varcate da Fumagalli riguardo agli atti omosessuali.

Si capisce molto bene , quindi, perché un monsignore come Semeraro, oggi Cardinale, abbia fatto la prefazione di tale libro senza minimamente condannarne i colossali errori che lo segnano: questo testo con i suoi gravissimi errori fa chiaramente parte del “cambio di paradigma”, con le sue perversioni dottrinali, che il Papa sta portando avanti.

Dio ci illumini.

 

 

c,4) Conclusione sugli errori che diffonde il prof. Fumagalli con il suo libro “L’amore possibile”.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Concludendo la disamina delle affermazioni di Fumagalli mi pare importante notare che esse si appoggiano in realtà:

1)a livello biblico sul nulla, perché la Bibbia interpretata nella Tradizione è chiarissima nel rigettare la pratica omosessuale e nel parlare di unione sessuale prevista solo in ambito Matrimoniale, tra uomo e donna;

2)a livello di Tradizione sul nulla, perché tutta la Tradizione è chiarissima nel rigettare la pratica omosessuale e nel parlare di Matrimonio e di unione sessuale prevista solo in ambito Matrimoniale, tra uomo e donna;

3)a livello di Magistero sul nulla, perché il Magistero è chiarissimo nel rigettare la pratica omosessuale e nel parlare di Matrimonio e di unione sessuale prevista solo in ambito Matrimoniale, tra uomo e donna; i chiari errori di Amoris Laetitia non hanno evidentemente nessun valore dinanzi alle chiare e unanimi affermazioni della Bibbia e di tutta la Tradizione, il Papa non è Dio e non ha nessun potere, come visto sulla Legge divina naturale e rivelata;

4)a livello di buona filosofia sul nulla, perché la sana filosofia non si sogna di dire che gli omosessuali non appartengono alla natura umana e che per loro non vale la legge naturale che vieta gli atti omosessuali; la buona etica filosofica afferma chiaramente che gli omosessuali hanno natura umana e che la legge naturale vieta gli atti omosessuali.

Anche la scienza empirica afferma che gli omosessuali sono uomini, appartenenti al genere umano e vengono curati come uomini; la scienza empirica dice chiaramente che gli omosessuali sono uomini che nascono da coppie umane.

Le affermazioni di Fumagalli con cui dichiara la liceità degli atti omosessuali non hanno nulla a che fare con la sana dottrina cattolica e con il suo sviluppo, sono semplicemente una radicale sovversione della Verità che Cristo è venuto a portare, esse legittimano atti che sono oggettivamente gravissimi, che costituiscono materia di peccato grave e che aprono le porte dell’inferno a chi li compie con piena avvertenza e deliberato consenso, in questo senso tali deviazioni sono estremamente pericolose e meritano chiare condanne da parte della Chiesa.

Concludo notando che il libro di Fumagalli è noto … e la S. Sede non è intervenuta a condannarlo … il professore non è stato sanzionato e continua liberamente a diffondere i suoi errori e probabilmente lo fa dall’alto della sua cattedra della Facoltà Teologica dell’ Italia settentrionale in cui tiene un corso nell’ambito della Morale Speciale I[634] come dicemmo più sopra.

Il testo di Fumagalli con i suoi gravissimi errori fa chiaramente parte del “cambio di paradigma”, con le sue perversioni dottrinali, che il Papa sta portando avanti …

Dio intervenga e azzeri completamente tale “cambio di paradigma”.

 

 

c,5) La postfazione di G. Piana al libro di Fumagalli

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

È certamente significativo che Fumagalli faccia realizzare la postfazione al suo libro da G. Piana[635], evidentemente considera importante che quest’ultimo commenti ed elogi pubblicamente il suo lavoro; ed è significativo anche che il prof. Piana, ormai ottantenne, abbia realizzato una postfazione totalmente elogiativa del libro di Fumagalli, evidentemente egli approvava pienamente quello che afferma quest’ultimo.

Dopo 10 anni dalla pubblicazione del suo libro[636], Piana, quindi continuava a non rendersi conto profondamente:

-del progetto fondamentale di Dio sull’uomo, quindi anche sull’omosessuale, progetto che esclude assolutamente gli atti omosessuali;

-del profondo radicamento sacramentale che ha tale progetto;

-del fine cui mira tale progetto (il Paradiso), fine che non si raggiunge compiendo peccati di omosessualità;

-dell’intervento dell’uomo che, con il peccato, anche con il peccato omosessuale, si oppone a tale progetto e dei danni che ha determinato e determina tale intervento;

-dell’opera di Dio e di Gesù Cristo in ordine alla realizzazione di tale progetto e quindi della grazia che Dio ci dona per non peccare e non compiere atti omosessuali;

-della strada (la Croce) e delle leggi da seguire per raggiungereil Cielo, strada e leggi che prevedono la radicale opposizione agli atti omosessuali;

-dell’opera dei nemici (la carne, il diavolo e il mondo) di tale progetto, nemici che spingono anche a commettere atti omosessuali;

L’anziano moralista non si rende conto neppure del fatto che, contrariamente a ciò che dice Fumagalli, l’antropologia della sessualità insegnata dalla Chiesa è anzitutto antropologia teologica, basata sulla Parola di Dio e sulla Tradizione e quindi sulla Liturgia e che si avvale anche della sana filosofia della tradizione cristiana. La Parola di Dio rettamente interpretata, la Tradizione e la sana filosofia escludono assolutamente che gli atti omosessuali siano leciti in qualche caso, quindi la sana antropologia teologica non può che escludere dal progetto divino sull’uomo gli atti omosessuali. Inoltre la questione circa il giudizio morale degli atti omosessuali non può essere ridotta al fatto che essendovi una certa alterità anche tra omosessuali e una certa “fecondità”(intesa in senso amplissimo ed escludente la filiazione) in alcuni casi tali atti sarebbero leciti. Come abbiamo detto più sopra: Dio ha chiaramente manifestato nella Scrittura e nella Tradizione e quindi nella Liturgia che il suo progetto non prevede che l’uomo compia atti omosessuali; i colossali sforzi di Piana per affermare e ribadire la liceità di tali atti sono del tutto deviati e devianti dalla Verità [637]. Il progetto di Dio sull’uomo in Cristo è progetto di grazia e di castità che prevede vita sessuale solo all’interno di un matrimonio … e quindi tra uomo e donna … Solo in questa grazia matrimoniale sono leciti i rapporti sessuali, non fuori di essa. Il Matrimonio sacramentale unisce in Cristo i due sposi, li rende una sola carne e nel loro amore manifesta l’amore di Cristo per la Chiesa e in questo modo rende leciti gli atti sessuali aperti alla vita ma, si noti bene, non rende leciti gli atti contro natura come la sodomia e simili.

Il Matrimonio implica, peraltro, una vocazione dei nubendi a vivere tale Sacramento e quindi a diventare strumenti di Dio per manifestare l’amore di Cristo per la sua Chiesa e anche per mostrare la potenza creativa di Dio attraverso l’unione sessuale e la procreazione della coppia.

Tale vocazione, tale Sacramento, tale unione e tale santa attività sessuale evidentemente non esistono per le coppie omosessuali …

Peraltro il Matrimonio è Sacramento e si attua nella Liturgia; ora una profonda verità evidenziata dal Concilio afferma che la Liturgia è fons e culmen della vita cristiana.

La Liturgia è alla base della vita cristiana e in particolare della vita degli sposi cristiani … ma non c’è nessuna Liturgia alla base della vita cristiana delle coppie omosessuali e nessuna Liturgia che santifichi la loro relazione sessuale … anzi c’è una radicale contrarietà di tali relazioni alla Liturgia cristiana, perché da essa scaturisce la grazia e quindi la santità, la castità, da essa scaturiscono gli atti santi e non gli atti omosessuali anzi da essa scaturisce la forza soprannaturale per evitare sempre e ovunque gli atti omosessuali; nella Liturgia vi è il culmine della grazia, della castità, della purezza santa, della santità che si oppone radicalmente al peccato di omosessualità.

Piana continuava a non accorgersi a 10 anni dal suo libro che gli atti omosessuali e le unioni omosessuali sono radicalmente rigettati da Dio attraverso tutta la sua dottrina e che essi sono del tutto contrari al piano di Dio per l’uomo … e continuava non accorgersi che la sua morale come quella di Fumagalli pur richiamandosi al Concilio calpestano anche bellamente il principio conciliare per cui: la Liturgia è fons e culmen della vita cristiana. Eppure Piana è vissuto proprio durante e dopo il Concilio e conosce bene questa dottrina …

Ovviamente non mi consta che sia possibile inventarsi un nuovo Sacramento per santificare gli atti intimi delle coppie omosessuali …

Dio, dunque, chiama l’uomo alla castità in questo mondo e alla castità beata nell’altro, questo progetto esclude assolutamente gli atti omosessuali e si oppone ad essi; in questa linea è del tutto preciso affermare, contro Piana e Fumagalli, che l’orientamento omosessuale è un orientamento disordinato.

Inoltre Piana, elogiando totalmente il testo di Fumagalli, mostra di dimenticare l’insegnamento di Veritatis Splendor sulla validità semper e pro semper dei comandi negativi della Legge divina e mostra   evidentemente di accettare che qualcuno possa dispensarsi o dispensare dalle norme del diritto divino, permettendo a sé o ad altri di compiere atti oggettivamente gravi (come adulterio, atti omosessuali, omicidio, pedofilia, stupro etc.) condannati dai divini comandamenti …

Ulteriormente Piana non si rende conto che l’idea, di Fumagalli, per cui la legittimazione degli atti omosessuali sarebbe in “continuità difforme” con la sana dottrina è un colossale errore; infatti alcune verità di dottrina cattolica sono immutabili, definitive e appunto la condanna della pratica omosessuale abbiamo visto che va considerata come affermazione definitiva e immutabile. Per la dottrina cattolica l’atto sessuale è lecito solo dopo il Matrimonio sacramentale valido, cioè solo dopo che Dio ha unito i nubendi e li ha resi una sola carne!

Gli errori di Fumagalli, e quindi di Piana che li elogia, che conducono a ritenere come lecito ciò che è in realtà un peccato gravissimo e radicalmente condannato dalla Chiesa, vanno nel senso della discontinuità dalla Tradizione e del cambiamento della sana dottrina … cioè vanno nella linea dell’opposizione alla verità che la Chiesa ha sempre sostenuto; tale opposizione è evidentemente molto grave anche perché considera lecito ciò che è sempre stato considerato peccato molto grave e quindi apre le porte della dannazione eterna per tante anime.

Sappiamo che solo la Verità rende liberi, la Chiesa diffonde appunto tale Verità e perciò vieta il compimento di atti oggettivamente gravi e condanna il compimento di peccati gravi, come la pratica omosessuale. L’opposizione a questa Verità non libera … quindi è un ulteriore errore di Piana affermare che il testo di Fumagalli è liberante perché ammette apertamente la possibilità di vivere l’amore omosessuale con tutta la sua intensità.[638]

La libertà di cui parla Piana non è, quindi, la libertà che porta Cristo … è piuttosto il libertinismo del mondo.   Dio intervenga e liberi i suoi fedeli e specialemente i suoi professori, come Fumagalli, da errori, immoralità e da ogni falsa libertà.

 

 

d) Importanti verità cattoliche del tutto ignorate nei libri di Piana, Fumagalli e Oliva.

 

 

d,1) Le grandi verità cattoliche circa il Fine Ultimo dell’uomo e circa i novissimi, completamente ignorate nei libri di Piana, Fumagalli e Oliva.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

La sana teologia morale, e soprattutto la grande teologia morale, mette in grande evidenza il fine ultimo dell’uomo, che è il Cielo e la beatitudine!

S. Tommaso parla a lungo della beatitudine nel suo trattato di teologia morale nella Somma Teologica, nella I-II. Nella morale e nella dottrina di s. Tommaso il Cielo, la beatitudine e la vita eterna hanno una posizione preminente. Nella luce della bellezza del Paradiso, della nostra vocazione ad esso e dell’attrazione che esso, secondo la volontà divina, esercita su noi si sviluppa la teologia morale di s. Tommaso e più generalmente la teologia morale cattolica.

Il Catechismo Romano afferma, significativamente : “I santi apostoli, nostre guide, vollero chiudere il Simbolo, compendio della nostra fede, con l’articolo riguardante la vita eterna, sia perché dopo la resurrezione della carne i fedeli non devono aspettare che il premio della vita eterna; sia perché la felicità perfetta e piena di ogni bene deve essere sempre dinanzi ai nostri occhi, e apprendessimo che la mente e i pensieri nostri devono essere tutti fissi in essa.”[639]

Sottolineo: la felicità perfetta e piena di ogni bene, cioè il Paradiso, deve essere sempre dinanzi ai nostri occhi, la mente e i pensieri nostri devono essere tutti fissi in essa … questo deve valere in modo particolare per un teologo moralista e per un buon libro di teologia morale, perché la teologia morale è tutta orientata verso il Paradiso e deve condurre al Paradiso, alla vita eterna e con la speranza dei beni eterni deve sostenere l’impegno dei credenti sulla via stretta del Vangelo.

La piena e definitiva realizzazione dell’uomo, creato a immagine e somiglianza della Trinità, si compie solo nel Paradiso.

L’uomo è stato creato da Dio per il Cielo, quindi è stato creato per quello che leggeremo nei testi che presenterò qui di seguito. Ci tengo a mettere qualche testo che parla del Paradiso perché possiamo renderci conto almeno in modo embrionale di ciò che Dio ci ha preparato lassù e che dobbiamo guadagnarci in questo mondo camminando sulla via stretta dei comandamenti e della Croce.

In un bel testo delle “Conferenze” del Dottore Angelico leggiamo:  “Quando saranno compiuti tutti i nostri desideri, cioè nella vita eterna, la fede cesserà. … La prima cosa che si compie nella vita eterna è l’unione dell’uomo con Dio. … La vita eterna inoltre consiste nella somma lode …  Consiste ancora nella perfetta soddisfazione del desiderio. … le brame dell’uomo si appagano solo in Dio …  I santi, nella patria, possederanno perfettamente Dio. …  Tutto quello che può procurare felicità, là è presente ed in sommo grado. … La vita eterna infine consiste nella gioconda fraternità di tutti i santi. Sarà una comunione di spiriti estremamente deliziosa, perché ognuno avrà tutti i beni di tutti gli altri beati. Ognuno amerà l’altro come se stesso e perciò godrà del bene altrui come proprio.””[640]

Il Catechismo Romano afferma“ … la vita eterna significa non tanto la perpetuità della vita, alla quale partecipano anche i demoni e gli uomini cattivi, quanto la perpetuità della beatitudine, capace di soddisfare appieno il desiderio dei beati. … dal significato di questa espressione vita eterna impariamo anche che questa felicità, una volta raggiunta, non può più perdersi, come erroneamente alcuni supposero. Infatti la felicità risulta dall’unione di tutti i beni, senza mescolanza di alcun male: la quale felicità per appagare il desiderio dell’uomo, deve consistere necessariamente nella vita eterna.  … la grandezza della felicità dei beati nella patria celeste da essi solamente e da nessun altro può esser compresa. … essa è una realtà troppo alta e preclara, per poterne esprimere perfettamente la sostanza con una parola propria. Infatti nelle sacre Scritture si danno a questa beatitudine celeste moltissimi altri nomi… nessuno di essi vale ad esprimerne la grandezza.”[641]

Andando a precisare in cosa consiste il Paradiso, lo stesso Catechismo afferma: “ … come tramandarono i santi Padri, la felicità della vita eterna si deve definire come liberazione da tutti i mali ed acquisto di tutti i beni. …

La beatitudine sostanziale, che con un termine comune puo dirsi essenziale, consiste nel vedere Dio e godere della sua bellezza; perché qui è la fonte e il principio di ogni bontà. Questa è la vita eterna, dice Cristo signore, che conoscano te, solo vero Dio, e Gesù Cristo, che tu hai mandato (Jn 17,3). …Alla beatitudine essenziale s’aggiungono degli abbellimenti comuni a tutti i beati, che, essendo meno lontani dalla ragione umana, sogliono commuovere ed eccitare con maggior forza gli animi nostri. A questo genere appartengono quelli a cui sembra alludere l’Apostolo scrivendo ai Romani: Gloria e onore e pace a ognuno che fa il bene (Rm 2,10). Infatti i beati non godono solo di quella gloria che mostrammo essere in fondo la beatitudine essenziale di Dio … ma anche di quella che risulta dalla conoscenza chiara e precisa che ciascuno dei beati avrà dell’eccellente e splendida dignità degli altri. Ma pure quanto grande non si dovrà stimare l’onore che Dio loro concede, essendo essi chiamati non più servi, ma amici, fratelli e figli di Dio? …  Ma saranno lodati anche da Cristo Signore dinanzi al Padre celeste e ai suoi Angeli. Inoltre, se è vero che la natura ingenerò in tutti gli uomini il desiderio di essere onorati da quelli che sono illustri per sapienza, ritenendosi che tali attestati di considerazione siano le più efficaci prove del merito, quanto non dovrà credersi grande la gloria dei beati, professando l’uno verso l’altro la stima più profonda.

Sarebbe infinita l’enumerazione di tutti i godimenti di cui sarà ripiena la gloria dei beati; e non possiamo immaginarceli neppure. Tuttavia i fedeli devono persuadersi che di tutto quel che di giocondo può toccarci o desiderarsi in questa vita, sia che si riferisca alla conoscenza dell’intelletto, sia alla perfezione del corpo, di tutto la vita beata dei celesti ridonderà; sebbene in un modo più alto di quel che l’occhio possa vedere, l’orecchio possa udire, o che comunque possa penetrare nel cuore dell’uomo, come afferma l’Apostolo (1Co 2,9). Il corpo, che prima era grossolano e materiale, quando nel cielo, tolta la mortalità, sarà diventato tenue e spirituale, non avrà più bisogno di alimenti; l’anima poi si satollerà di quel pascolo eterno di gloria, che sarà offerto a tutti dall’Autore di quel grande convito (Lc 12,37).

Chi mai potrà desiderare preziose vesti ovvero ornamenti regali per il corpo lassù dove non si avrà bisogno di tali cose, e tutti saranno coperti di immortalità e di splendore, insigniti della corona della gloria eterna? Ma se è parte della felicità umana anche il possesso di una casa vasta e sontuosa, che cosa si può concepire di più vasto e sontuoso dello stesso cielo, che è illuminato in ogni parte dallo splendore divino? Perciò il Profeta, ponendosi dinanzi agli occhi la bellezza di tale dimora, e ardendo della brama di giungere a quella beata sede, dice: Come sono amabili i tuoi tabernacoli, o Signore delle virtù! Anela e si strugge l’anima mia per il desiderio degli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente (Ps 83,1).”[642]

Nel  Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo al n. 1023: “Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo vedono « così come egli è » (1 Gv 3,2), « a faccia a faccia » (1 Cor 13,12)” ( Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1023)

Le anime beate del Cielo : “ …  hanno visto e vedono l’essenza divina in una visione intuitiva e anche a faccia a faccia, senza la mediazione di alcuna creatura”[643]

Il Paradiso supera ogni possibilità di comprensione e descrizione: “La Scrittura ce ne parla con immagini: vita, luce, pace, banchetto di nozze, vino del Regno, casa del Padre, Gerusalemme celeste, paradiso” (1 Cor 2,9).(Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 1027)

La vita del Cielo è vita di somma purezza e di assoluta castità.

Queste sono, dunque, le cose meravigliose per cui Dio ha creato l’uomo; noi siamo fatti per queste grandezze che superano ogni possibilità di comprensione e descrizione. Nella luce di queste meraviglie a cui siamo chiamati capiamo anche meglio la grandezza della vocazione dell’uomo. Queste cose meravigliose sono, d’altra parte, il premio per la vita santa, per la vittoria sulle tentazioni; questo è il premio, quindi per la vittoria sulle tentazioni che spingono gli uomini al peccato impuro contro natura; questo è il premio per chi segue la via della Croce e prega incessantemente secondo le indicazioni evangeliche.

I libri di Piana, Fumagalli e Oliva non trattano neppure embrionalmente di queste meraviglie del Cielo, …  eppure la Bibbia ci ricorda :

ἐν πᾶσι τοῖς λόγοις σου μιμνῄσκου τὰ ἔσχατά σου καὶ εἰς τὸν αἰῶνα οὐχ ἁμαρτήσεις (Sir. 7,36)

Che nella Vulgata diventa: “ In omnibus operibus tuis memorare novissima tua

et in aeternum non peccabis.” Cioè in tutte le tue opere ricordati delle ultime cose e non peccherai … E tra le ultime cose da ricordare c’è anche l’inferno, come ribadisce chiaramente la dottrina cattolica  … e chi muore in peccato grave si danna ; il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l’amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola « inferno ».”(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1033)… E il Vangelo afferma anche : “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!”(Mt. 7,13s)

S. Tommaso afferma commentando questo testo: “Sed posset aliquis dicere: nonne omnes primi salvabuntur? dicit: multi sunt vocati, pauci vero electi, quia qui fide credunt, omnes vocati sunt; sed illi electi, qui bona opera faciunt, et isti sunt pauci, ut supra VII, 14: arcta est via, quae ducit ad vitam, et pauci sunt qui inveniunt eam.” (Super evangelium Matthei c.20 l.1)

Traduco l’affermazione più decisiva “Molti sono chiamati, pochi però sono scelti” perché coloro che credono per la fede, tutti sono chiamati; ma sono scelti quelli che realizzano opere buone e questi sono pochi, come sopra (Mt.7,14) “La via che conduce alla vita è difficile e sono pochi quelli che la trovano” …

E nella Summa Theologiae I  q.23 a.7 ad 3m s. Tommaso afferma: “… bonum quod excedit communem statum naturae, invenitur ut in paucioribus; et defectus ab hoc bono, ut in pluribus. … Cum igitur beatitudo aeterna, in visione Dei consistens, excedat communem statum naturae, et praecipue secundum quod est gratia destituta per corruptionem originalis peccati, pauciores sunt qui salvantur. Et in hoc etiam maxime misericordia Dei apparet, quod aliquos in illam salutem erigit, a qua plurimi deficiunt secundum communem cursum et inclinationem naturae.

Traduco: il bene che supera il comune stato di natura si ritrova in meno individui ; e la mancanza di questo in più individui. Poiché la beatitudine eterna eccede lo stato comune di natura quelli che si salvano sono in numero più piccolo, rispetto a quelli che si dannano. E anche in questo appare massimamente la misericordia divina che erige alcuni a quella salvezza dalla quale la maggior parte degli uomini vengono meno secondo il comune corso e l’inclinazione della natura.

S. Leone Magno Papa e Dottore della Chiesa disse significativamente :“Impletur itaque per omnia sententia Veritatis qua discimus angustam esse et arduam viam quæ ducit ad vitam ( Matth . 7 , 14 ) ; et cum latitudo itineris ad mortem trahentis multis frequentetur agminibus , in salutis semitis paucorum intrantium sunt rara vestigia . Unde autem populosior est via læva quam dextera , nisi quia ad mundana gaudia et corporalia bona multitudo proclivis est ? … Ita cum innumeri sint qui visibilia concupiscant , vix inveniantur qui temporalibus æterna præponant.” (Sermo XLIX ( XI De Quadragesima) PL 54 p. 302 c. II)

“Si compie così in tutto la sentenza della Verità per cui impariamo che è angusta e ardua la via che conduce alla vita (Matteo 7,14) e mentre la larghezza della strada che conduce alla morte è frequentata da molte folle , dei pochi che entrano nelle vie della salvezza sono rare le orme . Perché la via sinistra è più popolata della destra se non perché la moltitudine è proclive ai piaceri mondani e corporali? …Così sebbene siano innumerevoli quelli che desiderino le cose visibili, a stento si trovano quelli che pongono le cose eterne avanti alle temporali.”

E molto significativamente, per l’argomento che stiamo trattando, s. Alfonso afferma in questa linea: “L’incontinenza è chiamata da s. Basilio peste viva, da s. Bernardino da Siena vizio il più nocivo di tutti: Vermis quo nullus nocentior; perché, secondo dice s. Bonaventura, l’impudicizia distrugge i germogli di tutte le virtù: Luxuria omnium virtutum eradicat germina. Perciò ella è da s. Ambrogio chiamata il seminario e la madre di tutti i vizj: Luxuria seminarium est, et origo omnium vitiorum; mentre questo vizio tira seco anche gli altri, odj, furti, sacrilegj e simili. E quindi giustamente disse s. Remigio che, exceptis parvulis, maior pars hominum ob hoc vitium damnatur. E il p. Segneri disse che siccome l’inferno per la superbia è pieno d’angeli, così per la disonestà è pieno d’uomini. Negli altri vizj il demonio pesca coll’amo, in questo pesca colla rete; sicché fa più guadagno per l’inferno con questo vizio che con tutti gli altri. E Dio all’incontro per l’incontinenza ha mandati i maggiori castighi nel mondo, punendola dal cielo con diluvj d’acque e di fuoco.”[644]

Faccio notare a questo riguardo le significative parole della Madonna a Fatima : “Pregate, pregate molto; e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi si sacrifichi e interceda per loro.”[645]

Un ulteriore testo su questo tema lo traggo dall’Osservatore Romano del 7-2-1954(edizione settimanale ). P. Riccardo Lombardi parla di una intervista a lui concessa da suor Lucia dos Santos una delle veggenti di Fatima: “Le domandai “Mi dica se “Mondo migliore” è la risposta della Chiesa alle parole della  Vergine da lei udite” Mi rispose “Padre certamente c’è bisogno di questo grande rinnovamento. Se non si fa , constatando lo svolgimento attuale dell’umanità, solo una limitata parte del genere umano si salverà” …….
Riprese p. Lombardi “Lei crede veramente che molti vadano all’inferno? Io spero che Dio ne salvi molti” (non per nulla un mio libro ha per titolo “La salvezza di chi non ha fede”). Rispose suor Lucia “Padre, si dannano molti” Riprese p. Lombardi ” Si, il mondo è una sentina di vizi . Ma c’è sempre una speranza di salvezza.” Rispose suor Lucia ” No , Padre, molti , molti si perderanno”….”

Il p. Lombardi conclude l’articolo dicendo testualmente: “Quelle parole (di suor Lucia) mi scossero .” … affermazioni simili a quelle di Lucia si trovano negli altri veggenti di Fatima …

Nel “Diario” di s. Veronica Giuliani, edito dal Monastero delle Cappuccine , Città di Castello 1974 l. IV p. 281 è scritto “Maria SS.ma mi disse …..”Figlia ti faccio sapere che giornalmente si offende Dio; diluviano le anime all’inferno.”

Alla pagina 354 del medesimo testo: “Ella (la s. Vergine Maria) mi ha detto ….Figlia …ad ogni momento precipitano migliaia di anime nell’inferno”

Alla p. 358 dello stesso testo è scritto: “Figlia sappi che ora nel mondo è venuto un vivere , che pochi si salveranno”

Sottolineo che questi testi sono evidentemente nel linea del s. Vangelo che afferma : “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!”(Mt. 7,13s) … e vari di questi  sono testi della Tradizione cattolica da tenere sempre nella dovuta considerazione …

Preciso che questi testi come altri in questa linea non mirano a terrorizzare le anime ma a farle camminare veramente sulla via che conduce al Cielo e a tenerle bene alla larga dal peccato, cioè dalla via che conduce all’inferno; questi testi mirano, quindi, a:

1) raddoppiare la vigilanza nelle anime;

2) portare i fedeli a non rimanere un solo giorno in peccato mortale;

3) far correre i fedeli incessantemente al rimedio per i loro peccati;

4) separare, almeno in spirito, i fedeli dalla moltitudine che vive in peccato;

5) spingere i fedeli alla sequela del piccolo numero dei cristiani veramente cristiani, regolati nella condotta e fedeli ai loro doveri;

6) portare i fedeli alla sequela risoluta della via stretta che conduce al Cielo vincendo gli ostacoli;

7) far pregare incessantemente i fedeli, come vuole il Signore, per avere la grazia proprio per entrare e perseverare in questa via stretta.[646]

Non pare che indicazioni così sante siano suscitate dai libri di Fumagalli, Oliva e Piana che pure sono o dovrebbero essere libri di teologia morale cattolica.

Ma ciò non meraviglia perché proprio davanti a queste grandi verità l’anima può più facilmente capire la necessità di seguire la via sicura che conduce al Cielo e di scampare dall’inferno; proprio davanti a queste grandi verità il lettore più facilmente è spinto a seguire la via sicura che la Tradizione e in essa lo Spirito Santo attraverso i santi e la Santa Chiesa hanno fissato per condurre gli uomini al Cielo; proprio davanti a queste grandi verità il lettore più facilmente capisce la necessità di seguire ciò che la Bibbia ha chiaramente fissato per giungere alla beatitudine; proprio davanti a queste grandi verità l’anima può capire quanto pericoloso è affidarsi alle elucubrazioni di qualche teologo morale che vuole pervertire la sana dottrina …  ovviamente dei libri che sono chiusi alla piena verità di Cristo e vogliono pervertirla non è strano che siano chiusi a queste grandi verità e chiudano la mente dei loro lettori riguardo ad esse.

 

 

d,2) Mancanza di una trattazione adeguata almeno embrionale della Croce e della necessità della preghiera incessante!

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Fumagalli, Oliva e Piana neppure dedicano uno spazio almeno embrionale alla Croce e alla lotta spirituale nei loro libri.

S. Rosa da Lima diceva, presentando le parole che Gesù le aveva detto: “Nessuno erri né si inganni; questa é l’unica vera scala del paradiso, e al di fuori della croce non c’é altra via per cui salire al cielo.”[647]

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 2015: “Il cammino della perfezione passa attraverso la croce. Non c’è santità senza rinuncia e senza combattimento spirituale.” (Cf 2 Tm 4.)

Chi si vuole salvare deve seguire Cristo sulla via della Croce e del combattimento contro i nemici spirituali: la carne, il diavolo e il mondo.”

La Gaudium et Spes afferma al n. 37: “Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno (Cf. Mt 24,13; 13,24-30 e 36-43.). Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l’aiuto della grazia di Dio.” [648]

La via di Croce è via di combattimento spirituale, è via di rinnegamento di sé e di sequela di Cristo.

Gesù lo ha detto chiaramente: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). S. Giovanni Paolo II affermò:“La testimonianza di Cristo è fonte, paradigma e risorsa per la testimonianza del discepolo, chiamato a porsi sulla stessa strada: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23). La carità, secondo le esigenze del radicalismo evangelico, può portare il credente alla testimonianza suprema del martirio. Sempre sull’esempio di Gesù che muore in croce: «Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, — scrive Paolo ai cristiani di Efeso — e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,1-2).” (VS n. 86-87)

La via di Croce è via di carità e di prontezza al martirio.

La carità è amore divino in noi e si attua appunto rinnegando noi stessi e seguendo Cristo sulla via dei santi comandamenti e della Croce; la carità può portare il credente alla testimonianza suprema del martirio. Il cristiano se vive nella vera carità è sempre pronto al martirio; s. Ignazio di Antiochia affermava: “I  non credenti hanno l’impronta di questo mondo, ma i fedeli che sono nella carità portano impressa l’immagine di Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo. Se noi, con la grazia sua, non siamo pronti a morire per partecipare alla sua Passione, la sua vita non è in noi.”[649]

La carità fraterna, come dicemmo, ci porta anche a condurre i nostri fratelli alla fede e alla carità e quindi alla fortezza che dona loro di poter restare fedeli alla Legge divina anche in mezzo alle prove più terribili fino al martirio.

Tutta la S. Scrittura è costellata dai fulgidi esempi dei gloriosi martiri, ammirevoli testimonianze di una fedeltà alla legge santa di Dio, affermazioni dell’inviolabilità dell’ordine morale nelle quali risplendono la santità della legge di Dio e insieme l’intangibilità della dignità personale dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, una dignità che non è mai permesso di svilire o di contrastare, sia pure con buone intenzioni, quali che siano le difficoltà, come spiega s. Giovanni Paolo II (cfr. VS n. 90s)

La Legge di Dio nei suoi comandi negativi è sempre assoluta e invalicabile e ciò può comportare la necessità di accettare la morte piuttosto che violare tali comandi; la Bibbia ce lo mostra chiaramente appunto parlandoci dei martiri.

La carità ci rende fermi nella Legge di Dio fino alla morte e la carità fraterna ci porta a condurre i nostri fratelli alla fede e alla carità e quindi alla fortezza che dona a noi e loro di poter restare fedeli alla Legge divina anche in mezzo alle prove più terribili e fino al martirio.  In questa linea la carità ci rende fermi nel non cedere ai peccati di omosessualità e ci spinge ad aiutare i nostri prossimi a non cedere a questi stessi peccati.

La storia della Chiesa è ricca di esempi straordinari di martiri  : “ …  che hanno testimoniato e difeso la verità morale fino al martirio o hanno preferito la morte ad un solo peccato mortale. Elevandoli all’onore degli altari, la Chiesa ha canonizzato la loro testimonianza e dichiarato vero il loro giudizio, secondo cui l’amore di Dio implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche con l’intenzione di salvare la propria vita.” (VS n. 91)

Sottolineo: l’amore di Dio, cioè la carità, implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti, anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche con l’intenzione di salvare la propria vita.

La carità implica obbligatoriamente, quindi, il rispetto di tutti i comandi divini, anche di quelli che vietano la pratica omosessuale, in tutte le circostanze, anche nelle circostanze più gravi, la carità implica obbligatoriamente il rifiuto di tradirli, anche con l’intenzione di salvare la propria vita.

Coloro che hanno tendenze omosessuali sono, come tutti gli uomini, chiamati alla carità e quindi in essa sono chiamati:

– a percorrere la via della Croce, del combattimento spirituale;

– a vivere nei comandamenti, anche in quelli che vietano la pratica omosessuale,;

– a preferire la morte al peccato grave e in particolare al peccato omosessuale;

– ad aiutare gli altri a vivere santamente;

– ad essere pronti al martirio per Cristo e per la Santa Legge divina.

Appunto per vivere su questa via di Croce e di prontezza al martirio, nella Legge di Dio e nella carità, di cui abbiamo parlato finora, gli omosessuali sono chiamati, come tutti i cristiani a pregare incessantemente …  S. Paolo afferma: “Pregate incessantemente » (1 Ts 5,17).

Lo stesso Apostolo aggiunge: “… pregate incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi” (Ef 6,18). Il Catechismo della Chiesa Cattolica nei numeri 2742ss fa notare a questo riguardo che : “ …“Non ci è stato comandato di lavorare, di vegliare e di digiunare continuamente, mentre la preghiera incessante è una legge per noi”.[650]… Pregare è sempre possibile … Pregare è una necessità vitale.  … Preghiera e vita cristiana sono inseparabili …”

Fumagalli, Oliva e Piana non sviluppano almeno embrionalmente il tema della Croce, del combattimento spirituale, del martirio e della carità vera né trattano in modo appena embrionale il tema della necessità della preghiera, e non parlano neppure della preghiera incessante; ma senza questi insegnamenti ben assimilati e vissuti è impossibile seguire davvero la via di Cristo e quindi la via morale cristiana.

 

 

d,3) Considerazioni finali sulle affermazioni del prof.  Fumagalli, di p. Oliva e del prof. Piana.

 

 

Domandiamoci dunque: dove i suddetti autori vogliono portare  gli omosessuali e più generalmente i loro lettori? La via che conduce al Cielo, secondo la teologia cattolica, è quella della Croce, della lotta, anche del martirio e della preghiera … ma di tutto questo Fumagalli, Oliva e Piana non offrono una seria trattazione almeno embrionale !

Faccio notare in particolare che nella luce del Paradiso e della Passione di Cristo il teologo cattolico può parlare efficacemente della necessità di “rinnegare sé stessi” e seguire Gesù sulla via della Legge di Dio prendendo la propria Croce con l’aiuto che otteniamo da Dio attraverso la preghiera, come insegna il Vangelo; in questa luce il teologo cattolico può riflettere efficacemente sulla nostra vita in Cristo e può invitare i suoi lettori a percorrere la vera via che conduce al Cielo, la via della Croce; in questa luce il teologo moralista può dire chiaramente che la via che conduce al Cielo è stretta anche per coloro che hanno tendenze omosessuali, è via di Croce e di combattimento spirituale, è via di “sforzo” nella preghiera incessante e nell’ umile accoglienza dei Sacramenti, è via di osservanza della Legge di Dio, è via di opposizione alle tendenze omosessuali, è via di rinuncia agli atti omosessuali; in questa luce e in questo orizzonte teologico che include le verità sulla necessità della preghiera e sui novissimi e in particolare sul Cielo, i nostri Padri, i santi Dottori e il nostro s. Magistero hanno parlato della Legge di Dio e hanno condannato e combattuto la lussuria e ogni peccato impuro, specie quello contro natura; in questa luce e in questo orizzonte teologico che include le verità sulla necessità della preghiera e sui novissimi e in particolare sul Cielo, i nostri Padri, i santi Dottori e i grandi santi hanno convertito grandi peccatori.

Perdendo questa luce e questo orizzonte teologico veramente cattolico e perdendo in esso la realtà dei novissimi e in particolare del Cielo, diventa praticamente impossibile indirizzare le anime sulla vera via che conduce alla vita eterna e si cade facilmente nell’errore di considerare praticamente impossibile la vita secondo la Legge di Dio e quindi di legittimare ciò che in realtà è peccato grave.

Ho appunto sottolineato la mancanza di una trattazione adeguata almeno embrionale del Cielo e dei novissimi nonché della Croce e della preghiera incessante nei libri degli autori suddetti perché data l’ inesistenza di una adeguata trattazione del progetto divino sull’uomo e dell’opera di Cristo e date le affermazioni del tutto contrarie alla Tradizione circa il giudizio degli atti omosessuali, le mancanze suddette evidenziano meglio come l’orizzonte teologico reale di Fumagalli, Piana e Oliva non appare quello della teologia cattolica; essi citano Bibbia, Magistero etc. sulla questione delle relazioni omosessuali ma appunto mancando loro un orizzonte teologico veramente cattolico, illuminato dalla Bibbia e dalla Tradizione, offrono ai lettori un’idea profondamente deformata della dottrina cattolica e non aiutano efficacemente i peccatori a convertirsi.

Di tutto questo risponderanno anzitutto questi teologi davanti a Dio, ma ne risponderà anche il Papa e i suoi collaboratori che, come visto, non solo non condannano né sanzionano questi testi ma anzi in alcuni casi li elogiano … indicando ovviamente di approvarli!

Dio intervenga!

 

 

e) Un significativo articolo di d. Paolo Cugini su vari autori che sostengono la liceità degli atti omosessuali.

 

 

La Croce di Cristo sia la nostra luce e ci illumini sempre meglio.

Don Paolo Cugini Amministratore Parrocchiale della Santissima Trinità di Dodici Morelli, in Diocesi di Bologna, scrisse alcuni anni fa un articolo[651] che ritengo interessante riguardo a vari teologi che vorrebbero rendere legittimi gli atti omosessuali.

Don Cugini afferma anzitutto che la Chiesa è obbligata a ripensare la propria posizione sia sull’inclinazione omosessuale che sugli atti omosessuali.

Don Cugini aggiunge, basandosi sulle affermazioni del teologo Carmelo Dotolo[652], che la teologia “si deve aprire alla molteplicità dei saperi per non correre il rischio di una lettura unidirezionale e, quindi, parziale della realtà.” Quindi il sacerdote afferma “ … la necessità di abbandonare quella desueta impostazione epistemologica che fa precedere l’idea alla realtà, rischiando di leggerla costantemente in modo distorto.”

In questa linea di “rinnovamento metodologico” d. Cugini presenta le affermazioni di alcuni autori che hanno tentato di affrontare questioni riguardanti l’omosessualità sulla base di percorsi nuovi …

Don Cugini quindi presenta anzitutto le affermazioni di D. Migliorini che ha scritto un libro con B. Brogliato sull’amore omosessuale[653] e nel quale tratta anche della legge naturale. In tale presentazione Cugini mette in evidenza che la “legge naturale non è un corpo statico né una lista di precetti definiti e immutabili, ma una fonte d’ispirazione” ; questa legge: “nel passaggio dal generale al particolare, richiede l’esercizio di un’ermeneutica infinita”; l’omoerotismo può essere considerato naturale perché si riscontra in tutte le epoche; gli organi genitali in questa linea avrebbero 3 funzioni: una fisiologica, una erotica e una riproduttiva.

È un errore, per questo autore, finalizzare la sessualità esclusivamente al fine procreativo; non è più sostenibile l’affermazione di s. Tommaso secondo cui l’atto sessuale deve essere finalizzato alla procreazione; la posizione attuale della Chiesa misconosce la persona omosessuale, parlando di devianza o di atti intrinsecamente cattivi, e nega la persona omosessuale sia sul piano dell’identità personale, che su quello di un riconoscimento sociale; “l’unione omosessuale, che riconosce il valore del fine unitivo e della responsabilità nella fedeltà del partner, la rendono testimonianza dell’amore cristiano”; in questo senso l’unione omosessuale andrebbe quindi riconosciuta.

Successivamente Cugini presenta le affermazioni di suor Forcades per cui:

1) occorre “ affermare il carattere unico e originale di ogni individuo e «l’affermazione dell’impossibilità di utilizzare, nell’ambito della persona, qualsivoglia categoria, che sia di genere, di classe o di razza.”;

2) nell’amore non è necessaria la complementarietà, infatti nelle relazioni trinitarie non c’è complementarietà; 3) l’amore trinitario implica fare spazio intorno al soggetto e ciò si può rinvenire anche in una relazione omosessuale, anch’essa è santa e va riconosciuta al punto che è lecito anche il matrimonio omosessuale.

Infine Cugini presenta le affermazioni di G. Piana che abbiamo già visto più sopra.

Cosa dire riguardo alle affermazioni di Cugini e dei suddetti autori da lui citati? Che il dato biblico e tradizionale riguardo alla illiceità degli atti omosessuali è netto e insuperabile, la dottrina cattolica anzitutto si basa sulla Rivelazione che parla chiaramente nel senso di tale illiceità. La Legge rivelata ma anche la Legge naturale rettamente intesa, come visto, sono chiarissime nel condannare gli atti omosessuali. Le forme di omosessualità che si trovano in natura non giustificano la liceità dell’atto omosessuale umano perché l’uomo, a differenza degli animali e di tutti gli altri esseri terrestri, ha la ragione e deve vivere secondo ragione illuminata dalla fede e dalla carità, la Legge naturale e la Legge rivelata, come detto, comandano all’uomo di vivere castamente e vietano assolutamente gli atti omosessuali.

Più precisamente, come visto in questo capitolo:

1) la dottrina cattolica è fermissima e immutabile nell’affermare che l’atto sessuale è lecito solo dopo che le persone sono unite da Dio in santo Matrimonio;

2) la dottina cattolica è ugualmente fermissima e immutabile nell’affermare che gli atti omosessuali sono peccati molto gravi, sono atti gravemente disordinati.

Le affermazioni degli autori citati da Cugini sono in radicale opposizione rispetto al deposito della fede!

Come dicemmo più sopra: Dio ci ha dato la Legge rivelata anche per precisare e perfezionare la Legge naturale e per farcela conoscere a fondo; la Chiesa ci insegna quale è la vera Legge naturale e appunto da tale insegnamento sappiamo che la masturbazione e l’ attività omosessuale sono, per sé stesse, gravemente peccaminose; l’unione omosessuale, in quanto peccaminosa, non è mai testimonianza dell’amore cristiano.

Le affermazioni circa la liceità del  matrimonio omosessuale e dell’attività omosessuale di suor Forcades sono in totale contrasto con ciò che afferma la Bibbia e la Tradizione; l’amore trinitario è santissimo e castissimo e non prevede atti omosessuali ma piuttosto li contrasta radicalmente.

Dio intervenga.

 

 

f) Precisazioni importanti su alcune gravi deviazioni dottrinali dei nostri tempi circa l’omosessualità, giustificate sulla base della scienza e della creazione.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Una precisazione importante è da fare riguardo alle aperture circa la liceità degli atti omosessuali e delle benedizioni alle coppie omosessuali giustificate sulla base di nuove scoperte scientifiche.

I Vescovi che vogliono realizzare aperture circa la liceità degli atti omosessuali o le benedizioni alle coppie omosessuali affermano che esse sono richieste dal progresso scientifico, sicché per mons. Bonny il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha vietato le benedizioni omosessuali manca sostanzialmente di fondamento scientifico.[654]

Il Vescovo di Aquisgrana Helmut Der ritiene che da un punto di vista scientifico, l’omosessualità non è una malattia, non è espressione di un deficit, incidentalmente non è nemmeno una conseguenza del peccato originale, motivo per cui la Chiesa non può dire che i sentimenti omosessuali siano innaturali. Né potrebbe esigere che queste persone vivano in astinenza. Il  ragionamento del Vescovo è che la creazione è diversa, pertanto, anche nel campo della sessualità, si può accettare una diversità voluta da Dio e che non viola la volontà del Creatore[655].

I Vescovi tedeschi con il testo d’azione “Rivalutazione magisteriale dell’omosessualità”, raccomandano al Papa di rivedere il Catechismo della Chiesa Cattolica riguardo alla dottrina circa l’omosessualità e gli atti omosessuali e giustificano la loro posizione affermando che l’orientamento omosessuale appartiene all’uomo in quanto è stato creato da Dio, quindi non è eticamente e fondamentalmente diverso dall’orientamento eterosessuale; la sessualità omosessuale, anche nella sua attuazione con atti sessuali, non è quindi un peccato che separa da Dio, e non deve essere giudicata come cattiva in sé. [656]

Questi Vescovi affermano in fondo che la vera scienza e il piano della creazione contrastano con la dottrina cattolica circa la sessualità.

Ugualmente vari teologi, come visto, affermano in fondo che la vera scienza contrastano con la dottrina cattolica circa la sessualità.

In realtà le cose stanno in modo ben diverso.

Come ha detto il dott. Nicolosi, la buona scienza è compatibile e sostiene la visione cattolica sulla sessualità umana. [657]

Abbiamo visto più sopra che l’omosessualità può essere superata ed ha una eziologia  multifattoriale, anzitutto psicologica, secondo vari autori.

Il prof. Anatrella afferma che non esistono basi genetiche dell’omosessualità e aggiunge che l’omosessualità non ha origini neurobiologiche.[658]

Anche il dott. Nicolosi ha affermato che la causa dell’omosessualità non è genetica[659], egli sottolinea che non vi è una causalità genetica dell’omosessualità ma fattori biologici e genetici possono realizzare una predisposizione del temperamento ad essa[660].

Reilly, nel 2015, ha messo in evidenza dati indicanti che l’omosessualità non è genetica e non è immutabile  [661].

Che l’ omosessualità non sia genetica lo provano, spiega Reilly nel suo libro[662], in particolare gli studi di le Vay[663] e Breedlove[664].

Il dott. Van den Aardweg, come visto, ha affermato che ci sono molti travisamenti e interpretazioni errate nel campo della ricerca su fattori fisici o biologici, e la ricerca sull’omosessualità non è esente da questo, anche la ricerca dei migliori e più esperti investigatori. [665]

Secondo il dott. van der Aardweg più precisamente, i fatti più accertati in relazione all’omosessualità indicano che essa è causata da elementi di tipo psicologico-evolutivo, non genetico o fisiologico.[666]

Come dice il prof. A. Fumagalli, giustamente, sono stati realizzati vari tipi di studi per chiarire se vi sia una base genetica dell’omosessualità ma sia gli studi sul profilo ormonale, sia gli studi antropometrici, sia quelli della morfologia cerebrale, sia quelli su base familiare non hanno offerto evidenze che possano confortare in modo inequivocabile l’ipotesi di un’origine genetica dei disordini in ambito sessuale, ciò è confermato da studi recenti; quindi i tentativi di trovare le basi genetiche dell’orientamento sessuale non hanno prodotto risultati attendibili” [667]

Inoltre, come dice il Card. Müller, l’omosessualità non è un qualcosa che Dio ha direttamente creato e non è genetica ma psicologica: “… gli omosessuali in generale non esistono, è un’invenzione, evidentemente parlano per coprire i propri interessi. Torniamo alla Genesi: esiste una sessualità femminile e una maschile, null’altro. L’uomo è creato per la donna e la donna è creata per l’uomo, come dice San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi (capitolo 11). Nella Creazione non esiste il concetto dell’omosessualità, è un’invenzione che non ha alcun fondamento nella natura umana. Le tendenze omosessuali non sono un fatto ontologico, ma psicologico. Certe persone invece vogliono fare della omosessualità un dato ontologico.”[668] Cioè la natura umana così come creata da Dio non prevede gli atti omosessuali come naturali per l’uomo.

In questa linea, come vedemmo, l’omosessualità è contro natura, come dice la Scrittura e la Tradizione. La contrarietà degli atti omosessuali alla natura umana è un chiaro e unanime dato della S. Scrittura ( Rom. 1, 26-27) e della  Tradizione cattolica[669].

Lo stesso Cardinale Müller ha fatto nell’ottobre 2023 un’altra dichiarazione di estrema importanza riguardo al tema che stiamo trattando, in essa ha affermato: “Ho difeso la dottrina cattolica contro lo pseudo-modernismo soprattutto negli ultimi dieci anni … sono felice quando altri a modo loro fanno ciò che è necessario e ricordano al Papa la responsabilità datagli da Dio per la preservazione della Chiesa nell’“insegnamento degli Apostoli” (Atti 2:42).

Al momento, esiste una posizione eretica ma che favorisce la carriera, secondo cui Dio si rivela solo a Papa Francesco attraverso l’informazione diretta nello Spirito Santo, e secondo cui i vescovi devono solo ripetere ciecamente queste illuminazioni celesti e trasmetterle meccanicamente come burattini parlanti. Il vescovo, invece, in forza della sua consacrazione, è successore degli Apostoli e autentico maestro del Vangelo di Cristo, ma nel collegio di tutti i vescovi con il papa come principio sempre presente e visibile dell’unità della Chiesa in verità rivelata e nella sua comunione sacramentale. Questa è la vera dottrina del primato del Papa e non il neopapalismo di chi vuole consegnare la Chiesa di Cristo all’ideologia del capitalismo ateo e antiumano di Davos.  Il loro pretesto fraudolento è l’adattamento della presunta Parola di Dio obsoleta, come se in Cristo non ci fosse stata data tutta la verità, ai canoni di un’antropologia pseudoscientifica antimatrimoniale e di una civiltà della morte (aborto, traffico di embrioni, eutanasia , mutilazione del corpo mediante il cosiddetto cambio di sesso). Ogni cattolico crede nella verità divina e cattolica che in Pietro i vescovi di Roma sono insediati come suoi legittimi successori. Ma come discepolo di Cristo teologicamente illuminato, si oppone alla caricatura del papato sia nella polemica anti-romana dei riformatori dell’epoca sia nella comprensione pappagallasca del neo-papalismo o papagayismo non cattolico … “[670]

Lo stesso Cardinale ha pure detto: ““Spero che sia la verità di Cristo a determinare la direzione del sinodo e non un processo dinamico di gruppo che porti i partecipanti nella direzione di un’antropologia anticristiana che mette in discussione il doppio genere dell’umanità creata da Dio. Questa palese contraddizione con la fede divina e cattolica è spesso velata da una presunta cura pastorale verso persone con qualche tipo di “preferenze erotiche”. La norma del pensiero cristiano è l’uomo, per il quale il Figlio di Dio si è fatto uomo e ci ha riscattato dal peccato e dalla morte con la sua morte in croce. I propagandisti di queste ideologie antiscientifiche e antirivelazione, infatti, non si preoccupano realmente della felicità umana e della salvezza eterna di persone create a immagine e somiglianza di Dio, ma piuttosto della relativizzazione e quindi della distruzione del matrimonio naturale e sacramentale degli esseri umani come uomo e donna. Una “benedizione” fittizia di coppie dello stesso sesso non è solo una bestemmia contro il Creatore del mondo e dell’umanità, ma anche un grave peccato contro la salvezza delle persone interessate, che sono portate a credere che l’attività sessuale al di fuori del matrimonio sia pia.” [671]

I Vescovi e i teologi che in nome della “scienza” vogliono cambiare la dottrina morale cattolica sull’omosessualità e coloro che fanno affermazioni simili alle loro sono, come dice Nicolosi, preda della disinformazione e delle bugie che vengono diffuse appunto per impedire che la verità venga fuori circa l’omosessualità e circa i percorsi per tornare alla naturale eterosessualità della persona umana e purtroppo tali deviazioni dalla verità vengono appunto diffuse anche da sacerdoti e Vescovi.

Nicolosi afferma che lo ha sorpreso e scioccato, e ciò dovrebbe scioccare anche noi, sapere che ci sono sacerdoti e Vescovi che pensano che Dio ha creato 2 tipi di persone: eterosessuali ed omosessuali; per lo psicologo americano il problema non è mancanza di dottrina ma di effettivo servizio alle anime, gli evangelici hanno un servizio molto efficace per coloro che combattono l’omosessualità; la Chiesa Cattolica ha una forte dottrina che si oppone agli atti omosessuali e fondamentalmente alla tendenza omosessuale, purtroppo vi sono educatori che confondono i giovani facendo pensare loro che Dio li abbia creati così[672], portandoli facilmente a pensare che gli atti omosessuali siano per loro naturali.

Se fosse vivo Nicolosi si meraviglierebbe oggi più che mai vedendo che tali affermazioni non sono più solo di qualche Vescovo o sacerdote o educatore ma addirittura quelle del Papa [673]

 

 

6) Quello che abbiamo detto finora ci fa capire che “ovviamente” non si è parlato di atti omosessuali  al summit sugli abusi del febbraio 2019.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Quello che abbiamo detto finora dà una forte luce anche sulla ragione per cui al summit sugli abusi che si è tenuto nel 2019 in Vaticano ”stranamente” non si è parlato di omosessualità …

Eppure, come vedemmo più sopra un sacerdote polacco, don Dariusz Oko, pubblicò un testo che fece scalpore, come spiega molto bene R. Marchesini [674]; secondo questo sacerdote polacco: “Negli anni Settanta e Ottanta del Ventesimo secolo i sacerdoti con tendenze omosessuali hanno cominciato a creare molti problemi in tante diocesi ed abbazie nel mondo. Lo scandalo degli abusi sessuali su minorenni, esploso negli anni ’80 negli USA, è in gran parte dovuto a preti gay e nel 2002 questa situazione ha portato a un vero e proprio terremoto. Nel 1989, don Andrew Greeley, scrittore e sociologo cattolico, ha scritto sul settimanale americano National Catholic Reporter di Kansas City a proposito della “mafia lavanda” [locuzione che indica la lobby gay all’interno della Chiesa cattolica] in un articolo che ha indignato alcuni e ha trovato d’accordo altri. Secondo Greeley il sacerdozio stava diventando sempre più gay, e non era più rappresentativo della Chiesa universale.” [675] …

Il dottor van den Aardweg ha detto in questa linea: ““A consequence of the homosexual sexual obsession is the tendency to seduce or molest youngsters and young adults. The risk of adult gay men’s molesting same-sex minors is 10-20 times the risk of adult heterosexual men’s molesting minor girls. [676][677]

Una conseguenza dell’ ossessione omosessuale riguardo al sesso è la tendenza a sedurre o molestare i giovani o i giovani adulti, il rischio che un uomo omosessuale molesti un minore dello stesso sesso è circa 10 o 20 volte più grande rispetto a quello di un eterosessuale rispetto a delle ragazzine.

 

 

a) La pessima fama del Cardinal Bergoglio e poi di Papa Francesco riguardo alla trattazione dei casi di abusi sessuali.

 

 

a,1) Alcuni casi di pedofilia o pederastia verificatisi in Argentina quando Papa Francesco era Cardinale e l’indegno modo di agire di lui.

 

 

Anzitutto è estremamente significativo quello che dice Marco Tosatti in un suo articolo [678] in cui presenta un video in cui diverse persone che si riconoscono vittime di un sacerdote pedofilo affermano che pur essendosi rivolte a Papa Francesco, lui non le ha mai ricevute? Il video in questione parte da un’affermazione di Papa Bergoglio per cui non erano mai accaduti abusi nella sua diocesi. Nel video una delle donne dice, riguardo all’affermazione dell’inesistenza di abusi nella diocesi di Buenos Aires, quando Bergoglio ne era arcivescovo: “Vuole che si creda così, ma è una menzogna”. – Chi ha cercato di parlare con l’arcivescovo?- chiede un giornalista , nel video, ai presenti. “Chi ha cercato di parlare con lui? Tutti. E non c’è stata nessuna risposta” hanno affermato le donne nel video. “Ha ricevuto tutte le celebrità, come Leonardo Di Caprio- ha detto una donna – ma per noi neanche una letterina per dire che gli dispiaceva”.

Nello stesso video peraltro si può anche vedere che il Papa risponde ad alcune domande che gli vengono poste: “Santità, durante il caso Grassi lei ha cercato di influenzare la giustizia argentina?”. Il Pontefice si è fermato, e si è fatto ripetere la domanda. Poi ha risposto: “no”. La cronista ha continuato: “Allora perché ha commissionato una contro-inchiesta?”. Al che il Pontefice, ha risposto: “Non l’ho mai fatto”. Occorre precisare che tale contro – inchiesta ci fu e che fu commissionata dalla Conferenza Episcopale Argentina negli anni in cui il Cardinale Bergoglio era Presidente di quella Conferenza Episcopale, spiega Tosatti nello stesso articolo.  I giornalisti Henao e Winfield  hanno riportato in un loro articolo quanto segue:  “Before Pope Francis can enact accountability for bishops and other church leaders, he has to own up to the harm he himself caused victims in Argentina,” said Anne Barrett Doyle of the online resource Bishop Accountability, which has gathered the documentation on the Grassi saga.”[679] che significa quanto segue : Papa Francesco, prima di poter stabilire la responsabilità dei Vescovi e delle altre guide nella Chiesa, deve affrontare gli effetti dei danni che lui stesso ha causato alle vittime in Argentina, dice Anne Barrett Doyle del portale online Bishop Accountability, che ha raccolto la documentazione della “Grassi saga”.[680]

La fama del papa Francesco riguardo al contrasto degli abusi è dunque pessima! Quello che vedremo nelle prossime pagine conferma e amplia tale pessima fama, come vedremo.

“Der Spiegel” ha pubblicato qualche anno fa  diciannove pagine di un’inchiesta dedicata al Pontefice regnante, intitolata “Non dire falsa testimonianza. Il Papa e la Chiesa nella sua crisi più grande”.

“Una larga parte dell’articolo è centrato su interviste a vittime di abusi clericali a Buenos Aires, la diocesi di cui Bergoglio era arcivescovo fino all’elezione nel marzo 2013. … I giornalisti di “Der Spiegel” hanno viaggiato in Argentina, a Monaco e altrove per raccogliere notizie.  … Scrive il giornale: “Nel 2013, poco dopo che Bergoglio è stato eletto papa, Julieta Anazco e altre tredici vittime di padre Gimenez scrissero una lettera in cui descrivevano che cosa era accaduto loro …”.

La lettera è stata inviata con raccomandata e ricevuta di ritorno nel dicembre del 2013, e tre settimane più tardi giunse la conferma della ricezione. Poi, più nulla. Non una parola. … “Der Spiegel” spiega che “durante il periodo in cui Bergoglio era cardinale, molte vittime di abusi a Buenos Aires si sono rivolte a lui per aiuto; a nessuno è stato permesso vederlo”. Attualmente sono in corso sessantadue processi contro preti argentini … Vogliamo raggiungere il Papa, ma lui non è interessato a noi”.”

Juan Pablo Gallego, un eminente avvocato difensore delle vittime ha affermato: “Francesco è ora in esilio a Roma, avendo trovato rifugio (con immunità), per così dire laggiù. In Argentina dovrebbe confutare il sospetto di aver protetto per anni violentatori e abusatori di minori”[681]

Impressionante!!

Dio intervenga!

 

 

a,2) Il caso McCarrick

 

 

Come spiega sinteticamente il sito Chiesa e post Concilio “L’ex nunzio apostolico della Santa Sede, mons. Viganò,  ha scritto un memorandum di 11 pagine in cui riferisce di aver prodotto 2 rapporti che accusavano il cardinale McCarrick entrambi insabbiati dai precedenti segretari di Stato, i cardinali Sodano e Bertone.” Afferma mons. Viganò: “Vescovi e sacerdoti, abusando della loro autorità, hanno commesso crimini orrendi a danno di loro fedeli, minori, vittime innocenti, giovani uomini desiderosi di offrire la loro vita alla Chiesa, o non hanno impedito con il loro silenzio che tali crimini continuassero ad essere perpetrati”.

Quando tale situazione fu conosciuta da Benedetto XVI, “il Papa sanzionò canonicamente il vescovo McCarrick, imponendogli di non viaggiare, di abbandonare il seminario, di non celebrare in pubblico, né predicare, né tenere conferenze. Le sanzioni furono comunicate a McCarrick dal Nunzio Pietro Sambi e gli furono ribadite da Viganò stesso. Poi però arrivò papa Francesco, il quale rimosse tutte le sanzioni, anzi fece di McCarrick un suo consulente privilegiato, tanto da inviarlo in Cina e da seguire i suoi consigli per le nomine di Cupich a Chicago e Tobin a Newark.”[682]

Mons. Cordileone commentando le parole di Viganò ha ricordato che nelle sue precedenti dichiarazioni quest’ultimo ha detto la verità e le sue dichiarazioni sul caso McCarrick “must be taken seriously. To dismiss them lightly would continue a culture of denial and obfuscation. Of course, to validate his statements in detail a formal investigation will have to be conducted, one that is thorough and objective. I am therefore grateful to Cardinal DiNardo for recognizing the merit of finding answers that are “conclusive and based on evidence,” and I join my voice to that of other bishops in calling for such an investigation and for taking any corrective action that may be necessary in light of its findings.”[683] Le  dichiarazioni di mons. Viganò, quindi, vanno prese sul serio. Ignorarle alla leggera significherebbe perpetuare una cultura di negazione e offuscamento. Ovviamente, per convalidare nel dettaglio le sue dichiarazioni sarà necessaria un’indagine formale, approfondita e obiettiva. Sono quindi grato al cardinale DiNardo per aver riconosciuto il merito di aver chiesto risposte “conclusive e basate su prove”, e unisco la mia voce a quella di altri vescovi nel chiedere tale indagine e nell’adottare qualsiasi azione correttiva che possa essere necessaria.

Monsignor Jean-François Lantheaume, ex primo consigliere della nunziatura apostolica a Washington D.C., ha confermato le parole  dell’ex nunzio.

Monsignor Jean-François Lantheaume interrogato su questo argomento ha affermato: “”Viganò said the truth. That’s all.” cioè mons. C. M. Viganò  ha detto la verità nella sua dichiarazione esplosiva rilasciata alla stampa il 25 agosto.[684]

Le parole di Mons. Viganò sono state confermate indirettamente dal Card. Ouellet che pure ha cercato di opporsi ad esse.

Impressionanti le affermazioni di p. Ramsey , un ex-domenicano che per molti anni ha fatto conoscere a importanti prelati cattolici le azioni indegne e peccaminose di McCarrick, rilasciate in una intervista. [685] in essa leggiamo: “Ex domenicano, Ramsey ha fatto parte della facoltà del seminario dell’Immacolata Concezione presso la Seton Hall University nel New Jersey durante il periodo di McCarrick come arcivescovo di Newark, dal 1986 al 2000. Ha detto di aver sollevato le prime preoccupazioni al rettore del seminario alla fine degli anni Ottanta dopo aver sentito i seminaristi raccontare come McCarrick condivideva un letto con loro durante le visite notturne presso la sua casa sulla spiaggia.“Questo è qualcosa che tutti in seminario sapevano”, ha detto Ramsey, spiegando che all’epoca non sapeva che la cattiva condotta rientrasse nella categoria delle molestie, “Sapevo solo che era sbagliato”. Ramsey ha detto che il rettore riconosceva che il comportamento di McCarrick era preoccupante e credeva che qualcosa andasse fatto, ma non è successo nulla. … Quando Ramsey confidò le sue preoccupazioni all’Arcivescovo Thomas Kelly di Louisville, morto nel 2011, Kelly, ha detto, gli disse che non si poteva fare nulla, perché McCarrick “era il capo” … Kelly, ha detto Ramsey, alludeva al comportamento di McCarrick con gli uomini, e diceva: “sappiamo tutti” di quella volta che McCarrick aveva preso un giovane dall’aeroporto, e quell’uomo era il seminarista che era stato espulso. Ramsey ha detto di aver preso il commento “sappiamo tutti” nel senso che tutti i vescovi erano almeno in qualche misura consapevoli del comportamento di McCarrick. … Ramsey ha detto di aver finalmente deciso di scrivere una lettera che descriveva in dettaglio la cattiva condotta di McCarrick al nunzio del Vaticano negli Stati Uniti, l’arcivescovo Gabriel Montalvo, nel 2000, quando McCarrick fu nominato arcivescovo di Washington.  … Tuttavia, anche se la sua lettera venne ricevuta, Ramsey ha detto di non essere mai stato contattato a riguardo. Rivolse nuovamente le sue preoccupazioni al cardinale Edward Egan, allora arcivescovo di New York, nel 2004, dopo aver lasciato l’ordine domenicano per diventare sacerdote diocesano a New York.  Quando confidò le sue preoccupazioni su McCarrick, “Il cardinale Egan chiaramente non voleva sentirne parlare”, ha detto Ramsey. “Sapeva esattamente di cosa stavo parlando. Vedendo come aveva reagito, sapeva esattamente quello che stavo dicendo, e non voleva perseguire sull’argomento”. Ramsey ha poi scritto al giornalista Joe Feuerherd nel 2005 dopo aver letto un articolo che Feuerherd aveva pubblicato su McCarrick. Il giornalista, ha detto Ramsey, aveva sentito le stesse voci sul comportamento di McCarrick con i seminaristi, ma non era stato in grado di verificarle, quindi “questo è qualcosa che tutti conoscevano, e ci volle una persona, il ragazzo che fu abusato da bambino, per aprire il vaso di Pandora”. Nel 2015, Ramsey decise di scrivere l’ennesima lettera che descriveva in dettaglio le sue preoccupazioni al cardinale Sean O’Malley di Boston, che è il presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori (quella istituita da papa Francesco il 22 marzo 2014, ndr), dopo che era rimasto turbato quando vide McCarrick partecipare alla Messa funebre del card. Egan a New York. “Ho pensato dentro di me, cosa ci fa ancora questo tizio in giro? Non sanno tutti della questione? E’ una persona ripugnante“, ha detto Ramsey, spiegando che la risposta che ricevette dalla Commissione (per la Protezione dei Minori) fu che la cattiva condotta di McCarrick non rientrava nelle competenze della Commissione, dato che le accuse di abusi su minori non erano ancora venute alla luce pubblicamente, e gli fu chiesto di indirizzare la questione altrove. “La mia carriera è piena di persone che non rispondono alle lettere, o non rispondono nel modo giusto“, ha detto. Dopo che le notizie della lettera del 2015 di Ramsey divennero di pubblico dominio, il card. O’Malley (come detto, in qualità di Presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, ndr) all’inizio di questo mese ha rilasciato una dichiarazione pubblica con la quale si scusava per non essere riuscito ad agire sulla base delle preoccupazioni sollevate … Ramsey ha detto che non è mai stato contattato direttamente al riguardo. O’Malley “avrebbe dovuto mettersi in contatto con lui prima di inviare una dichiarazione pubblica,” Ramsey ha detto, spiegando che ha ricevuto una lettera formale dal cardinale (O’Malley) solo dopo che Ramsey gli aveva scritto per dirgli che fare una dichiarazione senza prima contattarlo era un disastro dal punto di vista delle pubbliche relazioni. …  Per quanto riguarda la dichiarazione di 11 pagine di Viganó, secondo cui nel 2008 Benedetto XVI avrebbe imposto sanzioni private contro McCarrick, e che Papa Francesco le ha soppresse o ignorate, considerando McCarrick come confidente e consigliere della Chiesa statunitense, Ramsey ha detto di essere “scioccato” dalla lettera. Mentre crede che le accuse fondamentali sollevate da Vigano meritino di essere prese sul serio, Ramsey ha detto che si oppone all’immagine che Vigano dipinge di una vasta “rete gay” che opera all’interno della Chiesa, definendo l’affermazione “ridicola”. (…) “C’è una parte significativa del clero che è omosessuale, e di questa, c’è una parte significativa che è casta e che cerca di essere casta”, ha detto, aggiungendo che “non ho problemi con persone che ogni tanto cadono”. (…)” [686]

In realtà, come vedremo, mons. Viganò ha parlato di reti di omosessuali rifacendosi a ciò che aveva detto una teologa americana a questo riguardo, le parole di mons. Viganò sono state confermate dalle affermazioni dei Cardinali Müller e Brandmüller che hanno parlato ugualmente di reti di omosessuali nella Chiesa[687].

Il Cardinale Müller ha detto riguardo al caso McCarrick e alle rivelazioni esplosive di mons. Viganò: “Non ero sorpreso dalle sue accuse, ma vorrei proporre al Santo Padre di parlare con lui, di cercare una riconciliazione con lui, e di dare risposte a quelle accuse o questioni per il Popolo di Dio che ha il diritto di sapere. Sempre è possibile che ci sia stato qualche errore, o qualche sbaglio di gestione, possiamo imparare dai nostri errori e dobbiamo diventare migliori nella gestione degli abusi. Non dividere la Chiesa in gruppi. Il Santo Padre ha il compito dell’unità, deve essere il simbolo dell’unità dobbiamo superare con l’aiuto del Santo Padre la divisione fra conservatori e liberal. Vogliamo una Chiesa unita”.[688]

Nel 2020 un dossier vaticano è stato pubblicato sul caso McCarrick; come spiega R. Cascioli riguardo a tale rapporto: “Data la genesi di questo lavoro di indagine, non stupisce che obiettivo non dichiarato fosse proprio la difesa d’ufficio di papa Francesco e la controaccusa a monsignor Viganò.”[689]

In un’intervista rilasciata il 12 novembre a Raymondo Arroyo della ETWN, nota emittente tv cattolica americana, monsignor Viganò ha ribattuto “punto su punto, accusando gli estensori del Rapporto di aver volutamente evitato la sua testimonianza ed evitato di approfondire determinate circostanze, arrivando perciò a coprire – come noi abbiamo già denunciato – il sistema di corruzione morale nella Curia vaticana che tuttora – anzi, ora più che mai – permette che arrivino ai vertici della Chiesa personaggi moralmente discussi quando non veri e propri abusatori.”[690]

Nel rapporto, come riportato da R. Cascioli: “… non si trova traccia neanche della testimonianza di James Grein che, ricorda Viganò, è «l’unica vittima delle molestie sessuali di McCarrick che abbia avuto il coraggio di denunciarlo pubblicamente». Come mai questo buco? Forse per evitare che Grein raccontasse, come ha già fatto pubblicamente, che «l’inizio dell’ascesa di McCarrick – allora novello sacerdote – coincise» con una visita a San Gallo, in Svizzera, in un monastero diventato famoso per gli incontri della cosiddetta “mafia di San Gallo” che un ruolo decisivo ha avuto nell’elezione di Bergoglio al pontificato. Lo stesso McCarrick, ricorda ancora Viganò, in una conferenza dell’ottobre 2013, si vantò pubblicamente di aver favorito l’elezione di papa Francesco, avvenuta pochi mesi prima.”[691]

Ormai conosciamo come Francesco sappia dire falsità e non è strano che i suoi collaboratori lavorino nella sua scia per girare la realtà a loro comodo, sicché ascoltando mons. Viganò che ribatte alle accuse del “Rapporto vaticano” possiamo dire che: ce n’è “già abbastanza per dubitare della piena affidabilità del Rapporto McCarrick e per sospettare delle intenzioni manipolatorie di chi lo ha redatto, ma temiamo che nessuno abbia intenzione di andare a fondo della questione.”[692]

 

a,3) Il caso Barros

 

 

A. M. Valli ha fatto notare che al tempo dell’uscita delle dirompenti affermazioni di mons. C. M. Viganò: “Ovviamente nessuno nella grande stampa ha … ricordato la lunga difesa di Bergoglio nei confronti del vescovo Barros del Cile, l’insabbiatore dei crimini del prete abusatore Karadima, una difesa dalla quale il papa ha cercato di salvarsi in corner (ma in modo assai confuso, introducendo una fumosa differenza tra «prove» ed «evidenze») solo dopo che l’Associated Press ha reso nota una lettera che dimostra che Bergoglio già nel 2015 era stato informato di tutto.” [693]

Henry Syre nel suo libro “The dictator Pope”( edizione del 2018) riporta che il 23 gennaio 2018, il National Catholic Reporter affermava che la difesa di Papa Francesco del vescovo cileno Juan Barros Madrid è solo l’ultima di una serie di dichiarazioni che ha fatto nei suoi quasi cinque anni di pontificato e che hanno ferito i sopravvissuti e l’intero corpo della chiesa. L’articolo continuava affermando che il Papa, nonostante almeno tre resoconti pubblici dei sopravvissuti in senso contrario, ha anche detto di non aver visto prove del coinvolgimento di Barros in un insabbiamento per proteggere il famigerato abusatore padre Fernando Karadima. Queste osservazioni sono quantomeno vergognose. Potrebbero suggerire che Francesco ora potrebbe essere complice dell’insabbiamento. Le dichiarazioni del papa sulla tolleranza zero sono state forti, ma più e più volte si è rifiutato di trattare con decisione con coloro che hanno fornito copertura agli abusatori. In una dichiarazione apertamente critica, come abbiamo faticato a trovare paralleli nella storia recente della Chiesa, il cardinale di Boston Seán O’Malley ha detto che i commenti  del papa contro i sopravvissuti agli abusi di Karadima erano per loro diffamatòri ed hanno causato loro “grande dolore”. …

Le cose sono peggiorate, quando è stato rivelato nel febbraio 2018 che, nonostante l’insistenza di Francesco di non aver visto prove di vittime che si sono fatte avanti per accusare il vescovo Juan Barros di un insabbiamento, il cardinale Seán O’Malley gli aveva in realtà consegnato una lettera di otto pagine di una vittima che sosteneva proprio questo: che il vescovo Juan Barros non solo aveva coperto gli abusi sessuali, ma ne era stato testimone oculare. Una copia di una lettera è stata acquisita dall’Associated Press. Per non dire altro, Papa Francesco non ha mantenuto la linea di “tolleranza zero” di Papa Benedetto quando si tratta di abusi sessuali clericali ed è stato molto più indulgente, o irresponsabile, nell’affrontare questo scandalo morale in corso all’interno della Chiesa. [694]

Il Papa, successivamente, ha riconosciuto i suoi errori ed è intervenuto anche nei riguardi di Mons. Barros, infatti, rientrato a Roma dal viaggio in Cile: “… probabilmente perché meglio consigliato, il Papa nominò monsignor Charles Scicluna suo inviato in Cile per fare chiarezza: il ponderoso dossier frutto del lavoro di Scicluna ha fatto definitivamente cambiare idea a Francesco che, evidentemente, era stato mal orientato. Di qui l’incontro a Roma con le vittime e la convocazione di tutti i vescovi a Roma.” I Vescovi cileni davano le dimissioni, come spiega R. Cascioli: “ Alla fine dello storico incontro avvenuto in Vaticano dal 15 al 17 maggio, tutti i vescovi del Cile avevano singolarmente presentato al Papa la lettera di dimissioni dall’incarico pastorale. Una intera conferenza episcopale rimetteva nella mani di Francesco il suo ministero, un fatto unico nella storia della Chiesa. Di quelle 31 lettere di rinuncia ieri la Santa Sede ha reso noto che ne sono state accettate 3, tra cui quella pesantissima di monsignor Juan Barros, vescovo di Osorno …”[695]

Qui dunque, rispetto ai casi dell’ Argentina, alla fine le vittime sono state ascoltate … ma alla fine …

 

 

a,4) Il caso Inzoli.

 

 

Riportando le parole di Michael Dougherty la giornalista M. Hickson afferma: “È noto che Papa Francesco e i cardinali suoi alleati hanno interferito nei giudizi sui casi di abuso esaminati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Tali interventi sono divenuti così endemici nel sistema che ormai si pensa che i casi di abuso sacerdotale a Roma abbiano due basi di giudizio: la prima è quella tra colpevoli e innocenti, la seconda è quella tra quanti “hanno amici cardinali” e quanti “non hanno amici cardinali”. … Si consideri il caso di Padre Mauro Inzoli. Inzoli viveva in modo alquanto appariscente e aveva una passione così esorbitante per le auto di lusso da essersi guadagnato il soprannome di “Don Mercedes”. È stato anche accusato di aver molestato bambini. È stato accusato di aver abusato di minori nei confessionali, e si sarebbe spinto fino al punto di insegnare ai ragazzi che i contatti sessuali con lui fossero legittimati dalla Scrittura e dalla loro fede. Quando questo caso ha raggiunto la Congregazione per la Dottrina della Fede: la sua colpevolezza è stata provata, e nel 2012, sotto il papato di Papa Benedetto, Inzoli è stato dimesso dallo stato clericale. … il Cardinal Coccopalmerio come Monsignor Pio Vito Pinto [sic], oggi decano della Sacra Rota, sono intervenuti a favore di Inzoli, e Papa Francesco gli ha restituito il suo stato sacerdotale nel 2014, invitandolo a condurre “una vita di umiltà e di preghiera”.”[696]

A questo riguardo il saggio[697] dell’ “Herder Korrespondenz” scritto da Benjamin Leven e intitolato “Francesco e l’Abuso. Il Segreto papale” ha affermato,  basandosi su fonti vaticane, che “… è stato il card. Francesco Coccopalmerio, uno degli uomini più fidati di papa Bergoglio, che alla Congregazione per la Dottrina della Fede ha promosso un atteggiamento di indulgenza nei confronti dei sacerdoti responsabili di abusi sessuali.”

Secondo Leven il Cardinale Coccopalmerio “”generalmente ha parlato contro la laicizzazione di un prete come punizione”, perché si sarebbe trattato dell’equivalente di “una condanna a morte”.”

Aggiungo che secondo la testimonianza dell’arcivescovo Viganò Coccopalmerio fa parte della corrente “filo-gay” in Vaticano. [698]

Scrive S. Cernuzio che per primo fu Benedetto XVI a infliggere  a don Inzoli la sanzione della riduzione allo stato laicale: “… Papa Francesco, il 27 giugno 2014, gli aveva invece imposto di condurre una «vita di preghiera e di umile riservatezza come segni di conversione e di penitenza». Quasi una seconda chance da parte del Pontefice argentino. Ma don Mauro non si era fatto problemi a mostrarsi in pubblico nel gennaio 2015, seduto in seconda fila ad un convegno sulla “famiglia tradizionale” della Regione Lombardia. Il fatto aveva provocato grande scalpore ed era stato interpretato da molti come una chiara provocazione.”[699] Nel 2016 Papa Francesco ridusse nuovamente allo stato laicale Inzoli.[700]

Più precisamente: don Inzoli aveva fatto ricorso al provvedimento del 2012 di Benedetto XVI e Papa Francesco aveva ridotto la pena nel 2014 ma dopo la sentenza  del 2016 per cui il sacerdote era stato condannato dal tribunale di Cremona a 4 anni e 9 mesi per abusi sessuali ai danni di cinque ragazzi, Papa Francesco ha definitivamente dimesso don Mauro Inzoli dallo stato clericale.[701]

Henry Syre nel suo libro “The Dictator Pope” dice riguardo a questo caso che secondo un giornalista Papa Francesco, seguendo il consiglio del suo gruppo di alleati in curia, sta premendo per annullare le riforme che sono state istituite dai suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nella gestione dei casi di preti abusatori. Tale clemenza, tuttavia, gli si è ritorta contro, e dopo le denunce della città natale di Inzoli, Cremona, la polizia ha riaperto il caso contro di lui. Fu processato e condannato a quattro anni e nove mesi di carcere per “più di cento episodi” di molestie a cinque ragazzi, dai dodici ai sedici anni. Altri quindici reati erano al di là della prescrizione. Dopo la condanna di Inzoli nei tribunali civili, il Vaticano avviò tardivamente un nuovo processo canonico. Quello di Inzoli non è un caso isolato.[702]

Lo stesso Syre ha aggiunto: “Associated Press reporter Nicole Winfield wrote that “two canon lawyers and a church official” told her the pope’s emphasis on “mercy” had created an environment in which “several” priests under canonical sanctions imposed by the Congregation for the Doctrine of the Faith had appealed successfully to Francis for clemency through powerful Curial connections. The unnamed official noted that such appeals had rarely been successful with Benedict XVI.” [703]

Che significa quanto segue: la giornalista dell’Associated Press Nicole Winfield ha scritto che due avvocati esperti in diritto canonico e un funzionario della Chiesa le hanno detto che l’enfasi del Papa sulla “misericordia” aveva creato un ambiente in cui “diversi” sacerdoti sotto sanzioni canoniche imposte dalla Congregazione per la Dottrina della Fede avevano fatto appello con successo a Francesco per la clemenza attraverso potenti connessioni curiali. L’anonimo funzionario ha osservato che tali appelli raramente hanno avuto successo con Benedetto XVI.

Secondo Leven potrebbe essere stato il Cardinale Coccopalmerio ad opporsi alla linea chiara e forte del Card. Müller  contro gli abusi sessuali e il Papa ha appoggiato la linea del Cardinale italiano: “Solo il 20 per cento dei colpevoli è stato laicizzato, “ma anche questo era troppo per alcuni uomini di fiducia del Papa (Papsteinflüsterer).”[704]

Aggiungo che: “Un’autorevole fonte Vaticana ha riferito a LifeSiteNews che il cardinale Gerhard Müller, insieme ai suoi tre collaboratori di lunga esperienza, sacerdoti presso la CDF, è stato licenziato da Papa Francesco perché tutti avevano cercato di seguire fedelmente le regole della Chiesa riguardo agli abusi ecclesiastici. In un caso specifico, Müller si è opposto al fatto che il papa volesse reintegrare Don Mauro Inzoli, inequivocabilmente bieco predatore di molti ragazzi; ma il Papa non l’ha ascoltato. … La fonte vaticana ha anche detto che era noto a diverse persone in Vaticano le restrizioni imposte al cardinale McCarrick da Papa Benedetto XVI.”[705]

Un articolo di M. Tosatti rivela che, interrogato da Arroyo riguardo alla verità delle notizie che affermano che  “nel giugno 2013, mentre stava celebrando una messa nella chiesa di Santa Monica, il Pontefice lo avesse chiamato al telefono, obbligandolo a interrompere la messa, per dirgli di chiudere l’indagine sul Card. Murphy O’Connor” Il Cardinale “Müller ha indirettamente confermato la notizia” ed ha affermato: “Non posso entrare in dettagli perché sono legato al Segreto Pontificio, ma posso dire che ogni processo contro vescovi o cardinali alla Congregazione ha bisogno del permesso del Papa. Questo è un problema, dovremmo cambiare questo punto. La Congregazione deve cominciare la sua inchiesta, e non c’è bisogno di interferenze da parte del Papa o di amici del Papa che dicono che la CDF è dogmatica, che ci sono degli hardliners, che Mueller è tedesco, è troppo duro; tutto questo deve essere tenuto fuori. Ci deve essere un processo normale e solo alla fine il Papa deve essere informato, e la sua è l’ultima decisione. Ma non possiamo essere ostacolati nel processo. Abbiamo bisogno di indipendenza delle corti ecclesiastiche nel processo canonico.

… Per vescovi e cardinali abbiamo bisogno dello speciale permesso del Papa. E senza quel permesso non possiamo andare oltre. La mia proposta è di rendere la CDF più indipendente”.[706]

Ora, è vero che , da quanto sappiamo, il caso Murphy O’Connor era già stato esaminato ai tempi di Benedetto XVI e non era stato iniziato nessun procedimento contro quel Cardinale, ma è anche vero che le parole del Cardinale Müller appena viste hanno il loro peso:  non è cosa buona se il Papa usa il suo potere per fermare un’indagine necessaria.

A questo riguardo il saggio dell’ “Herder Korrespondenz” scritto da Benjamin Leven e intitolato “Francesco e l’Abuso. Il Segreto papale” ha affermato “che è stato papa Francesco stesso che ha fermato il piano “per stabilire un tribunale criminale permanente per i vescovi” implicati in casi di abusi sessuali. La Congregazione della Fede non ha giurisdizione sui vescovi, “qui, il Papa in persona è il giudice”. Secondo Leven il Pontefice ha abbandonato il piano di un tribunale per i vescovi. L’autore conclude che “Così, sembra esserci un’immagine ambivalente: il Papa affronta il problema, è in grado di intervenire, e incontra le vittime di abusi. Allo stesso tempo guarda da un’altra parte in casi individuali e dimostra di essere impermeabile ai consigli”.[707]

 

 

a,5) Il caso Rupnik.

 

 

M. I. Rupnik , un sacerdote, ex gesuita famoso per le sue opere d’arte e le sue predicazioni, è stato denunciato per abusi sessuali e psicologici e punito con la scomunica per assoluzione di una complice nel peccato contro il sesto comandamento .

“Come punto di partenza ci sono le accuse presentate nel 2015 e di cui sono arrivate notizie alla Compagnia di Gesù nel 2018. Si trattava di «accuse di molestie sessuali e di assoluzione di una complice da parte di padre Rupnik nel peccato contro il sesto comandamento».” Le accuse furono considerate credibili e Congregazione per la Dottrina della Fede “stabilì che Rupnik si trovava in stato di scomunica latae sententiae. Scomunica che, come ha scritto Avvenire, fu revocata nello stesso mese da un altro decreto della Cdf, dopo che “Rupnik aveva ammesso i fatti e chiesto perdono.” Gli furono imposte restrizioni. “Intanto le accuse nei suoi confronti non si fermarono. Vi si aggiunsero quelle di abusi sessuali e di potere presentate da numerose consacrate della Comunità Loyola. Anche in questo caso le testimonianze furono ritenute credibili. Complessivamente, come diffuso a suo tempo da una nota ufficiale i «comportamenti di padre Rupnik denunciati hanno avuto luogo in diversi periodi tra la metà degli anni ’80 e il 2018. Coprono un arco temporale di più di trent’anni»”[708]

Ulteriori provvedimenti colpiscono il sacerdote, la Compagnia di Gesù lo dimette nel giugno 2023 affermando, tra l’altro: “ Questo è stato fatto in conformità al diritto canonico, a causa del suo rifiuto ostinato di osservare il voto di obbedienza. Il “Team Referente in casi di denunce nei confronti di gesuiti appartenenti alla DIR” ci ha consegnato nel febbraio 2023 il suo dossier relativamente alle numerose denunce di ogni tipo che ci sono giunte, provenienti da fonti molto diverse e per fatti avvenuti in un arco temporale di oltre 30 anni a riguardo di padre Rupnik. Come Superiori abbiamo ritenuto il grado di credibilità di quanto denunciato o testimoniato come molto alto e ci siamo attenuti alle indicazioni e alle raccomandazioni forniteci dal Team Referente nelle sue considerazioni finali.” I Superiori del p. Rupnik gli avevano imposto una nuova missione nella quale “.. fare i conti con il proprio passato e … dare un segnale chiaro alle numerose persone lese che testimoniavano contro di lui, per poter entrare in un percorso di verità.” Ma M. Rupnik ha disubbidito a tale ordine, da ciò la dimissione dalla Compagnia di Gesù.[709]

A fronte di questa situazione Papa Francesco ha fatto mantenere la prescrizione di 20 anni per i reati commessi da M. Rupnik , ha motivato questa sua volontà queste parole : “In questo c’è una condotta generale, sia essa la presunzione di innocenza o la prescrizione, sono armi legali di garanzia. […] Perché se iniziamo a uscire da quelle garanzie, la giustizia diventa molto manipolabile. Non tollero la prescrizione quando c’è di mezzo un minore. Ovviamente la tolgo subito. In questo caso, no, il che non impedisce alla persona di essere perseguita. Ma al di fuori di questa accusa che è già prescritta. La prescrizione è una garanzia”. Ed ha aggiunto riguardo alla prescrizione: “Ora, se c’è una minorenne, la tolgo sempre, o con un adulto vulnerabile”.[710]

Quindi, perché non considerare adulti vulnerabili persone come quelle che M. Rupnik ha abusato? La testimonianza di una di loro fa capire che costei era ampiamente vulnerabile e sotto l’influenza di tale sacerdote!

La testimonianza di questa donna infatti “… adescata quando era ancora minorenne dal gesuita, è la cronaca di un plagio totale, che ha coinvolto ogni aspetto della sua esistenza. Rupnik ha fatto leva sull’inesperienza e l’insicurezza dei suoi 16 anni per indurla a frequentare i ritiri spirituali con lui e poi forzarla a entrare nella Comunità Loyola. Una volta in suo potere, l’ha costretta a fare sesso «per il suo bene» e ha cercato di iniziarla ai rapporti a tre affidandola a un’altra donna affinché la “istruisse” e la preparasse per l’incontro con il “guru”.” … e con le perversioni che il “guru” aveva già insegnato all’”altra donna”.[711]

Spiega R. Cascioli: “Perché insistere tanto sul caso Rupnik?  …  È uno scandalo che smaschera l’ipocrisia, se non la strumentalizzazione, di certi slogan sulla tolleranza zero per gli abusi sessuali e dell’invito a una maggiore trasparenza, ribadito da papa Francesco nella conferenza stampa sull’aereo di ritorno dall’Africa, purtroppo mentre nello stesso momento mescolava le carte sul caso Rupnik. È un atteggiamento sfacciato che mortifica e umilia le vittime, che confonde quanti hanno seguito in questi anni padre Rupnik come maestro, e che non può non addolorare i fedeli che vedono così interrotto quel cammino di purificazione che pure il cardinale Ratzinger-papa Benedetto XVI aveva efficacemente avviato nella Chiesa.”

“… E ci indigna che quanti hanno fatto passare nella Chiesa il concetto che gli abusi siano figli del clericalismo (linea peraltro contestata da Benedetto XVI) oggi siano l’esempio più eclatante del peggior clericalismo e dell’abuso di potere. …  Dal comunicato della Compagnia di Gesù si comprende quale sia la strategia: comminare una qualche sanzione a padre Rupnik, facendo in modo che tutto resti chiuso e si risolva all’interno dell’ordine dei Gesuiti, evitando così che siano chiamati a dare spiegazioni imbarazzanti altri due Gesuiti, il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, monsignor Luis Francisco Ladaria, e papa Francesco.”[712]

Nel settembre 2023 il papa ha incontrato la direttrice del centro Aletti, Maria Campatelli, il cui direttore era p. Rupnik, la quale difende a spada tratta l’ex gesuita, ma il Pontefice non ha mai incontrato le vittime di M. Rupnik, dopo qualche giorno una nota della Diocesi di Roma ha presentato “le conclusioni dell’indagine disposta a seguito delle accuse di reiterati abusi mosse al fondatore dell’associazione, padre Rupnik, dimesso dai gesuiti nel giugno scorso”, secondo tale nota nell’associazione “è presente una vita comunitaria sana e priva di particolari criticità” e i suoi membri sono “… amareggiati dalle accuse pervenute e dalle modalità con cui sono state gestite”  … Con l’aggiunta che ci sarebbero «fondati dubbi» riguardo alla scomunica comminata nel maggio 2020 all’allora direttore del Centro Marko Rupnik per le «procedure gravemente anomale» seguite nel formulare la richiesta di tale pena ecclesiastica.”[713]

Di fronte a tutto questo leggiamo sulla Nuova  Bussola Quotidiana in un articolo a firma di L. Scrosati:  “

«Sono sconvolta, come tutte le vittime di Rupnik del resto. Il papa non ha mai considerato le vittime. Ma è molto interessato ai soldi e al potere del Centro Aletti», ci dice una delle persone profondamente ferite dalla doppiezza dell’ex-gesuita e dalla modalità dei superiori della Compagnia di Gesù di gestire la questione. Queste consacrate che appartengono alla Comunità Loyola, o che l’hanno lasciata, stanno continuando a patire i provvedimenti raffazzonati dei superiori, dai quali si comprende quanto abbiano a cuore un’unica cosa: evitare che la verità emerga e che si faccia giustizia. …  L’unica certezza è l’umiliazione continua di queste donne, il totale disinteresse nei loro confronti, proprio mentre tutti si ubriacano della retorica della sinodalità e dei ministeri alle donne.”[714]

Le vittime di p. Rupnik hanno scritto una lettera pubblica in cui affermano: “ … i fatti e i comunicati che si sono susseguiti in questi ultimi giorni” cioè l’udienza di Maria Campatelli e la nota della Diocesi di Roma  “ci lasciano senza parole, senza più voce per gridare il nostro sconcerto, il nostro scandalo. In questi due avvenimenti non casuali, anche nella loro successione nel tempo, riconosciamo che alla Chiesa non interessa nulla delle vittime e di chi chiede giustizia; e che la “tolleranza zero sugli abusi nella Chiesa” è stata solo una campagna pubblicitaria, a cui hanno invece fatto seguito solo azioni spesso occulte, che hanno invece sostenuto e coperto gli autori di abusi.

Ci fanno pensare che la retorica che abbiamo visto in scena a Lisbona durante luglio e agosto scorsi è una parola vuota (“Tutti, tutti, tutti sono accolti nella Chiesa!”), perché alla fine non c’è posto in questa Chiesa per chi ricorda verità scomode. …

E le vittime sono perciò state censurate …

Tutto quello che hanno ricevuto e continuano a ricevere è solo silenzio….   E con questa relazione oggi pubblicata, che scagiona da ogni responsabilità Rupnik ridicolizza il dolore delle vittime, ma anche di tutta la Chiesa, mortalmente ferita da tanta tracotanza ostentata.

Quel colloquio concesso dal papa a Campatelli, in un clima così familiare è stato sbattuto in faccia alle vittime (queste e tutte le vittime di abusi); un incontro che il papa ha negato loro. Non ha mai neppure dato risposta a quattro lettere di altrettante religiose ed ex religiose della Comunità Loyola che gliele avevano fatte recapitare nel luglio del 2021. Le vittime sono lasciate nel grido afono di un nuovo abuso.”[715]

… non c’è nulla da aggiungere!

Finalmente, il 27 ottobre 2023 dalla Sala Stampa della Santa Sede veniamo a sapere che : “«Nel mese di settembre la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori ha segnalato al Papa gravi problemi nella gestione del caso di p. Marko Rupnik e la mancanza di vicinanza alle vittime. Di conseguenza il Santo Padre ha chiesto al Dicastero per la Dottrina della Fede di esaminare il caso e ha deciso di derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo».”

L’ex gesuita M. Rupnik andrà a processo davanti ad un tribunale ecclesiastico per i presunti crimini di cui è accusato.

Lode a Dio.

 

 

b) La causa degli abusi sessuali, per il Papa, è il clericalismo.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Si notino bene le parole che rivolge ad un certo punto un’intervistatore al Cardinale Müller: “Ecco, a questo proposito il Papa e i suoi collaboratori più stretti quando parlano di abusi puntano il dito contro il clericalismo.”[716]

Le affermazioni del giornalista sono vere: il Papa e i suoi collaboratori riguardo alla piaga degli abusi parlano di clericalismo non parlano di lussuria, non parlano di atti omosessuali.

Il Papa ha infatti affermato. “E’ impossibile immaginare una conversione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del Popolo di Dio. Di più: ogni volta che abbiamo cercato di soppiantare, mettere a tacere, ignorare, ridurre a piccole élites il Popolo di Dio abbiamo costruito comunità, programmi, scelte teologiche, spiritualità e strutture senza radici, senza memoria, senza volto, senza corpo, in definitiva senza vita.[2] Ciò si manifesta con chiarezza in un modo anomalo di intendere l’autorità nella Chiesa – molto comune in numerose comunità nelle quali si sono verificati comportamenti di abuso sessuale, di potere e di coscienza – quale è il clericalismo, quell’atteggiamento che «non solo annulla la personalità dei cristiani, ma tende anche a sminuire e a sottovalutare la grazia battesimale che lo Spirito Santo ha posto nel cuore della nostra gente»[3]. Il clericalismo, favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici, genera una scissione nel corpo ecclesiale che fomenta e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi denunciamo. Dire no all’abuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di clericalismo.”[717]

Le parole del Papa si collegano ad altre sue affermazioni: “Non possiamo riflettere sul tema del laicato ignorando una delle deformazioni più grandi che l’America Latina deve affrontare – e a cui vi chiedo di rivolgere un’attenzione particolare –, il clericalismo. Questo atteggiamento non solo annulla la personalità dei cristiani, ma tende anche a sminuire e a sottovalutare la grazia battesimale che lo Spirito Santo ha posto nel cuore della nostra gente. Il clericalismo porta a una omologazione del laicato; trattandolo come “mandatario” limita le diverse iniziative e sforzi e, oserei dire, le audacie necessarie per poter portare la Buona Novella del Vangelo a tutti gli ambiti dell’attività sociale e soprattutto politica. Il clericalismo, lungi dal dare impulso ai diversi contributi e proposte, va spegnendo poco a poco il fuoco profetico di cui l’intera Chiesa è chiamata a rendere testimonianza nel cuore dei suoi popoli. Il clericalismo dimentica che la visibilità e la sacramentalità della Chiesa appartengono a tutto il popolo di Dio (cfr. Lumen gentium, nn. 9-14), e non solo a pochi eletti e illuminati.”[718]

Secondo il Papa “Questo dramma degli abusi ha alle spalle situazioni di chiesa segnate da elitismo e clericalismo, una incapacità di vicinanza al popolo di Dio”.[719]

Aggiunge il Pontefice, alla fine del summit sugli abusi del 2019   “Il santo e paziente Popolo fedele di Dio, sostenuto e vivificato dallo Spirito Santo, è il volto migliore della Chiesa profetica che sa mettere al centro il suo Signore nel donarsi quotidiano. Sarà proprio questo santo Popolo di Dio a liberarci dalla piaga del clericalismo, che è il terreno fertile per tutti questi abomini.”[720]

Il Papa quindi di fronte a tali abusi non insiste sulla lussuria non parla di omosessualità come chiaramente disordinata e generatrice di ulteriori disordini, nonostante moltissimi tra i casi di abuso siano atti omosessuali, come vedremo, ma sottolinea il clericalismo. In tutti i documenti messi in evidenza dalla s. Sede sulla questione degli abusi mai il Papa parla di omosessualità come causa importante degli abusi.[721]

Tutto questo, come vedremo nelle prossime pagine, è chiaramente gravissimo e indica una radicale distorsione della realtà delle cose.

Dio intervenga e liberi la Chiesa dagli errori che Papa Francesco e i suoi collaboratori stanno diffondendo!

 

 

c) Famosi prelati, prima del summit vaticano sugli abusi dei sacerdoti, anche in risposta al Papa, rilasciano importanti dichiarazioni sulla relazione tra omosessualità e abusi del clero.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

In opposizione alle affermazioni del Papa, affermò il cardinale Müller riguardo al clericalismo: “È un termine equivoco. Cos’è il clericalismo? Chi definisce questo concetto? E chi è clericale? Il termine è nato in Francia e Italia nel XIX secolo e serviva per attaccare la Chiesa come nemico della società moderna.  Davvero vogliamo entrare in questa polemica contro noi stessi? Oppure vogliamo accusare Gesù che ha istituito il clero? Clero è il termine greco che troviamo negli Atti degli Apostoli quando gli 11 apostoli tirano a sorte per la sostituzione di Giuda e trasferiscono la sua “parte” – cleros – a Mattia.  Cleros quindi non è un gruppo di persone ma è la partecipazione all’autorità di Gesù Cristo che è stata trasferita agli Apostoli e ai loro successori. Non è certo questo clericalismo che può essere considerato colpevole di peccato contro il VI comandamento. I veri abusi di potere sono la simonia, il carrierismo o fare il cortigiano alla corte del Papa per ricevere la mitra, per essere premiato. Quando Machiavelli vale più del vangelo nell’esercizio della politica ecclesiastica, qui c’è l’abuso di potere. Parlare di clericalismo o mettere sotto accusa il celibato è una falsa strada che svia dalla vera causa del problema.”

Il Cardinale, nella stessa intervista ha aggiunto “ … dobbiamo prendere sul serio il VI comandamento, la castità come attitudine, come virtù. … La Chiesa indica una strada, bisogna riprendere la nostra antropologia.” [722]

Secondo il porporato tedesco, nella stessa intervista, più generalmente la causa degli abusi è certamente il non riconoscimento della dignità della persona ma anche una sessualità non dominata: “L’uomo è chiamato a usare la sua sessualità nel senso voluto dal Creatore, così come è descritto all’inizio di Genesi.”

Il Cardinale ha anche detto: “ … c’è chi vuole negare la verità statistica per cui la stragrande maggioranza degli abusi commessi da sacerdoti sono atti omosessuali. … Non si devono sottovalutare anche gli abusi commessi sui seminaristi …”[723]

Vedemmo più sopra che secondo lo psicologo  van den Aardweg: “A consequence of the homosexual sexual obsession is the tendency to seduce or molest youngsters and young adults. The risk of adult gay men’s molesting same-sex minors is 10-20 times the risk of adult heterosexual men’s molesting minor girls. [724][725]

Una conseguenza dell’ ossessione omosessuale è la tendenza a sedurre o molestare i giovani o i giovani adulti, il rischio che un uomo omosessuale molesti un minore dello stesso sesso è circa 10 o 20 volte più grande rispetto a quello di un eterosessuale rispetto a delle ragazzine.

In questa linea il cardinale Müller ha detto: “È un fatto che oltre l’80% dei minori vittime di abusi siano maschi, e adolescenti. Dobbiamo prendere atto di questa realtà, sono cifre statistiche che non possiamo negare. Quanti non vogliono vedere questa realtà accusano coloro che dicono la verità di avercela con gli omosessuali in generale. Ma gli omosessuali in generale non esistono, è un’invenzione, evidentemente parlano per coprire i propri interessi.  … Nella Creazione non esiste il concetto dell’omosessualità, è un’invenzione che non ha alcun fondamento nella natura umana. Le tendenze omosessuali non sono un fatto ontologico, ma psicologico. Certe persone invece vogliono fare della omosessualità un dato ontologico. ”[726] … “  … la Chiesa non può accettare fra i sacerdoti un cattivo comportamento contrario alla volontà di Dio, così distrugge la propria credibilità. C’è purtroppo chi ha fatto propria l’ideologia omosessualista, ma si può accettare la falsità del mondo e introdurla nella Chiesa? … È il mondo che necessita la salvezza, e non Dio che ha bisogno della salvezza da parte del mondo.”[727]

Una importante precisazione del Cardinale Müller è anche la seguente riguardo al tema degli abusi sessuali : “Credo che anzitutto questo tema vada compreso nella sua dimensione reale. Per quanto sia uno scandalo grave è ingiusto generalizzare, perché gli abusi riguardano comunque una parte molto limitata di sacerdoti.”[728]

Faccio notare che il Cardinale Müller è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e quindi appunto in tale veste ha trattato direttamente vari casi di abuso sessuale, perciò la sua competenza in questa materia è notevole.

Nella scia del Cardinale Müller “monsignor Jordi Bertomeu Farnós, che fu uno degli inviati speciali (insieme all’attuale vescovo maltese monsignor Charles Scicluna) del Vaticano in Cile per indagare sui casi di abusi sessuali da parte di sacerdoti e religiosi del luogo” ha detto al “giornale spagnolo Revista Palabra  … che i 6mila casi registrati sono molti” ma  “rappresenta il 3% di tutti i casi di abusi su minori denunciati alle autorità civili e riguardanti diverse categorie di persone e di gruppi sociali (dalle famiglie alle associazioni sportive, dai circoli esclusivi ad altre realtà coinvolte…)” ed ha confermato che “ l’80% dei casi di abuso clericale è praticato da sacerdoti nei confronti di vittime dello stesso sesso” [729]

Notiamo poi quanto affermato da mons. Viganò, molto tempo prima del summit sugli abusi :“Occorre ricuperare nel clero e nei seminari la virtù della castità. Occorre lottare contro la corruzione dell’uso improprio delle risorse della Chiesa e delle offerte dei fedeli. Occorre denunciare la gravità della condotta omosessuale. Occorre sradicare le reti di omosessuali esistenti nella Chiesa, come ha recentemente scritto Janet Smith, Professoressa di Teologia Morale nel Sacred Heart Major Seminary di Detroit. “Il problema degli abusi del clero – ha scritto – non potrà essere risolto semplicemente con le dimissioni di alcuni vescovi, né tanto meno con nuove direttive burocratiche. Il centro del problema sta nelle reti omosessuali nel clero che devono essere sradicate”. Queste reti di omosessuali, ormai diffuse in molte diocesi, seminari, ordini religiosi, ecc., agiscono coperte dal segreto e dalla menzogna con la potenza dei tentacoli di una piovra e stritolano vittime innocenti, vocazioni sacerdotali e stanno strangolando l’intera Chiesa.”[730]

Il testo citato da Mons. Viganò è molto interessante e importante; la teologa moralista Janet Smith fa molte affermazioni di rilievo su questo tema in questa intervista nella quale afferma appunto che occorre sradicare le reti omosessuali che sono nella Chiesa Cattolica.[731].

Mons. Viganò aggiunse:  “Per quanto riguarda la Curia Romana per ora mi fermo qui, anche se sono ben noti i nomi di altri prelati in Vaticano, anche molto vicini a papa Francesco, come il Cardinale Francesco Coccopalmerio e l’Arcivescovo Vincenzo Paglia, che appartengono alla corrente filo omossessuale favorevole a sovvertire la dottrina cattolica a riguardo dell’omosessualità, corrente già denunciata fin dal 1986 …”[732]

Più decisamente focalizzandosi sul summit che si sarebbe tenuto in Vaticano nel febbraio del 2019, mons. Viganò, prima di tale incontro, affermò, chiaramente rispondendo anche alle affermazioni del Papa presentate nel paragrafo precedente: “Perché l’incontro si concentrerà esclusivamente sull’abuso di minori? Questi crimini sono davvero i più orribili, ma le crisi negli Stati Uniti e in Cile che hanno in gran parte accelerato il prossimo vertice riguardano gli abusi commessi contro giovani adulti, inclusi i seminaristi, non solo contro i minori. Quasi nulla è stato detto sulla cattiva condotta sessuale verso gli adulti, che è essa stessa un grave abuso di autorità pastorale, indipendentemente dal fatto che la relazione fosse “consensuale” o meno. Perché la parola “omosessualità” non compare mai nei recenti documenti ufficiali della Santa Sede?  … la stragrande maggioranza degli abusi è stata inflitta a ragazzi post-puberali da chierici omosessuali. È pura ipocrisia condannare l’abuso e pretendere di simpatizzare con le vittime senza affrontare onestamente questo fatto.  … Perché Papa Francesco mantiene e chiama addirittura come suoi stretti collaboratori persone che sono notoriamente omosessuali? Perché si è rifiutato di rispondere a domande legittime e sincere su queste nomine?  … ho pregato il Santo Padre di far fronte agli impegni che egli stesso ha assunto assumendo il suo ufficio come Successore di Pietro. Ho fatto notare che si è assunto la missione di confermare i suoi fratelli e guidare tutte le anime nel seguire Cristo lungo la via della croce. L’ho esortato allora, e ora lo esorto di nuovo, a dire il vero, a ravvedersi, a mostrare la sua disponibilità a seguire il mandato dato a Pietro e, una volta convertito, a confermare i suoi fratelli (Luca 22:32).”[733]

Interessante in questa linea è anche quanto hanno scritto i cardinali Brandmüller e Burke.

“ … Di fronte alla deriva in atto, sembra che il problema si riduca a quello degli abusi dei minori, un orribile crimine, specialmente quando perpetrato da un sacerdote, che però è solo parte di una crisi ben più vasta. La piaga dell’agenda omosessuale è diffusa all’interno della Chiesa, promossa da reti organizzate e protetta da un clima di complicità e omertà. Le radici di questo fenomeno evidentemente stanno in quell’atmosfera di materialismo, di relativismo e di edonismo, in cui l’esistenza di una legge morale assoluta, cioè senza eccezioni, è messa apertamente in discussione. Si accusa il clericalismo per gli abusi sessuali, ma la prima e principale responsabilità del clero non sta nell’abuso di potere, ma nell’essersi allontanato dalla verità del Vangelo. La negazione, anche pubblica, nelle parole e nei fatti, della legge divina e naturale, sta alla radice del male che corrompe certi ambienti della Chiesa.”[734]

Le parole dei prelati citati in questo paragrafo ci devono far riflettere.

Abbiamo visto che il Papa con il suo “cambio di paradigma” sta cercando di legittimare gli atti omosessuali quindi di fronte al fenomeno degli abusi sessuali parla di clericalismo ed evita di parlare di omosessualità e di perversione sessuale in modo netto e forte anche se è evidente che, come detto: “ … la stragrande maggioranza degli abusi commessi da sacerdoti sono atti omosessuali. ”[735] e inoltre una conseguenza dell’ ossessione omosessuale è la tendenza a sedurre o molestare i giovani o i giovani adulti, il rischio che un uomo omosessuale molesti un minore dello stesso sesso è circa 10 o 20 volte più grande rispetto a quello di un eterosessuale rispetto a delle ragazzine. [736]

La strategia papale appare evidente: dal momento che egli vuole legittimare gli atti omosessuali, nasconde i gravi danni che essi ordinariamente producono anche in ordine agli abusi.

I prelati citati in questo paragrafo, invece, dal momento che vogliono far emergere la Verità di Cristo ribadiscono chiaramente l’insegnamento cattolico riguardo agli atti omosessuali, mettono in evidenza i danni che essi producono e rivelano anche l’esistenza di reti omosessuali all’interno del clero cattolico.

Ovviamente la tattica del Papa è dannosa sia riguardo alla dottrina cattolica sia riguardo al contrasto degli abusi.

Dio liberi la Chiesa dagli errori di Papa Francesco, dalle reti omosessuali e dagli abusi di ogni tipo, specie se di genere sessuale!

 

 

d) Il summit sugli abusi e alcuni commenti ad esso.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Le affermazioni forti di prelati coraggiosi viste nel precedente paragrafo erano intese anche a spingere  i partecipanti all’incontro svoltosi in Vaticano sulla questione degli abusi sessuali dei chierici perché in tale incontro si parlasse di pratica omosessuale e si rinnovasse la condanna di essa, considerando che circa l’ottanta per cento di tali abusi sono di natura omosessuale.

Dato che la strategia del “cambio di paradigma” va nel senso della legittimazione degli atti omosessuali, in tale summit “ovviamente” e con varie giustificazioni non si è parlato di omosessualità e di atti omosessuali …

Marco Tosatti a questo riguardo, durante il summit del febbraio 2019 ha affermato: “L’80% degli abusi commessi dal clero hanno per vittime adolescenti maschi, ma il summit in Vaticano sta evitando di affrontare il problema. Questa voluta omissione è un segno chiaro del potere della lobby gay nella Chiesa e un’indicazione del desiderio di rendere accettabile quello che la Chiesa, da sempre, condanna in modo esplicito, e cioè i rapporti omosessuali. Lo confermano le parole elusive pronunciate dagli uomini scelti per guidare il vertice, da Cupich a Scicluna.”[737]

A questo coraggioso giornalista faccio notare che, come stiamo vedendo, è ovvio che non si parli di atti omosessuali e non li si condanni, anche in relazione agli abusi ad essa legati … visto che il “cambio di paradigma” e quindi il Papa  “apre le porte”, come visto, anche alla legittimazione di tali atti omosessuali.

Significativamente, come già visto, il Pontefice, alla fine del summit sugli abusi del 2019 ha taciuto sull’omosessualità ed ha parlato di clericalismo, dicendo:  “Il santo e paziente Popolo fedele di Dio, sostenuto e vivificato dallo Spirito Santo, è il volto migliore della Chiesa profetica che sa mettere al centro il suo Signore nel donarsi quotidiano. Sarà proprio questo santo Popolo di Dio a liberarci dalla piaga del clericalismo, che è il terreno fertile per tutti questi abomini.”[738]

Dopo tale summit, in un interessante articolo, Christian Spaemann ha affermato: “Che cosa ha a che fare l’indebolimento dell’Ordine Sacro Cattolico con le reti omosessuali e lo scandalo degli abusi nella Chiesa cattolica? Si deve trovare una risposta semplice: i passi decisivi in Amoris Laetitia, in cui l’Ordine Sacro Cattolico è stato minato, non parlano solo dei divorziati risposati civilmente, ma in generale di “situazioni irregolari” (tra gli altri in AL 305 ). Perché i rapporti omosessuali non dovrebbero esservi inclusi? Perché non anche quelli tra i sacerdoti? Perché non anche quelli dei chierici che hanno l’età del consenso? C’è il sospetto che l’esortazione apostolica Amoris Laetitia sia stata creata nel contesto di un’agenda che mira all’istituzione nella Chiesa della cosiddetta “diversità sessuale”. Amoris Laetitia, insieme alla sottostante teologia morale eretica pluridecennale come è stata insegnata nelle università teologiche dell’Occidente, sono il fondamento per la mancanza di orientamento – o di orientamento viziato – quando si tratta della situazione sopra descritta. A questo quadro si adatta il passaggio continuo di rappresentanti di una teologia morale liberale attraverso le istituzioni della Chiesa. Pertanto, non è stupefacente che, in un momento in cui viene promossa la “diversità sessuale”, la famiglia naturale venga massicciamente contestata; i problemi della Chiesa con gli abusi omosessuali clericali vengono sempre più alla superficie, e vengono promossi i vescovi nei più alti ranghi della Chiesa che sono apertamente a favore di una normalizzazione dell’omosessualità praticata nella Chiesa.” [739]

Spaemann ha quindi citato il caso del Cardinale Farrell, il quale è stato nominato Cardinale da Papa Francesco nel 2016, ha vissuto ben 6 anni in casa con il Cardinale Mc Carrick e afferma di non aver saputo nulla riguardo alla condotta sessuale, ben nota, di quest’ultimo; appunto Farrell, sotto la ovvia guida di Papa Francesco, ha aperto l’ultimo Incontro mondiale delle famiglie in Irlanda, nel 2018, alla comunità LGBT e perciò è stato invitato a parlare p. J. Martin SJ  di cui ho abbondantemente trattato in questo mio libro soprattutto in questo capitolo; ricordo che gli errori di p. Martin riguardo a temi relativi all’omosessualità sono stati condannati radicalmente da molti prelati cattolici e in particolare dal Cardinale Müller che lo ha definito eretico, il Papa invece loda scandalosamente questo gesuita.

Tenendo conto di questo sfondo, è logico, dice Spaemann, che: “…nel summit delle conferenze episcopali di tutto il mondo, la discussione sullo scandalo degli abusi si sia limitata ai crimini contro i bambini e che si sia dovuto evitare una discussione sul suo background reale.”[740]

Neppure si parla di omosessualità nel documento pubblicato dal Papa nel maggio 2019 dedicato appunto al contrasto dell’abominevole crimine dell’abuso dei minori intitolato: “Vos estis lux mundi.”[741]

 

 

e) Un articolo del giornale Avvenire su cui riflettere ….

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Nel 2020 è stato diffuso da Netflix un film intitolato “Cuties” (titolo originale “Mignonnes”) che  è stato duramente boicottato per aver sessualizzato delle adolescenti e perciò ha perso circa 9 miliardi di dollari. Di tale film  Brandon Smith ha affermato: ” E, posso dire senza alcun dubbio, che questo film è in realtà pornografia infantile secondo la definizione legale del Dipartimento di Giustizia. Un avvertimento – non vi consiglio di guardare questo film da soli, ma se lo fate, siate avvertiti che il contenuto è altamente sconvolgente.”[742] Un profondo articolo è stato scritto su Lifesite News; esso afferma che “critics have described as child pornography and as a promotion of pedophilia” cioè i critici hanno affermato che tale film propone pornografia infantile e promozione della pedofilia.[743]

Questo articolo, inoltre, spiega bene tutte le scene che occorre considerare per giudicare questo film per ciò che è veramente, e aggiunge che un database online , di proprietà di Amazon, di informazioni relative a film, allerta i genitori riguardo a questo film dicendo che durante una delle tante scene di danza altamente sessualizzate ed erotiche che sfruttano e oggettivizzano di proposito numerose ragazze minorenni vestite in modo succinto, una delle ballerine alza il suo top corto per mostrare completamente il suo seno nudo il che è legalmente definito come pedofilia e può essere estremamente angosciante per molti spettatori.

Nello stesso articolo leggiamo che il legislatore del Texas Matt Schaefer ha chiesto un’indagine sul film  per possibili violazioni delle leggi sullo sfruttamento dei minori e sulla pornografia infantile.

Ancora nello stesso articolo leggiamo che il senatore Ted Cruz del Texas ha esortato il procuratore generale Bill Barr affinché si indaghi  sulla produzione e sulla distribuzione di questo film per determinare se nelle riprese e nella produzione di “Cuties” sia stata violata una delle leggi federali contro la produzione e la distribuzione di pornografia infantile; altri senatori americani hanno fortemente condannato questo film e hanno compiuti passi simili al senatore Cruz.

Robby Starbuck, regista e produttore, ha dichiarato che l’intero gruppo realizzatore di Cuties deve essere indagato perché, secondo questo esperto, i produttori del film predavano bambine inesperte.[744]

Lila Rose, fondatrice e presidente del gruppo pro-vita Live Action, ha pubblicato una serie di tweet sostenendo che i realizzatori di Cuties hanno infranto la legge statunitense sulla pornografia infantile perché il film ingrandisce palesemente, per un pubblico adulto, come esplicita “esplorazione” sessuale, le parti sessuali delle bambine che ballano in modo suggestivo, parzialmente vestite.[745] Come riferisce questo stesso articolo anche molte altre persone, fra cui noti intellettuali, hanno condannato il film in questione.

La visione diretta di uno spezzone del film[746] fa capire molto bene e chiaramente come sia giusta la condanna del film[747] che abbiamo letto più sopra, francamente le scene sono fortemente allusive ad atti sessuali e in questo senso di una perversione vomitevole se si pensa che sono bambine.

La Nuova Bussola Quotidiana ha affermato in un articolo a firma di Ermes Dovico: “Nel film Cuties (Mignonnes), diffuso da Netflix, le protagoniste undicenni sono riprese in balli provocanti e atteggiamenti sessuali espliciti. Per la regista il fine è denunciare l’ipersessualizzazione. No, le bambine sono state usate e ritratte in modi degradanti: un male in sé. Se si vuole perseguire un fine buono si educa al bene, dunque alla purezza, per la quale c’è una sola via.”[748]

Incredibilmente, l’Avvenire, invece, non vede in esso alcuna “scandalosa sessualizzazione di adolescenti” infatti il giornale della CEI, ha pubblicato nel 2020 un articolo a firma di A. Fagioli [749] e un successivo tweet[750] in cui ritiene, per certi aspetti, educativo tale film indegno,  affermando che : “Non si spiega la campagna contro Netflix: non c’è alcuna «scandalosa sessualizzazione di adolescenti» come hanno scritto alcuni tra i 600mila firmatari di una petizione.”

E aggiunge: “Il problema, quindi, non sono questi ragazzi che per certe cose crescono troppo in fretta senza avere la maturità sufficiente o le difese immunitarie necessarie. Il problema è il mondo che gli abbiamo creato intorno … Tutto questo la regista lo mette bene in evidenza, anche se il film non può essere dato in pasto a tutti. Ma se letto correttamente e presentato bene, Mignonnes può diventare un film educativo.”

Il problema, in realtà, sono anche questi film indegni e immorali che presentano certe immagini, certi balli, certi movimenti, e certe parti del corpo di bambine anche con particolari ingrandimenti che ovviamente hanno una chiara relazione all’attività sessuale e alle sue perversioni.

La realtà allorché viene presentata in un film va presentata con la dovuta prudenza, se si vuole fare veramente opera educativa.

Anzitutto un film del genere, con certe immagini, balli, movimenti, inquadrature, ingrandimenti etc. non andava girato e poi non andava neppure diffuso.

Che il mondo sia pieno di perversioni che toccano anche i bambini è gravissimo, che si vogliano girare film che fanno compiere a bambini simili perversioni o gesti è ugualmente gravissimo!

Indubbiamente il film presenta una evidente, scandalosa e perversa sessualizzazione e, anche con particolari ingrandimenti nelle riprese, in certo modo promuove pedofilia e pornografia infantile perché è ovvio che certe scene sono un incentivo a compiere certi atti e a realizzare certi video, purtroppo; il film peraltro può anche spingere altri bambini a imitare le azioni delle protagoniste del film e può spingere i genitori ad assecondare tale imitazione magari per ulteriori film, con un significativo guadagno economico.

L’Avvenire, giornale dei Vescovi italiani, che dovrebbe essere radicalmente a favore della sana moralità e del santo rispetto per i bambini, specie in questo periodo, giudica sostanzialmente valido e tutto sommato educativo un tale scandaloso e indegno film che, come avete sentito diffonde la evidente e scandalosa sessualizzazione di adolescenti e la pornografia infantile nonché promuove la pedofilia!

Personalmente ho scritto al direttore dell’Avvenire facendo notare lo scandalo che l’articolo e il tweet da loro pubblicati avevano prodotto ma non ho ricevuto risposta!

Che dire?

Che A. Fagioli e i responsabili del giornale Avvenire hanno imparato molto bene da Papa Francesco come travisare radicalmente la realtà dei fatti.

Dio intervenga!

 

 

f) Focus sulle assurde e scandalose parole del Papa per cui la causa degli abusi sessuali nella Chiesa è il clericalismo.

 

 

f,1) La causa degli abusi sessuali è la concupiscenza e la lussuria, specialmente quella omosessuale.

 

 

Le parole del Papa viste più sopra e per cui la causa degli abusi sui minori nella Chiesa è il clericalismo appaiono del tutto assurde e scandalose.

Vedemmo più sopra che il Cardinale Müller rispose a papa Francesco dicendo, riguardo al clericalismo: “È un termine equivoco. Cos’è il clericalismo? Chi definisce questo concetto? E chi è clericale? Il termine è nato in Francia e Italia nel XIX secolo e serviva per attaccare la Chiesa come nemico della società moderna.  Davvero vogliamo entrare in questa polemica contro noi stessi? Oppure vogliamo accusare Gesù che ha istituito il clero? Clero è il termine greco che troviamo negli Atti degli Apostoli quando gli 11 apostoli tirano a sorte per la sostituzione di Giuda e trasferiscono la sua “parte” – cleros – a Mattia.  Cleros quindi non è un gruppo di persone ma è la partecipazione all’autorità di Gesù Cristo che è stata trasferita agli Apostoli e ai loro successori. Non è certo questo clericalismo che può essere considerato colpevole di peccato contro il VI comandamento. I veri abusi di potere sono la simonia, il carrierismo o fare il cortigiano alla corte del Papa per ricevere la mitra, per essere premiato. Quando Machiavelli vale più del vangelo nell’esercizio della politica ecclesiastica, qui c’è l’abuso di potere. Parlare di clericalismo o mettere sotto accusa il celibato è una falsa strada che svia dalla vera causa del problema.”

Il Cardinale, nella stessa intervista ha aggiunto “ … dobbiamo prendere sul serio il VI comandamento, la castità come attitudine, come virtù. … La Chiesa indica una strada, bisogna riprendere la nostra antropologia.” [751]

Secondo il porporato tedesco, nella stessa intervista, più generalmente la causa degli abusi è certamente il non riconoscimento della dignità della persona ma anche una sessualità non dominata: “L’uomo è chiamato a usare la sua sessualità nel senso voluto dal Creatore, così come è descritto all’inizio di Genesi.”

Il Cardinale ha anche detto: “ … c’è chi vuole negare la verità statistica per cui la stragrande maggioranza degli abusi commessi da sacerdoti sono atti omosessuali. … Non si devono sottovalutare anche gli abusi commessi sui seminaristi …”[752]

Lo stesso Cardinale disse che l’abuso sessuale di delinquenti principalmente omofili non è radicato nella morale sessuale della Chiesa né nel celibato dei sacerdoti, ma, piuttosto, nel lassismo della morale e nella violazione dei comandamenti di Dio e nell’incapacità di vivere il celibato.[753]

Aggiungo che il Cardinale Müller è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, quindi si è occupato a fondo appunto nello svolgimento di tale incarico, di abusi sessuali, quindi le sue parole hanno un valore particolarmente grande.

Aggiungo una mia considerazione: il Papa affermando che gli abusi sessuali sui minori sono effetto di clericalismo distorce radicalmente la realtà perché l’abuso sessuale di adulti su minori implica un’attrazione sessuale dei primi sui secondi, questa attrazione sessuale conduce appunto all’abuso. S. Agostino affermava   nell’ “Opera imperfetta contro Giuliano”: “Altro è la facoltà di sentire, altro il vizio di concupire. Distingui diligentemente queste due realtà e non voler errare deformemente.” [754] E ancora  “Altro è il senso della carne, altro è la concupiscenza della carne, la quale concupiscenza è sentita dal senso e della mente e della carne … con la concupiscenza della carne si desiderano in modo non diverso le azioni illecite e le azioni lecite che si giudicano diverse tra loro non con la concupiscenza, ma con l’intelligenza; né ci si astiene dalle azioni illecite se non si resiste alla concupiscenza. Non si evitano quindi le azioni cattive se non si frena la concupiscenza cattiva … Quindi la concupiscenza della carne, con la quale si desiderano le azioni proibite, non viene dal Padre. … Certamente, se non viene dal Padre la lussuria, non viene dal Padre nemmeno la concupiscenza che, acconsentita, concepisce e partorisce la lussuria.”.[755] La sensibilità appartiene alla natura creata buona e va distinta dalla concupiscenza cioè quella forza disordinata immessasi come vizio nella natura umana con il peccato originale, forza che spinge al peccato e  che impone ad ognuno un’ascesi continua durante tutta la vita. Appunto dietro all’abuso c’è l’abbandono alla concupiscenza e quindi la lussuria.

Questo è confermato dalle parole del Cardinale Burke secondo cui: “”la maggior parte degli atti di abusi sessuali sono in realtà atti omosessuali commessi con giovani adolescenti”.

Il Cardinale americano ha aggiunto: “C’è stato un tentativo studiato di ignorare o negare questo rapporto con l’omosessualità”.

Lo stesso prelato ha poi detto: “Sembra chiaro che in effetti esista una cultura omosessuale, non solo tra il clero ma anche all’interno della gerarchia, che deve essere purificata alla radice. È ovviamente una tendenza che è disordinata”. [756]

Alla base di tali abusi c’è dunque la concupiscenza non domata e quindi la lussuria, specialmente quella omosessuale.

Questo è così evidente che solo con un volontario accecamento al fine di difendere l’omosessualità e più fondamentalmente la lussuria il Papa e i suoi collaboratori hanno potuto fare affermazioni così spudoratamente false nella misura in cui non riconoscono che gli abusi sessuali relativi al clero sono una questione principalmente di lussuria e in particolare di lussuria omosessuale!

Partendo da tali falsità, ovviamente, non si risolverà mai alla radice il problema degli abusi nella Chiesa; la pessima fama di papa Francesco che abbiamo visto qualche pagina più indietro si amplia a causa della radicale cecità con cui parla della causa di tali abusi.

Il Pontefice risponderà davanti a Dio di tutto ciò!

Quanto ho detto in questo paragrafo circa la causa degli abusi sessuali è confermato da un documento realizzato da Benedetto XVI proprio per il summit vaticano del febbraio 2019 su questo tema ma pubblicato solo nell’aprile nel 2019; in esso Benedetto leggeva lo scandalo degli abusi: “… come una terribile crisi di fede, l’allontanamento da Dio, che a sua volta aveva provocato il crollo della teologia morale, ormai pesantemente influenzata dalla cultura del mondo, stravolta dalla rivoluzione sessuale.” [757]

 

 

f,2) Un significativo testo di Benedetto XVI e alcune affermazioni di importanti prelati sulla “rivoluzione sessuale” e gli abusi sessuali tra i membri della Chiesa.

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Nel 2019 Benedetto XVI, Papa emerito, pubblicò su una rivista tedesca un importante scritto con cui condivideva la sua conoscenza del fenomeno che potremmo definire la “rivoluzione sessuale” e gli abusi sessuali tra i membri della Chiesa negli ultimi sessant’anni. Sintetizzando al massimo le sue affermazioni più importanti riporto quanto segue: “Tra le libertà che la Rivoluzione del 1968 voleva conquistare c’era anche la completa libertà sessuale, che non tollerava più alcuna norma. …. Della fisionomia della Rivoluzione del 1968 fa parte anche il fatto che la pedofilia sia stata diagnosticata come permessa e conveniente …  nello stesso periodo si è verificato un collasso della teologia morale cattolica che ha reso inerme la Chiesa di fronte a quei processi nella società. …  si affermò ampiamente la tesi per cui la morale dovesse essere definita solo in base agli scopi dell’agire umano. … Perciò non poteva esserci nemmeno qualcosa di assolutamente buono né tantomeno qualcosa di sempre malvagio, ma solo valutazioni relative.  … Sul finire degli anni ’80 e negli anni ’90 la crisi dei fondamenti e della presentazione della morale cattolica raggiunse forme drammatiche. … Papa Giovanni Paolo II, che conosceva molto bene la situazione della teologia morale e la seguiva con attenzione, dispose che s’iniziasse a lavorare a un’enciclica che potesse rimettere a posto queste cose. Fu pubblicata con il titolo Veritatis splendor il 6 agosto 1993 suscitando violente reazioni contrarie da parte dei teologi morali. In precedenza, già c’era stato il Catechismo della Chiesa cattolica che aveva sistematicamente esposto in maniera convincente la morale insegnata dalla Chiesa. …  L’Enciclica fu pubblicata il 6 agosto 1993 e in effetti conteneva l’affermazione che ci sono azioni che non possono mai diventare buone. Il Papa era pienamente consapevole del peso di quella decisione in quel momento e, proprio per questa parte del suo scritto, aveva consultato ancora una volta esperti di assoluto livello che di per sé non avevano partecipato alla redazione dell’Enciclica. … Ci sono beni che sono indisponibili. …  Il martirio è una categoria fondamentale dell’esistenza cristiana. Che esso in fondo, nella teoria sostenuta da Böckle e da molti altri, non sia più moralmente necessario, mostra che qui ne va dell’essenza stessa del cristianesimo. …  Da tutto ciò emerge come sia messa radicalmente in discussione l’autorità della Chiesa in campo morale. Chi in quest’ambito nega alla Chiesa un’ultima competenza dottrinale, la costringe al silenzio proprio dove è in gioco il confine fra verità e menzogna. Indipendentemente da tale questione, in ampi settori della teologia morale si sviluppò la tesi che la Chiesa non abbia né possa avere una propria morale. …  Il processo di dissoluzione della concezione cristiana della morale, da lungo tempo preparato e che è in corso, negli anni ’60, come ho cercato di mostrare, ha conosciuto una radicalità come mai c’era stata prima di allora. … In diversi seminari si formarono club omosessuali che agivano più o meno apertamente e che chiaramente trasformarono il clima nei seminari. … La questione della pedofilia è, per quanto ricordi, divenuta scottante solo nella seconda metà degli anni ’80. Negli Stati Uniti nel frattempo era già cresciuta, divenendo un problema pubblico. …”[758]

Come si vede, la causa degli abusi sessuali, secondo Benedetto XVI, non è da ricercare nel clericalismo, è da ricercare, invece, nella terribile crisi di fede, nell’allontanamento da Dio, che a sua volta “ha provocato il crollo della teologia morale, ormai pesantemente influenzata dalla cultura del mondo, stravolta dalla rivoluzione sessuale.” [759]

Leggendo questo documento di Benedetto XVI e guardando la situazione attuale nella Chiesa appare, inoltre, evidente che parte di ciò che rivoluzione sessuale degli anni ’60 chiedeva e ciò che i pessimi moralisti con le loro false dottrine propugnavano è proprio ciò che Papa Francesco e i suoi collaboratori stanno attuando.

Il “cambio di paradigma” di Papa Francesco, in modo simile alle false dottrine condannate da Papa Benedetto, mettendo da parte la dottrina per cui gli atti intrinsecamente malvagi sono radicalmente sempre vietati e non si possono mai compiere per nessuna ragione, (si veda a questo proposito quanto ho detto nel I volume alle pagine 510-528) indebolisce ovviamente a livello radicale l’opposizione all’abuso sessuale e quindi alla pedofilia che sono appunto atti intrinsecamente malvagi.

Inoltre il tradimento della sana dottrina che Papa Francesco e i suoi collaboratori stanno attuando apre le porte alla legittimazione degli atti omosessuali e con essa anche agli abusi sui minori, come visto più sopra.[760]

Dio intervenga e liberi la sua Chiesa da errori dottrinali e abusi.

 

 

7) La legittimazione degli atti sessuali che Papa Francesco sta attuando, sintesi e precisazioni su quanto detto.

 

 

Quanto detto finora ci permette di vedere meglio, ora, come Papa Francesco sta attuando in modo subdolo e discreto una vera legittimazione degli atti omosessuali. Per intendere la portata eversiva delle cose, che in gran parte abbiamo già detto in questo libro e che, in sintesi, ripeteremo qui di seguito, ricordo che: chi all’errore manifesto non resiste, pur potendo e dovendo farlo, è ritenuto un fautore dello stesso errore: “Qui errori manifesto non resistit , cùm possit et debeat , eum approbare censetur.”[761] Nello stesso testo citato da Bellarmino leggiamo infatti che colui che all’errore non si oppone lo approva, chi non difende la verità la opprime[762]. Il Papa è il Pastore supremo della Chiesa visibile ed  è obbligato a intervenire riguardo agli errori che si diffondono, se l’errore è noto e non lo corregge e non sanziona adeguatamente colui che sbaglia è evidente che lo approva.

Inoltre ricordo quello che ha affermato mons. Aguer: lo stile della dissimulazione è proprio di Papa Francesco, dice le cose “senza troppa convinzione, ma in modo da essere pienamente comprese, contrariamente alla Tradizione. …”  L’Arcivescovo  ha quindi affermato che: “l’attuale pontificato su numerose questioni propone una nuova posizione che corregge la dottrina della Chiesa. E la sua Tradizione inalterabile.”[763] Cioè il Papa sta attuando una sovversione della dottrina cattolica in modo discreto, nascosto, subdolo ma reale.

Rivediamo dunque qui di seguito in forma sintetica molte cose dette in queste volume che mostrano come Papa Francesco sta attuando in modo subdolo e discreto una vera legittimazione degli atti omosessuali.

1) Anzitutto come vedemmo nel I volume Papa Francesco, attraverso “Amoris laetitia” ha messo da parte la dottrina per cui gli atti intrisecamente malvagi sono assolutamente proibiti sempre e pro semper. Quindi anche gli atti omosessuali non sono assolutamente proibiti semper e pro semper. In questa linea come vedemmo, nell’ Amoris Laetitia si afferma che la coscienza sincera dell’uomo può riconoscere che Dio voglia che l’uomo continui a compiere azioni peccaminose  (Amoris Laetitia n.303) che possono essere anche atti omosessuali, e se Dio vuole tali atti, ovviamente essi sono buoni.[764]

2) Inoltre, come vedremo meglio nel III volume, attraverso una presentazione delle circostanze attenuanti non conforme alla sana dottrina Papa Francesco e i suoi collaboratori praticamente considerano peccati veniali e quindi  legittimano gli atti omosessuali e molti altri atti gravemente peccaminosi.

3) I testi di Amoris Laetitia che permettono la Comunione per i divorziati risposati che non hanno vero proposito di non peccare sono estensibili anche agli omosessuali, come visto in questo libro. Spiega il moralista Guenzi, che il Papa ha chiamato a insegnare a Roma, che : “In Amoris Laetitia Francesco, alla luce di una più profonda considerazione dei vissuti, talora difficili, delle persone, sviluppa un’operazione “ricostruttiva” sulla tradizione normativa della Chiesa e le argomentazioni sostenute, che avrebbero potuto mettere in ombra elementi imprescindibili nella valutazione dell’agire, come nel caso del discernimento personale e del giudizio di coscienza.”[765] Prosegue Guenzi: “ …  se la tradizione della Chiesa non può essere espressa solo dalla norma morale (cfr.AL 305), il processo di discernimento sulle scelte personali può essere riconsiderato non solo per le cosiddette situazioni “irregolari” all’interno del matrimonio. Ciò è chiarito in AL 250 …  ”[766] Cioè , il processo di discernimento che attraverso Amoris Laetitia viene applicato ai divorziati risposati si può applicare anche per coloro che vivono una relazione omosessuale. Moia quindi va avanti e chiede,  se le parole chiave di Amoris Laetitia, cioè  accompagnare, discernere, integrare  sono valide anche per le persone omosessuali; ovviamente qui si parla in particolare di chi pratica l’omosessualità …  Guenzi risponde che queste parole chiave devono estendersi anche agli omosessuali e in particolare a chi pratica l’omosessualità : “ Che debbano estendersi anche su altre problematiche è espressamente chiarito da Francesco …  tale “logica evangelica” è riferibile non solo “ai divorziati che vivono in una nuova unione, ma a tutti, in qualunque situazione si trovino”(AL 297)”.[767] Quindi le “aperture” di Amoris Laetitia si estendono ad altri casi analoghi a quelli dei divorziati risposati e in particolare a coloro che sono dediti all’omosessualità … e  anche alle coppie omosessuali … quindi anche agli omosesuali che non hanno il proposito di non peccare si possono dare in vari casi i Sacramenti.

A questo proposito occorre ricordare che: “Nel Sinodo sulla Famiglia del 2015 il cardinale Cupich ha sostenuto la proposta di permettere alle persone che vivono in relazioni adulterine e agli omosessuali sessualmente attivi di ricevere l’Eucarestia in buona coscienza, in alcune circostanze. Papa Francesco lo ha nominato Arcivescovo di Chicago nel 2014, cardinale nel 2016, e membro della Congregazione dei Vescovi e della Congregazione per l’Educazione Cattolica.”[768] In questa linea vanno anche le parole del Card. Cupich secondo cui nella sua Diocesi non è previsto che siano negati i Sacramenti a coloro che vivono notoriamente in unione omosessuale [769]. A questo riguardo occorre aggiungere che l’attuale Papa ha abbondantemente calpestato le regole di sana dottrina riguardo alla ricezione dell’ Eucaristia per evitare lo scandalo[770],   infatti Papa Francesco ha impedito ai Vescovi americani di vietare la ricezione della Comunione Eucaristica al super abortista Biden[771], Presidente degli Stati Uniti, sostenitore anche del matrimonio omosessuale; lo stesso Papa Francesco ha poi detto allo stesso Presidente  che è contento che è un buon cattolico e può fare la Comunione; il Presidente Biden ha infatti affermato: “Con il Papa abbiamo parlato del fatto che è contento che sono un buon cattolico e che continuo a ricevere la comunione”[772] La Santa Sede non ha smentito le parole di parole del Presidente americano. Ugualmente è stata data la Comunione Eucaristica in Vaticano a Nancy Pelosi[773] nota esponente del partito democratico americano, schierata notoriamente a favore dell’aborto e di altre immoralità.

Preciso che questi due personaggi ricevono l’Eucaristia senza essersi mai convertiti da tali peccati notori!

Quindi se un super abortista notorio che sostiene i matrimoni omosessuali, come il Presidente Biden o Nancy Pelosi, è considerato un buon cattolico e può ricevere i Sacramenti senza convertirsi quanto più possono ricevere i Sacramenti un adultero notorio o un notorio transessuale, senza che si convertano dalla loro condotta peccaminosa, ugualmente un transessuale o un peccatore notorio possono fungere da padrino o da madrino senza proporsi di cambiare vita. Chiaramente tutto ciò è scandaloso al massimo livello e radicalmente contrario alla sana dottrina che si oppone alla ricezione dei Sacramenti dai parte dei peccatori notori.[774]

Tutto quello che ho appena detto mi fa ritenere che, contrariamente alla sana dottrina, sia attualmente possibile anche il Battesimo e la ricezione dell’ Eucaristia e della Cresima  di un transessuale che vive in modo gravemente peccaminoso e non si è veramente convertito e liberato da tali peccati e non ha il proposito di vivere secondo la Legge divina; questo appunto emerge fondamentalmente nel documento del Dicastero per la Dottrina della Fede intitolato “Risposte ad alcune domande di S.E. Mons. José Negri, Vescovo di Santo Amaro, circa la partecipazione al sacramento del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive”.[775]

4) Papa Francesco sostiene chiaramente p. J. Martin SJ che diffonde, secondo vari importanti prelati cattolici, un insegnamento contrario alla dottrina cattolica circa l’omosessualità,[776];  in un video del 2022, il Cardinale Müller interrogato riguardo alle affermazioni di p. Martin ha chiaramente detto che sono vere e proprie eresie che ovviamente deviano i fedeli dalla Via che conduce al Cielo e aiutano alla dannazione degli stessi fedeli[777].

5) Papa Francesco ha pubblicamente elogiato suor Gramick senza minimamente menzionare la condanna da lei ricevuta per avere sostenuto posizioni dottrinali ontrarie alla dottrina cattolica circa gli atti omosessuali; ha inviato due lettere a Francis DeBernardo, direttore esecutivo di New Ways Ministry, fondato da suor Gramick, a maggio e giugno 2021: “ … una di apprezzamento per la sofferta storia di New Ways Ministry e l’altra ancora di grande partecipazione al lavoro pastorale del gruppo LGBTQ e di esaltazione della figura di suor Jeannine Gramick («una donna di valore che prende le sue decisioni in preghiera»).”[778]

6) Papa Francesco appoggia la pastorale LGBTQ e le ss. Messe per il “pride” (l’orgoglio) LGBTQ; a questo riguardo va notato che “La “pastorale per le persone omosessuali” è, in molti casi, un sostegno esplicito all’ideologia gay, a partire dall’iconografia e dalla denominazione che ricalcano pedissequamente gli stereotipi della comunità LGBT. [779]

7) Papa Francesco permette a suor Forcades, una religiosa benedettina, di diffondere gravissimi errori su questi temi:  lei infatti è favorevole al matrimonio omosessuale e all’amore omosessuale[780]. Ovviamente non si può dire che la S. Sede non conosca questa suora visto che il Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, è “ un fan di Suor Maria Teresa Forcades i Vila,  una teologa nota per le sue posizioni “queer” che proprio in questi giorni si trova in Italia per presentare il suo libro “Siamo tutti diversi! Per una teologia Queer” (Castelvecchi Editore).” Il legame intellettuale tra i due è “fondato su una evidente comunanza di pensiero attestato da un libro della suora catalana intitolato, A teologia feminista na história, in cui il sacerdote-poeta ha dedicato una lusinghiera prefazione nella quale tesse le lodi dell’originali idee dell’autrice …Tolentino de Mendonça sottolinea dunque come l’apostolato della Forcades debba essere preso a modello per “liberare” il cristianesimo dai lacci dogmatici del passato e del presente.”[781]

8) L’attuale Pontefice sostiene p. Radcliffe op che diffonde chiari insegnamenti a favore dell’attività omosessuale[782].

9) Papa Francesco sostiene mons. Chiodi, infatti lo ha fatto chiamare a Roma per insegnare in un Istituto di eccellenza per le materie morali. Infatti il prof. Maurizio Chiodi, dopo la defenestrazione di mons. Melina e di p. Noriega, è stato chiamato a insegnare nell’ Istituto Giovanni Paolo II [783] e a suo riguardo uno dei professori di tale centro di studi affermò significativamente: “Adesso girano voci che verrà a insegnare il professor Maurizio Chiodi, che apre alla liceità della contraccezione e ammette gli atti omosessuali come “possibili” in certe situazioni. Se saranno ingaggiati nuovi professori della stessa linea senza seguire le normali procedure, facendo appello a una “urgenza” per la quale non viene addotta alcuna ragione, si creerà una forte tensione all’interno dell’Istituto. Con i poteri che ha ora il Gran Cancelliere e le intenzioni che rivela rinunciando a Melina e Noriega, è solo questione di tempo perché il corpo docente sia rimpiazzato con un altro, estraneo alla visione di san Giovanni Paolo II. Per il grande Papa polacco al centro c’era sempre la fedeltà della Chiesa alla carne di Cristo, che riassume in sé il progetto del Creatore e dunque può sanare le ferite e le debolezze dell’uomo.”[784] Le parole appena presentate  si riferiscono ad un’intervista di mons. Chiodi che è stata diffusa da Avvenire … quindi tutto sotto la guida e la protezione del Papa … L’ intervista è stata commentata su vari siti rilevandone elementi di contrasto con la dottrina cattolica.[785] Le parole del teologo Chiodi e la pubblicazione dell’intervista, certamente non chiare e piuttosto valutabili nel senso di una discreta apertura ala legittimità degli atti omosessuali non sono state smentite né condannate dalla Santa Sede o dalla Cei.

10) L’attuale Pontefice permette al sacerdote e professore  A. Fumagalli di poter liberamente insegnare e diffondere le sue affermazioni eterodosse, per le quali l’atto omosessuale realizzato in una relazione stabile non è un peccato, pubblicate nel libro “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020; il testo ha la prefazione di mons. Semeraro, poi elevato al cardinalato; il libro, pur ampiamente diffuso e pubblicizzato con un articolo su Avvenire, il giornale della CEI, non ha avuto nessuna censura.

11) Papa Francesco ha inviato una lettera a favore di una suora argentina, Suor Mónica Astorga Cremona, che ha realizzato un complesso di 12 piccoli appartamenti dedicati esclusivamente all’alloggio di uomini che si dichiarano donne e dei loro partner; in tale lettera il Papa ha indicato con il termine di “ragazze” i maschi – tra i 40 e i 70 anni – cui la suora rivolge il suo servizio[786]. L’elogio di Papa Francesco è venuto in seguito all’apertura di un nuovo complesso di 12 piccoli appartamenti riservati esclusivamente agli uomini che si dichiarano donne e ai loro partner sessuali. Nella sua comunicazione con suor Cremona, il Papa si è riferito alle sue utenti transessuali come “ragazze”. Questa non è la prima volta che Papa Francesco fa commenti opposti a quelli che la Chiesa cattolica tradizionalmente insegna sul rifiuto della propria identità sessuale donata da Dio.  Il 2 ottobre 2016, Papa Francesco si riferì a una donna che aveva subito un’operazione di “cambio di sesso” come se lei fosse un uomo. Si riferì a lei come ad un uomo che aveva “sposato” un’altra donna e ammise di averla invitata e ricevuta in Vaticano nel 2015, descrivendo la coppia come “felice”. Chiarendo il suo uso dei pronomi, il Papa disse: “Lui era lei, ma è lui” [787].

12) Papa Francesco ha sostenuto il documento dei Vescovi belgi per impartire benedizioni alle coppie omosessuali, ovviamente senza condannarli in nessun modo dopo la pubblicazione dello stesso, con notevole scandalo nella Chiesa Cattolica; secondo il Cardinale Müller in tale modo il Papa sta promuovendo una “eresia della prassi” [788].

13) L’attuale Pontefice ha sostenuto la pubblicazione del documento della Pontificia Commissione Biblica intitolato “Chi è l’uomo” che permette una nuova valutazione morale circa gli atti omosessuali; quindi è aperta la porta per cambiare tale valutazione.

14) Papa Francesco non ha pubblicamente condannato le affermazioni del cardinale Jean Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (Comece) e relatore generale del Sinodo dei Vescovi che ha fatto diverse dichiarazioni sugli atti omosessuali, auspicando un cambiamento di dottrina nella Chiesa Cattolica con queste parole: “Credo che il fondamento sociologico-scientifico di questo insegnamento non sia più corretto”; il porporato ha aggiunto che “il modo in cui il Papa si è espresso in passato [sull’omosessualità] può portare a un cambiamento nella dottrina. […] Penso che sia il momento di una revisione fondamentale della dottrina” [789] Il Cardinale Hollerich ha così proseguito: “Ciò che veniva condannato in passato era la sodomia. A quel tempo si pensava che tutto il bambino fosse contenuto nello sperma dell’uomo. E questo veniva semplicemente trasferito agli uomini omosessuali … non c’è omosessualità nel Nuovo Testamento. C’è solo la menzione di atti omosessuali, che erano in parte atti rituali pagani. Questo era, ovviamente, proibito”. Occorre aggiungere che il card. Hollerich in una successiva breve intervista sembra aver affermato che il suo pensiero sull’omosessualità è in perfetta unione con quello del Papa[790] … Ripeto: il Papa non è intervenuto per chiarire, smentire e correggere le affermazioni del Card. Hollerich, evidentemente le approva!

15) Un altro stretto collaboratore del Papa, il Card. Marx, nei primi mesi del 2022 ha rilasciato delle dichiarazioni contrarie alla sana dottrina circa l’omosessualità, infatti ha affermato che :”… l’omosessualità non è peccato. Ed è un comportamento cristiano quando due persone, a prescindere dal genere, si difendono a vicenda, nella gioia e nel dolore.[791] …. Insomma, quello che il cardinale Marx intende affermare è «il primato dell’amore, specialmente negli incontri sessuali». E sembra avere fretta l’arcivescovo di Monaco: «Negli ultimi anni mi sento sempre più libero di dire quello che penso, e voglio che l’insegnamento della Chiesa progredisca. Anche la Chiesa sta cambiando, insieme al mondo: le persone LGBTQ sono parte della Creazione e amate da Dio e noi siamo sfidati a combattere la discriminazione». Alla fine il cardinale Marx ha anche confessato di avere benedetto in passato una coppia omosessuale: «Alcuni anni fa a Los Angeles, dopo una celebrazione in cui avevo predicato su unità e diversità, due persone sono venute da me chiedendomi la benedizione. E io l’ho data. In fin dei conti non si trattava di un matrimonio».”[792]Ovviamente dobbiamo pensare che il Cardinale tedesco intendesse che l’attività omosessuale non è peccato infatti è stato tra i Vescovi tedeschi che nel Sinodo di Germania hanno votato per il cambiamento della dottrina circa l’omosessualità[793]. Il Papa non ha corretto pubblicamente né preso provvediementi contro tale prelato.

16) L’attuale Pontefice ugualmente non ha condannato le affermazioni del Presidente della Conferenza episcopale tedesca (DBK), monsignor Georg Bätzing, che ha dichiarato il suo desiderio di cambiare l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità. Alla domanda: “Sono consentite le relazioni omosessuali?” mons. Bätzing ha risposto: “Sì, è accettabile se avviene con fedeltà e responsabilità. Non pregiudica il rapporto con Dio” dice. E fa un esempio: “Jens Spahn, per esempio, è un buon cattolico.” [794]

17) Nel 2022 il Sinodo Tedesco, guidato proprio da mons. Bätzing, produceva vero sconcerto e scandalo nel mondo cattolico a causa delle richieste di tale assemblea; le principali richieste di tale Sinodo erano:

1) sacerdozio femminile;

2) benedizione delle coppie omosessuali;

3) emendamento del Catechismo in tema di morale sessuale e in particolare in tema di atti omosessuali;

4) abolizione del celibato come regola per i sacerdoti. [795]

Per quanto riguarda l’emendamento del Catechismo circa la morale sessuale il Sinodo chiedeva in particolare, per le questioni che qui ci interessano, una rivalutazione dell’omosessualità; l’orientamento omosessuale farebbe parte, secondo tale Cammino, dell’identità dell’uomo come creato da Dio, non dovrebbe essere giudicato diversamente da qualsiasi altro orientamento sessuale da un punto di vista etico. Ognuno sarebbe chiamato a integrare la propria sessualità (anche quella omo) nel proprio stile di vita. Sarebbero da rivedere, in quest’ottica, i numeri 2357 2359 e 2396 (omosessualità e castità) del Catechismo della Chiesa Cattolica e i corrispondenti numeri del Compendio di tale Catechismo. [796]

Nel settembre 2022 il Cammino sinodale tedesco e in esso molti Vescovi, ha approvato un testo che definisce gli atti omosessuali “non peccaminosi” e “non intrinsecamente cattivi”; otto  Vescovi  hanno votato contro il documento: il cardinale Rainer Maria Woelki e i vescovi Gregor Maria Hanke, Matthias Heinrich, Stefan Oster, Dominikus Schwaderlapp, Rolf Steinhäuser, Rudolf Vorderholzer e Florian Wörner.

Il Cardinale Marx, grande sostenitore del Papa e membro del gruppo ristretto dei Cardinali che lo aiutano ha votato, ovviamente, a favore del documento. [797] Più precisamente, 40 Vescovi hanno votato a favore del testo, otto contro e altri otto vescovi si sono astenuti. Nel testo leggiamo che: l’orientamento omosessuale appartiene all’uomo in quanto è stato creato da Dio, perciò non è eticamente diverso dall’orientamento eterosessuale. Inoltre il documento in oggetto afferma che la sessualità omosessuale – anche realizzata in atti sessuali – non è quindi un peccato che separa da Dio, e non deve essere giudicata come cattiva in sé.[798] Questa colossale “apostasia” dalla fede cattolica[799] è stata firmata, ripeto, da tutti i Vescovi tedeschi tranne 8 che si sono opposti e 8 astenuti[800] … la stragrande maggioranza dei Vescovi tedeschi ha firmato questo testo ereticale!

Nel marzo 2023 il “ Cammino sinodale della Chiesa tedesca, nei lavori in corso a Francoforte, ha approvato a larghissima maggioranza il testo che apre alle celebrazioni per la benedizione delle coppie dello stesso sesso a partire dal marzo 2026. Secondo quanto comunicato attraverso i social dallo stesso Sinodo, l’Assemblea ha approvato questo testo con 176 voti favorevoli, 14 contrari e 12 astenuti. Anche una netta maggioranza di Vescovi ha votato a favore del documento conclusivo: 38 vescovi hanno votato sì, nove vescovi no e dodici si sono astenuti. Non essendo conteggiate le astensioni, ciò vuol dire che il consenso è formalmente dell’80 per cento.”[801]

Il Papa non ha pubblicamente e immediatamente condannato questi errori gravissimi!

Il Papa ha manifestato la sua preoccupazione in particolare in un lettera inviata ad alcune studiose che “avevano indirizzato una missiva al Pontefice lo scorso 6 novembre 2023 per esprimere dubbi e timori circa i risultati del cammino sinodale tedesco concluso nei mesi scorsi”. [802]

Nella sua risposta il Pontefice ha affermato che è preoccupato al pari di esse: “per gli ormai numerosi passi concreti con cui grandi porzioni di questa Chiesa locale continuano a minacciare di allontanarsi sempre più dal cammino comune della Chiesa universale”.[803]

Soprattutto, a preoccupare le quattro ex delegate del Synodale Weg e il Pontefice  è  “l’idea della costituzione di un comitato sinodale “teso a preparare l’introduzione di un consiglio direttivo e decisionale”” ; il Papa precisa che tale struttura “nella forma delineata nel relativo testo della decisione, non può essere armonizzato con la struttura sacramentale della Chiesa cattolica” perciò la sua costituzione  “è stata interdetta dalla Santa Sede con lettera del 16 gennaio 2023, da me approvata in forma specifica”. [804]

Scrive inoltre “Il Timone” che  “il Vaticano ha informato per iscritto i vescovi tedeschi che l’ordinazione delle donne e i cambiamenti nell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità non potranno essere oggetto di discussione nei prossimi incontri con i delegati del Cammino sinodale tedesco a Roma.” In particolare la  lettera minaccia sanzioni fino alla scomunica per coloro che volessero ordinare una donna come sacerdote perché “la Chiesa non ha «alcuna autorità»” per tali tipi di ordinazioni. Neppure riguardo agli atti omosessuali i Vescovi tedeschi e qualsiasi chiesa locale possono intervenire sulla dottrina perché «anche se si riconosce che, da un punto di vista soggettivo, possono esserci diversi fattori che ci chiedono di non giudicare le persone, ciò non cambia in alcun modo la valutazione della moralità oggettiva di queste azioni».[805]

Come dicemmo più sopra il testo della lettera non è controfirmato dal Papa né dal Prefetto per il dicastero per la Dottrina della Fede e non si ribadisce l’intrinseco disordine degli atti omosessuali inoltre il testo afferma che una Chiesa particolare non può cambiare tale dottrina, ma non che essa è intangibile assolutamente, sicché il Papa, stando al testo, potrebbe cambiarla … Il testo pur lodevole del Cardinale Parolin, tenendo contro di ciò che abbiamo detto e di ciò che diremo, non è rassicurante perché Cardinale Müller ha partecipato al Sinodo sulla Sinodalità ed ha precisato a riguardo: alla fine, tutte queste cosiddette riflessioni del Sinodo sulla sinodalità miravano a prepararci ad accettare l’omosessualità. Non si parlava di questioni fondamentali secondo la dottrina cattolica, tutto veniva ribaltato per aprire le porte all’omosessualità e all’ordinazione delle donne. Se si analizza bene tutto, il Sinodo sta nel convertirci ad  accogliere questi due errori. [806]

Nella linea delle affermazioni del Card. Müller dobbiamo ritenere che il Papa abbia fatto andare avanti il Cardinale Parolin nello scrivere ai Vescovi e non abbia parlato lui stesso ai Vesovi tedeschi né faccia parlare il Cardinale Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede perché vuole intervenire lui magari con il Prefetto appena citato in un secondo momento probabilmente per legittimare pienamente l’omosessualità; d’altra parte la Dichiarazione Fiducia supplicans ci ha fatto capire la facilità con cui Papa Francesco cambia le sue affermazioni e delle “scappatoie” che trova per farlo: 2 anni prima le benedizioni delle coppie omosessuali erano state vietate da lui con il famoso Responsum[807] , nel 2023[808]   grazie ad una “scappatoia” senza fondamento teologico e biblico dice precisamente il contrario … quindi se il Papa può dire il contrario rispetto ad un documento firmato da Lui, ancora più facilmente può “rinnegare” un testo della S. Sede non suo. Dio intervenga.

13) Papa Francesco ha fatto pubblicare dal Dicastero per la Dottrina della Fede e ha approvato un documento con cui “ipocritamente”(come detto dai Vescovi camerunesi) ha reso lecite le benedizioni alle coppie omosessuali, con grande scandalo dei fedeli cattolici e anche di altri che seguono gli insegnamenti biblici e sono contrari agli atti omosessuali. Il Cardinale Müller ha precisato che in nessun caso la decisione a favore della “benedizione” (blasfema e contraria alla stessa Scrittura) delle coppie omosessuali” o dell’“ordinazione delle donne come diaconi o sacerdoti” che sono “insegnamenti eretici”, “o qualsiasi altro insegnamento che contraddica la Parola di Dio nella Sacra Scrittura, la Tradizione apostolica e il dogma della Chiesa” può diventare dottrina della Chiesa, neppure se a sostenere tali insegnamenti fosse il Papa; “ Cristo ha incaricato Pietro di confermare i suoi fratelli nella fede in lui, il Figlio di Dio, non di introdurre dottrine e pratiche contrarie alla rivelazione. Insegnare in modo contrario alla fede apostolica priverebbe automaticamente il Papa del suo ufficio. Dobbiamo tutti pregare e lavorare con coraggio per risparmiare alla Chiesa una simile prova.” [809] ; secondo il Cardinale Müller tale benedizione è blasfema e inaccettabile; il prelato ha sostenuto che attraverso la promozione implicita e la tolleranza da parte di Francesco delle “benedizioni” omosessuali e della Santa Comunione per i divorziati e “risposati civilmente”, il Papa sta promuovendo una “eresia della prassi” [810]; il prelato tedesco ha inoltre sottolineato che il Papa non può né introdurre ufficialmente la “benedizione” delle coppie omosessuali perché non ha l’autorità per farlo: “Ebbene, se ciò dovesse accadere, non sarebbe valido perché la “benedizione” [del peccato] sarebbe una bestemmia. Coloro che lo realizzassero o lo approvassero sarebbero gravemente colpevoli.” [811]

15) La Dichiarazione “Fiducia supplicans” sulle benedizioni anche alle coppie omosessuali è anche un chiaro indice della facilità con cui papa Francesco cambia le sue affermazioni e delle “scappatoie” che trova per farlo: 2 anni prima le benedizioni delle coppie omosessuali erano state vietate da lui con il famoso Responsum[812] , nel 2023[813]   grazie ad una “scappatoia” senza fondamento teologico e biblico dice precisamente il contrario …  Ciò significa anche che tutto quello che il Papa afferma ribadendo in certo modo dottrina cattolica circa la condanna dell’omosessualità può essere facilmente superato con qualche “scappatoia” per giungere alla piena legittimazione morale degli atti omosessuali, in piena conformità con le affermazioni di suor Gramick che il Papa elogia e di altri autori in questa linea come il prof. Fumagalli e i Cardinali Marx e Hollerich e suor Forcades che significativamente il Papa non corregge.

19) In varie forme Papa Francesco, come visto, “apre le porte” per far svolgere a noti sostenitori gay o a persone che vivono notoriamente una relazione omosessuale compiti che erano loro vietati nella Chiesa, come quello di educatori[814] o lettori[815] o padrini[816].

20) In alcune dichiarazioni Papa Francesco oltre a non ribadire l’oggettiva gravità del peccato omosessuale e il suo intrinseco disordine lo ha paragonato alle mancanze di carità e ha detto che in alcuni casi la colpa potrebbe essere inesistente, favorendo l’idea che sia un peccato di per sé non grave.  [817]

21) Il 3 aprile 2022 il sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, suor Nathalie Becquart … ha pronunciato una lectio magistralis davanti alla platea di New Ways Ministry, l’organizzazione LGBTQ statunitense il cui obiettivo è cambiare l’insegnamento della Chiesa in materia di omosessualità. New Ways Ministry, organizzazione sconfessata dai vescovi americani e condannata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede già 23 anni fa, ha per co-fondatori suor  Jeannine Gramick e  p. R Nugent  condannati per le loro affermazione appunto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede 23 anni fa circa, a lei papa Francesco ha incredibilmente scritto una lettera di grande apprezzamento per il suo lavoro con le persone LGBTQ definito dal Papa «nello stile di Dio»[818]. Era stato il cardinale Joseph Ratzinger, in qualità di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a proibire «permanentemente» ai due religiosi appena indicati «qualsiasi attività pastorale che coinvolga persone omosessuali».[819]

22) Il Papa Francesco ha inviato anche due lettere a Francis DeBernardo, direttore esecutivo di New Ways Ministry, a maggio e giugno 2021: “ … una di apprezzamento per la sofferta storia di New Ways Ministry e l’altra ancora di grande partecipazione al lavoro pastorale del gruppo LGBTQ e di esaltazione della figura di suor Jeannine Gramick («una donna di valore che prende le sue decisioni in preghiera»).”[820]

Questa associazione è tra quelle di cui mons. Chaput afferma che “si oppongono o ignorano l’insegnamento della Chiesa.”[821]

A partire da questo chiaro sostegno del Papa a questa associazione si è avuto un coinvolgimento sempre più attivo dell’organizzazione suddetta nella preparazione del Sinodo del 2023, fino appunto all’evento del 3 aprile 2022, “un vero e proprio riconoscimento ufficiale del movimento LGBTQ”; il tema è stato la “Sinodalità come cammino di riconciliazione” e la segreteria di New Ways Ministry lo indica come “un evento storico”. [822] Molto interessante il commento finale di Cascioli nell’articolo citato: i Sinodi di questi anni del pontificato di Francesco sono serviti a promuovere e realizzare la rivoluzione sessuale nella Chiesa e mentre i due sinodi sulla famiglia del 2014 e 2015, con l’ Amoris Laetitia, hanno aperto la strada a tale rivoluzione presentandola come solo pastorale ora diventa chiaro che si sta operando un vero cambiamento dottrinale.

Lo stesso Cascioli definisce come un trionfo della lobby gay il Sinodo in oggetto; in particolare, secondo lui, ciò si può notare nella: “… battaglia attorno al link di un gruppo LGBTQ americano sul sito del Sinodo – prima messo, poi tolto, infine ripristinato – svela quanto la lobby gay sia ormai influente ai vertici della Chiesa. È il riconoscimento di un gruppo sconfessato dai vescovi americani, condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede già 22 anni fa, e ora promosso da papa Francesco.”[823]

Più precisamente: “Il link a cui facciamo riferimento è quello di un webinar (seminario tenuto su internet) di New Ways Ministry, organizzazione americana di cattolici LGBTQ, che è sulla pagina delle risorse del sito del Sinodo … nessuno l’aveva notato (i frequentatori del sito ufficiale del Sinodo non devono essere particolarmente numerosi) finché il 6 dicembre un tweet del sempre presente padre James Martin, massimo sponsor dell’agenda LGBTQ nella Chiesa, non vi ha puntato le luci: il webinar sul sito del Sinodo è «un piccolo, ma storico passo avanti nei rapporti della Chiesa con le persone LGBTQ», ha scritto … il significato dell’operazione sta tutto nella presenza sul sito del Sinodo di una organizzazione LGBTQ.

Abbiamo parlato poco più sopra di questa organizzazione, qui aggiungiamo che anche a New Ways Ministry  si riferiva l’allora cardinale Ratzinger quando nel 1986 denunciava una potente lobby gay all’interno della Chiesa, ma con «stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa», che vuole «sovvertire» l’insegnamento della Chiesa stessa.”[824]

23) Il Cardinale Müller ha partecipato al Sinodo, il suo intervento è stato pubblicato su qualche sito cattolico[825]; negli ultimi giorni del Sinodo il Cardinale tedesco ha rilasciato un’intervista al National Catholic Register in cui ha affermato cose molto forti[826]. Il Cardinale ha detto che quello non era in realtà un Sinodo dei Vescovi perché i laici hanno la stessa voce, hanno lo stesso tempo per parlare, e tolgono ai vescovi la possibilità di parlare, ed ha aggiunto: questa non è la Chiesa Cattolica.

Il Cardinale tedesco ha spiegato che, mentre nei Sinodi precedenti i vescovi erano i soggetti che guidavano tutto e tutti i vescovi in plenaria potevano parlare di ciò che volevano, nel Sinodo sulla Sinodalità  tutto è stato guidato, pre-organizzato, tutto era un po’ manipolato e molto controllato.

Il porporato ha affermato che nel Sinodo sulla Sinodalità neppure Gesù Cristo è stato quasi mai menzionato nel Sinodo. Secondo il cardinale Muller nel Sinodo:

1) si parlava di apertura allo Spirito Santo ma la concezione dello Spirito Santo era molto superficiale; si parlava sempre dello Spirito, ma in realtà si abusava dello Spirito Santo perché non si presentava lo Spirito nel suo legame con Cristo, Dio-uomo, e con il Padre e si presentava lo Spirito per introdurre dottrine apertamente contrarie alla Sacra Scrittura;

2) quando è stato menzionato Cristo, ciò è stato fatto solo in modo pedagogico, senza presentare  Gesù come Parola di Dio, data a noi, una volta e per sempre, come Verbo di Dio fatto carne.

Riferendosi alle affermazioni di un Vescovo tedesco presente al Sinodo che ha detto che è importante mettere Cristo al centro ma che, allo stesso tempo, dobbiamo mettere da parte la Tradizione apostolica, il Cardinale ha affermato che questo dimostra che stanno sviluppando una dottrina che non è coerente con la fede cattolica.

Il “filo rosso” degli interventi era appunto nel senso di abusare dello Spirito Santo per introdurre dottrine apertamente contrarie alla Sacra Scrittura. Si notava, diceva il prelato tedesco, in particolare una forte influenza dell’ideologia  “LGBT”.  Il Cardinale è stato molto chiaro ed ha precisato a riguardo: alla fine, tutte queste cosiddette riflessioni sinodali miravano a prepararci ad accettare l’omosessualità. Non si parlava di questioni fondamentali secondo la dottrina cattolica, tutto veniva ribaltato per aprire le porte all’omosessualità e all’ordinazione delle donne. Se si analizza bene tutto, il Sinodo sta nel convertirci ad  accogliere questi due errori.

San Paolo si è espresso contro l’omosessualità, ma questi “novatori” ritengono di avere nuove intuizioni, rivelate dallo Spirito Santo per cui gli atti omosessuali o la benedizione degli atti omosessuali sono una buona cosa. Fare questo è abusare dello Spirito Santo per introdurre dottrine apertamente contrarie alla Sacra Scrittura e allo Spirito Santo stesso, e ciò non è strano visto che molti dei delegati erano persone le cui opinioni teologiche erano contrastate da Benedetto XVI e da San Giovanni Paolo II. Qualcuno parlava ingannevolmente di Joseph Ratzinger, quasi volendo rivitalizzare il vecchio modernismo facendo riferimento a Ratzinger, il che è assurdo!

Questi “novatori” non possono dire apertamente: “Vogliamo contraddire la Parola di Dio”, ma in realtà stanno introducendo una nuova interpretazione con la quale vogliono riconciliare la Parola di Dio con alcune ideologie anticristiane.

Il Cardinale precisa fortemente: non possiamo, però, conciliare Cristo e l’Anticristo; l’ideologia omosessuale, “LGBT”, è, al suo centro, un’ideologia anticristiana, lo spirito dell’Anticristo parla attraverso quelli che la diffondono; si tratta di un’ideologia che è assolutamente contraria alla creazione.

Il prelato aggiunge che i “novatori” mescolano la pastorale per queste persone LGBT con  l’ideologia LGBT, anticristiana, quasi che questa ideologia possa risolvere i problemi di questi individui ma la soluzione ai problemi dei peccatori, delle persone è in Gesù Cristo.

Purtroppo questi “novatori” stanno cambiando la definizione di peccati; sembre che non ci siano peccati. Praticamente non credono nel peccato originale, né nel peccato come atto; non li negano teoricamente, ma praticamente.

La Chiesa, che ribadisce la Verità di Cristo è per loro l’aggressore, e quindi la Chiesa è responsabile di aggressione nei loro confronti.

Siamo noi che feriamo Cristo con il nostro peccato ma per alcuni dei partecipanti al Sinodo, Cristo sta ferendo alcune persone, il che è assurdo e radicalmente contrario alla Verità: l’insegnamento di Cristo attraverso la Chiesa ci salva e ci fa bene, non ci ferisce e danneggia!

Secondo il Cardinale l’obiettivo del Sinodo è quello di rendere la Chiesa più conforme all’ Agenda internazionale 2030 , ciò si evidenzia nella politica di chi è invitato a visitare pubblicamente il Papa: non sono famiglie normali con cinque figli, queste non vengono mai invitate; invece sono di solito invitati bisessuali, transessuali e così via, e questa è tutta una provocazione, questa è tutta una propaganda di ciò che è contrario alla fede.

Gesù ha detto di andare in tutto il mondo, verso tutti, ma per renderli discepoli di Cristo; dobbiamo quindi andare in tutto il mondo per aiutarlo nella conversione; non dobbiamo invitare il mondo a entrare nella Chiesa lasciando che tutti siano ciò che vogliono essere.

È in atto una chiara azione di sovversione della sana dottrina e a portare avanti tale azione è il Papa!

Lo stesso Cardinale ha anche affermato[827] “Si sono persi i criteri dell’ecclesiologia cattolica, (…) non si dice apertamente ma la strada intrapresa è quella della protestantizzazione” ed ha aggiunto che al Sinodo molto si è parlato  dell’ agenda LGBT e di diaconato femminile e “pochissimo dei temi essenziali della fede”, ci sono stati “tanti interventi sull’omosessualità, e tutti a senso unico”, cioè nella linea della legittimazione di tali atti, perciò non sono stati invitati coloro che offrono una testimonianza di liberazione dall’omosessualità, come  “Daniel Mattson, ad esempio, (autore di “Perché non mi definisco gay. Come mi sono riappropriato della mia realtà sessuale e ho trovato la pace”, Cantagalli 2018, ndr) … C’era padre James Martin, era lì solo per fare propaganda. Mai ha parlato di grazia e salvezza per queste persone, solo che “la Chiesa deve accettare, la Chiesa deve…, deve…., deve….”. … Non è la Chiesa che deve cambiare, ma siamo noi che dobbiamo convertirci.”!

Il Cardinale tedesco ha aggiunto che, secondo il Cardinale Hollerich, relatore generale del Sinodo, l’omosessualità non doveva essere il tema su cui il sinodo si sarebbe concentrato, ma poi “di questo si è parlato e anche sono stati fatti dei gesti evidenti” come l’incontro del Papa con suor Gramick  “E il Papa si presenta sempre con queste persone. La giustificazione è pastorale, ma in questo modo si favorisce la pastorale per queste persone o si accetta questa condizione come legittima espressione della natura umana e della fede cristiana? La questione viene lasciata aperta, ma chiaramente si favorisce una certa interpretazione.”[828] Cioè un’intepretazione a favore della legittimazione di tali atti omosessuali.

24) Già nel 2009 circa, l’allora Cardinale Bergoglio affermava chiaramente che le coppie omosessuali vanno riconosciute giuridicamente come unioni civili e da Papa ha ugualmente agito in questa linea[829], contrariamente alla sana dottrina cattolica[830] e ovviamente facendo capire che non esiste nessun cambiamento di dottrina[831].

Vari Cardinali e Vescovi si sono opposti in modo chiaro e forte ad affermazioni del Papa riguardo a tale riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. [832]

Conclusione: il Papa, sovvertendo in vario modo la sana dottrina, sta legittimando a vario livello l’attività omosessuale anzitutto declassandola in vari casi a peccato, senza precisare grave e quindi facendo pensare che possa essere veniale, poi permettendo di attuarla e quindi permettendo di dare i Sacramenti a chi attua tali comportamenti e non si propone di evitarli, perdipiù il Papa favorisce in vario modo l’attività di persone chiaramente schierate a favore dell’ ideologogia gay o che vivono in una coppia omosessuale in ruoli che ad essi non competono nella Chiesa, inoltre ha reso lecite le benedizioni alle coppie omosessuali, si è reso complice di chi afferma che gli atti omosessuali sono leciti e più generalmente il Papa sta in vario modo “aprendo la porta” per arrivare alla completa legittimazione morale degli atti omosessuali.

Dio intervenga!

 

 

8) Importanti precisazioni conclusive riguardo alla dottrina cattolica su omosessualità e questioni affini: il Papa non sta sviluppando la sana dottrina ma la sta tradendo!

 

 

Dio ci illumini sempre meglio.

Riprendendo quello che vedemmo nel primo volume allorché trattammo della differenza tra sviluppo della dottrina e cambiamento di essa, dobbiamo ricordare che il Magistero, come detto, è chiamato a interpretare la Tradizione e la Scrittura e che il Magistero non è superiore alla Tradizione o alla Scrittura ma le serve, quindi esso deve interpretare e non distruggere o deformare il deposito della fede.

Nella lettera ai Galati leggiamo: “Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vo-gliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qual-cuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!”(Galati 1, 6ss)

S. Vincenzo di Lerins ha affermato : “Nella Chiesa Cattolica bisogna avere la più grande cura nel tenere ciò che è stato creduto dovunque, sempre e da tutti. Questo è veramente e propriamente cattolico … Ma questo avverrà certamente se noi seguiremo l’universalità, l’antichità, il consenso.
Seguiremo l’universalità in questo modo: se confesseremo come vera e unica fede quella che tutta la Chiesa professa in tutto il mondo; (seguiremo) l’antichità in questo modo: se non recederemo per nulla dai giudizi che evidentemente proclamarono i nostri santi antenati e padri; (seguiremo) il consenso parimenti cosi: se, in questa stessa antichità, noi accoglieremo le definizioni e le dottrine di tutti, o di quasi tutti, i Vescovi e i Maestri.”[833]

Il testo di s. Vincenzo aggiunge anche che se una parte della Chiesa si allontana dalla fede universale occorre preferire la sanità della Chiesa intera a qualche gruppo che si è pervertito; se l’eresia vuole contagiare tutta la Chiesa occorre che il cristiano si impegni ad aderire all’antica dottrina che è inattaccabile dall’eresia; se si scopre che in passato un errore è stato diffuso da un gruppo ampio di persone occorre far valere contro di esso i decreti di un Concilio universale ; se sorge una nuova opinione, mai affrontata prima dai sapienti della Chiesa occorre rimanere fermi a ciò che da tutti i veri Padri della Chiesa, approvati dalla stessa, fu affermato concordemente .[834]

Afferma ancora s. Vincenzo di Lerins che: “Pertanto, annunziare ai cristiani cattolici qualcosa di diverso da ciò che hanno ricevuto non è mai stato lecito, non è assolutamente lecito e non sarà mai lecito; e anatemizzare coloro che annunziano qualcosa di diverso da ciò che una volta è stato ricevuto è sempre stato necessario, è assolutamente necessario e sarà sempre necessario”.[835]

Lo stesso santo ha spiegato ulteriormente che progresso nella sana dottrina cattolica ci sarà e sarà anche molto grande ma occorre tuttavia stare bene attenti che si tratti di un vero progresso della fede e non di un cambiamento e quindi di alterazione. Come un bambino si sviluppa rimanendo sempre la stessa persona, così anche la dottrina si sviluppa ma devono rimanere “sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto”; il dogma della religione cristiana progredisce ma deve restare sempre assolutamente “intatto e inalterato” e, per un vero sviluppo, non devono esserci contraddizioni tra la dottrina che precede e quella che segue.[836]

Nella Costituzione Dogmatica “Dei Filius” leggiamo che : “ …  deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza. Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l’intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione [Vinc. Lir. Common., n. 28].”[837] La regola fissata dal Concilio Vaticano I vale anche per il Papa: “deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza.” … anzi il Papa dovrebbe dare esempio di attuazione di questa regola … la Bolla “Ineffabilis Deus” di Pio IX ribadisce tale regola  [838] e con essa la  Dichiarazione “Mysterium Ecclesiae” circa la dottrina cattolica sulla Chiesa per difenderla da alcuni errori d’oggi pubblicata nel 1973 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede [839]

Il Cardinale Müller ha detto che, come confermato  a lui da Papa Francesco in alcune lettere personali, i tre criteri essenziali con cui s. Ireneo distingueva e, quindi noi dobbiamo distinguere, la verità cattolica dagli errori degli eretici o scismatici erano e sono:

1) il suo fondamento nella Bibbia;

2) la fedeltà alla Tradizione dottrinale degli apostoli;

3) l’accordo di tutte le chiese locali nella dottrina, nella liturgia e nella vita con l’insegnamento ecclesiastico dei vescovi nella successione ufficiale degli apostoli – con a capo Pietro e Paolo (cfr. Adversus haereses III, 3, 2f). [840]

S. Giovanni Paolo II affermò “Di tale norma [della legge morale Divina] la Chiesa non è affatto né l’autrice né l’arbitra. In obbedienza alla verità, che è Cristo, la cui immagine si riflette nella natura e nella dignità della persona umana, la Chiesa interpreta la norma morale e la propone a tutti gli uomini di buona volontà, senza nasconderne le esigenze di radicalità e di perfezione”[841]

Lo stesso Pontefice scrisse anche: “È il principio della verità e della coerenza, per cui la Chiesa non accetta di chiamare bene il male e male il bene. Basandosi su questi due principi complementari, la Chiesa non può che invitare i suoi figli, i quali si trovano in quelle situazioni dolorose, ad avvicinarsi alla misericordia divina per altre vie, non però per quella dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, finché non abbiano raggiunto le richieste disposizioni dell’anima”[842]

Ancora il Pontefice polacco affermò “La fermezza della Chiesa nel difendere le norme morali universali e immutabili, non ha nulla di mortificante. È solo al servizio della vera libertà dell’uomo: dal momento che non c’è libertà al di fuori o contro la verità … Di fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi né eccezioni per nessuno. Essere il padrone del mondo o l’ultimo «miserabile» sulla faccia della terra non fa alcuna differenza: davanti alle esigenze morali siamo tutti assolutamente uguali” (VS 96).

Nella linea di queste affermazioni ricordiamo che il modernismo con i suoi errori è stato condannato dalla Chiesa anche per: “ … l’eretica invenzione dell’evoluzione dei dogmi, che passano da un significato all’altro, diverso da quello che prima ritenne la Chiesa” [843].

Lo sviluppo della dottrina implica che la fede rimanga sostanzialmente la stessa e che la dottrina vada intesa “nello stesso senso e sempre nello stesso contenuto” … altrimenti non si ha sviluppo ma deformazione e tradimento della dottrina …

Pio XII disse a questo riguardo: “Quanto alla sostanza stessa della verità, la Chiesa ha, dinanzi a Dio e agli uomini, il sacro dovere di annunziarla, d’insegnarla senza alcuna attenuazione, come Cristo l’ha rivelata, e non vi è alcuna condizione di tempi che possa far scemare il rigore di quest’obbligo. Esso lega in coscienza ogni sacerdote a cui è affidata la cura di ammaestrare, di ammonire e di guidare i fedeli”[844]

Sottolineo che, come vedemmo nel primo volume, per verificare che l’ interpretazione dei dogmi e lo sviluppo della dottrina si compia rettamente e non sia una deformazione o una distruzione della verità diffusa da Cristo,  san  J. H. Newman, famoso teologo inglese e Cardinale, ha offerto sette principi: “

1) Preservazione del tipo…

2) Continuità dei principi …

3) Potere di assimilazione …

4) Conseguenza logica …

5) Anticipazione del futuro …

6) Influsso preservatore del passato …

7) Vigore duraturo …”[845]

Diceva s. J. H. Newman: “There is no corruption if it retains one and the same type, the same principles, the same organization; if its beginnings anticipate its subsequent phases, and its later phenomena protect and subserve its earlier; if it has a power of assimilation and revival, and a vigorous action from first to last.”[846]

Non c’è corruzione se conserva lo stesso tipo, gli stessi principi, la stessa organizzazione; se i suoi inizi anticipano le sue fasi successive, e i suoi fenomeni successivi proteggono e conservano quelli ad essi precedenti; se ha un potere di assimilazione e di rinascita, e un’azione vigorosa dal primo all’ultimo.

Diceva s. Tommaso d’Aquino: “Dicendum quod hoc pro firmo est tenendum, unam esse fidem antiquorum et modernorum: alias non esset una Ecclesia.”(De veritate, q. 14, a. 12c). … si deve mantenere con fermezza che una è la fede degli antichi e dei moderni altrimenti la Chiesa non sarebbe una. La Chiesa per essere sempre una deve professare una sola fede; l’unità della Chiesa implica l’unità della fede.

Quanto il Papa sta facendo nel senso della legittimazione  degli atti omosessuali, come detto in particolare nel precedente paragrafo, non è uno sviluppo della sana dottrina ma un cambiamento della stessa, infatti esso non si presenta nel senso della continuità dei principi, non si sviluppa come conseguenza logica e non realizza un influsso preservatore del passato, è semplicemente tradimento della sana dottrina che mina in particolare una verità chiaramente  fissata nella S. Scrittura e ribadita unanimemente dalla Tradizione, cioè la dottrina della illiceità degli atti omosessuali, che  è chiaramente legata ai Comandamenti divini ed è immutabile, tali atti sono stati definiti, come visto, dalla Chiesa come intrinsecamente malvagi.

Tale legittimazione compiuta a vari livelli si oppone alle norme bibliche e della Tradizione circa il contrasto dello scandalo, circa l’oggetto della benedizione e circa l’obbligatorietà semper et pro semper delle norme negative del decalogo.

Diceva il Cardinal Newman “A development, to be faithful, must retain both the doctrine and the principle with which it started.”[847]

Uno sviluppo, per essere Fedele, deve mantenere sia la dottrina che il principio con la quale è iniziata.

Mi pare ovvio che le suddette perversioni dottrinali del Papa non mantengano né la dottrina né il principio con cui è iniziata tale dottrina.

Sottolineo che Cardinali e Vescovi della Chiesa Cattolica hanno bollato vari errori riguardanti gli atti omosessuali e le benedizioni di coppie dello stesso sesso, che Papa Francesco in varia forma approva, come eresie, si tratta di una radicale sovversione della dottrina cattolica.

Il “cambio di paradigma” evidentemente ingloba, anche lo “sdoganamento” degli atti omosessuali, delle benedizioni alle coppie omosessuali e di altre attività, vietate dalla sana dottrina, ma permesse da Papa Francesco; appunto riguardo a tale “cambio di paradigma” il Cardinale Müller ha detto: “Dietro il discorso pseudointellettuale del ‘mutamento di paradigma’, si trova solo l’eresia non mascherata che falsifica la parola di Dio”.[848] Nel 2018 lo stesso Cardinale affermò: “Ora, il capitolo VIII di Amoris Laetitia è stato oggetto di interpretazioni contraddittorie. Quando in un contesto simile alcuni parlano di un cambio di paradigma, ciò sembra essere una ricaduta nel modo modernista e soggettivista di interpretare la fede cattolica. … Chi parla di una svolta copernicana nella teologia morale, che trasforma una diretta violazione dei comandamenti di Dio in una lodevole decisione di coscienza, si esprime abbastanza chiaramente contro la fede cattolica. L’etica della situazione resta una falsa teoria etica, anche se qualcuno dicesse di trovarla in Amoris Laetitia.

… è impossibile per un cattolico ricevere i sacramenti in maniera degna, senza decidere di abbandonare un modo di vivere che è in opposizione agli insegnamenti di Cristo.”[849]

In un interessante articolo della Bussola Quotidiana leggiamo che la Pontificia Accademia per la Vita sta portando la Chiesa a capitolare dinanzi alla rivoluzione sessuale[850] … quello che abbiamo detto finora ci fa capire che è anzitutto il Papa che sta portando la Chiesa a capitolare dinanzi alla rivoluzione sessuale …

Questo tradimento della sana dottrina non è consentito al Papa  … ce lo fanno capire anche le tante affermazioni di Prelati e teologi che in questi anni, dopo Amoris Laetitia, hanno fortemente ribadito la dottrina tradizionale e in qualche caso hanno addirittura affermato che il Papa attuale sta aprendo le porte a dottrine e prassi eterodosse e addirittura ad eresie; nel nostro percorso, anche in questo volume, abbiamo visto varie di queste pubbliche affermazioni di Cardinali, Vescovi e teologi.

Il Papa non è al di sopra della Parola di Dio e della Tradizione ma al servizio di esse.[851] Il Romano Pontefice non deve decidere secondo il proprio arbitrio, ma secondo la volontà del Signore, che parla all’uomo attraverso la S. Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; il ministero del successore di Pietro ha i limiti che procedono dalla legge di Dio e dall’inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione. [852]

Il Papa non ha un potere assoluto.[853]

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma al n. 85 che il Romano Pontefice deve interpretare la Parola di Dio scritta o trasmessa [854]; l’interpretazione di cui parla il testo appena citato è appunto interpretazione, non tradimento e non alterazione [855].

In questa linea i Vescovi tedeschi, ai tempi di Pio IX, affermarono che: “Il Papa è soggetto al diritto divino e vincolato dall’ordinamento dato da Gesù Cristo alla sua Chiesa. Il Papa non può modificare la costituzione che la Chiesa ha ricevuto dal suo Fondatore…. La Costituzione della Chiesa appoggia i suoi cardini su un fondamento che viene da Dio e quindi non può essere in balia dell’arbitrio umano…. Come il Concilio Vaticano ha esposto con parole chiare e comprensibili e come la natura stessa della cosa si manifesta, l’infallibilità è una proprietà che si riferisce solo al supremo Magistero del Papa; e questo coincide precisamente con l’ambito del Magistero infallibile della Chiesa in genere ed è legato a ciò che è contenuto nella S. Scrittura e nella Tradizione, come pure alle definizioni già emanate dal Magistero ecclesiastico”[856].

In particolare, come spiega s. Giovanni Paolo II “8. Il Romano  Pontefice … ha  la  “sacra potestas”  di insegnare  la  verità  del  Vangelo, amministrare i sacramenti e governare pastoralmente la Chiesa in nome  e  con  l’autorità  di Cristo, ma tale potestà non include in sé alcun potere sulla Legge divina naturale o positiva.” [857]

Tutto questo è stato bellamente calpestato dall’attuale Pontefice in vario modo attraverso l’Amoris Laetitia, che si presenta in opposizione, in molti punti, al Magistero cattolico bimillenario e si presenta come una modificazione della costituzione che la Chiesa ha ricevuto dal Signore, in particolare in campo morale … perciò il famoso professore di  Oxford, John Finnis, già membro della Commissione Teologica Internazionale della Santa Sede dal 1986 al 1991, membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (dal 1990 al 1995) e della Pontificia Accademia Pro Vita (dal 2001 al 2016), ha significativamente affermato a commento di un libro: “With admirable lucidity and a wealth of evidence and argument, this timely book collects the main published documents making the case that heresies designedly put about by Pope Francis are today a primary cause and manifestation of Christianity’s worst crisis ever.”[858] Che possiamo tradurre così: con ammirevole lucidità e una ricchezza di prove e argomentazioni, questo libro tempestivo raccoglie i principali documenti pubblicati che dimostrano che le eresie progettate da Papa Francesco sono oggi una causa primaria e una manifestazione della peggiore crisi mai esistita del cristianesimo.

Ricordo che alcuni grandi esperti di teologia e professori presso Università Pontificie, come il professor Rist, il professor Livi, il professor Aidan Nichols op, e io con loro, hanno definito eretiche alcune posizioni del Papa Francesco.[859]

In questa linea leggiamo: “Nel suo ultimo articolo per The Spectator, il cardinale Pell definiva senza mezzi termini il documento del Sinodo «incubo tossico», «uno dei documenti più incoerenti emessi da Roma» che non pone posizioni definitive su «aborto, contraccezione, ordinazione delle donne al sacerdozio, atti omosessuali». Anche il suo giudizio sul papato, definito «una catastrofe», è drastico, come emerge dopo la rivelazione che dietro il memorandum fatto avere ai cardinali sotto lo pseudonimo di Demos si celava proprio il porporato 81enne morto a Roma mercoledì.”[860]

Mons. Schneider ha significativamente affermato che Papa Francesco sta promuovendo “de facto” l’ eresia[861].

Nel novembre del 2023 il Cardinale Muller ha rilasciato un’intervista[862] in cui ha affermato che “alcune delle dichiarazioni di Papa Francesco sono formulate in modo tale da poter essere ragionevolmente comprese come eresia materiale, indipendentemente dal loro significato soggettivo poco chiaro; in tale intervista ha ribadito che un Papa che insegna l’eresia formale potrebbe teoricamente perdere il suo ufficio, ma ha aggiunto che un caso del genere non si è ancora verificato nella storia della Chiesa.

Secondo il prelato tedesco Papa Francesco non ha commesso un’eresia formale e, pertanto, non ha perso il suo ufficio papale.

Il Card. Müller ha sostenuto che: “attraverso la promozione e la tolleranza implicita di Francesco delle “benedizioni” per le persone dello stesso sesso e della Santa Comunione per i divorziati e i “risposati civilmente”, il Papa sta promuovendo un’”eresia della prassi”…

Müller ha sottolineato che i cambiamenti “moderni” desiderati nella Chiesa sono sempre introdotti per “via pastorale” piuttosto che attraverso l’insegnamento di un’eresia formale …

Il cardinale tedesco ha dichiarato a LifeSiteNews che Fernández ha detto che i fedeli “devono accettare questa dichiarazione dei vescovi argentini e la loro interpretazione [di Amoris Laetitia riguardo alla ricezione della Comunione da parte dei divorziati] con religiosa obbedienza di mente e volontà”.

“Questo era già eretico, ma non è stato il Papa a dirlo”.”[863]

Il Cardinale Müller ha anche affermato che: “ Al momento, esiste una posizione eretica ma che favorisce la carriera, secondo cui Dio si rivela solo a Papa Francesco attraverso l’informazione diretta nello Spirito Santo, e secondo cui i vescovi devono solo ripetere ciecamente queste illuminazioni celesti e trasmetterle meccanicamente come burattini parlanti. Il vescovo, invece, in forza della sua consacrazione, è successore degli Apostoli e autentico maestro del Vangelo di Cristo, ma nel collegio di tutti i vescovi con il papa come principio sempre presente e visibile dell’unità della Chiesa in verità rivelata e nella sua comunione sacramentale. Questa è la vera dottrina del primato del Papa e non il neopapalismo di chi vuole consegnare la Chiesa di Cristo all’ideologia del capitalismo ateo e antiumano di Davos.  … Ogni cattolico crede nella verità divina e cattolica che in Pietro i vescovi di Roma sono insediati come suoi legittimi successori. Ma come discepolo di Cristo teologicamente illuminato, si oppone alla caricatura del papato sia nella polemica anti-romana dei riformatori dell’epoca sia nella comprensione pappagallesca del neo-papalismo o papagayismo non cattolico … “[864]

Le parole del Cardinale tedesco definiscono eresia le affermazioni di mons. Fernandez secondo cui per la  custodia del deposito della fede  c’è un carisma particolare, un carisma unico, che il Signore ha donato solo a Pietro e ai suoi successori, un dono vivo e operante, che opera nella persona del Santo Padre; se si dicesse che alcuni vescovi hanno uno speciale dono dello Spirito Santo per giudicare la dottrina del Santo Padre, entreremo in un circolo vizioso e ciò sarebbe eresia e scisma; l’ Arcivescovo argentino ha aggiunto che  che gli eretici pensano sempre di conoscere la vera dottrina della Chiesa e che in questo errore di giudizio del Papa non cadono solo alcuni progressisti ma, paradossalmente, anche alcuni gruppi tradizionalisti.[865]

Le parole del Card. Muller sono particolarmente illuminanti e forti ma richiedono alcune precisazioni:

1) le affermazioni del Cardinale Fernandez che il Card. Muller indica come eretiche sono state approvate dal Papa o non sono state da lui condannate, come era suo compito;

2) l’eresia formale si attua quando il soggetto dopo aver fatto affermazioni eretiche ed essere stato avvertito del contrasto tra le sue affermazioni e il deposito della fede persevera in tali eresie, la volontà e l’intenzione perverse si manifestano in questa ostinata perseveranza nell’errore come indica fondamentalmente il Vangelo (Mt 18,15-17) e come ha messo in evidenza in una famosa conferenza il Cardinale Burke.[866]

Papa Francesco è stato più volte avvertito pubblicamente, direttamente o indirettamente, del contrasto tra le sue azioni e il deposito della fede[867] e nonostante ciò persevera nell’errore infatti anche dopo tali avvertimenti e dopo le affermazioni del Cardinale Müller, che stiamo vedendo il Papa non ha cambiato le sue affermazioni e non è intervenuto presso il Cardinale Fernadez perché ritiri gli errori diffusi.

Faccio notare che il Cardinale Müller è il Prefetto Emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Riprenderemo e approfondiremo il tema dell’eresia nel prossimo volume ma quanto appena detto mi pare che porti a dire che, sulla base delle affermazioni viste, in realtà siamo dinanzi ad una eresia formale del Papa.

Perché il Papa decada dal suo ufficio per eresia, però, come ha spiegato il Cardinale Burke, occorre che intervengano i Cardinali attivando la procedura che porta alla dichiarazione di eresia del Papa e quindi alla sua “deposizione” [868]; tale procedura ha: “ … due fasi: nella prima, la correzione del presunto errore o abbandono del suo dovere andrebbe rivolta direttamente al Romano Pontefice; e, poi, se egli continuasse ad errare o non rispondesse, si dovrebbe procedere ad una pubblica dichiarazione.” [869]; tale dichiarazione renderebbe manifesta la decadenza del Papa dal suo ufficio e aprirebbe le porte ad un Conclave per l’elezione del nuovo Papa. La prima fase potrebbe essere considerata già conclusa visti i numerosi avvertimenti inviati pubblicamente in varia forma al Papa; ritenendo la prima fase già conclusa si potrebbe iniziare direttamente la seconda.

Interceda per noi la gloriosa Madre di Dio, che annienta le dottrine eretiche, schiaccia la potenza dell’errore e smaschera l’insidia degli idoli[870], e che già sin dai tempi antichi e stata invocata dal popolo cristiano “in «difesa» della fede”.[871]

Note

[1] Pontificia Commissione Biblica “Che cosa è l’uomo?” 30.9.2019,  www.vatican.va, https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20190930_cosa-e-luomo_it.html

[2]Congregazione per la Dottrina della Fede “Lettera ai Vescovi della Chiesa sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, www.vatican.va http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html

[3]Pontificia Commissione Biblica, Profilo  www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_pro_14071997_pcbible_it.html

[4]Pontificia Commissione Biblica, Profilo  www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_pro_14071997_pcbible_it.html

[5] P. Bovati “Che cosa è l’uomo? Il nuovo documento della Pontificia Commissione Biblica.” In “La Civiltà Cattolica.” 171 (2020) I, p. 209

[6] Card. Luis Ladaria “Presentazione” in Pontificia Commissione Biblica “Che cosa è l’uomo?” 30.9.2019,  www.vatican.va, https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20190930_cosa-e-luomo_it.html

[7]A. de Carolis “Pietro Bovati: la Scrittura racconta la verità sull’uomo, essere fragile e divino.”  16 dicembre 2019, www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-12/bibbia-uomo-antropologia-pietro-bovati-libro-studio.html

[8] H, Witczyk “Il peccato dei rapporti omosessuali nella Sacra Scrittura. Accuse mediatiche e messaggio reale della domanda “Che cos’è l’uomo?” della Pontificia Commissione Biblica (Sal 8,5). Un itinerario di antropologia biblica (2019).” Verbum Vitae , 39 (2021) (1), 5–24. https://doi.org/10.31743/vv.12674; M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022).. 415-430. 10.31743/biban.13542; G. de Virgilio “Analisi e prospettive teologiche del documento della Pontificia Commissione Biblica: Che cos’è l’uomo? (Sal 8,5) un itinerario di antropologia biblica.” RivB LXVIII (2020) pp. 547-570; M. Tabet “Presentazione del documento”Che cos’è l’uomo” Itinerario di antrpologia biblica.”Annales Theologici 34, 2020 . pp. 93-111

[9]A. de Carolis “Pietro Bovati: la Scrittura racconta la verità sull’uomo, essere fragile e divino.”  16 dicembre 2019, www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-12/bibbia-uomo-antropologia-pietro-bovati-libro-studio.html

[10]Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. “Dei Verbum”, 11: AAS 58 (1966) 822-823 https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html

[11]Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. “Dei Verbum”, 12: AAS 58 (1966) 823 https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html

[12]Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. “Dei Verbum”, 16: AAS 58 (1966) https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html

[13]Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede “Lettera ai Vescovi della Chiesa sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, n. 6  www.vatican.va http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html

[14] Immanuel Jakobovits “Homosexuality.” Encyclopedia Judaica second. Edition 2007 vol. 9 p. 516

[15]Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede “Lettera ai Vescovi della Chiesa sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, n. 6  www.vatican.va http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html

[16]O. Michel “μισέω” in Grande Lessico del Nuovo Testamento vol. VII ed. Paideia 1971, colonne 321ss

[17] J. L. Briere “Odio” in X. L. Dufour “Dizionario di teologia biblica.”, ed. EDB 2021, coll. 793 ss.

[18]   Cfr.  S. Tommaso d’ Aquino “Summa Contra Gentiles” ,l.1 cap. 89.

[19]   Cfr.ibid.

[20]   Cfr.ibid.

[21]S. Tommaso d’ Aquino, “La perfezione della vita spirituale”, in “Compendio di teologia e altri scritti”,UTET, Torino, Prima edizione eBook: Marzo 2013, c. 11, p. 644

[22]Cfr.  III q. 18 a.2 .

[23]   Cfr.  III, q. 15 a. 4 in c.

[24]   Cfr. ibid. a. 6.

[25]   Cfr. ibid. a. 7.

[26] IIIª q. 15 a. 9 in c. “Respondeo dicendum quod, sicut in secunda parte dictum est, ira est effectus tristitiae. Ex tristitia enim alicui illata consequitur in eo, circa sensitivam partem, appetitus repellendi illatam iniuriam vel sibi vel aliis. Et sic ira est passio composita ex tristitia et appetitu vindictae. Dictum est autem quod in Christo tristitia esse potuit. Appetitus etiam vindictae quandoque est cum peccato, quando scilicet aliquis vindictam quaerit sibi absque ordine rationis. Et sic ira in Christo esse non potuit, hoc enim dicitur ira per vitium. Quandoque vero talis appetitus est sine peccato, immo est laudabilis, puta cum aliquis appetit vindictam secundum ordinem iustitiae. Et hoc vocatur ira per zelum, dicit enim Augustinus, super Ioan., quod zelo domus Dei comeditur qui omnia perversa quae videt cupit emendare; et, si emendare non possit, tolerat et gemit. Et talis ira fuit in Christo”.

[27]   Cfr.S.Th., III q.15.

[28]   Cfr. S.Th., I q. 95 a. 2 in c.

[29] T. Rotondo “L’ Eucaristia come causa della vita cristiana e le sue risonanze teologiche nella dottrina di s. Tommaso d’ Aquino.”  https://www.academia.edu/97652923/L_Eucaristia_come_causa_della_vita_morale_cristiana_e_le_sue_risonanze_teologiche_nella_dottrina_di_s_Tommaso_d_Aquino

[30]Cfr.Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1676

[31]Cfr. Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 1676

[32]S. Alfonso Maria de Liguori, “L’amore delle anime”, in “Opere Ascetiche” Vol. V, CSSR, Roma 1934 p. 56s.  c. VI , www.intratext.com, http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/__PZ.HTM

[33]Giovanni Paolo II “Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzeria Apostolica” [22 marzo 1996], 5: Insegnamenti XIX, 1 [1996], 589  , www.vatican.va , https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1996/documents/hf_jp-ii_let_19960322_penitenzieria.html

[34]Daniel A.  Keating,.. “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (pp.162-163). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle 2011

[35]Congregazione per la Dottrina della Fede “Lettera ai Vescovi della Chiesa sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, n. 3.7  www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html

[36] S. Agostino, “Commento alla lettera di Giovanni”, omelia 2,1 www.augustinus.it https://www.augustinus.it/italiano/commento_lsg/index2.htm

[37] San Massimo il Confessore, “Ambiguorum liber” PG 91, 1156.

[38] Sant’Atanasio di Alessandria, “De Incarnatione”, 54, 3: SC 199, 458 (PG 25, 192).

[39] San Tommaso d’Aquino, “Officium de festo corporis Christi”, Ad Matutinas, In primo Nocturno, Lectio 1: Opera omnia, v. 29 (Parigi 1876) p. 336.

[40]S. Alfonso Maria de Liguori “Sermoni compendiati”, Sermone XLV http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P32C.HTM

[41] M. Gilbert “Che dice il Nuovo Testamento sull’ omosessualità.” in Congregazione per la Dottrina della Fede “Cura pastorale delle persone omosessuali. Lettera e commenti.” LEV 1995 p. 61

[42] F. Zorell “Lexicon graecum Novi Testamenti.” Editrice Pontificio Istituto Biblico Roma 1990 col. 828s

[43] F. Zorell “Lexicon graecum Novi Testamenti.” Editrice Pontificio Istituto Biblico Roma 1990 col. 183

[44] F. Zorell “Lexicon Graecum Novi Testamenti” Editrice Pontificio Istituto Biblico Roma 1990 col. 1106

[45]F. Hauck e S. Schulz “ πóρνη” in “Grande Lessico del Nuovo Testamento”, Paideia , Brescia 1975  vol. X , p. 1467 ss.

[46] Romano Penna “Omosessualità e Nuovo Testamento” in L’Osservatore Romanodel 12 marzo 1997

[47] Novum Testamentum Graece (Nestle-Aland), 28. Edition, © Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 2012, https://www.academic-bible.com/en/online-bibles/novum-testamentum-graece-na-28/read-the-bible-text/bibel/text/lesen/stelle/75/10001/19999/ch/68ad9123297cd884ee226ed9340d4b07/

[48] Ecumenio “Commento a Giuda” testo citato in “La Bibbia commentata dai Padri” XI, Ed. Citta Nuova 2005 , vol. 11, p. 294.

[49]Louw, J. P., & Nida, E. A. (1996). “Greek-English lexicon of the New Testament: based on semantic domains.” (electronic ed. of the 2nd edition., Vol. 2, pag. 176 r 220). New York: United Bible Societies

[50]Cfr. Thayer, J. H. (1889). “A Greek-English lexicon of the New Testament: being Grimm’s Wilke’s Clavis Novi Testamenti” (pag. 199). New York: Harper & Brothers

[51] J. H. Neyrey “2 Peter, Jude” in “The Anchor Bible” vol. 37 C , Doubleday, 1993

[52] J. H. Neyrey, “L’Epistola di Giuda” in Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2014,  p. 1204

[53] G. Marconi “Lettera di Giuda. Seconda lettera di Pietro.” EDB 2005 p. 60s.

[54] H. L. Strack,  P. Billerbeck “Kommentar zum Neuen Testament aus Talmud und Midrasch.”  München, 1926 III pp.785s.

[55] G. L. Green “Jude & 2 Peter.” Baker Academy 2008 pp. 70-73

[56] F. Zorell “Lexicon Graecum Novi Testamenti” Roma 1990 col. 1106

[57]F. Hauck e S. Schulz “ πóρνη” in “Grande Lessico del Nuovo Testamento”, Paideia , Brescia 1975  vol. X , p. 1467 ss.

[58]Facultad de Teología Universidad de Navarra “Sagrada Biblia: Universidad de Navarra” (Spanish Edition) EUNSA. Edizione del Kindle p. 10381s.

[59] F. Zorell “Lexicon Novi Testamenti Graeci.” Romae, 1990 p. 522.1193

[60] M. Zerwick , M. Grosvenor “A grammatical analysis of the Greek New Testament.” Gregorian and Biblical Press 2010 p. 739

[61] U. Vanni “Lettere di Pietro, Giacomo e Giuda.” Roma : Edizioni Paoline, 1974 p. 183s

[62] “Libro dei Giubilei” c. XX in  P. Sacchi “Apocrifi dell’Antico Testamento” (Classici delle religioni) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle, posizioni del Kindle  4999s.

[63] F. Zorell “Lexicon Graecum Novi Testamenti” Roma 1990 col. 1106

[64]F. Hauck e S. Schulz “ πóρνη” in “Grande Lessico del Nuovo Testamento”, Paideia , Brescia 1975  vol. X , p. 1467 ss.

[65]Novum Testamentum Graece (Nestle-Aland), 28. Edition, © Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 2012, https://www.academic-bible.com/en/online-bibles/novum-testamentum-graece-na-28/read-the-bible-text/bibel/text/lesen/stelle/71/20001/29999/ch/1e057bf6d3f886f90a19363720aade73/

[66] U. Vanni “Lettere di Pietro, Giacomo e Giuda.” Roma : Edizioni Paoline, 1974 p. 104s

[67] F. Zorell “Lexicon Graecum Novi Testamenti” Roma 1990 col. 183

[68] O. Bauerfeind “ἀσελγείᾳ” in Grande Lessico del Nuovo Testamento, Paideia 1965, vol. I col. 1303s

[69] J. H. Neyrey, “L’Epistola di Giuda” in Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2014,  p. 1203

[70] Cfr. F. Zorell “Lexicon Graecum Novi Testamenti” Editrice Pontificio Istituto Biblico 1990 voce “σάρξ” col. 1193; voce “ἐπιθυμίᾳ” col. 484 s.

[71] F. Zorell “Lexicon Novi Testamenti Graeci.” Roma 1990 p. 522.1193

[72] J. H. Neyrey, “L’Epistola di Giuda” in Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2014,  p. 1203

[73] Catechismo della Chiesa Cattolica 1854-1861; 2357; Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona Humana” n.10,  29.12.1975 “ … secondo la tradizione cristiana e la dottrina della chiesa, e come riconosce anche la retta ragione, l’ordine morale della sessualità comporta per la vita umana valori così alti, che ogni violazione diretta di quest’ordine è oggettivamente grave.” www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html; Cf. Innocenzo IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499; Cf. Leone IX, Ep. Ad splendidum nitentis, a. 1054; Sant’Offizio, Decreto del 2.3.1679; Pio XII, Allocuzioni dell’8 ottobre 1953 e del 19 maggio 1956: AAS 45(1953), 677s e 58(1956), 472s; Sant’ Offizio, Decreto del 18 marzo 1666; Paolo VI, Enc. “Humanae vitae”, nn. 13 e 14: nn. 65-69; EV 3/599s. Cfr. Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hunermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003 nn. 687-688, 835, 1367, 2045, 2060 e 2148, 2149.

[74] J. B. Edart “Récentes herméneutiques bibliques sur l’homosexualité.” In L. Melina, S. Belardinelli “Amare nella differenza.” Cantagalli 2012 p. 266 e 270; M. Gilbert “La Bible e l’homosexualitè” in Nouvelle Revue de Theologie 109 (1987) p. 94

[75] M. Gilbert “La Bible e l’homosexualitè” in Nouvelle Revue de Theologie 109 (1987) p. 78ss

[76] M. Gilbert “La Bible e l’homosexualitè” in Nouvelle Revue de Theologie 109 (1987) p. 94

[77] M. Gilbert “La Bible e l’homosexualitè” in Nouvelle Revue de Theologie 109 (1987) p.84s

[78] M. Gilbert “La Bible e l’homosexualitè” in Nouvelle Revue de Theologie 109 (1987) p.84s

[79] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 420, nota 27, 10.31743/biban.13542.

[80] R. J. Clifford SJ – R. E. Murphy “Genesi” in “Nuovo Grande Commentario Biblico” 1997, Queriniana, pag. 29

[81] J. Skinner “A critical and exegetical commentary on Genesis” T. & T. Clarke, Edinburgh, 1912 p. 307

[82] J. Skinner “A critical and exegetical commentary on Genesis” T. & T. Clarke, Edinburgh, 1912 p. 307

[83] Lynne C. Boughton “Biblical Texts and Homosexuality: A Response to John Boswell”

Irish Theological Quarterly 1992 58:2, 142ss

[84] Victor P. Hamilton “The book of Genesis. Chapters 18-50.” William B. Eerdmans, Grand Rapids- Cambridge 1995 pp. 33-37 R. M.  Davidson, “Flame of Yahweh Flame of Yahweh: Sexuality in the Old Testament. Peabody, MA: Hendrickson, 2007 p. 148.

[85] J. Skinner “A critical and exegetical commentary on Genesis” T. & T. Clarke, Edinburgh, 1912 p. 307

[86] R. J. Clifford SJ – R. E. Murphy “Genesi” in “Nuovo Grande Commentario Biblico” 1997, Queriniana, pag. 29

[87]Cfr. H. Ringgren “ r“ ” Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia 1988, v. VIII coll. 502 ss

[88] R. J. Clifford SJ – R. E. Murphy “Genesi” in “Nuovo Grande Commentario Biblico” 1997, Queriniana, pag. 29

[89]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016, chapter 7, posizioni del Kindle 2264s.

[90] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 420-4. 10.31743/biban.13542

[91]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016, chapter 3 in fine, posizioni del Kindle 1066.

[92] B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 19  https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[93]Pontificia Commissione Biblica, Interpretazione della Bibbia nella Chiesa, III www.vatican.va 15.4.1993  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html

[94] Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione “Dei Verbum”, 10.

[95] Papa Benedetto XVI Esort. Ap. “Verbum Domini.” n. 7 30.9.2010 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20100930_verbum-domini.html

[96]Pontificia Commissione Biblica, “Interpretazione della Bibbia nella Chiesa”, III , A, 2 www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html

[97]Pontificia Commissione Biblica “Ispirazione e verità nella Sacra Scrittura” del 22.2. 2014  n. 106 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20140222_ispirazione-verita-sacra-scrittura_it.html#2._Prima_sfida:_Problemi_storici

[98]Pontificia Commissione Biblica “Ispirazione e verità nella Sacra Scrittura” del 22.2. 2014  n. 107 www.vatican.va 1982 https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20140222_ispirazione-verita-sacra-scrittura_it.html#2._Prima_sfida:_Problemi_storici

[99]Cfr.  Pontificia Commissione Biblica “Ispirazione e verità nella Sacra Scrittura” del 22.2. 2014  n. 107 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20140222_ispirazione-verita-sacra-scrittura_it.html#2._Prima_sfida:_Problemi_storici

[100] Paedagogus III.8;

[101] “Lot amoenam elegit, quae cito praedonum oculos incurrit. Hinc bellum inter reges, adversariorum victoria, incolarum captivitas. Itaque etiam Lot infirmioris consilii pretium luit, non terrarum infecunditate, sed amoenitatis invidia deceptus, ut etiam ipse captivus abduceretur; quoniam vitio servilis nequitiae a potiore deflexerat, et partem flagitiosissimorum elegerat; Sodoma enim luxuria atque lascivia est. Ideoque declinatio latina interpretatione dicitur Lot, quod is vitia eligit qui a virtute declinat, et ab aequitate deflectit.”  ( “De Abraham” P.L. XIV col. 426)

[102] “Clamor, inquit, Sodomorum et Gomorrhae impletus est (Ibid., 20). Magna Domini patientia, ut non statim peccatorem puniat, sed diu differat exspectans correctionem; nec commoveatur ad ulciscendum, nisi peccator mensuram excedat. Unde et Dominus Jesus in Evangelio ad Judaeos ait: Implete mensuram patrum vestrorum (Matt. XXIII, 32).” (“De Abraham” P.L. XIV col 438s.)

[103] “ Quem clamorem autem ait, nisi forte quia ei quem nihil latet, clamant omnia, clamare videntur singulorum crimina? Denique ad Cain dicitur: Sanguis fratris tui ad me clamat (Gen. IV, 10), hoc est, non latet, sed clamat parricidium tuum. Itaque velut excitatur Deus flagitiorum nostrorum clamoribus; ut aliquando vindicet, qui libenter ignoscit”(“De Abraham” P.L. XIV col 439s.)

[104]In Mattheum PG 58 , 565  https://books.google.it/books?id=DH_YAAAAMAAJ&redir_esc=y

[105]“La città di Dio” c. XVI , 30 https://www.augustinus.it/italiano/cdd/cdd_16_libro.htm

[106]Epistula LV,  PL v. XXII col. 562 https://books.google.it/books?id=4ag6WQIQ8fYC&redir_esc=y

[107]S. Girolamo “In Isaiam prophetam.” PL v. 24 col. 65 https://books.google.it/books?id=M_kUAAAAQAAJ&redir_esc=y

[108]San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe,Città Nuova Editrice, Roma 1992-2001, vol. II, XIV, 23, pag. 371

[109] Cfr. citazione in  U. Neri (a cura di ) “Genesi” ed. Gribaudi, Torino, 1986, p. 266

[110]Taius Cesaraugustanus “In Genesi scriptum est :  Pluit Dominus super Sodomam et Gomorrham sulphur et ignem. » Quid in sulphure nisi fetor carnis, et quid per ignem, nisi ardor desiderii carnalis exprimitur? Cum ergo habitantium Sodomis vel Gomorrhæ carnis scelera punire Dominus decrevisset, in ipsa qualitate ultionis notavit maculam criminis; sulphur quippe fetorem habet, ignis ardorem. Qui itaque ad perversa desideria ex carnis fetore arserant, dignum fuit ut simul sulphure et igne perirent, quatenus ex justa {{? discerent ex injusto desiderio quid fecissent ..” (P.L. LXXX, 946. 947)

[111]S. Pier Damiani “Liber Gomorrhianus” P. L. vol. CXLV col. 162

[112]S. Pier Damiani “Liber Gomorrhianus” P. L. vol. CXLV col. 176 “Hoc vitium a choro ecclesiastici conventus eliminat , et cum energumenis ac dæmonio laborantibus  orare compellit , a Deo animam separat , ut dæmonibus jungat . Hæc pestilentissima Sodomorum regina suae tyrannidis legibus obsequentem, hominibus turpem, Deo reddit odibilem ; adversus Deum nefanda bella conserere , nequissimi spiritus imperat militiam bajulare ; ab angelorum consortio separat , et infelicem animam sub propriæ dominationis jugo a sua nobilitate captivat.”

[113]Cfr. J. D. Mansi e H. Welter (a cura di) “Conciliorum Oecumenicorum nova et amplissima Collectio”, 1927 vol. XXII, col. 224 ss

[114]“ De contemptu mundi” PL vol. CCXVII col. 725-6

[115] ““Poena docuit , quid hæc culpa promeruit , « Pluit enim Dominus super Sodomam et Gomorrham sulphur et ignem de cælo ( Gen . XIX ) . Noluit enim Dominus cuiquam angelorum vel hominum exsecutionem hujus poenæ committere, sed sibi ipsi vindictam hujus sceleris reservavit , secundum illud: Mea est ultio , et ego retribuam ( Deut . XXXII ) Et ideo pluit Dominus a Domino, videlicet a seipso non imbrem vel rorem , sed sulphur et ignem . Sulphur super ſetorem luxuriæ , ignem super ardorem  libidinis , quatenus poena similis esset culpæ . Nec misisse dicitur , sed pluisse , quatenus ipso verbo magnitudinem et abundantiam poenæ notaret . Nemini pepercit oculus ejus , sed omnes simul exstinxit . Uxorem quoquc Loth , quia retro respexit , statuam salis mutavit , nec solum urbes , sed et omnes circa regiones in mare mortuum et vallem salinariam convertit . « Horrendum est enim incidere in manus Dei viventis ( Hebr . X ) , »” (“ De contemptu mundi” PL vol. CCXVII col. 726)

[116]S. Caterina da Siena, Il Dialogo, a cura di G. Cavallini, Siena, Cantagalli, 1995, 2a ed. (Testi Cateriniani; I), capitolo CXXIV  http://www.centrostudicateriniani.it/images/documenti/download/download-gratuiti/4-Il_Dialogo.pdf

[117] Cost. “Horrendum illud scelus” del 30 agosto 1568 in Bullarium Romanum, Romae 1738, t. IV c. III, p. 33

[118]Catechismo Tridentino, ed. Cantagalli, 1992, https://www.maranatha.it/catrident/31page.htm n. 335

[119]Congregazione per la Dottrina della Fede “Lettera ai Vescovi della Chiesa sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, n. 5  www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html

[120] “La Genese”  Les Editions du Cerf 1962 pp. 95-6

[121]  E. A. Speiser “Genesis” the Anchor Bible, Doubleday & C., 1964,  p. 142

[122] Giuseppe Ricciotti “Storia d’ Israele”, SEI, 1964, al vol. I p. 150

[123] G. von Rad “El libro del Genesis.” Ed. Sigueme, Salamanca 1977 p. 267.

[124] C. Westermann “Genesi.” Piemme 1995 p. 151.

[125]A. Rolla “Pentapoli”. Dizionario Biblico, Studium 1963, pp. 449

[126] F. Asensio “Pentateuco.” Libreria Editrice dell’ Università Gregoriana 1970, p. 63

[127] U. Vanni “Lettere di Pietro, Giacomo e Giuda.” Roma : Edizioni Paoline, 1974 p. 104s

[128] T. Fretheim “The book of Genesis.” in “The new interpreter’s Bible.”Abingdon Press, Nashville 1994 v. 1, p. 473s

[129] M. J. Mulder “sedōm” in “Grande Lessico dell’ Antico Testamento.” Ed. Paideia 2006 vol. VI  col. 86

[130]Facultad de Teología Universidad de Navarra “Sagrada Biblia: Universidad de Navarra” (Spanish Edition) EUNSA. Edizione del Kindle. p. 4699s. “A raíz de este pasaje bíblico, las relaciones homosexuales reciben también el nombre de «sodomía». Aquí se pone de relieve la gravedad de tal pecado, aumentada además, en este caso, por constituir una violencia contra el derecho de asilo que acompañaba la hospitalidad. En la Sagrada Escritura, los pecados de homosexualidad son presentados como depravaciones graves: la Ley de Moisés lo castigaba con la muerte (cfr Lv   20,13), y, en el Nuevo Testamento, se consideran punto culminante de la degradación humana cuando los hombres no quieren vivir según la ley de Dios (cfr Rm   1,26-27; 1   Co   6,9; 1   Tm   1,10). Apoyándose en la Sagrada Escritura, la Tradición ha declarado siempre que «los actos homosexuales son intrínsecamente malos» (Congregación para la doctrina de la Fe, Persona humana, n.   8). «Son contrarios a la ley natural. Cierran el acto sexual al don de la vida. No proceden de una complementariedad afectiva y sexual verdadera. No pueden recibir aprobación en ningún caso» (Catecismo de la Iglesia Católica, n.   2357).”

[131] Maurice Gilbert “La Bible et l’homosexualité.” In  Nouvelle Revue Theologique  109-1 (1987), p. 82

[132] M. J. Mulder “Sodom and Gomorrah” in “The Anchor Yale Bible Dictionary.” Yale University 2008 p. 100

[133] Victor P. Hamilton “The book of Genesis. Chapters 18-50.” William B. Eerdmans, Grand Rapids- Cambridge 1995 pp. 33-37

[134] Victor P. Hamilton “The book of Genesis. Chapters 18-50.” William B. Eerdmans, Grand Rapids- Cambridge 1995 p. 35 nota 29

[135] Victor P. Hamilton “The book of Genesis. Chapters 18-50.” William B. Eerdmans, Grand Rapids- Cambridge 1995 pp. 33-37; R. M.  Davidson, “Flame of Yahweh Flame of Yahweh: Sexuality in the Old Testament. Peabody, MA: Hendrickson, 2007 p. 148.

[136] G. Wenham “Genesis.16-50” Word Books, Dallas 1994, p. 55

[137] G. Wenham “Genesis.16-50” Word Books, Dallas 1994, p. 63 “Homosexual acts between consenting adults, though condemned in the OT as incompatible with the creator‘s plan, were tolerated in most other societies in the ancient Orient. But homosexual rape was not: in Assyria it attracted the death penalty, and elsewhere it was used as a demeaning punishment for prisoners of war. But Lot‘s visitors were not prisoners but guests, and all the rules of oriental hospitality demanded their protection, not abuse. The men of Sodom are thus portrayed as transgressing not simply Israelite moral standards but the universal rule of behavior accepted throughout the ancient Orient.”

[138] R. J. Clifford “Genesi” commento a Gn. 1-25,18 nel “Nuovo Grande Commentario Biblico” del 1997, della Queriniana, alla pag. 29

[139]Cfr. E. Cortese “L’ omosessualità nell’ Antico Testamento” in AA. VV.  “Antropologia cristiana e omosessualità.” Città del Vaticano 1997 p. 28

[140]J. Bergsma e S. Hahn “Noah’s Nakedness” Journal of Biblical Literature 124/1 (2005) p. 31“Likewise, Niditch, Steinmetz, Kunin, and many others see thematic links between Gen 9:20–27 and Gen 19:30–38, the story of Lot’s daughters and the procreation of Moab and Ammon. Calum M. Carmichael notes, … (Law, Legend, and Incest in the Bible: Leviticus 18–20 [Ithaca, NY: Cornell University Press, 1997], 15). See also Gagnon, Homosexual Practice, 70; and Steinmetz, “Vineyard,” 199 n. 13.) The similarities between the two pericopes are numerous: in the aftermath of a calamitous divine judgment, instigated by the wickedness of men—particularly sexual wickedness (cf. Gen 6:4; 19:5), which destroys the earth or a large part of it—an aged patriarch gets drunk, facilitating intercourse between parent and child, giving rise to one or more of the traditional enemies of Israel (Canaan, Moab, and Ammon). (For a thorough examination of the similarities of the passages, see Niditch, Chaos, 53–55.) The parallels hardly seem coincidental.”

[141]Cfr. Facultad de Teología Universidad de Navarra “Sagrada Biblia: Universidad de Navarra” (Spanish Edition). EUNSA. Edizione del Kindle. p. 5209

[142] F. Giuntoli (a cura di) “Genesi 12-50.” Ed. S. Paolo 2013 pp.68s

[143] B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): 17–31  https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[144] “… the central problem for the men of Sodom and Lot’s family was their failure to abide by God’s divine decrees, especially those related to God’s moral standards. … As Torah, the author presents Genesis 19 as a narrative picture of what happens to a society that breaks these laws—death, destruction, and familial chaos. The account of Lot’s family serves to reinforce this picture. This is made even clearer by the larger context of Genesis 4–20. We may conclude that when Sodom’s sin is viewed within both the immediate and larger contexts, sexual depravity best defines the reason for their destruction. In the same way that sexual depravity was the impetus for the Canaanites to be destroyed/spewed out of the land (Lev 18:3, 26–30), so too the Sodomites lost their land and their lives predominantly due to the one sexual sin singled out as an abomination—homosexual acts.”

[145] B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” . Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016, chapter 10

[146] J. Chukwuma Okoye “Genesis 12-50” Cascade Books, Eugene Oregon p. 117

[147]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” (posizioni nel Kindle 2269-2271). Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016“ … scholars have also noted that the Sodom narrative is purposefully placed between the promise and fulfillment of the birth of the promised child, Isaac (cf. Genesis 18 and 21), to highlight the problem of “sterile” sex, which same-sex relations embody.”

[148] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 422. 10.31743/biban.13542

[149] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 420-4. 10.31743/biban.13542

[150] R. Tamisiez “Le livre des Juges.” in “La Sainte Bible” ed Letouzey et Ané, Paris 1949  tome III p. 283

[151] A. Vincent “Le livre des Juges” in “La Sainte Bible traduit sous la direction de l’ Ecole Biblique de Jerusalem”Ed. Du Cerf 1958,  p. 129

[152] G. Flavio “Antichità giudaiche.” 5,2,8

[153] M. Gilbert “La Bible e l’homosexualitè” in Nouvelle Revue de Theologie 109 (1987) p. 81s

[154] B. G. Webb “The book of Judges” W. Eerdmans, Grand Rapids-Cambridge 2012, p. 466-468

[155] T. Fretheim “The book of Genesis.” in “The new interpreter’s Bible.”Abingdon Press, Nashville 1994 v. 1, p. 473s

[156] Facultad de Teología Universidad de Navarra “Sagrada Biblia: Universidad de Navarra” (Spanish Edition) (p.5642). EUNSA Ediciones Universidad de Navarra. Edizione del Kindle. 2016 “ La escena de los hombres de Guibeá solicitando al levita que se hospedaba en casa del anciano de Efraím recuerda a la de los habitantes de Sodoma alrededor de la casa de Lot (cfr Gn 19,1-14). Algunos israelitas incurrieron en las mismas abominaciones que los gentiles más perversos, y acabaron maltratando hasta la muerte a la concubina del levita. La corrupción del sentido moral había llegado a tal punto, que los benjaminitas en vez de castigar a los culpables se organizaron para defenderlos.”

[157]Cfr. E. Cortese “L’ omosessualità nell’ Antico Testamento” in AA. VV.  “Antropologia cristiana e omosessualità.” Città del Vaticano 1997 p. 28

[158] P. Sacchi “I Giudici.” Ed. S. Paolo  1968 p. 231

[159] M. O’Connor, “Giudici” in Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2014,  p. 187s

[160] I. Jakobovits “Homosexuality” in Encyclopedia Judaica Second Edition, 2008. The Gale Group, Volume 9 p. 516; Jewish Virtual Library “ Homosexuality in Jewish Law” www.jewishvirtuallibrary.org https://www.jewishvirtuallibrary.org/homosexuality

[161] H. F. Fuhs “harag” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento Paideia 2002, vol. II col. 522

[162] F. Zorell  “Lexicon hebraicum Veteris Testamenti.” Ed. PIB , Roma, 1989 p. 210s

[163] F. Zorell  “Lexicon hebraicum Veteris Testamenti.” Ed. PIB , Roma, 1989, p. 494

[164] F. Zorell  “Lexicon hebraicum Veteris Testamenti.” Ed. PIB , Roma, 1989, p. 494

[165] Gershon Bacon / S. David Sperling (2nd ed.) “Judges” book of, in Encyclopedia Judaica second edition 2007 Volume 11 p. 565 “The people of Gibeah, surrounding the house in which he lodged, demanded that the levite be sent out to them for homosexual acts (19:22). (One point of the story is to show that the Benjaminites of Gibeah shared the values of the ancient Sodomites. The many elements common to Judges 19 and Genesis 19 were already pointed out by Naḥmanides to Gen. 19:8.)”

[166] Victor P. Hamilton “The book of Genesis. Chapters 18-50.” William B. Eerdmans, Grand Rapids- Cambridge 1995 pp. 33-37

[167] F. Zorell  “Lexicon hebraicum Veteris Testamenti.” Ed. PIB , Roma, 1989, p. 494

[168] Robert A. J. Gagnon, “The Bible and Homosexual Practice” 385, 418–420; D.M. Halperin, “Homosexuality,” OCD 723.

[169] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 423, 10.31743/biban.13542.

[170] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 423, nota 31, 10.31743/biban.13542.

[171]Rito per il Battesimo di un bambino http://www.liturgia.maranatha.it/Battesimo/b2/3page.htm

[172]S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 300

[173]S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 164s

[174] S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 405

[175] I, q. 114 a. 3; Super Mt. [rep. Leodegarii Bissuntini], cap. 7 l. 2

[176] Mons. G. Zenti “Principio e origine di ogni peccato è la superbia.” 22.4.2021 https://www.veronafedele.it/Rubriche/Condiscepoli-di-Agostino/Principio-e-origine-di-ogni-peccato-e-la-superbia

[177] S. Agostino di Ippona” Discorso 354” n.4,4 www.augustinus.it https://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_516_testo.htm

[178] N. Cavatassi “Superbia” in S. Spadafora (a cura di) “Dizionario biblico”, Ed. Studium, 1955, p. 561

[179]Cfr.  S. Alfonso M. de Liguori “Istruzione al popolo”  in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. VIII,  Torino 1880 p. 939s   http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PVH.HTM

[180] Cfr. citazione in  U. Neri (a cura di ) “Genesi” ed. Gribaudi, Torino, 1986, p. 106

[181] Cfr. U. Neri (a cura di ) “Genesi” ed. Gribaudi, Torino, 1986, p. 105

[182] Cfr. U. Neri (a cura di ) “Genesi” ed. Gribaudi, Torino, 1986, p. 105

[183] Cfr. citazione in  U. Neri (a cura di ) “Genesi” ed. Gribaudi, Torino, 1986, p. 106

[184] Cfr. citazione in  U. Neri (a cura di ) “Genesi” ed. Gribaudi, Torino, 1986, p. 107

[185] Dizionario Biblico, Studium 1963, voce “Diluvio”

[186] Cfr. citazione in  U. Neri (a cura di ) “Genesi” ed. Gribaudi, Torino, 1986, p. 107s

[187] Facultad de Teología Universidad de Navarra “Sagrada Biblia: Universidad de Navarra” (Spanish Edition) p. 4639s. EUNSA. Edizione del Kindle. 2016  ““ Por eso se les ha interpretado como los hombres justos, los descendientes de Set, que tomarían indiscriminadamente mujeres descendientes de Caín, llamadas hijas de los hombres. Así lo entendieron San Agustín (De civitate Dei 15,23), San Juan Crisóstomo (Homiliae in Genesim 22,4), San Cirilo de Alejandría (Glaphyra in Genesim 2,2) y otros Santos Padres. La perversión de la humanidad por su soberbia y sus abusos en el matrimonio, prepara el posterior relato del diluvio.”

[188]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” (posizioni nel Kindle 586-589). Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016 ““ …  the flood narrative is bookended by short accounts about people transgressing God’s creation order through sexual impropriety.(Of course some biblical scholars have seen this link. E.g., J. Bergsma e S. Hahn, “Noah’s Nakedness,” 30–31. ) The first sin is one of the causes of the flood. Presented in the cryptic account about the marriage between the sons of God and the daughters of men (6:1–4), it points to sexual impropriety.”

[189]J. Bergsma e S. Hahn “Noah’s Nakedness” Journal of Biblical Literature 124/1 (2005) 30–31

[190]J. Bergsma e S. Hahn “Noah’s Nakedness” Journal of Biblical Literature 124/1 (2005) p. 31

[191] Cfr. citazione in U. Neri (a cura di ) “Genesi” ed. Gribaudi, Torino, 1986, p. 105

[192] AA.VV “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi” (Classici della religione) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle 2013, cap. 31,1, posizione del Kindle 4268.

[193] AA.VV “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi” (Classici della religione) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle. 2013, cap. 31,2, posizione del Kindle 4275.

[194] AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi” (Classici della religione) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle. 2013, Cap. 36,5, posizione del Kindle 3838.

[195] “Testamento di Neftali” c. III P. Sacchi “Apocrifi dell’Antico Testamento” (Classici delle religioni) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle, posizioni del Kindle 18038.

[196]  Alan  Soble, Philosophy of Sex and Love . Paragon House. Edizione del Kindle. 2011, posizioni del Kindle 584ss.

[197]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Conclusion, Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016, posizioni del Kindle 3290: “ … the central problem for the men of Sodom and Lot’s family was their failure to abide by God’s divine decrees, especially those related to God’s moral standards set forth in the creation narrative. Nowhere are these sexual decrees clearer than the presentation of Leviticus 18 and 20 and Genesis 1 and 2.”

[198]Cfr. B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah”. Conclusion. Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016. Posizioni del Kindle 3299.

[199] B. N. Peterson. “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Conclusion, Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016. Posizioni del Kindle 3294. “As Torah, the author presents Genesis 19 as a narrative picture of what happens to a society that breaks these laws—death, destruction, and familial chaos.”

[200] “Et ideo subdit quod peccata contraria charitati a regno Dei excludunt, in quod sola charitas introducit, dicens neque fornicarii, neque idolis servientes, neque adulteri (de quibus dicitur Hebr. ult. fornicatores et adulteros iudicabit Deus), neque molles, id est, mares muliebria patientes, neque masculorum concubitores, quantum ad agentes in illo vitio, de quibus dicitur Gen. XIII, 13: homines Sodomitae pessimi erant et peccatores coram domino nimis.” (Super I Cor. c.6 l.2)

[201]Cfr. H. Ringgren “ r“ ” Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia 1988, v. VIII coll. 502 ss

[202]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Part I, Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016. Posizioni del Kindle 1008 “Interestingly, whenever the word for “sin” (chatt’at) is used in Genesis where God is the one being sinned against it is always in the context of sexual sin

[203]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah”Part I. Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle, 2016. Posizioni del Kindle 1030

[204] Cfr. Zorell “Lexicon hebraicum Veteris Testamenti.” Ed. Pontificio Istituto Biblico 1989 p. 892; H. D. Preuss “to’eba” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento, Paideia 2009 vol. IX col. 1010ss; M. P. Faggioni “Sessualità Matrimonio Famiglia.” Ed. EDB , Bologna 2017 p. 276; D. S. Bailey“ Homosexuality and the western tradition.” London, 1955, p. 30.

[205] F. Giuntoli (a cura di) “Genesi 12-50.” Ed. S. Paolo 2013 pp.68s

[206]S. Gregorio Magno “In septem Psalmos poenitentiales expositio” PL 79, coll. 560s “Nam quod peccatum clamor sit testatur Scriptura quæ dicit : Clamor Sodomorum et  Gomorrhæorum ascendit ad me ( Gen . XVIII , 20 ) . Et iterum : Descendam videre utrum clamorem qui venit ad me, opere compleverint ( Ibid .  21 ) . Peccatum quippe cum voce , culpa est in actione: peccatum cum clamore , est culpa cum libertate . Dum clamarem tota die . Tota die clamat , qui pro omni bono opere quod agit , laudari affectat ; vel etiam tota die clamat , qui publice peccare non trepidat.”

[207]Cfr. E. Cortese “L’ omosessualità nell’ Antico Testamento” in AA. VV.  “Antropologia cristiana e omosessualità.” Città del Vaticano 1997 p. 28

[208]AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi”  (Classici della religione) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 7899-7903). UTET. Edizione del Kindle. 2013

[209] AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi”  (Classici della religione) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 7653-7656). UTET. Edizione del Kindle. 2013

[210]Daniel A.  Keating “First and Second Peter, Jude”. (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (p.162). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle. 2011

[211] Giuseppe Ricciotti  “Storia d’ Israele”, SEI, 1964, vol. I p. 150

[212] “Bereishis: Genesis, a New Translation With a Commentary Anthologized From Talmudic, Midrashic and Rabbinic Sources.” Mesorah Publications Ltd. , Brooklyn 1978, Volume II,  p. 682

[213]Cfr.  Pontificia Commissione Biblica “Ispirazione e verità nella Sacra Scrittura” del 22.2. 2014  n. 107 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20140222_ispirazione-verita-sacra-scrittura_it.html#2._Prima_sfida:_Problemi_storici

[214]D. M. Feldman “Chastity” in Encyclopedia Judaica , The Gale Group, 2008  https://www.jewishvirtuallibrary.org/chastity  https://www.jewishvirtuallibrary.org/chastity

[215] Aristée “Lettre d’Aristée à Philocrate” Introduction, texte critique, traduction et notes, index complet des mots grecs par André Pelletier, s.j., coll. Sources chrétiennes, 89, Paris, 1962, n. 152

[216]S. Alfonso “Selva di materie predicabili” in «Opere di S. Alfonso Maria de Liguori», Pier Giacinto Marietti, Vol. III ,Torino 1880 p. 42 http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P2Z8.HTM

[217] S. Ambrogio di Milano, “De Elia Et Jejunio Liber Unus” c. XIX, 722   https://catholiclibrary.org/library/view?docId=/Fathers-OR/PL.014.html&chunk.id=00000607

[218] J. D. Watts “Isaiah 1-33.” In “Word Biblical Commentary.”, Word Book Publisher, 1985, Volume 24,  p. 9

[219] J. Blenkinsopp “Isaiah 1-39” The Anchor Bible, Doubleday 2000 p. 201

[220] Cfr. B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 20 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[221] J. Blenkinsopp “Isaiah 1-39” The Anchor Bible, Doubleday 2000 p. 175

[222] Cfr. B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 20 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[223] Cfr. B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 21 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[224] M. Greenberg “Ezechiel.” Doubleday & Company, Garden City, New York 1983 p. 289

[225] Cfr. B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 20 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[226] Cfr. B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 21 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf “… the explicitly sexual nature of Ezekiel 16, which is all about sexual deviance in the context of marriage … We may conclude that those who highlight inhospitality as the only sin of Sodom in Ezekiel 16 are not presenting the entire picture.”

[227] N. Cavatassi “Superbia” in S. Spadafora (a cura di) “Dizionario biblico”, Ed. Studium, 1955, p. 561

[228] S. Agostino di Ippona” Discorso 354” n.4,4 www.augustinus.it https://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_516_testo.htm

[229] S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 481

[230] S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 553

[231]S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 300

[232] S. Alfonso Maria de Liguori “La vera Sposa di Gesù Cristo” c. 8 https:// www.intratext.com https://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P389.HTM#AN/IXT/ITASA0000/_P389.HTM#AN

[233]S. Alfonso “Selva di materie predicabili” in «Opere di S. Alfonso Maria de Liguori», Pier Giacinto Marietti, Vol. III ,Torino 1880 p. 42 http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P2Z8.HTM

[234]Cfr. “On Abraham” in “ Philo” William Heinemann, London, Harvard University Press, Cambridge Massachussets 1984, vol. VI p. 69ss n. 133

[235] Cfr. Filone “De vita Moysi” 2,56; “De ebrietate.” 222ss

[236]Pontificia Commissione Biblica “Ispirazione e verità nella Sacra Scrittura” del 22.2. 2014  n. 107 www.vatican.va 1982 https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20140222_ispirazione-verita-sacra-scrittura_it.html#2._Prima_sfida:_Problemi_storici

[237] J. Jensen “Isaia 1-39” (Introduzione) in “Nuovo Grande Commentario Biblico” ed. Queriniana 2014 pp. 299s

[238] L. Boadt “Ezechiele.” in “Nuovo Grande Commentario Biblico” ed. Queriniana 2014 pp. 397

[239] N. M. Loss “Amos.” Edizioni Paoline 1979 p. 146 nota 1; Ecole Biblique de Jerusalem “Amos” Les Editions du Cerf, 1960 p. 35 nota 1.

[240] Nota editoriale della “Bibbia di Gerusalemme” EDB 2011 pp. 1551s

[241]Cfr. B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016. Cap. 9, posizioni del Kindle 2539-2632.

[242] Cfr. B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah”. Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016. Cap. 9, posizioni del Kindle 2539-2632.

[243]Cfr. S. Alfonso “Selva di materie predicabili” in «Opere di S. Alfonso Maria de Liguori», Pier Giacinto Marietti, Vol. III ,Torino 1880 p. 42 http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P2Z8.HTM; S Tommaso d’ Aquino II-II q. 162 a.8.

[244] N. Cavatassi “Superbia” in S. Spadafora (a cura di) “Dizionario biblico”, Ed. Studium, 1955, p. 561

[245] Mons. G. Zenti “Principio e origine di ogni peccato è la superbia.” 22.4.2021 https://www.veronafedele.it/Rubriche/Condiscepoli-di-Agostino/Principio-e-origine-di-ogni-peccato-e-la-superbia

[246] S. Agostino di Ippona” Discorso 354” n.4,4 www.augustinus.it https://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_516_testo.htm

[247]S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 300

[248]S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 164s

[249] S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 p. 405

[250]S. Alfonso Maria de Liguori “Sermoni compendiati”, Sermone XLV http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P32C.HTM

[251]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” (posizioni nel Kindle 3054-3055). Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016

[252]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah”. (posizioni nel Kindle 2959-2961). Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016.

[253]P. Sacchi. “Apocrifi dell’Antico Testamento” (Classici delle religioni) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 106-107). UTET. Edizione del Kindle. 2013

[254]P. Sacchi “Apocrifi dell’Antico Testamento” (Classici delle religioni) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 4845-4849). UTET. Edizione del Kindle, 2013

[255]P. Sacchi “Apocrifi dell’Antico Testamento”. (Classici delle religioni) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 5000-5005). UTET. Edizione del Kindle, 2013

[256]P. Sacchi “Apocrifi dell’Antico Testamento”. (Classici delle religioni) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 18038-18040). UTET. Edizione del Kindle, 2013

[257]P. Sacchi “Apocrifi dell’Antico Testamento”. (Classici delle religioni) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 19143-19145). UTET. Edizione del Kindle 2013

[258] M. J. Mulder “Sodom and Gomorrah” in “The Anchor Yale Bible Dictionary.” Yale University 2008 p. 102

[259]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah2 (posizioni nel Kindle 3018-3020). Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016

[260]Cfr. “On Abraham” in “ PHILO” William Heinemann, London, Harvard University Press, Cambridge Massachussets 1984, vol. VI p. 69ss n. 133

[261]Cfr. “On Abraham” in “ PHILO” William Heinemann, London, Harvard University Press, Cambridge Massachussets 1984, vol. VI p. 69ss n. 133

[262] Cfr. Filone “De vita Moysi” 2,56; “De ebrietate.” 222ss

[263]Giuseppe Flavio Antichità giudaiche I,XI ss;

[264]Giuseppe Flavio “Antichità giudaiche” I,XI .

[265] Aristée “Lettre d’Aristée à Philocrate” Introduction, texte critique, traduction et notes, index complet des mots grecs par André Pelletier, s.j., coll. Sources chrétiennes, 89, Paris, 1962, n. 152

[266]Babylonian Talmud,  , “Tractate Aboth” c. I  https://www.jewishvirtuallibrary.org/tractate-avot-chapter-1

[267]Babylonian Talmud,  , “Tractate Aboth”, c. V https://www.jewishvirtuallibrary.org/tractate-avot-chapter-5

[268]AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi”  (Classici della religione) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 6070-6075). UTET. Edizione del Kindle. 2013

[269]B. N. Peterson. “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” (posizioni nel Kindle 1032-1034). Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016

[270]AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi”  (Classici della religione) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 7899-7903). UTET. Edizione del Kindle 2013

[271] AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi”  (Classici della religione) (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 3844-3847). UTET. Edizione del Kindle 2013

[272] AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi”  (Classici della religione) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle. 2013. Cap. 31,1, posizioni nel Kindle 4268.

[273] AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi”  (Classici della religione) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle. 2013. Cap. 31,2, posizioni nel Kindle 4275 ss.

[274]AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi” (Classici della religione) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle. 2013. Cap. 36,5, posizioni nel Kindle 3838.

[275] H. Friedmann, M. Simon “Midrash Rabbaì. Numbers.” The Soncino Press, London- New York 1983, volume 2, p. 818s

[276]Pontificia Commissione Biblica, “Interpretazione della Bibbia nella Chiesa”, III , A, 2 www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html

[277]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” (posizioni nel Kindle 3143-3147). Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016

[278] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421, 10.31743/biban.13542.

[279] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?”  The Biblical Annals. 12 (2022) p. 422. 10.31743/biban.13542

[280]Louw, J. P., & Nida, E. A. (1996). Greek-English lexicon of the New Testament: based on semantic domains (electronic ed. of the 2nd edition., Vol. 2, pag. 176 r 220). New York: United Bible Societies

[281] F. Zorell “Lexicon Novi Testamenti Graeci.” Roma 1990, p. 522.1193

[282] M. Zerwick , M. Grosvenor “A grammatical analysis of the Greek New Testament.” Gregorian and Biblical Press 2010 p. 739

[283] J. H. Neyrey “2 Peter, Jude” in “The Anchor Bible” vol. 37 C , Doubleday, 1993

[284] J. H. Neyrey, “L’Epistola di Giuda” in Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2014,  p. 1204

[285] G. Marconi “Lettera di Giuda. Seconda lettera di Pietro.” EDB 2005 p. 60s.

[286] H. L. Strack,  P. Billerbeck “Kommentar zum Neuen Testament aus Talmud und Midrasch.”  München, 1926 III pp.785s.

[287] G. L. Green “Jude & 2 Peter.” Baker Academy 2008 pp. 70-73

[288] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 422. 10.31743/biban.13542

[289] U. Vanni “Lettere di Pietro, Giacomo e Giuda.” Roma : Edizioni Paoline, 1974 p. 183s

[290] “Libro dei Giubilei” c. XX  in P. Sacchi. “Apocrifi dell’Antico Testamento” (Classici delle religioni) (Italian Edition) . UTET. Edizione del Kindle. 2013

[291] M. Sales “La Sacra Bibbia commentata dal p. M. Sales.” Il Nuovo Testamento, vol. II, L.I.C.E.T.-Tipografia Pontificia 1914, p. 605

[292]Facultad de Teología Universidad de Navarra “Sagrada Biblia: Universidad de Navarra” (Spanish Edition) p. 10381s. EUNSA. Edizione del Kindle. 2016 “… las perversiones de Sodoma y Gomorra (Gn   18,16ss.) son prototipo de impureza. El v.   7 es una condena explícita de la homosexualidad (cfr Rm   1,24-27; 1   Co   6,9; 1   Tm   1,10). Apoyándose en estos y otros textos de la Escritura, «la Tradición ha declarado siempre que “los actos homosexuales son intrínsecamente desordenados” (Cong. Doctrina de la Fe, Persona humana, n.   8). Son contrarios a la ley natural. Cierran el acto sexual al don de la vida. No proceden de una complementariedad afectiva y sexual verdadera. No pueden recibir aprobación en ningún caso» (Catecismo de la Iglesia Católica, n.   2357).

[293]Cfr. Thayer, J. H. (1889). “A Greek-English lexicon of the New Testament: being Grimm’s Wilke’s Clavis Novi Testamenti” (pag. 199). New York: Harper & Brothers

[294] F. Zorell “Lexicon Graecum Novi Testamenti” Roma 1990 col. 1106

[295]F. Hauck e S. Schulz “ πóρνη” in “Grande Lessico del Nuovo Testamento”, Paideia , Brescia 1975  vol. X , p. 1467 ss.

[296]Facultad de Teología Universidad de Navarra “Sagrada Biblia: Universidad de Navarra” (Spanish Edition) p. 10.381s. EUNSA. Edizione del Kindle. 2016

[297] M. Sales “La Sacra Bibbia commentata dal p. M. Sales” Il Nuovo Testamento, vol. II, L.I.C.E.T.-Tipografia Pontificia 1914, p. 605

[298]Daniel A.  Keating “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (pp.190s). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011

[299]Daniel A.  Keating “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (pp.192s). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011

[300]Daniel A.  Keating “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (pp.192s). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011

[301]Facultad de Teología Universidad de Navarra “Sagrada Biblia: Universidad de Navarra” p. 10330ss EUNSA. Edizione del Kindle 2016:“Parece ser que el pecado más difundido entre los falsos maestros, y que más pervertía a los fieles, era el de lujuria (v.   10), como sucedía en Sodoma y Gomorra (cfr nota a Jds   5-7). Ese 5-7). Ese vicio ofusca de tal manera la mente que quien está inmerso en él llega a menospreciar «la autoridad del Señor» (cfr Jds   8-10). En cambio, la castidad «es una virtud que hace honor al ser humano y que le capacita para un amor verdadero, desinteresado, generoso y respetuoso con los demás» (Cong. Doctrina de la Fe, Persona humana, n.   12).”

[302] M. Sales “La Sacra Bibbia commentata dal p. M. Sales.” Il Nuovo Testamento, vol. II, L.I.C.E.T.-Tipografia Pontificia 1914, p. 562s

[303] M. Sales “La Sacra Bibbia commentata dal p. M. Sales.” Il Nuovo Testamento, vol. II, L.I.C.E.T.-Tipografia Pontificia 1914, p. 563

[304] M. Sales “La Sacra Bibbia commentata dal p. M. Sales.” Il Nuovo Testamento, vol. II, L.I.C.E.T.-Tipografia Pontificia 1914, p. 563

[305]Daniel A.  Keating, “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (pp.157-158). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011“ Peter is deeply concerned about the influence of the false teachers because he knows that many will follow their licentious ways, and because of them the way of truth will be reviled. The term “licentiousness” means “disordered sexual activity” (NJB: “debauched behavior”)—this is one of the main charges Peter makes against these false teachers (2:2, 7, 18). … By teaching, permitting, or modeling immoral sexual activity, these false teachers cause the Christian way of life to be reviled, literally, “blasphemed.” They claim to be Christian teachers, but they are modeling a way of life directly contrary to the gospel and so give Christianity a bad name among non-Christians.”

[306]Daniel A.  Keating, “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (p.162). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011“And just as he brought judgment on the angels who sinned and on the wicked in the time of Noah and of Lot, the Lord will bring judgment on “the unrighteous” in the final judgment. Why does Peter underline this truth? Because this seems to be just what the false teachers were denying. They were rejecting a final judgment and the end of the world as we know it. Instead they were teaching that all things will continue as they are and were practicing a way of life that was fundamentally at odds with the “way of truth” taught by the †gospel.”

[307]Daniel A.  Keating, “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (pp.162-163). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011“The final phrase of this section is difficult. Peter says that this judgment falls especially upon those who follow the flesh with its depraved desire and show contempt for lordship.[172] The condemnation of “disordered desire” marks the entire letter (1:4; 2:10, 18; 3:3) and is one of the most serious failings of the false teachers.”

[308]Daniel A.  Keating, First and Second Peter, Jude (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (p.162). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011“ Just as Christians in Peter’s day, Lot was living among the wicked, and he was distressed by their immoral conduct.[170] People sometimes limit the sin of the citizens of Sodom to their grave violation of hospitality, but here Scripture tells us that it was their sexual immorality that vexed Lot. Day after day, Peter says, that righteous man living among them was tormented in his righteous soul at the lawless deeds that he saw and heard.”

[309] Daniel A.  Keating. “First and Second Peter, Jude.” Catholic Commentary on Sacred Scripture, p. 130 e 193, Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011

[310]Walter M. Dunnett “The hermeutics of Jude and II Peter the use of ancient jewish traditions” JETS 31/3 (September 1988) 287-292 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/31/31-3/31-3-pp287-292_JETS.pdf

[311] Walter M. Dunnett “The hermeutics of Jude and II Peter the use of ancient jewish traditions” JETS 31/3 (September 1988) 289 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/31/31-3/31-3-pp287-292_JETS.pdf

[312] G. Marconi “Lettera di Giuda. Seconda lettera di Pietro.” EDB 2005 p. 60s.

[313] H. L. Strack,  P. Billerbeck “Kommentar zum Neuen Testament aus Talmud und Midrasch.”  München, 1926 III pp.785s.

[314]Daniel A.  Keating,“First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) p. 193, Baker Publishing Group. Edizione del Kindle 2011

[315]Walter M. Dunnett “The hermeutics of Jude and II Peter the use of ancient jewish traditions” JETS 31/3 (September 1988) 287 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/31/31-3/31-3-pp287-292_JETS.pdf

[316]Daniel A.  Keating, “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) (p.162). Baker Publishing Group. Edizione del Kindle. 2011 “ Just as Christians in Peter’s day, Lot was living among the wicked, and he was distressed by their immoral conduct.[170] People sometimes limit the sin of the citizens of Sodom to their grave violation of hospitality, but here Scripture tells us that it was their sexual immorality that vexed Lot. Day after day, Peter says, that righteous man living among them was tormented in his righteous soul at the lawless deeds that he saw and heard. These details about Lot’s experience are not found in the Bible—they are probably taken from the wider Jewish tradition of Peter’s day. The identification of Lot’s neighbors as “lawless” also anticipates Peter’s accusation against the false teachers as “lawless” (2 Pet 3:17 NRSV)”

[317]Daniel A.  Keating, “First and Second Peter, Jude” (Catholic Commentary on Sacred Scripture) p. 130 Baker Publishing Group. Edizione del Kindle, 2011

[318] T. Schreiner “1,2 Peter and Jude” in “The new american commentary” vol. 37   Broadman and Holman Publishers , 2003 p. 342ss

[319]“The new american commentary” vol. 37 “1,2 Peter and Jude”  Broadman and Holman Publishers , 2003 p. 342; J. Makujina “The ‘Trouble‘ with Lot in 2 Peter: Locating Peter’s Source for Lot’s Torment.” WTJ 60 [I998]: 255—69

[320]Catholic Encyclopedia, voce “Septuagint Version” https://www.newadvent.org/cathen/13722a.htm

[321] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421, nota 31, 10.31743/biban.13542. “This was the standard interpretation of the sin of Sodom in Jewish literature of the intertestamental and NT period. See Philo, Abr. 135; Josephus, Ant. 1.11.3; Jub. 16:5–6; 20:5–6; T. Levi 14:6; T. Benj. 9.1; T. Naph. 3.4; 2 En. 34:1–2.”

[322]Pontificia Commissione Biblica, “Interpretazione della Bibbia nella Chiesa”, III , A, 2 www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html

[323] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421, nota 31, 10.31743/biban.13542. “This was the standard interpretation of the sin of Sodom in Jewish literature of the intertestamental and NT period. See Philo, Abr. 135; Josephus, Ant. 1.11.3; Jub. 16:5–6; 20:5–6; T. Levi 14:6; T. Benj. 9.1; T. Naph. 3.4; 2 En. 34:1–2.”

[324] S. Dolanski “Regarding Azazel and Homosexuals in the Same Parasha”. https://www.thetorah.com/article/regarding-azazel-and-homosexuals-in-the-same-parasha

[325] Si veda, ad esempio, il testo divinatorio babilonese Shumma Alu , discusso da Martti Nissinen in “Homoeroticism in the Biblical World: A Historical Perspective” Minneapolis, Augsburg Fortress, 1998, pp. 27ss; vedi anche Leggi medio-assire A 18-20 e “The Contendings of Horus and Seth” (Papyrus Chester Beatty I).

[326] Per una discussione completa ed esempi di antiche leggi e costumi del Vicino Oriente rispetto alle relazioni omosessuali, vedere il capitolo uno di Friedman e Dolansky, “The Bible Now” Oxford University Press; 1st edition; 1,7, 2011 ; anche Susan Ackerman, “When Heroes Love: The Ambiguity of Eros in the Stories of Gilgamesh and David.” Oxford University Press, 2005; DF Greenberg, “The Construction of Homosexuality”. Chicago, University of Chicago Press, 1988, pp. 24–29, 344; R. B. Parkinson, “‘Homosexual’ Desire and Middle Kingdom Literature,” Journal of Egyptian Archaeology 81 (1995): pp. 57–76; Martti Nissinen, “Homoeroticism in the Biblical World: A Historical Perspective” Minneapolis: Augsburg Fortress, 1998; K. J. Dover, “Greek Homosexuality”, 2nd ed. Cambridge: Cambridge University Press, 1989; D. M. Halperin, “One Hundred Years of Homosexuality.” New York: Routledge, 1990, specialmente pp. 4–16; A. Richlin, “The Garden of Priapus” New York: Oxford University Press, 1992; A. Richlin, “Not before Homosexuality”Journal of the History of Sexuality 3 (1993): pp. 523–73; D. M. Halperin , John J. Winkler, Froma I. Zeitlin eds., “Before Sexuality: The Construction of Erotic Experience in the Ancient Greek World.” Princeton: Princeton University Press, 1990..

[327] Si vedano le affermazioni di Saul Olyan “Equality and Inequality in the Socio-Political Visions of the Pentateuch’s Sources”, Journal of Hebrew Scriptures , Vol 10 , Arte. 9, http://www.jhsonline.org/Articles/article_137.pdf con esse egli critica  J. Berman “Created Equal. How the Bible Broke With Ancient Political Thought” Oxford, 2008,

[328] Per un approccio simile si veda Steve Greenberg “Wrestling with God and Man.” University of Wisconsin Press, 2004.

[329]L. A. Snijders “zur/zar” in “Grande Lessico dell’ Antico Testamento.” Paideia Brescia 2002 Vol II  coll. 593ss;  Crawford Howell Toy voce “aliens” in Jewish Encyclopedia, 1901-1906, New York and London http://www.jewishencyclopedia.com/articles/1235-aliens

[330]R. Penna. “Amore sconfinato” (Italian Edition) cap. II, 5 San Paolo Edizioni. Edizione del Kindle 2019, posizioni del Kindle 800-807.

[331] Martti Nissinen, “Homoeroticism in the Biblical World: A Historical Perspective.” (trans. Kirsi Stjerna; Minneapolis: Fortress, 1998), 48–49.

[332] B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 18  https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[333] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 420-4. 10.31743/biban.13542

[334]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016, chapter 3 in fine, posizioni del Kindle 1061s:“However, the sexual nature of Sodom’s sins does not only find support in the immediate context of chapters 13–19 … the broader context of Genesis 4–20 points in this direction as well.”

[335] B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 19  https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[336] N. Reck “Desideri pericolosi. I discorsi cattolici sull’ omosessualità” in Concilium 1/ 2008  pp. 30s

[337] Lynne C. Boughton “Biblical Texts and Homosexuality: A Response to John Boswell” Irish Theological Quarterly 1992 58:2, 142ss

[338] Victor P. Hamilton “The book of Genesis. Chapters 18-50.” William B. Eerdmans, Grand Rapids- Cambridge 1995 pp. 33-37

[339] B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 19  https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[340] Victor P. Hamilton “The book of Genesis. Chapters 18-50.” William B. Eerdmans, Grand Rapids- Cambridge 1995 pp. 33-37; R. M.   Davidson, “Flame of Yahweh Flame of Yahweh: Sexuality in the Old Testament. Peabody, MA: Hendrickson, 2007 p. 148.

[341] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 420-4. 10.31743/biban.13542

[342]Giuseppe Flavio“Antiquites” 1:200–201 citato in Peterson, Brian Neil. “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah”, Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016, cap. 9

[343] M H., Nissinen “ Homosexuality : I. Ancient Near East and the Hebrew Bible/Old Testament” . in Encyclopedia of the Bible and its Reception . vol. 12 , de Gruyter , Berlin , pp. 2 9 0 – 2 9 7

[344]S. Alfonso Maria de Liguori “Sermoni compendiati”, Sermone XLV http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P32C.HTM

[345]S. Alfonso M. de Liguori “Istruzione al popolo sovra i Precetti del Decalogo per bene osservarli e sovra i sagramenti per ben riceverli per uso de’ parrochi e missionari e di tutti gli ecclesiastici che s’impiegano ad insegnare la dottrina cristiana”  in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. VIII, Torino 1880, p. 939 ) http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PVH.HTM

[346]Cfr. S. Alfonso “Selva di materie predicabili” in «Opere di S. Alfonso Maria de Liguori», Pier Giacinto Marietti, Vol. III ,Torino 1880 p. 42 http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P2Z8.HTM; S Tommaso d’ Aquino II-II q. 162 a.8.

[347]Cfr. De Malo q. 15 a. 4;  http://docteurangelique.free.fr/bibliotheque/questionsdisputees/16questionsdisputeessurmal.htm

[348]S. Antonio di Padova “I sermoni” ed. Messaggero di Padova, Padova, 2002 ,  Sermone IV domenica dopo Pasqua https://www.santantonio.org/it/sermoni/sermoni-domenicali/domenica-iv-dopo-pasqua .

[349]Giuseppe Flavio“Antiquites” 1:200–201 citato in Peterson, Brian Neil. “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016, cap. 9

[350]Cfr. “On Abraham” in “ PHILO” William Heinemann, London, Harvard University Press, Cambridge Massachussets 1984, vol. VI p. 69ss n. 133

[351] Cfr. Filone “De vita Moysi” 2,56; “De ebrietate.” 222ss

[352] E. Beaucamp, J. Guillet “Ricchezza” in Xavier Léon-Dufour (a cura di) “Dizionario di teologia biblica.” col. 1072

[353] E. Beaucamp, J. Guillet “Ricchezza” in Xavier Léon-Dufour (a cura di) “Dizionario di teologia biblica.” col. 1072

[354] E. Beaucamp, J. Guillet “Ricchezza” in Xavier Léon-Dufour (a cura di) “Dizionario di teologia biblica.” col. 1072

[355] E. Beaucamp, J. Guillet “Ricchezza” in Xavier Léon-Dufour (a cura di) “Dizionario di teologia biblica.” col. 1072

[356]Pontificia Commissione Biblica “Ispirazione e verità nella Sacra Scrittura” del 22.2. 2014  n. 107 www.vatican.va 1982 https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20140222_ispirazione-verita-sacra-scrittura_it.html#2._Prima_sfida:_Problemi_storici

[357] J. Jensen “Isaia 1-39” (Introduzione) in “Nuovo Grande Commentario Biblico” ed. Queriniana 2014 pp. 299s

[358] G. P. Couturier “Geremia”  in “Nuovo Grande Commentario Biblico” ed. Queriniana 2014 p. 349

[359] L. Boadt “Ezechiele.” in “Nuovo Grande Commentario Biblico” ed. Queriniana 2014 pp. 397

[360] M. L. Barré “Amos.” in “Nuovo Grande Commentario Biblico” ed. Queriniana 2014 pp. 273 s.

[361] J. Blenkinsopp “Deuteronomio.” in “Nuovo Grande Commentario Biblico” ed. Queriniana 2014 p. 123

[362] Victor P. Hamilton “The book of Genesis. Chapters 18-50.” William B. Eerdmans, Grand Rapids- Cambridge 1995 pp. 33-37

[363] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421 10.31743/biban.13542.

[364] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?”  The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421s, 10.31743/biban.13542.

[365] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421s, 10.31743/biban.13542.

[366] Cfr. M. Vines “God and the Gay Christian: The Biblical Case in Support of Same-Sex Relationships.” New York: Convergent Books, 2014, p. 63; Miguel A. De La Torre, “Genesis. Belief: A Theological Commentary on the Bible.” Louisville, KY: Westminster John Knox, 2012. p. 192–93; Choon-Leong Seow, “Textual Orientation.” In Biblical Ethics & Homosexuality, edited by Robert L. Brawley, p. 22. Louisville, KY: Westminster John Knox, 1996; questi autori sono citati in B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah.” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle, 2016, chapter 8 nota 274, posizioni del Kindle 2743

[367] B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah.” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle, 2016, chapter 8, posizioni del Kindle 2632

[368] Cfr. B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 21 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[369] B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah.” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle, 2016, chapter 8, posizioni del Kindle 2638ss

[370] Cfr. B. N. Peterson “The sin of Sodom revisited: reading Genesis 19 in light of Torah. ” Journal of the Evangelical Theological Society 59/1 (2016): p. 20 https://www.etsjets.org/files/JETS-PDFs/59/59-1/JETS_59-1_17-31_Peterson.pdf

[371]Giuseppe Flavio“Antiquites” 1:200–201 citato in B. N. Peterson. “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah”, Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle. 2016, cap. 9

[372] The New Interpreter’s Bible, Abingdon Press, Nashville, 1997, vol. V p. 596

[373] Treccani “Contrappasso” in “Vocabolario Online” Treccani  www.treccani.it,  https://www.treccani.it/vocabolario/contrappasso1/ ; Corriere della Sera “Contrappasso” in Dizionario di Italiano del Corriere della Sera dizionari.corriere.it https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/C/contrappasso_1.shtml

[374]S. Alfonso “Selva di materie predicabili” in «Opere di S. Alfonso Maria de Liguori», Pier Giacinto Marietti, Vol. III ,Torino 1880 p. 42 http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P2Z8.HTM ; S. Ambrogio di Milano, “De Elia Et Jejunio Liber Unus” c. XIX, 69, 722A   https://catholiclibrary.org/library/view?docId=/Fathers-OR/PL.014.html&chunk.id=00000607

[375]S. Alfonso M. de Liguori “Istruzione al popolo sovra i Precetti del Decalogo per bene osservarli e sovra i sagramenti per ben riceverli per uso de’ parrochi e missionari e di tutti gli ecclesiastici che s’impiegano ad insegnare la dottrina cristiana”  in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, Pier Giacinto Marietti, Vol. VIII, Torino 1880, p. 939 ) http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_PVH.HTM

[376]San Gregorio Magno, “Commento morale a Giobbe”,Città Nuova Editrice, Roma 1992-2001, vol. II, XIV, 23, pag. 371, traduzione ritoccata da me.

[377]“ De contemptu mundi” PL vol. CCXVII col. 725-6

[378] Innocentius III “ De contemptu mundi” PL vol. CCXVII col. 726: “Poena docuit , quid hæc culpa promeruit , « Pluit enim Dominus super Sodomam et Gomorrham sulphur et ignem de cælo ( Gen . XIX ) . Noluit enim Dominus cuiquam angelorum vel hominum exsecutionem hujus poenæ committere, sed sibi ipsi vindictam hujus sceleris reservavit , secundum illud: Mea est ultio , et ego retribuam ( Deut . XXXII ) Et ideo pluit Dominus a Domino, videlicet a seipso non imbrem vel rorem , sed sulphur et ignem . Sulphur super ſetorem luxuriæ , ignem super ardorem  libidinis , quatenus poena similis esset culpæ . Nec misisse dicitur , sed pluisse , quatenus ipso verbo magnitudinem et abundantiam poenæ notaret . Nemini pepercit oculus ejus , sed omnes simul exstinxit . Uxorem quoquc Loth , quia retro respexit , statuam salis mutavit , nec solum urbes , sed et omnes circa regiones in mare mortuum et vallem salinariam convertit . « Horrendum est enim incidere in manus Dei viventis ( Hebr . X ) , »”

[379] Encyclopedia Judaica “Hospitality” vol. 9 pp. 561s  Enciclopedia Judaica © 2008, Gale Group; www.jewishvirtuallibrary.org  https://www.jewishvirtuallibrary.org/hospitality.

[380] J. Koenig “Hospitality” “Anchor Bible Dictionary, 1992 Doubleday.

[381] J. Koenig “Hospitality” “Anchor Bible Dictionary, 1992 Doubleday.

[382] R. Stark “ The rise of christianity.” Princeton University Press, Princeton, 1996 p. 161

[383] P. Miquel “Hospitalité.” in Dictionnaire de Spiritualité Beachesne 1969 t. VIII coll. 815-816

[384] J. Besse “Hospitaliers.” in “Dictionnaire de Theologie Catholique” Letouzey et Ané, Tome VII p. 190 ss.

[385] P. Miquel “Hospitalité.” in Dictionnaire de Spiritualité Beachesne 1969 t. VIII coll. 816s

[386] P. Miquel “Hospitalité.” in Dictionnaire de Spiritualité Beachesne 1969 t. VIII coll. 816ss

[387] Encyclopedia Judaica “Hospitality” vol. 9 pp. 561s  Enciclopedia Judaica 2008, Gale Group; www.jewishvirtuallibrary.org  https://www.jewishvirtuallibrary.org/hospitality .

[388] Encyclopedia Judaica “Hospitality” vol. 9 pp. 561s  Enciclopedia Judaica 2008, Gale Group; www.jewishvirtuallibrary.org  https://www.jewishvirtuallibrary.org/hospitality .

[389] P. Miquel “Hospitalité.” in Dictionnaire de Spiritualité Beachesne 1969 t. VIII coll. 811s

[390]Cfr. G. Bonsirven, “Le Judaisme palestinien au temps de Iésus-Christ”, Parigi 1935., v. I, p. 199 s.; . F. Spadafora “Carità” in “Dizionario Biblico” ed. Studium 1963; A. Penna “Amore nella Bibbia.” ed. Paideia Brescia 1972 p. 133; R. Penna. “Amore sconfinato” (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 806-812). San Paolo Edizioni. Edizione del Kindle

[391]Cfr. G. Bonsirven, “Le Judaisme palestinien au temps de Iésus-Christ”, Parigi 1935., v. I, p. 199 s.)

[392] Cfr. F. Spadafora “Carità” in “Dizionario Biblico” ed. Studium 1963

[393] Mekiltà, Ex. 21, 14.35, citato in F. Spadafora “Carità” in “Dizionario Biblico” ed. Studium 1963

[394] Cfr. F. Spadafora “Carità” in “Dizionario Biblico” ed. Studium 1963

[395] Cfr. A. Penna “Amore nella Bibbia.” ed. Paideia Brescia 1972 p. 133

[396]R. Penna. “Amore sconfinato” (Italian Edition) cap. II,5 San Paolo Edizioni. Edizione del Kindle, posizioni del Kindle  800.

[397] G. Ravasi “Amerai il tuo prossimo.” 14.7.2023 www.cultura.va http://www.cultura.va/content/cultura/it/organico/cardinale-presidente/texts/famiglia-cristiana-articoli0/amerai-il-tuo-prossimo.html

[398] Cfr. F. Spadafora “Carità” in “Dizionario Biblico” ed. Studium 1955 p.108

[399] A. Darrieutort, X. Leon-Dufour “Vendetta.” In “Dizionario di teologia biblica” EDB 2021 col. 1348

[400] Riguardo al ger si veda F. Zorell “Lexicon Hebraicum Veteris Testamenti” Roma 1989, p. 158; D. Kellermann “gûr, gēr …” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia 1988, v. 1 col. 2000-2023; Jacobs , Emil G. Hirsch voce “proselytes” Jewish Encyclopedia, 1901-1906, New York and London ,  http://www.jewishencyclopedia.com/articles/12391-proselyte

[401] Cfr. F. Spadafora “Carità” in “Dizionario Biblico” ed. Studium 1955 pp.109s

[402]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 7  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101

[403]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 10ss  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101

[404] Tra esse cito in particolare  B.J. Malina, ‘The Received View: What it Cannot Do: III John and Hospitality’, Semeia 35 (1986), pp. 171-86

[405]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 10ss  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101  p. 19

[406]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 17  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101

[407]Cfr. T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 19  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101

[408]Cfr. T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 22  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101

[409]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 18  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101:“But this gesture is not extended to all travellers. Travel, in antiquity, was dangerous. But some transients, such as armies and traders, took precautions by travelling in large numbers. These travellers, however, are always regarded as willful wanderers intent on destruction and/or exploitation. They are permanently without a home, and therefore constitute a perpetual threat.”

[410]Cfr. T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 18  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101

[411]Cfr. T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 18  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101

[412]F. Zorell “Lexicon Hebraicum Veteris Testamenti” Roma 1989, p. 158

[413]Cfr. D. Kellermann “gûr, gēr …” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia 1988, v. 1 col. 2000

[414] Cfr. D. Kellermann “gûr, gēr …” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia 1988, v. 1 col. 2012

[415]Cfr. D. Kellermann “gûr, gēr …” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia 1988, v. 1 col. 2008

[416]Cfr. D. Kellermann “gûr, gēr …” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia 1988, v. 1 col. 2010

[417]Martin, L.R., 2014, ‘Old Testament foundations for Christian hospitality’, Verbum et Ecclesia 35(1), Art. #752,  pag. 3 http://dx.doi.org/10.4102/ve.v35i1.752

[418]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 20s  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101

[419] Jacobs , Emil G. Hirsch voce “proselytes” Jewish Encyclopedia, 1901-1906, New York and London ,  http://www.jewishencyclopedia.com/articles/12391-proselyte

[420] Encyclopedia Judaica “Hospitality” vol. 9 pp. 561s  Enciclopedia Judaica 2008, Gale Group; www.jewishvirtuallibrary.org  https://www.jewishvirtuallibrary.org/hospitality.

[421] David L. Lieber “Strangers and gentiles.” In “Encyclopedia Judaica” 2008, Gale Group, volume p. 241s vol. 19

[422] T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 22-4  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101 “The status of the guest (especially in Gen. 18; 19; 24; Judg. 19) is most important and is that of a member of the larger group, and, on occasion, kin. He is part of the moral community of the host because of kinship connections.”

[423]  Executive Committee of the Editorial Board., Emil G. Hirsch, Judah David Eisenstein voce “gentile” in Jewish Encyclopedia, 1901-1906, New York and London, Joseph http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6585-gentile

[424]  Kaufmann Kohler, voce “akkum” Jewish Encyclopedia, 1901-1906, New York and London http://www.jewishencyclopedia.com/articles/1043-akkum

[425]Crawford Howell Toy, voce “aliens” Jewish Encyclopedia, 1901-1906, New York and London http://www.jewishencyclopedia.com/articles/1235-aliens

[426]Jacobs , Emil G. Hirsch voce “proselytes” Jewish Encyclopedia, 1901-1906, New York and London ,  http://www.jewishencyclopedia.com/articles/12391-proselyte

[427] B. Lang “nkr” in “Grande Lessico dell’ Antico Testamento.” Ed. PAIDEIA 2005 Vol. V coll. 866 ss.

[428] David L. Lieber “Strangers and gentiles.” In “Encyclopedia Judaica” 2008, Gale Group, volume p. 241s vol. 19

[429]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 21  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101“There are also important differences between the ger and the nokrî. … The threat to the community comes from one who is not part of the community, namely the ‘foreigner’ (Heb. Nokrî).( … ) The nokrî is a temporary resident, a prisoner of war, whose destiny is death, slavery, or in rare cases, repatriation. Typically he is an invader, a seducer of Israelite/Judaean women, desecrator of the Temple, a polluter. He is not a ger, for the ger is allowed residence within Israel, and entrance into the sanctuary like other Israelites.…”

[430]L.R.  Martin,., 2014, ‘Old Testament foundations for Christian hospitality’, Verbum et Ecclesia 35(1), Art. #752,  pag. 3 http://dx.doi.org/10.4102/ve.v35i1.752

[431]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 22 http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101:“ In the First Testament are there any examples of hospitality being extended to threatening non-Israelites? Only one such example is attested, and it is found in 2 Kgs 6.21-24. It is not to be interpreted as an act of kindness.”

[432]Cfr. T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 24  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101 “Hospitality, then, is directed at those relatively unknown travellers who are assumed to be members of one’s larger community, but not immediately recognized as such. In no cases are threatening foreigners (nokrîm) or resident aliens (gerîm) offered hospitality. Universalization of the practice, so that it might suit later altruistic agendas, is not a helpful interpretation of the First Testament.”

[433] Cfr. L. A. Snijders “zûr” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia, 2002, v. II coll. 593s.

[434] Crawford Howell Toy, voce “aliens” Jewish Encyclopedia, 1901-1906, New York and London http://www.jewishencyclopedia.com/articles/1235-aliens

[435] David L. Lieber “Strangers and gentiles.” In “Encyclopedia Judaica” 2008, Gale Group, volume p. 241s vol. 19

[436] L. A. Snijders “zûr” in Grande Lessico dell’ Antico Testamento ed. Paideia, Brescia, 2002, v. II col. 599

[437]Victor H. Matthews, “Hospitality and Hostility in Judges 4” Biblical Theology Bulletin: Journal of Bible and Culture, February 1, 1991 https://doi.org/10.1177/014610799102100103

[438]Cfr. David J. Zucker and Moshe Reiss, “Manly Women; Womanly Men in Judges 4–5”, Biblical Theology Bulletin Volume 45 Number 1 Pages 32–37 ““Although the biblical text is not explicit, several scholars have made a convincing case that these chapters, and especially the poetic version, hint at Jael’s powerful and erotic seduction of Sisera (Reis: 24–27, Bal 1988b; Bal 1988a: 228). Some ancient sources characterized Jael’s acts as erotica (Babylonian TalmudYevamot 103a–b; Nazir 23b; Horayot 10b) Elsewhere, Sisera is said to have intended to take her as a captive and bring her to his home (Pseudo-Philo: 31.3). Whether criticizing or defending Jael’s “hospitality/inhospitality,” or reading erotic sexuality into the interchange between Jael and Sisera within her tent, it is clear that Jael emerges as a powerful figure that takes charge of the situation in which she finds herself.”

[439] AA.VV. “Bereyit Rabba. Commento alla Genesi” (Classici della religione) (Italian Edition), UTET. Edizione del Kindle 2013, cap. 48, posizioni del Kindle 7472s.

[440]Emil G. Hirsch, Ira Maurice Price voce “Jael”, Jewish Encyclopedia, del 1906 consultata sul sito www.jewishencyclopedia.com  il 6-5-2020 http://www.jewishencyclopedia.com/articles/8495-jael-the-kenite-woman “The poetic account (Judges v.), while it does not give all the details of the prose record, by no means conflicts; it is complementary. Jael’s act, praised in Judges v. 24, is contrary to modern ideas of right and to the obligations of hospitality as recognized in the East to-day. But she was a Kenite, akin to Israel; and history contains many precedents to justify a breach of faith under such circumstances. Though barbarous to modern sentiment, her act was not below the morality of her times.”

[441] Emil G. Hirsch , Julius H. Greenstone , Solomon Schechter  voce “hospitality” Jewish Encyclopedia, del 1906, consultata sul sito il 6-5-2020  http://www.jewishencyclopedia.com/articles/7905-hospitality. “ In one instance, the case of Jael and Sisera, a breach of hospitality is lauded by the Biblical writer (ib. IV. 18-21, V. 24-27). This was probably due to the bitter enmity entertained by the oppressed Jews toward their Canaanitish neighbors. Otherwise such a transgression could never have been tolerated in primitive Jewish society”

[442]Dizionario Biblico, Studium 1963, voce “Debora”

[443] Yairah Amit in “Judges 4: Its Contents and Form,” (JSOT 39 (1987 ), 89-111

[444]  Tikva Frymer-Kensky voce “Jael”, 23 giugno 2021 Encyclopedia of Jewish Women, https://jwa.org/encyclopedia/article/jael-bible “Jael thus fulfills Deborah’s prophecy, but she confounds other expectations. … Whatever her motives, the story considers her action the will of God”

[445] J. Skinner “A critical and exegetical commentary on Genesis” T. & T. Clarke, Edinburgh, 1912 p. 307

[446]T.R. Hobbs, , “Hospitality in the First Testament and the “teleological fallacy”’, Journal for the Study of the Old Testament 95 (2001), p. 19  http://dx.doi.org/10.1177/030908920102600101 “Abraham sojourned in Canaan with little contact with locals. Where he does have contact that involves the offer of gifts (Gen. 14 and 23), he makes clear that he will not be placed in the debt of his ‘hosts’. In other words, in the terms of the present discussion, he refuses hospitality.”

[447] Aristotele, Etica, l. 6 c.5 n.4, citato in s. Tomma “Somma Teologica” II-II q. 47 a.8

[448] Merkelbach B. H. Merkelbach , “Summa theologiae moralis ad mentem D. Thomae et ad normam iuris novi”  Brugis – Belgica , 1959 v. I pp. 708-712;

[449] Merkelbach B. H. Merkelbach , “Summa theologiae moralis ad mentem D. Thomae et ad normam iuris novi”  Brugis – Belgica , 1959 v. I pp. 708-712

[450] Merkelbach B. H. Merkelbach , “Summa theologiae moralis ad mentem D. Thomae et ad normam iuris novi”  Brugis – Belgica , 1959 v. I pp. 708-712

[451] Merkelbach B. H. Merkelbach , “Summa theologiae moralis ad mentem D. Thomae et ad normam iuris novi”  Brugis – Belgica , 1959 v. I pp. 708-712

[452] Merkelbach B. H. Merkelbach , “Summa theologiae moralis ad mentem D. Thomae et ad normam iuris novi”  Brugis – Belgica , 1959 v. I pp. 708-712

[453] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 422. 10.31743/biban.13542

[454] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421ss, nota 31, 10.31743/biban.13542.

[455]B. N. Peterson “What was the Sin of Sodom: Homosexuality, Inhospitality, or Something Else?: Reading Genesis 19 as Torah” Resource Publications, an Imprint of Wipf and Stock Publishers. Edizione del Kindle 2016, chapter 10, posizioni del Kindle 3284ss.

[456] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?”, The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421ss, nota 31, 10.31743/biban.13542 “The narrator’s statement that “the men of Sodom, both young and old, all the people to the last man” demanded Lot’s guests (Gen 19:4) is standard biblical hyperbole, not intended to be taken literally but used for emphasizing the general wickedness of the city (cf. similar examples in Josh 10:40; Judg 20:26).”

[457] Papa Francesco “Lettera del Santo padre Francesco al Popolo di Dio.” www.vatican.va https://www.vatican.va/content/francesco/it/letters/2018/documents/papa-francesco_20180820_lettera-popolo-didio.html#_ftnref3

[458] Valerio Gigante  “Apertura vaticana sull’unione omosessuale, «legittima e degna espressione umana»” Adista 20.12.2019 https://www.adista.it/articolo/62597

[459] Dal profilo di J. Martin su Twitter, poi divenuto X, post del  5:59 PM · 19 dic 2019 https://twitter.com/jamesmartinsj/status/1207706926701776898

[460]Cindy Wooden “Book explores what Bible says about being human”, Catholic San Francisco Dec. 18, 2019 https://catholic-sf.org/news/book-explores-what-bible-says-about-being-human

[461]G. Murray “A Trojan Horse in the Pontifical Biblical Commission” The Catholic Thing, 26.12.2019 https://www.thecatholicthing.org/2019/12/26/a-trojan-horse-in-the-pontifical-biblical-commission/

[462]S. Skojec “Controversy Arises Over Early Reporting on Vatican Document Examining Homosexuality” OnePeterFive, 19.12.2019 https://onepeterfive.com/controversy-arises-over-early-reporting-on-vatican-document-examining-homosexuality/

[463]S. Skojec “Controversy Arises Over Early Reporting on Vatican Document Examining Homosexuality” OnePeterFive, 19.12.2019 https://onepeterfive.com/controversy-arises-over-early-reporting-on-vatican-document-examining-homosexuality/

[464] H. Witczyk “Il peccato dei rapporti omosessuali nella Sacra Scrittura. Accuse mediatiche e messaggio reale della domanda “Che cos’è l’uomo?” della Pontificia Commissione Biblica (Sal 8,5). Un itinerario di antropologia biblica (2019). Verbum Vitae , 39 (2021) (1), 5–24. https://doi.org/10.31743/vv.12674; M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022).. 415-430. 10.31743/biban.13542; G. de Virgilio “Analisi e prospettive teologiche del documento della Pontificia Commissione Biblica: Che cos’è l’uomo? (Sal 8,5) un itinerario di antropologia biblica.” RivB LXVIII (2020) pp. 547-570; M. Tabet “Presentazione del documento”Che cos’è l’uomo” Itinerario di antropologia biblica.”Annales Theologici 34, 2020 . pp. 93-111; M. Crimella “”Che cosa è l’uomo?” Il documento della Pontificia Commissione Biblica.” In Rivista del Clero Italiano 2020, 4, pp. 265-277

[465]Vatican News“Morandi: nel documento sull’antropologia non si apre alle unioni gay” Vatican News, 19-12-2019 https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-12/intervista-documento-antropologia-pontificia-commissione.html

[466] Biografia di S.E.R. Mons. Giacomo Morandi www.diocesi.re.it,    https://www.diocesi.re.it/diocesi-reggio-emilia-e-guastalla/struttura/s-e-mons-giacomo-morandi/

[467] M. Haynes “Archbishop Fernández hints at openness to same-sex ‘blessings’ if they don’t ‘feed confusion’” 5.7.2023 www.lifesitenews.com https://www.lifesitenews.com/news/archbishop-fernandez-hints-at-openness-to-same-sex-blessings-if-they-dont-feed-confusion/?utm_source=top_news&utm_campaign=usa  ;  S. Paciolla “L’arcivescovo Fernández: OK alle “benedizioni” per le coppie omosessuali se non “alimentano la confusione”. 6.7.2023 https://www.sabinopaciolla.com/larcivescovo-fernandez-ok-alle-benedizioni-per-le-coppie-omosessuali-se-non-alimentano-la-confusione/

[468]L. Moia “Padre Bovati. «Divorzio, da noi biblisti nessuna confusione»” Avvenire 19 dicembre 2019 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/divorzio-vietato-scherzare

[469]Dal «Primo Commonitorio» di Vincenzo di Lérins, Cap. 23; PL 50, 667-668; Ufficio delle Letture del venerdì della XXVII settimana del tempo ordinario https://www.maranatha.it/Ore/ord/LetVen/27VENpage.htm

[470]Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hunermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n.2802

[471]Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hunermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n.

3020 ; https://w2.vatican.va/content/pius-ix/it/documents/constitutio-dogmatica-dei-filius-24-aprilis-1870.html

[472]Benedetto XVI, Discorso ai membri della Pontificia Commissione Biblica, 23.4. 2009 http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2009/april/documents/hf_ben-xvi_spe_20090423_pcb.html

[473] Concilio Vaticano II, Cost. dogm. “Dei Verbum” 18.11.1965 , 10 www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html

[474]Benedetto XVI, Discorso ai membri della Pontificia Commissione Biblica, 2009 http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2009/april/documents/hf_ben-xvi_spe_20090423_pcb.html

[475] M. Healy “Homosexuality in the Pontifical Biblical Commission Document “What Is Man”?” The Biblical Annals. 12 (2022) p. 421ss, nota 31, 10.31743/biban.13542.

[476]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 128 s.

[477] P. Bovati “Che cosa è l’uomo? Il nuovo documento della Pontificia Commissione Biblica.” In “La Civiltà Cattolica.” 171 (2020) I, p. 209; Card. Luis Ladaria “Presentazione” in Pontificia Commissione Biblica “Che cosa è l’uomo?” 30.9.2019,  www.vatican.va, https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20190930_cosa-e-luomo_it.html

[478]“«Questi non sai che casino ci combinano». Il retroscena di Forte sui lavori sinodali” Il Timone News 4 maggio 2016    http://www.iltimone.org/news-timone/questi-non-sai-che-casino-ci-combinano-il-retrosce/

[479]Congregazione per la Dottrina della Fede “Lettera ai Vescovi della Chiesa sulla cura pastorale delle persone omosessuali”,  nn. 5-7 www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html

[480]A. Pincherle “Padri della Chiesa” in “Enciclopedia Italiana” Treccani 1935  https://www.treccani.it/enciclopedia/padri-della-chiesa_%28Enciclopedia-Italiana%29/

[481]In Mattheum PG 58 , 565  https://books.google.it/books?id=DH_YAAAAMAAJ&redir_esc=y

[482] Cfr. Tertulliani “Liber De pudicitia.” http://www.tertullian.org/latin/de_pudicitia.htm

[483]“La città di Dio” c. XVI , 30 www.augustinus.it https://www.augustinus.it/italiano/cdd/cdd_16_libro.htm

[484]Cfr. Epistula LV,  PL v. XXII col. 562 https://books.google.it/books?id=4ag6WQIQ8fYC&redir_esc=y

[485]In Isaiam prophetam PL XXIV col. 65 https://books.google.it/books?id=M_kUAAAAQAAJ&redir_esc=y

[486]Progetto Gionata “Norbert Reck. Un teologo cattolico gay” https://www.gionata.org/norbert-reck-un-teologo-cattolico-e-gay/

[487]N. Reck “Desideri pericolosi. I discorsi cattolici sull’ omosessualità” in Concilium 1/ 2008 p. 27

[488]Pontificia Commissione Biblica “Ispirazione e verità nella Sacra Scrittura” 22.2.2014 , n.2.1 www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20140222_ispirazione-verita-sacra-scrittura_it.html#2._La_testimonianza_di_scritti_scelti_dell%E2%80%99Antico_Testamento_

[489]N. Reck “Desideri pericolosi. I discorsi cattolici sull’ omosessualità” in Concilium 1/ 2008 p. 28

[490]Cf.  1 Cor 5,1-6.9; 7,2; 10,8; Ef 5,5-7; 1 Tm 1,10; Eb 13,4; 1 Cor 6,12-20; Innocenzo IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459: Denz 1367; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499;  Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 vedi anche n. 7 ; www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html  ; S. Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” n.11 ss www.vatican.va    http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[491]Cf.  1 Cor 5,1-6.9; 7,2; 10,8; Ef 5,5-7; 1 Tm 1,10; Eb 13,4; 1 Cor 6,12-20; Innocenzo IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459: Denz 1367; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499;  Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 vedi anche n. 7 ; www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html  ; S. Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” n.11 ss www.vatican.va    http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[492] N. Reck “Desideri pericolosi. I discorsi cattolici sull’ omosessualità” in Concilium 1/ 2008  pp. 30s

[493]Cfr.Sermone IV domenica dopo Pasqua https://www.santantonio.org/it/sermoni/sermoni-domenicali/domenica-iv-dopo-pasqua

[494]Cfr. Catechismo Tridentino, ed. Cantagalli, 1992, https://www.maranatha.it/catrident/31page.htm  n. 335

[495]II-II q. 153 a. 4 , traduzione tratta dalla  edizione della Somma Teologica in CD Rom del 2001, ESD

[496] S. Alfonso Maria de Liguori “Selva di materie predicabili ed istruttive” in «Opere di S. Alfonso Maria de Liguori», Pier Giacinto Marietti, Vol. III, pp. 45,Torino 1880   http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P2Z8.HTM#15P

[497]Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera “Homosexualitatis problema”

ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali,

del 31 ottobre 1986 n. 3

[498]N. Reck “Desideri pericolosi. I discorsi cattolici sull’ omosessualità” in Concilium 1/ 2008  pp. 33

[499] N. Reck “Desideri pericolosi. I discorsi cattolici sull’ omosessualità” in Concilium 1/ 2008  pp. 33

[500]Congregazione per la Dottrina della Fede “Lettera ai Vescovi della Chiesa sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, n. 4  www.vatican.va  1.10.1986 http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html

[501] Concilio Vaticano II, Cost. past. “Gaudium et spes”, 22: AAS 58 (1966) 1042.

[502]Cf.  1 Cor 5,1-6.9; 7,2; 10,8; Ef 5,5-7; 1 Tm 1,10; Eb 13,4; 1 Cor 6,12-20; Innocenzo IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459: Denz 1367; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499;  Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 vedi anche n. 7, 29.12.1975 www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html  ; S. Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” n.11 ss www.vatican.va  22.11.1981  http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[503]Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 , vedi anche n. 7, 29.12.1975  www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html

[504]E. Sgreccia “Manuale di bioetica” Vita e Pensiero, 2002, vol. II , p. 152

[505] Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1954-1960; Giovanni Paolo II, Enciclica “Veritatis splendor”, nn. 40-53.

[506]Commissione Teologica Internazionale “Alla ricerca di un’etica universale. Nuovo sguardo sulla legge naturale” n. 34 www.vatican.va  20.5.2009 http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_doc_20090520_legge-naturale_it.html#Conclusione

[507]Cfr. “Somma contro i Gentili”, ed UTET, 2013, ebook, l. III cc. 122; II-II q. 154 a. 11; Super Sent., lib. 4 d. 41 q. 1 a. 4 qc. 2 co. ; Super Sent. 4, dist. 14, q. 2, a. 5, exp. Textus; Super Isaiam, cap. 4 l. 1.

[508]“Somma contro i Gentili”, ed UTET, 2013, ebook, l. III c. 122

[509]Commissione Teologica Internazionale “Alla ricerca di un’etica universale. Nuovo sguardo sulla legge naturale” n. 71-75 www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_doc_20090520_legge-naturale_it.html#Conclusione

[510]Cf.  1 Cor 5,1-6.9; 7,2; 10,8; Ef 5,5-7; 1 Tm 1,10; Eb 13,4; 1 Cor 6,12-20; Innocenzo IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459: Denz 1367; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499;  Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 vedi anche n. 7 , 29.12.1975, www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html ; S. Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” n.11 ss www.vatican.va  22.11.1981  http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[511] “De decem praeceptis”, a. 8 https://www.corpusthomisticum.org/cac.html#86729

[512] Concilio Vaticano II, Cost. past. “Gaudium et spes”, 48: AAS 58 (1966) 1068

[513] Indiculus, c. 8: DS 246 (PL 51, 209).

[514] Si veda l’intervista a p. Maggi che si trova in P. Rigliano “Gesù e le persone omosessuali.” (Italian Edition) . edizioni la meridiana. Edizione del Kindle 2011, posizioni del Kindle 1089ss; I. Scaramuzzi “ L’omosessualità è un abominio? Il biblista ‘boccia’ Malan: “Errore madornale” 23 novembre 2022 www.repubblica.it https://www.repubblica.it/politica/2022/11/23/news/gay_malan_bibbia_biblista-375768789/ ; https://www.gionata.org/bibbia-e-omosessualita-ne-parliamo-con-il-biblista-alberto-maggi21/ /

[515] S. Lanzi “Bibbia e omosessualità. Ne parliamo con il biblista Alberto Maggi.” 5.4.2011 www.gionata.org https://www.gionata.org/bibbia-e-omosessualita-ne-parliamo-con-il-biblista-alberto-maggi21/

[516] Stephanie Kirchgaessner “Ex-Vatican official Krzysztof Charamsa: ‘I’m a gay man. I’m not a monster 28.10.2015,  www.theguardian.com, https://www.theguardian.com/world/2015/oct/28/ex-vatican-official-krzysztof-charamsa-im-a-gay-man-im-not-a-monster

[517] Benedetto XVI “La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali.” 11.4.2019 www.acistampa.com https://www.acistampa.com/story/la-chiesa-e-lo-scandalo-degli-abusi-sessuali-testo-integrale-11148

[518]Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (French Edition) (p.76). Editions du Cerf. Edizione del Kindle

[519]Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (French Edition) (p.156). Editions du Cerf. Edizione del Kindle

[520] A. Oliva “Amours” (Theologie) (edizione francese) . Editions du Cerf. 2015 Edizione del Kindle, edizione italiana A. Oliva  “L’amicizia più grande. Un contributo teologico alle questioni sui divorziati risposati e sulle coppie omosessuali”, Prefazione di A. Cortesi, Firenze, Edizioni Nerbini, 2015.

[521]Civiltà Cattolica, “Un incontro privato del Papa con alcuni gesuiti colombiani” anno 2017, quaderno 4015,volume IV pag. 3 – 10,   7 ottobre 2017 https://it.aleteia.org/2017/09/29/amoris-laetitia-papa-francesco-risponde-dubia-morale-tomista/2/    http://www.laciviltacattolica.it/articolo/la-grazia-non-e-una-ideologia/

[522]I-II q. 31 a. 7  in c. traduzione tratta dalla  edizione della Somma Teologica in CD Rom del 2001, curata da ESD cioè Editrice Studio Domenicano

[523]Cfr. II-II q. 58 a. 10 ad 2m e  III q. 50 a. 5 in c.

[524] Si veda la voce “Bonum” in Roy J. Deferrari,  and Sister M. Inviolata Barry. With the technical collaboration of Ignatius McGuiness.,“A lexicon of St. Thomas Aquinas based on the Summa theologica and selected passages of his other works”. Washington, Catholic University of America Press pt.1-5 1948-1949

[525] I-II q. 85 a.3; traduzione tratta dalla  edizione della Somma Teologica in CD Rom del 2001, curata da ESD cioè Editrice Studio Domenicano

[526] Cfr. “Somma contro i Gentili”, ed UTET, 2013, ebook, l. III cc. 122; II-II q. 154 a. 11; Super Sent., lib. 4 d. 41 q. 1 a. 4 qc. 2 co.; Super Sent. 4, dist. 14, q. 2, a. 5, exp. Textus; Super Isaiam, cap. 4 l. 1.

[527]“Somma contro i Gentili”, ed UTET, 2013, ebook, l. III c. 122

[528]De decem praeceptis, a. 8 https://www.corpusthomisticum.org/cac.html#86729

[529]Cfr. Super Sent., lib. 3 d. 25 q. 2 a. 1 qc. 2 ad 3; Super Sent., lib. 4 d. 15 q. 2 a. 1 qc. 4  co. ; Super Sent., lib. 4 d. 15 q. 2 a. 1 qc. 4 ad 3

[530]II-II q. 33 a. 2, mia traduzione seguendo quella della “Somma Teologica” realizzata dalla ESD in CD Rom del 2001

[531]Cfr. in Super Sent., lib. 3 d. 25 q. 2 a. 1 qc. 2 ad 3; Super Sent., lib. 4 d. 15 q. 2 a. 1 qc. 4 arg. 3; Super Sent., lib. 4 d. 17 q. 3 a. 1 qc. 4 ad 3; De malo, q. 7 a. 1 ad 8; Super Romanos c. 13 l.2; In Gal, c.6, l.1

[532]Cfr. S. Pio X  Decreto “Sacra Tridentina Synodus” 16.12.1905 in Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hunermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 3375

[533]Cfr. Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (edizione francese) (pp. 76-77). Editions du Cerf. 2015 Edizione del Kindle.

[534]Si veda anche il testo del Catechismo presentato on-line dal Vaticano www.vatican.va  http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a6_it.htm

[535]Concilio Vaticano II, Cost. past. “Gaudium et spes”, 22: AAS 58 (1966) 1042.

[536]Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. “Gaudium et spes”, 22: AAS 58 (1966) 1042.

[537]Cfr. Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (edizione francese) (p.85). Editions du Cerf. Edizione del Kindle.

[538]Cfr. Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (edizione francese) (pp.85-86). Editions du Cerf. Edizione del Kindle.

[539]Cfr. Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (edizione francese) ( p.92 ). Editions du Cerf. Edizione del Kindle

[540]Cfr.  Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (edizione francese) (p.93). Editions du Cerf. Edizione del Kindle.

[541]Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (French Edition) (p.95). Editions du Cerf. Edizione del Kindle

[542]Cfr. Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (French Edition) (p.97). Editions du Cerf. Edizione del Kindle

[543]Cf.  1 Cor 5,1-6.9; 7,2 10,8; Ef 5,5-7; 1 Tm 1,10; Eb 13,4; 1 Cor 6,12-20; Innocenzo IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459: Denz 1367; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499;  Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 vedi anche n. 7 , 29.12.1975, www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html ; S. Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” n.11 www.vatican.va  22.11.1981  http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html; S. Tommaso d’ Aquino “De decem praeceptis”, a. 8 https://www.corpusthomisticum.org/cac.html#86729

[544] De decem praeceptis, a. 8 https://www.corpusthomisticum.org/cac.html#86729

[545]Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (French Edition) (p.100). Editions du Cerf. Edizione del Kindle.

[546]Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (French Edition) (p.104). Editions du Cerf. Edizione del Kindle

[547]Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5   vedi anche n. 7, 29.12.1975,   www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html

[548]De decem praeceptis, a. 8 https://www.corpusthomisticum.org/cac.html#86729

[549] Papa Paolo VI Enciclica “Humanae Vitae” nn. 12-14; Papa Giovanni Paolo VI Esortazione “Familiaris Consortio” n. 32

[550] Cfr. Risposta della Sacra Penitenzieria del 16.6.1880 citata da R. Garcia de Haro “Matrimonio & Famiglia nei documenti del Magistero”. Ares , Milano, 1989 p. 111

[551] G. Carbone “Pio XI condannò i metodi naturali? Falso” 18.12.2014 lanuovabq.it,  https://lanuovabq.it/it/pdf/pio-xi-condanno-i-metodi-naturali-falso

[552] Pio XII “Discorso di Sua Santità Pio XII alle partecipanti al Congresso della unione cattolica italiana delle ostetriche.” 29.1.1951 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/speeches/1951/documents/hf_p-xii_spe_19511029_ostetriche.html

[553] Pio XII “Discorso di Sua Santità Pio XII alle partecipanti al Congresso della unione cattolica italiana delle ostetriche.” 29.1.1951 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/speeches/1951/documents/hf_p-xii_spe_19511029_ostetriche.html

[554] Pio XII “Discorso di Sua Santità Pio XII alle partecipanti al Congresso della unione cattolica italiana delle ostetriche.” 29.1.1951 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/speeches/1951/documents/hf_p-xii_spe_19511029_ostetriche.html

[555] Papa Pio XI Enciclica “Casti Connbii” del 31 dicembre 1930

[556]Cfr. Oliva, Adriano. Amours (Theologie) (edizione francese) (p.106). Editions du Cerf. Edizione del Kindle

[557]Cfr. Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (French Edition) (pp.106-107). Editions du Cerf. Edizione del Kindle.

[558]Cfr. Adriano, Oliva, “Amours” (Theologie) (French Edition) (p.108). Editions du Cerf. Edizione del Kindle.

[559] Adriano, Oliva, “Amours”  (Theologie) (French Edition) (p.108 ss .p. 111). Editions du Cerf. Edizione del Kindle.

[560]Cfr. “Somma contro i Gentili” l. III c. 122; II-II q. 154 a. 11; Super Sent., lib. 4 d. 41 q. 1 a. 4 qc. 2 co.  Super Sent. 4, dist. 14, q. 2, a. 5, exp. Textus; Super Isaiam, cap. 4 l. 1.

[561]Cfr. A. Oliva “Per l’accoglienza di coppie omosessuali nel seno della Chiesa” in L’indice del Sinodo. Blog de “Il Regno” sui Sinodi dei vescovi 3.10.2015 http://www.lindicedelsinodo.it/2015/10/per-laccoglienza-di-coppie-omosessuali.html

[562] AA. VV. “Aquinas and homosexuality. Fine dominicans respond to Adriano Oliva” First Things 12.11.2015 https://www.firstthings.com/web-exclusives/2015/12/aquinas-homosexuality

[563] AA. VV. “Aquinas and homosexuality. Five dominicans respond to Adriano Oliva” First Things 12.11.2015 https://www.firstthings.com/web-exclusives/2015/12/aquinas-homosexuality

[564]Cfr. A. Oliva “Per l’accoglienza di coppie omosessuali nel seno della Chiesa” in L’indice del Sinodo. Blog de “Il Regno” sui Sinodi dei vescovi 3.10.2015 http://www.lindicedelsinodo.it/2015/10/per-laccoglienza-di-coppie-omosessuali.html

[565] G. Cavalcoli “Ci mancava solo s. Tommaso omosessualista! Il piacere sessuale secondo s. Tommaso d’ Aquino o secondo il domenicano Oliva? ” 26.2.2015 isoladipatmos.com  https://isoladipatmos.com/ci-mancava-solo-san-tommaso-daquino-omosessualista-il-piacere-omosessuale-secondo-san-tommaso-daquino-o-secondo-il-domenicano-adriano-oliva/

[566] G. Cavalcoli “Ci mancava solo s. Tommaso omosessualista! Il piacere sessuale secondo s. Tommaso d’ Aquino o secondo il domenicano Oliva? ” 26.2.2015 isoladipatmos.com  https://isoladipatmos.com/ci-mancava-solo-san-tommaso-daquino-omosessualista-il-piacere-omosessuale-secondo-san-tommaso-daquino-o-secondo-il-domenicano-adriano-oliva/

[567]Jesus Martinez Gordo”Se l’omosessualità è connaturale” http://www.settimananews.it/teologia/omosessualita-connaturale/  Settimana News  26.10.2020

[568]Jesus Martinez Gordo”Se l’omosessualità è connaturale” http://www.settimananews.it/teologia/omosessualita-connaturale/  Settimana News  26.10.2020

[569]Jesus Martinez Gordo “Se l’omosessualità è connaturale” http://www.settimananews.it/teologia/omosessualita-connaturale/  Settimana News  26.10.2020

[570]Cfr. F. Pieri “L’omosessualità non è connaturale.” Settimana news 5 novembre 2020  http://www.settimananews.it/teologia/omosessualita-non-connaturale/

[571]F. Pieri “L’omosessualità non è connaturale.” Settimana news 5 novembre 2020  http://www.settimananews.it/teologia/omosessualita-non-connaturale/

[572]M. Barbagli – A. Colombo, “Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia”, Il Mulino, Bologna 2007, p. 217

[573]M. Xiridou, The contribution of steady and casual partnerships to the incidentice of H1V infection among homosexual men in Amsterdam, in «Aids» 17 (2003), pp. 1029-1038.

[574]“Omosessualità, una proposta etica” Cittadella, Assisi 2010

[575]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 153 ss.

[576] G. Amato “Alla Facoltà Teologica Italia Settentrionale si insegnano i criteri perché l’amore omosessuale corrisponda al comandamento nuovo dell’amore di Cristo.” 17.6.2020 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/alla-facolta-teologica-italia-settentrionale-si-insegnano-i-criteri-perche-lamore-omosessuale-corrisponda-al-comandamento-nuovo-dellamore-di-cristo/

[577]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 40s.

[578] M. Faggioni “Atteggiamenti e prassi della Chiesa in epoca medievale e moderna.” in L. Melina, S. Belardinelli “Amare nella differenza.” Cantagalli 2012 p. 315ss

[579]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 42s

[580]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 46s

[581]Commissione Teologica Internazionale “Comunione e servizio. La persona umana creata a immagine di Dio.” n. 15s  www.vatican.va  23.7.2004 http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_doc_20040723_communion-stewardship_it.html

[582]Commissione Teologica Internazionale “Comunione e servizio. La persona umana creata a immagine di Dio.” n. 46  www.vatican.va  23.7.2004 http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_doc_20040723_communion-stewardship_it.html

[583] Dai «Discorsi» di san Pietro Crisòlogo, vescovo (Disc. 117; PL 52, 520-521), Ufficio delle letture del sabato della 29° settimana del tempo ordinario.

[584]Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. “Gaudium et spes”, 22: AAS 58 (1966) 1042.

[585]Concilio Vaticano II, Cost. past. “Gaudium et spes”, 22: AAS 58 (1966) 1042.

[586]Cf.  1 Cor 5,1-6.9; 7,2; 10,8; Ef 5,5-7; 1 Tm 1,10; Eb 13,4; 1 Cor 6,12-20; Innocenzo IV, Ep. “Sub catholicae professione”, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459: Denz 1367; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499;  Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 vedi anche n. 7 , 29.12.1975, www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html ; S. Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” n.11 ss   www.vatican.va  22.11.1981  http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[587]Cf.  1 Cor 5,1-6.9; 7,2; 10,8; Ef 5,5-7; 1 Tm 1,10; Eb 13,4; 1 Cor 6,12-20; Innocenzo IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459: Denz 1367; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499;  Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 vedi anche n. 7 , 29.12.1975,  www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html ; S. Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” n.11 ss www.vatican.va  22.11.1981  http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[588] Concilio Vaticano II, Cost. past. “Gaudium et spes”, 48: AAS 58 (1966) 1068

[589]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 167

[590] Indiculus, c. 8: DS 246 (PL 51, 209).

[591] cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 38s

[592]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 164 ss.

[593]Congregazione per la Dottrina della fede  “Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della Professio fidei” n. 11 www.vatican.va  1998 http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_1998_professio-fidei_it.html

[594]Cf.  1 Cor 5,1-6.9; 7,2; 10,8; Ef 5,5-7; 1 Tm 1,10; Eb 13,4; 1 Cor 6,12-20; Innocenzo IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459: Denz 1367; Sant’Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. “Casti connubii”, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499;  Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana” n. 5 vedi anche n. 7, 29.12.1975,  www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html   ; S. Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” n.11 ss www.vatican.va  22.11.1981  http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[595]Congregazione per la Dottrina della Fede “Notificazione sugli scritti e le attività di suor Gramick N.N.S.D. e di p. Nugent S.D.S”  www.vatican.va http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19990531_gramick-nugent-notification_it.html

[596]Congregazione per la Dottrina della Fede “Notificazione circa alcuni scritti del R. P. Marciano Vidal” www.vatican.va http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20010515_vidal_it.html

[597] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357; cf. Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; I Cor 6,10; I Tm 1,10; Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione “Persona humana”, n. 8: AAS 68 (1976), 84-85; ID., Lettera “Homosexualitatis problema” sulla cura pastorale delle persone omosessuali (1 ottobre 1986): AAS 79 (1987), 543-554.

[598]Congregazione per la Dottrina della Fede “Notificazione sul libro Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics di s. M. Farley R.S.M.” www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20120330_nota-farley_it.html

[599]Commissione Teologica Internazionale “L’interpretazione dei dogmi.” 1990 www.vatican.va   http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1989_interpretazione-dogmi_it.html

[600]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 128 s.

[601]Cfr. “Somma Contro i Gentili” l. III c. 122; II-II q. 154 a. 11; Super Sent., lib. 4 d. 41 q. 1 a. 4 qc. 2 co.  Super Sent. 4, dist. 14, q. 2, a. 5, exp. Textus; Super Isaiam, cap. 4 l. 1.

[602]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 128 s.

[603]Cfr. Congregazione per l’Educazione Cattolica “Orientamenti educativi sull’amore umano lineamenti di educazione sessuale” 1.11.1983 n. 22-30  www.vatican.va  https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccatheduc/documents/rc_con_ccatheduc_doc_19831101_sexual-education_it.html

[604]Cfr. A. Scola “Identità e differenza sessuale.” in Pontificio Consiglio per la Famiglia “Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche.” EDB, 2003 p. 449;  E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 1999 vol. I, p. 397s

[605]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 162 ss.

[606] Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 p. 158

[607] Cfr. E. Sgreccia “Manuale di bioetica” Vita e Pensiero 1999 2 voll.

[608]Cfr. E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 1999 vol. I, p. 397

[609]Cfr.   E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 1999 vol. I, p. 398

[610]Cfr.   E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 1999 vol. I, pp. 400

[611]Cfr.   E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 1999 vol. I, pp. 401ss

[612]Cfr. E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 2002 vol. II pag. 152

[613]S. Congregazione per la Dottrina della Fede: Dichiarazione circa alcune questioni di etica sessuale, Persona humana, 29 dicembre 1975, AAS 68 (1976) p. 77 n. I.

[614] Congregazione per l’Educazione Cattolica “Orientamenti educativi sull’amore umano lineamenti di educazione sessuale”   1.11.1983 n. 4  www.vatican.va  https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccatheduc/documents/rc_con_ccatheduc_doc_19831101_sexual-education_it.html

[615]Cfr. E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 1999 vol. I, pp. 397 ss

[616]Cfr. E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 1999 vol. I, pp. 397 ss

[617]Giovanni Paolo II: Udienza generale 14 novembre 1979, Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II-2, 1979, p. 1156, n. 4.

[618]Giovanni Paolo II: Udienza generale 9 gennaio 1980, Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III-I, 1980, p. 90, n. 4.

[619]Giovanni Paolo II : Udienza generale 20 febbraio 1980, Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III-I, 1980, p. 430, n. 4

[620] Concilio Vaticano II “Gaudium et spes”, n. 22.

[621] Congregazione per l’Educazione Cattolica “Orientamenti educativi sull’amore umano lineamenti di educazione sessuale” 1.11.1983 n. 22-30  www.vatican.va  https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccatheduc/documents/rc_con_ccatheduc_doc_19831101_sexual-education_it.html

[622]E. Sgreccia “Manuale di bioetica”Vita e Pensiero 1999 vol. I, pp. 401 ss; idem Vita e Pensiero 2002, vol. II pag. 138ss

[623]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 p. 168

[624]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 p. 169

[625]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 p. 169

[626]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 p. 174

[627]L. Moia “Omosessuali, le risposte necessarie” Avvenire 14 ottobre 2020 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/omosessuali-libro-fumagalli-prefazione-semeraro

[628] L. Moia “Omosessuali, le risposte necessarie” Avvenire 14 ottobre 2020 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/omosessuali-libro-fumagalli-prefazione-semeraro

[629]L. Moia “Omosessuali, le risposte necessarie” Avvenire 14 ottobre 2020 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/omosessuali-libro-fumagalli-prefazione-semeraro

[630]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.”Cittadella Editrice 2020 p. 174

[631]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.”Cittadella Editrice 2020 p. 174

[632] cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.”Cittadella Editrice 2020 nota 75 p. 174

[633] Mc 10, 26s; Lc. 18,26.

[634] G. Amato “Alla Facoltà Teologica Italia Settentrionale si insegnano i criteri perché l’amore omosessuale corrisponda al comandamento nuovo dell’amore di Cristo.” 17.6.2020 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/alla-facolta-teologica-italia-settentrionale-si-insegnano-i-criteri-perche-lamore-omosessuale-corrisponda-al-comandamento-nuovo-dellamore-di-cristo/

[635]Cfr. G. Piana “Postfazione” in A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp.197 ss

[636]Cfr. G. Piana,“Omosessualità” Cittadella Editrice 2010

[637]Cfr. G. Piana “Postfazione” in A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp.197 ss

[638] Cfr. G. Piana “Postfazione” in A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 p. 202

[639] Cfr. Catechismo Tridentino, ed. Cantagalli 1981, n. 139 https://www.maranatha.it/catrident/16page.htm

[640]“Dalle «Conferenze» di san Tommaso d’Aquino, sacerdote, Conf. sul Credo; Opuscula theologica 2; Torino 1954, pp. 216-217 , Ufficio delle Letture, sabato della XXXIII settimana del T.O. https://www.maranatha.it/Ore/ord/LetSab/33SABpage.htm

[641] Cfr. Catechismo Tridentino, ed. Cantagalli 1981, n. 140ss https://www.maranatha.it/catrident/16page.htm

[642]Cfr. Catechismo Tridentino, ed. Cantagalli 1981, n. 140ss https://www.maranatha.it/catrident/16page.htm n. 143ss

[643]Benedetto XII, Cost. “Benedictus Deus”: DS 1000; cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. “Lumen gentium”, 49: AAS 57 (1965) 54; citato in Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1023

[644]S. Alfonso “Selva di materie predicabili” in «Opere di S. Alfonso Maria de Liguori», Pier Giacinto Marietti, Vol. III ,Torino 1880 p. 42 http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_P2Z8.HTM

[645]Suor Lucia del Cuore Immacolato “Memorie di Suor Lucia”, Fátima 2010 pp. 172-174 (IV Memoria), Quarta apparizione della Madonna https://www.fatima.pt/it/pages/narrativa-delle-apparizioni-

[646] Cfr. “Pensees du pere Bourdaloue”, Bruxelles 1755, t. I , p. 81ss

[647]“Dagli “Scritti” di santa Rosa da Lima, vergine, Al medico Castillo; ed. L. Getino, La Patrona de América, Madrid 1928, pp. 54-55 in Liturgia delle Ore, Ed. LEV, 2007, vol. 4  http://www-maranatha-it.blogspot.com/2010/08/santa-rosa-da-lima-vergine-23-agosto.html

[648]Concilio Ecumenico Vaticano II Cost. “Gaudium et Spes n. 37, www.vatican.va , http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html

[649]S. Ignazio di Antiochia,  “Lettera ai cristiani di Magnesia”, Intr.; Capp. 1, 1 5, 2; Funk 1, 191-195;  Ufficio Letture della XXVI dom. del T. O. https://www.maranatha.it/Ore/ord/LetDom/16DOMpage.htm

[650]Evagrio Pontico, “Capita practica ad Anatolium”, 49: SC 171, 610 (PG 40, 1245)

[651]P. Cugini “La chiesa e la contaminazione omosessuale.” 18/01/2018 www.adista.it https://www.adista.it/articolo/58131

[652] Carmelo Dotolo, “Teologia e postcristianesimo. Un percorso interdisciplinare.”, Editore: Queriniana, 2017

[653] B. Brogliato, D. Migliorini “L’ amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e pastorale. In dialogo per una nuova sintesi.” Cittadella 2014

[654] Ansa.it “Vaticano: vescovo Anversa, ‘chiedo scusa alle coppie gay’” 19.3.2021 www.ansa.it https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2021/03/19/vaticano-vescovo-anversa-chiedo-scusa-alle-coppie-gay_d0bb65a4-c719-48fc-8735-0fef2a884035.html

[655] www.die-tagespost.de „Sichtweise der Kirche ist theologisch nicht zwingend“ www.die-tagespost.de https://www.die-tagespost.de/kirche/synodaler-weg/sichtweise-der-kirche-ist-theologisch-nicht-zwingend-art-233519

[656] Die Tagepost “Synodalversammlung stimmt für Neubewertung der Homosexualität.” 9.9.2022   https://www.die-tagespost.de/kirche/synodaler-weg/synodalversammlung-stimmt-fuer-neubewertung-der-homosexualitaet-art-232082

[657] J. Nicolosi “A call for a psychologically informed ministry for homosexual cattolici.” In L. Melina, S. Belardi-nelli  “Amare nella differenza” Cantagalli 2012 p. 524

[658] T. Anatrella “Le diverses formes du phenomène de l’ homosexualité.” in S. Belardinelli – L. Melina “Amare nella differenza.” Cantagalli – Libreria Editrice Vaticana 2012 p. 71

[659] J. Nicolosi “A call for a psychologically informed ministry for homosexual cattolici.” In L. Melina, S. Belardi-nelli  “Amare nella differenza” Cantagalli 2012 p. 524

[660] J. Nicolosi “A call for a psychologically informed ministry for homosexual cattolici.” In L. Melina, S. Belardi-nelli  “Amare nella differenza” Cantagalli 2012 p. 524

[661] R. Reilly “Making gay okay.” Ignatius Press 2015, pp.131-140

[662] R. Reilly “Making gay okay.” Ignatius Press 2015, pp.134s

[663] Simon LeVay’s home page at Golden Map, accessed August 1, 2013, http://en.goldenmap.com/Simon_LeVay

[664] M. Breedlove “Real Scientists Debunk JONAH’s Junk Science”, video, 2:35, posted by Wayne Besen, September 25, 2012, http://www.truthwinsout.org/opinion/2012/09/29888/

[665] Gerard van den Aardweg,. “Science says NO!: The Gay ‘Marriage’ Deception” (p. 13). Lumen Fidei Press. Edizione del Kindle.

[666]GJM van den Aardweg. “On the Psychogenesis of Homosexuality”. Linacre Q. 2011 Aug;78(3):330-354. doi: 10.1179/002436311803888267. Epub 2011 Aug 1. PMID: 30082952; PMCID: PMC6026959.

[667]Cfr. A. Fumagalli “L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana.” Cittadella Editrice 2020 pp. 46; N. M. Shah – T.M. Jessel -J.R. Santes “La differenziazione sessuale del sistema nervoso.” in E. R. Kandel et Alii (edd.) “Principi di neuroscienze.” Casa Ambrosiana, Rozzano (MI) 2015, 1311-332

[668] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[669]Sant’Agostino, “Confessioni”, c. III, p. 8 https://www.augustinus.it/italiano/confessioni/conf_03_libro.htm; S. August., De Gen. ad litt., lib. IX, cap. 7, n. 12. Citato in Pio XI “Casti Connubii”, I , 21.12.1930  https://www.vatican.va/content/pius-xi/it/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19301231_casti-connubii.html ; San Giovanni Crisostomo, Homilia IV in Epistula Pauli ad Romanos; cfr. Patrologia Graeca, vol. 47, coll. 360-62  https://www.ricognizioni.it/san-giovanni-crisostomo-e-lomosessualita-come-passione-diabolica-di-don-marcello-stanzione/  F. Bernabei (a cura di ), “Chiesa e omosessualità – Le ragioni di un’immutabile condanna” (Centro Culturale Lepanto, Roma, Supp. a “Lepanto” n. 138, gen. Feb. 1995 p. 7-8

[670] M. Hickson “Cardinal Müller endorses cardinals’ dubia on the Synod on Synodality.” 2.10.2023 www.lifesitenews.com https://www.lifesitenews.com/blogs/cardinal-Müller-endorses-cardinals-dubia-on-the-synod-on-synodality/

[671] S. Paciolla “Card. Müller: “Una ‘benedizione’ fittizia di coppie dello stesso sesso non è solo una bestemmia contro il Creatore del mondo e dell’umanità, ma anche un grave peccato contro la salvezza delle persone interessate”  www.sabinopaciolla.com 30.9.2023 https://www.sabinopaciolla.com/card-Müller-una-benedizione-fittizia-di-coppie-dello-stesso-sesso-non-e-solo-una-bestemmia-contro-il-creatore-del-mondo-e-dellumanita-ma-anche-un-grave-peccato-contro-la-salvezza-delle-pers/

[672] J. Nicolosi “A call for a psychologically informed ministry for homosexual cattolici.” In L. Melina, S. Belardi-nelli  “Amare nella differenza” Cantagalli 2012 p. 531s

[673] S. Cernuzio“Juan Carlos Cruz: “Il Papa mi disse, Non importa che tu sia gay, Dio ti ha fatto così e ti ama in questo modo…” 21.10.2020  www.lastampa.it https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/10/21/news/juan-carlos-cruz-il-papa-mi-disse-non-importa-che-tu-sia-gay-dio-ti-ha-fatto-cosi-e-ti-ama-in-questo-modo-1.39444186/

[674] R. Marchesini  “Una lobby gay condiziona la Chiesa» https://lanuovabq.it/it/una-lobby-gay-condiziona-la-chiesa” 20.12.2012 lanuovabq.it, https://lanuovabq.it/it/lobby-gay-nella-chiesa

[675] R. Marchesini  “Una lobby gay condiziona la Chiesa» https://lanuovabq.it/it/una-lobby-gay-condiziona-la-chiesa” 20.12.2012 lanuovabq.it, https://lanuovabq.it/it/lobby-gay-nella-chiesa

[676] “This has been shown for convicts, Walmsley & White (1979); teachers Cameron (1985; 2007); American priests –– this can be computed from the data in the John Jay Report (2004); and for foster fathers, see Cameron (2005). The priests involved in the widely publicized scandals have erroneously been presented in the media as paedophiles. Actually, the vast majority of them were not paedophiles but ‘ordinary’ homosexuals attracted to same-sex adolescents, so-called ephebophile homosexuals. … The connection between child/ adolescent sexual abuse and homosexuality must be kept from public awareness. Family Research Report (April 2010). 10% of the assaults by men (registered for 2007- 2009) were homosexual, 5 times more than to be expected if homos and heteros were equally delinquent, and supposing that 2% of servicemen were homosexual like in the population at large.”

[677] Gerard van den Aardweg. “Science says NO!: The Gay ‘Marriage’ Deception” (p.49). Lumen Fidei Press. Edizione del Kindle.

[678]  Marco Tosatti, “Bergoglio, il caso del pedofilo padre Grassi e un altro video imbarazzante e sconcertante.” Stilum Curiae, 17 Settembre 2018  https://www.marcotosatti.com/2018/09/17/bergoglio-il-caso-del-pedofilo-padre-grassi-e-un-video-imbarazzante-e-sconcertante/

[679] L. A. Henao and N. Winfield “Pope role in study of Argentine sex abuse case in spotlight” Associated Press, September 18, 2018 www.apnews.com https://www.apnews.com/85cff83cc9e2448d802e15d80bae7765

[680]traduzione tratta da questo sito: Gabriele Marconi “Caso Grassi: contro il Papa monta uno scandalo dall’Argentina”  https://www.breviarium.eu/2018/09/19/julio-grassi-papa-francesco-argentina-bergoglio/

[681] M. Tosatti “ Der Spiegel e le coperture degli abusi in Argentina al tempo di Bergoglio. Un’inchiesta di 19 pagine.” 22.9.2018 www.marcotosatti.com https://www.marcotosatti.com/2018/09/22/der-spiegel-e-le-coperture-degli-abusi-in-argentina-al-tempo-di-bergoglio-uninchiesta-di-19-pagine/

[682] “Testimonianza mons. Viganò. Quando arrivò papa Francesco furono rimosse tutte le sanzioni.” 26.8.2018 chiesaepostconcilio.blogspot.com, http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/08/testimonianza-mons-vigano-quando-arrivo.html.

[683] Archbishop Salvatore J. Cordileone “Archbishop Cordileone Letter to the Faithful on the Testimony of Archbishop Viganò”. www.catholicculture.org August 29, 2018 https://www.catholicculture.org/culture/library/view.cfm?recnum=11955

[684] Ed Condon “Former nunciature official: ‘Vigano said the truth’” 26.8.2018 www.catholicnewsagency.com. https://www.catholicnewsagency.com/news/39233/former-nunciature-official-vigano-said-the-truth

[685] S. Paciolla“Ramsey: ho cercato di fermare l’ex card. McCarrick per 30 anni, ma nessuno mi ha ascoltato. Ecco la storia.” 8.9.2018  https://www.sabinopaciolla.com/ramsey-ho-cercato-di-fermare-lex-card-mccarrick-per-30-anni-ma-nessuno-mi-ha-ascoltato-ecco-la-storia/

[686] S. Paciolla“Ramsey: ho cercato di fermare l’ex card. McCarrick per 30 anni, ma nessuno mi ha ascoltato. Ecco la storia.” 8.9.2018  https://www.sabinopaciolla.com/ramsey-ho-cercato-di-fermare-lex-card-mccarrick-per-30-anni-ma-nessuno-mi-ha-ascoltato-ecco-la-storia/

[687] A. M. Valli “Brandmüller e Burke: “Dove sta andando la Chiesa?”” 19.2.2019 www.aldomariavalli.it https://www.aldomariavalli.it/2019/02/19/brandmüller-e-burke-dove-sta-andando-la-chiesa/

[688] M. Tosatti “Müller: il Papa dovrebbe incontrare Viganò e rispondere alle accuse. La gente ha diritto di sapere.” 5.10.2018 www.marcotosatti.com https://www.marcotosatti.com/2018/10/05/Müller-il-papa-dovrebbe-incontrare-vigano-e-rispondere-alle-accuse-la-gente-ha-diritto-di-sapere/

[689] R. Cascioli “McCarrick, Viganò sbugiarda il Rapporto vaticano.” 14.11.2020 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/mccarrick-vigano-sbugiarda-il-rapporto-vaticano

[690] R. Cascioli “McCarrick, Viganò sbugiarda il Rapporto vaticano.” 14.11.2020 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/mccarrick-vigano-sbugiarda-il-rapporto-vaticano

[691] R. Cascioli “McCarrick, Viganò sbugiarda il Rapporto vaticano.” 14.11.2020 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/mccarrick-vigano-sbugiarda-il-rapporto-vaticano

[692] R. Cascioli “McCarrick, Viganò sbugiarda il Rapporto vaticano.” 14.11.2020 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/mccarrick-vigano-sbugiarda-il-rapporto-vaticano

[693] A. M. Valli “Quando il silenzio non è d’oro.” 4.9.2018 www.aldomariavalli.it  https://www.aldomariavalli.it/2018/09/04/quando-il-silenzio-non-e-doro/

[694] M. Hickson “Here’s what the book ‘The Dictator Pope’ says about Pope Francis’ handling of sex abuse cases.” 5.9.2018 www.lifesitenews.com https://www.lifesitenews.com/news/heres-what-the-book-the-dictator-pope-says-about-pope-francis-handling-of-s/

[695] R. Cascioli “Abusi in Cile, cade la testa del superaccusato Barros.” 12.6.2018 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/abusi-in-cile-cade-la-testa-del-superaccusato-barros

[696] M.B. Dougherty“A child abuse scandal is coming for Pope Francis.” theweek.com 3.1.2017  https://theweek.com/articles/670249/child-abuse-scandal-coming-pope-francis ; M. Hickson “Pope Defends the Dismissed Grand Chancellor of the Order of Malta – and Perhaps Further Shows His Bias” 6.1.2017  https://onepeterfive.com/pope-defends-dismissed-grand-chancellor-order-malta-perhaps-shows-bias/; Chiesa e post Concilio: “Il Papa difende il Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta rimosso – e fa forse ulteriore mostra di pregiudizi.” 9.1.2017 http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/01/il-papa-difende-il-gran-cancelliere.html

[697] M. Tosatti “Abusi sessuali, Herder Korrespondenz: il Papa ha bloccato la creazione del tribunale per i Vescovi responsabili.” 27.9.2018 www.marcotosatti.com https://www.marcotosatti.com/2018/09/27/abusi-herder-korrespondenz-il-papa-ha-bloccato-la-creazione-del-tribunale-per-i-vescovi-responsabili/

[698] M. Tosatti “Abusi sessuali, Herder Korrespondenz: il Papa ha bloccato la creazione del tribunale per i Vescovi responsabili.” 27.9.2018 www.marcotosatti.com https://www.marcotosatti.com/2018/09/27/abusi-herder-korrespondenz-il-papa-ha-bloccato-la-creazione-del-tribunale-per-i-vescovi-responsabili/

[699] S. Cernuzio “Pedofilia, il Papa riduce allo stato laicale don Mauro Inzoli.” 29.6.2017,  www.lastampa.it http://www.lastampa.it/2017/06/28/vaticaninsider/pedofilia-il-papa-riduce-allo-stato-laicale-don-mauro-inzoli-2EZbHYIuq9RPkWMB0L0QmM/pagina.html

[700] S. Cernuzio “Pedofilia, il Papa riduce allo stato laicale don Mauro Inzoli.” 29.6.2017,  www.lastampa.it http://www.lastampa.it/2017/06/28/vaticaninsider/pedofilia-il-papa-riduce-allo-stato-laicale-don-mauro-inzoli-2EZbHYIuq9RPkWMB0L0QmM/pagina.html

[701] Avvenire “Crema. Abusi, don Mauro Inzoli dimesso dallo stato clericale” 28.6.2017  www.avvenire.it https://www.avvenire.it/attualita/pagine/don-mauro-inzoli-dimesso-dallo-stato-clericale

[702] M. Hickson “Here’s what the book ‘The Dictator Pope’ says about Pope Francis’ handling of sex abuse cases.” 5.9.2018 www.lifesitenews.com https://www.lifesitenews.com/news/heres-what-the-book-the-dictator-pope-says-about-pope-francis-handling-of-s/

[703] M. Hickson “Here’s what the book ‘The Dictator Pope’ says about Pope Francis’ handling of sex abuse cases.” 5.9.2018 www.lifesitenews.com https://www.lifesitenews.com/news/heres-what-the-book-the-dictator-pope-says-about-pope-francis-handling-of-s/

[704] M. Tosatti “Abusi sessuali, Herder Korrespondenz: il Papa ha bloccato la creazione del tribunale per i Vescovi responsabili.” 27.9.2018 www.marcotosatti.com https://www.marcotosatti.com/2018/09/27/abusi-herder-korrespondenz-il-papa-ha-bloccato-la-creazione-del-tribunale-per-i-vescovi-responsabili/

[705] Chiesa e post concilio “Il Papa avrebbe licenziato il Cardinale Müller da Prefetto della CDF perché seguiva le regole della Chiesa sui casi di abusi.” 30.8.2018 chiesaepostconcilio.blogspot.com http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/08/il-papa-avrebbe-licenziato-il-cardinale.html

[706] M. Tosatti “Müller: il Papa dovrebbe incontrare Viganò e rispondere alle accuse. La gente ha diritto di sapere.” 5.10.2018 www.marcotosatti.com https://www.marcotosatti.com/2018/10/05/Müller-il-papa-dovrebbe-incontrare-vigano-e-rispondere-alle-accuse-la-gente-ha-diritto-di-sapere/

[707] M. Tosatti “Abusi sessuali, Herder Korrespondenz: il Papa ha bloccato la creazione del tribunale per i Vescovi responsabili.” 27.9.2018 www.marcotosatti.com https://www.marcotosatti.com/2018/09/27/abusi-herder-korrespondenz-il-papa-ha-bloccato-la-creazione-del-tribunale-per-i-vescovi-responsabili/

[708] R. Maccioni “La misura. Rupnik dimesso dai Gesuiti”. 15.6.2023 www.avvenire.it https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/rupnik-dimesso-dai-gesuiti

[709] Johan Verschueren SJ “Padre Marko Rupnik è stato dimesso dalla Compagnia di Gesù.” 16.6.2023  gesuiti.it https://gesuiti.it/padre-marko-rupnik-e-stato-dimesso-dalla-compagnia-di-gesu/

[710] Associated Press “Transcripción de la entrevista de AP con el papa Francisco” apnews.com 25.1.2023 https://apnews.com/article/a5cf2c1d450064b588ab3f41d3bf6994

[711] F. Tourn:  “Mentre mi baciava, ripeteva che lo faceva per il mio bene” 23.1.2023 ilsismografo.blogspot.com https://ilsismografo.blogspot.com/2023/01/italia-mentre-mi-baciava-ripeteva-che.html

[712] R. Cascioli “Ecco perché si deve insistere sullo scandalo Rupnik.” lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/ecco-perche-si-deve-insistere-sullo-scandalo-rupnik

[713] G. Cardinale “Vicariato di Roma. Gli esiti della «visita canonica»: al Centro Aletti comunità sana.” 19.9.2023 www.avvenire.it https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/gli-esiti-della-visita-canonica-comunita-sana-al

[714] L. Scrosati “Dal Vicariato di Roma uno schiaffo alle vittime di Rupnik” 19.9.2023 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/dal-vicariato-di-roma-uno-schiaffo-alle-vittime-di-rupnik

[715] Alcune vittime “Rupnik: il grido di un nuovo abuso.” 19 settembre 2023 www.settimananews.it http://www.settimananews.it/chiesa/rupnik-il-grido-di-un-nuovo-abuso/

[716] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[717] Papa Francesco “Lettera del Santo padre Francesco al Popolo di Dio.” www.vatican.va https://www.vatican.va/content/francesco/it/letters/2018/documents/papa-francesco_20180820_lettera-popolo-didio.html#_ftnref3

[718] Papa Francesco “Lettera al Cardinale Marc Ouellet, Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina” , 19 marzo 2016 https://www.vatican.va/content/francesco/it/letters/2016/documents/papa-francesco_20160319_pont-comm-america-latina.html

[719] Papa Francesco “Occorre ridare vita. Papa Francesco a colloquio con i gesuiti d’ Irlanda.” www.laciviltacattolica.it 15.9.2018 https://www.laciviltacattolica.it/articolo/occorre-ridare-vita/

[720] Papa Francesco “Discorso del Papa al termine dell’ incontro: “La protezione dei minori nella Chiesa.” 24.2.2019 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/february/documents/papa-francesco_20190224_incontro-protezioneminori-chiusura.html

[721] https://www.vatican.va/resources/index_it.htm

[722] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[723] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[724] “This has been shown for convicts, Walmsley & White (1979); teachers Cameron (1985; 2007); American priests –– this can be computed from the data in the John Jay Report (2004); and for foster fathers, see Cameron (2005). The priests involved in the widely publicized scandals have erroneously been presented in the media as paedophiles. Actually, the vast majority of them were not paedophiles but ‘ordinary’ homosexuals attracted to same-sex adolescents, so-called ephebophile homosexuals. … The connection between child/ adolescent sexual abuse and homosexuality must be kept from public awareness. Family Research Report (April 2010). 10% of the assaults by men (registered for 2007- 2009) were homosexual, 5 times more than to be expected if homos and heteros were equally delinquent, and supposing that 2% of servicemen were homosexual like in the population at large.”

[725] Gerard van den Aardweg. “Science says NO!: The Gay ‘Marriage’ Deception” (p.49). Lumen Fidei Press. Edizione del Kindle.

[726] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[727] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[728] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[729] M. Orlando “Abusi in Chiesa, il monsignore: “80% compiuto da preti omosessuali”” 17.12.2019  www.ilgiornale.it https://www.ilgiornale.it/news/mondo/vaticano-su-6-mila-casi-abusi-l80-compiuto-omosessuali-1800295.html

[730]Mons. Viganò “Testimonianza mons. Viganò. Quando arrivò papa Francesco furono rimosse tutte le sanzioni”, Chiesa e post concilio  26.8.2018 http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/08/testimonianza-mons-vigano-quando-arrivo.html

[731] P. Jasserer Smith  “Janet Smith to Bishops: ‘Save the Church — Tell Everything’” 14.8.2018 www.ncregister.com https://www.ncregister.com/news/janet-smith-to-bishops-save-the-church-tell-everything

[732]Mons. Viganò “Testimonianza mons. Viganò. Quando arrivò papa Francesco furono rimosse tutte le sanzioni”, Chiesa e post concilio  26.8.2018 http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/08/testimonianza-mons-vigano-quando-arrivo.html

[733] Mons. Viganò “Monsignor Viganò ai Vescovi del summit. Chiedete chiarezza su nomine e omosessualità. Senza paura” Stilum Curiae 16.2.2019 https://www.marcotosatti.com/2019/02/16/vigano-ai-vescovi-del-summit-chiedete-chiarezza-su-nomine-e-omosessualita-senza-paura-english-text-too/

[734] A. M. Valli “Brandmüller e Burke: “Dove sta andando la Chiesa?”” 19.2.2019 www.aldomariavalli.it https://www.aldomariavalli.it/2019/02/19/brandmüller-e-burke-dove-sta-andando-la-chiesa/

[735] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[736] Gerard van den Aardweg. “Science says NO!: The Gay ‘Marriage’ Deception” (p.49). Lumen Fidei Press. Edizione del Kindle.

[737]M. Tosatti “Chi muove i fili del summit che non tocca l’omosessualità.” La Nova Bussola Quotidiana 24.2.2019 https://lanuovabq.it/it/chi-muove-i-fili-del-summit-che-non-tocca-lomosessualita

[738] Papa Francesco “Discorso del Papa al termine dell’ incontro: “La protezione dei minori nella Chiesa.” 24.2.2019 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/february/documents/papa-francesco_20190224_incontro-protezioneminori-chiusura.html

[739]C. Spaemann : “La Chiesa non ha bisogno di un summit sugli abusi. Ha bisogno di indagare nelle proprie diocesi.” Il Blog di Sabino Paciolla  25.2.2019 https://www.sabinopaciolla.com/la-chiesa-non-ha-bisogno-di-un-summit-sugli-abusi-ha-bisogno-di-indagare-nelle-proprie-diocesi/

[740]C. Spaemann : “La Chiesa non ha bisogno di un summit sugli abusi. Ha bisogno di indagare nelle proprie diocesi.” Il Blog di Sabino Paciolla  25.2.2019 https://www.sabinopaciolla.com/la-chiesa-non-ha-bisogno-di-un-summit-sugli-abusi-ha-bisogno-di-indagare-nelle-proprie-diocesi/

[741] Papa Francesco Lettera Apostolica in forma di motu proprio “Vos estis lux mundi.” 7.5.2019 www.vatican.va  https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/papa-francesco-motu-proprio-20190507_vos-estis-lux-mundi.html

[742] S. Paciolla “Avvenire elogia Cuties, il film accusato di sdoganare la pedofilia.” 19.9.2020 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/avvenire-elogia-cuties-il-film-accusato-di-sdoganare-la-pedofilia/

[743]Cfr. P. Smeaton “Italian bishops’ newspaper defends Netflix film ‘Cuties’ accused of being ‘child porn’” Lifesite news 17.9.2020  https://www.lifesitenews.com/news/italian-bishops-newspaper-defends-netflix-film-cuties-accused-of-being-child-porn?utm_source=top_news&utm_campaign=standard

[744]Cfr. P. Smeaton “Italian bishops’ newspaper defends Netflix film ‘Cuties’ accused of being ‘child porn’” Lifesite news 17.9.2020  https://www.lifesitenews.com/news/italian-bishops-newspaper-defends-netflix-film-cuties-accused-of-being-child-porn?utm_source=top_news&utm_campaign=standard

[745]Cfr. P. Smeaton “Italian bishops’ newspaper defends Netflix film ‘Cuties’ accused of being ‘child porn’” Lifesite news 17.9.2020  https://www.lifesitenews.com/news/italian-bishops-newspaper-defends-netflix-film-cuties-accused-of-being-child-porn?utm_source=top_news&utm_campaign=standard

[746] S. Paciolla “Avvenire elogia Cuties, il film accusato di sdoganare la pedofilia.” 19.9.2020 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/avvenire-elogia-cuties-il-film-accusato-di-sdoganare-la-pedofilia/ “‘Cuties’ Netflix Film Prompts Criticism From Parents” https://www.youtube.com/watch?v=g3jhvXViI2o

[747]Cfr. P. Smeaton “Italian bishops’ newspaper defends Netflix film ‘Cuties’ accused of being ‘child porn’” Lifesite news 17.9.2020  https://www.lifesitenews.com/news/italian-bishops-newspaper-defends-netflix-film-cuties-accused-of-being-child-porn?utm_source=top_news&utm_campaign=standard

[748] E. Dovico “Cuties, un film che è bene non vedere.”, lanuovabq.it, 18.9.2020 https://lanuovabq.it/it/cuties-un-film-che-e-bene-non-vedere

[749]A. Fagioli “Il boicottaggio. “Mignonnes” (Cuties) è un film duro, ma educativo.” Avvenire 16.9.2020 https://www.avvenire.it/agora/pagine/mignonnes-un-film-duro-ma-educativo

[750]Avvenire, Tweeter, 16.9.2020 ore 4.30, pagina vista il 30.9.2020 https://twitter.com/Avvenire_Nei/status/1306238933999800321

[751] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[752] R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[753] M. Hickson “Vatican’s former doctrine head: Papal confidants said I lacked ‘mercy’ toward abusers.” 18.9.2018 www.lifesitenews.com, https://www.lifesitenews.com/blogs/vaticans-former-doctrine-head-papal-confidants-said-i-was-too-severe-lackin/

[754] S. Agostino “Opera incompiuta contro Giuliano.” 4,29 www.augustinus.it https://www.augustinus.it/italiano/contro_giuliano/index2.htm

[755] S. Agostino “Opera incompiuta contro Giuliano.” 4,69 www.augustinus.it https://www.augustinus.it/italiano/contro_giuliano/index2.htm

[756]M. Orlando “Il cardinale Burke: “Gli abusi sessuali sono atti omosessuali””. www.ilgiornale.it  18.8.2018 https://www.ilgiornale.it/news/mondo/cardinale-burke-abusi-sessuali-sono-atti-omosessuali-1565991.html

[757] R. Cascioli “Dietro gli attacchi a Benedetto la lobby Lgbt.” 11.02.2022 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/dietro-gli-attacchi-a-benedetto-la-lobby-lgbt

[758] Benedetto XVI “La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali.” 11.4.2019 www.acistampa.com https://www.acistampa.com/story/la-chiesa-e-lo-scandalo-degli-abusi-sessuali-testo-integrale-11148

[759] R. Cascioli “Dietro gli attacchi a Benedetto la lobby Lgbt.” 11.02.2022 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/dietro-gli-attacchi-a-benedetto-la-lobby-lgbt

[760] Gerard van den Aardweg. “Science says NO!: The Gay ‘Marriage’ Deception” (p.49). Lumen Fidei Press. Edizione del Kindle; Chiesa e post Concilio“Testimonianza mons. Viganò. Quando arrivò papa Francesco furono rimosse tutte le sanzioni.” 26.8.2018 chiesaepostconcilio.blogspot.com http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/08/testimonianza-mons-vigano-quando-arrivo.html ; R. Cascioli, “Müller: «I veri nemici del Papa sono i cortigiani»”, La Nuova Bussola Quotidiana, 3-2-2019 https://lanuovabq.it/it/mueller-i-veri-nemici-del-papa-sono-i-cortigiani

[761] Graziano “Concordantia discordantium Canonum.” Pars I , Distinct.83. canon.Error  http://www.columbia.edu/cu/lweb/digital/collections/cul/texts/ldpd_6029936_001/pages/ldpd_6029936_001_00000205.html?toggle=image&menu=maximize&top=&left= ; testo citato da s. Roberto Bellarmino nelle sue Controversie nella parte relativa ai Concili, libro I n. 14

[762] Graziano “Concordantia discordantium Canonum.” Pars I , Distinct.83. canon.Error  http://www.columbia.edu/cu/lweb/digital/collections/cul/texts/ldpd_6029936_001/pages/ldpd_6029936_001_00000205.html?toggle=image&menu=maximize&top=&left=

[763] Mons. H. Aguer ““Fiducia Supplicans” no debe ser obedecida – Mons. Héctor Aguer” 23.12.2023 centropieper.blogspot.com https://centropieper.blogspot.com/2023/12/fiducia-supplicans-no-debe-ser.html

[764] Si veda a questo proposito quanto ho detto nel I volume alle pagine 421-432.

[765] L. Moia “Omosessualità, quale bene nella relazione?”, Avvenire 19-2-2019 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/abusi-nella-chiesa-4

[766]L. Moia “Omosessualità, quale bene nella relazione?”, Avvenire 19-2-2019 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/abusi-nella-chiesa-4

[767]”L. Moia “Omosessualità, quale bene nella relazione?”, Avvenire 19-2-2019 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/abusi-nella-chiesa-4

[768]“Illustri studiosi laici ed ecclesiastici accusano Papa Francesco di eresia in una Lettera Aperta”, Chiesa e post concilio, 30 aprile 2019   http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/04/illustri-teologi-e-studiosi-accusano.html

[769]Sabino Paciolla “Card. Cupich: “non è nostro indirizzo negare la Santa Comunione agli sposati legati da matrimonio omosessuale” 10.10.2018 , www.sabinopaciolla.com,   https://www.sabinopaciolla.com/card-cupich-non-e-nostro-indirizzo-negare-la-santa-comunione-agli-sposati-legati-da-matrimonio-omosessuale/

[770] Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi , “Dichiarazione circa l’ammissibilità alla Santa Comunione dei divorziati risposati”, 24 giugno 2000, n.1 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/intrptxt/documents/rc_pc_intrptxt_doc_20000706_declaration_it.html

[771]  Chiesa e post Concilio “Comunione a Joe Biden, il Vaticano frena i vescovi statunitensi” 11.5.2021 chiesaepostconcilio.blogspot.com https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/05/comunione-joe-biden-il-vaticano-frena-i.html; tg24.sky.it  “Nyt, Vaticano a vescovi Usa: “Non neghino comunione a Biden per sua posizione su aborto”” 15.6.2021  tg24.sky.it  https://tg24.sky.it/mondo/2021/06/15/comunione-biden-vaticano-usa

[772] Niccolò Magnani “Comunione a Biden, ok Papa: ira vescovi Usa/ “Francesco, l’aborto è sacrilegio!”” 1.11.2021, www.ilsussidiario.net, https://www.ilsussidiario.net/news/comunione-a-biden-ok-papa-ira-vescovi-usa-francesco-laborto-e-sacrilegio/2244042/

[773] ANSA “Il Papa dà la comunione a Nancy Pelosi, il vescovo non voleva” 9.6.2022 www.ansa.it  https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/cronaca/2022/06/29/il-papa-da-la-comunione-a-nancy-pelosi-il-vescovo-non-voleva_6a1b4dcf-fc9e-4db1-8370-857eb60ba932.html

[774] Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi , “Dichiarazione circa l’ammissibilità alla Santa Comunione dei divorziati risposati”, 24 giugno 2000, n.1 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/intrptxt/documents/rc_pc_intrptxt_doc_20000706_declaration_it.html

[775] Dicastero per la Dottrina della Fede “Risposte ad alcune domande di S.E. Mons. José Negri, Vescovo di Santo Amaro, circa la partecipazione al sacramento del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive” 3 novembre 2023 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_20231031-documento-mons-negri.pdf

[776] D. Montagna “Exclusive: Viganò reveals what really happened when Pope Francis met privately with Kim Davis” LifeSiteNews 31-8-2018  https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-vigano-reveals-what-really-happened-when-pope-francis-met-private  ; Horowitz“The Man Who Took On Pope Francis: The Story Behind the Viganò Letter” The New York Times 28-8-2018 https://www.nytimes.com/2018/08/28/world/europe/archbishop-carlo-maria-vigano-pope-francis.html

Ermes Dovico “Gli errori di padre Martin spiegati da monsignor Chaput” Il Timone 21.9.2019  http://www.iltimone.org/news-timone/gli-errori-padre-martin-spiegati-monsignor-chaput/  ; Sabino Paciolla  “Padre James Martin: “Papa Francesco ha amici LGBT. E ha nominato molti cardinali, arcivescovi e vescovi che sostengono il mondo LGBT”  Il Blog di Sabino Paciolla  3.7.2019  https://www.sabinopaciolla.com/padre-james-martin-papa-francesco-ha-amici-lgbt-e-ha-nominato-molti-cardinali-arcivescovi-e-vescovi-che-sostengono-il-mondo-lgbt/

Autori vari “Illustri studiosi laici ed ecclesiastici accusano Papa Francesco di eresia in una Lettera Aperta” http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/04/illustri-teologi-e-studiosi-accusano.html

Sabino Paciolla  “Padre James Martin: “Papa Francesco ha amici LGBT. E ha nominato molti cardinali, arcivescovi e vescovi che sostengono il mondo LGBT” https://www.sabinopaciolla.com/padre-james-martin-papa-francesco-ha-amici-lgbt-e-ha-nominato-molti-cardinali-arcivescovi-e-vescovi-che-sostengono-il-mondo-lgbt/

  1. Paciolla “Incontro Mondiale delle famiglie, Vaticano invita gesuita sostenitore LGBT.” 12.6.2018, www.sabinopaciolla.com, https://www.sabinopaciolla.com/incontro-mondiale-famiglie-vaticano-invita-gesuita-sostenitore-lgbt/
  2. Cascioli “L’Incontro delle famiglie ostaggio della lobby gay” La Nuova Bussola Quotidiana 25.8.2018 https://lanuovabq.it/it/lincontro-delle-famiglie-ostaggio-della-lobby-gay
  3. Paciolla “Una foto che certifica un “cambio di paradigma” Il Blog di Sabino Paciolla 6.11.2019 https://www.sabinopaciolla.com/una-foto-che-certifica-un-cambio-di-paradigma/
  4. Paciolla “Incontro Mondiale delle famiglie, Vaticano invita gesuita sostenitore LGBT.” 12.6.2018, www.sabinopaciolla.com, https://www.sabinopaciolla.com/incontro-mondiale-famiglie-vaticano-invita-gesuita-sostenitore-lgbt/
  5. Laurence “Fr. James Martin announces major pro-gay conference stacked with dissident speakers”, Lifesitenews 14.11.2019 https://www.lifesitenews.com/news/fr-martin-announces-dissident-heavy-pro-gay-conference

Gerard O’Connell “Pope Francis encourages Jesuit Father James Martin in his L.G.B.T. ministry”  June 27, 2021 www.americamagazine.org    https://www.americamagazine.org/faith/2021/06/27/james-martin-lgbt-ministry-pope-francis-240938

Catholic News Service “God does not disown his children, pope tells LGBT Catholics” cruxnow.com, https://cruxnow.com/vatican/2022/05/god-does-not-disown-his-children-pope-tells-lgbt-catholics; Maccioni R. “Il Papa alle persone Lgbt: Dio non rinnega nessun figlio.”  lunedì 9 maggio 2022 www.avvenire.it,  https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/il-papa-alle-persone-lgbt-dio-non-rinnega-nessun-figlio

[777] Lifesitenews “Father James Martin’s LGBT propaganda is ‘heresy’: Cdl. Müller”, The John-Henry Westen Show, 22.6.2022, www.lifesitenews.com, https://www.lifesitenews.com/episodes/cdl-Müller-father-james-martins-lgbt-propaganda-is-heresy/

[778] R. Cascioli “E il Sinodo è già un trionfo per la lobby LGBTQ” 15.12.2021 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/e-il-sinodo-e-gia-un-trionfo-per-la-lobby-lgbtq; B. Fraga “Pope Francis thanks New Ways Ministry in recent correspondence.”8.12.2021,  www.ncronline.org, https://www.ncronline.org/news/people/pope-francis-thanks-new-ways-ministry-recent-correspondence

[779]P. Smeaton “LGBT ‘Pride’ Masses taking over multiple Catholic dioceses in England”  Lifesite News 4.11.2019  https://www.lifesitenews.com/news/lgbt-pride-masses-taking-over-multiple-catholic-dioceses-in-england ; A. Rossetto “Le Messe per l’ “orgoglio” LGBT conquistano diverse diocesi cattoliche in Inghilterra” Il Blog di Sabino Paciolla 6.11.2019 https://www.sabinopaciolla.com/le-messe-per-lorgoglio-lgbt-conquistano-diverse-diocesi-cattoliche-in-inghilterra/

[780]Cfr. T. Forcades “Siamo tutti diversi. Per una teologia queer.” Cap. VI.  Prima edizione digitale 2017 © 2016 Lit Edizioni Srl Castelvecchi. Edizione del Kindle. Aldo Maria Valli “Berrette rosse al merito bergogliano.” https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/berrette-rosse-al-merito-bergogliano/; Gionata.org “Teresa Forcades: “l’atto sessuale omosessuale deve essere valutato con gli stessi parametri di quello eterosessuale”” 28.6.2017 www.gionata.org https://www.gionata.org/teresa-forcades-latto-sessuale-omosessuale-deve-essere-valutato-con-gli-stessi-parametri-di-quello-eterosessuale/

[781] Lupo Glori “Papa Francesco apre le porte alla “teologia queer”?” 3.2.2018 www.corrispondenzaromana.it https://www.corrispondenzaromana.it/papa-francesco-apre-le-porte-alla-teologia-queer/

[782] Autori vari “Illustri studiosi laici ed ecclesiastici accusano Papa Francesco di eresia in una Lettera Aperta” http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/04/illustri-teologi-e-studiosi-accusano.html New Ways Ministry “New Appointee to Vatican Justice and Peace Office Has Pro-Gay Record” New Ways Ministry  19.5.2015 https://www.newwaysministry.org/2015/05/19/new-appointee-to-vatican-justice-and-peace-office-has-pro-gay-record/

  1. De Bernardo “The U.K.’s Marriage Equality Debate Heats Up”, New Ways Ministry 11.3.2012 https://www.newwaysministry.org/2012/03/11/the-u-k-s-marriage-equality-debate-heats-up/ ; Rorate Caeli “Great Thinkers of the Order of Friars Preachers”  https://rorate-caeli.blogspot.com/2012/03/great-thinkers-of-order-of-friars.html
  2. Serafino M. Lanzetta “Diabolicamente: perversioni in nome dell’Eucarestia.” 30.1.2023 https://www.youtube.com/watch?v=zrTNbr0-SWQ&t=428s

[783]L. Moia “Nuovo Istituto Giovanni Paolo II, ecco le cattedre e i docenti”, Avvenire 11 settembre 2019  https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/nomine-istituto-giovanni-paolo-ii

[784]Tempi.it “Che cosa è a rischio davvero nello scontro sull’Istituto Giovanni Paolo II”, 2.8.2019 www.tempi.it https://www.tempi.it/che-cosa-e-a-rischio-davvero-nello-scontro-sullistituto-giovanni-paolo-ii/

[785]T. Scandroglio “Offensiva catto-gay tra Avvenire e l’istituto di Paglia.” La Nuova Bussola Quotidiana  30.7.2019 https://lanuovabq.it/it/offensiva-catto-gay-tra-avvenire-e-listituto-di-paglia?fbclid=IwAR3BM5ZU6t6wWCpfQRUIivrfIm4eeTMDP-ncx_4HrK9Oa66SVoWDnKmUy88   ;  S. Paciolla “Un sacerdote legge l’intervista di don Chiodi a Moia. Sbigottito, commenta.” Il blog di Sabino Paciolla  30.7.2019  https://www.sabinopaciolla.com/un-sacerdote-legge-lintervista-di-don-chiodi-a-moia-sbigottito-commenta/

[786]Doug Mainwaring”Pope praises dissident nun for years of LGBT activism” 7.1.2022 www.lifesitenews.com ,   https://www.lifesitenews.com/news/pope-once-again-praises-dissident-nun-for-years-of-lgbt-activism/?utm_source=top_news&utm_campaign=usa

[787]Doug Mainwaring”Pope praises dissident nun for years of LGBT activism” 7.1.2022 www.lifesitenews.com ,   https://www.lifesitenews.com/news/pope-once-again-praises-dissident-nun-for-years-of-lgbt-activism/?utm_source=top_news&utm_campaign=usa

[788]M. Hickson “Cardinal Müller: Some statements by Pope Francis could be understood as material heresy.” 7.11.2023  https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-cardinal-muller-says-francis-has-uttered-material-heresy-but-is-still-the-pope/; traduzione italiana “ Card. Müller: Papa Francesco e la sua promozione dell’”eresia della prassi” 8.11.2023 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-papa-francesco-e-la-sua-promozione-delleresia-della-prassi/

[789] T. Scandroglio “Hollerich e l’omosessualità, quanti errori dal cardinale.” lanuovabq.it 5.2.2022 https://lanuovabq.it/it/hollerich-e-lomosessualita-quanti-errori-dal-cardinale-1

[790] David McLoone “Exclusive: Pro-LGBT cardinal claims Pope Francis is in ‘full agreement’ with his stance” 5.8.2022 https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-pro-lgbt-cardinal-claims-pope-francis-is-in-full-agreement-with-his-stance/

[791] R. Cascioli “LGBTQ, il cardinale Marx guida l’ultimo assalto al Catechismo.” 2.4.2022 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/lgbtq-il-cardinale-marx-guida-lultimo-assalto-al-catechismo

[792] R. Cascioli “LGBTQ, il cardinale Marx guida l’ultimo assalto al Catechismo.” 2.4.2022 https://lanuovabq.it/it/lgbtq-il-cardinale-marx-guida-lultimo-assalto-al-catechismo

[793] Cfr. A. M. Valli “La Via sinodale tedesca approva il testo che definisce gli atti omosessuali “non peccaminosi” e “non intrinsecamente malvagi” 14.9.2022 www.aldomariavalli.it  https://www.aldomariavalli.it/2022/09/14/la-via-sinodale-tedesca-approva-il-testo-che-definisce-gli-atti-omosessuali-non-peccaminosi-e-non-intrinsecamente-malvagi/ ; G. Cardinale “Benedizioni delle coppie omosessuali e celibato, strappo della Chiesa tedesca”  11 marzo 2023 www.avvenire.it https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/il-casobenedizioni-delle-coppie-omosessuali-e-celi ; Salvatore Cernuzio “Il Papa: condivido le preoccupazioni sugli sviluppi della Chiesa in Germania.” 21.11.2023 www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-11/papa-lettera-donne-tedesche-sinodo-chiesa-germania.html; P. Belletti: “Papa «preoccupato» per la deriva scismatica della chiesa tedesca.” 23.11. 2023 www.iltimone.org  https://www.iltimone.org/news-timone/papa-preoccupato-per-la-deriva-scismatica-della-chiesa-tedesca/

[794] fsspx.news “Secondo Mons. Bätzing, il catechismo deve essere modificato”  fsspx.news 9.3.2022 https://fsspx.news/it/news-events/news/secondo-mons-b%C3%A4tzing-il-catechismo-deve-essere-modificato-72177

[795] Gero P. Weishaupt „Tatsächlich eingetreten: Der Synodale Weg stellt sich eindeutig gegen das kirchliche Lehramt“ 7.2.2022 kath.net https://kath.net/news/77513 ; M. Galster “Si è avverato: La via sinodale tedesca si oppone in modo univoco al magistero della Chiesa. Come ci si deve comportare da cattolici se si arriva effettivamente a uno scisma?” 8.2.2022  https://www.sabinopaciolla.com/si-e-avverato-la-via-sinodale-tedesca-si-oppone-in-modo-univoco-al-magistero-della-chiesa-come-ci-si-deve-comportare-da-cattolici-se-si-arriva-effettivamente-a-uno-scisma/; www.synodalerweg.de “Dokumente, Reden und Beiträge” https://www.synodalerweg.de/dokumente-reden-und-beitraege#c6472;

[796] Vorlage des Synodalforums IV „Leben in gelingenden Beziehungen – Liebe leben in Sexualität und Partnerschaft “zur Ersten Lesung auf der Dritten Synodalversammlung (3.-5.2.2022) für den Handlungstext „Lehramtliche Neubewertung von Homosexualität“  https://www.synodalerweg.de/fileadmin/Synodalerweg/Dokumente_Reden_Beitraege/SV-III-Synodalforum-IV-Handlungstext.LehramtlicheNeubewertungVonHomosexualitaet-Lesung1.pdf, testo scaricabile dal sito: www.synodalerweg.de “Dokumente, Reden und Beiträge” https://www.synodalerweg.de/dokumente-reden-und-beitraege#c6472; si veda cfr. anche Gero P. Weishaupt „Tatsächlich eingetreten: Der Synodale Weg stellt sich eindeutig gegen das kirchliche Lehramt“ 7.2.2022 kath.net https://kath.net/news/77513 ; M. Galster “Si è avverato: La via sinodale tedesca si oppone in modo univoco al magistero della Chiesa. Come ci si deve comportare da cattolici se si arriva effettivamente a uno scisma?” 8.2.2022  https://www.sabinopaciolla.com/si-e-avverato-la-via-sinodale-tedesca-si-oppone-in-modo-univoco-al-magistero-della-chiesa-come-ci-si-deve-comportare-da-cattolici-se-si-arriva-effettivamente-a-uno-scisma/;

[797] Cfr. A. M. Valli “La Via sinodale tedesca approva il testo che definisce gli atti omosessuali “non peccaminosi” e “non intrinsecamente malvagi” 14.9.2022 www.aldomariavalli.it  https://www.aldomariavalli.it/2022/09/14/la-via-sinodale-tedesca-approva-il-testo-che-definisce-gli-atti-omosessuali-non-peccaminosi-e-non-intrinsecamente-malvagi/

[798] Die Tagepost “Synodalversammlung stimmt für Neubewertung der Homosexualität.” 9.9.2022   https://www.die-tagespost.de/kirche/synodaler-weg/synodalversammlung-stimmt-fuer-neubewertung-der-homosexualitaet-art-232082

[799] M. Hickson “Cdl. Brandmüller: German Synodal Path decisions a ‘mass apostasy from Holy Scripture and Tradition’” 19.9.2022, www.lifesitenews.com,  https://www.lifesitenews.com/blogs/cdl-brandmüller-german-synodal-path-decisions-a-mass-apostasy-from-holy-scripture-and-tradition/

[800] A. M. Valli “La Via sinodale tedesca approva il testo che definisce gli atti omosessuali “non peccaminosi” e “non intrinsecamente malvagi” 14.9.2022 www.aldomariavalli.it  https://www.aldomariavalli.it/2022/09/14/la-via-sinodale-tedesca-approva-il-testo-che-definisce-gli-atti-omosessuali-non-peccaminosi-e-non-intrinsecamente-malvagi/ ; Die Tagespost “Synodalversammlung stimmt für Neubewertung der Homosexualität.” 9.9.2022 www.die-tagespost.de, https://www.die-tagespost.de/kirche/synodaler-weg/synodalversammlung-stimmt-fuer-neubewertung-der-homosexualitaet-art-232082

[801] G. Cardinale “Benedizioni delle coppie omosessuali e celibato, strappo della Chiesa tedesca”  11 marzo 2023 www.avvenire.it https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/il-casobenedizioni-delle-coppie-omosessuali-e-celi

[802]Salvatore Cernuzio “Il Papa: condivido le preoccupazioni sugli sviluppi della Chiesa in Germania.” 21.11.2023 www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-11/papa-lettera-donne-tedesche-sinodo-chiesa-germania.html; P. Belletti: “Papa «preoccupato» per la deriva scismatica della chiesa tedesca.” 23.11. 2023 www.iltimone.org  https://www.iltimone.org/news-timone/papa-preoccupato-per-la-deriva-scismatica-della-chiesa-tedesca/

[803]Salvatore Cernuzio “Il Papa: condivido le preoccupazioni sugli sviluppi della Chiesa in Germania.” 21.11.2023 www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-11/papa-lettera-donne-tedesche-sinodo-chiesa-germania.html; P. Belletti: “Papa «preoccupato» per la deriva scismatica della chiesa tedesca.” 23.11. 2023 www.iltimone.org  https://www.iltimone.org/news-timone/papa-preoccupato-per-la-deriva-scismatica-della-chiesa-tedesca/

[804]Salvatore Cernuzio “Il Papa: condivido le preoccupazioni sugli sviluppi della Chiesa in Germania.” 21.11.2023 www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-11/papa-lettera-donne-tedesche-sinodo-chiesa-germania.html; P. Belletti: “Papa «preoccupato» per la deriva scismatica della chiesa tedesca.” 23.11. 2023 www.iltimone.org  https://www.iltimone.org/news-timone/papa-preoccupato-per-la-deriva-scismatica-della-chiesa-tedesca/

[805] Il Timone “Il Vaticano scrive ai vescovi tedeschi: su donne prete e atti omosessuali non si discute.” www.iltimone.org,  25.11.2023, https://www.iltimone.org/news-timone/il-vaticano-scrive-ai-vescovi-tedeschi-su-donne-prete-e-atti-omosessuali-non-si-discute/

[806]E. Pentin “Cardinal Müller Says Synod on Synodality Is Being Used by Some to Prepare the Church to Accept False Teaching.” 27.10.2023 , www.ncregister.com, https://www.ncregister.com/interview/cardinal-mueller-says-synod-on-synodality-is-being-used-by-some-to-prepare-the-church-to-accept-false-teaching?fbclid=IwAR2bS0HXol_YkHmbTNLanRwi5fCBUwhl77eWSZFUPzFva6hyePGroXsEWjk

[807]Congregazione per la Dottrina della Fede “Articolo di commento del Responsum ad dubium.” 22.02.2021 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20210222_articolo-responsum-dubium-unioni_it.html

[808] Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede, 18.12.2023

[809] G. L. Müller “Card. Müller: Il Papa perderebbe automaticamente il suo ufficio se insegnasse eresie.” 28.10.2023 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-il-papa-perderebbe-automaticamente-il-suo-ufficio-se-insegnasse-eresie/

[810]M. Hickson “Cardinal Müller: Some statements by Pope Francis could be understood as material heresy.” 7.11.2023  https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-cardinal-muller-says-francis-has-uttered-material-heresy-but-is-still-the-pope/; traduzione italiana “ Card. Müller: Papa Francesco e la sua promozione dell’”eresia della prassi” 8.11.2023 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-papa-francesco-e-la-sua-promozione-delleresia-della-prassi/

[811]M. Hickson “Cardinal Müller: Some statements by Pope Francis could be understood as material heresy.” 7.11.2023  https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-cardinal-muller-says-francis-has-uttered-material-heresy-but-is-still-the-pope/; traduzione italiana “ Card. Müller: Papa Francesco e la sua promozione dell’”eresia della prassi” 8.11.2023 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-papa-francesco-e-la-sua-promozione-delleresia-della-prassi/

[812]Congregazione per la Dottrina della Fede “Articolo di commento del Responsum ad dubium.” 22.02.2021 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20210222_articolo-responsum-dubium-unioni_it.html

[813] Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede, 18.12.2023

[814]S. Paciolla : “Moia, giornalista di Avvenire, nel suo nuovo libro suggerisce cambiamenti alla dottrina cattolica sull’omosessualità.” Il Blog di Sabino Paciolla 13.6.2020 https://www.sabinopaciolla.com/moia-giornalista-di-avvenire-nel-suo-nuovo-libro-suggerisce-cambiamenti-alla-dottrina-cattolica-sullomosessualita/

[815]M. Tosatti “Papa, Messa: Star gay lettore.” 28.9.2015 www.lastampa.it https://www.lastampa.it/blogs/2015/09/28/news/papa-messa-star-gay-lettore-1.37276412/

[816] Dicastero per la Dottrina della Fede “Risposte ad alcune domande di S.E. Mons. José Negri, Vescovo di Santo Amaro, circa la partecipazione al sacramento del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive” 3 novembre 2023 www.vatican.va https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_20231031-documento-mons-negri.pdf

[817] AP “Transcripción de la entrevista de AP con el papa Francisco.” apnews.com 25.1.2023 https://apnews.com/article/a5cf2c1d450064b588ab3f41d3bf6994  ; www.vaticannews.va “La lettera del Papa a padre James Martin su omosessualità e peccato” 28.1.2023 www.vaticannews.va https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-01/papa-francesco-lettera-padre-james-martin-omosessualita.html; J. Martin “Pope Francis clarifies comments on homosexuality: “One must consider the circumstances.” 27.1.2023  outreach.faith https://outreach.faith/2023/01/pope-francis-clarifies-comments-on-homosexuality-one-must-consider-the-circumstances/?_thumbnail_id=4545 .

[818]Doug Mainwaring”Pope praises dissident nun for years of LGBT activism” 7.1.2022 www.lifesitenews.com ,   https://www.lifesitenews.com/news/pope-once-again-praises-dissident-nun-for-years-of-lgbt-activism/?utm_source=top_news&utm_campaign=usa

[819] R. Cascioli “E il Sinodo è già un trionfo per la lobby LGBTQ.” 15.12.2021 lanuovabq.it  https://lanuovabq.it/it/e-il-sinodo-e-gia-un-trionfo-per-la-lobby-lgbtq

[820] R. Cascioli “E il Sinodo è già un trionfo per la lobby LGBTQ” 15.12.2021 lanuovabq.it https://lanuovabq.it/it/e-il-sinodo-e-gia-un-trionfo-per-la-lobby-lgbtq; B. Fraga “Pope Francis thanks New Ways Ministry in recent correspondence.”8.12.2021,  www.ncronline.org, https://www.ncronline.org/news/people/pope-francis-thanks-new-ways-ministry-recent-correspondence

[821] C. J. Chaput  “Archbishop Chaput’s Weekly Column: Father James Martin and Catholic Belief” 19.9.2019 archphila.org https://archphila.org/archbishop-chaputs-weekly-column-father-james-martin-and-catholic-belief/

[822] R. Cascioli “LGBTQ, il cardinale Marx guida l’ultimo assalto al Catechismo.” 2.4.2022 https://lanuovabq.it/it/lgbtq-il-cardinale-marx-guida-lultimo-assalto-al-catechismo

[823] R. Cascioli “E il Sinodo è già un trionfo per la lobby LGBTQ.” 15.12.2021 lanuovabq.it  https://lanuovabq.it/it/e-il-sinodo-e-gia-un-trionfo-per-la-lobby-lgbtq

[824] R. Cascioli “E il Sinodo è già un trionfo per la lobby LGBTQ.” 15.12.2021 lanuovabq.it  https://lanuovabq.it/it/e-il-sinodo-e-gia-un-trionfo-per-la-lobby-lgbtq

[825] S. Paciolla  “Card. Müller: “Dio non benedice mai il peccato che separa l’uomo dalla fonte della vita eterna e lo conduce alla rovina”, 27.10.2023,  www.sabinopaciolla.com, https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-dio-non-benedice-mai-il-peccato-che-separa-luomo-dalla-fonte-della-vita-eterna-e-lo-conduce-alla-rovina/?fbclid=IwAR3spU_qsDVuv6htM-k45h4WucWSmhJIynQmPo9w1YrrnSsDhAqrknzkbkM

[826]E. Pentin “Cardinal Müller Says Synod on Synodality Is Being Used by Some to Prepare the Church to Accept False Teaching.” 27.10.2023 , www.ncregister.com, https://www.ncregister.com/interview/cardinal-mueller-says-synod-on-synodality-is-being-used-by-some-to-prepare-the-church-to-accept-false-teaching?fbclid=IwAR2bS0HXol_YkHmbTNLanRwi5fCBUwhl77eWSZFUPzFva6hyePGroXsEWjk

[827] R. Cascioli “Müller: «Il Sinodo, un passo verso la protestantizzazione»” 1.11.2023 lanuovabq.it  https://lanuovabq.it/it/mueller-il-sinodo-un-passo-verso-la-protestantizzazione?fbclid=IwAR1JiiCuXKHRsEACT6C9UubcvM6qJAh3mWDwjiR0CC41MbzU32k8qna9Des

[828] R. Cascioli “Müller: «Il Sinodo, un passo verso la protestantizzazione»” 1.11.2023 lanuovabq.it  https://lanuovabq.it/it/mueller-il-sinodo-un-passo-verso-la-protestantizzazione?fbclid=IwAR1JiiCuXKHRsEACT6C9UubcvM6qJAh3mWDwjiR0CC41MbzU32k8qna9Des

[829]S. Magister “Diario Vaticano / Sei voti in più per le unioni “gay”” in  www.chiesa.espressonline.it del 10.6.2013  http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350534.html; M. Tosatti “Viganò: il Papa e la lobby gay in Vaticano, ambiguità voluta.”  Stilum Curiae 23.10.2020 https://www.marcotosatti.com/2020/10/23/vigano-il-papa-e-la-lobby-gay-in-vaticano-ambiguita-voluta/; La Fede Quotidiana   “Il sociologo Wolton: “Papa Francesco mi sembra favorevole alle unioni civili tra persone dello stesso sesso” La Fede Quotidiana  23.3.2018  http://www.lafedequotidiana.it/sociologo-wolton-papa-francesco-mi-sembra-favorevole-alle-unioni-civili-persone-dello-sesso/;

[830]Mons. Aguer “La familia: esposa, esposo, hijos. A propósito de una declaración papal.” Infocatolica 28.10.2020 https://www.infocatolica.com/?t=opinion&cod=38975; S. Rubin “Unión civil de personas del mismo sexo: la opción que el Papa Francisco impulsó desde sus tiempos de cardenal” El clarin 21.10.2020  https://www.clarin.com/sociedad/union-civil-personas-mismo-sexo-opcion-papa-francisco-impulso-tiempos-cardenal_0_P65u-4lBh.html ;   F. Lepore “Ecco perché la teoria del trappolone al Papa teso dal deep state vaticano è una bufala grottesca.” Linkiesta 26.10.2020 https://www.linkiesta.it/2020/10/papa-gay-unioni-civili-trappolone/ ;

[831]G. Cardinale “Nota ai nunzi. Unioni omosessuali, la Santa Sede: nessun cambiamento della dottrina.” Avvenire 2.11.2020 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/unioni-omosessuali-papa-nota-esplicativa-del-vaticano-ai-nunzi  ; TG2000 “Papa Francesco e le unioni civili. Padre Spadaro: non ha intaccato la Dottrina”. TG2000 22.10.2020 https://www.youtube.com/watch?v=07l5JvknsfM; Infocatolica “Mons. Aguer: «El cardenal Bergoglio propuso aprobar la licitud de las uniones civiles de personas homosexuales» Infocatolica 28.10.2020 https://www.infocatolica.com/?t=noticia&cod=38976

[832]Statement of Bishop Thomas Tobin on the comments of Pope Francis Regarding Civil Unions. dioceseofprovidence.org  https://dioceseofprovidence.org/news/statement-of-bishop-thomas-tobin-on-the-comments-of-pope-francis-regarding-civil-unions; Card. R. Burke “Cdl. Burke: Pope’s homosexual civil union remarks ‘contrary’ to Scripture, Tradition.” Lifesitenews 22.10.2020 https://www.lifesitenews.com/opinion/cardinal-burke-on-popes-homosexual-civil-union-remarks-contrary-to-the-teaching-of-sacred-scripture-and-sacred-tradition ;  M. Tosatti “Viganò: il Papa e la lobby gay in Vaticano, ambiguità voluta.”  Stilum Curiae 23.10.2020 https://www.marcotosatti.com/2020/10/23/vigano-il-papa-e-la-lobby-gay-in-vaticano-ambiguita-voluta/ ;   M. Hickson “Cardinal says Catholics ‘can and should’ disagree with Pope’s ‘opinion’ on gay civil unions.” Lifesitenews.com 22.10.2020  https://www.lifesitenews.com/blogs/cdl.mueller-popes-words-on-gay-civil-unions-purely-private-expression-of-opinion-which-every-catholic-can-and-should-freely-contradict?utm_source=top_news&utm_campaign=standard

[833] Mia traduzione da Sancti Vincentii Lirinensis “Commonitorium” PL 50, 640.

[834] Cfr. Sancti Vincentii Lirinensis “Commonitorium” P. L. 50, 640s.

[835] Mia traduzione da Sancti Vincentii Lirinensis “Commonitorium”, PL 50, 649.

[836]Cfr. «Primo Commonitorio» di Vincenzo di Lérins, Cap. 23; PL 50, 667-668; Ufficio delle Letture del venerdì della XXVII settimana del tempo ordinario in Conferenza Episcopale Italiana “Liturgia della Ore secondo il Rito Romano” ed. LEV 1993 (ristampa) vol. IV p. 323s https://www.maranatha.it/Ore/ord/LetVen/27VENpage.htm

[837]Pio IX, Costituzione Dogmatica “Dei Filius”24.4.1870, www.vatican.va , https://w2.vatican.va/content/pius-ix/it/documents/constitutio-dogmatica-dei-filius-24-aprilis-1870.html

[838]Testo tratto da www.totustuus.it,  http://www.totustuustools.net/magistero/p9ineffa.htm

[839]Cfr. Congregazione per la Dottrina della fede Dichiarazione “Mysterium Ecclesiae” 24.6.1973 www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19730705_mysterium-ecclesiae_it.html

[840] M. Tosatti “Müller: le Preoccupazioni dei Vescovi Polacchi sulla Germania sono Giuste.” 25.2.2022 www.marcotosatti.com,  https://www.marcotosatti.com/2022/02/25/Müller-le-preoccupazioni-dei-vescovi-polacchi-sulla-germania-sono-giuste/

[841] Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Familiaris consortio,22.11.1981,  n. 33 www.vatican.va https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio.html

[842] Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Reconciliatio et paenitentia, 34

[843]Pio X, Motu proprio “Sacrorum antistitum”, giuramento antimodernista, Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 3541

[844] Pio XII, “Discorso ai parroci e ai quaresimalisti”, 23 marzo 1949.

[845]Commissione Teologica Internazionale “L’interpretazione dei dogmi.” 1990  , www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1989_interpretazione-dogmi_it.html; J. H. Newman “An Essay on the Development of Christian Doctrine.”  Longmans, Green, and Co. London New York, Bombay, and Calcutta 1909  Cap. 5, www.newmanreader.org, https://www.newmanreader.org/works/development/chapter5.html

[846] J. H. Newman “An Essay on the Development of Christian Doctrine.”  Longmans, Green, and Co. London New York, Bombay, and Calcutta 1909  Cap. 5,  www.newmanreader.org, https://www.newmanreader.org/works/development/chapter5.html

[847] J. H. Newman “An Essay on the Development of Christian Doctrine.”  Longmans, Green, and Co. London New York, Bombay, and Calcutta 1909  Cap. 5 sezione II n. 3, www.newmanreader.org, https://www.newmanreader.org/works/development/chapter5.html

[848]S. Paciolla, “Card. Müller: nessun Papa può proporre alla fede di tutta la Chiesa i suoi soggettivi punti di vista” Il Blog di www.sabinopaciolla.com, 30.10.2020 https://www.sabinopaciolla.com/card-Müller-nessun-papa-puo-proporre-alla-fede-di-tutta-la-chiesa-i-suoi-soggettivi-punti-di-vista/

[849]Card. Müller “Non è cambiamento pastorale: è corruzione”, La Nuova Bussola Quotidiana, 26-2-2018 http://www.lanuovabq.it/it/non-e-cambiamento-pastorale-e-corruzione

[850] L. Scrosati “La PAV porta la Chiesa a capitolare alla rivoluzione sessuale.” 12.12.2022 https://lanuovabq.it/it/la-pav-porta-la-chiesa-a-capitolare-alla-rivoluzione-sessuale

[851]Congregazione per la dottrina della Fede “Il primato del successore di s. Pietro nel mistero della Chiesa” 31.10.1998  n. 7 , www.vatican.va ,   http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19981031_primato-successore-pietro_it.html

[852]Cfr Dichiarazione collettiva dei Vescovi tedeschi, genn.-febbr. 1875: Heinrich Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003, n. 3114; Congregazione per la dottrina della Fede “Il primato del successore di s. Pietro nel mistero della Chiesa” 31.10.1998  n. 7 , www.vatican.va ,   http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19981031_primato-successore-pietro_it.html

[853]Cfr. Congregazione per la dottrina della Fede “Il primato del successore di s. Pietro nel mistero della Chiesa” 31.10.1998  n. 10 www.vatican.va  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19981031_primato-successore-pietro_it.html)

[854]Concilio Vaticano II, Cost. dogm. “Dei Verbum” 18.11.1965 , 10: AAS 58 (1966) 822 ,www.vatican.va ,  http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html

[855]Benedetto XVI, “Omelia del 7 maggio 2005” , www.vatican.va ,  https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2005/documents/hf_ben-xvi_hom_20050507_san-giovanni-laterano.html

[856]Dichiarazione dei Vescovi tedeschi , Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003 n.  3114; testo lodato e approvato da Papa Pio IX con la “Mirabilis illa constantia” del 1875, Heinrich  Denzinger “Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum” a cura di P. Hünermann, Edizioni Dehoniane Bologna, 2003 n.  3117

[857]“Discorso di Giovanni Paolo II agli Officiali e Avvocati del Tribunale della Rota Romana per l’inaugurazione dell’anno giudiziario” del 21.1.2000, www.vatican.va ,  http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/2000/jan-mar/documents/hf_jp-ii_spe_20000121_rota-romana.html

[858]Recensione editoriale del libro realizzato a cura di John Lamont e Claudio Pierantoni intitolato “Defending the Faith Against Present Heresies”, Arouca Press, 2021 https://www.amazon.com/Defending-Faith-Against-Present-Heresies/dp/1989905412 http://aroucapress.com/defending-the-faith

[859]“Correctio Filialis De Haeresibus Propagatis”, http://www.correctiofilialis.org/it/;  http://www.correctiofilialis.org/wp-content/uploads/2017/08/Correctio-filialis_Italiano.pdf; Autori vari “Illustri studiosi laici ed ecclesiastici accusano Papa Francesco di eresia in una Lettera Aperta”, Chiesa e post concilio,  http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/04/illustri-teologi-e-studiosi-accusano.html

[860] L. Scrosati “«Papato disastroso» e «Sinodo tossico»: il lascito-denuncia di Pell.”13.1.2023   https://lanuovabq.it/it/papato-disastroso-e-sinodo-tossico-il-lascito-denuncia-di-pell

[861] The Frontline TV “Is Pope Francis A Heretic?? – Bishop Athanasius Schneider” https://www.youtube.com/watch?v=ll7ftfLOAd0

[862]M. Hickson “Cardinal Müller: Some statements by Pope Francis could be understood as material heresy.” 7.11.2023  https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-cardinal-muller-says-francis-has-uttered-material-heresy-but-is-still-the-pope/; traduzione italiana “ Card. Müller: Papa Francesco e la sua promozione dell’”eresia della prassi” 8.11.2023 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-papa-francesco-e-la-sua-promozione-delleresia-della-prassi/

[863]M. Hickson “Cardinal Müller: Some statements by Pope Francis could be understood as material heresy.” 7.11.2023  https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-cardinal-muller-says-francis-has-uttered-material-heresy-but-is-still-the-pope/; traduzione italiana “ Card. Müller: Papa Francesco e la sua promozione dell’”eresia della prassi” 8.11.2023 www.sabinopaciolla.com https://www.sabinopaciolla.com/card-muller-papa-francesco-e-la-sua-promozione-delleresia-della-prassi/

[864] M. Hickson “Cardinal Müller endorses cardinals’ dubia on the Synod on Synodality.” 2.10.2023 www.lifesitenews.com https://www.lifesitenews.com/blogs/cardinal-Müller-endorses-cardinals-dubia-on-the-synod-on-synodality/

[865] In una intervista l’allora mons. Fernandez aveva affermato: “When we speak of obedience to the magisterium, this is understood in at least two senses, which are inseparable and equally important. One is the more static sense, of a “deposit of faith,” which we must guard and preserve unscathed. But on the other hand, there is a particular charism for this safeguarding, a unique charism, which the Lord has given only to Peter and his successors. In this case, we are not talking about a deposit, but about a living and active gift, which is at work in the person of the Holy Father. I do not have this charism, nor do you, nor does Cardinal Burke. Today only Pope Francis has it. Now, if you tell me that some bishops have a special gift of the Holy Spirit to judge the doctrine of the Holy Father, we will enter into a vicious circle (where anyone can claim to have the true doctrine) and that would be heresy and schism.” E. Pentin “Exclusive: Archbishop Fernandez Warns Against Bishops Who Think They Can Judge ‘Doctrine of the Holy Father’.” 11.9.2023 www.ncregister.com https://www.ncregister.com/interview/exclusive-archbishop-fernandez-warns-against-bishops-who-think-they-can-judge-doctrine-of-the-holy-father

[866] Corrispondenza Romana “Il cardinale Burke affronta l’ipotesi del Papa eretico.” www.corrispondenzaromana.it 7 Aprile 2018 https://www.corrispondenzaromana.it/il-cardinale-burke-affronta-lipotesi-del-papa-eretico/

[867] AA. VV. “Correctio Filialis De Haeresibus Propagatis”, http://www.correctiofilialis.org/it/;  http://www.correctiofilialis.org/wp-content/uploads/2017/08/Correctio-filialis_Italiano.pdf; AA. VV. “Illustri studiosi laici ed ecclesiastici accusano Papa Francesco di eresia in una Lettera Aperta”, Chiesa e post concilio,  http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/04/illustri-teologi-e-studiosi-accusano.html; AA. VV. “Protesta contro gli atti sacrileghi di Papa Francesco https://cronicasdepapafrancisco.com/2019/11/13/protesta-contro-i-recenti-sacrilegi-firma-anche-tu/ ; A. Zambrano “In quei riti c’è il diavolo”. Parola di vescovo amazzonico.” 23_10_2019 https://lanuovabq.it/it/in-quei-riti-ce-il-diavolo-parola-di-vescovo-amazzonico; L. Scrosati “«Papato disastroso» e «Sinodo tossico»: il lascito-denuncia di Pell.”13.1.2023   https://lanuovabq.it/it/papato-disastroso-e-sinodo-tossico-il-lascito-denuncia-di-pell ; The Frontline TV “Is Pope Francis A Heretic?? – Bishop Athanasius Schneider” https://www.youtube.com/watch?v=ll7ftfLOAd0 ; il I volume del mio libro in cui metto in evidenza vari errori del Papa è stato esaminato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. L’eresia insita nelle benedizioni delle coppie omosessuali è stata sottolineata in vari interventi di prelati cattolici ma il Papa non è mai intervenuto per contrastarla: C. Esteban, “Munilla recuerda a sus colegas belgas que la Iglesia no tiene autoridad para bendecir parejas gays” 23 septiembre, 2022 infovaticana.com https://infovaticana.com/2022/09/23/munilla-recuerda-a-sus-colegas-belgas-que-la-iglesia-no-tiene-autoridad-para-bendecir-parejas-gays/ ; G. L. Mueller “El cardenal Müller corrige a los obispos flamencos: «Engañan a las personas confiadas a su cuidado pastoral»” 23.9.2022 infovaticana.com https://infovaticana.com/2022/09/23/el-cardenal-Müller-corrige-a-los-obispos-flamencos-enganan-a-las-personas-confiadas-a-su-cuidado-pastoral/ ;  M. Hickson “Cdl. Müller urges Catholics to ‘stay firm in the truth’ as ‘LGBT lunacy’ takes over the Church” 17. 10.2022 https://www.lifesitenews.com/blogs/cdl-Müller-urges-catholics-to-stay-firm-in-the-truth-as-lgbt-lunacy-takes-over-the-church/?utm_source=telegram ; S. Paciolla “Card. Müller: “Una ‘benedizione’ fittizia di coppie dello stesso sesso non è solo una bestemmia contro il Creatore del mondo e dell’umanità, ma anche un grave peccato contro la salvezza delle persone interessate”  www.sabinopaciolla.com 30.9.2023 https://www.sabinopaciolla.com/card-Müller-una-benedizione-fittizia-di-coppie-dello-stesso-sesso-non-e-solo-una-bestemmia-contro-il-creatore-del-mondo-e-dellumanita-ma-anche-un-grave-peccato-contro-la-salvezza-delle-pers/

[868] Chiesa e post Concilio “Il Cardinal Burke: “Non sto dicendo che Papa Francesco è eretico”. Ed altro…” 19.12.2016 chiesaepostconcilio.blogspot.com https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/12/il-cardinal-burke-non-sto-dicendo-che.html

[869] Corrispondenza Romana “Il cardinale Burke affronta l’ipotesi del Papa eretico.” www.corrispondenzaromana.it 7 Aprile 2018 https://www.corrispondenzaromana.it/il-cardinale-burke-affronta-lipotesi-del-papa-eretico/

[870]Cfr Inno Akathistos, vv. 111-112; ed. G.G. Meersseman, Der Hymnos Akathistos im Abendland, voi. I, Universitatsverlag, Freiburg Schw. 1958, p. 114

[871]Cfr. “Messe della Beata Vergine Maria” , s. Messa “Maria Vergine sostegno e difesa della nostra fede”.   https://www.maranatha.it/MessaleBVM/bvm35page.htm